Numero 19 - Maggio

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Numero 19 - Maggio
A N NO IX - NUMERO 19 - MAGGIO 2006
LABORATORIO DI SATIRA
Aut.Trib.MN n.5/97 del 23/05/1997 - Direttore Responsabile Antonio Galuzzi
DOPO LE PORCHERIE DI TANGENTOPOLI, LA GIUSTIZIA FA PULIZIA NEGLI SPOGLIATOI. DOCCIA FREDDA NEGLI STADI
1992, MANI PULITE - 2006, PIEDI PULITI
PRODI: UN BIDÉ ENTRO FINE MANDATO
Stizzita la replica di Berlusconi: « Con me l’Italia non sarebbe mai uscita dal bagno» - Casini aggiunge: «E io c’entro!» - Mastella: «Il sapone è mio»
Guido Rossi, neo-commissario della Figc, getta acqua sul fuoco: «A parte le fidejussioni fasulle, i passaporti falsi, la corruzione degli arbitri,
il doping farmacologico e amministrativo, le bancarotte fraudolente, il falso in bilancio, le evasioni fiscali, i fondi neri, la concorrenza sleale,
le concentrazioni di potere, i conflitti d’interesse, il nepotismo clientelare, la moviola taroccata, i sorteggi pilotati, i contratti gonfiati, l’abuso
di posizione dominante, il ricatto dei diritti televisivi, le prostitute per i calciatori, lo spaccio di cocaina, i sequestri di persona e le associazioni
a delinquere, direi che la situazione è abbastanza rosea» - Adriano Galliani: «Giuro che non ne sapevo niente! Scusate, ora vado a pettinarmi»
«N
L’
B
G
on si è ancora placata l’eco degli scandali politici della Prima Repubblica, che nell’aureo mondo fino a ieri incontaminato del calcio si è
abbattuto l’impetuoso e impietoso uragano delle intercettazioni. Da anni,
come Cassandra inascoltata, avevo denunciato all’opinione pubblica l’insinuarsi dei poteri forti nelle pieghe di un sistema da troppi ritenuto immune
da compromessi. E ora i fatti mi hanno dato ragione». Sono le ultime accorate parole di Aldo Biscardi rilasciate ai medici mentre veniva condotto in un
centro di rieducazione lessicale per una tac di controllo. Sull’orologio regalatogli da Moggi nessun commento: non vuole che se ne faccia un processo.

Clamoroso scoop del Notturno di Mantova
Adriano Galliani alla notizia che
Silvio Berlusconi ritornerà a fare il
presidente del Milan
Calciopoli: lo scandalo si allarga
ex arbitro Baldas conferma ai giudici l’incauto omaggio dell’ex direttore
generale della Juventus all’ex conduttore: «Era un orologio con i numeri,
perché Aldo non sa leggere le ore con le lancette».
orrelli ha commentato la nomina a responsabile dell’ufficio indagini ricordando come sia breve il passo dalla procura ai procuratori: «Durante
Tangentopoli ero in trincea, vorrà dire che da oggi mi metto in barriera».
ino Corioni, presidente del Brescia, ha affermato: «La Lega Calcio non è
stata toccata da questo scandalo e nemmeno Galliani si tocca!», rivelando inconsciamente un aspetto sconosciuto dell’intimità del presidente della
Lega. Immediata la replica di Eva Henger, interista da sempre: «Galliani si
tocca, eccome! Se non lo fa lui di sua spontanea volontà, sarà compito della
commissione giudicante porre mano a una posizione che si fa di ora in ora
sempre più esplosiva». Intanto, Berlusconi segue la vicenda con imbarazzo.
Nel gorgo delle intercettazioni anche Blatter e Beckenbauer
“Il Notturno di Mantova” è venuto in possesso di compromettenti
intercettazioni. Lo scandalo si allarga a macchia d’olio e coinvolge
anche i vertici del calcio continentale. Nella conversazione riportata di
seguito il presidente della Fifa, Joseph Blatter, rimprovera il responsabile dell’organizzazione dei Mondiali, Franz Beckenbauer, di non aver
preso posizione in merito alle manovre, ritenute deontologicamente
inopportune, da parte del presidente onorario della Fiorentina, Diego
Della Valle.
NDR. Gli inquirenti hanno coperto da omissis la parte finale dell’intercettazione in quanto la conversazione s’è fatta volgare.
«Massimo Moratti Santo Subito!»: è
questo che chiedono a gran voce gli
italiani onesti innamorati del giuoco
del calcio, fedeli alle regole non
scritte dell’etica sportiva, e che credono nella resurrezione. Dell’Inter
La redazione
www.ilnotturno.net
[email protected]
Antonio Galuzzi
Corrado Andreani
Enrico Alberini
Nicola Martinelli
Roberta Vesentini
DALL’ITALIA e DAGLI ESTERI
Milano - Antonio Voceri
Gianni Morinovic
Fabrizio Pescara
Roma - Sebastiano Onano
Kracow - Riccardo Campa
HANNO COLLABORATO
Alberto Patrucco
Ilaria Jahier
Gianni Pugnaghi
Teo Guadalupi
Stampato in 2.000 copie da Fda
Eurostampa di Borgosatollo (Brescia). Distribuito in omaggio
Ettore Dyr
Blatter – “Aho… ‘ndo stai?”
Beckenbauer – “Sto all’Octobber Feste… Me sto a pija na pinta…”
Blat. – “Na pinta?”
Beck. – “Hemm… Bhe… Proprio ‘na pinta… Disciamo ‘n caraffone…
Scinque litri… N’aperitivetto…”
Blat. – “Aho… Vacce piano… Tracanni come ‘n BMW scarburato…”
Beck. – “Nun te preoccupà… C’accompagno un par de sarsicciotti…
Pe’ nun fa’ ascidità… Assorbeno…”
Blat. – “Me raccomanno… Che l’ultima vorta me sei annato ‘n sciorta…
Pareva che pisciavi dar buscio der culo!”
Beck. – “Lascia fa’…”
Blat. – “Te chiamavo pe’ ssapè… Così… Se sapevi doo scarpolino de
Firenze… Coso… Er pacioccone…”
Beck. – “Della Valle?”
Blat. – “Della Valle!”
Beck. – “Perché? Che c’ha? Ho pijato un par de scarpe de ‘sto stronzo,
me so vvenuti du calli e ‘na vescica che spurga daa mmerda gialla.”
Blat. – “Senti… Nun me ne fotte ‘n cazzo dee tu vesciche…”
Beck. – “Che vvoi sapè?”
Blat. – “Volevo sapè se sapevi che ‘sta a ffa’… ‘Sto Della Valle… Che
sta a ffa’… Je scureggia er cervello.”
Beck. – omissis
Blat. – omissis
Beck. – omissis
Blat. – omissis
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BUONUMORE
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NINI… GRASSIA E LA SCENEGGIATA
il fondo del barile
di Teo Guadalupi
ERA LA PRIMAVERA
DEL 2003...
Primavera 2003, mattina
credo. Suona il cellulare, o
meglio vibra, non metto quasi
mai la suoneria.
– Ciao sono Luca.
– Luca?
– Luca! È da un po’ che non
ci sentiamo!
– 13 anni!
– Scrivi ancora cose che fan
ridere?
– Dipende dai punti di
vista!
– Lo segui il calcio?
– Purtroppo sì!
– Ho un lavoro da proporti.
Un gioco. Un gioco sul calcio,
in cui vince chi è più furbo
degli altri....
Pane per i miei denti. Insieme creiamo “Quel gioco
del ca…lcio”, della Giochi
Preziosi.
Corrompere arbitri, dopare
calciatori, buttare badilate
di letame sulle reputazioni
altrui, allo scopo di vincere
lo scudetto...
Scriviamo cartelle che recitano: “La partita che hai appena giocato potrebbe essere
stranamente persa a tavolino,
in quanto all’arbitro si è rotto
l’orologio e lui con uno d’oro
regalato vede meglio l’ora…”
oppure “fai trovare un’avvenente ragazza in camera ad
un arbitro prima della prossima partita e scopri che questi
è omosessuale. Ti fischia due
rigori contro” e ancora “Un
avversario colpisce da dietro
il tuo miglior giocatore, ma
al processo del lunedì, la moviola decreta che è stato il tuo
giocatore a comportarsi scorrettamente girandosi proprio
al momento dell’impatto”
e via “La Juventus opziona
alcuni tuoi giocatori che
quando giocano contro di lei
sbagliano dei gol clamorosi e
finisci senza segnare”, “Biscardi al processo mostra una tua
inquadratura mentre guardi
l’orologio, ma interpretandola
come se stessi facendo il gesto
dell’ombrello”.
Insomma un bel lavoro,
che ci ha portato via un paio
di mesi, dandoci dentro di
fantasia….
Fantasia... Nel lontano
2003…
Adesso sto aspettando una
chiamata dagli inquirenti
come persona informata dei
fatti!
CARTELLI INFORMATIVI IN CHIESA
- Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra
parrocchia.
- Per tutti quanti tra voi che hanno figli e non lo sanno, abbiamo un’area attrezzata
per i bambini!
- Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro
che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco
nel suo ufficio.
- Il gruppo dei volontari ha deposto tutti gli indumenti. Ora li potrete vedere nel
salone parrocchiale.
- Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale. Seguirà concerto.
- Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce Giovedì sera alle 7. Per
cortesia usate la porta sul retro.
- Venerdì sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno l’“Amleto” di Shakespeare
nel salone della chiesa. La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.
- Un nuovo impianto di altoparlanti è stato installato in chiesa. È stato donato da
uno dei nostri fedeli, in memoria di sua moglie.
- Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! È un buon modo per
liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.
- Tema della catechesi di oggi: “Gesù cammina sulle acque”. Catechesi di domani:
“In cerca di Gesù”.
- Barbara C. è ancora in ospedale, e ha bisogno di donatori di sangue per trasfusioni.
Ha anche problemi di insonnia, e richiede le registrazioni delle catechesi del
parroco.
- Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per tutta l’estate, con ringraziamenti di
tutta la parrocchia.
- Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di Mercoledì sera:
venite a fare il tifo per noi mentre cercheremo di sconfiggere il Cristo Re!
- Il costo per la partecipazione al Convegno su “preghiera e digiuno” è comprensivo
dei pasti.
- Il concerto parrocchiale è stato un grande successo. Un ringraziamento speciale
alla figlia del diacono, che si è data da fare per tutta la sera al pianoforte, che come
al solito è caduto sulle sue spalle.
- Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far
ricordare.
- Ringraziamo quanti hanno pulito il giardino della chiesa e il parroco.

ODE AL GOVERNO PRODI
di Roberta Vesentini
Non ancor ti sei insediato che le esequie han decretato
cidiellini e baciapile che ora schiattano di bile
ma, toccandoci i coglioni, confidiamo in tempi buoni
e gridiam la frase osé “Prodi faccelo vedé!”
Certo siam tutti coscienti (mica siamo deficienti)
che vittoria è risicata ma pur sempre consacrata
dalla vecchia Cassazione figlia di Costituzione.
“Lui” vorrebbe ricontare.
“Ma ricontati ’sto cactus!” è pur giusto replicare.
E poi conta le tue ville, dove compi meraviglie,
è un consiglio che, beati, ti dan pure gli alleati.
Sol così, a meditare su di un piano liberale,
sol così, tra i d’India fichi , scaccerai ’sti bolscevichi.
Si, perché, governo Prodi, ecceduto hai tu nei modi!
Conoscendo già i timori di metà degli elettori,
okkupato hai posti in vista da marmaglia comunista,
che ora intende cancellare 5 anni di ben-fare:
via quel ponte, via la guerra, marjuana sparsa in terra,
froci e adulteri coatti riparati dentro ai Patti,
via la scuola dal prelato, via di colpo il precariato,
via il condono e il monopolio (gli immigrati avranno il foglio)!
Che futuro si prospetta? Per metà è una disdetta.
E però l’altra metà la speranza già ce l’ha:
– che l’Unione resti unita – sani i senatori a vita.
Donne, poche da paura, dian segnali di rottura
che gli eletti, finalmente, riconoscano alla gente
il potere di una voce troppo spesso messa in croce
e sovente inascoltata da una classe già “arrivata”.
Non parliamo, e ciò sia chiaro, solamente di denaro,
ma di idee e di valori radicati dentro ai cuori.
Ma ora stop con la melassa e suoniamo la grancassa.
E’ banale. In tutti i modi… noi gridiamo “Su, miei Prodi!!!!”
Ninì Grassia: al Nord pochi conoscono questo nome, ma nel Sud è stato uno
dei più importanti autori del cinema musicarello meridionale, praticamente
vere e proprio sceneggiate. E’ riuscito a far recitare (e qui Mastroianni avrà un
capottamento) praticamente tutti: Nino D’Angelo, Mario Merola, Gigi D’Alessio,
Antonio Zequila (!!!), Lino Patruno, e tanti altri. La sua filmografia è decisamente corposa; qui segnaleremo i suoi capolavori musicali. Vorrei citarne anche
uno non musicale perché il titolo è un’autentica perla: “Via Lattea... la prima a
destra” (l’ho anche intravisto in una tv locale qualche anno fa, ma vi risparmio
la trama).
ANNARE’ (1998) con Gigi D’Alessio
Gigi torna da una trionfale tournée americana e cerca Annarè, la ragazza che ama, ma
lei sta per sposarsi… parte un flashback e lo
vediamo mentre canta nei locali di una ricca
popputa sventolona. Gigi fa il carino con lei
che per riconoscenza aiuta suo padre, Fabio
Testi, gravemente ammalato. Ma un giorno
Gigi incontra Annarè e si innamora. Scena
culto: le due donne scoprono, grazie al cellulare dimenticato, che Gigi si barcamena tra
le due. Viene cacciato e non gli rimane che
partire per l’America… Praticamente una
sceneggiata. Al Sud ha incassato parecchio.
CELEBRITA’ (1981) con Nino D’Angelo
Il primo e più famoso film di Nino D’Angelo. E’ la storia di Pasqualino, figlio
di povera ed onesta famiglia napoletana, con genitori oberati da numerosa
prole, ammalati e stremati dal lavoro, innamorato di Lucia, ragazzina della sua
età, ingenuo e candido, pronto per cadere nella rete di scaltri lestofanti e nel
giro di cattive compagnie. Il piccolo meccanico si disaffeziona del suo modesto
mestiere e, spinto dai genitori più che dalla sua ambizione, tenta la carriera di
cantante: la voce ce l’ha ma ahimè i furbi lo sfruttano. Va a finire anche in carcere per scippo: doveva pure saldare i debiti! Se la caverà con poco ma la madre
ne fa una malattia. Con l’appoggio d’un boss sfonda nel mondo dello spettacolo.
La morte della madre, durante la sua esibizione televisiva del canto “Celebrità”,
gli riapre gli occhi su tante cose: ad esempio sulla società che lo circonda ivi
compresa una certa Elena, ricca signorina vanesia di cui s’era invaghito e che
costituiva il rovescio della medaglia della semplice Lucia.
N.B. Me l’hanno regalato in dvd. Chi lo volesse assolutamente vedere scriva alla
redazione, ma sono quasi certo che non riceverò molte richieste.
CIENT’ANNE (1999) con Mario Merola e Gigi D’Alessio
Storico incontro tra il re della sceneggiata e il nuovo reuccio del neomelodico
napoletano. Il cantante Gigi, adottato da Mario Merola, scopre che il vero padre
è in realtà il suo datore di lavoro, che è anche padre del suo acerrimo rivale
in amore. Decisamente significativa questa recensione: “Ritmi da soap-opera e
musica arabeggiante, scambi tra finzione e realtà in alberghi da incubo lasvegasiano. Un grandioso finale in cui a Merola gli prende un colpo ma canta sulla
barella, un po’ in playback un pò no. Non c’è niente da ridere”. Avvertenze per i
più impressionabili: nel cast c’è anche Giorgio Mastrota!!!
LO STUDENTE(1983) con Nino D’Angelo, Jenny Tamburi
Quando il barone Mario di Villalta torna nella sua bella Napoli dopo vent’anni
di soggiorno in Venezuela, trova la città ben diversa da come lui l’aveva conosciuta. Ora ci sono imperanti la mafia e la camorra. Assume come segretario un
giovane povero studente all’ultimo anno di scuola media superiore, Nino, non
dando ascolto al commissario Marsala che lo accusa d’essere un confidente del
boss locale. Questi infatti lo incaricherà di introdurlo in casa del barone per
un furto: Nino viene scoperto ed arrestato. Sua madre, Rosaria, domestica in
casa della ricca Claudia, giovane spasimante
per Nino che ella crede essere “baroncino”
dal momento che il bugiardone così le si
qualifica, viene a conoscenza che il barone
è in realtà colui che vent’anni prima l’aveva
sedotta e poi abbandonata: padre quindi di
Nino, che ancora non lo sa! Fatto scarcerare il figlio per ritirata denuncia, il barone
gli intesta tutti i suoi beni e si riconcilia con
Rosaria alla quale chiede perdono. Durante
un festa giovanile, i sicari del boss, convinto
che Nino abbia parlato alla polizia accusandolo di sollecitazione al furto, si presentano
con l’intenzione di eliminare il “traditore”: il
barone però gli fa da scudo mentre gli sparano e cade mormorando prima di spirare:
“Chiamami papà!”. Trama da urlo, pessime le
critiche: “Manca la regia, manca il ritmo, manca il montaggio, manca la minima
partecipazione degli interpreti ai sentimenti dei relativi personaggi: insomma
non c’è il film. L’inconsistenza delle situazioni è insopportabile, e l’ingenuità è
davvero grossolana.” (sembra la recensione del “Codice Da Vinci” che ho letto su
un quotidiano…) Nel cast figurano anche due coppie di cabarettisti napoletani
spariti giustamente nel nulla: I Fatebenefratelli e i Sergenti a Sonagli.
P.S.
Vorrei aggiornare chi legge sempre questa rubrica (non credo molti) che sono
riuscito, dopo indicibili peripezie, a trovare “Branchie”, unico film interpretato
da Gianluca Grignani di cui ho parlato qualche numero fa. E’ decisamente molto peggio di quanto pensassi… Se qualcuno lo vuole vedere scriva sempre alla
redazione, anche se probabilmente non glielo darei per pietà.
Evviva Sharon Stone!
T
ra i tanti casi pre-estivi
che spopolano sui giornali,
tra diete a prova di bikini,
oroscopi di coppia per single da
spiaggia, tra flirts, corna e nuovi
amori sotto l’ombrellone… tra di
tutto e di più… è planata a volo
d’angelo sulle copertine di alcune migliaia di riviste di cultura,
scienza ed economia, che popolano le edicole, nuovo templi della
cultura fast&furios, la mitica ed
inossidabile Sharon.
Una donna, miracolo della natura e icona della scienza bionica.
Nel mio primo declino post
trenta, cominciando a guardarmi
nello specchio del tempo, scorgo
rughe che non avevo, kili presi,
persi, presi che non volevo, capelli bianchi che spuntano come monito di una saggezza che non ho
raggiunto, denti del giudizio che
avrei voluto non perdere, una lucidità d’intenti e di proposito che
si arrende alla stanchezza del vivere quotidiano… e così via fino
ai prossimi quaranta che talvolta
più che sembrare la metà della
mia vita, mi sembrano la fine.
In questa depressione di dimensione cosmica… dall’iperspazio
arriva lei! Sharon.
Cinquanta, nuda senza vergogna, con quel giusto numero di
rughe che non danno credito ai
maligni gossip sui bisturi, bel-
Del resto, anche le mie marchette
hanno un prezzo, non soltanto
quelle delle professioniste da lei
evocate. Nel merito delle questioni
che mi pone, devo rassicurarla che
con l’esempio, la vicinanza, l’affetto,
la bontà d’animo e il carattere tollerante di un padre così, suo figlio
non corre certo il rischio di essere
traviato da spacciatori, prostitute,
comunisti e persone diversamente
etniche.
Caro Galonio, le scrivo perché
sono stufo di veder gironzolare
per il mio paese nient’altro che
sporchi negri, luridi comunisti,
maleodoranti musi gialli, schifosi
drogati e battone troppo costose.
Come faccio ad educare mio figlio
in questa società?
Indignato ‘63
Gentile Indignato, se con “caro Galonio” si riferisce maliziosamente al
costo della mia risposta, le riconosco una raffinatezza di pensiero che
nel resto della missiva non traspare.
- fino ai cinquanta si può riuscire a rimanere fighe e a quanto
pare senza stressarsi troppo per
stare in forma… ma mi chiedo
allora perché le era venuto un
coccolone?
- fino ai cinquanta si può stare
nude davanti al mondo e mostrare tutto quello che accavallando
le gambe si era solo fatto intravedere a trenta… vent’anni di attesa, non sono pochi e comunque
anche questa volta non s’è vista
ancora bene;
- fino ai cinquanta non si deve
fare il lifting… basta volersi bene
e mangiare tanta frutta e verdura… ma allora perché io ho una
amica vegetariana che ha tre
anni meno di me e, citando Billy
Crystal, “ha la faccia che sembra
un mocassino” o citando Cesco S.
“ha la pelle di velluto, peccato sia
a coste”?
- fino ai cinquanta puoi essere
bellissima e prenderci coi ventenni… peccato che poi non ci si
prenda coi cinquantenni che ovviamente si fanno le ventenni…
L’essere bionda ed intelligente,
prima della venuta al mondo di
Sharon era un controsenso. Da
mora ho sempre sostenuto la mia
categoria, ma dopo il film “La rivincita delle bionde” e dopo aver
la morte.
L’analisi attenta del nuovo fe- visto il QI di Sharon, mi sono donomeno di faustiana memoria ci vuta ricredere: evidentemente c’è
una certa darwiniana evoluzione
pone però alcuni dubbi:
della specie. Ergo, le bionde sono
in via d’estinzione e quindi diventano tutte più intelligenti per la
sopravvivenza oppure sono tutte
tinte (NdA il biondo nasconde
meglio i capelli bianchi!, E chissà
che un giorno non tocchi anche
a me! )
Rimane da analizzare la triade
sharoniana del “Single” + “Sorridente” +“Vincente”.
Sarà un caso ma secondo me
le tre caratteristiche sono sempre
andate di pari passo: s’è mai vista
una gran gnocca single, corteggiata da tutti, miliardaria che non
sia sorridente?
Siamo tutte molto sollevate
dal fatto che Sharon abbia ritrovato anche la “Salute”, che
come dicono le nostre nonne è
la cosa più importante… ma soprattutto siamo contente, grazie
a Sharon di essere tutte tornate
“in auge” ovvero, come si dice
in gergo maschile, sul mercato.
Per l’effetto di trascinamento è
successo un po’ come succede
ai mercatini dell’antiquariato…
più banchi ci sono più si vende
e la concorrenza invoglia invece
di sfavorire.
Se Sharon è passatella… a
sessanta c’è ancora speranza, a
cinquanta si è in media, a quaranta si spopola, a trenta è reato
penale!
Ilaria Jahier
Egregio Mago Galonio, le trasmetto in
calce ed integralmente la lettera che
il dottor Alberto Testa, sociologo alla
Brunel University di Londra, shodan di
shotokan Fesik e Wkc, rappresentante
della Okinawa karatedo shorin ryu
karate kobuto Federation All ryukius
full contact karatedo Association di
Okinawa a Londra, ha consegnato a
Balzarro sensei, perché la pubblicasse
sulla rivista “Banzai, Samurai e Pugilato”. Sulla rivista suddetta la lettera
non ha avuto ancora risposta, le sarei
grato perciò, se potesse farlo lei, dall’alto della sua infinita sapienza.
(allievo di Mastumura Sokon e amico
di Asato) e poi (seguendo le tradizioni
di Okinawa si studiare più maestri),
con uno dei discepoli diretti di Chosin Chibana (diretto allievo di Itosu,
uno degli altri maestri di Fukanoshi).
La sua organizzazione si chiama
Okinawa karatedo shorinryu karate
kobudo Federation, All ryukyus full
contact karatedo Association e ha
l’hombu dojo a Okinawa. Lo scorso
settembre, ho aiutato Kyoshi ad organizzare un seminario a Londra,
che ha avuto un grande successo e
che ripetermo alla mia Univeristà nel
2004, dopo il mio viaggio training a
Okinawa in settembre.
Volevo chiedere se si potessero organizzare dei seminari di Kyoshi in Italia. (cfr. www.rik.ne.jp/karate/english/
dojyo.htm e www.rik.ne.jp/karate/ibd.
html)»
...ovvero
“Cinquanta” è bello,
ma “Trenta” lo era
ancor di più!
lissima, bionda, intelligente, single, sorridente e dulcis in fundo,
vincitrice di battaglie personali
comprese quelle estreme contro
***
Caro Galonio, mi permetta di porre alla sua attenzione una piccola critica. A mio modesto parere
il suo giornale si occupa troppo
spesso di politica locale, dando
poco spazio agli avvenimenti nazionali ed esteri. Non crede che
l’esagerata attenzione a questioni
di cortile non comprometta l’immagine della pur prestigiosa testata da lei rappresentata in veste
di mago? Spero che questo piccolo
appunto non le rechi fastidio.
Inopportuno ‘56
Gentile Inopportuno, le critiche dei
lettori sono sempre ben accette.
Soltanto, costato con rammarico
che con tutti gli incidenti stradali
che funestano il nostro paese lei
sia ancora in vita.
***
Gentile Galonio, temo che una
eventuale operazione militare in
Iran, da parte degli Stati Uniti,
porterà ad una nuova strage d’innocenti. Ho il fondato timore che
3
PRIMO PIANO

le prime vittime saranno proprio i
bambini. Lei cosa ne pensa?
Preoccupata ‘68
Cara Preoccupata, la mia risposta
è semplice: me ne fotto.
***
Gentile mago, le scrivo per domandarle qual è la linea editoriale del
giornale per il quale collabora, in
merito ai tagli della Fiat nello stabilimento di Termini Imerese.
Infingardo ‘70
Gentile Infingardo, le rispondo
con una domanda. Come faccio ad
avere una linea editoriale su qualcosa che non oltrepassa la soglia
del mio interesse? E poi, come
direbbe il suo collega Indignato
’63, lei è proprio sicuro di avere
a cuore le sorti di quei terroni di
merda?
***
Eminente mago Galonio, ha destato in me un certo sconcerto l’idea
del governo di tassare le produzioni pornografiche. Cosa ne pensa?
Stupito ‘75
Fa bene a stupirsi, caro Stupito. E’
indegno di uno stato civile andare
a colpire una categoria così svantaggiata, già costretta a piegare la
schiena e ad abbassare la testa.
Subire gli strali del fisco potrebbe
inibire quello stato di fierezza di
cui i lavoratori del settore necessitano per andare fino in fondo alle
loro questioni. Credo, infine, che il
pugno di ferro vada utilizzato soltanto nel fist fucking.
«Il mio interesse accademico per gli
aspetti storici e sociologici del karatedo mi ha spinto a ricercare la radice
dello stile Fukanoshi sensei (che si
ritrovano nel libro Karate jutsu, pubblicato da Kodansha e Kyohan) e a
studiare il karate jutsu di Fukanoshi
sensei – quello originale di Okinawa
che ha le sue radici, come il bubishi
spiega, nello shaolin loahn kung fu,
white crane kung fu of the fukien region, dove era situato il tempio meridionale di Shaolin e dove molti maestri importanti andarono a studiare,
tra cui Matsumura Sokon, maestro di
Anko Asato (uno dei maestri di Fukanoshi – Fukanoshi tra l’altro studiò
direttamente con bushi Matsumura).
Quindi un karate full contact, con
kata bunkai con nage waza e kansetsu waza e kyushu jutsu e rafforzato
da una pratica quotidiana di Zhang
Zhuan per incrementare il chi.
Durante questo mio interessante cammino, ho incontrato Kyoshi
Nohara delle prefettura di Okinawa.
Kioshi ha imparato il karate dal padre diretto discepolo di Chotoku Kyan
Mi scuso se la lettera che ho trascritto
contiene qualche errore ortografico,
purtroppo il correttore di Word cui
l’ho sottoposta per la revisione è impazzito più volte.
Ringraziandola per l’attenzione, la
saluto e... complimenti per la sua meravigliosa rubrica.
Dott. D. Vago
Gentile dott. D. Vago, le confesso in
tutta sincerità che francamente, se
proprio devo essere obiettivo, che la
sua lettera, pur contenendo spunti
interessanti che meriterebbero un’approfondita riflessione che purtroppo
lo spazio a disposizione in questa
rubrica da lei tanto apprezzata non
permette, non rientra nella normativa
europea della casistica di pertinenza
delle risposte dei maghi.
4
L’INTERVISTA
Vedo Buio, manifesto del pessimismo comico. Come mai un
titolo così nero?
“Il libro si intitola Vedo Buio perché, in fondo, sono un inguaribile
ottimista. Manifesto del pessimismo
comico lo ha aggiunto il mio editor.
Dei due, è lui il pessimista.”
Manifesto del pessimismo comico, oltre ad essere un bel gioco
di parole, è anche il filo rosso
che lega i vari capitoli di questo
libro?
“Direi di si e lo scrivo nel finale: L’intelligenza dell’uomo non è
sempre buona come non è sempre
cattiva. L’uomo scrive sinfonie e
fabbrica bombe, prepara pietanze
sopraffine e inquina l’ambiente.
Un libro può affrontare un solo
argomento per volta. In questo
caso mi cimento con il lato oscuro
dell’umanità e della nostra società. Naturalmente ridendoci sopra.
Vedo Buio è, prima di tutto, un libro umoristico!”
Meglio essere pessimisti oppure
ottimisti?
“Pessimisti, per almeno due fondamentali ragioni: per rimanere di
tanto in tanto piacevolmente sorpresi e per l’intima soddisfazione
di indovinare quasi sempre.”
Come definiresti, in breve, Vedo
Buio?
“Uscendo dalla classica definizione di satira politica e sociale…
Direi che Vedo Buio è un noir comico dove alla fine sia la vittima sia
l’assassino, siamo un po’ tutti noi.
Se le cose non vanno per il verso
giusto le responsabilità sono di tutti.
Basti guardare come sono andate le
ultime elezioni…”
A chi si rivolge Vedo Buio?
Alberto Patrucco ha un suo
target?
“Nel mio lavoro non ho mai la
pretesa di cambiare le opinioni,
non dispenso verità assolute. Certo,
affronto degli argomenti, sviluppo
dei temi e lo faccio da una mia
angolazione. Dopo Il capitale di
Marx, L’Italia che ho in mente di
Berlusconi e i Dossier del Sismi
Ecco perché Alberto Patrucco “vede buio”
Breve chiacchierata con il comico brianzolo in occasione
della presentazione mantovana della sua ultima fatica letteraria
sull’uranio nigerino, pretendo di
poter dire anch’io la mia. Certo, non
sarà facile eguagliare in comicità
questi precedenti… ma almeno ci
provo.”
Un libro per tutti…
“Ripeto, in Vedo Buio faccio
comicità su dei temi, sviluppo dei
percorsi. Non è necessario essere in
sintonia perfetta con il mio punto
di vista per ridere. Non voglio fare
proselitismi. Spero di ottenere un
unico risultato: quello di stimolare
il sorriso su degli argomenti che
poi, necessariamente, impongano
Alberto Patrucco intervistato dal direttore del Notturno, Antonio Galuzzi,
alla libreria Mondadori, lo scorso 26 aprile
Tivù e medicina
Fino a non molto tempo fa, quando
ci sentivamo poco bene andavamo dal
dottore, lui ci dava una medicina per
guarire, noi la prendevamo e, nella
maggior parte dei casi, tornavamo a
stare bene. Punto, finiva lì! Non c’interessava nient’altro!
Oggi invece, che i programmi televisivi di divulgazione scientifica proliferano più dei batteri in un’infezione, che
le trasmissioni di medicina in tv hanno
superato le trasmissioni virali in Africa,
amiamo sentirci tutti esperti medici.
Prevediamo i malanni di stagione, conosciamo tutti i metodi di prevenzione,
stiliamo quadri clinici e la chirurgia
laparoscopica per noi non ha segreti. E
attendiamo impazienti che, nelle rubriche quotidiane di medicina, si parli della
malattia di cui soffriamo come si aspetta di ascoltare l’oroscopo mattutino del
una minima rielaborazione. L’importante, a mio avviso, è che ci si
svaghi senza perdere troppo tempo
in questioni esclusivamente futili.
L’ho sempre sostenuto, ridere significa arieggiare lo spirito. Se lo si fa
su temi non banali… meglio.”
A livello di forma, cosa ci
dobbiamo aspettare da “Vedo
Buio”?
“Non c’è una pulizia di testo da
Accademia della Crusca, ma nemmeno quelle sporcature tipiche della scrittura da cabaret. E’ una via di
mezzo. Direi che ho tentato di im-
nostro segno. “Per i nati sotto il segno
del diabete, in vista un dolce incontro…
ma fate attenzione potrebbe essere
pericoloso! Per gli stitici della seconda
decade potrebbero esserci finalmente
risvolti positivi, ma occorre maggiore
spinta…”
Senza contare gli effetti psicologici di
condizionamento che insorgono nel seguire i talk-show di medicina. Al termine del programma vieni posseduto da
tutti i sintomi citati nella discussione e
per una settimana vivi nell’angoscia di
avere i giorni contati. Aspetti la puntata
successiva, ma non danno le soluzioni
della settimana precedente. Non ti rimane altro che andare dal medico. Lui ti
ascolta e si accorge che, secondo quello
che dici, dovresti avere una malattia diversa per ogni giorno. Allora ti prescrive solamente una pillola (una sola!) da

prendere rigorosamente la domenica in
un orario preciso: alle venti circa! … La
cura del sonnifero durante “Elisir” funziona sempre e per tutte le malattie!
Purtroppo quanto ti svegli, a mezzanotte e dintorni, in Tv c’è solo Marzullo e
così cadi in una malattia ancor più grave, questa volta reale: la depressione!
I programmi di divulgazione medicoscientifica, occorre riconoscerlo, svolgono però un ruolo essenziale per quanto
riguarda il tema della prevenzione.
Pre-venire è meglio che curare, dicevano gli antichi saggi (che praticavano il
coito interrotto), e l’autopalpazione può
assumere aspetti provvidenziali quando
si parla di malattie da curare per tempo.
Non sempre i risultati non sono quelli
desiderati. Proporre l’autopalpazione reciproca alla vostra vicina, nella migliore
delle ipostesi vi porterà un ematoma alle
cavità oculari, meglio conosciuto come
sindrome dell’occhio nero. In alcune
circostanze però la palpazione preventiva può rivelarsi davvero fondamentale.
Soprattutto per coloro che frequentano
primere al testo una vivacità non
formale ma rispettosa. Per quanto
attiene i contenuti, ho liberato il
testo dai nomi che contraddistinguono la stretta attualità per dare
un respiro più ampio ai contenuti e
per rendere le argomentazioni più
perenni. Ho messo in primo piano
“cosa fa l’uomo” e non “chi lo fa”.
C’è solo qualche rara eccezione
per qualche personaggio immortale, come Mike Bongiorno.”
Questa terza via, per quanto
attiene la forma del testo, hai
tentato di imboccarla anche sui
contenuti?
“Ci ho provato. Lo spettacolo
dal vivo, la produzione letteraria e
le apparizioni televisive, attingono
dal medesimo serbatoio, che è poi
la realtà, ma sviluppano percorsi
ben distinti. Non faccio le stesse
cose in tre contesti diversi. Ci sono,
come è ovvio, dei punti in comune,
degli snodi chiave. Ma chi assiste
allo spettacolo dal vivo non rivive
i tempi e i contenuti della televisione, come chi legge il libro non
trova il testo dello spettacolo.
Nel libro te la prendi un po’
con tutti: politici, leghisti, calciatori, presentatori televisivi…
gli idraulici. Ma non c’è proprio
nessuno che si salva?
“Forse i nonni… Ma nemmeno
tutti. Potrebbe diventare nonno anche Calderoli.”
Il libro è punteggiato da “pensierini della buonanotte” e termina con un lapidario alla Spoon
River. Cosa rappresentano?
“Dell’umorismo mi piace molto
anche la sintesi comica. Con i pensierini della buonanotte, che sono
l’esatto contrario di un augurio di
buon riposo, prendo un argomento e lo rigiro in poche righe. Con
il lapidario la sintesi raggiunge il
massimo grado. Con un epitaffio
di poche parole racconto la vita
intera di un personaggio famoso.
Per esempio: sulla tomba di Mike
Bongiorno sarà scritto “Ho scelto
la cassa numero tre”. Cos’altro si
deve aggiungere?”
Infine?
“Comprate Vedo Buio e regalatelo anche ai compleanni. Se lo farete, ne scriverò altri. E’ del tutto evidente che, dopo averlo letto, sarete
in grado di concludere se questa
per voi potrà essere una promessa
o una minaccia. Fatemelo sapere,
c’ho il sito internet.”
assiduamente i viali notturni: meglio
dare sempre una “palpatina” prima, per
evitare brutte sorprese…
Per non parlare del bombardamento
di consigli, che subiamo costantemente,
sulla corretta alimentazione. Per ogni
programma televisivo dove si preparano succulente ricette di piatti deliziosi
(ormai tutti, compresi anche i telegiornali), ce ne sono altrettanti che dicono
che se li mangi ti fanno male… Ma com’è possibile?! Prima mi prendi per la
gola… e poi per il culo?!
In tal modo, i medici e i giornalisti
impegnati in Tv, aggressivi contro il
colesterolo come un candeggiante sulle macchie, non comprendono quanto
i loro, pur lodevoli, suggerimenti cancellino lentamente le nostre tradizioni.
All’insegna della buona salute, il menù
dello scorso Natale preparato da mia
madre consisteva in un’insalata russa
senza maionese per antipasto, pasta al
forno senza ragù per primo, cappone
ripieno senza ripieno come secondo (e
contorno), panettone di soia e torrone
light per dolce. Ai nipotini che, giustamente, reclamavano i consueti cioccolatini e dolciumi abbiamo dovuto dire che
per quest’anno la befana non sarebbe
passata, perché ricoverata in ospedale
con il diabete!
Tradizioni che cambiano, ma non
solo. Se vale il detto “parla come mangi”, anche il linguaggio ha risentito notevolmente dell’ondata di erudizione
scientifica avvenuta in televisione. Prima, quando mia moglie non voleva fare
l’amore diceva semplicemente di avere
mal di testa. Ora mi illumina sul fatto
che è affetta da attacchi dolorosi acuti
accompagnati da disturbi oculomotori,
da vertigini e parestesie. Io, che mi sono
adattato, la invito a recarsi ad emettere
materiale indesiderato dall’organismo
tramite un’azione combinata delle peristalsi del colon sigmoideo e del retto,
associato al rilascio degli sfinteri e del
muscolo elevatore dell’ano…
Può cambiare la forma, ma non la
sostanza.
Fabrizio Pescara
Il primo reality show su carta stampata
Emozioni a non finire, su e giù per il Pirellone
Riassunto puntate precedenti. Il consigliere Gilberto Corrao, avute rassicurazioni in merito alla pratica Multiplast, si trova in ascensore con
la dottoressa Anna Torelli dell’amministrazione. Poco prima dell’ingresso
della Torelli in ascensore, Corrao scarica una ragguardevole caccola sul
tasto del diciassettesimo piano. Così facendo riesce a dissimulare la prodigiosa decapperata che sta ponendo in essere, proprio all’ingresso della
dottoressa. Ma la figuraccia non è scongiurata, dal momento che non si
è accorto di avere la patta dei pantaloni slacciata. La Torelli se ne avvede
ma fa finta di niente. Intanto, il tecnico Ettore Salvemini, si sta occupando
del computer di Corrao, momentaneamente fuori uso. Cosa emergerà dai
file del consigliere Corrao?
Gilberto Corrao (consigliere): “Mi dica, Salvemini…. Il guaio è più grave
del previsto?”
Anna Torelli (amministrazione): fissa la porta scorrevole dell’ascensore
auspicando un veloce arrivo a destinazione. La patta spalancata del consigliere Corrao la imbarazza alquanto.
Gilberto Corrao: “… Perché non può parlarne al telefono? Dove si trova?
Al sesto? No, stia lì… Combinazione ci siamo!”
L’ascensore giunge al sesto piano. La porta si spalanca, Anna Torelli svicola facendo un cenno di saluto, mentre Salvemini sale. I due, Corrao e
Salvemini, ripongono in tasca i rispettivi cellulari.
Ettore Salvemini (programmatore): “Andiamo al diciassettesimo piano…
Intanto le spiego i problemi al suo terminale. Ma… cos’è questo schifo
attaccaticcio?!”
Salvemini pigia il tasto 17 senza accorgersi del grosso grumo sgusciato
poco prima, come un escargot, dalla narice sinistra di Corrao. Salvemini
tenta di scrostarla dall’indice utilizzando il pollice, ma invano. Fatalmente la schifezza rimane appiccicata al pollice. Finalmente riesce nell’intento, pigiando nuovamente un tasto dell’ascensore, il ventesimo. Ora
il grumo è sul tasto numero 20.
Ettore Salvemini: “Sa… Dopo vado al ventesimo…”
Gilberto Corrao: “Mi dica, dunque, il computer ha problemi seri?”
Ettore Salvemini: “In tutta franchezza, è impestato di virus…”
Gilberto Corrao: “Come è possibile?”
Ettore Salvemini: “Credo siano stati fatali i siti di bondage estremo.”
Gilberto Corrao: “Bondage?!”
Ettore Salvemini: “Già… Ma hanno contribuito anche quelli di fist
fucking, coprofagia, bukkake, gang bang… E anche quello dell’ACI. In
tutta franchezza, al suo computer manca soltanto la candida.”
Gilberto Corrao: “Mi avevano avvisato che il sito dell’ACI non è sicuro.”
Ettore Salvemini: “Se poi evita anche gli altri, forse è meglio… Più che
un antivirus le servirebbe un lanciafiamme.”
Gilberto Corrao: “Sa com’è… Un po’ di svago durante le ore di lavoro.”
Ettore Salvemini: “Consigliere… Si è svagato anche di recente?”
Gilberto Corrao: “Perché?”
Ettore Salvemini: “C’ha una sbragata di patta da spavento.”
FINE TERZA PARTE - CONTINUA
1) GILBERTO CORRAO GRADIRA’ L’ECCESSO DI CONFIDENZA DA PARTE DI ETTORE SALVEMINI?
2) RIUSCIRA’, SALVEMINI, A BONIFICARE IL LEBBROSARIO RAPPRESENTATO DAL CUMPUITER DI CORRAO?
Sia per la domanda 1 sia per la domanda 2: SI 4347721 – NO 4347722 – NON SO 4347723
(tariffa 30 euro al minuto + tasse)
CHI DESIDERI CHE DA OGGI IN POI SUBISCA MOBBING, RICHIAMI
E VESSAZIONI D’OGNI SORTA FINO ALL’INEVITABILE LICENZIAMENTO?
Gilberto Corrao - 4347724 • Raffaella Degani - 4347725 • Anna Torelli - 4347726 • Ettore Salvemini - 4347727
(tariffa 300 euro al minuto + tasse + scatto alla risposta)

Azioni, risultati ed effetti imprevisti
na delle cose che più mi fanno
U
sorridere è la quasi assoluta incapacità degli esseri umani di capire
la realtà che li circonda. Mi diverte
il fatto che gli uomini pongono in
essere azioni che nelle intenzioni
dovrebbero raggiungere un risultato
(pianificato razionalmente), ma i cui
effetti spesso vanno in direzione diametralmente opposta.
Esempi:
a) Un caro amico, convinto animalista
raccoglie dalla strada un piccione che
apparentemente non riesce a spiccare
il volo. Completamente travolto dalla
propria volontà di aiutare il volatile,
lo raccoglie, lo accarezza e lo getta in
aria per rendergli più agevole la partenza. Risultato: il piccione sale per 5
o 6 metri grazie all’impeto animalista
e poi ricade con un cupo tonfo a terra
morendo sul colpo.
b) Blair alcuni anni fà riforma l’educazione scolastica inglese, spingendo
per una maggiore autonomia degli
istituti e premiando quelli maggiormente virtuosi ed efficienti. Risultato:
ancora più marcate differenze tra gli
istituti scolastici rendono la scuola
inglese ancora più classista di quanto
non fosse al tempo dei conservatori,
cosa che non deve aver certo fatto
esultare di gioia i Labour.
c) La Casa delle Libertà, non creden-
do nella possibilità di un risultato
elettorale favorevole, dopo aver agevolato il voto degli italiani all’estero,
modifica la legge elettorale in senso
proporzionale. Risultato: con il vecchio sistema elettorale la Cdl sarebbe
stata riconfermata coalizione di Governo.
Mi viene in mente un vecchio adagio
di un Padre della Chiesa: “Anziché
fare il bene che voglio, faccio il male
che non voglio”.
d) Una delle catene di Sant’Antonio
che circolano nelle mail, e che occorre far circolare il più possibile (a
detta di chi le comincia), riguarda
la deforestazione dell’Amazzonia. E’
molto dettagliata, molto esaustiva,
molto drammatica, molto sentita e fa
scaturire sentimenti molto forti. Ma
è molto lunga, e per me come credo
per tanti che a leggere sul monitor
fanno fatica, è meglio stamparla e
leggermela con comodo, magari a
casa e non in ufficio. Risultato: una
decina di fogli stampati che. moltiplicati per una decina di persone miopi,
fanno centinaia di alberi abbattuti e
cartucce di toner consumate.
Come diceva Cicerone: «E’ bene, anche nel perseguire le cose migliori,
procedere con calma e moderazione».
E soprattutto avvedutezza.
Gianni Morinovic
5
RUBRICHE
di Antonio Galuzzi
• Quella notte andai giù duro. Paresi.
• Certo che il mondo è pieno di criticoni: qualcuno ha detto che Cristo
era uno spendaccione. Solo perché
aveva le mani bucate...
• A quel punto gettai la maschera
a terra: non voleva farmi entrare in
teatro.
• Monica non conosceva le mezze misure: si faceva solo nani e
giganti.
• A volte occorre avere un occhio
clinico. L’altro può benissimo continuare ad andare alla mutua.
• Ma lo specchietto serve alle allodole per meglio incipriarsi il becco?
• La gallina al marito: «Ladro, mi hai
fatto la cresta sulla spesa!».
• Cadde una foglia dall’albero, e si
fece male. Era una foglia d’acero
contusa.
• Ho piantato baracca e burattini. Ci
ho anche innaffiato, ma non è venuto su un cazzo.
• Per anni e anni e anni ho lottato
contro i mulini a vento. Che pale!
• Il primo estratto dalle macerie finì
in televisione, sulla ruota di Roma. A
Napoli, invece, il secondo estratto.
• Alice era proprio una donna precisina: per mettermi le corna aspettò
Carnevale.
• I miei più grandi difetti? Sono
molto superstizioso e golosissimo.
In tasca tengo sempre un cornetto.
Algida.
• Le donne, a letto con me, non simulano mai! Si addormentano per
davvero.
• Il formichiere coerente si divorò
una zampa poiché gli si era informicolata.
• Se una pianta carnivora mangia la
foglia, è cannibale o vegetariana?
• Lei sta influenzando il teste, disse il
giudice al bacillococco.
• Il falegname intavolò un discorso
aprendo il cassetto dei ricordi.
• «Ha paura dell’operazione? E’ perché non ha fegato», disse l’infermiera all’uomo in attesa di trapianto.
• «Adesso chiama Mario – disse il
direttore della sala doppiaggio – che
tocca a lui». Il doppiatore gli diede
una voce.
• Quella notte alzai il gomito... e venne su tutto il braccio...
• «Tesoro, smettila di indorare la pillola: se non la mandi giù qui non si
ciula!»
• Risposi alla maestra per le rime, e
lei mi diede un bel voto.
• Tanto per rompere il ghiaccio, preparai a Maria una granita.
• Era così stonato che quando cantava gli fischiavano persino le orecchie.
• Tirai i remi in barca e presi in pieno un marinaio.
• Io vorrei passare alla storia.
Ok, disse il prof: parlami della
rivoluzione francese.
• Ogni volta che vado dal dottore, lui
toglie il disturbo.
6
VITA VISSUTA
Per uno come il sottoscritto,
riconoscere qualche buona legge al governo uscente è esercizio assai doloroso. Peggio che
per Fonzie chiedere scusa o per
George W. Bush assentarsi nel
bel mezzo di un’happy hour. Eppure, onestà intellettuale m’impone una trasparente riflessione,
e tra le meritorie iniziative del
precedente esecutivo, ascriverei
la legge contro il fumo nei locali pubblici, la riforma del codice
della strada e l’altrettanto epocale riforma del servizio di leva
(seppure avviata dal precedente
governo di centrosinistra).
Tre novità che da un lato ci
portano ad una dimensione più
moderna e salutare del nostro vivere comune; dall’altro, però, lasciano un vuoto, cancellano delle tradizioni, chiudono un’epoca.
Per questo, vorrei riproporvi, con
quel pizzico di nostalgia adatto
all’occasione, un mio stralcio di
diario, che ci riporta al 1995 nella caserma dell’aeronautica di
Viterbo.
PASSO! CADENZA!
Il militare è un’esperienza avvolgente. A 360 gradi potremmo dire, se non durasse 365
giorni. Non per nulla, quando
in una qualsiasi cena in compagnia sbuca l’argomento militare,
chi l’ha fatto ne parlerebbe per
ore (spesso, purtroppo, accade),
chi non c’è stato in quei frangenti si scartavetra i cosiddetti
all’infinito.
Durante i tre giorni di visita si
capisce subito l’andazzo. A cominciare dalla sveglia alle cinque del mattino, per prendere
il pullman degli “aspiranti”, fino
alle lunghe attese in mutande
nei corridoi della caserma. Per
non parlare della considerazione che gli altri militari hanno
delle burbe, ridotta al lumicino
se non meno. Neanche un escremento di cane è degnato di minor riguardo. Anche perché si
è costretti a guardarlo, almeno
una volta, per evitare di pestarlo.
Il giovane militare, al contrario, è
un pezzo di sterco invisibile.
PRESA DI COSCIENZA
Ti guardi intorno e ti senti
male. 200 ragazzi in mutande.
C’è quello scheletrico, al quale
daranno insufficienza toracica;
c’è quello grasso, al quale daranno eccesso toracico; c’è quello
fuori di testa, al quale daranno i
gradi di sergente.
Ti guardi attorno e sono tutti
orribili: bianchicci, lattiginosi,
addirittura flaccidi. Anche quel
fighetto del Rivolta, tutto Armani e Versace, sembra un pirla
qualsiasi, in mutande come tutti gli altri (in altre circostanze, il
Rivolta, ti era sembrato un pirla
griffato).
Sei in fila. L’ordine è perentorio.
A militare tutti gli ordini sono pe-
Il nostro documentarista ci racconta la vita da VAM durante il CAR a Viterbo. Il mestiere
delle armi dall’osservatorio svantaggiato di un aviere totalmente privo di ambizioni
rentori. GIU’ LE MUTANDE! Passa
il tenente medico. Ha inforcato
un guanto in lattice di gomma, si
reca dal primo della fila, gli palpeggia lo scroto e conta fino a
due. Va dal secondo e fa la stessa
identica cosa. Tu sei l’ultimo della fila, ma tempo dieci minuti e
arriva anche il tuo momento. Il
freddo e la prospettiva che ti si
profila all’orizzonte, hanno trasformato il tuo scroto in una sorta di prugna secca. Il tenente arriva e comincia a ravanare: “Uno
e…. Uno e…” Un testicolo deve
essere un po’ rientrato. Allora il
tenente medico ravana con più
fervore: “Uno e… Uno e… DUE!”
E’ andata, per Giove. La prima
prova è brillantemente superata. Il tenente medico ti gratifica
con un buffetto sulla guancia e
ti dice:
“Puoi andare, ragazzo.”
E saresti soddisfatto anche tu,
se per la pacchettina sulla gota
rubiconda non avesse usato la
stessa mano col guanto in lattice
impiegata per le altre 199 borse.
Così si procede, prova dopo
prova. Hai dimostrato di possedere due coglioni e di sapere
incastrare il cubo nell’incavo cubico, l’ovale nell’incavo ovale e, il
più difficile, il rombo nell’incavo
romboidale. Non ci sono santi
che tengano, sei abile di prima.
Peccato che a militare ci andrai
10 anni più tardi. Prima hai fatto
i cinque anni di università, più
cinque anni di fuoricorso. Rimani sempre abile di prima, ma nel
frattempo ti sei preso lo scolo
con una prostituta lituana, distrutto i legamenti delle ginocchia facendo la gara dei sacchi
alla sagra del paese, disintegrato
il fegato con litri di Fernet, spezzato il cuore per colpa di quella
stronza della Giovanna.
Alla visita medica eri ancora
pieno di aspettative. Dieci anni
più tardi, arrivi a destinazione
(caserma dell’aeronautica di Viterbo) che sei già uno straccio. E
mentre per tutta la notte piantoni le latrine della tua camerata,
per preservarle dal rischio di un
attacco terroristico, come se loro
stesse non fossero un ordigno
batteriologico, pensi: “Cosa cazzo ci sto a fare qui.” (in qualche
momento, te lo eri già domandato all’università).
LE MUTANDE!
E’ il momento della puntura.
Tempo dieci minuti ed è il turno dello smutandato davanti a
te. L’ago penetra nella natica del
valoroso soldato e questo sviene
come una pera cotta. Stramazzando al suolo, il guerriero lascia
spalancata la visuale tra te e il
tenente medico, seduto al tavolino delle pratiche burocratiche.
La tentazione è troppo forte, indichi con un dito l’ammasso afflosciato ai tuoi piedi e chiedi:
“Scusi tenente, una domanda.
Ma noi, il culo al nemico, dovremmo farlo con questo pirla
qua?”
Il tenente, non lo trova buffo.
Avanti così, giorno dopo giorno. Nel caffellatte ti mettono
il bromuro per non farti tirare
l’orgoglio (ma la natura prende
comunque il sopravvento), poi ti
sbattono in fila per rasarti, vaccinarti, vestirti, lavarti, misurarti…
Arrivi a temere anche un marchio a fuoco. E’ il tuo incubo più
frequente: “Giù le mutande!” Ferro rovente! Sssccc… E ti ritrovi
con la AI di Aeronautica Italiana
DESTINAZIONE IGNOTA
sulla chiappa.
Il giorno dopo sei di nuovo in
In ultimo, tante marce. A destifila in mutande. L’ordine è peren- nazione, per evitare di marcire, si
torio. A destinazione gli ordini marcia: a destra, a sinistra, avansono ancora più perentori: GIU’ ti, indietro; dalla fureria alla pista
di decollo, dai parcheggi alle camerate. Si procede tutti insieme,
allineati e coperti, verso non si sa
cosa.
LA SCALA
Inutile dilungarsi sulle esperienze di leva. Pur diverse, le une
dalle altre, sono in fondo tutte
simili. Il cameratismo, le marce,
gli scherzi, le punizioni. Ciò che
mi preme sottolineare, di questo
strano viaggio, è una peculiarità
di fondo. Quella sorta di rapporto
piramidale tra persone che consente con molta facilità di uscire
dai rigidi meccanismi militari. In
altre parole, di scantonare.
E’ una filosofia che feci mia in
pochissimo tempo e che mi raccontò, qualche anno prima, mio
zio. Sul momento non gli diedi
molto peso. Ma a militare la rammentai per tempo e mi fu preziosa. Mio zio, con un commilitone,
studiò un trucco degno del miglior stratega. Trovata una scala
in fureria, i due non facevano
altro che transitare nei piazzali
del campo con un intervallo di
una mezz’oretta da un passaggio all’altro. Ogni 30/40 minuti,
transitavano in tutti i luoghi più
esposti, dove potevano essere
visti dai superiori, con la scala in
spalla e il piglio di chi deve andare a sbrigare delle faccende.
In realtà non facevano assolutamente nulla e, tra un passaggio e l’altro, se ne stavano imboscati in qualche angolo, tra pennichelle, sigarette, vettovaglie
trafugate dalla sala mensa e riviste di dubbio gusto. Con questo
mezzuccio, riuscirono a svicolare
le corvé per buoni due mesi.
Nessuno si sarebbe messo ad
obiettare. Loro, a tutti gli effetti, stavano lavorando. Qualcuno
doveva averglielo ordinato. E’
questo l’aspetto più divertente del militare. Se ti trovi in un
luogo è perché qualche superiore ti ha ordinato di andarci. E
per superiore si può intendere
chiunque. Superiore è anche un
soldato semplice istruttore, con
tre mesi di anzianità in più.
Con tutto il rispetto, a Viterbo
prendevo ordini da un ragazzo
che in abiti civili vendeva lupetti
allo stadio di Terni. Il venditore di
arachidi allo stadio, nella gerarchia sociale civile è uno dei gradini più bassi. Eppure, a militare
impartiva ordini. Questo fatto
dava al soldato semplice (io) una
grande libertà. Dover prendere
ordini da tutti, contrariamente a
quello che si potrebbe pensare,
conferisce una libertà d’azione
pressoché totale:
“Aviere, cosa ci fa qui!?”
“Scusi, tenente. Me lo ha ordinato l’istruttore.”
“Ok, ragazzo. Vai pure.”
Voilà. Il gioco è fatto. Questo
meccanismo sta alla base - ed è
la chiave - di un capolavoro del
cinema moderno: Apocalypse
Now, di Francis Ford Coppola.
Lo si apprezza quando il protagonista, nel mezzo di una battaglia, dice ad un soldato: “Soldato, chi è che comanda qui?” E il
soldato risponde: “Credevo che
fosse lei.”
EPILOGO
Dopo un mese, durante il
quale marcai visita in maniera
spudorata, finalmente si decisero a riformarmi. I legamenti
del ginocchio interruppero sul
nascere la mia brillante carriera
calcistica, ma riuscii almeno a
farli fruttare.
Feci quattro giorni di reclusione all’ospedale militare della
Cecchignola e ottenni il tanto
sospirato congedo. I soli rammarichi rimasti dall’esperienza
militare furono di non essere arrivato al giorno del giuramento
(il mio plotone fu il migliore e
fu messo alla testa del corteo) e
di non aver visitato a dovere la
medievale Viterbo, uno dei tanti
gioielli della provincia italiana.
Purtroppo, le dosi di bromuro
che ci somministravano non
erano sufficienti a garantire che
il centro storico di Viterbo fosse
in vetta alle nostre aspirazioni. Però, imparai a riconoscere
i portatori di scala, e non è cosa
da poco.
Portare la scala è una capacità
che si può esportare nella vita civile. Quando al lavoro si ha poca
voglia di fare è sufficiente mostrarsi indaffarati: si può transitare per i corridoi e gli uffici open
space con faldoni di documenti
o altro materiale, così tanto per
fare scena. Ancora meglio, si può
dire ad alta voce quello che si sta
facendo, possibilmente sbuffando come una caldaia a vapore,
impartire ordini a caso o fingere
di interessarsi a qualcosa: “Avete
compilato i moduli?”
In verità non si sta facendo
niente. Per meglio dire, si sta trasportando la scala. E poi che non
si venga a dire che i viaggi, anche
quelli apparentemente più inutili,
come un mese di CAR a Viterbo,
non insegnano nulla.
Tony Vox
IL NOTTURNO AL MANTOVA MUSICA FESTIVAL 2006
GIOVEDÌ 25 MAGGIO 2006
VENERDÌ 26 MAGGIO 2006
SABATO 27 MAGGIO 2006
22.45 Via Oberdan
NOTTURNO CLUB
a cura de IL NOTTURNO,
in collaborazione con l’Officina delle
Arti
Jimmy Villotti Organ Trio
• Jimmy Villotti (chitarra)
• Emiliano Pintori
(organo hammond)
• Fabio Grandi (batteria)
22.45 Via Oberdan
NOTTURNO CLUB
a cura de IL NOTTURNO, in collaborazione con l’Officina delle Arti
“Senza Parole” canzoni italiane in
Jazz.
• Ettore Martin (sax tenore),
• Matteo Alfonso (pianoforte)
• Leonardo Rigo (contrabbasso)
• Enzo Carpentieri (batteria)
18.00 Piazza Marconi
NOTTURNO SATURDAY
AFTERNOON SHOW
a cura de IL NOTTURNO
Performance dei ragazzi della Cooperativa Sociale “Fior di Loto” di Mantova
18.30 Loggia del Grano
a cura de IL NOTTURNO
Concerto del coro Mantovaincanto con il gruppo strumentale Nuova
Scuola di Musica
22.45 Via Oberdan
NOTTURNO CLUB
a cura de IL NOTTURNO, in collaborazione con l’Officina delle Arti
Vladimir Denissenkov Quartet
• Vladimir Denissenkov (bayan)
• Marco Remondini (cello - sax)
• Giancarlo Zucchi (tastiera)
• Pietro “Pelo” Benucci (batteria)
Al termine sarà consegnato il “Premio
Notturno”
DOMENICA 28 MAGGIO 2006
18.00 Loggia del Grano
NUOVA SCUOLA DI MUSICA
a cura de IL NOTTURNO
Concerto degli allievi della Nuova
Scuola di Musica di Mantova