Concours d`entrée directe en 2ème année IEP

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Concours d`entrée directe en 2ème année IEP
Concours d’entrée directe en 2ème année IEP de Lyon
Samedi 19 mars 2011
Epreuve d’italien
Durée conseillée 1h30 – Aucun document autorisé
Après avoir lu le texte suivant, vous répondrez aux questions
qui apparaissent en page 3.
GELMINI AFFOSSA L’UNIVERSITÀ
di Piero Ignazi, l’Espresso 6 gennaio 2011
Accentratrice, pauperizzante, superflua, demagogica, punitiva, antistudentesca. Si può
continuare a lungo ad elencare i difetti della legge sull'università promossa e difesa a spada
tratta dal governo Berlusconi. Una riformetta, in realtà, che cambierà poco nella vita
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universitaria: ma per quel poco contribuirà molto all'affossamento dell'istruzione superiore.
Punto primo: la legge Gelmini toglie autonomia alle università in quanto prevede controlli
ministeriali più fitti e pervasivi, annulla la flessibilità nelle decisioni, riduce gli organi
accademici a passacarte, riordina corsi e facoltà sulla base non delle esigenze dei singoli
atenei ma di un modello statale unico. Infine fa entrare i privati nei consigli di
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amministrazioni, senza specificare né i criteri di accesso né le finalità. Almeno portassero
soldi.
Punto secondo: smantella il sistema pubblico a favore delle università private. Non è uno
slogan da corteo, è una tristissima realtà. Dopo l'ondata di riconoscimenti di università di ogni
tipo dalla nefasta gestione Moratti, ora ci risiamo con "università" fatte in cortile equiparate
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alle più prestigiose istituzioni di questo Paese. E, orrore tra gli orrori, anche il mitico Cepu,
quello che favoriva gli studenti ritardatari o in altre faccende affaccendati, quello il cui
presidente ha dichiarato di mettere la propria struttura al servizio della campagna elettorale di
Berlusconi, quello per i cui legami familiari la deputata finiana Catia Polidori ha salvato il
governo; anche quello verrà riconosciuto. Il messaggio è chiaro: si può avere un titolo
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universitario anche frequentando atenei senza docenti e senza alcuna idea di cosa siano
cultura e ricerca.
Punto terzo: la grande favola della meritocrazia. Già dalla modalità con la quale vengono
immessi ope legis istituti indegni della qualifica di università si capisce quanto poco importi
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della meritocrazia a questo governo - che ha dimostrato ad abundantiam di apprezzare
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soprattutto qualità non specificamente intellettuali.
L'introduzione di un organo indipendente di valutazione degli atenei è fumo negli occhi. Era
stato istituito in precedenza e poi è rimasto lettera morta. Del resto, da tempo molte università
distribuiscono questionari agli studenti per avere i loro giudizi. E i curriculum dei docenti
sono in Rete e accessibili a tutti. Tuttavia, al di là della dissonanza tra parole e fatti, è assai
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apprezzabile che il merito venga assunto quale criterio fondante della vita accademica.
Purtroppo tale criterio è invocato solo in questo campo, senza diventare il principio ispiratore
di tutta la società. Se tutto il resto del Paese si muove con logiche diverse da quelle
meritocratiche, privilegiando "le conoscenze" rispetto alla conoscenza, è molto, molto
difficile che la meritocrazia prevalga senza macchia solo nelle università. Ammesso tutto
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questo, il corpo accademico deve però fare mea culpa sul suo indulgere a logiche clientelari e
baronali. Chi ha partecipato ai concorsi sa quanto è difficile scalfire questo sistema consortile.
Quindi, l'ennesima riforma delle procedure di reclutamento avrà successo solo se
cambieranno mentalità e prassi (anche) dei docenti. Almeno su questo, assolviamo la
Gelmini. Infine, l'elemento più importante: i finanziamenti. I governi di centrodestra hanno
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scientemente perseguito l'obiettivo di far morire d'inedia il sistema dell'istruzione pubblica
favorendo quello privato (con il bel risultato che le nostre scuole private, uniche nei paesi
Ocse, sfornano studenti meno preparati di quelle pubbliche). Negli ultimi anni i finanziamenti
all'università si sono costantemente assottigliati e altri tagli si abbatteranno ancora con il
risultato di ridurre attrezzature e biblioteche, borse di studio e finanziamenti alla ricerca,
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partecipazione ai convegni internazionali e reclutamento di giovani leve. Senza fondi la
ricerca non progredisce e l'eccellenza si allontana. E in particolare, come è ormai norma nella
nostra società, viene penalizzato il reclutamento dei giovani, visto che su cinque pensionati si
potrà reclutare un solo nuovo docente: esattamente il contrario di quanto sarebbe necessario.
Il futuro che questa sciagurata riforma prospetta è nerissimo e si riassume in decadecanza e
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impoverimento,
accentramento
e
dequalificazione.
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I Trovate nell’articolo il sinonimo delle seguenti parole o espressioni: /6
1. verifiche
2. manifestazione
3. università
4. professori
5. ente
6. illudere, far credere in cose non vere
7. fiaba
8. immeritevoli
9. senza denaro
10. regola
11. equipaggiamento
12. reclutare
II Rispondere alle seguenti domande. Siete pregati di non copiare il testo ma di
riformulare le risposte facendo attenzione alla grammatica e all’ortografia (un
massimo di 40 parole per ogni risposta).: /6
1. Qual è l'opinione del giornalista sulle conseguenze della legge Gelmini?
2. Perché il giornalista è contrario a mettere sullo stesso livello le università pubbliche e
private?
3. In che modo gli studenti esprimono le proprie opinioni sui professori ?
4. Come evolverà l'aiuto economico dello Stato alle università pubbliche?
5. Ad ogni pensionamento di un professore corrisponderà l'assunzione di un giovane
professore?
6. Cosa vuol dire il giornalista con la frase:" Il futuro che questa sciagurata riforma
prospetta è nerissimo..."
III Expression écrite (300 il numero di parole consigliate) : /8
L'articolo ci pone di fronte al problema dei finanziamenti delle università e della loro
indipendenza . Quale futuro si prospetta per le università e le scuole pubbliche , anche in base
alle recenti manifestazioni degli studenti che si sono avute in alcune città europee? Esprimete
la vostra opinione?
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