(ITX) NEL LATTE IN CARTONI
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(ITX) NEL LATTE IN CARTONI
RIVELAZIONE DI ISOPROPYLTHIOXANTHONE (ITX) NEL LATTE IN CARTONI; APPROCCIO ANALITICO VERSATILE O CASO FORTUITO? Premessa In base alla raccomandazione CE del 04.02.05, n. 2004/108/CE, la Regione Marche ha pianificato un controllo finalizzato alla ricerca degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) sui 20 preparati alimentari a base di latte e vegetali destinati al consumo per l’infanzia. L’analisi eseguita sul primo campione analizzato, confezione di latte in cartone, taglio 500 ml, ha escluso la presenza degli IPA, ma ha evidenziato altra sostanza, fluorescente alla luce di Wood su supporto di gel di silice, colore celeste intenso, che a seguito di approfondimenti analitici è stata individuata in IsopropilThioXanthone (ITX). ITX non è compreso nell’elenco aggiornato degli additivi di cui all’allegato 1) del DPR n. 123 del 28.03.03 concernente la disciplina igienica degli imballaggi, recipienti, utensili destinati a venire in contatto con le sostanze alimentari o con sostanze di uso personale. Tuttavia, tale sostanza può essere ugualmente impiegata nella costruzione dei contenitori di plastica o gomma, degli imballaggi o dei cartoni in generale destinati a venire a contatto con gli alimenti per l’uomo, ma vale il principio che non deve essere rivelata negli alimenti con le procedure analitiche che la tecnica consente o mette a disposizione. In commercio ITX esiste in miscela di due isomeri, il 2-ITX e il 4-ITX, quello più abbondante è l’isomero 2 (80%) che presenta una struttura più lineare del 4. ITX, miscela degli isomeri 2 e 4, viene aggiunto come fotoiniziatore agli inchiostri UV impiegati per stampare sulle confezioni per prodotti alimentari. Peso molecolare 254 Dalton, Punto di fusione 62-77°C, CAS n. 75081-21-9, è molto solubile in solventi organici, soprattutto apolari, negli oli vegetali e in quelli minerali. Dallo studio della struttura molecolare si valuta che possa avere una solubilità in acqua di diversi mg/l. 2-ITX CAS n.5495-84-1 4-ITX CAS n.83846-86-0 Dalla letteratura scientifica (1) e dal parere richiesto dalla Commissione all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) (2), parere espresso dal gruppo di esperti scientifici sugli additivi alimentari, gli aromatizzanti, i coadiuvanti tecnologici e i materiali a contatto con gli alimenti, risulta che ITX viene utilizzato accoppiato a 2-EtilHesil-4-DimetilAmminoBenzoato (EHDAB) Visto che anche EHDAB presenta nella struttura molecolare un gruppo benzenico, sono stati effettuati tentativi di estrazione sui cartoni contaminati per verificarne la presenza e valutare l’adeguatezza della procedura analitica. Infatti, la caratteristica della procedura analitica adottata è quella di estrarre gli analiti di interesse nelle cui molecole sono presenti gruppi benzenici condensati e non, 1 da matrici alimentari o ambientali caratterizzati dalla presenza di idrocarburi (oli minerali) e di grassi (vegetali e animali), anche ad elevate concentrazioni.(3, 4, 5) Ciò rappresenta un grosso vantaggio in quanto permette di presentarsi all’analisi strumentale, solitamente gas cromatografia con rivelatore FID (gc) o a selezione di massa (gc-ms) o cromatografia liquido–liquido ad alta prestazione (HPLC), con estratti purificati privi di grasso, condizione questa necessaria per eseguire analisi strumentali per via gc e gc-ms. Quindi è possibile, con una prima estrazione specifica impiegando DiMetilSolfOssido (DMSO), separare dagli idrocarburi e dai grassi, dove sono molto solubili, numerosi analiti tra cui: gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e derivati quali per esempio: antracene benzoa(a)pirene gli azocomposti come il Rosso Sudan I (RS I) (6) Idrossipirene e le ammine aromatiche, quale la N-naftil 1 fenil ammina (7) Dopo questa prima purificazione dell’estratto grezzo, viene effettuata una cromatografia su strato sottile (TLC) per differenziare e separare gli analiti in base alla loro polarità. Ciò consente di effettuare l’analisi strumentale iniettando le sostanze di interesse ad un grado di purezza molto elevato, con indubbi vantaggi sull’affidabilità del dato (generalmente non esistono sostanze interferenti) e sulla efficienza e durata del sistema di rivelazione strumentale. Altro vantaggio della procedura analitica adottata, vantaggio che ha consentito di svelare appunto la presenza di ITX nel campione esaminato, risiede nella fase di purificazione degli analiti tramite TLC, la quale permette di visualizzare alla luce naturale le sostanze colorate e alla luce di Wood quelle fluorescenti. RS I viene utilmente usato come testimone (Standard Interno -SI) per valutare, tramite percezione visiva, anziché per via strumentale, la corretta applicazione della presente procedura analitica, soprattutto nelle analisi di screening. 2 PARTE SPERIMENTALE Analisi dei campioni alimentari Sono state effettuate determinazioni di ITX nel latte e in altri preparati alimentari, quali succhi di frutta, vino, salse e panna, nei cartoni in cui erano contenuti, sull’olio di girasole utilizzato come liquido simulante per esasperare la cessione di ITX dai cartoni e sulle pellicole trasparenti per alimenti impiegate per confermare le ipotesi formulate sul meccanismo di contaminazione. Procedimento La procedura analitica adottata è la stessa impiegata per la determinazione degli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) negli oli vegetali, validata nel 1990 dall’Istituto Superiore di Sanità, adattata ad hoc nella fase di estrazione a seconda della tipologia di alimento, più precisamente: estrazione -20 ml di latte per lattanti, oppure 20 ml di latte per bambini*, oppure 20 ml di latte UHT, oppure 20 ml di latte al cioccolato, oppure 20 gr di panna, oppure 20 gr di salsa, vengono trasferiti in imbuto separatore da 250 ml e addizionati di 0,2 grammi di ossalato di potassio, di 20 ml di etanolo 95° e di 5 µl di SI 200 mg/l di RS I, -si agita dopo aggiunta di 50 ml di etere etilico –etere di petrolio (1:1) raccogliendo la fase organica superiore dopo stratificazione; -20 ml di succo di frutta, oppure 50 ml di vino vengono trasferiti in imbuto separatore da 250 ml e addizionati di 5 µl di SI -200 mg/l di RSI, -si estrae dopo aggiunta di 50 ml di etere etilico –etere di petrolio (1:1) raccogliendo la fase organica superiore dopo stratificazione; * prodotto a base di latte e soia o cereali; è stato raddoppiato il volume di solvente per eliminare problemi di emulsione. se necessario, aggiungere alla soluzione eterea una punta di spatola di cloruro di sodio per risolvere eventuali formazioni di emulsioni. purificazione -le soluzioni eteree riunite si filtrano su letto di solfato di sodio anidro (circa 3 grammi) e si evapora fino a consistenza oleosa (circa 1 ml) tramite evaporatore rotante (t < 40°C; p < 60 mm Hg); -si versa il residuo in imbuto separatore da 100 ml utilizzando, in successione, 25 ml di pentano e 15 ml di DMSO per il trasferimento totale, si estrae per agitazione e si lascia stratificare il DMSO nella parte inferiore; -si ripete l’estrazione due volte con porzioni di 10 ml ciascuna di DMSO; -alle soluzioni di DMSO riunite (circa 35 ml) in imbuto separatore da 250 ml, vengono addizionati 70 ml di acqua distillata e si estrae tre volte con 50 ml di cicloesano ogni volta; -le soluzioni cicloesaniche riunite (circa 150 ml) vengono lavate con 100 ml di acqua distillata, quindi disidratate filtrandole su letto di sodio solfato anidro (circa 10 grammi) e portate a circa un ml con evaporatore rotante (t < 40°C, p < 60 mm Hg); -si trasferisce in fiala da circa 4 ml insieme alle porzioni di lavaggio (due da un ml) di metilene cloruro e si evapora a circa 100 µl; 3 -si semina su lastra di gel di silice senza indicatore di fluorescenza, 0,5 mm, eluente esano toluene 50:50, corsa 12 cm; una macchia fluorescente di colore celeste intenso alla luce di wood (Rf = 0,3) indica la presenza di ITX nel campione in esame; -si osserva la lastra cromatografica alla luce naturale per valutare la corretta applicazione della procedura analitica, tramite l’intensità della colorazione rossa di RS I, poi si osserva la stessa lastra alla luce di Wood per valutare la presenza di ITX nel campione in esame in base alla banda di colore celeste avente Rf =0,3 (Fig. 1). lastra osservata alla luce naturale lastra osservata alla luce di Wood Fig 1) lastra cromatografica relativa all’analisi di due campioni di latte, uno non contaminato e uno contaminato da ITX, osservata alla luce naturale e alla luce di Wood. Se ITX è presente, si procede all’analisi strumentale per la quantificazione, -si gratta la porzione di silice corrispondente alla macchia celeste e con una spatola di acciaio si frantuma finemente su foglio di carta o alluminio; -si trasferisce la silice su un tubo con setto di vetro sinterizzato G3 e si eluisce con porzioni di un ml di cloruro di metilene fino ad ottenere circa 3 ml di eluato su fiala da 4 ml; -si evapora cautamente fino a secchezza sotto flusso di azoto e si riprende con 0,1 ml di cicloesano; determinazione strumentale -per quantificare ITX si ricorre all’analisi strumentale gas cromatografica, utilizzando la sostanza standard –miscela di isomeri 2 e 4 – 10 mg/l in cicloesano Condizioni operative gas cromatografiche: colonna silice fusa, fase legata-100% dimetil polisilossano, 30 metri, spessore film 0,25 µm, diametro interno 0,32 mm. 4 25°/min Programma termico: 80°C 1’ 10°/min 180°C 0’ 300°C 12’ -iniezione 1 µl, splitless 1’, oppure direttamente in colonna; -rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID) 300°C In Fig. 2 è riportato il tracciato gas cromatografico relativo ad uno standard di ITX alla concentrazione di 10 mg/l Fig 2); tracciato gas cromatografico relativo allo standard di ITX 10 mg/l -recupero sono state effettuate complessivamente 5 prove di recupero su campioni di latte e vino arricchiti di ITX a due livelli di concentrazione, 5 µg/l e 170 µg/l, il primo corrisponde al valore limite di determinazione, il secondo al valore medio riscontrato all’analisi dei vari campioni analizzati. -ripetibilità la ripetibilità è stata determinata effettuando 12 repliche delle stesso campione di latte contaminato al livello di 170 µg/l di ITX. -limite di determinazione il limite di determinazione della metodica analitica è stato determinato sia strumentalmente per gas cromatografia con rivelatore FID che visivamente, osservando la lastra cromatografica alla luce di wood. Area di semina pari a 3 cm. x 0,5 cm. 5 Analisi dei cartoni Una porzione di cartone, superficie compresa tra 10 cm2 e 100 cm2, lavata con getto di acqua distillata nella sua parte interna, tagliata in quadratini di circa 1 cm2, viene posta in beuta da 250 ml, addizionata di 5 µl di SI -200 mg/l di RS I e di 50 ml di metilene cloruro e sonificata dopo qualche ora per 5’. Sono necessarie 24 ore di contatto con il solvente per recuperare il 93% dell’ITX rispetto a quello estraibile anche con una seconda estrazione per complessive 48 ore di contatto. L’estratto metilenico si porta a secco con evaporatore rotante, si riprende con pentano e poi con DMSO, rispettivamente 25 ml e 15 ml, e si segue la procedura partendo dalla fase di “purificazione”. Il limite di determinazione è di 0,1 µg/dm2. Il dato finale viene espresso in µg di ITX contenuti nel cartone. Gli estratti metilenici degli imballaggi, i cui contenuti sono risultati contaminati da ITX, purificati per TLC, sono stati utilizzati per individuare altre sostanze e verificare la presenza di EHDAB tramite analisi gc-ms. Essendo EHDAB una sostanza leggermente più polare di ITX, si è indagato nella zona della lastra cromatografica (TLC) sottesa a quella colorata di celeste corrispondente a 2-ITX. Meccanismo di contaminazione Al fine di formulare ipotesi circa le cause che hanno determinato la contaminazione del latte da ITX, sono state analizzate le diverse tipologie di alimenti e i relativi cartoni che li contenevano, cercando di differenziare il contenuto di ITX presente sulla parte stampata (esterna) e su quella che era a contatto con l’alimento (interna). Il sistema è stato realizzato come mostrato in Fig. 3, Fig. 3;cartoni vuotati del loro contenuto (latte) e messi a contatto con olio di girasole; a) parte esterna stampata, b) parte interna 6 In un becker di vetro della capacità di un litro è stato posto un cartone vuotato del suo contenuto (latte risultato contaminato da ITX al livello di concentrazione di 295 µg/l). Nell’intercapedine tra il vetro e l’imballaggio sono stati versati 400 ml di olio di girasole in modo da coprire la parte esterna del cartone stampato fino all’altezza di 9 cm. Sul cartone è stato applicato un peso di 400 gr per mantenerlo immerso. In un altro cartone, vuotato del suo contenuto (latte risultato contaminato da ITX al livello di 225 µg/l) e lavato più volte con acqua distillata fino ad eliminare tutti i residui di latte, sono stati versati 350 ml di olio di girasole in modo da immergere la superficie interna dell’imballaggio fino all’altezza di 10 cm. Quest’ultima prova di cessione è stata ripetuta su cartoni contenenti altre tipologie di alimento, quali succo di frutta, vino rosso e vino bianco. Sono stati prelevati 10 gr di olio al tempo zero (bianco), dopo un giorno, due, sette, e venticinque giorni per valutare l’andamento temporale della cessione di ITX. La procedura analitica è la stessa del DMSO partendo direttamente dai 10 gr di olio previa aggiunta di 5 µl di S.I. e 25 ml di pentano. Inoltre, al fine di evidenziare la presenza di ITX sulla parte esterna stampata e su quella interna e confermare la contaminazione di quest’ultima per contatto con la prima nella fase di produzione, è stata ideata e realizzata anche la seguente prova: due pellicole trasparenti per alimenti, del tipo comunemente impiegato in cucina per preservare i cibi, della superficie di 0,5 dm2 (dimensioni 10 cm x 5 cm), sono state poste a contatto, una con la parte esterna stampata, l’altra con la parte interna di un cartone di uguali dimensioni risultato contaminato da ITX al livello di concentrazione di circa 1500 µg. Sul cartone, coperto da entrambi i lati dalle pellicole trasparenti, è stato applicato un peso di 10 gr/cm2 per 24 ore, dopodiché le pellicole sono state analizzate separatamente immergendole in 50 ml di metilene cloruro per 24 ore. L’estratto organico è stato concentrato a piccolo volume con evaporatore rotante e analizzato per TLC per evidenziare la presenza di ITX. Analisi spettrofotometrica UV-VIS ITX estratto dal cartone e dagli alimenti è stato analizzato per spettrofotometria di assorbimento molecolare UV-VIS (200-420 nm). Lo spettro è stato raffrontato sia a quello desunto dalla bibliografia che a quello ottenuto con soluzioni standard di 17 mg/l in metanolo. Condizioni operative: cammino ottico: 1 cm; velocità di scansione: 300 nm/min. L’analisi di spettrofotometria di assorbimento molecolare, unitamente a quella gas cromatografica, è servita a valutare il grado di purezza dell’analita raggiunto con la presente procedura analitica. 7 RISULTATI E DISCUSSIONE Limite di determinazione, recupero e ripetibilità Poiché la valutazione della positività del campione da ITX si basa anche sulla percezione visiva della banda di colore celeste sulla lastra cromatografica, in Fig. 4 si riporta, così come appare alla luce di Wood, la TLC relativa a campioni di latte con diverso contenuto di ITX Lastra TLC osservata alla luce di Wood Fig. 4); TLC relativa ad un campione di latte negativo arricchito di ITX al livello di 1 µg/l (0,02 µg); di 10 µg/l (0,2 µg) e di 170 µg/l (3,4 µg); a lato 0,5 µg di ITX standard. I due isomeri che compongono la miscela di ITX vengono risolti sia nella TLC che nell’analisi gc. La banda fluorescente sottesa a quella più intensa corrisponde all’isomero 4-ITX. La TLC presenta una capacità risolutiva dei due isomeri migliore della gas cromatografia per cui è possibile separarli prima ancora di passare all’analisi strumentale. Per quanto riguarda il limite di determinazione sono ben visibili 0,2 µg di ITX corrispondenti a 10 µg/l di latte e, sia pure con un po’ di difficoltà, si riesce ad individuare anche la fluorescenza in corrispondenza di 0,02 µg (1 µg/l). Si può certamente affermare che la percezione visiva della banda fluorescente prodotta da 0,1 µg di ITX (5 µg/l) è paragonabile, se non migliore, alla sensibilità dello strumento analitico per valutare la positività del campione. Il recupero è risultato superiore all’85 % ai due livelli di concentrazione testati. Le prove di ripetibilità effettuate da tre operatori su 12 campioni di latte hanno dato i seguenti risultati: X= 173 µg/l; CV= 5,41; CV% = 3,1; ds = 6 8 Analisi delle diverse tipologie di alimento e dei cartoni Sono stati analizzati complessivamente 98 campioni comprendenti 5 diverse tipologie di alimento. Tab.I; dati relativi alla determinazione di ITX sui diversi preparati alimentari e sui relativi imballaggi alimento cartone Camp Camp Distribuz. % Tipologia alimento ITX ITX µg/l ITX µg min-max medio min-max medio Carton-alim analiz posit Aliment.per l’infanzia 90 49 51 30 24 10 - 370 172 2,7-166 Latte, latte e cereali Latte UHT 12 Succhi di frutta 14 1 160 998 86 14 Vino rosso 5 1 50 1455 97 3 Vino bianco 2 1 12 1838 99 1 Salse 31 1 45 55 86 14 panna,besciam,cond Bevande a base di 4 1 10 1,8 47 53 latte(soia, cioccolato) L’analisi di campioni alimentari della stessa tipologia, ma aventi lotto e scadenze al consumo diverse, ha dato risultati non sempre omogenei tra loro e in qualche caso i livelli di concentrazioni di ITX riscontrati sono molto diversi. Tuttavia si rileva che nell’ambito della stessa tipologia di alimento (latte) la distribuzione percentuale tra cartone e alimento è pressoché costante. Nelle confezioni di latte circa il 50% di ITX totale si riscontra nel cartone, l’altro 50% nell’alimento. Nell’ambito della stessa tipologia di alimento, lo scostamento di qualche dato dal valore medio è sicuramente riconducibile alla tecnologia impiegata nella produzioni di cartoni, alle fasi e alle condizioni di produzione. Nei campioni di latte che sono quelli più frequentemente analizzati, non esiste correlazione significativa tra tenore di ITX e data di confezionamento, ovvero non si registra un incremento proporzionale e significativo di ITX con il passare del tempo a partire dalla data di confezionamento. E’ da escludersi, quindi, la migrazione di ITX dal cartone all’alimento in modo graduale nel tempo e tale da raggiungere il massimo di concentrazione in prossimità della scadenza del prodotto. La distribuzione percentuale di ITX tra cartone e rispettivo alimento è molto diversa e sembra essere in funzione della tipologia dell’alimento stesso, oltre che delle condizioni e delle modalità di produzione del cartone. 9 Meccanismo di contaminazione Sulla base delle prove di cessione di ITX, condotte con liquido simulante (olio di girasole), possono essere fatte le seguenti considerazioni: -la parte esterna del contenitore immerso in olio, compreso quella sovrastante il liquido, dopo diverse ore dall’inizio dell’esperimento, è risultata intrisa di olio cambiando tonalità di colore, ciò a causa della permeabilità all’olio vegetale della pellicola di polietilene e del fenomeno della capillarità che presentano le fibre di cellulosa del cartone. A causa di ciò, la cessione di ITX dalla parte esterna del cartone all’olio di girasole è risultata molto lenta e incompleta. Soltanto una piccola percentuale di ITX (circa 10% di quella totale) è passata nell’olio, mentre buona parte di ITX è stata trasferita, per il fenomeno della capillarità, nella parte superiore del cartone, quella non immersa. -non si è riscontrata, invece, alcuna cessione di ITX dalla parte interna del cartone, per cui si può desumere che: -sulla pellicola interna che è stata a contatto con il latte, non rimane alcun residuo di ITX, -non vi è migrazione di ITX attraverso il cartone, -la pellicola di alluminio rappresenta una barriera efficace alla migrazione di ITX. Le prove di cessione esperite solo sulla parte interna dei cartoni, relativi ad altre tipologie di alimento, sono risultate, invece, tutte positive e i dati sono raccolti in tabella II Tab. II; valori di concentrazione di ITX riscontrati nell’alimento e nei rispettivi cartoni Tipologia alimento ITX µg/l ITX µg alimen Latte per infanzia Succo di frutta Vino rosso Vino bianco 225 160 50 12 110 160 50 12 cartone ITX µg ITX µg ITX µg parte parte tot interna esterna 85 85 998 5 993 1450 318 1132 1838 349 1489 Distribuzione % ITX cartone Est Int Alimen 44 0 56 86 0,4 14 76 21 3 80 19 1 Dalla valutazione dei dati emerge chiaramente che la parte interna dei contenitori, tranne quella del latte, è sempre contaminata da ITX, ma generalmente in quantità diversa e inversamente proporzionale alla concentrazione di ITX riscontrata nell’alimento originariamente contenuto. La cessione di ITX della parte interna del cartone all’olio si completa in un tempo di contatto inferiore a cinque giorni. 10 Per facilitare la lettura e l’interpretazione dei dati di tabella II, in Fig. 5 si riporta l’istogramma riferito alla distribuzione percentuale di ITX riscontrato sulle varie parti che costituiscono una confezione alimentare: parte esterna del cartone, parte interna e alimento. 100 cartone esterno cartone interno alimento 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 latte succo di frutta vino rosso Fig. 5); distribuzione percentuale di ITX sulla parte esterna stampata, su quella interna di un cartone e sul suo contenuto alimentare. Mentre sulla parte interna del cartone a contatto con il latte non si riscontrano residui di ITX, su quella a contatto del succo di frutta e del vino si calcola una percentuale (rispettivamente 0,4% e 20%), che è inversamente proporzionale alla capacità estrattiva dei rispettivi alimenti contenuti, ovvero la cessione di ITX della parte interna dipende dalla tipologia dell’alimento. Benché non sufficientemente supportato statisticamente, risulta che i preparati alimentari contenenti grasso (latte) hanno maggiore capacità estrattiva dei campioni a base di succhi di frutta e questi del vino. Una spiegazione plausibile può essere data tramite il fenomeno dell’accumulo che presentano le goccioline di grasso sospese nel latte, tramite il fenomeno dell’adsorbimento esercitato dalle fibre vegetali della frutta e la solubilizzazione riconducibile alle soluzioni limpide, quali le bevande, il vino, il the ed altre. 11 E’ chiaro che i processi chimico-fisici che governano l’accumulo, l’adsorbimento e la solubilizzazione comportano diversi livelli di concentrazione di ITX nell’alimento che sono nell’ordine, latte > succo di frutta > vino, come conseguenza della capacità dell’alimento stesso a strappare ITX alle pellicole di polietilene sulla parte interna del cartone e a incamerarlo nell’alimento stesso fino al raggiungimento dell’equilibrio, ovvero del rapporto di concentrazione tra ITX riscontrabile nella pellicola interna del cartone e in quella tipologia di alimento. Nel latte, per esempio, dove sono presenti goccioline di grasso sospese nella soluzione acquosa, si raggiunge l’equilibrio quando il processo di trasferimento di ITX dalla pellicola interna di polietilene alle goccioline di grasso è praticamente terminato. -la presenza di ITX nella parte interna del cartone rappresenta una prova diretta della contaminazione per contatto tra le due parti, esterna stampata ed interna, avvenuta nella fase di produzione del cartone stesso. Quanto appena affermato è stato riprodotto tramite la prova di simulazione per contatto, a secco, delle parti del cartone contaminato con pellicole trasparenti per alimenti, a giudicare dal risultato ottenuto con la TLC di fig.6. Fig. 6); TLC relativa a pellicole trasparenti per alimenti tenute a contatto per 24 ore con la parte esterna e quella interna di un cartone contaminato. E’ chiaro che temperatura, tempo di contatto e superficie effettiva di contatto (pressione) giocano un ruolo molto importante nel trasferimento di ITX dalla parte di cartone contaminato (esterna stampata) a quella non contaminata (interna). A prescindere dagli aspetti quantitativi, nella circostanza non approfonditi, il rapporto delle concentrazioni di ITX riscontrate sulla parte esterna e su quella interna del cartone, impiegando pellicole trasparenti, è esattamente uguale a quello riscontrato con olio di girasole impiegato come liquido simulante sullo stesso cartone. Le ricerche analitiche per via gc-ms effettuate sui cartoni hanno evidenziato oltre a ITX la presenza di altre sostanze tra cui EHDAB Rf = 0,25 nella cromatografia TLC, unitamente a 4-ITX, come mostrato nei tracciati gas cromatografici di fig. 7. 12 La presenza di EHDAB nella porzione di gel di silice fluorescente corrispondente a 4-ITX, peraltro prevedibile sulla base della sua polarità leggermente superiore a quella di ITX, rende più facile il recupero di tale sostanza in quanto non visibile alla luce naturale, né a quella di Wood. Fig. 7; tracciato gc-ms relativo alla banda corrispondente a 4-ITX sulla TLC Lo spettro di assorbimento molecolare UV di ITX estratto dai cartoni e dai diversi preparati alimentari (Fig. 8), è perfettamente sovrapponibile allo spettro di assorbimento ottenuto con la sostanza di riferimento avente grado di purezza del 97%. Anche dall’esame dei relativi tracciati gas cromatografici ( Fig. 9), si desume che 2-ITX estratto dagli alimenti è stato purificato fino ad omogeneità, a giudicare almeno dall’assenza sul tracciato di consistenti picchi estranei. Ciò viene riportato semplicemente per dimostrare che la procedura analitica adottata consente di estrarre dai diversi preparati alimentari e purificare ITX ad un grado di purezza veramente elevato, con indubbi vantaggi nell’esecuzione della successiva analisi strumentale. Fig. 8; tracciato di assorbimento molecolare di a) ITX estratto da un cartone, b) soluzione standard 17 mg/l di ITX Fig. 9);tracciato gas cromatografico relativo alla determinazione di 2-ITX in un preparato alimentare 13 CONCLUSIONI L’impiego di RS I come Standard Interno si è rivelato particolarmente utile in quanto ha permesso di valutare il buon andamento della procedura analitica osservando semplicemente la lastra cromatografica alla luce naturale. Anche l’osservazione della TLC alla luce di Wood ha permesso di valutare, in modo preliminare e specifico, la presenza di ITX sul campione in esame, evitando la determinazione strumentale in caso di campione negativo, con notevole ottimizzazione dei tempi e delle risorse. Con tale procedura analitica, ITX e gli altri analiti in generale vengono purificati fino ad omogeneità con indubbi vantaggi sul mantenimento a livelli alti di efficienza delle prestazioni analitiche strumentali per un numero di analiti veramente elevato. La procedura analitica adottata si presta bene ad analisi di screening, sebbene sia più laboriosa e complessa di procedure brevi e specifiche, essa presenta un vasto campo di applicazione sia in campo alimentare che ambientale; numerose sono le rivelazioni di contaminazioni alimentari conseguite in diversi anni di attività e diversi sono i casi in cui tale procedura si è rivelata idonea ad una sua efficace applicazione. Anche la rivelazione di ITX è il risultato di un approccio analitico versatile che coniuga percezione visiva e cognizioni tecniche per l’efficace interpretazione dei dati ottenuti, ciò si è rivelato molto utile soprattutto là dove il controllo istituzionale degli alimenti non gode di informazioni preliminari per l’applicazione mirata ed efficace di procedure semplici e veloci. I risultati ottenuti hanno confermato che la contaminazione degli alimenti confezionati in cartoni è riconducibile, inizialmente alla fase di produzione, tramite il trasferimento per contatto di ITX dalla parte esterna stampata a quella interna, successivamente al periodo che va dal confezionamento al consumo, per cessione di ITX della parte interna contaminata all’alimento. L’entità della cessione è risultata diversa a seconda della tipologia dell’alimento, ovvero a seconda della capacità dell’alimento stesso a competere con le forze di natura chimico- fisica con cui la pellicola interna di polietilene trattiene ITX. E’ chiaro che l’eventuale esito negativo delle prove di cessione condotte sui cartoni all’origine con liquidi simulanti di legge rappresenta una condizione necessaria al confezionamento, ma non sufficiente; il controllo di qualità e la sicurezza alimentare esigono anche controlli sull’alimento al consumo. Tale parte competerebbe soprattutto all’efficace attività di autocontrollo che dovrebbe essere svolta, nel caso di alimenti confezionati, proprio sulla base dei materiali e delle sostanze impiegate per la produzioni degli imballaggi. 14 BIBLIOGRAFIA 1) S. Papilloud and D. Baudraz; Food Additives and Contaminants, Vol 19, n. 2, 2002, 168-175 2) OPINION of the Scientific Panel on Food Additives Flavourings, Processing Aids and Materials in Contact with Food on a request from the Commission related to “-Isopropyl Thio Xanthone (ITX)and “-Ethylhexyl-4-dimethylaminobenzoate (EHDAB) in food contact materials. The EFSA Journal (2005) 293, 1-5. 3) E. Corradetti, G. Poli, L. Mazzanti e G. Zucchetti; Boll. Chim. Igien. Vol 39, 1988, 297-317. 4) E. Meneghini e altri; Food Add Contm., Vol 8, n.3, 1991, 363 –369. 5) E. Corradetti, F. Costantini, S. Celani, A. Costantini e P. Angelini; Boll. Chim. Igien; Vol 49, (1998) 6) E. Corradetti, M. Mirti, S. Celani, D. Corradetti, P. Ceccarelli e I. Petrucci; Boll. Chim. Igien; Vol. 55 (2004) 7) E. Corradetti, M. Mirti, G. Poli; Boll. Chim. Igien; Vol. 43 (1992) 15