10^ Puntata - Rione Santa Maria in Vado
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10^ Puntata - Rione Santa Maria in Vado
LA MISTERIOSA INDAGINE DEL COMMISSARIO ZORZI 10^ Puntata L’Ispettore Zorzi si fidava molto del suo intuito. Come aveva già fatto altre volte in passato nelle sue inchieste, Zorzi andò dalla Dottoressa Nardi senza prima avvisarla. Può essere importante osservare le reazioni di chi è solo un sospettato prima ancora che questi sia formalmente indagato, ne aveva spesso ricavato delle sensazioni che, poi, si erano rivelate utili. Suonò il campanello del portoncino di una casa bassa. All’interno una scala con ringhiera portava al primo piano. Trovò la porta d’ingresso accostata, come se l’inquilino stesse aspettando qualcuno. Dall’interno proveniva musica classica ad alto volume. “Prego?” Si affacciò in modo deciso una donna – “elegante e di bella presenza” notò subito quel marpione Zorzi. “Buona sera, sono l’Ispettore Zorzi della Polizia di Stato, cercavo la Dottoressa Caterina Nardi.” “Sono io. In cosa posso esserle utile?” Nessuno stupore, rilevò l’Ispettore, era, forse, la prima volta che gli accadeva. “Sto svolgendo un’indagine e mi piacerebbe rivolgerle alcune domande” “A me? E a quale proposito? Si accomodi.” Lo fece entrare in un ampio salone con, in fondo, una grande finestra rettangolare che occupava gran parte del muro. Dalla vetrata prorompeva un ampio giardino fitto di alberi e cespugli che la primavera incominciava a colorare di verde. Sul basso davanzale di questa finestra stava un grosso gattone persiano, imperturbabile come un Buddha, che spiava quanto avveniva attorno a sé con gli occhi semichiusi. “Prego, si sieda.” Gli disse la Nardi, indicandogli una soffice, comoda poltrona che guardava la finestra, mentre lei si appollaiava sulle sue caviglie nella poltrona di fronte, con la luce del tramonto alle spalle. “Bella questa musica.” Disse Zorzi, per incominciare il discorso in modo amichevole. “Le piace Bach?” “Non sono un esperto, ma questa musica è bellissima.” “Sono d’accordo. E a chi non piace? Questo brano tra l’altro, è davvero entusiasmante. Mi fa pensare ai cori angelici, schiere di cherubini e serafini che ascendono in cielo cantando. Ah, sì, non se ne curi, ognuno ha le sue stranezze e così anche io.” Rispose a Zorzi guardandolo seria, in modo indagatore. “Accidenti” pensò l’Ispettore “Sono io che sono osservato!” “Ehm ... ecco ... mi scuso se non ho preso un appuntamento, ma mi chiedevo se una professionista come lei mi potesse dare un aiuto per un caso che mi interessa?” “Io? Ma la Procura ha già i propri consulenti! E’ già stato molto fortunato a trovarmi, sa, non sono di frequente in questa casa”. “Certamente, ma vede, ho preso qualche informazione e mi è stato indicato il suo nome.” “Davvero? Anche questo è strano perché io non lavoro tanto qui. Mi chiedo chi possa avermi indicato?” disse la dottoressa freddamente. “Non ha importanza. Diciamo che ho un interesse personale per questo caso. Naturalmente provvederò per il suo onorario.” “Beh, quando è così, allora mi dica.” “Mi sto occupando di un suicidio.” “Non si possono fare consulenze sui suicidi. Ogni caso fa storia a sé. Occorre conoscere approfonditamente la storia personale di ognuno e, anche in questo caso, il parere di uno specialista può essere inutile. Nessuno di noi può conoscere l’abisso di sofferenza in cui può vivere un nostro simile.” “Capisco. Tuttavia, come è possibile?” affondò Zorzi volutamente la domanda, tentando di sorprendere la sua interlocutrice per scrutarne la reazione “Come è possibile che una persona LA MISTERIOSA INDAGINE DEL COMMISSARIO ZORZI brillante e affermata, che conduceva un’intensa vita di relazioni ad ogni livello, ricco, giovanile e amato dalle donne, abbia deciso di buttarsi da una finestra?” La Nardi non mostrò alcun segno di sorpresa, anzi contrattaccò: “Il Conte San Bartolo non era un mio paziente, se è questo che vuole sapere; e anche se lo fosse stato, non le direi niente. La mia deontologia mi impedisce di dare informazioni sui miei pazienti, anche se non sono più tra noi.” Zorzi prese atto che la dottoressa non era un sospettato qualunque come ne aveva interrogati tanti nella sua vita e decise di scoprirsi ancora di più. “Complimenti! Allora cosa ci faceva un suo biglietto da visita con la nota di un appuntamento scritta a mano nella casa dell’avvocato San Bartolo?” “Ebbene Ispettore, le basta trovare un mio biglietto da visita a casa di una persona per ritenere che questi fosse un mio paziente? Lei è un uomo pieno di certezze.” Zorzi rimase interdetto, non era abituato a sentirsi rispondere in modo così diretto. Estrasse dalla sua tasca il biglietto da visita e lo mostrò alla Nardi. “E lei vuole negare che quanto scritto sul biglietto: “A 20”, non sia il promemoria per un appuntamento?” disse l’Ispettore accalorandosi. “Io non nego niente. Vorrei solo invitarla a considerare che una “A” può avere molti significati.” “Se è questo che vuole, posso ottenere un mandato di comparizione ed ascoltarla in Questura con tutte le garanzie di Legge.” “Sono a sua disposizione, Ispettore.” “Arrivederci, allora!” si accomiatò Zorzi, andando bruscamente verso l’uscita. “Arrivederci” la dottoressa lo accompagnò alla porta. La Nardi tornò ad accoccolarsi sulla sua poltrona. Il gatto Buddha la seguì e si acciottolò, a sua volta, sulle sue gambe. Un uomo che indossava un saio da frate, entrò dalla porta retrostante. “Cosa ne pensi, Caterina?” Chiese il frate. “Non sa niente. Non si è reso conto, nemmeno lontanamente.” Rispose la dottoressa. “Allora è in pericolo. Essi non si fermeranno. Dobbiamo arrivare prima di loro. E’ essenziale che il libro torni al suo posto al più presto.” “Non lasceremo niente di intentato” disse la Nardi accarezzando lentamente il gattone persiano. Contrada di Santa Maria in Vado © Riproduzione riservata