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LA PRIMA VOLTA DEL
“RITRATTO DI MUSICO” DI LEONARDO DA VINCI
Comunicato stampa
mai uscito in 500 anni
dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano
sarà ai Musei Capitolini a Roma dall’11 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011
Roma, 10 dicembre 2010
È una staffetta virtuosa quella che si sta svolgendo ai Musei Capitolini a Roma tra Michelangelo
Buonarroti e Leonardo da Vinci, i due Maestri per eccellenza del Rinascimento italiano. Si
concluderà venerdì 10 dicembre 2010 l’esposizione del bozzetto in terracotta “I due lottatori” di
Michelangelo e prenderà il suo posto - dall’11 dicembre 2010 al 27 febbraio 2011
nell’Esedra del Marco Aurelio - il Musico di Leonardo da Vinci, unico ritratto maschile
del Maestro conservato al mondo e mai uscito prima dalla Veneranda Biblioteca
Ambrosiana di Milano.
Un evento speciale sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, promosso dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e
della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali con il patrocinio della Regione Lazio e della
Provincia di Roma, organizzato dall'Associazione Culturale Metamorfosi e da Zètema Progetto
Cultura in collaborazione con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e la Fondazione Cardinale
Federico Borromeo.
L’esposizione è accompagnata dal catalogo edito da Silvana Editoriale che contiene i testi
critici: "Lo sguardo e la musica. Il Musico nell’opera di Leonardo a Milano" e "Dati tecnici e analisi
scientifiche" di Pietro C. Marani; "L’invenzione del sangue. La polifonia e il ducato sforzesco" di
Davide Daolmi; "Il Musico nella nuova Sala Leonardi della Pinacoteca Ambrosiana" di Mons.
Marco Navoni e "“Scrivi che cosa è anima…”: Leonardo e Antonello a confronto" di Maria
Teresa Fiorio.
«Il “Ritratto di musico” di Leonardo da Vinci - spiega Pietro C. Marani curatore della Veneranda
Biblioteca Ambrosiana - è l’unico ritratto maschile tra i pochissimi pervenuti, tutti femminili, di
Leonardo. Il “musico” della Pinacoteca Ambrosiana di Milano è anche l’unico dipinto su tavola che
si conservi nei musei di Milano. Eccezionale anche la datazione dell’opera: la prima di committenza
privata eseguita da Leonardo dopo il suo arrivo in Lombardia, databile al tempo della prima
versione della Vergine delle Rocce, intorno al 1485, e perciò da considerare opera precocissima,
della prima maturità dell’artista.»
«Il dipinto - continua Pietro C. Marani - mostra il graduale affrancarsi di Leonardo dai canoni della
ritrattistica ufficiale del tempo: non un ritratto “di profilo”, araldico e immobile, ma mostrato di tre
quarti e, benché non si accenni ad alcun movimento della figura, il “moto mentale” è suggerito
dalla direzione dello sguardo, diretto fuori dal quadro, e dagli occhi appena sollevati dal foglio di
musica, che regge con la mano destra. Sono evidenti le suggestioni provenienti dalla ritrattistica
fiamminga e antonellesca, ben conosciuta nella Milano degli anni settanta e ottanta del
Quattrocento. Antonello da Messina era infatti venuto a mostrare un suo ritratto ai duchi di Milano
nel 1476, dopo la morte di Zanetto Bugatto, il pittore di corte appena morto, che aveva importato
a Milano i modelli della pittura nordica, e ritratti di Antonello e di Zanetto dovevano quindi essere
stati conosciuti da Leonardo. Più problematica l’identificazione del personaggio raffigurato: la
critica ha avanzato i nomi di tutti i principali musicisti e maestri cantori operosi in città, nel Duomo
di Milano, da Franchino Gaffurio, maestro di Cappella in Duomo, a Josquin des Prez, il rinnovatore
della musica quattrocentesca anch’egli fuggevolmente presente in Milano prima del 1484, e,
finalmente, ad Atalante Migliorotti, l’amico musicista che aveva seguito Leonardo da Firenze a
Milano il cui ritratto è citato da Leonardo stesso in un elenco di opere d’arte e oggetti che egli
aveva redatto in un foglio ora nel Codice Atlantico. Per questo motivo, e in mancanza di altri
appoggi documentari, quest’ultima sembra oggi l’identificazione più probabile. Anche la
controversia circa l’autografia del dipinto, talvolta messa in dubbio dai critici otto-novecenteschi
(che hanno suggerito di vedervi un dipinto non finito di Leonardo completato forse da un suo
collaboratore, come il Boltraffio), è definitivamente caduta, soprattutto dopo che il restauro di
inizio Novecento e gli studi di Luca Beltrami ne hanno mostrato l’altissima qualità pittorica.
L’autografia dell’opera, ormai incontestabile dato che i maggiori studiosi di Leonardo l’accolgono
senza riserve, contribuisce ad assegnare a questo straordinario ritratto un posto eminente
nell’esiguo catalogo delle opere del tutto originali di Leonardo.»
I due capolavori di Michelangelo e Leonardo anticipano lo straordinario appuntamento dell’inverno
2011 - in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia - quando i Musei Capitolini ospiteranno la
mostra Due italiani prima dell'Italia, Leonardo e Michelangelo, che riunirà cento capolavori dei due
Maestri. L’esposizione vedrà per la prima volta una collaborazione organica tra le due prestigiose
istituzioni culturali, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano e la Fondazione Casa Buonarroti
di Firenze.
Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Bracci
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Fabiana Magrì
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