Leonardo - Nuove Direzioni
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Leonardo - Nuove Direzioni
Oltre l’ovvio Leonardo Insieme con Michelangelo furono i pilastri del Rinascimento fiorentino di Lidia Pizzo C arissimi lettori, messo fine di prepotenza (se ne poteva parlare per anni…!) al capitolo Michelangelo, vorrei affrontare, ma brevemente stavolta, un altro e non meno importante autore cinquecentesco: Leonardo. Cosa dire di lui? Anche qui l’argomento è vastissimo ed è difficile cominciare. Allora per facilitarmi e facilitarvi le cose non trovo di meglio che iniziare dalla biografia, sicuramente molto più complessa rispetto a quella di Michelangelo e sicuramente meno fortunata. Come Michelangelo è pittore, scultore, architetto e anche urbanista, oltre che inventore. Ma andiamo con ordine. Il padre di Leonardo, Pietro da Vinci è un intraprendente notaio e discende da una famiglia di notai, attivo, ambizioso e donnaiolo. Seduce una ragazza del villaggio di Vinci, Caterina, ma sposa poi una fiorentina. Dalla relazione nasce Leonardo sabato 15 aprile del 1452 intorno alle ore 10.30, come attesta il nonno Antonio da Vinci. Della madre sappiamo poco, se non che sposa qualche tempo dopo Achattabriga di Piero del Vaca da Vinci. La madre è citata nei taccuini dell’artista una sola volta, quando lo va a trovare a Milano il 13 luglio 1493: “Caterina venne a dì 13 luglio 1493”, poi più nulla. Con tutta probabilità il bambino rimane con la madre fino allo svezzamento, un anno e mezzo circa, dopo di che viene condotto a casa del nonno Antonio, infatti a questo periodo risale il matrimonio della donna con l’Achattabriga. Di Michelangelo ci resta qualche autoritratto e quindi sappiamo che non era certo un bell’uomo, di Leonardo pare certo solo un autoritratto Leonardo, Autoritratto (?), Sanguigna su carta Biblioteca Nazionale, Torino da vecchio, quello che si trova oggi a Torino alla Biblioteca Nazionale, ma che essendo molto rovinato viene esposto al pubblico raramente. Nelle riproduzioni che abbiamo la cosa strana è che l’espressione del volto non è identica in tutte. In alcune prevale un atteggiamento di tristezza, in altre di forza e bontà, in altre di noia, pessimismo, fatalismo, in altre un po’ di malizia e ironia e proprio questa diversità fa propendere Nuove direzioni • n. 6 novembre-dicembre 2011 16