A Kinshasa, un rifugio per costruire il futuro
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A Kinshasa, un rifugio per costruire il futuro
Mondo Sabato, 26 maggio 2012 7 A Kinshasa, un rifugio per costruire il futuro In Repubblica Democratica del Congo migliaia di bambini accusati di stregoneria vengono abbandonati. Circa 30 mila nella sola capitale dove l’Opera don Guanella si prende cura di loro. L a stregoneria è un grave male dell’Africa sub-sahariana che la tiene imprigionata in una realtà anacronistica che ne impedisce lo sviluppo. È un fenomeno antico ma di recente, vittime di queste credenze e di questi riti magici sono soprattutto i bambini. I ruoli si invertono e i bambini più indifesi vengono accusati di stregoneria da pastori di alcune sette o dalle loro stesse famiglie. Torturati e spesso uccisi, i bambini africani sono vittime di questa pratica che sta rifiorendo come conseguenza dell’urbanizzazione. Circa 30mila bambini vivono sulle strade nella grande città di Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo dove l’Opera don Guanella offre il suo servizio di carità dal 1996. Di questi, ne sono morti almeno duemila. Dati che fanno venire i brividi, raccolti dall’Unicef, da organizzazioni non governative, da gruppi di militanti e di volontari che svolgono un ruolo fondamentale nella lotta contro questo fenomeno. La miseria, i conflitti, la mancanza d’istruzione sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo ed il radicamento di questo tipo di pratiche. Quando si è sotto pressione si cerca un capro espiatorio. Basta quindi la morte di una persona vicina, la perdita dell’impiego o qualsiasi altro fatto negativo per riversare assurde accuse su bambini che non hanno mezzi per difendersi. Accuse che si basano sulle credenze tradizionali secondo le quali c’è sempre qualcuno che è responsabile di un cambiamento negativo. A questo si assomma il numero considerevole di divorzi che porta ad uno sfaldamento della tradizionale famiglia allargata africana. I bambini della “nuova famiglia” che viene a formarsi hanno la tendenza a rifiutare i figli di entrambi i coniugi, assurdo ma é realtà. L’Opera Don Guanella - Congregazione dei Servi della Carità - ha provveduto a sviluppare in questi anni un “Progetto Globale” di Q uando parliamo di Africa, l’immaginario comune ci porta a pensare agli animali feroci, alla savana, ai baobab. Solo dopo una breve riflessione rammentiamo che l’Africa è anche povertà, miseria, malattia, morte, ma quanti di noi ricordano o sanno che molti paesi africani continuano ad essere teatro di conflitti? è il caso della Repubblica Democratica del Congo, un Paese spesso dimenticato, dilaniato da una serie di guerre, le ultime delle quali avvenute non più di 20 anni fa. Parliamo della Prima guerra del Congo avvenuta nel non lontano 1996-97 (il generale Laurant Désiré Kabila, padre dell’attuale presidente Joseph, contro l’allora Presidente Mobutu Sese Seko), una guerra conclusasi con la vittoria di Laurant Désiré Kabila, che ha generato milioni di morti e di rifugiati; ci riferiamo, altresì, alla cosiddetta “guerra mondiale africana” avvenuta tra il 1998 e il 2003: uno scontro armato lungo 5 anni che ha visto coinvolti gli eserciti di almeno 6 Paesi per il controllo degli La stregoneria è un grave male dell’Africa subsahariana. Credenze e riti magici colpiscono, infatti, sempre più spesso i bambini. Una pratica cresciuta a seguito dell’urbanizzazione. Per loro e, per tutti i bambini di strada, i missionari guanelliani hanno lanciato un “Progetto Globale” di promozione umana, che si basa sul lavoro di 7 Centri attivati negli ultimi anni. promozione della vita dei bambini e ragazzi/e della strada. Le sue prospettive di miglioramento, infatti, al fine di garantire un’adeguata sostenibilità, sono state concretizzate attraverso un miglior coordinamento delle attività educative e organizzative svolte nei vari Centri e la costruzione o l’acquisto, nel tempo, di strutture residenziali adeguate, in sostituzione a quelle inizialmente in uso (prese in affitto e inadeguate allo svolgimento di un buon lavoro educativo). Pertanto si è provveduto al parallelo sviluppo di attività e strutture sulla base delle esigenze manifestatesi nel corso del tempo (di tipo educativo, sanitario, lavorativo - occupazionale). Come garantire la prima accoglienza di bambini e ragazzi che vivono sulla strada, offrire dei servizi essenziali (compreso quello medico), attivare un progetto educativo residenziale “protetto” (presso i centri residenziali), condurre attività d’inchiesta e di reinserimento familiare e sociale, accompagnare i ragazzi reinseriti in famiglia o in autonomia, avviare la formazione scolastica e l’apprendistato (corso professionale) e inserimento lavorativo. Attualmente abbiamo 7 centri, quattro residenziali tra cui uno dedicato alla formazione agricola dei ragazzi al Plateau des Bateke a 115 chilometri dalla capitale; due sono centri diurni per accogliere i bambini che sono ancora sulla strada (di questi uno é dedicato alle ragazze madri e ragazze che hanno subito violenze), un centro medico per far fronte ai bisogni di salute dei bambini e alla gente povera del quartiere. Due ambulanze raggiungono ogni sera zone e quartieri della capitale per portare sostegno psicologico ai ✎ commento | ✎ Per info Per informazioni sulle attività nella Repubblica Democratica del Congo dei Servi della Carità – Opera Don Guanella e per dare un aiuto ai progetti in corso (attraverso donazioni libere, adozioni a distanza, impegno attivo in periodi di volontariato o di Servizio civile volontario): Centro Missionario Guanelliano (don Adriano Folonaro – Silvio Verga), Via T. Grossi, 18 - 22100 Como; tel. 031.296894; 031.296811; fax 031.302995; sito internet: africa. guanelliani.it; e-mail: missioni.africa@ guanelliani.it.ve bambini che si trovano sulla strada e garantire una risposta sanitaria agli innumerevoli bisogni, comprese le ragazze madri con il loro bebé. In un anno raggiungiamo circa 1000 bambini/e e ragazzi/e. Inoltre attraverso le attività previste in tre ateliers (di falegnameria, panetteria e taglio e cucito) offriamo percorsi formativi professionali ad adolescenti in modo che apprendano un mestiere oltre che a leggere e scrivere correttamente. «Fermarsi non si può – diceva San Luigi Guanella – fin tanto che ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere». Qui a Kinshasa cerchiamo di realizzare questo, vogliamo essere la presenza di quel Padre Provvidente che ama ciascuno dei suoi figli. C’é bisogno d’infondere molta speranza nella gente, soprattutto in questi bambini che saranno i protagonisti della futura società congolese. pagina a cura di Fratel Mauro Cecchinato, missionario guanelliano a Kinshasa di fratel Mauro Cecchinato Nonostante vent’anni di scontri (non ancora conclusi), il popolo congolese non smette di sperare immensi giacimenti di Coltan, diamanti ed oro. Un conflitto che ha generato due milioni e mezzo di vittime dovute anche alle carestie e malattie generate dal conflitto; e, inoltre, come dimenticare gli ultimi episodi violenti avvenuti tra ottobre 2011 e gennaio 2012? è strano, se non inaccettabile, che nessun mass-media abbia parlato della difficile situazione socio-politica che la Repubblica Democratica del Congo ha vissuto pochi mesi fa in vista delle elezioni presidenziali. Guerriglie, sangue, morte per poter esercitare un diritto. Quanta ansia in quei mesi, telefoni bloccati, internet bloccato, un isolamento dal mondo che già tende ad interessarsi poco di questo Paese. La comunicazione via cavo era difficile, così come era ostica quella via internet, ancora più difficoltosa del solito. Le compagnie telefoniche congolesi avevano ricevuto ordini di sospendere il servizio “sms” per evitare fughe di notizie. La Monusco – la Missione dei Caschi Blu - è stata impegnata sul territorio congolese in una grossa opera di mediazione. Ma che sollievo riuscire a sentire al volte la voce degli amici a telefono, sapere che nonostante tutto stavano bene e che la situazione era quasi sotto controllo - anche se c’era sempre l’ombra di un terribile scontro armato. Il fatidico 28 novembre (giorno del voto) c’erano militari e carri armati in ogni angolo della città; Kinshasa una città caotica era divenuta una città fantasma, si sentivano solo i rumori degli spari. Come dimenticare gli scontri avvenuti nei campus universitari alcune settimane prima, con gente gambizzata, ferita, uccisa? La stessa situazione di paura, sangue e morte si è avuta anche nelle settimane successive al 28 novembre, “case” incendiate, ancora disordini, morti, irruzione da parte dell’esercito nelle chiese per punire gli oppositori di Joseph Kabila. Il nostro Natale è stato ben diverso: niente tavole imbandite, niente doni, niente giocattoli, le preghiere e le speranze di milioni di congolesi erano quelle di ritornare alla “normalità”, anche se la loro normalità è fatta di povertà, fame, malattia e morte. In questo volatile scenario, appendice di una crisi politica più ampia nata dalle elezioni presidenziali e legislative contestate del 28 novembre scorso, la commissione elettorale ha annunciato che le condizioni non sono idonee per organizzare le elezioni provinciali come previsto durante l’estate 2012. “Se tutto va bene”, ha fatto sapere l’istituzione, si andrà alle urne all’inizio del 2013. La situazione attuale vede in questi giorni la nascita del nuovo governo tra contraddizioni e imbrogli. La gente capisce ma resta inerte, soffre, lotta, ma nello stesso tempo continua a sperare in qualcosa di meglio e di buono. È questa la forza di questo popolo, il non sapersi arrendere e continuare a sperare. E io aggiungo, che il cambiamento sarà possibile solo se la solidarietà e l’attenzione dell’Occidente sapranno creare spazi e riservare tempi per riflettere sulla realtà di questo popolo. Credo che la Chiesa con l’esortazione apostolica “Africae Munus” di Benedetto XVI abbia incominciato a risvegliare le coscienze e a ridestare l’attenzione per il continente africano.