Il mio primo viaggio in Africa Il mio primo viaggio in Africa N

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Il mio primo viaggio in Africa Il mio primo viaggio in Africa N
VITA GUANELLIANA • da Roma (Curia generalizia)
Il mio primo viaggio
in Africa
un dono del Signore
N
ella prima quindicina di ottobre,
Madre Serena
Ciserani, la nostra superiora generale, accompagnata dalla consigliera suor Carla Folini, è stata
invitata ad un incontro di
riflessione e di lavoro dai
nostri confratelli Servi della
Carità, presenti e operanti
da molti anni a Kinshasa
(R. D. Congo - Africa).
Al ritorno, mentre sorvolava il deserto africano,
ha scritto una lettera a
noi Figlie di S. Maria della Provvidenza e, riferendosi al viaggio compiuto,
tra l’altro, ha espresso
queste sue riflessioni:
Kinshasa-Lemba.
Attività apostolica per ragazzi di strada.
sciava debiti e poveri e ci
lasciava anche il mondo
intero: “Tutto il mondo è
patria vostra. La Patria e
là dove è Dio, e Dio è dappertutto!”».
Sto scrivendo questi pensieri mentre si sorvola il
deserto di ritorno dal
Congo (Rep. Dem. Congo), meditando sul viaggio che ci ha visto ospiti
«Don Guanella, ci ricorda
don Attilio Beria sdc, laLa Voce
•
dei nostri Confratelli. Abbiamo trovato Confratelli
capaci di sporcarsi i sandali, che ci hanno offerto
una bella testimonianza
di come il vangelo della
carità sia qui annunciato
sulle strade di questo
mondo complesso, con le
difficoltà e le contraddizioni che incontrano,
nello sforzo e desiderio
di dialogare con religioni
diverse, culture apparentemente simili, superando la fatica di amare e
aiutare sul serio i poveri,
senza idealizzarli o umiliarli nel quotidiano.
Amore appassionato nei
confronti dell’uomo e di
Cristo e lo «stupore» di
vedere lo Spirito all’opera, anche quando uma-
n. 6 - novembre-dicembre 2013
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(In alto a sinistra)
Kinshasa-Plateau des
Bakete. Cité Don Guanella
per la formazione agricola
dei giovani e per
adolescenti disabili.
Abbiamo forato e...
la Provvidenza ci ha
chiamate a partecipare alla
messa domenicale di
questo villaggio congolese.
namente ci sarebbe solo
da disperare. Questo abbiamo visto e toccato con
mano e cercato di condividere.
Riflettendo, a caldo, sull’esperienza non ancora
conclusa, mi viene spontaneo pensare che sia relativamente facile fare
l’elenco dei bisogni di
questo popolo.
Sono immensi, basterebbe iniziare... ci sarebbe
solo l’imbarazzo della
scelta, ma credo che la
domanda fondamentale
sia: il mondo occidentale è cosciente di quanto
potrebbe ricevere da
questo popolo pieno di
speranza, di desiderio di
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La Voce
•
vivere contro ogni speranza?
Ripeto, sembra molto
chiaro cosa possiamo
fare noi per i bambini,
per i giovani che abbiamo incontrato, ma meno evidente è ciò che
potremmo ricevere noi.
Meno evidente è ciò
che questo popolo potrebbe offrire al nostro
mondo occidentale.
Siamo di fronte ad una
miniera di valori che
questo popolo custodisce e potrebbe offrire
solo se fosse reso cosciente della propria
dignità di figli di Dio e
noi aprissimo le porte
del cuore.
n. 6 - novembre-dicembre 2013
Forse è un sogno che ci
fa respirare una dimensione più universale e
mette in contatto un occidente piuttosto vecchio e stanco (anche nelle sue proposte religiose),
con quella parte di mondo gravata di problemi
socio-economico-culturali, ma ricco di speranza,
di futuro e di vita.
Questo viaggio lo considero un dono del Signore.
Suor Serena Ciserani
P.S. Ci siamo limitati,
per ragioni contingenti, a
pubblicare solo alcune
fotografie delle diverse e
meravigliose attività che
i nostri confratelli Servi
della Carità svolgono in
Congo. E ci dispiace. Se
qualcuno avesse interesse a svolgere presso di loro un periodo di tempo
per offrire la sua collaborazione in queste imprese di carità, potrebbe rivolgersi al seguente indirizzo elettronico:
Kinshasa.seminario@
guanelliani.it
oppure
[email protected]
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