Prefazione, Presentazione
Transcript
Prefazione, Presentazione
Filologie nel lungo Rinascimento Studi storici e filologico-letterari collana diretta da Achille Olivieri Giuliano Goselini Rime (1588) a cura di Luca Piantoni prefazione di Elisabetta Selmi presentazione di Achille Olivieri Comitato scientifico Corinne Lucas Fiorato – Université Sorbonne Nouvelle - Paris 3 Sandra Secchi Olivieri – Università di Padova Elisabetta Selmi – Università di Padova Mario Rosa – Scuola Normale di Pisa Saverio Ricci – Università della Tuscia - Viterbo La presente pubblicazione è stata sottoposta a procedura di peer review Prima edizione: marzo 2014 ISBN 978 88 6787 011 0 © 2014 Cleup sc “Coop. Libraria Editrice Università di Padova” via G. Belzoni 118/3 – Padova (t. +39 049 8753496) www.cleup.it www.facebook.com/cleup Tutti i diritti di traduzione, riproduzione e adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (comprese le copie fotostatiche e i microfilm) sono riservati. Impaginazione di Cristina Marcato. Indice 3 Indice Prefazione7 Presentazione9 Introduzione Sigle Descrizione dei testimoni Note sul testo e sulla grafia Struttura e ordinamento delle rime Note di carattere metrico e stilistico Nota bio-bibliografica Bibliografia 13 15 31 38 51 90 98 Rime Prima parte Seconda parte 109 305 Altre rime Testi rifiutati Rime extravaganti 455 457 Appendici Appendice 1 Appendice 2 483 491 Tavole Tavola metrica Sinossi delle rime 497 502 Indici Indice dei capoversi Indice dei nomi 517 527 Ringraziamenti535 4 Indice 5 alla cara memoria di mio padre, Paolo Piantoni, e a Gilda Martino, mia madre, con amore infinito 6 7 Prefazione PREFAZIONE È sufficiente ricordare, spigolando qua e là fra le carte dei contemporanei, la felice accoglienza e l’immediata ricezione che incontrarono le rime del nizzardo, per genealogia familiare, Giuliano Goselini, per comprendere l’apporto e il tassello significativo che un’edizione, filologicamente curata, del suo ‘Canzoniere’ potrà arrecare alla conoscenza della lirica del secondo Cinquecento, sempre più arricchita, in questi ultimi decenni, di ritrovamenti o rilanci di poeti e testi sottratti all’oblio. Solo per citare, fra i tanti e generosi riconoscimenti che, sin dal suo esordio sulla scena degli indirizzi di avanguardia della lirica centro-settentrionale, fregiarono la carriera letteraria e l’esercizio poetico di un autore, tutt’altro che provinciale, per la vastità di relazioni politiche e intellettuali che coinvolsero il suo destino di oratore, diplomatico e uomo di lettere, va perlomeno menzionato il precocissimo e «lungimirante» omaggio, noto ormai grazie all’acribia e agli studi goseliniani di Simone Albonico, con cui Luca Contile prendeva a cimentarsi nel moderno campo dell’esegesi e del commento sapienziale alle rime dei contemporanei, optando proprio per un sonetto del Goselini, Gli occhi miei privi di lor chiaro obietto, non ancora licenziato alle stampe, ma da lui già celebrato come «di suggetto e di ornamento di parole mirabile». Così come non minore rilievo riveste, decenni dopo, l’attestazione che Guido Casoni, nella Magia d’amore, rivolge ai versi del Goselini, «il gran platonico» le cui rime impreziosiscono e innervano il dettato narrativo del dialogo casoniano: quale nobile esempio di uno sposalizio ormai raggiunto, in una sorta di ritentato prosimetrum moderno, fra un’idea di alta lirica sapienziale e il repertorio di una erotica cortigiana e filosofica emblematico di tutta una cultura tardocinquecentesca. Oltre alla successione di stampe e ristampe che segnano i percorsi della crescente fortuna dell’auctoritas poetica del Goselini, lungo quella parabola che dai primi anni Settanta si protende sull’edizione postuma della fine degli anni Ottanta, fra l’ultima stagione del Tasso lirico e la maturazione del 8 Prefazione Libro di rime guariniano o la ricerca di nuove frontiere espressive dell’avanguardia veneta e settentrionale, anche il cimento stesso della Dichiarazione di alcuni componimenti, con cui Goselini entrava nell’arengo della emergente tradizione della pratica dell’autocommento, testimoniano di una presenza poetica non estemporanea, consapevole delle propria peculiare originalità, in grado di dialogare con gli indirizzi di scrittura e di esegesi petrarchistica più modernamente militanti. A partire dal lavoro di censimento avviato da Simone Albonico sulla tradizione delle rime del Goselini, l’edizione qui allestita da Luca Piantoni ripropone, in veste moderna e con un esemplare e articolato regesto di classificazioni metriche e stilistiche condotte sul concreto processo variantistico del corpus di liriche goseliniano, la stampa 1588 del ‘Canzoniere’ dell’autore, motivando, a partire dall’autografo e dai testimoni manoscritti, ragioni e scelte che hanno guidato la constitutio textus, nello spirito di un progetto che, per stare alle parole del curatore, ambisce a predisporre, in questa prima fase, un ‘Canzoniere’ di più agevole e sicura usufruizione per la comunità degli studiosi e dei lettori, e un utile strumento di servizio per l’esercizio futuro di un adeguato commento. L’edizione del Piantoni, frutto di una lunga frequentazione delle rime del Goselini a partire dagli anni successivi al dottorato, si avvale dell’insegnamento di una nobile tradizione di maestri e studi patavini che sulla lirica del Cinquecento hanno vergato un capitolo rilevante nei nuovi indirizzi di ricerca e di metodo della critica novecentesca. Si ringraziano Achille Olivieri e gli altri condirettori che, insieme a me, hanno accolto generosamente il lavoro di Luca Piantoni nella Collana Filologie nel lungo Rinascimento; collana nata con lo scopo di promuovere, in una prospettiva interdisciplinare di dialogo fra studi storici e studi letterari, i lavori meritori di quei giovani ricercatori aperti a un’idea più mossa e meno rigidamente settoriale della cultura del Cinquecento e di ‘Antico regime’. Elisabetta Selmi 9 Prefazione PRESENTAZIONE Indubbiamente fertile per la collana la presenza del ‘Laboratorio poetico’ di Giuliano Goselini (Rime, 1588) che Luca Piantoni ha ricostruito. Arricchisce infatti le trasformazioni di un Rinascimento inquieto (Ezio Raimondi) entro il quale il Sileno di Erasmo e l’Apelle che invita all’esercizio della pittura e del ritratto assumono un affascinante rilievo. Perché, per Goselini, anche le ‘Grazie’ partecipano al grande banchetto nel quale il potere del Principe viene ritratto simile ad una mano ‘ideologica’ (Casoni) che ne mostra i lineamenti. La poesia risplende, come la pittura, anche per le ideologie che diffonde. Achille Olivieri 10 Prefazione