GIORGIO CAPRONI poesie sparse

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GIORGIO CAPRONI poesie sparse
GIORGIO CAPRONI
poesie sparse
(tratte da L’opera in versi, Mondadori, Milano 1998)
INCONTRO
Nell’aria fresca d’odore
di calce per nuove case,
un attimo: e più non resta
del tuo transito breve
in me che quella fiamma
di lino – quell’istantaneo
battito delle ciglia,
e il pànico del tuo sorpreso
– nero, lucido – sguardo.
DONNA CHE APRE RIVIERE
Sei donna di marine,
donna che apre riviere.
L’aria delle mattine
bianche è la tua aria
di sale – e sono vele
al vento, sono bandiere
spiegate a bordo l’ampie
vesti tue così chiare.
PERCH’IO...
... perch’io, che nella notte abito solo,
anch’io, di notte, strusciando un cerino
sul muro, accendo cauto una candela
bianca nella mia mente − apro una vela
timida nella tenebra, e il pennino
strusciando che mi scricchiola, anch’io scrivo
e riscrivo in silenzio e a lungo il pianto
che mi bagna la mente...
SONO DONNE CHE SANNO
Sono donne che sanno
così bene di mare
che all’arietta che fanno
a te accanto al passare
senti sulla tua pelle
fresco aprirsi di vele
e alle labbra d’arselle
deliziose querele.
PER LEI
Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l’eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
LA LANTERNA
Non porterà nemmeno
la lanterna. Là
il buio è così buio
che non c’è oscurità.
BISOGNO DI GUIDA
M’ero sperso. Annaspavo.
Cercavo uno sfogo.
Chiesi a uno. «Non sono,»
mi rispose, «del luogo.»
SASSATE
Ho provato a parlare.
Forse, ignoro la lingua.
Tutte frasi sbagliate.
Le risposte: sassate.
VIA PIO FOA’, ii
Una giornata di vento.
Di vento genovesardo.
Via Pio Foà: il mio sguardo
di fulminato spavento.
ALLEGRIA
Faceva freddo. Il vento
mi tagliava le dita.
Ero senza fiato. Non ero
stato mai più contento.
CONCLUSIONE QUASI AL LIMITE DELLA SALITA
− Signore deve tornare a valle.
Lei cerca davanti a sé
ciò che ha lasciato alle spalle.
INTERROGATIVO
Ho amato tanto...
Felicità!
Ho toccato
le cime più alte del Pianto?
I BACI
Oltre il bene e oltre il male.
Oh amore... amore...
... E i baci,
che cambiano sapore
di capitale in capitale.
RAGGIUNGIMENTO
Andavo. Andavo.
Cercavo dove poter sostare.
Ero ormai sul discrimine.
Dove finisce l’erba
e comincia il mare.
SOSPIRO
Ah poesia, poesia.
Tristissima copia
di parole, e fuga
dell’anima mia.
ASSIOMA
Chi va a Parigi, va a casa.
CONSTATAZIONE
Non c’ero mai stato.
M’accorgo che c’ero nato.
FLASH
Parigi impressionista.
Già persa di vista.
ALLA PATRIA
Laida e meschina Italietta.
Aspetta quello che ti aspetta.
Laida e furbastra Italietta.
CONCESSIONE
Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai risucito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa.
PENSANDO A SBARBARO E A CERTI SUOI (FRETTOLOSI) COLLOCATORI
Dubbio a posteriori:
i veri grandi poeti
sono i «poeti minori»?
GASRONOMICA
Le parole vive.
Le parole ardenti.
Le parole mute
rimaste fra i denti.
CONSIGLIO
Non t'inganni il barometro
ancora fermo sul bello.
Fidarsi è bene, dicono.
Non fidarsi è meglio.
Tieni pronto l'ombrello.
CONSIDERAZIONI
Il sesso. La partita
domenicale.
La vita
così è risolta.
Resta
(miseria d’una sorte!)
da risolver la morte.
RIVALSA
La vita si fa sempre più dura?...
Evviva la Letteratura!...
A RINA, ii
Se il mondo prende colore
e vita, lo devo a te, amore...
ANCH’IO
Uno dei tanti, anch’io.
Un albero fulminato
dalla fuga di Dio.
IN UN BEL MATTINO DI PIENA ESTATE
... Boschi più profondi e neri
dei più profondi pensieri...