Da Storia di una passione politica di T. Anselmi e A

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Da Storia di una passione politica di T. Anselmi e A
Da Storia di una passione politica
di T. Anselmi e A.Vinci
Tina Anselmi è stata una protagonista della vita
politica italiana. Staffetta partigiana durante la
Resistenza, dopo la guerra diventò esponente di
primo piano nella Democrazia cristiana. Fu eletta per la prima volta nel 1968 alla Camera dei
deputati e vi rimase fino al suo ritiro dalla vita
parlamentare nel 1992.
Il brano che segue è tratto da un libro autobiografico, in cui Tina Anselmi racconta la sua passione politica.
Nel 1968 avevo quarantun anni, da molto tempo facevo
politica eppure, lo confesso, quando sono entrata in parlamento per la prima volta e ho parlato ero molto emozionata; contrariamente alle mie abitudini, ho perfino scritto
il discorso che avrei pronunciato. Perché in quel momento sentivo la responsabilità di rappresentare il
Paese. Sentivo che c’ero e dovevo contare, volevo usare bene quei voti che rappresentavo perché da lì
sarebbe cominciato un cammino che fin da allora avrei voluto coerente.
La ragazza del 1943 aveva percorso una lunga strada, era giunta nel luogo dove si costruisce e si tutela
la libertà, che è il dono più grande che abbiamo.
Poco più di due decenni ci separavano dalla fine della guerra, ero ancora una giovane donna e non si erano ancora affacciate all’orizzonte quelle nubi nere che avrebbero sconvolto il panorama politico italiano.
© 2010 Mondadori Education - A. Albonetti e A. M. Dal Lauro Vivere la cittadinanza
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E che avrebbero creato una frattura profonda tra ciò che eravamo e ciò che avremmo voluto essere.
Vorrei tornare indietro a quei giorni partendo da una nota un po’ buffa, almeno all’inizio così mi appariva
l’esagerato interesse dei giornalisti per la mia vita privata. Mi rivolgevano sempre le stesse domande:
rimpiangevo la mia condizione di signorina? Di non aver avuto figli? Era stato doloroso sacrificare la vita
privata alla politica? Ricordo che Sandra Codazzi, cara amica, collega di partito, sindacalista dei tessili della
CISL, mi consigliava di rispondere: “Signorina, ma non per forza”.
Purtroppo mi sembra che ancora a distanza di tanti anni certe curiosità non smettano di importunare le
donne. Le domande mal poste sono sempre inopportune, e a questo punto la cosa non fa più sorridere,
soprattutto se si considera il rigurgito maschilista che sta pervadendo le nostre istituzioni.
(da T. Anselmi, A.Vinci, Storia di una passione politica, Sperling & Kupfer, Milano, 2006)
Esercizi
• Come visse Tina Anselmi la sua entrata in Parlamento?
• Da quale particolare comprendiamo la sua emozione?
• Quale responsabilità sentiva nel suo nuovo incarico?
• Quali domande un po’ insistenti i giornalisti le ponevano in quanto donna?
• Secondo te, avrebbero mai chiesto a un parlamentare uomo notizie sulla sua vita privata da signorino?
• Secondo la Anselmi le cose sono molto cambiate da allora?
• Che cosa significa l’espressione “rigurgito maschilista”?
• Cerca sul sito dell’ISTAT i dati sulla presenza delle donne parlamentari nei paesi della UE.
• Confrontali e analizzali, avendo come riferimento la situazione italiana.
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