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MinutiScientifica 179 11-09-2007 10:01 Pagina 13 Pancreatite acuta. Diagnosi, prognosi e trattamento JENNIFER K. CARROLL, BRIAN HERRICK, TERESA GIPSON, SUZANNE P. LEE La pancreatite acuta lieve presenta un basso tasso di mortalità, mentre i pazienti con pancreatite acuta grave hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze, e presentano tassi di mortalità molto più elevati. La determinazione dei livelli sierici di amilasi e di lipasi rimane il metodo diagnostico più diffusamente utilizzato; la ricerca sta tuttavia valutando la possibilità di utilizzazione clinica di alcuni biomarker o di mediatori dell’infiammazione, come ad esempio i tripsinogeni. Per la classificazione della gravità della pancreatite acuta sono disponibili diversi metodi, come i criteri di Ranson, la scala di Imrie, la scala Acute Physiology and Chronic Health Evaluation (APACHE II), l’indice di gravità mediante tomografia computerizzata; per confrontare tra loro i diversi sistemi e per standardizzare i risultati ottenuti dagli studi clinici viene diffusamente utilizzata la cosiddetta “classificazione di Atlanta”. Alcuni nuovi sviluppi delle metodiche di imaging, come l’ecografia endoscopica e la colangiopancreatografia mediante risonanza magnetica hanno ampliato lo spettro delle opzioni disponibili per determinare la causa della pancreatite acuta, nonché per la valutazione delle complicanze. Dal punto di vista degli outcome per il paziente l’alimentazione enterale appare preferibile all’alimentazione parenterale. Sono in corso studi clinici per valutare, nei pazienti con necrosi infetta, il ruolo, la scelta ed il tempo di somministrazione degli antibiotici. (Am Fam Physician 2007; 75: 1513-20. Copyright © 2007 American Academy of Family Physicians). L a pancreatite acuta è un processo infiammatorio reversibile del pancreas. La patologia può limitarsi al tessuto pancreatico, ma può coinvolgere anche tessuti peripancreatici od organi distanti. La pancreatite acuta può manifestarsi come un attacco isolato o sotto forma di attacchi ricorrenti. La patologia riconosce tutta una serie di cause, e può manifestarsi in forme lievi, in forme gravi od in forme di gravità tale da mettere in pericolo la sopravvivenza del paziente. In alcuni pazienti può essere sufficiente un breve periodo di ricovero in ospedale; altri pazienti possono invece ritrovarsi in condizioni critiche, con disfunzione di più organi e necessità di un monitoraggio continuo in un reparto di terapia intensiva. La pancreatite acuta lieve presenta un tasso di mortalità molto basso (inferiore all’1%),1,2 mentre in pazienti con pancreatite acuta grave i tassi di mortalità sono compresi tra il 10% ed il 30% (in base alla presenza di una necrosi sterile oppure infetta).3 Negli Stati Uniti vengono ricoverati ogni anno fino a 210.000 pazienti affetti da pancreatite acuta.1,4 Fattori di rischio I fattori di rischio più frequenti sono le patologie della colecisti (spesso attribuibili a coledocolitiasi) e l’assunzione cronica di alcool. La Tabella 1 elenca i principali fattori di rischio.5 In conseguenza dell’introduzione di nuove modalità diagnostiche, alcune recenti linee-guida si sono dichiarate contrarie alle diagnosi di “pancreatite acuta idiopatica”.6 Presentazione clinica Il sintomo caratteristico della pancreatite acuta è l’insorgenza acuta di un dolore persistente a livello dei qua- Tabella 1. Fattori di rischio per la pancreatite acuta Alterazioni anatomiche o funzionali (es. pancreas divisum, disfunzione dello sfintere di Oddi) Patologie autoimmunitarie (es. lupus eritematoso sistemico) Coledocolitiasi Assunzione cronica di alcool Alterazioni congenite Ipertrigliceridemia da farmaci (livelli di trigliceridi superiori a 1000 mg/dL [11,30 mmol/L]) Calcolosi biliare Ipercalcemia, iperparatiroidismo Ipotermia Idiopatica Infezioni (es. virali, batteriche, parassiti, funghi) Tumori pancreatici o ampollari Traumatica o post-interventi diagnostici o chirurgici (es. colangiopancreatografia retrograda per via endoscopica, interventi chirurgici addominali) Vascolari (es. vasculiti) Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 5 dranti superiori dell’addome, solitamente associato a nausea e vomito. Le tipiche localizzazioni del dolore sono le regioni epigastrica e periombelicale. Il dolore può irradiarsi al dorso, al torace, ai fianchi, ai quadranti addominali inferiori. I pazienti sono tipicamente agitati, e nel tentativo di alleviare il dolore flettono il tronco in avanti (posizione con le ginocchia contro il torace), in quanto la posizione supina può esacerbare la sintomatologia dolorosa.7 I reperti riscontrabili all’esame obiettivo 13 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 179 11-09-2007 10:01 Pagina 15 Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze)*: Indicazioni per la pratica clinica Indicazione clinica Livello di Referenze evidenza bibliografiche A 36 Nei pazienti con pancreatite grave l’alimentazione enterale totale è altrettanto efficace o più efficace dell’alimentazione parenterale totale Occorre valutare la presenza di cause meno frequenti di pancreatite (es. disfunzione dello C 29 sfintere di Oddi, pancreas divisum, stenosi del dotto pancreatico), mediante colangiopancreatografia retrograda endoscopica La diagnosi di pancreatite acuta viene posta mediante tomografia computerizzata con mezzo C 27 di contrasto Nei pazienti con pancreatite necrotica è controverso se la somministrazione di antibiotici sia B 37,38 in grado o meno di ridurre i tassi di mortalità Una colangiopancreatografia retrograda endoscopica urgente è indicata nei pazienti affetti o A 30 a rischio di sepsi biliare, ostruzione biliare, colangite, ittero persistente o ingravescente A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente#; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia§, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml. sono variabili, e possono comprendere febbre, ipotensione, dolore intenso alla palpazione dell’addome, contrattura di difesa della muscolatura addominale, distress respiratorio, disfunzione addominale.2,8 Diagnosi Non esiste un singolo esame di laboratorio o un singolo segno clinico che possano essere considerati patognomonici per la pancreatite acuta; sono attualmente in fase di valutazione diversi biomarker e mediatori dell’infiammazione che potrebbero rivelarsi utili nel determinare la gravità della patologia. La valutazione di laboratorio iniziale dovrebbe comprendere i seguenti esami: livelli di amilasi e di lipasi; esame emocromocitometrico completo con formula leucocitaria; quadro metabolico (azoto ureico, creatinina, glucosio, calcio); trigliceridi; emogasanalisi.9 L’amilasi e la lipasi, enzimi secreti dalle cellule acinose del pancreas, rappresentano i marker di laboratorio più frequentemente utilizzati per porre la diagnosi di pancreatite acuta5,10 (Tabella 25,11). Un aumento dei livelli sierici di amilasi e di lipasi può tuttavia essere aspecifico, e può essere influenzato da fattori come il tempo del prelievo dopo la comparsa dei sintomi, la presenza di altri processi patologici intra-addominali, la presenza di patologie croniche associate (ad esempio un’insufficienza renale).11,12 In pazienti alcolisti con pancreatite acuta i livelli di amilasi possono essere normali, in particolare nei casi in cui i pazienti hanno una storia di attacchi di pancreatite alcolica; in questi casi l’esecuzione di esami seriati può non essere utile. I livelli plasmatici di lipasi sono più sensibili e specifici rispetto ai livelli plasmatici di amilasi.11,13 Studi recenti hanno valutato alcuni altri marker biologici che potrebbero essere utili per determinare la gravità e la prognosi della pancreatite acuta (Tabella 25,11). Tra di essi, risultati promettenti sono stati ottenuti per i tripsinogeni e per le proteasi pancreatiche coinvolte nei processi di autodigestione tipici della pancreatite acuta. Altri potenziali marker sierologici comprendono il peptide di attivazione del tripsinogeno, la proteina C-reattiva, la procalcitonina, la fosfolipasi A2, nonché le citochine interleuchina-6 e interleuchina-8.11,12,14,15 La disponibilità clinica di questi marker è attualmente limitata; esiste comunque un notevole interesse circa la possibilità che i marker di risposta immunitaria e di danno pancreatico possano rivelarsi utili, in associazione ai metodi di imaging, per una valutazione affidabile della gravità della pancreatite acuta. Prognosi Nella distinzione tra pazienti con pancreatite acuta lieve e pazienti con pancreatite acuta grave sono importanti la tempestività della valutazione e la stratificazione del rischio. La distinzione riveste un’importanza critica, dal momento che i pazienti con pancreatite acuta grave necessitano spesso di un ricovero in un reparto di terapia intensiva. Per determinare la gravità della pancreatite sono disponibili diverse scale di valutazione. Alcuni studi recenti hanno cercato di confrontare tra loro la capacità predittiva delle diverse scale. Per la determinazione del rischio di outcome avversi (compreso il decesso) sono stati sviluppati e convalidati diversi16metodi, comprendenti i cosiddetti criteri di Ranson, la scala di Imre,17 la scala denominata Acute Physiology and Chronic Health Evaluation II (APACHE II),16 nonché l’indice di gravità mediante tomografia computeriz19 zata (TC) (Tabella 316-19). Secondo alcuni studi l’indice di gravità mediante TC presenterebbe alcuni vantaggi rispetto agli altri metodi. Un punteggio pari o superiore a 5 sarebbe ad esempio correlato ad un ricovero in ospedale prolungato ed a tassi 15 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 179 11-09-2007 10:01 Pagina 16 più elevati di mortalità e morbilità;20 tale punteggio si assocerebbe ad un aumento di 15 volte del rischio di morte. Non sono state invece descritte associazioni tra i tassi di mortalità o la durata del ricovero ed i risultati ottenuti applicando i criteri di Ranson od i punteggi della scala APACHE II.20 Anche secondo un altro studio l’indice di gravità mediante TC avrebbe un valore predittivo più forte, rispetto ai criteri di Ranson ed alla scala APACHE II, nell’individuare una pancreatite acuta grave;21 in tale studio, tuttavia, l’indice di gravità mediante TC è stato determinato 72 ore dopo il ricovero, mentre i criteri di Ranson ed i punteggi APACHE II sono stati determinati, rispettivamente, dopo 24 e 48 ore dal ricovero.21 Secondo un altro studio, di tipo osservazionale, l’indice di gravità mediante TC, quando viene determinato entro 48 ore risulterebbe meglio correlato, rispetto ai criteri di Ranson, allo sviluppo di complicanze ed ai tassi di mortalità.22 In considerazione dei diversi sistemi disponibili è stato messo a punto un metodo (Atlanta Classification of Severe Acute Pancreatitis)23 volto a consentire un confronto tra i diversi sistemi prognostici nell’individuazione di una pancreatite acuta grave. La Atlanta Classification si è rivelata utile anche per la standardizzazione dei risultati ottenuti dai diversi studi clinici. La Tabella 4 riassume le evidenze disponibili per quanto riguarda il confronto tra i diversi sistemi prognostici, ad esempio nella capacità di escludere una pancreatite acuta grave.8,21,24 Tanto più elevato è il punteggio prognostico, tanto più scarso risulta l’outcome clinico (compresa la mor- talità). Indipendentemente dai sistemi prognostici utilizzati, il riscontro di segni di insufficienza d’organo entro 24 ore dal ricovero aumenta in maniera significativa il rischio di morte; le risposte fisiologiche al trattamento vanno pertanto attentamente monitorate.25 I miglioramenti delle tecniche radiologiche di imaging Esami di imaging radiologico possono essere utilizzati per confermare od escludere la diagnosi clinica, per identificare la causa della patologia, per impostare e guidare la terapia. Le metodiche di imaging tradizionali comprendono la radiografia standard, l’ecografia addominale, la TC e la colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE); altre opzioni, più recenti, comprendono l’ecografia per via endoscopica e la colangiopancreatografia mediante risonanza magnetica (CPRM). Per definire la presenza di una colelitiasi può essere utilizzata un’ecografia transaddominale.9 La presenza di gas a livello dell’intestino può limitare l’accuratezza dell’imaging del pancreas; nei casi in cui la visualizzazione è possibile l’esame può evidenziare eventuali ingrandimenti dell’organo, modificazioni della struttura del tessuto pancreatico, la presenza di liquido a livello peripancreatico.26 La metodica standard di imaging della pancreatite acuta è la TC con mezzo di contrasto.27 La TC non è in genere indicata nei pazienti con pancreatite acuta lieve, non complicata, ed andrebbe riservata ai casi in cui si evidenzia un aggravamento, biologico o clinico.13 Non è chiaro se l’esecuzione di routine della TC determini o meno Tabella 2. Marker sierologici per la determinazione della diagnosi e della prognosi in pazienti con pancreatite acuta Esame di laboratorio Alanina transaminasi Tempo di Obiettivo insorgenza (ore) 12-24 Diagnosi ed eziologia Amilasi 2-12 Diagnosi Proteina C-reattiva 24-48 Stima della gravità Interleuchina-6 Interleuchina-8 Lipasi 18-48 12-24 4-8 Stima della gravità Stima della gravità Diagnosi Fosfolipasi A2 24 Stima della gravità Procalcitonina 24-36 Stima della gravità Peptide di attivazione Entro Diagnosi e stima del tripsinogeno alcune ore della gravità Indicazioni tratte dalle referenze bibliografiche 5 e 11 16 - settembre 2007 - Minuti Osservazioni cliniche / limitazioni Associata a pancreatite da calcolosi biliare; in presenza di pancreatite acuta, un aumento dei livelli di 3 volte o più possiede un valore predittivo positivo del 95% nella diagnosi di una pancreatite acuta da calcolosi biliare Più accurata quando i livelli sono almeno 2 volte superiori al limite superiore della norma; i livelli di amilasi e la sensibilità dell’esame diminuiscono con il passare del tempo dopo l’insorgenza dei sintomi Marker tardivo; livelli elevati sono associati a necrosi pancreatica Indicazione precoce della gravità Indicazione precoce della gravità Sensibilità più elevata nella pancreatite da assunzione di alcool; più specifica e sensibile dell’amilasi nel diagnosticare una pancreatite acuta Associata allo sviluppo di necrosi pancreatica e di insufficienza polmonare Stima precoce della gravità; concentrazioni elevate in presenza di necrosi infetta Marker precoce di pancreatite acuta MinutiScientifica 179 11-09-2007 10:01 Pagina 17 un aumento della durata del ricovero in ospedale;28 il rischio potenziale di mortalità indotta dal mezzo di contrasto limita, in alcuni pazienti, le possibilità di eseguire l’esame. L’imaging mediante risonanza magnetica non viene comunemente utilizzato; l’esame può essere indiTabella 3. Criteri clinici utilizzati dai sistemi di valutazione prognostica della pancreatite acuta Scala di valutazione APACHE II L’equazione per il calcolo del punteggio comprende i seguenti fattori: età, temperature rettale, pressione arteriosa media, frequenza cardiaca, PaO2, pH arterioso, potassio sierico, sodio sierico, creatinina sierica, ematocrito, conta leucocitaria, punteggio alla Glasgow Coma Scale, condizioni croniche di salute Punteggio: le indicazioni per il calcolo sono disponibili presso il sito http://www.sfar.org/scores2/apache22. html#calcul Indice di gravità mediante TC Grado TC A: indica un pancreas normale (0 punti) B: indica un pancreas edematoso (1 punto) C: equivale a B con l’aggiunta di lievi modificazioni extrapancreatiche (2 punti) D: indica gravi modificazioni extrapancreatiche più una raccolta di liquido (3 punti) E: indica raccolte di liquidi multiple o estese Punteggio di valutazione della necrosi Nessuna (0 punti) Più di 1/3 (2 punti) Più di un terzo ma meno della metà (4 punti) Più della metà (6 punti) Punteggio: grado TC + punteggio di necrosi Scala di valutazione di Imrie Età superiore a 55 anni Conta leucocitaria > 15000/mm3 (15,0 x 109/L) Glicemia > 180 mg/dL (10 mmol/L), in pazienti non diabetici Livelli sierici di lattico deidrogenasi > 600 U/L Livelli sierici di AST o di ALT > 100 U/L Livelli sierici di calcio < 8 mg/dL PaO2 < 60 mmHg Livelli sierici di albumina < 3,2 g/dL (32 g/L) Livelli sierici di urea > 45 mg/dL (16,0 mmol/L) Punteggio: un punto per ogni criterio soddisfatto entro 48 ore dal ricovero in ospedale Criteri di Ranson In occasione del ricovero o in occasione della diagnosi: Età > 55 anni Conta leucocitaria > 16000/mm3 (16,0 x 109/L) Glicemia > 200 mg/dL (11,1 mmol/L) Livelli sierici di lattico deidrogenasi > 350/L AST > 250 U/L Nel corso delle 48 ore iniziali: Diminuzione di più del 10% dell’ematocrito Aumento > 5 mg/dL (1,8 mmol/L) dell’azoto ureico Calcemia <8 mg/dL (2 mmol/L) Deficit di basi > 4 mmol/L (4 mEq/L) Sequestro di liquidi > 6000 mL PaO2 < 60 mmHg Punteggio: un punto per ogni criterio soddisfatto APACHE II: Acute Physiology and Chronic Health Evaluation; PaO2 = pressione parziale di O2 a livello arterioso; TC = tomografia computerizzata; AST = aspartato transaminasi; ALT = alanina transaminasi. Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 16-19 cato nei casi in cui occorra ottenere una migliore visualizzazione dell’infiammazione, della necrosi, o di eventuali raccolte di liquido a livello peripancreatico.13 La CPRE è utile nella valutazione di cause meno frequenti di pancreatite acuta, come ad esempio microlitiasi, pancreas divisum, stenosi del dotto pancreatico (di natura benigna o maligna).29 L’esecuzione di urgenza di una CPRE è indicata nei pazienti a rischio o con evidenze di sepsi biliare, nei pazienti affetti da pancreatite grave con ostruzione biliare, colangite, elevazione dei livelli di bilirubina, ittero persistente e ingravescente, oppure nei pazienti con dolore ingravescente ma con esame ecografico normale; questi pazienti possono infatti necessitare di un intervento chirurgico o gastroenterologico più urgente.30,31 In pazienti con grave pancreatite da calcolosi l’esecuzione precoce di una CPRE riduce i tassi di morbilità e di mortalità.32 La CPRM rappresenta una metodica più moderna, non invasiva, che viene a volte definita “pancreatogramma”.33 La CPRM può essere condotta pre-operatoriamente per determinare quali pazienti potrebbero trarre beneficio da una CPRE.27 La CPRM risulta altrettanto accurata della TC con mezzo di contrasto nel valutare la gravità della pancreatite o nell’identificare la presenza di una necrosi pancreatica.32 A differenza della CPRE, la CPRM non offre la possibilità di intervenire per l’estrazione di calcoli, per l’inserimento di uno stent, o per l’esecuzione di un esame bioptico. La CPRM è inoltre meno sensibile nell’individuazione di calcoli di piccole dimensioni (diametro inferiore a 4 mm), piccole lesioni ampollari, stenosi duttali.33 La CPRM è invece in grado di valutare cisti pancreatiche e peripancreatiche.34 La metodica risulta utile in pazienti in cui l’esecuzione di una CPRE non è possibile, oppure non ha avuto successo.32 Un’altra metodica recente è l’ecografia endoscopica. Il metodo è altamente accurato nel documentare la presenza di calcoli o di neoplasie, ma viene utilizzato meno frequentemente rispetto alla CPRE. L’ecografia endoscopica è utile in pazienti obesi e nei pazienti con ileo, e può essere utile per determinare quali pazienti con pancreatite acuta potrebbero31trarre i maggiori benefici da una CPRE terapeutica. L’ecografia endoscopica può essere utile per assistere durante il drenaggio endoscopico di cisti transmurali e di ascessi. L’introduzione dell’ecografia endoscopica e della CPRM ha ampliato lo spettro delle opzioni disponibili per la ricerca delle cause della pancreatite acuta. La Tabella 5 presenta un confronto della sensibilità e della specificità delle diverse metodiche di imaging disponibili.8,13,26,32 Trattamento della pancreatite acuta Nei pazienti con pancreatite acuta gli interventi terapeutici essenziali comprendono un’aggressiva terapia di ripristino della volemia, il controllo del dolore, un attento 17 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 179 11-09-2007 10:01 Pagina 19 Tabella 4. Outcome clinici e valore predittivo dei sistemi di valutazione prognostica della pancreatite acuta Sistema di valutazione Punteggio alla scala APACHE II >= 8 dopo 24 ore Outcome associati Rapporto di Rapporto di probabilità positivo probabilità negativo 1,7 - 4,0 0,25 Necessità di ricovero in reparto di terapia intensiva, pancreatite acuta grave, infezioni pancreatiche secondarie, necrosi pancreatica, mortalità, insufficienza di organi, aumento della durata del ricovero Punteggio >=3 Mortalità, pancreatite acuta grave, raccolte di liqui- 4,6 alla scala di Imrie do pancreatico Punteggio in base ai Gravi complicanze, pancreatite acuta grave, insuf2,4-2,5 criteri di Ranson >3 ficienza di organi, necrosi pancreatica, mortalità, a 48 ore aumento della durata del ricovero APACHE II = Acute Physiology and Chronic Health Evaluation. Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 8, 21, 24. monitoraggio della situazione emodinamica e della volemia, un’attenta valutazione delle necessità nutrizionali, il monitoraggio delle complicanze. Questi aspetti sono discussi in dettaglio in numerose review e lineeguida.6,9,35 Il presente articolo fornirà pertanto solo un sintetico aggiornamento riguardante alcuni recenti sviluppi in due importanti aspetti del trattamento, e cioè l’alimentazione del paziente ed il ruolo degli antibiotici. Le decisioni che il medico deve prendere riguardanti l’alimentazione dei pazienti con pancreatite acuta risultano spesso impegnative; almeno in parte le difficoltà derivano dal fatto che, “storicamente”, nei pazienti con pancreatite acuta era ritenuto necessario il cosiddetto “riposo pancreatico”. È stato invece dimostrato che in questi pazienti l’alimentazione enterale totale ottiene dei chiari effetti benefici nei pazienti. Secondo una meta-analisi condotta sull’argomento l’alimentazione enterale totale sarebbe altrettanto efficace, se non più efficace, rispetto all’alimentazione parenterale totale.36 Per definire quale Tabella 5. Confronto tra le tecniche di imaging della pancreatite acuta Tecnica di imaging Tomografia computerizzata con mezzo di contrasto Ecografia endoscopica Colangiopancreatografia con risonanza magnetica Efficacia Sensibilità 78% e specificità 86% per pancreatite acuta grave Sensibilità 100% e specificità 91% per calcolosi biliare Sensibilità 81-100% per calcoli del dotto biliare comune Valore predittivo negativo del 98% e valore predittivo positivo del 94% per calcoli del dotto biliare Altrettanto accurata della tomografia computerizzata con mezzo di contrasto nello stimare la gravità della pancreatite acuta e nell’identificare la necrosi pancreatica Imaging con risoSensibilità 83% e specificità 91% nanza magnetica nell’identificare una pancreatite acuta grave Ecografia Sensibilità 87-98% nell’identificatransaddominale zione di calcoli biliari Informazioni tratte dalla referenze bibliografiche 8, 13, 26 e 32. 0,36 0,47 tipo di alimentazione enterale totale (orale, naso-gastrica, naso-digiunale) sia in grado di ottenere i migliori benefici sugli outcome dei pazienti sono necessarie ulteriori ricerche. Secondo diversi studi randomizzati l’alimentazione naso-digiunale sarebbe in grado di ridurre morbilità e mortalità; tale effetto è probabilmente attribuibile alla prevenzione di necrosi infette, grazie all’inibizione della traslocazione batterica a partenza dall’intestino.15 L’alimentazione naso-digiunale risulta spesso l’opzione preferita nei pazienti con pancreatite grave; l’intervento non è possibile in presenza di ileo. Una delle complicanze tardive della pancreatite acuta grave è la necrosi pancreatica. Nei casi in cui il tessuto necrotico si infetta i tassi di mortalità aumentano. È stato dimostrato che nei pazienti con pancreatite acuta grave la somministrazione di antibiotici ottiene un miglioramento degli outcome. D’altro canto, un recente studio randomizzato e controllato, a doppio cieco, condotto su 114 pazienti con pancreatite acuta necrotica trattati con ciprofloxacina, metronidazolo o placebo, non ha descritto differenze significative tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda i tassi di necrosi pancreatica infetta, di complicanze sistemiche, nonché per i tassi di mortalità.37 Secondo una meta-analisi la somministrazione di antibiotici sarebbe invece in grado di ridurre i tassi di sepsi pancreatica, di infezioni extra-pancreatiche, di interventi chirurgici, ed i tassi di mortalità.38 Le evidenze riguardanti la somministrazione di antibiotici a pazienti con pancreatite necrotica non sono pertanto univoche; i benefici ottenibili vanno attentamente valutati in relazione ai rischi (effetti collaterali, sviluppo di infezioni micotiche, sviluppo di resistenza ai farmaci). In presenza di una necrosi infetta può essere necessario ricorrere all’asportazione chirurgica dei tessuti necrotici. Nei casi di necrosi sterile l’intervento chirurgico è indicato solo nei casi in cui le condizioni cliniche del paziente presentano un deterioramento, oppure nei casi in cui non si osserva un miglioramento. L’intervento chirurgico non viene in genere condotto prima che siano trascorse 2 settimane dall’insorgenza dei sintomi. È stato 19 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 179 11-09-2007 10:01 Pagina 21 Figura 1. Valutazione e trattamento della pancreatite acuta. Sintomi soggettivi Insorgenza acuta di un dolore addominale epigastrico costante, grave, con irradiazione al dorso, associato a nausea e vomito; il dolore si attenua se il paziente flette il tronco in avanti; anamnesi patologica: alcolismo cronico, calcolosi biliare. Sintomi oggettivi Lieve: paziente agitato, febbre non grave, tachicardia, lieve dolore alla palpazione a livello epigastrico. Grave: stessi sintomi descritti qui sopra, più dolore marcato alla palpazione dell’addome, con contrattura di difesa e distensione addominale; assenza dei borborigmi intestinali; segni sistemici di ipotensione, possibile una condizione di shock; ittero; possibili segni a livello polmonare (es. rantoli crepitanti, edema polmonare). Esami di laboratorio: aumento dei livelli sierici e/o urinari degli enzimi pancreatici (es. amilasi, lipasi, proteina C-reattiva, o peptide di attivazione del tripsinogeno); prendere in considerazione l’esecuzione di test di funzionalità epatica, calcemia, trigliceridemia, albuminemia, esame emocromocitometrico completo, emogasanalisi, glucosio. Imaging: Ecografia, TC con mezzo di contrasto o imaging con risonanza magnetica (in presenza di un aumento di creatinina sierica), e CPRM o CPRE (in presenza di un sospetto elevato di calcoli del dotto biliare comune) Diagnosi differenziale Consumo acuto o cronico di alcool; colelitiasi; ulcera peptica; ulcera perforata; appendicite in fase precoce; ostruzione del colon; ischemia mesenterica; farmaci; ipertrigliceridemia; ipercalcemia; infezioni; lesioni post-traumatiche; gravidanza; alterazioni polmonari, renali o cardiovascolari. Valutazione Pancreatite acuta lieve Pancreatite acuta grave Trattamento della pancreatite acuta lieve - Aggressiva reidratazione (es. destrosio in soluzione salina normale, 1 L/ora fino ad ottenere una normale emissione di urina) - Sollievo del dolore (morfina) - Una volta che il dolore migliora e gli esami di laboratorio si normalizzano, supporto nutrizionale enterale - Monitoraggio dei parametri emodinamici e di laboratorio/sierici Criteri di Ranson >=3 >3 APACHE II <8 >=8 Indice di gravità TC <7 >=7 Trattamento della pancreatite acuta grave - Prendere in considerazione il ricovero in un reparto di terapia intensiva - Eliminare l’alimentazione orale per le prime 48 ore - Aggressivo ripristino della volemia - Supporto nutrizione (preferibile per via enterale) - Se si sospettano calcoli ed ittero ostruttivo prendere in considerazione una CPRE d’urgenza - Sollievo dal dolore (morfina) - Identificare la presenza di necrosi pancreatica o peripancreatica - Se si sospetta un’infezione prendere in considerazione la somministrazione di antibiotici - Prendere in considerazione il consulto di un gastroenterologo, di un chirurgo, e/o di specialisti di interventi per via radiologica Figura 1. Algoritmo per la valutazione ed il trattamento della pancreatite acuta. (TC = tomografia computerizzata; MRI = imaging mediante risonanza magnetica; CPRM = colangiopancreatografia con risonanza magnetica; CPRE = colangiopancreatografia retrograda endoscopica; APACHE II = Acute Physiology and Chronic Health Evaluation). Informazioni tratte dalla referenze bibliografiche 4, 7-9, 11, 15 e 35. dimostrato che questo “ritardo” diminuisce i tassi di mortalità.9,39 Anche le tecniche chirurgiche disponibili sono in fase di evoluzione, ed alcune ricerche stanno confrontando l’efficacia dei diversi approcci. La Figura 1 riporta un riassunto delle tappe di importanza fondamentale riguardanti la valutazione diagnostica, la diagnosi differenziale, la valutazione prognostica ed il trattamento di pazienti con pancreatite acuta lieve o grave.4,7-9,11,15,35 B. Herrick lavora presso il Department of Family and Community Medicine della University of California at San Francisco, di San Francisco, California (Stati Uniti). La Dr.ssa T. Gipson è Instructor presso il Department of Family Medicine, School of Medicine, University of Rochester. La Dr.ssa S.P. Lee è Clinical Associate Professor presso la School of Medicine della University of Rochester. Gli autori non riferiscono conflitti di interessi con gli argomenti trattati nel presente articolo. Gli Autori La Dr.ssa J.K. Carroll è Research Assistant Professor presso il Department of Family Medicine, James P. Wilmot Cancer Center, School of Medicine, University of Rochester, di Rochester, New York (Stati Uniti). Il Dr. Note bibliografiche 1. Russo MW, Wei JT, Thiny MT, Gangarosa LM, Brown A, Ringel Y, et al. Digestive and liver diseases statistics, 2004. Gastroenterology 2004;126:1448-53. 2. Triester SL, Kowdley KV. Prognostic factors in acute pancreatitis. 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