Antropologia Alimentare

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Antropologia Alimentare
ANTROPOLOGIA ALIMENTARE
Introduzione
Quando affrontai per la prima volta questo tema mi fu spontaneo farmi delle domande:
Quanto durerà questo mio Viaggio?
Riuscirò a far comprendere cosa è l'Antropologia Alimentare?
Ma soprattutto, riuscirò a creare un momento magico con questa storia?
Se alle prime due domande è possibile rispondere abbastanza freddamente, l'ultima... resta la sfida.
Infatti, per poter rendere interessante un argomento, anche il più noioso bisogna emozionare e
molto!
Bene.. la sfida è cominciata.
La definizione accademica di antropologia alimentare è “Lo studio delle interazioni tra gli uomini e
i loro cibi, in un contesto non nutrizionale, che può descrivere i sistemi alimentari con il fine di
conoscere i comportamenti alimentari nelle diverse culture”
Ciò significa che attraverso l'antropologia alimentare noi possiamo studiare l'uomo, le sue relazioni
e la sua cultura attraverso il cibo, oppure capire cosa e perché mangiamo, studiando
“semplicemente” lo sviluppo umano, dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Quindi, il cibo diviene il mezzo per capire gli aspetti socioculturali che hanno portato l'uomo ad
interagire attraverso il cibo e a sviluppare dinamiche sempre più complesse in un percorso lungo
migliaia di anni.
La figura dell'antropologo alimentare è molto diversa da un critico gastronomico o da un cuoco;
esso non degusta o cucina, ma si interroga sul perché di un piatto o sulle origini di un ingrediente e
per farlo utilizza la storia e le origini dell'uomo stesso nella speranza di riconoscere quell'indizio
capace di svelare misteri persi... nella notte dei tempi.
Attraverso un indagine profonda sugli stili di vita di popoli via via influenzati da guerre o religioni
siamo oggi ciò che siamo perché migliaia di anni prima, ma anche solo qualche anno fa, il mondo
era diverso e certamente in un futuro non molto lontano sarà ancor più diverso da oggi.
Pertanto muovendoci tra le pieghe della storia:
Dal Pliocene ad oggi
Evoluzione dell'alimentazione nell'uomo è molto cambiata.
Nel Pliocene circa 5 milioni di anni fa gli ominidi erano molto primitivi come Ardipiteci,
Australopiteci e Parantropi. L'ambiente circostante ne condizionò le abitudini alimentari al punto
che la vita nelle foreste umide, boschi e praterie impose un'alimentazione fatta di frutta selvatica e
foglie ricche di acqua, tuberi. Quindi una dieta ricca di carboidrati a rapido assorbimento, poiché
ricchi di zuccheri semplici. Ovviamente, una dieta di questo tipo impose un assorbimento di
zuccheri elevato, e per le condizioni di vita un rapido “bruciare” di queste energie, privando l'uomo
di quelle scorte necessarie quali i grassi. Ma, il consumo di vegetali pose anche la condizione di
nutrirsi di molteplici fibre, cellulose delle quali l'uomo non era capace di trasformare in energia
(catabolizzare) e quindi una dieta ricca di fibre.
Questo regime alimentare ricco di vitamina C fece cessare la sintetizzazione della stessa, oggi
l'uomo deve alimentarsi di vitamina C per non contrarre malattie quali anemie o scorbuto.
Intorno al Paleolitico, circa 2.5 milioni di anni fa, l'uomo comincia a nutrirsi di cibi vegetali sempre
più consistenti, l'homo habilis, irrobustisce il proprio apparato masticatorio, accrescendo il corpo
alzandosi sempre più sulle due gambe. Grazie anche a questo suo sviluppo fisico è proprio in questo
periodo che incomincia a nutrirsi di carne, anche se inizialmente non la caccia , infatti come oggi
alcune scimmie, ricercava le larve di insetti, si nutriva di parassiti delle piante e carni di animali
morti, è in questo periodo che nascono le prime società di ricercatori di carne e cibo.
Con l'avvento dell'homo Erectus l'uomo tende a crescere di statura, ma riduce la lunghezza
dell'intestino in seguito ad un'alimentazione sempre più ricca di carne, un intestino lungo serviva
per assimilare meglio gli zuccheri in una dieta ricca di vegetali.
Intorno a 1.5 milioni di anni l'uomo si evolve scopre il fuoco e la possibilità di cuocere i cibi,
rendendo il cibo più appetibile e conservabile.
Si, certo il tempo impiegato per cuocere il cibo si allunga, ma il tempo di masticazione diminuisce
come pure il tempo di digestione. I cibi vegetali possono essere cotti e divengono più commestibili
e digeribili, amidi e proteine divengono più accessibili e facilmente attaccabili dagli enzimi
digestivi.
La dieta così migliorata permise lo sviluppo, intorno ai 100.000 anni a.c., di un buon cervello e con
l'avvento dell'uomo di Neanderthal e Sapiens, l'uomo diventa un buon cacciatore, astuto e pensante.
Pur essendo molto simile alle scimmie attuali si alimenta di carni e vegetali apportando alla dieta
tutti i nutrienti più importanti. Il cervello si amplia , si ciba di grasso utile a superare il freddo, ma
anche di grassi essenziali come quello del pesce (omega 3).
Con lo sviluppo dell'agricoltura, nel neolitico la produzione di cibo aumenta e l'agricoltura diviene
funzionale ai bisogni dell'uomo.
Alimentazione Oggi e quella dei nostri nonni o padri
Sembra strano e forse naturale rispondere che il nostro stile alimentare è diverso da quello dei nostri
nonni nel medesimo periodo di vita, ma ciò e nelle cose. L'evoluzione alimentare è legata
indissolubilmente all'alimentazione dei nostri nonni e dei nostri padri ma è sempre più minacciata
da fattori nuovi che condizionano pesantemente i nostri stili di vita e forse, già all'inizio del '900
condizionavano quella dei nostri vecchi: l'ECONOMIA.
Buono da mangiare o Buono da pensare?
Esiste una relazione molto importante tra ciò che è Buono da Mangiare e ciò che non lo è, ma anche
tra ciò che è buono da pensare e ciò che non lo è.
Buono da mangiare
Cattivo da mangiare
Buono da pensare
Cattivo da pensare
Ebbene, se proviamo a mettere in correlazione tutti e quattro i concetti potremo sempre trovare una
corrispondenza vera. Oggi un ragazzo pone come buono da mangiare i panini dei fast-foods e ciò è
per lui anche un buon pensiero, di certo non lo è per chi conosce le poco salutari conseguenze di
una alimentazione di questo tipo. Certo è solo un esempio di correlazione, ma ne possiamo fare a
centinaia; il punto è che esistono tre macro ragioni che condizionano e hanno condizionato i nostri
stili di vita alimentare:
• Religione;
• Territorio;
• Economia;
vediamo come...
Il mistero della vacca sacra
Molto spesso mi son chiesto per quale ragione, in India, la popolazione non macellasse e non
consumasse carne bovina, si lo so, la risposta più ovvia è la religione, ma perché quella religione
vieta all'uomo ciò che altre religioni permettono da secoli?
Marvin Harris ha provato a dare delle risposte.
Nella costituzione Indiana alla sezione dei “Principi direttivi della politica statale” si raccomandano
dei criteri per la promulgazione di leggi nei singoli stati dell'unione Indiana, e l'art. 48 proibisce di
“macellare vacche, vitelli e altri animali da latte e da tiro”.
Ad eccezione del Kerala e del Bengala Occidentale, tutti gli altri stati hanno promulgato leggi a
protezione delle vacche, ove per vacca (in questo caso) si indicano maschi e femmine della Specie
Bos Indicus, tipica dell'India.
Anche sacerdoti Indù e associazioni per la protezione delle vacche pongono forti proteste ne i
confronti del parlamento contro quegli stati che non adottano leggi di salvaguardia nei confronti di
quegli animali, per es. arrivarono molto spesso a creare crisi politiche nazionali se Kerala e Bengala
Occidentale non si fossero convertiti.
Alcuni numeri:
In India vi sono circa 180 milioni di Bos Indicus e 50 milioni di bufali, proprio perché nessuno li
mangia e li uccide, anche se questi sono malati, mal nutriti, vecchi o incapaci di riprodursi; essi
vagano per il paese e le vie cittadine nell'inutilità quasi totale.
L'India possiede una popolazione di + di 1,3 miliardi di individui.
Tutti questi individui hanno bisogno di alimentarsi tanto quanto gli altri, hanno bisogno di vitamine,
sali e proteine di origini animali come gli altri popoli, ma L'induismo, la + diffusa religione del
paese ne vieta il consumo e la macellazione, la protezione del bovino ne è un punto cardine.
L'induismo vivrà fin tanto che ci saranno uomini che proteggono le vacche.
Gli Indù venerano le vacche al punto che sono paragonate a divinità e per tanto le accudiscono forse
+ di come noi occidentali trattiamo i nostri cani o gatti. Esistono anche dei ricoveri per loro che
servono a proteggerli nel momento in cui fossero malati o troppo vecchi.
Se Siva è il dio vendicatore che cavalca un toro, Krsna il misericordioso ed il protettore dell'infanzia
è colui che porta a spasso le vacche, un vaccaro insomma.
Gli indù credono che sia sacro tutto ciò che proviene dalle vacche e dai tori.
I burro di vacca è il combustibile per le fiammelle che adornano i templi, mentre le statue sono
lavate con latte vaccino fresco.
Nelle feste si adora Krsna quale protettore dei bovini, si ergono statue di sterco e latte che dovranno
essere distrutte solo dal calpestio dei bovini, da lui tanto adorati e non dagli uomini, mentre della
polvere e dello sterco i fedeli se ne cospargono la fronte. Con lo sterco essiccato le donne puliscono
i pavimenti delle abitazioni. L'allevamento di una vacca è motivo di piacere spirituale e nessun
induista può privarsene la gioia.
Questo tipo di protezione della vacca è al pari della maternità.
La vacca produce latte, aiuta nei campi, concima le terre, la sacralità di questi animali è legata alla
teoria della TRASMIGRAZIONE, cioè si crede che l'anima da demone subisca 86 passaggi prima
di divenire vacca e nel successivo diverrà uomo. Di certo chi ucciderà una vacca potrà ritornare allo
stadio iniziale di demone e dovrà ricominciare tutto da capo.
La vacca condiziona anche la politica: L'indipendenza indiana è anche e soprattutto legata al fatto
che gli inglesi erano consumatori di bistecche, e ciò provocò una disobbedienza civile che portò
l'India all'indipendenza nel secondo dopoguerra.
Ma perché la protezione delle vacche è il tema centrale dell'induismo? … e poi perché la vacca e
non il maiale o il cavallo?
La religione ha condizionato la mentalità indiana ma le abitudini alimentari indiane hanno
condizionato la religione stessa.
L'induismo si radica intorno a circa 1800 anni a.c. ove la società indiana era composta dal popolo
Veda, un popolo di agricoltori e allevatori di bestiame, la società era suddivisa in 4 caste:
i sacerdoti Brahmani, i principi e governanti guerrieri Ksatriya, i mercanti ed i servi.
Bene, tutti questi non disdegnavano la carne, anzi ne praticavano il sacrificio rituale banchettando
con la loro carne, distribuendola quale ricompensa per la fedeltà mostrata.
Quindi abbondanti pasti carnei accompagnavano vittorie i battaglie o guerre, matrimoni ed altri riti.
Pertanto, nel primo millennio a.c. L'india consumava abbondante carne, così come citano i testi
sacri ed in particolare ciò che oggi è protetto: la vacca.
Si tese ad abbandonare l'uso della carne da vacca, quando al crescere della popolazione ci si accorse
che non si possedevano + le straordinarie riserve di carne fino ad allora possedute. L'agricoltura
stava sostituendo il normale pasto quotidiano e i latticini restavano l'unica fonte importante di
alimentazione di origine animale.
Il consumo di prodotti agricoli per foraggio non è utile economicamente adesso e non lo era allora.
La carne divenne troppo costosa da mantenere, ma gli agricoltori utilizzarono il bestiame come
importante aiuto nei campi ed un'inversione di tendenza nel cibarsene.
Solo le caste privilegiate continuarono per un certo periodo a nutrirsene, ma intorno al 600 a.c. I
nuovi capi religiosi dovettero fare i conti con una popolazione sempre + ostile ai sacrifici animali ed
in questo contesto si accentuarono le disuguaglianze. Nacque in questo periodo il Buddhismo,
religione contraria all'uccisione. Tra il 563 ed il 483 a.c. Buddha condannò l'uccisione degli animali
e degli umani, i sacrifici di animali e la macellazione, sostituendo la povertà e le buone azioni e le
preghiere come rituale di salvezza.
Altre religioni nacquero nel contempo molto più radicali e profonde, richiedendo la salvezza per
qualsiasi essere vivente compresi gli insetti. Esistono stanze speciali ove vengono raccolti i rifiuti e
sigillate in modo che gli insetti che vi si proliferano non siano uccisi accidentalmente dall'uomo, ma
solo dopo lunghi periodi (10-15 anni) le riaprono per vendere tutti gli insetti morti naturalmente ed
il suo contenuto come fertilizzante.
Il Buddhismo legato alle masse + povere (i contadini ed i servi) lottò per ben 9 secoli con
l'Induismo dei brahmiani, il grande potere buddhista legato alle masse impose all'induismo un
allineamento, con la protezione dei bovini, il vantaggio era quello di lasciare alla popolazione la
venerazione degli animali cosa che il Buddhismo non faceva poiché portava a cercare la salvezza
nella meditazione piuttosto che nelle preghiere.
Questi animali, oggi, sono raramente concorrenti dell'uomo, si nutrono di erba che trovano lungo le
strade e rendono pulito il paesaggio, utili al lavoro agricolo, mangiano prodotti poco commestibili
per l'uomo come scarti di lavorazioni o noci di cocco.
Forti fisicamente anche in condizioni di umidità (monsoni), allagamenti o siccità, riescono a reggere
per più di una dozzina d'anni, usati come animali da tiro, il concime animale è utilizzato come
combustibile utile per cucinare o concimare.
Uno studio ha dimostrato che i bovini in india costano meno dei trattori, in quanto i costi per i
trattori possono essere appiattiti da una produzione intensiva, ma visto che la maggior parte del
territorio indiano è legato a piccoli coltivatori l'investimento in un trattore risulta antieconomico
sotto molti punti di vista. Pur aumentando il numero di trattori in India, la diffusione dei bovini
rimane alta, anzi chi si è approvvigionato di macchine ora tende a ritornare al mezzo animale, non
ha bisogno di ricambi costosi, gasolio e produce latte!!
Latte e sterco sono un contributo prezioso.
Molti imprenditori indiani desiderano e praticano la vendita di animali da carne a quei paesi che
hanno fame di carne come quelli arabi in cambio di petrolio, ma un aumento di questa pratica
aumenterebbe il costo del prodotto agricolo con grossi problemi per i piccoli proprietari terrieri
nell'affittare animali da lavoro e quindi nel produrre prodotti della terra.
Altra condizione che subiscono i coltivatori è l'aumento di allevamento di vacche da latte piuttosto
che animali da tiro, infatti un eccesso di questi è venduto al mercato mussulmano.
I redditi famigliari da latte, sterco e lavoro prodotti da un animale incrementano di tre volte il
reddito di una famiglia povera.
Quindi in definitiva la vacca è l'unico animale che avvantaggia l'uomo sia nell'alimentazione,
tramite i suoi prodotti, sia con il suo aiuto nel lavoro mangiando molto poco!! La vacca garantisce
la vita umana anche senza la sua sistematica macellazione.