Che fare con le vacche dislocate? - Ex
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Che fare con le vacche dislocate? - Ex
Che fare con le vacche dislocate? Bisogna intervenire o eliminare la vacca dislocata? La scelta finale, dice questo esperto americano, è influenzata dal numero di parti, dal valore relativo della vacca, dall’attuale prezzo del latte, dai costi della rimonta e, ovviamente, dalla probabilità di successo. La descrizione di questo approccio decisionale verrà descritto nei prossimi mesi; nel frattempo, ecco qualche suggerimento su come usare un approccio decisionale cosiddetto “ad albero” in caso di dislocazione dell’abomaso. 1 Descrivere il problema. In primo luogo, bisogna definire la situazione: interpellate il veterinario per confermare la diagnosi di dislocazione; indicate l’età della vacca (rispetto al numero dei parti) e se è in lattazione. 2 Individuare le soluzioni possibili. In caso di dislocazione a sinistra dell’abomaso esistono tre opzioni principali: • Laparotomia correttiva (chirurgia). • Riposizionamento manuale. • Vendita della vacca come animale da carne. 3 Valutare le probabilità di ogni opzione. Di media, secondo la ricerca pubblicata, circa dall’80 al 90% delle vacche guariscono bene dopo l’intervento chirurgico, rispetto al 70-75% che guarisce dopo il procedimento di rotolamento. Queste percentuali dipendono dall’abilità del vostro veterinario, ma anche dalle condizioni della vacca quando viene diagnosticata la dislocazione. Il tasso di successo varia da un’azienda all’altra, ma questi dati generali vi danno comunque un punto da cui partire. Inoltre, circa il 15 – 25% del bestiame eliminato a seguito di una dislocazione è destinato al macello, o muore prima di arrivarci. E questo toglie un po’ di lustro alla terza opzione, quella di eliminare l’animale. >>> ExDairyPress Novembre/Dicembre 2005 Vi ricordate la vostra prima auto? E per quanto tempo cercavate di farla andare perché non vi potevate permettere di averne un’altra? Poi, man mano che il vostro potere di acquisto migliorava, migliorava anche la possibilità di cambiare in meglio il vostro mezzo di trasporto ormai scarsamente affidabile. Spesso, accade lo stesso per le vostre vacche, dice Michael Overton, specialista di medicina della produzione da latte del Centro di Istruzione e Ricerca della Facoltà di Veterinaria della Università della California. Quando i prezzi del latte sono bassi e gli incassi sono contenuti, spesso si fa quello che si può per conservare tutte le vacche in allevamento. Invece, man mano che le entrate aumentano migliorano anche le vostre possibilità di fronteggiare eventuali problemi sanitari, ad esempio le dislocazioni dell’abomaso, e potete scegliere una delle opzioni disponibili. Un nuovo strumento di software messo a punto da Overton vi può essere utile per decidere come affrontare una dislocazione: se intervenire chirurgicamente, oppure se riformare e sostituire la vacca con una manza. 41 < Che fare con le vacche dislocate? 4 ExDairyPress Novembre/Dicembre 2005 Calcolare il ritorno. Il vostro prossimo obiettivo è stabilire il ritorno marginale della vostra decisione, oppure quale opzione di trattamento potrebbe ottimizzare al meglio il reddito previsto, al netto dei costi alimentari. Il software preparato da Overton, che utilizza dei fogli di Excel, può prevedere fino a tre potenziali lattazioni. Il computer mostra che, quando i prezzi del latte sono alti, ha senso vendere più vacche con dislocazione, perché il maggiore flusso di denaro rende più facile sostituire la vacca con una manza da rimonta. Al contrario, quando i prezzi sono bassi, per essere remunerativa, la rimonta appena introdotta deve produrre molto più latte, quindi sarà necessario intervenire su un maggior numero di dislocazioni. 42 Per stabilire qual è la migliore soluzione per la vostra situazione, il programma chiede diversi dati, quindi usa delle equazioni per aiutarvi a prendere le migliori decisioni possibili. Per esempio, dovete indicare: • Il numero di lattazioni che ha avuto la vacca. • Il valore relativo della vacca nell’allevamento. Per esempio, se è una vacca nella media, allora il suo valore relativo è 100%. • La produzione di latte dell’allevamento. • Il rischio di eliminazione per produzione • Diversi altri dati specifici dell’allevamento, come la lunghezza del periodo di asciutta, il prezzo del latte e il costo medio di una manza da rimonta. Il programma quindi stima le probabilità e i costi relativi a ciascuna opzione di trattamento, tra cui: • Il valore previsto del reddito al netto della alimentazione dopo l’intervento. • La perdita di latte dopo l’intervento. • Il costo ammortizzato della rimonta per vacche sane e vacche di scarso valore per il mercato. Come funziona “In base agli assunti del modello, la correzione con laparotomia correttiva e l’approccio rotolamento spesso presentano valori simili, una volta che sono stati considerati i costi della procedura, della fase successiva e dei ritorni previsti,” nota Overton. La vostra scelta finale è influenzata dal numero di parti, dal valore relativo della vacca, dall’attuale prezzo del latte, dai costi della rimonta e, ovviamente, dalla probabilità di successo. Per esempio, mettiamo che abbiate una vacca con dislocazione a sinistra che è in seconda lattazione da meno di 30 giorni. È una vacca media, quindi il suo valore relativo è il 100% in Salute un allevamento che ha una media di 11.000 kg all’anno. Usando un valore della rimonta di 2.000 dollari, un prezzo delle vacca da macello di $ 500,85 ed un prezzo del latte di $13.50 per 100 libbre(circa 0,31 centesimi di Euro/kg), come pure gli assunti inclusi nel programma, l’intervento porta ad un guadagno previsto (al netto dei costi alimentari) di $2.255, quindi di poco superiore alla soluzione con rotolamento che è di $2.241. (Nota: il guadagno previsto al netto dei costi alimentari non deve essere confuso con il profitto; è semplicemente un modo di stabilire dei previsti ritorni marginali quando si considerano la produzione di latte e i costi alimentari). Si possono facilmente cambiare i dati per avere la previsione in altre situazioni. Quindi, potete stabilire la migliore soluzione di intervento per ciascuna vacca e per la vostra azienda, man mano che le situazioni cambiano. Questo non è il primo programma decisionale “ad albero” per affrontare il problema delle dislocazioni che è stato sviluppato. La dottoressa Pam Ruegg, veterinaria del servizio Extension della Università del Wisconsin e specialista della qualità latte, ne aveva pubblicato uno simile sul numero del 15 agosto 1989 del Journal of the American Veterinary Medical Association. Per maggiori informazioni su questo programma, potete scrivere al professor Overton all’indirizzo: [email protected] ● Titolo originale: “What should you do about LDAs”? Autore: Shannon Linderoth Per concessione di: Dairy Herd Management, ottobre 2005 Copyright: Vance Publishing Corporation, Shawnee Mission, Kansas, USA Sito web: