Nasce a Tunisi il 3 febbraio 1885 da padre inglese, uomo d`affari

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Nasce a Tunisi il 3 febbraio 1885 da padre inglese, uomo d`affari
Nasce a Tunisi il 3 febbraio 1885 da padre inglese, uomo d'affari consigliere del Bey, e da
Ester Levy, livornese. La famiglia si trasferisce in Italia dopo che Moses ha fatto i suoi
primi studi alla Scuola italiana e al Liceo francese Carnot. Dopo un soggiorno a
Vallombrosa e poi a Firenze, i Levy si stabiliscono a Rigoli, nella provincia pisana.
Nel 1900 Moses frequenta a Lucca l'Istituto d'Arte, in compagnia di Lorenzo Viani e
Spartaco Carlini; tre anni dopo con Viani segue a Firenze i corsi di Fattori alla Scuola
Libera del Nudo ed entra in rapporto con l'ambiente de Le Giubbe Rosse, Libero
Andreotti, Papini, Spadini, Tozzi, De Witt.
Partecipa a Roma nel 1902 all'Esposizione del Bianco e Nero, nel 1903 a Firenze alla
Società di BB.AA. e a Palazzo Corsini, nel 1906 a Milano alla Mostra di BBAA. Il grande
esordio espositivo avviene a Venezia nel 1907 con l'ammissione alla VII Esposizione
Internazionale d'Arte, dove espone una tempera (La raccolta delle olive) e sei disegni a
penna.
Dopo la morte del padre, nel 1908 Levy rientra a Tunisi e affina la conoscenza delle
tecniche incisorie; dopo qualche anno torna a Rigoli e nel 1918 si trasferisce a Viareggio.
Qui partecipa alla vita culturale versiliese, in rapporto di fraterna amicizia con Viani, Pea,
Salvatori, coinvolto negli umori che animavano la simbolica «Repubblica di Apua». Sono
gli anni delle Spiagge, preziose di luce e di vivida colorazione. La sua partecipazione alle
esposizioni italiane e internazionali è continua sin dal primo decennio del secolo.
Nel 1911 alla Camera di Commercio e d'Arte Italiana a Tunisi (vi espone La raccolta
delle olive e 20 tra disegni e incisioni); a Roma nel 1912 alla LXXXI Esposizione
Internazionale della Società Amatori e Cultori, a Firenze alla Primaverile; nel 1913 a Roma
alla I Mostra d'Arte della Secessione, alla quale partecipa anche negli anni successivi; nel
1914 è alla XI Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia ed è invitato alla II Esposizione
d'Arte della Secessione a Roma con dodici opere grafiche. Nello stesso anno, a Firenze
all'Esposizione Internazionale della Grafica gli è assegnato il I Premio per Contadino
toscano.
In questi anni Levy si dedica intensamente alla grafica, alternandola alla pittura, su temi e
soggetti nordafricani e della Versilia contadina. In particolare, è la grafica che lo porta in
contatto, tramite Renato Natali, con l'ambiente del Caffè Bardi, dove l'impegno
espressivo affidato alla litografia, all'acquaforte o al grande disegno non è certo marginale
nelle testimonianze di Benvenuti, Pierotti Della Sanguigna, Charles Doudelet (che è
ponte con la produzione incisoria d'ispirazione socialista, specie belga e olandese) e
naturalmente di Natali che nel 1911-13 realizza una splendida serie di acqueforti e
litografie.
La grafica di Levy propone immagini intense che evolvono dalla lezione fattoriana
«all'adesione alle ricerche moderniste e francofone di Viani e Costetti», come rilevato da
Giannotti-Pizzorusso, con una sperimentazione innovativa del linguaggio grafico in
rapporto alla pittura.
Nel 1916 espone a Forte dei Marmi con Cecconi, Frediani, Mùller e Elisabeth Chaplin.
Nel 1917 a Roma tiene una personale nel Foyer del Teatro Quirino con 16 dipinti e 69
opere grafiche (tra le quali Le due amiche e il negro e la cortigiana).
Alla fine degli anni Venti, Moses compie viaggi in Algeria, Marocco, Andalusia,
Portogallo e nel nord dell’Europa. Nel 1921 espone alla I Biennale d'Arte Moderna di
Roma nella sezione Bianco e Nero. L'anno successivo Antonio Anthony De Witt gli
presenta una personale alla Galerie Leopold Robert a Neuchàtel.
Insieme a Llewelyn Lloyd e Renato Natali tiene nel 1923 una personale a Bottega d'Arte
(dove espone 43 opere tra grafiche e dipinti) e si presenta in una nuova 201 personale a
Tunisi, con 50 dipinti e 39 incisioni.
Nel 1928 fa una personale da Scopinich a Milano e partecipa alla XVI Esposizione
Internazionale d'Arte di Venezia, dove tornerà nel 1930,1936 e 1950.
Apre studio a Montparnasse e aderisce all'École de Paris; conosce Moise Kisling e Marc
Chagall, sente il fascino della forza decorativa matissiana e di quella cromatica di Van
Dongen. Nel 1939 si stabilisce nuovamente a Tunisi per sottrarsi al clima di persecuzione
razziale che si diffonde in Francia e vi realizza numerose esposizioni.
Con Antonio Corpora, Pierre Boucherle e Jules Lellouche è tra i fondatori del Groupe des
Quatre, ampliatosi in seguito nel Groupe des Dix per divenire infine l'École de Tunis. Levy
torna nel 1945 a Firenze, da dove sviluppa un'intensa, corrispondenza espositiva tra
l'Italia e la Tunisia. Nel 1962 si stabilisce a Viareggio, dove muore il 2 aprile 1968.
G. Magonzi in Catalogo il Caffè Bardi di Livorno (1909 – 1921) Le arti all' incontro, a cura di G.
Magonzi e M. Pierleoni, Galleria d'Arte Athena, Livorno, 20 settembre - 15 Novembre 2008.
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