ProPR 2014-16 - RAPPORTO 2015
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ProPR 2014-16 - RAPPORTO 2015
PIANO REGOLAZIONE OFFERTA DEL PARMIGIANO REGGIANO TRIENNIO 2014 - 2016 Ai sensi del Reg. (UE) n. 1234/2007 e del D.M. 15164 del 12/10/2012 RELAZIONE SULLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PIANO NELL’ANNO PRODUTTIVO 2015 1 INDICE 1. Premessa pag. 3 2. Monitoraggio del mercato del formaggio e dei prodotti collegati pag. 4 2.1 La filiera Parmigiano Reggiano nel 2015 2.1.a Il latte lavorato 2.1.b La produzione di formaggio 2.1.c Il mercato alla produzione 2.1.d Le giacenze 2.1.e Le esportazioni 2.1.f 2.2 Gli acquisti per consumo domestico nei canali della grande distribuzione Il quadro generale del comparto lattiero caseario 2.2.a La situazione mondiale ed europea 2.2.b Il quadro nazionale dei formaggi vaccini dop 3. Attuazione 2015 del piano approvato 3.1 Verifica di applicazione della contribuzione aggiuntiva 3.2 Altri aspetti di gestione del Piano pag. 15 4. Valutazione dell’impatto del piano nell’anno 2015 pag. 16 5. Aggiornamento sulle misure adottate e da adottare pag. 17 5.1 La gestione operativa del Piano 5.2 Le azioni da completare 5.3 Il rinnovo del Piano 2 1. PREMESSA La presente relazione annuale è redatta in attuazione del DM Mipaaf del 26 maggio 2015 n. 5623 di approvazione del Piano Regolazione offerta Parmigiano Reggiano 2014-2016, ed in conformità alla normativa ad esso collegata (Reg. (UE) n. 1234/2007 e D.M. 15164 del 12/10/2012). Ai sensi del punto 5. N 3) del documento Mipaaf “Criteri per la valutazione e l’istruttoria dei Piani di regolazione dell’offerta dei formaggi Dop e Igp”, la relazione si articola nelle seguenti sezioni tematiche: • monitoraggio del mercato del formaggio e dei prodotti collegati; • attuazione del Piano approvato; • valutazione sull’impatto del Piano nell’anno 2015; • aggiornamento sulle misure adottate e da adottare. 3 2. MONITORAGGIO DEL MERCATO DEL FORMAGGIO E DEI PRODOTTI COLLEGATI Prima di approfondire l’esame delle condizioni di mercato del 2015, appare opportuno sottolineare le caratteristiche specifiche della filiera del Parmigiano Reggiano in relazione al rapporto con il latte e altri formaggi, che la rendono unica rispetto agli altri formaggi della categoria “duri”, sia dop che non dop. In particolare va’ evidenziata la sostanziale esclusività di impiego del latte prodotto dalle stalle inserite nel sistema di controllo della Dop. La Tabella 1 mostra come nel 2015 il latte sia stato destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano per oltre il 99,7%. Solo lo 0,27% è stato destinato ad usi diversi, e si lega prevalentemente a piccolissime produzioni residuali di formaggi non dop destinati agli spacci aziendali. Tabella 1 – Incidenza latte idoneo alla trasformazione in DOP nel 2015 e destinato ad usi diversi dalla produzione di Parmigiano Reggiano Latte totale lavorato dai Caseifici 2015 (a), .000 ton Latte destinato ad usi diversi da Parmigiano 1.745,9 4,8 Reggiano 2015 (b), .000 ton Incidenza % (b/a) 0,27% Fonte: elaborazioni su dati CFPR e Ocq-PR. Nella filiera del Parmigiano Reggiano, pertanto, il rapporto “vacche – latte – formaggio” è sostanzialmente esclusivo. Questa condizione deriva dal fatto che il disciplinare prevede norme più restrittive, e quindi costi di produzione più elevati (in condizioni medie fino al 15/20% in più), rispetto a tutti gli usi alternativi, sia altri formaggi, latticini o latte alimentare. Quindi l’eventuale destinazione del latte ad altri usi non avviene in quanto non è remunerativa. L’osservazione dei trend mensili del latte lavorato a Parmigiano Reggiano mostra che questi seguono tipicamente la curva di stagionalità della lattazione e le variazioni ulteriori si legano alla 4 modifica della consistenza della mandria nelle stalle. Se i prezzi sono remunerativi vengono inserite nuove vacche. Se non sono remunerativi calano le vacche. Per le ragioni descritte la regolazione del Parmigiano Reggiano passa direttamente e biunivocamente dalla regolazione del latte. E, di conseguenza, per queste stesse caratteristiche la regolazione dell’offerta non scarica effetti su altri formaggi Dop e nemmeno su altri derivati lattiero caseari. Ciò premesso, si riporta di seguito un’analisi aggiornata sullo stato della filiera Parmigiano Reggiano nel 2015, e ad esso correlato un inquadramento della situazione di mercato generale. 2.1 LA FILIERA PARMIGIANO REGGIANO NEL 2015 2.1.a Il latte lavorato In base ai dati consuntivi 2015 rilevati dell’Organismo incaricato dei controlli nella filiera (OcqPR), nel 2015 sono stati lavorati per la produzione di Parmigiano Reggiano 17,46 milioni di quintali di latte. Tale volume è sostanzialmente stabile rispetto al 2014, quando si era attestato a 17,52 milioni di quintali di latte. Nel complesso, tra il 2012 ed il 2015, il volume di latte lavorato si è mantenuto sostanzialmente stabile. 2.1.b La produzione di formaggio Nel 2015 il numero di forme marchiate all'origine ha registrato un aumento limitato allo 0,1% rispetto al 2014. In valori assoluti l'incremento corrisponde a 4.930 forme ed ha portato la produzione accertata ad un totale di 3.302.653 forme, corrispondenti ad un peso equivalente a dodici mesi pari a 132.829 tonnellate. Il lieve incremento rilevato nel 2015 conferma la produzione a livelli prossimi al massimo produttivo raggiunto nel 2012, al termine di un triennio di forte crescita. 5 Tab. 2 - Numero di caseifici e produzione per provincia (2014-2015) Bologna Mantova Modena Parma Reggio Emilia Comprensorio 2014 Nr. caseifici* Nr. Forme ** 73.399 9 367.824 25 72 641.643 1.180.047 158 1.034.810 99 363 3.297.723 2015 Nr. caseifici* Nr. Forme ** 74.466 9 353.569 22 70 649.252 1.177.170 157 1.048.196 96 354 3.302.653 Var. % 2015/14 +1,5 -3,9 +1,2 -0,2 +1,3 +0,1 *Caseifici produttivi ** N. forme accertate incluse le rettifiche anni precedenti Fonte: Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano. In riferimento alla distribuzione per zona altimetrica, il trend non evidenzia differenze significative (Tab. 3). Con un totale di 714.415 forme, la montagna ha conservato una quota pari al 22% del totale della produzione marchiata all'origine. Tab. 3 - Numero caseifici e produzione per zona altimetrica (2014-2015) Montagna Pianura e collina Comprensorio 2014 Nr. caseifici Nr. Forme 105 716.166 2.581.557 258 3.297.723 363 2015 Nr. caseifici Nr. Forme 102 714.415 2.588.238 252 3.302.653 354 Var. % 2015/14 -0,2 +0,3 +0,1 Fonte: Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano Anche nel 2015 si è infine confermato il processo di lenta ma continua concentrazione della produzione in un numero minore di caseifici di dimensione più grande ed efficiente. Rispetto ai 363 caseifici operativi nel 2014, le matricole produttive nel 2015, comprese quelle che hanno prodotto solo per un periodo dell'anno, sono state 354. Di questi caseifici totali, 102 sono localizzati in montagna (105 nel 2014). Il 65 % delle latterie sono rappresentate da imprese gestite in forma cooperativa, la cui produzione nel 2015 – pari a pari a 2.339.994 forme - è diminuita su base annua dello 0,5%. Più consistente in termini relativi la contrazione accusata da caseifici aziendali annessi agli allevamenti, la cui produzione si è attestata a 286.527 forme(-1,1%), mentre per i caseifici di tipo artigianale si è rilevato un incremento del 2,9%. 2.1.c Il mercato alla produzione La fase di flessione che aveva caratterizzato l'andamento dei prezzi all'origine nel corso dell'anno precedente, si è arrestata nel 2015. Tuttavia, i primi segnali concreti di un'inversione di mercato 6 sono comparsi solo verso la fine dell'anno per poi consolidarsi in modo più continuativo nei primi mesi del 2016. Al termine di una pressoché ininterrotta serie di ribassi, le quotazioni camerali del Parmigiano Reggiano di 12 mesi si sono stabilizzate tra novembre 2014 e gennaio 2015 ad un minimo di 7,45 €/kg (CCIAA di Parma – Borsa di riferimento Comprensoriale), un valore che i produttori del comprensorio non sperimentavano dalla precedente crisi di mercato. Nei mesi successivi sono interventi solo lievi ritocchi al rialzo che all'inizio dell'estate hanno portato i listini a toccare un massimo stagionale di appena 7,75 €/kg. Dopo una nuova fase di assestamento al ribasso, solo dalla seconda metà di ottobre si è assistito ad una ripresa più consistente che ha portato l'ultimo listino del 2015 a quota 8,00 €/kg ed è proseguita anche nel primo bimestre dell'anno in corso. L'inizio dell'inversione del ciclo di mercato è stato preceduto da un cambio di segno nell'andamento dei fondamentali di mercato che propria alla vigilia della crisi avevano registrato un progressivo peggioramento. Considerando le dinamiche più strettamente collegate al mercato del Parmigiano Reggiano, le cause dell'ultima caduta delle quotazioni sono da ricondurre principalmente alla forte crescita della produzione registrato tra il 2010 e il 2012 e alla successiva stabilizzazione che hanno significativamente spostato il punto di equilibrio del mercato. Lo dimostra la notevole crescita delle scorte di magazzino precedente l'ultima caduta delle quotazioni, che è stata determinata dal forte aumento delle disponibilità per il consumo interno. Gli effetti dell'eccesso di offerta hanno continuato a manifestarsi per buona parte del 2015, nonostante la conferma dei buoni risultati dell'export ed il recupero dei consumi domestici di Parmigiano Reggiano rispetto alla contrazione accusata dalla totalità dei formaggi duri di latte vaccino. La ripresa dell'ultimo trimestre dell'anno - confermata anche dal buon andamento delle quotazioni in avvio del 2016 – è intervenuta solo con la comparsa dei primi segnali di calo delle scorte Considerato l'andamento dei primi nove mesi del 2015, la media annua delle quotazioni del Parmigiano Reggiano di 12 mesi ed oltre (qualità scelto 12% fra 0-1 per frazione di partita) formulate dalla Commissione di riferimento per il Comprensorio, pari a 7,65 €/kg, ha registrato una flessione su base annua del 7,4%. Se si considerano i bollettini di mercato pubblicati dalle sezioni provinciali del Consorzio, la media annuale ponderata per il numero dei contratti risulta pari a 7,67 €/kg rispetto a 8,06 €/kg calcolato nel 2014 (-5%). L'andamento dei prezzi del Parmigiano Reggiano di 24 mesi ha ricalcato il trend del prodotto fresco, anche se la ripresa nella seconda metà dell'anno è intervenuta con maggiore ritardo. Alla Borsa merci di Parma il Parmigiano Reggiano di 24 mesi ed oltre ha segnato una media di 8,83 7 €/kg, una quotazione inferiore dell'8% rispetto al 2014 (9,61 €/kg). Sul mercato di Milano i listini dello stagionato hanno chiuso su una media di 9,48 euro/kg in confronto a 10,20 euro/kg del 2014 (-7%). Grafico 1 - Prezzi Parmigiano Reggiano di 12 mesi (Iva esclusa, Franco caseificio) Fonte: contratti pubblicati dalle sezioni provinciali CF P-R e CCIAA Parma Grafico 2 - Prezzi all’ingrosso Parmigiano Reggiano di 24 mesi (IVA esclusa) Fonte: CCIAA di Parma 8 2.1.d Le giacenze Il monitoraggio su base campionaria degli stock si avvale della collaborazione di 16 grandi magazzini generali i quali dispongono di una capacità complessiva di oltre 2 milioni di forme, ovvero più del 50% della produzione annua di Parmigiano Reggiano. I dati raccolti dal campione rappresentano attualmente l'unica fonte utile per l'analisi della dinamica delle scorte, poiché, con la soppressione del regime di aiuto all’ammasso privato, non sono più disponibili le informazioni relative all’andamento degli ammassi che in passato avevano goduto del contributo comunitario alla stagionatura. Guardando alla serie storica degli ultimi anni, l'andamento delle scorte è stato caratterizzato da un significativo aumento dei volumi stoccati a partire dal 2012 contestualmente al sensibile incremento della produzione. L'aumento è risultato così repentino da determinare il recupero di gran parte dei volumi che erano stati smaltiti nel corso dei cinque anni precedenti. Pur registrando un progressivo rallentamento, la crescita delle giacenze è proseguita anche nel biennio successivo così come per gran parte del 2015. I primi segnali dell'inversione di tendenza sono emersi dal mese di ottobre del 2015, quando si è registrato, dopo molto tempo, un cambio di segno nell'andamento degli stock. Tali segnali si sono rafforzati negli ultimi due mesi del 2015 tanto che la rilevazione campionaria condotta al 31 dicembre ha indicato un volume complessivo stoccato del 4,5% inferiore rispetto al numero di forme presenti nei magazzini alla stessa data dell'anno precedente. Il monitoraggio concluso a gennaio 2015 indicava, al contrario, una differenza pari al +4,2%. Anche le prime rilevazioni mensili dell'anno in corso sembrano confermare l'inizio di una fase di smaltimento delle scorte. 9 Grafico 3 - Variazioni giacenze di Parmigiano Reggiano (campione di magazzini generali) Fonte: Elaborazioni CRPA su rilevazioni dirette La dinamica delle giacenze di Parmigiano Reggiano di oltre 18 mesi ha seguito nel 2015 un andamento analogo. Prima dell'autunno la crescita era risultata in termini relativi superiore rispetto al totale delle scorte e compresa tra il 5 ed il 7%. Ad ottobre si è registrato per la prima volta nel corso dell'anno un cambio di segno con una differenza pari al -1,1%, mentre alla fine del 2015 il calo tendenziale si è attestato all'8,6%. 2.1.e Le esportazioni Le rilevazioni Istat relative all’export di Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel 2015 – seppure ancora parziali - confermano il trend di continua espansione sui mercati esteri. Da gennaio a novembre dell'anno passato la domanda dall'estero delle due DOP – escluso il prodotto venduto grattugiato – è aumentato in volume del 7,1% in confronto al medesimo periodo dell'anno precedente. Nello stesso periodo, l'aumento delle esportazioni di porzionato e forme ha interessato le più importanti destinazioni comunitarie, come Germania (+3,5%) e Francia (+2,3%) e con la sola eccezione del Regno Unito, per il quale si segnala un calo contenuto allo 0,6%. In questi tre 10 mercati, che concentrano più di un terzo dell'export delle due DOP, la quota rappresentata dal Parmigiano Reggiano e stimabile al 45%. Nel 2015 si è inoltre consolidata la forte ripresa delle spedizioni verso Spagna e Grecia, così come alcuni mercati del Nord Europa che, minori per volumi ma in forte espansione, hanno confermato un notevole dinamismo. E' il caso in particolare della Danimarca ed in particolare della Svezia, dove l'export nell'arco di un quinquennio è cresciuto di oltre il 50%. Tab. 4 - Esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano (tonnellate) PAESE 2011 2012 2013 2014 gen-nov 2015 Var % * 2015/14 Germania 15.117 16.123 17.618 18.251 17.178 +3,5 Francia 6.384 6.968 7.316 7.488 7.241 +3,6 Regno Unito 5.964 6.001 6.024 6.572 5.991 -0,6 Spagna 2.204 2.197 2.493 3.221 3.239 +10,2 Austria 2.145 2.226 2.562 2.540 2.287 -0,8 Belgio 2.173 2.222 2.562 2.410 2.226 +1,8 Svezia 1.564 1.678 1.820 1.920 2.009 +14,4 Grecia 1.952 1.682 1.872 1.834 1.843 +13,7 Danimarca 1.371 1.329 1.407 1.462 1.481 +10,3 Svizzera 5.766 5.615 5.506 5.904 4.990 -5,9 976 1.264 1.605 919 278 -69,5 4.943 6.096 6.183 6.940 7.313 +14,7 EUROPA 50.559 53.401 56.968 59.461 56.076 +3,2 Stati Uniti 10.237 10.659 11.130 10.556 12.379 +28,3 Canada 2.827 3.031 3.222 3.114 2.981 +10,2 Giappone 1.303 1.852 1.936 1.830 1.757 +1,3 Altri Paesi asiatici 1.494 1.892 1.872 2.342 2.512 +15,9 69.085 73.747 78.064 80.616 78.830 +7,1 Russia Altri europei TOTALE *variazione rispetto al periodo gennaio-novembre 2014 Fonte: Istat Anche nei primi undici mesi del 2015 i flussi di esportazione verso il resto d'Europa sono stati rallentati dal calo della domanda dalla Svizzera e dal blocco delle importazioni imposto dalla Russia. Prima dell'embargo ai prodotti Ue, introdotto nell'agosto 2014, la domanda di Parmigiano Reggiano da parte della Russia aveva dato segnali di forte espansione. 11 Al contrario, la forte crescita dell'export verso i mercati extra europei è in larga misura il risultato del notevole aumento delle esportazioni dirette verso Stati Uniti (+28,3%) e Canada (+10,2%), sostenuto dal deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro. Inoltre anche l'Asia ha confermato nello stesso periodo tassi di crescita interessanti nonostante l'incremento piuttosto contenuto delle spedizione dirette in Giappone. Infatti sono continuate a crescere le esportazioni verso le destinazioni minori del continente, come la penisola araba e la Corea del Sud. Pur rappresentando ancora volumi modesti, si tratta di segnali incoraggianti in prospettiva di una maggiore penetrazione su mercati emergenti che offrono ampi margini di sviluppo. 2.1.f Gli acquisti per consumo domestico nei canali della grande distribuzione Fino a novembre 2015 è rimasto attivo il servizio di monitoraggio dei consumi domestici di formaggi duri di latte vaccino curato dalla società specializzata Nielsen. Nell'anno in corso il servizio verrà sostituito da uno del tutto analogo prestato dalla medesima agenzia e coordinato da ISMEA su mandato dell'associazione dei consorzi di tutela delle principali indicazioni geografiche italiane (AICIG). Per quanto riguarda l'anno passato, l'ultimo aggiornamento disponibile riguarda gli acquisti di Parmigiano Reggiano e altri formaggi duri nei punti vendita della distribuzione moderna al 29 novembre 2015. La rilevazione del venduto relativo alle referenze sia a peso fisso che a peso variabile si è basata sulla tecnologia di lettura dei dati di tipo scanner presso un campione di 3.122 punti vendita. Tale sistema ha consentito la restituzione dei relativi report con una frequenza quadrisettimanale e con un dettaglio per formato, area geografica e tipologia di punto di vendita (ipermercati, supermercati, liberi servizi non indipendenti). Il quadro fornito da Nielsen relativo al periodo compreso tra gennaio e novembre 2015 (29/12/2014 – 29/11/2015) indica una flessione degli acquisti di formaggi duri del 2,3% a volume in confronto al medesimo periodo dell'anno precedente. Tuttavia, in controtendenza rispetto alle altre DOP, il Parmgiano Reggiano ha mostrato un trend positivo, con una ripresa in quantità pari al 3,1%. Di segno analogo la tendenza degli acquisti dei formaggi duri generici, che hanno confermato i risultati emersi anche dalle rilevazioni relative agli anni precedenti. 12 Tab. 5 - Acquisti di formaggi duri - distribuzione moderna e dettaglio tradizionale Parmgiano Reggiano Totale formaggi duri tonnellate 30/12/2013 - 30/11/2014 29/12/2014 – 29/11/2015 31.021,5 31.980,7 89.433,7 87.358,0 Var. % 3,1 -2,3 Fonte: Nielsen-Scantrack Nei primi undici mesi del 2015 la quota rappresentata dal Parmigiano Reggiano si è portata dal 34,7 al 36,6% sul totale degli acquisti presso i punti vendita della distribuzione moderna. A causa del calo in volume superiore al totale dell'intera categoria, la quota delle altre DOP è invece diminuita dal 49 al 46,4%. Gli acquisti di formaggi duri generici hanno rappresentato il 17% del totale, aumentando la propria quota di quasi un punto percentuale. La ripresa del Parmigiano Reggiano nei punti vendita della distribuzione moderna è stata sostenuta da una flessione dei prezzi medi più consistente rispetto ai diretti competitor. La dinamica dei prezzi ha contribuito a indirizzare le scelte di acquisto verso il prodotto posizionato nella fascia più alta della gamma di mercato, reso più accessibile anche grazie ad una politica promozionale più spinta. Tab. 6 - Prezzi al dettaglio formaggi duri – distribuzione moderna e dettaglio tradizionale Parmgiano Reggiano Totale formaggi duri tonnellate 30/12/2013 - 30/11/2014 29/12/2014 – 29/11/2015 16,31 15,33 13,49 13,09 Var. % -6,0 -3,0 Fonte: Nielsen-Scantrack A fronte di una stabilizzazione della domanda di punte preconfezionate sottovuoto dal fornitore, i pezzi venduti al banco assistito o confezionato direttamente nel punto vendita sono aumentati in volume del 4,5%. Tuttavia, il segmento più performante è stato quello del grattugiato, oltre agli altri formati a più elevato contenuto di servizio. Complessivamente i formati “ready to eat” hanno registrato una crescita del 6,4%. Tab. 7 - Acquisti di Parmigiano Reggiano - distribuzione moderna e dettaglio tradizionale Forme Punte Grattugiato Petali, cubetti, snack Parmigiano Reggiano tonnellate 30/12/2013 - 30/11/2014 29/12/2014 – 29/11/2015 14.985,9 15.661,2 11.350,3 11.333,3 3.959,2 4.207,0 726,1 779,2 31.021,5 31.980,7 Var. % +4,5 -0,2 +6,3 +7,3 +3,1 Fonte: Nielsen-Scantrack 13 2.2 IL QUADRO GENERALE DEL COMPARTO LATTIERO CASEARIO 2.2.a La situazione mondiale ed europea Il 2015 è stato l’anno di conclusione del regime delle Quote Latte comunitarie, e da aprile 2015 è in atto un trend di aumento del livello complessivo delle consegne. In particolare, la liberalizzazione del mercato sta provocando un incremento della capacità produttiva nella fascia dell’Europa più competitiva che va dall’Irlanda, al Regno Unito, Nord della Francia, Olanda, Danimarca, Germania, Polonia, Ungheria, Romania e Paesi Baltici. Entro il 2023, si prevede che l’UE deterrà una quota prossima al 50% nell’export mondiale di formaggio in forte aumento rispetto all’attuale 44/45%. A livello mondiale la produzione di latte conferma un trend pluriennale di costante crescita così come in crescita è il trend della domanda anche se, nel 2015, si sono confermati i segni di debolezza legati al calo delle richieste da parte della Cina e del perdurare dell’embargo imposto dalla Russia sui prodotti di origine comunitaria. Allo stesso tempo anche la produzione di formaggi conferma, sia come domanda che come produzione, un trend di costante crescita. 2.2.b Il quadro nazionale dei formaggi vaccini dop Nel corso del 2015, a seguito degli eventi straordinari che hanno influito sull’offerta e sulla domanda di latte nel mercato internazionale, anche in Italia si è assistito ad un rapido calo del prezzo del latte spot che è sceso sotto quota 30 €/100 lt. Nel panorama lattiero caseario nazionale tale situazione ha trovato ulteriore impulso nel perdurare del trend di calo del consumo di latte alimentare. L’insieme di tali fattori, latte a prezzo più conveniente e esubero di latte nazionale per calo di consumo di latte alimentare, ha determinato un incremento della trasformazione del latte in formaggi Dop. Nel complesso (Tab. 8) nel 2014 la produzione di formaggi Dop è risultata in condizioni di complessiva stabilità, con segnali di stabilità per il Parmigiano, di calo moderato per il Grana Padano (-0,8%) e crescita per Asiago e Gorgonzola (rispettivamente +1,6% e +1,3%. 14 Tab. 8 - Produzione dei principali formaggi Dop (tonnellate) Var % 2015 su 2014 -0,8% +0,1% +1,3% +1,6% +0,2% Grana Padano Parmigiano Reggiano Gorgonzola Asiago Taleggio Tale incremento produttivo trova il naturale sbocco nei mercati esteri dove, a livello complessivo, la domanda di formaggi italiani si conferma in crescita. Nel dettaglio, a parte la fase congiunturale legata all’embargo russo, si presentano scenari di crescita sia nei nuovi mercati emergenti che in molti paesi sviluppati. In ambito globale, l’Italia è il quarto Paese per export di formaggio (2,2 miliardi di euro, 9% dell’export mondiale). Se si approfondisce l’andamento dei principali formaggi Dop, Tabella 9, si evidenzia una performance in molti casi migliore rispetto alla media complessiva dei formaggi. Tab. 12 - Le esportazioni italiane di formaggi dop bovini Quantità (ton) Parmigiano Reggiano + Grana Padano Gorgonzola Provolone 86.510 18.558 5.505 var. 2015/14 +7,3% +12,6% +6,4% Fonte: Istat 3. ATTUAZIONE 2015 DEL PIANO APPROVATO 3.1 Verifica di applicazione della contribuzione aggiuntiva Il Piano in vigore prevede, al punto 5.2, quale punto di riferimento comprensoriale (PRC) per il triennio 2014-2016 il livello di 17,55 milioni di q.li di latte. Come definito al precedente punto 2.1.a, il quantitativo di latte trasformato in Parmigiano Reggiano nel 2015 è ammontato a 17,46 milioni di q.li di latte. Nel 2015, pertanto, la produzione di latte trasformata in Parmigiano Reggiano si è mantenuta inferiore al PRC e non sono scattate le condizioni per l’attivazione delle misure di contribuzione aggiuntiva. 15 3.2 Altri aspetti di gestione del Piano Nel corso del 2015, pur in assenza di applicazione formale della contribuzione aggiuntiva, il Consorzio, in attuazione delle previsioni del Piano approvato, ha proseguito lo sviluppo ed implementazione degli strumenti e dell’applicazione delle regole connesse all’avvio operativo dello stesso. Nel successivo paragrafo 5. Verrà fornita una disamina delle principali attività svolte e di quelle da compiere. 4. VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DEL PIANO NELL’ANNO 2015 Nel 2015, il Piano regolazione offerta del Parmigiano Reggiano DOP ha rispettato le disposizioni prescritte nella circolare MIPAAF «Criteri per la valutazione e l’istruttoria dei piani di regolazione dell’offerta dei formaggi a DOP e IGP». In particolare: • il piano non ha vietato la produzione di formaggio oltre una determinata quota; • il piano non ha reso indisponibile percentuali di prodotto; • non ha creato pregiudizi nelle trattative contrattuali nel settore del latte di riferimento e dei prodotti lattiero caseari. Inoltre il Piano ha seguito il percorso di implementazione operativa offrendo impatti positivi in relazione al raggiungimento degli obiettivi inizialmente prefissati dal Piano stesso. In particolare, è stata assicurata la gestione del Registro delle Quote latte Parmigiano Reggiano. Pur essendo il 2015 un anno in cui il meccanismo di contribuzione aggiuntiva non ha trovato applicazione, occorre sottolineare come l’introduzione ed attivazione degli strumenti alla base del Piano abbia introdotto innovazioni positive. L’assegnazione delle Quote latte Parmigiano Reggiano a tutti gli allevatori infatti costituisce, nella prospettiva di filiera, un consolidamento patrimoniale della base allevatoriale, particolarmente importante alla luce del contestuale azzeramento del regime delle quote latte comunitarie. A dimostrazione del fatto che tale strumento è entrato da subito nella prassi operativa delle imprese, si rileva che già nei primi mesi si è attivato un mercato trasparente delle transazioni di quote, e le stesse sono divenute effettivo bene oggetto di pegni e pignoramenti. 16 A questo riguardo, si evidenzia che, in termini aggregati, sono stati registrati n. 644 Contratti di trasferimento quote (a titolo temporaneo e/o definitivo, n. 114 pegni e n. 41 Pignoramenti. 5. AGGIORNAMENTO SULLE MISURE ADOTTATE E DA ADOTTARE 5.1 La gestione operativa del Piano In attuazione dei contenuti del Piano approvato nel 2014, il 2015 è stato dedicato all’attuazione dei contenuti del Piano, assegnando la priorità alla gestione operativa del Registro. Alla luce della gestione operativa dello strumento e degli approfondimenti dei casi singoli, nel corso dei mesi sono stati identificati a più riprese aspetti specifici oggetto di approfondimento e chiarimento, ivi compreso l’impiego della “riserva”, nella Commissione riforme politiche istituzionali prima e nel Consiglio di amministrazione del Consorzio poi. Tali aspetti, conformemente alle procedure previste dal Piano in vigore, hanno generato un “addendum” al Regolamento applicativo del Piano, pubblicato in data 18 aprile 2016 e disponibile online all’indirizzo http://registro.parmigianoreggiano.it/qlpr/home.do 5.2 Le azioni da completare Alla luce delle attività svolte nel corso del 2014 e 2015, sono in corso di implementazione ulteriori funzionalità che si legano prima di tutto a rendere disponibile per gli allevatori e per i caseifici strumenti di monitoraggio, in corso d’anno, per il raffronto tra latte munto e quote mungibili disponibili. Tali strumenti saranno definitivamente operativi dal mese di giugno, e trovano base di riferimento operativa nell’implementazione definita, a partire dal 2015, di un aggiornamento del Registro di produzione dei caseifici. In particolare, il Registro di produzione elettronico della Dop è stato implementato di una sezione che raccoglie – mensilmente – i dati del latte ritirato da ogni caseificio per ogni allevatore (Cuaa) attivo nel sistema di certificazione Dop. 17 Tale base dati permetterà di alimentare i servizi di monitoraggio descritti sopra per allevatori e caseifici e, a livello aggregato, permetterà di disporre di uno strumento preciso di monitoraggio di comprensorio. Allo stesso tempo il lavoro è dedicato all’attuazione delle azioni di verifica delle dichiarazioni dei dati riferiti al latte lavorato, al fine di effettuare controlli ed evidenziare eventuali casi anomali o dichiarazioni mendaci. Tali controlli si baseranno sull’elaborazione, anche incrociata, delle basi dati del registro di produzione nonché alla banca dati Anagrafe Zootecnica Nazionale (BDN) – a cui si è avuto accesso formale dal 2015.. 5.3 Il rinnovo del Piano Come evidenziato nella relazione 2014 (punto 5.4), un aspetto critico legato all’approccio del Piano basato su un sistema di quote “reali” con valore economico e patrimoniale, risulta il fatto di assicurare l’assenza di soluzione tra il Piano in corso e l’ipotesi di rinnovo per il triennio 2017-19. A questo riguardo, da fine 2015 il Consorzio, assieme alle organizzazioni della filiera, ha lavorato alla predisposizione della proposta di accordo preventivo per la proposta di rinnovo per il triennio 2017-19. Tale proposta di accordo preventivo è stata definita dalla Commissione riforme politiche istituzionali, adottata dal Consiglio di amministrazione e approvata in via definitiva anche dall’Assemblea del Consorzio di tutela in data 6 aprile 2016. Tale proposta identifica la sostanziale continuità dell’impianto del Piano e introduce miglioramenti alla luce dell’applicazione nel primo triennio e della valutazione delle condizioni produttive e di mercato prospettiche. Non appena verrà adottato formalmente dal 66% degli allevatori e caseifici tale accordo preventivo, verrà attivata la formale procedura ai sensi del Reg. (UE) n. 1234/2007 e del D.M. 15164 del 12/10/2012 Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano IL PRESIDENTE 18