Carisp: warrant con moltiplicatore a quota 5?

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Carisp: warrant con moltiplicatore a quota 5?
Cronaca di Cesena
SABATO 11 GIUGNO 2016
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IL FUTURO DEI 13 MILA AZIONISTI
Carisp: warrant con moltiplicatore a quota 5?
Per provare a controbilanciare
l’attuale pesante perdita di valore
di GIAN PAOLO CASTAGNOLI
CESENA. Sono il 3,5 per cento i soci della Cassa di
Risparmio di Cesena che si possono catalogare come grandi azionisti, cioè possiedono più 2 mila
azioni e quindi hanno visto quasi azzerarsi momentaneamente il valore di investimenti che per
ognuno di loro supera i 30 mila euro.
Tra questi investitori,
che quindi sono circa 450
sui 13 mila totali, sta crescendo l’interesse sul funzionamento dei “w a rrant”. E’ una possibilità
che accompagnerà l’a umento di capitale e che
vale per tutti i possessori
di azioni Carisp, in proporzione a quante ne hanno in portafoglio. L’altro
ieri la presidente del cda
della banca, Catia Tomasetti, nel presentare il bilancio 2015, la ricapitalizzazione ed il Piano industriale, ha spiegato che è
«uno strumento che permette di sottoscrivere
nuove azioni al medesimo prezzo di ingresso del
Fondo interbancario (che
sarà in una forbice tra 0,10
e e 0,80 euro, ndr), ma con
5 anni di tempo per la valutazione dell’i n ve s t imento». Il tutto fino ad u-
na somma complessiva di
55 milioni di euro.
In pratica, chi ha azioni
potrà prenderne altre, in
una determinata quantità, pagandole una cifra
che resterà fissa e che presumibilmente sarà molto
più bassa rispetto al valore che le azioni Carisp
sembrano destinate a recuperare nel medio periodo, dopo il grosso rafforzamento patrimoniale
che sta per essere effettuato (fino a 280 milioni di
aumento di capitale riservato al Fondo e che, dopo
Mercati esteri: torna la risorsa Tem
CESENA. A seguito del successo dell’edizione 2015, verrà
attivato anche quest’anno il
progetto di Temporary Export
Manager (Tem) per l’internazionalizzazione promosso da
Cna Romagna Estero. Spiega
Danila Padovani, responsabile provinciale: «Per tutte le imprese
che guardano all’estero, il progetto Tem
rappresenta un’opportunità strategica
per strutturarsi e dotarsi di tutti gli strumenti necessari a creare condizioni stabili e durature per una crescita nei mercati internazionali. Finalizzato a far crescere a costi contenuti le imprese sui
mercati esteri, il progetto Tem prevede
l’inserimento in azienda, per un periodo
il passaggio in assemblea,
dovrebbe essere perfezionato in tempi rapidi, probabilmente già entro la fine dell’estate). Il vantaggio ulteriore quando si ragiona di “warrant” è che
per decidere esercitare
l’opzione ci sarà un arco
temporale molto lungo:
dal 18° al 60° mese dalla
data di emissione. Chi
non avrà fretta potrà
quindi decidere se e quanto gli conviene prendere i
warrant senza fare salti
nel buio, sapendo già qual
è la differenza di prezzo
iniziale di sei mesi, di una risorsa Junior (tirocinante) che
opererà a tempo pieno per il
progetto e che sarà preventivamente formata da un esperto di marketing internazionale Senior, che sarà presente
anche in azienda. La formazione in aula dei tirocinanti verterà su
temi quali le strategie competitive nei
mercati esteri, la segmentazione e il posizionamento nei mercati internazionali, il Marketing operativo e le strategie
di prodotto e promozione». Per selezionare giovani laureati dal profilo particolarmente elevato, Cna collabora con le
principali facoltà universitarie. I tirocini in azienda inizieranno a settembre.
tra quanto sarà chiamato
a pagare e quanto invece
valgono le azioni nel momento in cui deciderà di
fare la sua scelta.
E’ naturale che questo
strumento venga guardato con maggiore attenzione da chi ha investito tanti risparmi nelle azioni:
da una parte, perché comporta comunque un esborso, seppure a “prezzi
di saldo”; dall’altra parte,
perché l’esigenza di controbilanciare parzialmente il colpo ricevuto è
più forte per chi aveva
messo in gioco molti soldi
(pagando ogni azione
14-15 euro e ritrovandosela ora svalutata a 0,10-0,80
euro).
A questo punto, la domanda che tutti si fanno a
proposito dei warrant è
scontata: quanti se ne potranno prendere. Per ora
non c’è una risposta certa. Ma l’impressione è che
potrebbero essere 5 volte
il numero di azioni possedute. Che significa, per
cercare di semplificare
con un esempio teorico,
che chi acquistò a suo
tempo 100 azioni (spendendo 1.500 euro, che adesso valgono tra 10 e 80
euro) potrà acquisirne altre 500 (ciascuna al prezzo
che sarà definito in un intervallo tra 10 e 80 centesimi). Provando ad ipotizzare, sempre a titolo d’ esempio, che il valore fissato con l’aumento di capitale sarà alla fine pari a
50 centesimi, se deciderà
di prendere quei warrant
spenderà 250 euro. E se
fra 3-4 anni le azioni Carisp, dopo che il piano di
rilancio avrà dato i suoi
frutti, saranno risalite a 3
euro l’una (un livello che
a molti esperti del settore
non pare irragionevole),
quel nuovo pacchetto varrà 1.500 euro. La plusvalenza ottenuta con i warrant sarebbe quindi di
1.250 euro, mentre su
quelle 100 azioni che erano state originariamente
pagate 1.500 euro ci sarebbe una perdita di 1.200 euro: il bilancio finale sarebbe quindi lievemente
positivo. Con un’a v ve rtenza d’obbligo: mai dimenticare che si sta comunque parlando di azioni e che quindi c’è sempre
un margine di imprevedibilità e di rischio di cui bisogna essere consapevoli.
Un ponte economico con gli Usa
A Confindustria presentato un progetto su scala provinciale
CESENA. È stato presentato ieri nella sede di
Confindustria a Forlì il
progetto Mech Usa 2016,
che intende fare da ponte
tra le imprese locali che
vogliono aprirsi una
strada per il mercato statunitense e business partner d’oltreoceano interessati ad realizzare collaborazioni.
Mech Usa 2016 è un progetto coordinato a livello
regionale da Confindustria Emilia-Romagna
con Confindustria Modena come capofila e fa parte delle attività della
Commissione Internazionalizzazione di Confindustria Forlì-Cesena,
presieduta da Gi or gi o
C a n g in i , mirate a sviluppare e accrescere le
capacità delle imprese a
essere presenti e competitive sui mercati esteri.
Il progetto è suddiviso
in quattro fasi: una prima di screening preliminare per valutare le opportunità dell’az i e nd a
sul mercato americano,
un check-up per definire
il quadro strategico di
approccio, azioni di business scouting per individuare potenziali partner e incontri “B2B” tra
questi e le aziende.
Il mercato americano è
senza dubbio importante
per la provincia di Forlì-Cesena: secondo i dati
elaborati dall’ufficio studi e statistica della Camera di Commercio, l’export verso gli Usa è il
7,5% del totale provinciale ed è cresciuto del
62% negli ultimi dieci
anni. Nell’ultimo trimestre del 2015, le imprese
di Forlì-Cesena hanno esportato beni, principalmente calzature, macchinari e minerali lavorati, per un valore complessivo di 239.817.873, il
25,3% in più rispetto all’anno precedente.
Il primo intervento è
stato quello di Fabrizio
Broggini, managing director di Broggini Partner in Globalization,
che ha esposto le opportunità e le modalità di insediamento nel mercato
americano. Dopo di lui, è
seguita la presentazione
delle quattro fasi che
compongono il progetto e
la testimonianza di alcune imprese che hanno
già rapporti commerciali consolidati o addirittura filiali in Usa. La parola è quindi passata a
Daniele Ferretti, avvocato e Attorney-at-law a
New York di Rödl & Partners, che ha esposto diversi aspetti legali degli
Usa come la compliance
normativa e la responsabilità di prodotto. In conclusione, Gianmario
M en g oz zi , senior account manager di Sace
S.p.a., ha presentato gli
strumenti e l’assistenza
di Sace negli USA per lo
sviluppo delle imprese
locali.
Nel pomeriggio si sono
poi svolti gli incontri
B2B individuali tra le
imprese presenti e i relatori.