PACI Due soli nella vita

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PACI Due soli nella vita
Due soli nella vita
L’ambulatorio era pieno, si trovava al piano terra del padiglione che chiamavano “bassotto” per via
dell’altezza dell’edificio, decisamente inferiore rispetto agli altri vicini. Il piano sopra ospitava gli
studi dei medici e le segreterie delle cliniche. Tra i tanti che aspettavano c’erano due persone
anziane. Vestite di abiti antichi, ormai desueti, ma in ottimo stato e di qualità, come se fossero
freschi di sartoria. Lui era leggermente più anziano di lei, meno loquace, circospetto,timido.
Guardava spesso la donna, nervosamente ma senza darlo a vedere, se non fosse stato per il sudore
che imperlava la fronte, e le mani che si stringevano l’una a l’altra un pò troppo per un vezzo. Lei
era chiacchierina, quasi fatua, come di un’energia scoppiettante, che si perde in vane efflorescenze,
come quelle che illuminano, per pochi istanti, i cieli mediterranei d’agosto. Le era estranea l’energia
creatrice materica, coagulata nell’incontro panico. Erano rimasti soli nella grande casa del centro,
dove avevano vissuto tutta la vita. I genitori erano morti e loro si erano presi cura l’uno dell’altra.
Pochi contatti sociali,dopo la fine del lavoro: Lei era stata insegnante in una scuola privata di
religiosi, Lui aveva lavorato in banca, in un ufficio lontano dall’andirivieni dei clienti, adibito a
mansioni, che una volta si sarebbe detto di contabile. Ormai erano entrambi in pensione. In
ambulatorio l’avevano portati una cisti cutanea dell’uomo, che doveva essere asportata. Si erano
rivolti a quel giovane chirurgo, perché era il nipote del loro medico curante di un tempo. Il clima era
del grande avvenimento, che si doveva consumare in fretta per non pensarci più. Ed in fretta il
piccolo intervento fu eseguito. Dalla finestra li vidi allontanarsi a braccetto,sollevati, quasi felici,
ondulanti nel viale di tigli, come di placido mare lievemente mosso dalla brezza serale.
Marcello Paci