Numero uno_2005.pub - Università di Bologna

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Numero uno_2005.pub - Università di Bologna
L’oasi che dice
Periodico dell’associazione Oasi Felice
Stampato con il contributo dell’Università degli studi di Bologna
Anno III Numero 8
COPIA GRATUITA
Novembre 2004
Cuba: murales in
una scuola elementare
Oltre la protesta
Nei mesi di Ottobre e Novembre anche
gli studenti, assieme a docenti, ricercatori, dottorandi, sono scesi nelle piazze
delle maggiori città universitarie per le
innumerevoli manifestazioni di protesta
contro il ddl Moratti.
Questo perché l’Università nel suo complesso sta attraversando una grave crisi.
Anni di totale disinvestimento da parte
dello Stato hanno mirato ad indebolire
la funzione pubblica della ricerca e
dell’Università. Il governo di centrodestra, con il decreto Moratti, sta per varare una riforma della docenza universitaria che prefigura un'ulteriore riduzione
del contributo statale alla formazione
superiore e condanna un'intera generazione di ricercatori alla precarietà prolungata. L’unico obbiettivo è la cancel-
lazione dell'autonomia della ricerca con
il degrado progressivo del lavoro didattico e scientifico; il declino dell'università pubblica a tutto vantaggio di quella
privata e una nuova divisione per classi
sociali nell'accesso alla formazione universitaria: solo i ceti abbienti avranno
costosi atenei privati, poli di eccellenza
e i master a pagamento.
Mentre i costi per mantenersi all'università aumentano anno dopo anno e l'accesso alla formazione superiore torna a
diventare elitario, il Governo indebolisce ulteriormente il sistema di diritto
allo studio: in merito il DPCM in via di
approvazione restringe la fascia di studenti che avranno diritto alla borsa di
studio, inasprendo i criteri di merito e
abbassando quelli di reddito.
Saranno quindi sempre meno, sia per la
mancanza di fondi, sia per i nuovi criteri
introdotti dal Dpcm, gli studenti che
riceveranno un sostegno economico
dallo Stato.
Nel frattempo, il Ministro stanzia fondi
per i prestiti d’onore ed emerge il progetto di sostituire il sistema di borse di
studio con i prestiti (o meglio debiti)
d’onore!
Inoltre il ministro Moratti sta varando le
modifiche agli ordinamenti didattici
(DM 509) che puntano a differenziare
alla fine del primo anno la scelta del
percorso metodologico o professionalizzante, sul modello classista della riforma della scuola.
L’idea è quella di separare fin da subito
(Continua a pagina 2)
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L’oasi che dice
Ci siamo ancora!
Faccio fatica a sopportare i primi numeri. In generale gli inizi. Sarà che
quando tutto è nuovo ogni cosa ha un
sapore strano e affascinante, ma il
cominciare, in generale, non mi convince. Perché c’è paura di inciampare, di fare già all’inizio un
errore e non riuscire ad imboccare la strada giusta…
Quando poi le cose si
consolidano ci sono altri
mille problemi, c’è la
stanchezza puttana, e la
svogliatezza, però gli inizi
mi fanno più paura.
Tutto questo per dire che, come ho
sempre scritto, non mi sento molto
all’altezza di presentare con un
bell’editoriale introduttivo questo
primo numero del giornalino di
quest’anno accademico, che con tutte
le nostre forze (poche) abbiamo cerca-
to di rendere gradevole agli occhi ed
alla lettura. La piega che ha preso ha
sicuramente un grande merito: quello
di fare in modo che questo strano
“contenitore” dal bellissimo nome
“L’oasi che dice” (grazie Bello…)
riuscisse a dare un qualche senso di
completezza, pur nella sua striminzita decina di pagine. E così si
parte parlando di riforma
universitaria e di che brutta
persona è la Moratti e si va a
finire con un seriosissimo
oroscopo accompagnato da
un po’ di birra e da un pezzo
dei Pink Floyd… La cosa un po’ triste
(anche se forse come primo numero
non si poteva sperare molto in meglio) è stata leggere i nomi dei
“redattori”, che da tre anni sono sempre quelli… A parte il doveroso ringraziamento per la costanza e
l’instancabile contributo dato per
macchiare queste pagine non c’è dubbio che la redazione è un po’
“vecchia” (pur avendo raggiunto dignità letteraria e purezza stilistica
livello accademia della crusca), io e il
buon mauriellino siamo già dottori,
fabbri e il comitato della pagina demenziale lavorano a pieno regime, ma
sarebbe veramente bello che ci fosse
un apporto sempre più ampio. La casella e-mail è sempre lì (ci sono 250
mb da riempire) e anche se volete
spedirci una scorreggia virtuale saremo lieti di pubblicarla. Se poi qualcuno vuol proporre una rubrica permanente, o un qualsiasi cambiamento
nell’impostazione del giornalino, beh,
sappia che non aspettiamo altro. I
temi direi che non mancano, viviamo
in una facoltà che offre enormi spunti
Oltre la protesta
storia.
Eppure in Italia si tace. Non che siano
mancate le reazioni della parte più avvertita dell'università, che ha subito
denunciato la natura della legge Moratti.
Ma l'impressione è che non si sia ancora
compreso fino a che punto il male che
attanaglia l'università abbia una radice
lontana e sia destinato a condizionare la
formazione degli studenti. Il nuovo stato
giuridico della docenza merita di essere
contestato, di certo, per la meschina
sanzione della fine della libertà di essere
ricercatori senza ricatti economici o di
appartenenza accademica.
Ma la protesta si pone obiettivi non solo
di difesa corporativa. Una demagogia
corrente, che si basa sull'aumento degli
iscritti e dei laureati, impedisce di avvertire quanto sia peggiorato nel tempo
l'apprendimento negli atenei, con l'aumento dei carichi burocratici, la progressiva rottura del legame tra ricerca e
insegnamento, la creazione di circuiti di
serie A e di serie B (eccellenza e non;
pubblico e privato). I dottorati sono per
metà a pagamento, le biblioteche italiane sono tra le meno ricche dell'Occidente in termini di nuovi acquisti; la libertà
di muoversi o indagare in laboratori
moderni è intaccata dall'assenza di risorse. La localizzazione dei concorsi ha
permesso forse agli atenei più piccoli di
organizzare meglio il personale, ma a
costo di moltiplicare senza senso alcune
sedi minori, di una promozione eccessiva di docenti in ruolo e di un localismo
che esaspera i meccanismi di servilità
che la corporazione universitaria ha
fatto fatica a cancellare anche in momenti della vita civile più alti del presente.
In realtà bisognerebbe utilizzare la protesta contro la legge Moratti - che penalizza una volta ancora una generazione
esposta più di altre al declino della democrazia e della qualità del lavoro - per
avviare una riflessione più ampia sullo
stato di salute della ricerca e dell'insegnamento universitario in Italia e in
Europa provando a coinvolgere la scuola, il sindacato, la società civile, in un
problema che investe anche lo sviluppo
economico e la tenuta democratica del
paese.
Sarebbe un segno di speranza vedere
che l'università non è soltanto affare di
chi aspira a una nobilitazione tutta ipotetica come docente. Sarebbe un segnale
di autentica svolta ricominciare a pensare al nodo della formazione come a un
nodo di democrazia e di giustizia. Non è
una chimera: è una necessità urgente di
cui è giunta l'ora di parlare senza particolarismi.
Cisco
(Continua da pagina 1)
i percorsi formativi e quindi il destino
degli studenti, rimarcando l’indirizzo
elitario che già molte Facoltà stanno
prendendo attraverso la generalizzazione del numero chiuso e la differenziazione delle tasse tra laurea triennale e
specialistica.
Il ddl Moratti sul riordino dello stato
giuridico dei docenti è grave e sbagliato
perché precarizza la condizione dei
ricercatori, indebolisce e svilisce la ricerca e quindi anche la qualità della
didattica, mina all'autonomia della docenza attraverso il finanziamento di
cattedre da parte di enti privati, dequalifica l'attività di insegnamento generalizzando la doppia professione.
Oggi vediamo i nostri docenti (e in molti casi Baroni…) scendere in piazza non
solo per la difesa corporativa dei propri
interessi ma, soprattutto, per farsi carico
insieme agli studenti della difesa
dell’Università pubblica nel suo complesso e dei diritti di tutti i soggetti che
la vivono.
Non si può non essere inquietati dalla
cancellazione dei principi di uguaglianza che hanno segnato altre stagioni della
(Continua a pagina 4)
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L’oasi che dice
Perché il riordino della docenza
universitaria non convince il mondo accademico
come ciò si possa attuare dato il condei giovani avviene con trattamenUna riforma strutturale dell'Università
testo italiano in cui notoriamente le
ti salariali adeguati, risorse a diItaliana e' urgente e necessaria al fine
imprese non investono nella ricerca.
sposizione e la prospettiva sicura
di affrontare i suoi gravi e numerosi
Quella che questa legge configura è
di un posto di ruolo, se meritato,
problemi. Tra questi vanno sottolineaun'Università che, dai livelli più eledopo pochi anni. Tutto ciò non
ti la scarsità di risorse, la totale inadevati ai più precari, sarà appetiguatezza della politica di reclubile solo come secondo lavoro
tamento dei giovani ed il perida parte di professionisti già
coloso e progressivo impoveriaffermati. In questo modo si
mento della ricerca di base.
perderà per sempre la dimenIl disegno di legge presentato
sione di luogo di confronto e
dal Ministro Moratti, purtropcrescita per i cervelli più creapo, lungi dall'offrire soluzioni
tivi delle varie discipline, riduai suddetti problemi, va esattacendo gli atenei a semplici
mente nella direzione del loro
“esamifici”.
peggioramento. L'Università,
Inoltre, la legge non spende
invece di essere considerata
che pochissime parole sulla
come un importante fattore di
valutazione, un momento essviluppo e di prosperità econosenziale per identificare i
mica di una società avanzata,
gruppi di ricerca e i soggetti
viene vista solo come un propiù meritevoli e produttivi. A questo
blema di costi da contenere sminuenpotrà che aggravare il fenomeno
punto non si capisce proprio chi e su
done il ruolo sociale ed avvilendo le
tristemente noto della fuga dei
quali basi potrebbe decidere della
figure che in essa lavorano.
cervelli (basti confrontare i dati
sorte di un giovane, ne' per quale moIl criterio ispiratore del disegno di
sotto riportati).
tivo i nostri cervelli migliori, internalegge sembra essere la volontà di non
• la perdita del posto di ruolo nel
zionalizzati e di elevata professionaliinvestire nell'Università proponendo
passaggio da una fascia di docenza
tà, dovrebbero rimanere in un paese
una riforma teoricamente a costo zero,
all'altra, ulteriore deterrente ad
che non darà loro nessuno strumento
ma senza la necessaria copertura fiintraprendere la carriera universioggettivo per essere valutati sulla
nanziaria. L'Università viene trasfortaria;
qualità del lavoro svolto.
mata in un luogo di lavoro precario
• l'abolizione del tempo determinato
Infine, in Italia sono presenti solo 2.8
finalizzato principalmente all'erogasenza che a questo corrisponda
ricercatori/docenti per mille studenti
zione di corsi, perdendo il suo ruolo
contro la media UE che si attefondamentale di luogo preposto
sta sui 5.4; quindi appare essenalla creazione di cultura, ivi
ziale prevedere un forte reclutacompresa l'innovazione scientifimedia univ.
mento nel settore ricerca, che
ca e tecnologica.
iniziale
pubbliche
non potrà di certo essere a costo
A prescindere dal metodo usato
Ricercatore
zero come ipotizzato a livello
per arrivare alla stesura del dise20.224 €
61.887 $
ministeriale.
gno di legge, fortemente lesivo
Alla luce di queste argomentadell'autonomia e della dignità
Professore
36.438 €
76.586 $
zioni la maggior parte degli
dell'istituzione, occorre sottoliAssociato
Atenei italiani, la Conferenza
neare i principali punti le cui
Professore
ricadute non potranno che essere
48.182 €
109.648 $ dei Rettori (CRUI), le associaOrdinario
zioni sindacali e di categoria
estremamente negative per il
hanno chiesto e stanno ancora
paese:
Tab. Stipendi annuali medi in Italia e negli USA dei
chiedendo con forza al Ministro
docenti e ricercatori universitari
• l'abolizione del ruolo di riMoratti, vedi il susseguirsi di
cercatore e la sua sostituziouna reale richiesta di maggiore
manifestazioni di protesta, di interne con un precariato a base di conimpegno verso l'istituzione, con
rompere l'iter parlamentare del disetratti a tempo determinato che, in
conseguente aggravio finanziario
gno di legge e di aprire una seria diun contesto privo di investimenti,
dei già disastrati bilanci degli Atescussione democratica sia sul riordino
finirà per avere durata decennale e
nei.
dello stato giuridico della docenza
nessuna certezza di inserimento in
universitaria che sul potenziamento
ruolo, indipendentemente dal meil privilegiare la ricerca direttamente
della ricerca universitaria come strurito scientifico. Questo non trova
finanziata dalle imprese a discapito
mento per lo sviluppo dell’intero Paeriscontro in nessuna realtà univerdella ricerca di base. A prescindere
se.
sitaria avanzata, dove l'inserimento
dal merito della proposta non e' chiaro
Pagina 4
L’oasi che dice
Dalla voliera dei sogni sono
spariti i trespoli
Queremos paz, queremos construir
una vida mejor por el nuestro
pueblo.......
chiudo gli occhi, li apro…
Immagini della repressione argentina
proiettate in bianco e nero, mute….dolorose, pesanti. Ora.
….dietro lo schermo la musica scorre…in precedenza un tango, una coppia e un tango, appassionato, stretto…al tramonto…
chiudo gli occhi, li riapro…
Avanza il carrozzone che porta Rossella, bardato di decori leopardati, su
grandi ruote cingolate ricoperte di
bambagia. Sfilano le majorette e i
fuochi d’artificio sono silenti, accesi
di giorno, senza colori e senza suono.
chiudo gli occhi, li riapro…
Un test scientifico è in esecuzione: un
aereo raggiunge la velocità mach10,
la raggiunge sull’oceano, un gran risultato per la scienza! E che fine farà
l’aereo? “come da progetto, cadrà in
acqua, nell’oceano”…tanto non c’è il
pilota, è un aereo senza pilota…ah,
ok, ma lo andranno a prendere, vero?!
“com’è stato pianificato l’aereo non
sarà recuperato”…ah, certo! E noi che
ci adoperiamo per la raccolta differenziata, che -formalmente- non possiamo gettare cartacce per terra, noi che
smaltiamo i rifiuti chimici in modo
adatto, noi che cerchiamo di non inquinare, noi che….perchè non ci chiediamo…..?!
chiudo gli occhi, li riapro…
Una telefonata diplomatica di scuse
basta per farsi perdonare l’errore di
aver sparato con un carro armato per
sbaglio su tre soldati di un’altra nazione, al confine in pattugliamento….
chiudo gli occhi, li riapro…
Ma soprattutto, poi, dopo di questo,
quello che m’interessa più da vicino.
Allora mi chiedo quando arriverà il
giorno in cui non mi farò domande
che avranno le solite, fastidiose risposte; mi rispondo che sarà un giorno in
cui tutto sarà diverso; e poi mi rispondo che forse sarà un giorno in cui io
sarò diverso, assuefatto.
Ma tutto sarà migliore, quello che ci
gira intorno e ci regola siamo noi a
costruirlo, e se tutti crediamo che non
è così decentemente accettabile, magari cambierà. E però, fa un po’ comodo a tutti, questa corriera scassata
che baldanzosa avanza: nessuno vuole
fermarla e scendere a ripararla, perché
non si fida degli altri. Perché, chi mi
assicura che…se io scendo, i passeggeri non gridino all’autista di ripartire,
proprio mentre io sto cambiando la
ruota bucata? E allora è meglio restare
sulla corriera, reggersi agli appositi
sostegni resistendo tutti insieme agli
scossoni….tanto se si ferma, ci fermiamo tutti, e allora non si fermerà di
sicuro.
E intanto, c’è chi autonomamente
cambia i segnali stradali, le strade, i
bivi, gli incroci e i sottopassi, ma nessuno vuole abbandonare il carrozzone,
per fermarli.
Allora mi giro e guardo alla voliera
dei sogni…è ancora lì, integra, ma mi
accorgo che in realtà sono spariti i
trespoli….
E intanto c’è chi va a Cuba….e torna…e grazie per il rum che mi ha
fatto compagnia.
armando
Oasi Felice è anche on-line!
Correte a visitare il nostro sito web, troverete info,
news,
vaccate… E a breve i migliori appunti della facoltà!
www2.fci.unibo.it/oasi
Nuova festa di facoltà!!
Il 25 Novembre si potrà finalmente
approfittare dell’ultima brillante organizzazione del premiato quartetto
Frà, Michy, Rosa e Silvia.
Soprattutto voi matricole!!!
Accorrete numerosi e raggiungete noi
anziani studenti già pronti a
Festeggiare
Musica dal vivo!!
Happy Hour per tutta
la durata della festa!!
Lord Lister, 25/11
ore 22
(per i biglietti rivolgersi al solito
sottoscala)
Ci siamo ancora!
(Continua da pagina 2)
di riflessione… Mi stupisce ad esempio che nessuno abbia scritto niente
riguardo all’importante innovazione
che è stata introdotta in facoltà, un
evento la cui importanza, credo, sia
stata profondamente sottovalutata: la
costruzione della pedana aal’ingresso.
So bene che ha regalato momenti di
gioia a molti studenti, io stesso quando mi ci fermo sopra sento il profumo
dell’olimpiade, del podio, della medaglia d’oro, e tra l’altro posso parlare
con quelli che fumano di fianco vedendoli alti come me, cosa non da
poco… Insomma, gli stimoli per scrivere qualcosa di bello per l’amato
giornalino ci sono, non fatevi dei problemi riguardo argomenti, lunghezza,
lingua (magari evitate il birmano, non
abbiamo i caratteri installati sul pc)
eccetera, e, se proprio non riuscite a
produrre niente di buono, prima di
darvi per vinti provate a salire sulla
pedana, chiudete gli occhi un secondo
e vedrete che, se nessuno vi spinge
giù, l’articolo verrà da se… Buona
lettura a tutti.
Bobo
Pagina 5
L’oasi che dice
Pink Floyd
i signori della psichedelia
Pionieri della psichedelia e uno dei massimi complessi rock di sempre. Ecco la
storia di una delle formazioni più influenti e importanti nella storia della
musica.
La lunga storia della formazione inglese ha inizio a
metà degli anni Sessanta,
quando tre studenti di architettura e uno studente di
pittura decidono di unirsi e
guadagnare qualche spicciolo suonando nei club
della Londra Underground.
La
Band
nasce
dall’incontro di Roger Keith Barrett (per
tutti Syd, nato il 6/1/46 a Cambridge,
studente di pittura) con Roger Waters
(Great Bookham - 9/9/44, studente di
architettura) già chitarrista di altre formazioni (Sigma 6, T-Set, Meggadeaths,
Abdabs),nella quale suonavano altri due
aspiranti architetti: Nick Mason
(Birmingham - 21/1/45) e Rick Wright
(Londra - 28/7/45). Il nome, scelto da
Barret, è Pink Floyd e deriva dai nomi
di battesimo di due sconosciuti bluesmen americani, Pink Anderson e Floyd
Council.
Nel '66 arriva il momento delle prime
esibizioni. E' in questo periodo che i
Pink Floyd conoscono quelli che diventeranno i loro manager: Andrew King e
Peter Jenner.
Nella Londra Underground i Pink Floyd
riescono a farsi notare come una delle
band più originali, in virtù soprattutto
delle esibizioni all'Ufo Club, un locale
in cui il gruppo sperimenta i suoi primi
Psichedelic-show, tentando di coinvolgere il pubblico con proiezione di immagini, diapositive e l'impiego massiccio di un efficace impianto luci.
A cavallo tra il '66 e il '67, i Pink Floyd
entrano in sala d'incisione per la pubblicazione del primo singolo del complesso, "Arnold Layne/ Candy and a Currant
Bun" (prodotto da Joe Boyd).
Il successo arriva immediato ed è seguito a breve distanza da un secondo singolo, "See Emily Play/ The Scarecrow": la
band partecipa per ben tre volte consecutive a "Top of the Pops" ed è finalmente pronta per il primo album, pub-
blicato nell'estate del '67: The Piper at
the Gates Of Dawn.
Il disco, prodotto da Norman Smith, si
impone subito grazie al sound particolare e assolutamente innovativo e a testi
singolari.
Spiccano “Astronomy Domine” e
“Interstellar Overdrive”
di cui Barret dirà:
“Astronomy Domine è il
resoconto di un viaggio
stellare intrapreso attraverso l'uso dell'Lsd: il
basso pulsante rappresenta la connessione radio
con la terra, mentre la
chitarra
onnipresente,
insieme a un canto maestoso e solenne,
sembrano errare in un panorama cosmico oscuro, con il drumming forsennato
di Mason, a enfatizzare le parti più
drammatiche.
Interstellar Overdrive è la cronaca di un
viaggio umano nell'universo. Introdotta
da un riff da film dell'orrore, si sviluppa
nei suoi undici minuti seguendo una
sola regola: almeno uno strumento deve
mantenere il ritmo. E sopra questo ritmo, si sviluppa una jam session acidissima, fatta di astronavi che sfrecciano, di asteroidi che si scontrano, di alieni e alienazioni, di muri spaziali, di tempeste stellari, di
quiete cosmica, di paradisi
irraggiungibili”.
In seguito a questo successo,
ormai lanciati verso una folgorante carriera, i quattro partono per
gli Stati Uniti in tour, ma è proprio qui
che conosceranno le prime difficoltà.
Barrett, infatti, comincia a manifestare i
sintomi della schizofrenia (causata molto probabilmente dall'assunzione sistematica di Lsd), assentandosi sempre di
più dalla vita del complesso: gli spettacoli dal vivo si fanno insostenibili, così
come la pressione che il mondo della
musica esercita su quella che è ritenuta,
a ragione, la mente creativa del gruppo.
La band opta allora per l'ingaggio del
chitarrista David Gilmour (già amico
d'infanzia di Barrett e Waters, nato a
Cambridge il 6/3/1946), il quale, dovrà
sopperire alle mancanze di Barrett (che
comunque resta nelle vesti di autore) nei
concerti. I singoli "Apples & Oranges" e
"It Would Be So Nice" non replicano i
successi precedenti e gli atteggiamenti
di Barrett cominciano a minare l'attività
del gruppo. Le precarie condizioni psichiche portano il leader a un progressivo allontanamento dalle scene musicali.
Il nuovo manager dei Pink Floyd diventa Steve O'Rourke.
I quattro superstiti non si perdono d'animo e rientrano in studio per incidere il
loro secondo album: A Saucerful of
Secrets. Si va da l’iniziale “Let There
Be More Light”, la misteriosa e affascinante “Set the Controls for the Heart of
the Sun”, capolavoro della musica psichedelica, e “Corporal Clegg”, che mantiene un più saldo legame con lo stile
dell'album d'esordio,firmate da Waters,a
“Remember a Day” e “See Saw” firmate da Rick Wright. Il tutto sotto lo strettissimo controllo di David Gilmour che
e’ in assoluto il vero creatore di questo
album.
Il disco si completa con una composizione di Barrett, "Jugband Blues", un
piccolo bozzetto delirante.
Nel 69’ la band scrive la colonna sonora
per il film di Barbet Schroeder,
“More”, a cui si aggiungie quella
per “Zabriskie Point” di Michelangelo Antonioni.
In questo stesso anno esce il monumentale Ummagumma, destinato a essere annoverato tra i loro
capolavori. L'album si compone di
due parti: una registrata dal vivo,
in cui il gruppo ripercorre i primi
successi, e una in studio, formata dal
contributo che i quattro musicisti hanno
fornito da "solisti", con composizioni
sperimentali incentrate sui rispettivi
strumenti. E' Wright ad aprire il disco
con “Sysyphus”.Waters si cimenta in
due brani: l'acustica “Grantchester Meadows” e “Several Species of Small
Furry Animals Gathered Together in a
Cave and Grooving with a Pict”; mentre
Gilmour ci regala un saggio di bravura
tecnica alla chitarra con la sua più meditata "The Narrow Way". Il disco è concluso da Mason con un ambizioso pezzo
strumentale ("The Grand Vizier's
Garden Party"), guidato, ovviamente,
dalle percussioni.
RTF (fine prima parte…)
Pagina 6
L’oasi che dice
Oasi leggera
Benvenuti alle pagine leggere di questo periodico... dopotutto non si può sempre stare a pensare a quanto male ci circonda, e neanche a quanti soldi
dovremo pagare di specialistica, azz, e così, se non vengo censurato dal redattore, e dall’editore questo mese mi allargo... sì ancora… Inoltre faccio il
despota: il mio collega Castelli non si degna di farsi vedere in facoltà ed io proseguo la storia e la scienza della birra solo soletto. Provo a coinvolgere inoltre
il nostro storico faentino “Passatore” nell’ennesima avventura senza capo ne coda della composizione di due pagine ilari, (non blasi, maiali), e demenziali...
Succo d’orzo (II parte)
La preparazione della birra richiede diverse
fasi di lavorazione.
La prima riguarda la preparazione del malto, che deve essere ricavato da orzo o altri
cereali di buona qualità e perfettamente
maturi. Una volta selezionato e ripulito,
l'orzo viene immesso nelle vasche di macerazione, dove per circa tre o quattro
giorni riceve l'acqua e l'ossigeno necessario per la germinazione. L'acqua
di macero, che di solito è mantenuta a
temperature varianti fra i 12 e i 15
gradi, viene cambiata in continuazione.
Quando l'orzo ha raggiunto l'umidità
necessaria, viene messo a germinare
per circa una settimana su di un'aia
oppure nei cassoni di germinazione; in
questo processo è molto importante l'aerazione dei chicchi. Quando la radichetta
raggiunge grosso modo i due terzi della
lunghezza del chicco, il malto è pronto per
l'essiccazione o la torrefazione, il cui scopo
è quello di arrestare il processo di germinazione.
Giunti a questo punto è bene fare il punto
della situazione, poiché il tipo di malto
usato, i metodi con cui è stato trattato e le
varie tipologie di birra che si intendono
produrre sono gli elementi variabili che
determinano tutte le successive operazioni.
L'orzo maltato viene macinato finemente,
acquisendo così la consistenza di una farina. Poi esso viene miscelato con acqua
tiepida, che viene successivamente portata a
temperature più elevate, circa 65-68 gradi.
Si compie così la prima fase della fabbricazione della birra, detta ammostatura, in cui
il malto si trasforma in mosto. Ciò avviene
quando l'amido ancora presente nel malto si
trasforma in uno zucchero, il maltosio.
Ed ecco che il mosto, dopo li sua separazione dalle trebbie che saranno usati come
foraggio per gli animali, passa alla cottura.
Il mosto viene immerso in una caldaia e
riscaldato fino al punto di ebollizione. La
durata dalla cottura dipende dal tipo di birra
che si intende produrre, ma diciamo che in
genere non si scende quasi mai sotto l'ora
ed è raro che si oltrepassino le due ore e
mezza. La bollitura, che serve tra l'altro per
la sterilizzazione e la concentrazione del
mosto, avviene a vapore o mediante getti ad
alta pressione di acqua bollente, anche se vi
sono alcune birrerie che usano ancora il
fuoco diritto. La temperatura alla quale il
mosto viene sottoposto è di fondamentale
importanza, poiché gran parte delle sue
trasformazioni biochimiche dipendono da
essa.
Durante la cottura poi viene effettuata
un'altra importante operazione: l'aggiunta del luppolo, che conferisce il
caratteristico sapore amarognolo alla
birra, nonché l'inconfondibile aroma.
La sala di cottura è considerata nostalgicamente il cuore della birreria,
forse perché in molti stabilimenti si
trovano ancora le grandi caldaie di rame,
indissolubile legame con il passato e la
tradizione birraria. Un tempo infatti veniva
usato solo il rame per la costruzione di
questi "cipolloni", in quanto è un metallo
buon conduttore di calore che tra l'altro non
si incrosta eccessivamente.
Il mosto viene raffreddato e portato
a temperature adatte alla fermentazione: dai 4 ai 6 gradi per la bassa
fermentazione e dai 15 ai 20 gradi
per quella alta.
Infine, dato che il processo di fermentazione si può svolgere solo in
condizioni di aerobiosi, viene insufflata nel mosto una certa quantità di
ossigeno.
La fermentazione si divide in due fasi, la
fermentazione principale e quella secondaria, detta anche maturazione.
Protagonista assoluto è il lievito, che viene
immesso nel mosto alla temperatura desiderata a seconda del tipo di birra da produrre.
Esso trasforma gli zuccheri e gli aminoacidi
presenti nel mosto in alcol, anidride carbonica e sostanze aromatiche. Il Saccharomyces carlsbergensis, lievito per le birre a
bassa fermentazione, opera fra i 5 e gli 8
gradi. Il lievito propulsore dell'alta fermentazione, il Saccaromyces cerevisiae, lavora
invece fra i 16 e i 23 gradi. È noto che i
processi di fermentazione sono favoriti dal
calore, per cui quella alta avviene più rapidamente di quella bassa. Dopo tre o quattro
giorni questo tipo di lievito risale in superficie e viene recuperato con schiumature. Il
Saccaromyces cerevisiae dunque è notevolmente economico, poiché è riprodotto e
moltiplicato dalla birra stessa.
La fermentazione secondaria o maturazione invece consiste nel porre la giovane birra
in grossi tini di maturazione, oggi generalmente di acciaio, a una temperatura oscillante fra 0 e 2 gradi, per una durata di quattro o cinque settimane di media. Esistono
però birre particolarmente pregiate che
lasciate maturare per diversi mesi. Alla fine
del processo la birra viene filtrata per toglierle i residui di opacità e infine imbottigliata o infustata.
Esistono anche specialità brassicole che si
sottraggono a questi tipi di fermentazione
tradizionali: si tratta delle birre a fermentazione naturale o spontanea, prodotte nel
Payottenland, una regione poco distante da
Bruxelles che grosso modo coincide con la
"strada di Bruegel". Si tratta di birre di
frumento senza l'aggiunta di lievito di
coltura, in quanto sfruttano il lievito
presente nell'aria, che il quella regione è particolarmente adatto per il
brassaggio. Le birre che derivano da
questa preparazione sono la lambic,
la gueuze, la kriek e la frambozen.
Forse vi sarà capitato di sentire l'espressione "rifermentata in bottiglia"
riferito a una birra. Ebbene, in genere si
tratta di prodotti che oltre alle due ordinarie
fermentazioni ne subiscono una terza, capace di aumentare il tasso alcolico. Non è un
caso che gran parte dei prodotti rifermentati
in bottiglia, a cui si è aggiunto lievito prima
di incapsularli, siano birra di abbazia o
strong-ale, quindi birre dichiaratamente
forti, ricche di fascino e di tradizione.
Un'ultima osservazione divide in due categorie le birre confezionate: quelle pastorizzate e quelle che non lo sono. La pastorizzazione consiste nel portare la birra a una
temperatura di 60 gradi, distruggendo così
alcuni microrganismi presenti. Scopo di
questa operazione è la maggior conservabilità del prodotto, che così acquisisce anche
un maggior valore commerciale.
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L’oasi che dice
Au-scopo novembre 2004
Le previsioni che seguono sono state scritte e composte mediante l’ausilio di conoscenze superiori. L’astrologia
infatti è una scienza esatta fondata su Windows Me (che difficilmente spara panzane).
I mastri astrologi, cugini del maitre chocolate della Lind, sfruttano la propria esperienze scientifica ed una mezza
palla trasparente ritraente Comacchio coperta dalla neve; l’agitazione di questa semisfera causa una discreta confusione di un polimero sferico bianco, detto polistirolo: nel movimento casuale di questo polimero i nostri esperti
prevedono ed interpretano a loro piacimento il vostro futuro. (Au-Scopo is sponsored by www2.fci.unibo.it/oasi)
Ariete: continuare a dare testate sul muro non porterà a nulla, la porta era aperta. Scoprirete che il piano di chimica fisica mantiene la propria temperatura costante e
gradevole in ogni stagione.
Toro: questo inverno comincerete una
spasmodica ricerca di pepite d’oro
all’interno del laghetto della facoltà,
l’ariete vi sorride dalle finestre dei bagni di chimica fisica e vi incoraggia.
cip: è una preoccupazione generale. Sembrate
davvero ingenui voi della vergine… oh guarda un
Leone… non vedo l’ora di conoscerlo!
Bilancia: al contrario di quanto si possa
pensare, non assomigliate affatto ad
uno strumento di misura. Siete molto
più affini alla famosa arma a doppia punta, peccato aver infilzato quella persone in fila aspettando il caffè: era l’amore della vostra vita.
Scorpione: se vi fa piacere… tutto ciò
che vorreste accadesse… accadrà.
Gemelli: la confusione scatenatasi durante l’ultimo rinfresco organizzato in
occasione delle lauree di ottobre vi ha
costretti a ripulire l’intero primo piano, tranquilli
l’aula otto è l’ultimo ostacolo. Attenti agli amici
del segno del Toro: in questo periodo sono particolarmente avidi.
Sagittario: tanto trambusto nel vostro
piano non si era mai visto, l’ariete ha sparso la voce riguardo la temperatura dei
vostri uffici, vi proponiamo come scherzo di spegnere il riscaldamento per un giorno.
Cancro: le ultime esperienze di laboratorio seguite presso i raggi X vi hanno indebolito notevolmente. In amore attenti ai
colpi di fulmine, sarete attratti da un pesce rosso mutante munito di chele speziate al Torio.
Capricorno: lo scherzo del Sagittario vi
costringe a letto con l’influenza, ma
state tranquilli: Sirchia ha promesso
che entro il prossimo inverno il vaccino verrà
scontato di 1 euro.
Leone: vi sentite in gran forma, con grazia felina vi aggirate per i corridoi in cerca di persone da ammaliare attraverso il
vostro charme. Tenete bene a mente quanto imparato nel corso di Sicurezza…
Acquario: le continue visite del Toro
cominciano ad insospettirvi, continua a
setacciarvi l’appartamento in cerca di
qualcosa. Nascondete le vostre pepite.
Vergine: entrate dritti dritti in un bel
periodo di panico dopo aver appreso
dell’imminente pensionamento della con-
Pesci: quello strano cocktail vi ha fatto
spuntare una strana chela. Coinvolgimenti possibili con i nati sotto il segno
del Cancro.
“L’Oasi che dice” ha bisogno di voi!
Scrivete, scrivete, scrivete, tutto quello che vi passa per la testa…
Aspettiamo i vostri contributi!
[email protected]
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L’oasi che dice
Storia di Oasi Felice
(a cura del cantastorie ufficiale di OF, Istorico Cananto)
in cui le truppe barbare unite al comando di
Attila e Vercingetorige (rianimate da uno
sciamano di Attila) sconfissero i prodi membri dell'OF è raccontata tra le righe dell'opera somma di S. Agostino "De Civitate Dei",
quindi non sto raccontando favole.
Questa sconfitta portò quasi allo scioglimento dell'OF, che per lunghi anni restò ancora
una volta in ombra.
Improvvisamente nel 724 d.C. Tarduvaggio
Marittimo, genio dell'epoca e membro di OF
sin dalla giovane età, scoprì il modo per
trasformare in vino passito l'uva che i contaRisultati e discussione:
Da un antico reperto custodito gelosamente è
dini non raccoglievano più perché i grossisti
stato appurato, con un buon
li pagavano troppo poco e l'OF
margine di certezza, che l'OF è
divenne popolarissima.
stata fondata da uno zio di Lucy
Da qui il detto "ecco un Oasi
(l'ominide scoperto in Africa,
Felice". Poi furono scoperte le
ndr) anche se all'epoca si chiaoasi che noi conosciamo (quelle
mava "le vette del Rift".
nei deserti, ndr) e data la dolcezPer lunghi secoli non si hanno
za di questi luoghi gli fu dato il
più avute notizie dell'OF e dobnome "oasi".
biamo arrivare alla civiltà VillaE se non ci credi chiedi pure a
noviana (IX sec. a.C.) per avere
chi vuoi.
nuove testimonianza: nell'inseGrazie a Tarduvaggio OF iniziò
diamento bolognese (Villanova
un periodo di splendore ininterdi Castenaso) è stata infatti trorotto di circa 500 anni, durante i
vata una tavoletta con l'antico Bertolaso in una rara lito- quali furono compiuti dai memstatuto di OF, sorprendentemente grafia del tredicesimo secolo bri dell'oasi opere eroiche e
simile a quello attuale.
iniziò la grande tradizione scienAnche il prof. E Todesco conferma questa
tifica della nostra associazione.
versione dei fatti: “sì, mi sembra che già
Nel periodo che va dal 725 d.C. al 1207 d.C.
allora si parlasse di OF, ma non ricordo
i membri dell'OF scoprirono e inventarono:
bene, ero molto piccolo allora…”
"Le condensazioni di Biccoccolo (oggi coPurtroppo le nebbie del tempo tornano ad
nosciuta come reazione di Dies-Adler) (767)
oscurare la storia dell'OF, e nemmeno i ri"I metalli di transizione interna (790-820)
cordi dell'ormai adolescente Todesco ci
"Il rame (Cu) (815)
possono aiutare, dato che per vari motivi si
"I ravioli burro e salvia (900)
assentò per circa un migliaio d'anni dall'E"Il rosmarino (901)
milia.
"La macchina volante (1021)
Le ulteriori tracce dell'OF le troviamo in
"Le impalcature con tubi innocenti (1103)
epoca romana: in questo periodo al presiden"Il pennello cinghiale (1124)
te dell'OF veniva affidata una legione. Sem"L'elettrodo a vetro per la misura del pH
bra anche che in questo periodo sia stato
(1193)
fatto lo schizzo della fonte del sapere. Per la
"L'onda di Bertolaso (oggi conosciuta come
realizzazione dell'opera dobbiamo aspettare
eq.di Shoredinger) (1207)
ancora 1500 anni.
Tra le gesta eroiche compiute dai membri
L'OF scompare dalla scena mondiale per
possiamo ricordare:
cinque di secoli per tornare con rinnovato
"La scoperta della Groenlandia (832-845)
vigore in difesa dell'Italia dalle invasioni
"L'appoggio dato all'imperatore in una grosbarbariche.
sa battaglia (920)
"La fondazione dell'Università di Bologna
Oasi Felice®© contro i Barbari (Attila)
(1088)
Hanno vinto i Barbari.
Purtroppo il 23 febbraio 1207, quando i
nostri amici erano in un osteria a festeggiare
la risoluzione dell'onda di Bertolaso caddero
Proseguimento della storia da dove eravain un imboscata tesa da briganti e perirono
mo rimasti
La memorabile sconfitta di Pian del Vicchio
tutti.
Introduzione:
Girando per i corridoi si può sentir dire che
l'Oasi Felice®© (OF) è stata fondata da un
qualsiasi bamba negli anni '50 o '60 o giù di
lì e che è l'associazione più vecchia dell'ateneo di Bologna.
Come vedete, miei cari lett8ori, c'è grossa
confusione sulle date, e la cosa puzza…
In realtà l'OF è l'associazione più ANTICA
dell'ateneo e la sua fondazione si perde nelle
tenebre dell'antichità.
Vuoi scoprire la fine della storia? Corri nel sito
dell’Oasi:
www2.fci.unibo.it/oasi
Ingegneri
Non si può dire che odio però mi disturba…
Mi disturba la naturalezza con cui
pronunciano parole notoriamente cariche di pesantezza come Vettore, Integrale, Variabile ed Elettrotecnica.
Mi disturba la
loro compostezza… la discrezione con cui
toccano le cose… mi disturba
il loro velato
settarismo esclusivo… mi disturba il loro zaino.
Mi disturbano le
scarpe sempre da
ginnastica per
scalare con leggerezza le montagne del calcolo.
Mi disturba il fatto che chiamano tutto, sempre, esattamente con il nome
giusto, con il nome tecnico… Però
intanto mi scoccia anche che per questo motivo non usano gli aggettivi.
Mi disturbano i loro dialoghi… interminabili… monotematici… la serietà
con cui ti spiegano un processo… ed
anche il fatto che si chiamano tutti per
cognome.
Mi disturba il fatto che quando ruttano e scoreggiano, dopo non sono contenti ma almeno hanno aumentato
l’entropia.
Infine mi disturbano i libri che leggono e la loro drammatica, inquietante,
sorprendente capacità di essere riconoscibili.
M
L’oasi che dice
Periodico dell’associazione
Oasi Felice
Direttore responsabile
Kaswalder Francesco
Redattori
Ranuzzi Fabrizio
Castelli Alessandro
Mauriello Francesco