L`angolo del fitness
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38 L’angolo del fitness ALLENAMENTO DEI MUSCOLI ADDOMINALI CON IL “METODO SALVIOLI” di Mario Salvioli I l “Metodo Salvioli” è stato ideato per eliminare qualsiasi intervento attivo dei muscoli flessori dell’anca durante l’esecuzione dell’esercizio. Si esegue da seduti su di un attrezzo specifico, perché richiede l’applicazione di un carico importante, dato che l’esecuzione a corpo libero non ottiene effetto allenante degno di nota. Se osserviamo di profilo il nostro atleta (fig. 1) possiamo notare che lo schema meccanico del movimento è simile ad un quadrilatero deformabile che ha come base superiore le costole e come base inferiore il bacino, una cerniera posteriore rappresentata dalla colonna vertebrale lombare ed un martinetto anteriore (potenza) che sono i muscoli addominali. La loro contrazione produce l’avvicinamento reciproco dell’origine e dell’inserzione. Questo movimento viene trasmesso dalle costole (leva superiore), che si inclinano in basso, e dal bacino (leva inferiore), che ruota indietro, alla colon- na lombare (cerniera) che viene flessa in cifosi. La flessione comporta un considerevole spostamento indietro delle vertebre lombari (L1-L2-L3-L4). Le leve sopra dette sono molto vantaggiose, perciò servono carichi importanti. La resistenza alla quale si appoggia la colonna lombare è lo schienale mobile che è collegato a detti carichi e viene spinto indietro dal rachide lombare. Per ottenere il movimento è indispensabile che le spalle non si possano spostare in 39 A cura di Vittorio Baldini avanti, ma solo in basso. Ciò si ottiene tenendo le braccia tese in avantibasso con le mani in presa all’impugnatura fissa della panca o appoggiando le spalle all’apposito supporto della macchina. Senza questo accorgimento lo schienale avrebbe funzione di punto fisso e le spalle andrebbero in avanti senza incontrare resistenza. Nel movimento di andata la forza della contrazione concentrica degli addominali del nostro atleta è superiore a quella della resistenza dello schienale. Nel ritorno la loro forza di contrazione eccentrica è inferiore a quella della resistenza che porta l’atleta alla posizione di partenza (fig. 1-2-1). Nel movimento di andata le pareti addominali esercitano una forte spinta verso l’interno sugli organi endoaddominali aumentando molto la pressione sugli stessi e riducendo il loro spazio nella zona anteriore. Essendo questi praticamente incomprimibili, trasmettono la pressione al bacino (in basso) e recuperano spazio spingendo in alto il Fig.1 diaframma, che reagisce all’aumento della pressione con una contrazione eccentrica. Questo attraverso i suoi “pilastri”, che sono inseriti sui corpi vertebrali lombari (L4-L3 e sopra) nella loro parte anteriore, esercita su di essi una forte trazione verso l’alto, aprendo un po’ gli spazi intervertebrali anche nella parte anteriore. Si riduce la pressione sui dischi e si allena l’elasticità dei legamenti. L’effetto è ottenibile solo se il muscolo grande psoas resta passivo perché, essendo inserito sugli stessi corpi vertebrali ed essendo molto più forte del diaframma, contraendosi, lo annullerebbe, provocando, al contrario, una forte riduzione degli spazi ed un aumento notevole della pressione sui dischi. Nel modello di esercizio “Metodo Salvioli” i muscoli flessori dell’anca (grande psoas, iliaco e retto femorale) non hanno alcun lavoro attivo da svolgere e seguono l’allontanamento ed il successivo riavvicinamento delle loro origini ed inserzioni in modo passivo, come dimostrano le analisi Fig.2 eseguite sia in EMG che in ecografia dinamica ECOM3 in diverse sedi qualificate. L’intervento attivo dei muscoli flessori dell’anca è invece presente in modo marcato in quasi tutti gli esercizi classici di tonificazione addominale, sia a corpo libero che con l’uso di macchine, con contrazioni concentriche, isometriche od eccentriche. Il loro impegno è quasi sempre superiore a quello degli addominali stessi e si altera progressivamente l’equilibrio di forza a favore dei primi con comparsa di dolori lombari, iperlordosi, spondilolistesi, iperpressioni sui dischi intervertebrali, rigidità articolare. Situazioni molto frequenti, che provocano prematuri abbandoni dell’attività agonistica. Inserendo negli allenamenti il “Metodo Salvioli” si può migliorare l’equilibrio di tono e di forza fra gli antiversori ed i retroversori del bacino ottenendo una postura più fisiologica, sia statica che dinamica, con conseguente possibile miglioramento delle prestazioni.