L`angolo del fitness

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L`angolo del fitness
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L’angolo del fitness
ALLENAMENTO DEI MUSCOLI ADDOMINALI
CON IL “METODO SALVIOLI”
di Mario Salvioli
I
l “Metodo Salvioli” è stato ideato
per eliminare qualsiasi intervento
attivo dei muscoli flessori dell’anca durante l’esecuzione dell’esercizio. Si esegue da seduti su di un attrezzo specifico, perché richiede l’applicazione di un carico importante,
dato che l’esecuzione a corpo libero
non ottiene effetto allenante degno
di nota. Se osserviamo di profilo il
nostro atleta (fig. 1) possiamo notare
che lo schema meccanico del movimento è simile ad un quadrilatero
deformabile che ha come base superiore le costole e come base inferiore
il bacino, una cerniera posteriore
rappresentata dalla colonna vertebrale lombare ed un martinetto anteriore (potenza) che sono i muscoli
addominali. La loro contrazione produce l’avvicinamento reciproco dell’origine e dell’inserzione. Questo
movimento viene trasmesso dalle costole (leva superiore), che si inclinano in basso, e dal bacino (leva inferiore), che ruota indietro, alla colon-
na lombare (cerniera) che viene flessa in cifosi. La flessione comporta un
considerevole spostamento indietro
delle vertebre lombari (L1-L2-L3-L4).
Le leve sopra dette sono molto vantaggiose, perciò servono carichi importanti. La resistenza alla quale si
appoggia la colonna lombare è lo
schienale mobile che è collegato a
detti carichi e viene spinto indietro
dal rachide lombare. Per ottenere il
movimento è indispensabile che le
spalle non si possano spostare in
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A cura di Vittorio Baldini
avanti, ma solo in basso. Ciò si ottiene tenendo le braccia tese in avantibasso con le mani in presa all’impugnatura fissa della panca o appoggiando le spalle all’apposito supporto della macchina. Senza questo accorgimento lo schienale avrebbe
funzione di punto fisso e le spalle andrebbero in avanti senza incontrare
resistenza. Nel movimento di andata
la forza della contrazione concentrica degli addominali del nostro atleta
è superiore a quella della resistenza
dello schienale. Nel ritorno la loro
forza di contrazione eccentrica è inferiore a quella della resistenza che
porta l’atleta alla posizione di partenza (fig. 1-2-1). Nel movimento di
andata le pareti addominali esercitano una forte spinta verso l’interno
sugli organi endoaddominali aumentando molto la pressione sugli stessi
e riducendo il loro spazio nella zona
anteriore. Essendo questi praticamente incomprimibili, trasmettono
la pressione al bacino (in basso) e recuperano spazio spingendo in alto il
Fig.1
diaframma, che reagisce all’aumento
della pressione con una contrazione
eccentrica. Questo attraverso i suoi
“pilastri”, che sono inseriti sui corpi
vertebrali lombari (L4-L3 e sopra)
nella loro parte anteriore, esercita su
di essi una forte trazione verso l’alto,
aprendo un po’ gli spazi intervertebrali anche nella parte anteriore. Si
riduce la pressione sui dischi e si allena l’elasticità dei legamenti. L’effetto
è ottenibile solo se il muscolo grande
psoas resta passivo perché, essendo
inserito sugli stessi corpi vertebrali ed
essendo molto più forte del diaframma, contraendosi, lo annullerebbe,
provocando, al contrario, una forte
riduzione degli spazi ed un aumento
notevole della pressione sui dischi.
Nel modello di esercizio “Metodo
Salvioli” i muscoli flessori dell’anca
(grande psoas, iliaco e retto femorale) non hanno alcun lavoro attivo da
svolgere e seguono l’allontanamento
ed il successivo riavvicinamento delle
loro origini ed inserzioni in modo
passivo, come dimostrano le analisi
Fig.2
eseguite sia in EMG che in ecografia
dinamica ECOM3 in diverse sedi
qualificate. L’intervento attivo dei
muscoli flessori dell’anca è invece
presente in modo marcato in quasi
tutti gli esercizi classici di tonificazione addominale, sia a corpo libero
che con l’uso di macchine, con contrazioni concentriche, isometriche od
eccentriche. Il loro impegno è quasi
sempre superiore a quello degli addominali stessi e si altera progressivamente l’equilibrio di forza a favore
dei primi con comparsa di dolori
lombari, iperlordosi, spondilolistesi,
iperpressioni sui dischi intervertebrali, rigidità articolare. Situazioni molto
frequenti, che provocano prematuri
abbandoni dell’attività agonistica. Inserendo negli allenamenti il “Metodo Salvioli” si può migliorare l’equilibrio di tono e di forza fra gli antiversori ed i retroversori del bacino ottenendo una postura più fisiologica,
sia statica che dinamica, con conseguente possibile miglioramento delle
prestazioni.