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GIACOMO LUISI Cromie differenti OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO- [dia•foria Alessandro Bertozzi OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO artriOOOps! n°1 giugno 2015 Cromie differenti Sollevo il capo. Lo sguardo si copre di un’onirica visione. Bianco intorno a me. Frontale emerge una marmorea scalinata, con impaziente desiderio mi avvicino. Una meccanica precisione modula i miei passi. Una scansione sonora indica la mia presenza. L’inclinazione è terminata. Dove mi trovo? Sguardo obliquo. Io, umile fruitore. In lontananza intravedo fenditure di luce. Cortocircuito. Mi fermo, resto sospeso, attendo. La mia retina disvela cromie differenti. Sonorità metropolitane mi invadono. Alla fine intendo, sguardo mio, protesi ribaltata, appartengo a te maschera divina. Filtro dell’anima. Attraverso i tuoi occhi non guardo. Vedo. Tratteggiati orizzonti in divenire. Folgorazione, intuizione. Luisi afferra l’osservatore, facendogli valicare la cornice, creando una coincidenza interna del suo sguardo con gli occhi dei suoi Elementi. Visione privilegiata. L’osservatore è psicologicamente indotto a situarsi per guardare fuori nella sconfinata periferia dello spazio, originando così una collisione con le leggi della geometria euclidea. Prospettiva interiore. Questa visione forma, interna – esterna rincorre la saldatura di un involucro relazionale, dove vita organica e vita sociale coesistono. Etica – estetica. Dualismo indissolubile. Azioni etiche connesse al sociale. Creazioni etiche. Rigidamente frontali, teleobiettivo. Morfologie plastiche. Cavità interne ed oscure di un corpo. Viventi bulbi oculari rivestiti di una corazza mistica inducono a coniugare il nostro essere. Luci e ombre. Sommo chiaroscuro affiora dalla tavola, plasticità rinascimentale, argento simmetrico si impadronisce della superficie. Schongauer, Dürer, basamenti di rame indicano una rotta. Classicità essenziale. Bloccare il flusso della memoria. Eredità scomode. Disegnare è un’azione che coinvolge strettamente il corpo, per Luisi è un gesto metamorfico - ripetuto per esternare e bloccare le proprie VERITÀ. Foglio e grafite, incontro sonoro. Frutto di una partitura musicale. Materia grigia. Lacrime. Sangue. Sperma. Presenze vitali. Segni, filamenti nervosi, vasi sanguigni lambiscono un volto donandogli vita. Eternità, Pigmenti organici guidati delimitano confini. Icone performative. Come il disegno anche la scrittura si propaga. Fonetica inaspettata, lunghezza d’onda deviata. Vibrazioni dissolte. Parole si rincorrono, flusso di coscienza, metamorfosi e trasformazioni sempre più a fondo. Accarezzare. Sfiorare per plasmare. Impronta indelebile. Costellazioni neuronali evidenziano la centralità del pensiero di Luisi, ovvero far coincidere lo sguardo del pubblico con quello dei suoi elementi, annullando così la distanza visiva tra i due, raggiungendo un unicum veritiero amplificato dalla caduta del Velo di Maya. Varcare sempre la soglia dell’esplorazione. Sempre al confine tra le varie discipline, con le più svariate tecniche. Materiali. Linguaggi espressivi. Corpo, mente. Entrambi ispezionati e perlustrati centimetro dopo centimetro. Oscurità. elaborazione grafica sull’ OPERA DI GIACOMO LUISI Elemento – Verità 18/10/1984 – 00/00/0000 versione fisica 2010/2011, 2010-2011. Legno, carta, grafite, acqua, filo chirurgico, Sangue e Sperma dell’artista, Infinito Essente, Occhi del Cervello, Sentimento Vero, Lacrime, Universale Linguaggio d’Infinito Essente. Cm 75x55x3. pubblicazione a cura di Giuseppe Calandriello artriOOOps! numero 1, giugno 2015 [dia•foria www.diaforia.org