chroniques et comptes rendus 335

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Thesaurus Guerrici Igniacensis. Series A-B, Formae et Lemmata, sous la direction de
Paul Tombeur avec la collaboration de Hubert Maraite, Turnhout, Brepols, 2007
(Corpus Christianorum. Thesaurus Patrum Latinorum), XIX-242 p., 8 microfiches.
Il Thesaurus Guerrici Igniacensis costituisce un fondamentale volume di studio e
di ricerca su Guerrico d’Igny. Questo libro, pubblicato in occasione della celebrazione
della morte di Guerrico (1157-2007), rappresenta uno strumento lessicografico di duplice
importanza per tutti coloro che si occupano in genere di studi sul linguaggio monastico
nel Medioevo ed in particolare di vocabolari monastici basso medievali.
Il volume infatti attraverso la presentazione attenta e rigorosa dei lemmi utilizzati
da Guerrico nell’unica opera che egli ci lascia, i Sermones, risponde ad una doppia
esigenza. Da un lato consente di conoscere, attraverso un percorso di analisi linguistica,
un autore poco studiato, mai oggetto di adeguato approfondimento all’interno della tradizione cistercense del xii secolo e, dall’altro di “ far luce ” sul linguaggio monastico nel
Basso Medioevo su cui esigui sono gli studi. Tale linguaggio infatti che inizialmente
non si presentò come un fenomeno definito ed istituzionalizzato nei suoi termini costitutivi e che si espresse attraverso differenti generi letterari : esegesi, dialoghi agiografici,
sermoni, omelie – caratterizzandosi nel tempo per un contenuto specifico, soprattutto per
la dimensione linguistica – trova ampio approfondimento sino all’Alto Medioevo. Per i
secoli successivi si assiste ad un vuoto in termini di ricerca. Ma se tale linguaggio rappresentò l’espressione principale per veicolare il vissuto ascetico del monachesimo delle
origini, e in particolare dei secoli iv-vii, risulta importante indagare sullo sviluppo che
esso ebbe dal x secolo in poi. Perciò il volume offre in tal senso un apporto significativo
alla ricerca, tanto più significativo e stimolante nel caso di un autore quale Guerrico e del
suo vocabolario poco conosciuti.
La meticolosa analisi dei lemmi su cui si struttura il Thesaurus è una preziosa fonte
di conoscenza dell’autore. Il volume, dopo una articolata introduzione, è strutturato in sei
“ sezioni ”. La prima sezione comprende l’elenco di tutti i lemmi utilizzati da Guerrico
disposti in ordine alfabetico di cui vengono calcolate le occorrenze totali e per singolo
caso (enumeratio lemmatum et formarum) ; la seconda sezione comprende l’elenco di
tutti i lemmi ordinati secondo le diverse desinenze (lemmata a tergo ordinata) ; la terza
sezione comprende il calcolo delle frequenze in ordine decrescente dei singoli lemmi
disposti in ordine alfabetico (tabula frequentiarum) ; la quarta sezione presenta l’elenco
completo di tutte le forme di cui viene calcolata la frequenza e permette di conoscere la
radice lessicale sotto la quale ciascuna di essa è ordinata (index formarum et lemmatum) ;
la quinta sezione presenta l’elenco di tutti i casi relativi ai lemmi utilizzati accompagnati dal calcolo delle frequenze (formae a tergo ordinatae) e la sesta sezione presenta su
microfiches la concordanza dei lemmi e dei casi (concordantia lemmatum et formarum).
In particolare l’individuazione dei lemmi, il calcolo delle occorrenze totali e per
singolo caso, insieme al calcolo della frequenza dei singoli lemmi, rappresentano per
lo studioso un rigoroso fondamento lessicografico da cui partire per individuare il senso
profondo del linguaggio monastico utilizzato da Guerrico. E in virtù della corrispondenza
linguaggio monastico-vissuto monastico, il volume offre la possibilità di comprendere
proprio il significato che Guerrico imprime alla vita monastica.
Il conteggio delle occorrenze dei lemmi infatti non è una mera operazione tecnica di
ricerca, ma permette di capire ciò che per l’autore rappresenta l’esperienza monastica e
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come essa debba essere vissuta dai monaci, destinatari privilegiati dello scrivere dell’autore. Conteggiare il numero delle occorrenze dei lemmi in modo da individuare i più
utilizzati e verificare se ad un loro maggiore utilizzo corrisponda una maggiore significatività in termini monastici del lemma è un’operazione interessante in tal senso. In genere,
infatti, un lemma particolarmente utilizzato caratterizza il percorso della scrittura e dei
contenuti dell’autore. Inoltre, come viene opportunamente evidenziato nell’introduzione
del volume da Paul Tombeur, grazie al conteggio delle occorrenze dei lemmi e della loro
frequenza è possibile operare un raggruppamento di lemmi per “ temi ” e procedere anche
ad una comparazione all’interno di essi. E’ possibile ad esempio individuare tutti i lemmi
che si riferiscono all’amore, o al silenzio, o alla espiazione, o alla contemplazione e dopo
aver proceduto alla lettura del loro conteggio, è possibile, contestualizzandoli all’interno
del sermone o dei sermoni in cui ricorrono, capire il senso che ad essi Guerrico attribuisce e per quale motivo un lemma presenti un maggior numero di ricorsi rispetto ad un
altro.
Un esempio a questo proposito : utilizzare, come fa Guerrico, il lemma mortificatio
che si riferisce alla dimensione della espiazione un numero maggiore di volte (10)
rispetto a contritio (4) o a compunctio (2), lemmi che semanticamente si richiamano e
che indicano la medesima realtà di purificazione, non è indifferente. Indica un orientamento della scrittura di Guerrico che privilegia, come è evidente ad un’attenta lettura dei
Sermones, l’idea della radicalità dell’ascesi a cui il monaco deve sottoporsi. Tale radicalità viene sottolineata dal maggior impiego del lemma mortificatio che a differenza degli
altri due lemmi esprime una dura privazione corporale. Contritio e compunctio caratterizzano le fasi precedenti la mortificatio. La contritio come presa di consapevolezza
interiore da parte dell’uomo del legame che egli ha con se stesso e a cui deve rinunciare e
la compunctio come pungolo, tormento interiore. Si tratta, dunque di lemmi che si riferiscono alla “ sottrazione ” interiore dell’essere a cui segue la sottrazione “ fisica ”, la mortificatio, la quale indicando la macerazione corporale, completa e perfeziona la rinuncia di
sé, ed esprime così per Guerrico, che privilegia l’idea della rinuncia fisica come momento
determinante per avanzare nella perfezione dello stato di vita, una scelta prioritaria. La
possibilità offerta, dunque, dal volume di poter verificare in maniera completa l’utilizzo
di un lemma, come nel caso-esempio di mortificatio, consente una conoscenza profonda
dell’autore e del suo percorso speculativo-scritturistico-esperienziale. Giungere alla
considerazione che il lemma mortificatio in Guerrico prevalga in termini di occorrenze
su altri lemmi ad esso simili da un punto di vista semantico ci porta a comprendere che
egli è attento soprattutto alla radicalità dell’espiazione nel percorso monastico e che tale
attenzione si motiva innanzitutto a partire dall’esperienza che egli stesso fa di vita monastica, rigida, legata a digiuni e privazioni in nome di una ascesi assoluta. La scrittura,
dunque, come proiezione del vissuto.
Il Thesaurus patrum latinorum costituisce uno strumento indispensabile di lavoro
poiché consente di “ aprire ” percorsi nuovi di approccio e di conoscenza sugli autori. La
prospettiva da cui parte per un’indagine scientifica è assolutamente singolare : le parole.
Dai calcoli rigorosi delle parole alla scoperta profonda dell’essere sostanziale di un
autore che, nel caso di Guerrico, costituisce una sorta di vera e propria “ epochè ”.
Maria Antonietta Chirico