Mensa,in arrivo la stangata: gli "stranieri" la pagano cara

Transcript

Mensa,in arrivo la stangata: gli "stranieri" la pagano cara
[14
]
LA PROVINCIA
LECCO
GIOVEDÌ 14 LUGLIO 2011
[ SCHEDA ]
[l’intervista]
5,70
FRANCESCABONACINA
Il costo del buono pasto per
i bambini delle scuole d’infanzia, elementari e medie
statali che sono residenti in
un altro Comune. La cifra corrisponde al prezzo pieno del
pasto
4,20
Il costo del buono pasto per
la fascia più alta di reddito dei
residenti in città. L’aumento
è di 10 centesimi rispetto all’anno scolastico appena
concluso
MENSA SCOLASTICA Più cara per i bambini che vengono da fuori Lecco
2,60
[ SCUOLA ]
Mensa, in arrivo la stangata:
gli "stranieri" la pagano cara
Per i bimbi residenti fuori Lecco prezzo pieno del pasto: 5,70 euro
Arriva la stangata mensa per 329
famiglie: sono quelle residenti fuori
Lecco che per varie ragioni mandano i figli alla scuola materna, elementare o media della città e usufruiscono del servizio ristorazione.
Quest’anno hanno avuto lo stesso
trattamento dei "lecchesi doc", vale
a dire che il costo del buono pasto è
stato determinato come per tutti sulla base delle tre fasce di reddito. Ma
da settembre si cambia musica.
Saranno penalizzati i piccoli "stranieri" al punto che, indipendentemente
dalla situazione economica della loro famiglia, se vorranno usufruire della ristorazione scolastica dovranno
sborsare l’intero costo del pasto, pari a 5,70 euro. Una bella mazzata sulle tasche dei genitori che a fine mese si vedranno gravati da un esborso
che per molti è davvero impossibile:
i conti non tornano se solo il pranzo del figlio - peggio se sono più di
uno - nei giorni di scuola viene a costare intorno ai 200 euro al mese.
Ritoccati invece solo di pochi centesimi i prezzi dei buoni pasto delle
due fasce superiori di reddito riservate ai bimbi residenti in città, mentre rimane inalterato il costo della fascia più bassa: 1,55 euro a pasto il
prossimo anno scolastico, esattamen-
te come in quello appena concluso.
Chi rientra nella fascia di reddito B
pagherà da settembre cinque centesimi in più a pasto, con il buono pasto che passa da 2,55 a 2,60 euro,
mentre per la fascia A l’aumento raddoppia ma resta contenuto a dieci
centesimi: da 4,10 a 4,20 euro. Un ritocco calcolato sulla base della riva-
lutazione dell’Istat.
Sono già in allarme molte famiglie
residenti fuori dal territorio comunale che entro il 3 settembre, termine
entro il quale vanno inoltrate le domande di iscrizione alla ristorazione
scolastica, devono decidere il da farsi.
L’aumento a pasto per loro può va-
ENTRO IL 3 SETTEMBRE
La domanda: ecco come
Per accedere al servizio di ristorazione scolastica occorre consegnare allo sportello di Via XI
Febbraio 8 (piano terra dell’edificio Bertacchi) la domanda entro il 3 settembre, compilata in
tutte le sue parti, compresi i codici fiscali dell’intero nucleo familiare, sottoscritta esclusivamente da uno dei genitori (o da
chi ne fa le veci) dell’alunno; la
fotocopia del documento di identità del firmatario della domanda; l’eventuale modulo di richiesta di dieta speciale, corredata
di idoneo certificato medico. I
moduli possono essere richiesti
all’ufficio di Via XI Febbraio 8 o
scaricati dal sito internet del Comune (www.comune.lecco.it).
Per conoscere le oggettive situazioni economiche delle famiglie,
a scopo statistico ma anche per
una eventuale rideterminazione
delle rette, si chiede di voler allegare alla domanda di iscrizione copia dell’indicatore ISEE in
corso di validità. Il Comune di
Lecco, per l’anno scolastico
2011/2012, ha determinato i contributi in base a tre fasce di reddito per i residenti in città.
Il costo del buono pasto per
la seconda fascia: aimento di
5 centesimi
1,55
Il costo per la fascia più bassa: è rimasto invariato
riare da 1,60 euro, se rientrano nella fascia più alta e finora hanno pagato 4,10 euro, fino addirittura a 4,15
euro se rientrano in quella più bassa
che prima pagava 1,55 euro. Così, paradossalmente, ad andarci di mezzo sono soprattutto le famiglie economicamente più deboli che pagano
pesantemente il rincaro del servizio
ristorazione.
Come dire che il Comune scarica sui
residenti fuori città e più poveri finanziariamente tutto il peso di far tornare il proprio conto economico in
rosso.
C’è un mese è mezzo per scegliere soluzioni alternative: chi presenta la
domanda dopo il 3 settembre non
avrà garanzia di poter usuifruire del
servizio mensa.
Sono circa 2.600 i pasti scolastici giornalieri forniti dalle società Avenance s.p.a. di Milano e Ristorazione Servizi per Comunità srl di Costa Masnaga che hanno in appalto il servizio dal luglio 2009 fino al giugno del
2014.
La ristorazione è riservata solo alle
scuole statali dell’infanzia, primarie
e primarie di secondo grado, escluse
le paritarie, che complessivamente
comprendono circa 4 mila bambini.
M. Gal.
assessore all’istruzione
«Ma un aiuto
può venire
dai Comuni»
(m.
gal.)
«Pensare che
questa scelta l’abbiamo fatta a febbraio, quando abbiamo stilato il
piano delle tariffe per l’anno scolastico successivo: era passata sotto silenzio». Parla
l’assessore comunale all’istruzione
Francesca Bonacina.
Ma è adesso che le famiglie si sono
accorte di questo salasso. Come mai
far pagare il prezzo pieno a chi viene da fuori Lecco?
Molto concretamente: non riuscivamo più a stare dentro le cifre stanziate. Il bivio: o aumentare tutte le tariffe
delle tre fasce, o introdurre questo distinguo tra residenti e non.
E avete scelto l’opzione dal sapore
un po’ "xenofobo". Curioso per
un’amministrazione di centro-sinistra.
Ma è una soluzione già praticata dai
due terzi dei Comuni. Chiaro comunque che è penalizzante, tant’è vero che
ci siamo preoccupati di contattare i
Comuni di provenienza degli alunni: abbiamo chiesto se possono integrarla loro la cifra del buono pasto.
Risultato?
C’è attenzione: molte amministrazioni comunali hanno detto che valuteranno le situazioni caso per caso. Vogliono capire perché alcuni bimbi vengono mandati a scuola in un altro Comune e c’è da verificare le condizioni
economiche delle famiglie interessate.
Quanto costa al Comune la ristorazione scolastica?
La mensa solo per le scuole 650 mila
euro all’anno: c’è stato un grande aumento. Integriamo infatti in diverse
proporzioni le tariffe di tutte le tre fasce: anche la più alta non paga il prezzo pieno.
Ma chi viene da fuori sì. Viste le
proteste non cambiate idea?
No, per ora no. Vediamo come finisce
la trattativa con i Comuni. Confidiamo nel loro intervento.
[la lettera]
«Mobilità, una serata a vuoto
ma per colpa dell’opposizione»
Egregio direttore, ho letto con attenzione
sul vostro giornale di oggi (mercoledì 13 luglio)
i commenti relativi al Consiglio Comunale di
lunedì scorso. Mi pare doveroso far conoscere
all’opinione pubblica anche le opinioni espresse in merito dal Partito Democratico, e vi chiedo di darvi giusta evidenza. Capisco che le critiche strumentali dell’opposizione siano più intriganti ma credo che almeno una voce di maggioranza sia doveroso riferirla. Provo ad essere io quella voce, dal momento che il mio nome ha accompagnato come primo firmatario
l’odg approvato al termine del dibattito con
20 voti favorevoli su 35.
Parto dall’inizio: è la prima volta che questo comune si trova a gestire una iniziativa di partecipazione diretta dei cittadini, prevista dallo
statuto, e questo, l’ho detto anche in Consiglio,
ci fa piacere e onore perchè significa che i cittadini ci ritengono credibili e disponibili al confronto.
In comune è giunto un documento che gli stessi firmatari hanno definito "petizione", e per regolamento alla petizione risponde il Consiglio
con gli strumenti a sua disposizione. La capigruppo ha stabilito che il modo migliore per dare questa risposta fosse una discussione in Consiglio sulla petizione stessa. Alla fine la petizione doveva essere votata.
E così è stato. In fase di discussione i consiglieri Invernizzi, Buizza, Marchio ed io abbiamo
presentato un odg (ai sensi dell’articolo 60 comma 5 del regolamento di funzionamento del
Consiglio Comunale), che avesse lo scopo di valorizzare il tanto di positivo contenuto nella petizione che tuttavia appariva irricevibile per diversi motivi ampiamente spiegati in più occasioni anche agli stessi firmatari (es. azioni prive di copertura economica).
La minoranza, forte della contrarietà espressa
fin dall’inizio dal Consigliere Magni che riteneva invece opportuno approvare la petizione tuot
court, ha semplicemente deciso di fare la più
classica delle ostruzioni con un fiume di interventi durati ore evitando accuratamente il confronto sui problemi per insistere solamente sulle questioni procedurali.
La maggioranza ha pazientemente atteso che
Lega e Pdl dessero fiato a tutte le loro frustazioni, poi hanno fatto quello annunciato all’inizio
del dibattito: voto favorevole all’odg proposto
dai 4 consiglieri (con l’astensione e non la contrarietà, ben motivata da parte di SEL e IDV), e
il voto contrario alla petizione (con l’altrettanto motivata scelta differente da parte di SEL e
IDV). Nulla di più, nulla di meno. Il vero scandalo, se vogliamo, è il comportamento di Lega
e Pdl che, per solo tatticismo politico, ci obbligherà a tornare in consilgio una volta di più,
spendendo ulteriori energie in termini di tempo e di denaro, per approvare gli altri 8 punti,
ben più importanti per la gestione della città.
Stefano Citterio (consigliere anziano)
(e.g.) Egregio consigliere, ormai dovrebbe avere imparato a conoscere il nostro giornale. Se
nell’articolo di ieri non c’erano commenti da
parte del Pd è perché l’assessore alla partita il vice sindaco Vittorio Campione - non ha voluto... commentare. Nulla di più, nulla di meno. Quanto al merito, credo che i cittadini (e
anch’io, lo ammetto) fatichino a capire questi
slalom tra leggi e regolamenti che, per quando irrinunciabili, allontanano sempre di più gli
amministratori dagli amministrati. Non tocca
a me giudicare il comportamento dell’opposizione ma, di certo, fa parte del gioco della politica. Non s’è mai visto un cappone che organizzi il pranzo di Natale.