Orwell, più vivo che mai! - Partito della Rifondazione Comunista

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Orwell, più vivo che mai! - Partito della Rifondazione Comunista
Orwell, più vivo che mai!
Dicono che scrivesse i suoi libri contro il comunismo. Ma è con il capitalismo che si stanno
realizzando i peggiori incubi del famoso scrittore britannico.
George Orwell e la sua opera universalmente riconosciuta sono considerati come armi
potenti in mano di un certo anticomunismo, perché nei suoi ultimi lavori, subito dopo la fine
della Seconda Guerra Mondiale, si sarebbe ispirato direttamente all’Unione Sovietica di
Stalin, criticando e satireggiando quell’esperienza di comunismo sorta dalla Rivoluzione
d’Ottobre. Ne “La fattoria degli animali” si narra come gli ideali di una rivoluzione degli
oppressi contro i loro oppressori finissero per essere traditi e manipolati, prima per le lotte
interne tra i dirigenti rivoluzionari, e poi per l’assunzione, da parte dei vincitori, degli stessi
modi tirannici e autoritari degli oppressori, e addirittura delle loro apparenze. Così, una delle
leggi rivoluzionarie più importanti – “Tutti gli animali sono uguali” – diventava un “Tutti gli
animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri”, per legittimare la
creazione di una nuova casta dominante. Nel successivo “1984” si descrive una società
totalitaria sotto il dominio di un fantomatico “Grande Fratello” che controlla la vita di tutti e
di ciascuno attraverso metodi di irreggimentamento, di sorveglianza e di repressione sia
mentale che fisica, e che manipola il linguaggio fino ad inventarne uno nuovo per eliminare
alla radice ogni possibilità o addirittura idea di dissenso.
Orwell si considerava un socialista democratico, e di fatto sostiene chiaramente gli ideali di
una rivoluzione degli oppressi contro gli oppressori e critica chi ne approfitta per diventare
oppressore a sua volta; e denuncia meccanismi di potere totalitario anche molto sofisticati che
vanno al di là di una specifica ideologia, intuendo per esempio le grandissime potenzialità
della televisione (allora appena ai primi passi). Ma nel quadro della guerra fredda che le
potenze capitaliste stavano lanciando contro l’Unione Sovietica e i nuovi paesi socialisti
dell’Europa orientale, queste opere sono state immediatamente utilizzate e strumentalizzate in
chiave anticomunista e antisovietica, per demonizzare ancora di più l’ex-alleato nella guerra
contro il nazifascismo, e per terrorizzare i popoli dell’occidente contro la possibilità di
scegliere un altro modello economico e sociale nei propri paesi. Così, anche usando i libri
dello scrittore britannico, l’Unione Sovietica e il comunismo in generale sono stati presentati
come l’esempio del Male, della dittatura totalitaria e dell’ipocrisia, contrapposti al “mondo
libero” capitalista che incarnerebbe il Bene, la libertà e la democrazia.
Oggi, sono passati vent’anni dalla fine dei paesi socialisti dell’Europa orientale, e ancora di
più ne sono passati dalla fine dello stalinismo. Orwell e le sue opere dovrebbero essere oggi
dei ricordi di un’altra epoca, degli incubi ormai scomparsi per un lieto risveglio in quel
migliore dei mondi possibili che ci racconta il capitalismo trionfante. Eppure, perché
sentiamo e vediamo che oggi Orwell è più vivo che mai, con tutte le sue preoccupazioni e
angosce?
È perché sentiamo dire con sempre più forza, dai nostri governanti liberi e democratici, cose
come “la guerra è pace”, quando si mandano eserciti ad invadere paesi “in missione di pace”
e “per esportare la democrazia” a suon di bombe e di massacri: e si attribuisce il Premio
Nobel per la Pace a un Barack Obama, ovvero al Presidente di un paese come gli Stati Uniti
d’America che vive della guerra e la diffonde in tutto il mondo, mantenendo un numero
sconfinato di truppe e di armamenti (anche le più inumane e di distruzione di massa come
nucleari, chimiche, batteriologiche) non solo nel proprio paese ma un po’ dappertutto, e le usa
in operazioni militari esplicite o implicite, occupando paesi, appoggiando dittature ed élites di
oppressione e sfruttamento, e distruggendo direttamente e indirettamente le vite, l’ambiente e
le speranze di milioni di persone.
O perché sentiamo dire e vediamo fare cose che riecheggiano quella frase su “alcuni sono più
uguali degli altri”, quando per esempio un avvocato al servizio del suo potente padrone
dichiara che “La legge è uguale per tutti, ma non la sua applicazione”, per sostenere
l’immunità per le più alte cariche dello Stato italiano, ovvero l’impunità per il Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, assillato da tutta una serie di processi per corruzione e varie. Ma
di esempi del genere ne abbiamo tanti altri, quando tutta una serie di caste di potere –
politiche, economiche, dell’informazione etc. – si ergono nei fatti molto più in alto della legge
e della teorica uguaglianza di tutti di fronte ad essa, per esercitarsi negli abusi e prevaricazioni
più gravi e sfacciati.
E perché stiamo vedendo come continuamente si cerca di riscrivere la storia, riecheggiando
quella frase di “1984”: “Se i fatti invece dicono il contrario, allora bisogna alterare i fatti.
Così la storia si riscrive di continuo. Questa quotidiana falsificazione del passato […] è
necessaria alla stabilità del regime. [...] La mutabilità del passato è il dogma centrale.”.
Così, si riscrive la storia della Seconda Guerra Mondiale, minimizzando o insultando il ruolo
centrale e decisivo dei popoli dell’Unione Sovietica e dei partigiani contro la tirannia
nazifascista; si riscrive la storia dell’Italia, attribuendo tutti i mali alla “Sinistra” o
direttamente ai “comunisti” e rivalutando o rivedendo di buon occhio i fascisti e i fascismi
vecchi e nuovi; si riscrive la storia mondiale, per esempio nelle “celebrazioni” a senso unico
della “caduta del muro di Berlino” per un’“Europa libera e unita”, ignorando e tergiversando
la realtà dei fatti e il loro contesto e assecondando i peggiori stereotipi delle peggiori destre
che cercano di giustificare i propri crimini di ieri, di oggi e di domani; e continuando la guerra
infinita del “Bene” – impersonato dal capitalismo liberale e dai suoi paladini: gli Stati Uniti, il
Giappone e in generale i paesi dell’“Occidente” – contro il “Male” che di volta in volta sono il
comunismo e i paesi socialisti, gli islamici, gli indigeni, i migranti etc., attribuendo a ciascuna
delle parti solo ciò che conviene e cancellando il resto.
E ancora per tanti altri perché… gli esempi non mancano, purtroppo. Sarebbe sicuramente
interessante sapere cosa ne penserebbe George Orwell, vedendo come ciò che descriveva
sessant’anni fa, ispirandosi probabilmente all’Unione Sovietica di allora, si stia realizzando
così compiutamente oggi, nei “paesi del mondo libero occidentale” del sedicente “paradiso
del capitalismo trionfante”.