La trasformazione della comunicazione didattica con la LIM. Lezioni

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La trasformazione della comunicazione didattica con la LIM. Lezioni
La trasformazione della comunicazione didattica con la LIM.
Lezioni linguistiche digitali
di Nunzia Latini (Formatrice nel Lazio ed e-tutor per la LIM. Progettista di formazione post-laurea
nazionale e internazionale presso il Cirps dell’Università della Sapienza di Roma. Si occupa di
management teledidattico, è formatrice in glottodidattica dell’Italiano L2 e inclusione scolastica degli
alunni stranieri. Giornalista pubblicista)
………..
I docenti diventano progettisti e organizzatori di un insegnamento multimodale, condiviso e
trasmissibile per via delle numerosissime risorse audio, video e immagini. Istantanea la ricerca della
geografia immigrata e della sua condivisione; istantanea la conoscenza dell’evoluzione storica di una
melodia, mentre la si ascolta; a disposizione qualsiasi risorsa per la pluralità delle genti e un contatto
interculturale, linguistico, storico: carte, istogrammi da trattare, fonti e reperti su cui ‘essere
archeologi’ per un’ora; saranno possibili costruzioni geometriche tridimensionali o calcolare l’andamento
di un processo economico contingente, sperimentare con tutti gli effetti delle polarizzazioni chimiche o
utilizzare un compasso tecnologico. Sarà possibile studiare la realizzazione di un’opera monumentale
guardandola nella sua tridimensionalità o ascoltare poesie recitate in suggestivi artefatti sinestetici.
Un approccio didattico che si fonda sul principio che le intelligenze sono multiple, gli stili
d’apprendimento diversi e all’80% si memorizza quanto si vede, si tocca, si metabolizza,
partecipando.
Si è sentito da più parti: sembra che si voglia banalizzare la didattica al gioco e allo smanettamento
infruttuoso. No, è un’altra cosa. Un percorso ludico, multimediale, integrato, partecipato
all’apprendimento, pensato pedagogicamente, è un accesso alla scoperta della conoscenza, al mondo
presente e passato, alle logiche sottese alle grandi strategie, in un divenire didattico fluido, con risorse
che cambiano e si trasformano continuamente, il procedimento di presentazione e organizzazione degli
argomenti che muta, perché i ragazzi a cui si insegna sono nati digitali, vivono questa realtà e la
riconoscono quotidianamente; una modalità che già influenza il loro modo di conoscere, di
esplorare, di relazionarsi e di esprimersi. Pertanto, insegnare a questi giovani richiede una
speciale ‘connessione’ di propositi.
Tuttavia, tra i docenti italiani non c’è una cultura media del digitale al servizio dell’insegnamento,
occorrono nei prossimi anni grandi sforzi verso l’acquisizione di risorse tecnologiche e risorse umane
aggiornate. Altrimenti la didattica multimediale va dalla nostalgica idea della polvere di gesso
allergizzante alle polveri di stelle digitali.
Acronimi ‘doc’ per le nuove modalità didattiche linguistiche: CLIL e LIM
Le lingue straniere e la lavagna multimediale si incontrano e offrono un ottimo addestramento sia per
incentivare la motivazione allo studio, sia per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento. L’insegnante
di lingue con in mano il registratore a cassette, poi trasformato in cd, dovrebbe diventare un nostalgico
ricordo. L’ascolto della lingua straniera ora è possibile direttamente dalla lavagna; la lezione con tutta
la classe si costruisce per esercitare tutte le abilità linguistiche con altre molteplici risorse web. Se
poi in lingua straniera o in lingua italiana L2 si insegna un contenuto utilizzando l’approccio CLIL
(Apprendimento integrato di lingua e contenuti) sulla LIM e in ‘Second Life’, l’apprendimento diventa più
efficace: siamo su un terreno di studio e comunicazione per apprendere, un roleplay virtuale a tre
dimensioni in costante evoluzione.
Che cos’è il CLIL?
CLIL, acronimo di Content and Language Integrated Learning, è una delle strategie diffuse a livello
europeo per promuovere la conoscenza delle lingue comunitarie e le sue potenzialità. David Marsh,
docente dell’Università di Jivaskyla in Finlandia, uno dei fondatori dell’approccio di insegnamento dei
contenuti disciplinari utilizzando la lingua straniera, nell’esaminare i vari aspetti di quello che definisce
Approaching Plurilingual Education, chiarisce già nel 2002 gli orizzonti di questa nuova possibilità
pedagogica e definisce cinque obiettivi con la “C”: Contenuto, Comunicazione, Cognizione, Cultura,
Cittadinanza. Il contenuto e la lingua sono entrambi focalizzati e hanno un ruolo all'interno del
curricolo. Gli insegnanti di lingua e di disciplina si rendono conto che studiare la lingua attraverso una
disciplina significa creare occasioni favorevoli allo sviluppo di abilità cognitive complesse: la lingua viene
usata per compiere operazioni mentali che le situazioni comunicative, normalmente evocate nei corsi di
lingua, non consentono di stimolare. I risultati sono avallati dalle ricerche recenti: coinvolgendo gli
studenti in lavori intellettualmente impegnativi, l’insegnante crea in essi un bisogno genuino di acquisire
un linguaggio appropriato con una forte motivazione.
Tutte le dimensioni coinvolte in un approccio CLIL, come la lingua e la cultura, il contenuto,
l’apprendimento, acquistano qualità perché si valorizza e si sviluppa l’interesse verso il plurilinguismo. I
benefici del plurilinguismo sono indicati con forza in molti documenti europei: primo fra tutti quello di
“offrire agli alunni sin dalla scuola dell’infanzia l’opportunità di apprendere due lingue europee oltre la
materna” come indicato nel Libro Bianco, ma anche di “offrire un ulteriore stimolo per la costruzione
degli apprendimenti e delle proprie capacità di riflessione” attraverso il confronto e l’uso di lingue
diverse. Inoltre, “l’uso di codici linguistici diversi favorisce l’acquisizione della lingua, stimola la
riflessione attraverso il confronto e crea maggiore apertura verso l’apprendimento”.
Che cos’è la LIM?
La LIM è l’acronimo di Lavagna Interattiva Multimediale, ha le dimensioni della lavagna classica ma è un
dispositivo elettronico che funziona se collegato a un personal computer, del quale riproduce lo schermo
e un proiettore. Aumenta la comunicazione fra insegnante e studente arricchendo la lezione di nuove
funzioni multimediali quali le immagini, i suoni, i filmati e dando la possibilità di modificare e salvare i
testi per un riuso didattico. Diventa uno strumento anche di ricerca condivisa e guidata per l’accesso a
Internet.
La LIM che salva ed espande la lezione all’infinito, si pone diametralmente all’opposto della memoria
d’ardesia, è una porta aperta nella didassi. Giovanni Biondi – a capo del Dipartimento per la
programmazione del Ministero dell’Istruzione, preposto, fra le altre cose, alla gestione e allo sviluppo
dei sistemi informativi del Ministero – nel testo LIM, a scuola con la Lavagna Interattiva Multimediale
la definisce un’«opera di ri-mediazione», che «non si limita più a interfacciarsi con uno o più libri che
‘parlano di…’ ma acquista nuove dimensioni».
Oggi più che mai, con le applicazioni specifiche, online e offline, davvero possiamo insegnare, educare,
seguire, aiutare ogni tipo di apprendente della touch generation. La LIM è on- e offline. La LIM è
dentro e fuori dell’aula, l’importante è non dimenticare la valutazione degli apprendimenti come punto
cardinale nella geografia della nostra programmazione.
Integrare gli stili è auspicabile. Integrarli in classe è metodologico e necessita di una disponibilità del
docente alla centralità dello studente e non solo. Le differenze individuali d’apprendimento appaiono
sempre più un fattore fondamentale da tenere in considerazione per programmare e impostare
l'insegnamento e lo studio.
Cosa ne pensano gli studenti?
«Ma questa roba ti scimmia!!», il commento simpatico, sintetico e totale di una studentessa di Milano.
Cosa ne pensano i docenti che hanno utilizzato la LIM?
Oltre alle esperienze in teleconferenza, che hanno segnato una nuova sociologia dell’apprendimento
mediato, sono notevoli le dichiarazioni degli insegnanti che hanno utilizzato la LIM in classe ……….: «ho
visto i ragazzi farsi sempre più protagonisti del proprio apprendere»; «ho realizzato in due ore una
spiegazione che altre volte impiegava il doppio»; «grazie all’uso della LIM, sono sempre più i ragazzi che
lavorano in classe, costruiscono, manipolano, interagiscono sotto la mia guida attenta e presente; ho
rilevato un deciso cambiamento nel loro livello di attenzione e motivazione a imparare»; «con il
compasso digitale della LIM è tutto un altro mondo, l'attenzione dei ragazzi è totale e il risultato è
quasi immediato»; «grazie alle LIM, seguendo percorsi logici coinvolgenti e accattivanti, si scopre che
questi rettangoli la cui base è la sezione aurea dell'altezza, il rapporto pari a 1,618, si trovano nel
frontale del Partenone, in certi tipi di cristalli o di foglie, addirittura nelle forme del corpo umano»;
«già nelle ultime vacanze i ragazzi hanno potuto inviare i compiti via e-mail alle maestre per la
correzione e in prospettiva lo potranno fare utilizzando un proprio account sulla rete della scuola. Le
potenzialità sono altissime e ovviamente i ragazzi utilizzano le tecnologie con maggior disinvoltura delle
insegnanti»; «gli studenti coinvolti nel lavoro in generale, si sono sostenuti a vicenda nei passaggi
difficoltosi, hanno collaborato e condiviso, hanno vissuto l’esperienza come connessa a sé, l’hanno
insomma ‘compresa’ e sono riusciti a raccontarla per comunicarla e trasferirla, insomma hanno lavorato
davvero tanto senza meccanicismi, ponendosi domande e cercando risposte».
In pratica «gli studenti danno prova della assoluta naturalezza con cui si relazionano e
dell’immediatezza con cui metabolizzano una tecnologia nuova, mai vista prima».
Cosa ne pensano gli esperti?
Nel quadro recente del Rapporto tra le ICT e la scuola, Giovanni Biondi ci riferisce di come sia una
strada «non priva di contrasti e contraddizioni, durante la quale la scuola ha spesso cercato di
esorcizzare l’elemento innovativo intrinseco delle ICT».
Roberto Maragliano – docente di Tecnologie dell'Istruzione e dell'Apprendimento presso l'Università
Roma Tre, è responsabile del Laboratorio di Tecnologie Audiovisive del Dipartimento di Scienze
dell'Educazione e direttore del Corso di Perfezionamento a distanza in Tecnologie per l'Insegnamento –
ci illustra come «la lavagna sia come il monitor del computer: un po' finestra sul mondo, un po' specchio
su cui e con cui riflettere» e invita gli insegnanti a usarla perché «per l'insegnante, significa avere a
portata di clic un universo di suoni, scritte, immagini, ma significa anche essere sollecitati (e
sollecitare) a fare (e a pensare) con quell'universo (e su quell'universo) »; Maragliano pone anche
l’accento su uno degli elementi nuovi: «in tutto questo l'insegnante non si trova più solo: la familiarità
del giovane con la comunicazione digitale e di Rete fa sì che ci si possa provvisoriamente scambiare di
ruolo. Chi sa, sa fare e aiuta chi non sa».
Una relazionalità «che la LIM quasi costringe a fare con il gruppo, con altri compagni o con l’insegnante»
secondo Luca Toschi – docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all'Università di
Firenze e direttore del Communication Strategies Lab nella stessa università. –, infatti la LIM
«sviluppa capacità discorsive notevoli per esporre» ed è uno strumento di apprendimento proattivo.
Infine, Paolo Ferri – docente di Teoria e tecniche dei nuovi media e di Tecnologie didattiche presso la
Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Milano Bicocca, che ha creato il blog La scuola
digitale – mette in risalto «le leve tecnologiche come strumento per abbattere i muri che trasformano
le modalità ‘gutenberghiane’ dell’apprendimento».
Per i docenti che utilizzano la LIM, quali risorse online?
Moltissime, anzi tutte, a seconda del livello di lezione che si intende offrire e del tipo di disciplina. Fra
le ultime risorse da segnalare, una vera e propria biblioteca digitale, il sito di Innovascuola che mette a
disposizione oggetti didattici multimediali, consigli e spazio per i materiali costruiti da tutti i docenti
che vogliano divenire risorsa per altri. Poi per la costruzione di presentazioni di lezioni organizzate con
clip video, il sito Medita della Rai è una risorsa infinita per ogni ordine e grado di scuola. Ancora sul sito
dell’Agenzia Ansas troviamo lo spazio dedicato alle esperienze didattiche per diverse discipline,
corredato di articoli, riflessioni e dell'indicazione di gruppi di lavoro con cui collaborare. Per guardare
videolezioni per le diverse discipline si può navigare nella mediateca dell’Indire.
Un gruppo di docenti connessi su forum mettono a disposizione ‘proposte indocenti', libere e gratuite, e
di utilizzare online lezioni multimediali pronte.