Diego Vida - Persinsala.it

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Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Lorenzo
Bianchi
19 gennaio 2011
Diego Vida nasce a Catania il 17 Luglio del 1979, da sempre
affascinato dal mondo dello spettacolo, viene scelto dal regista
Fellini per un ruolo nel film La voce della luna.
Terminati gli studi, in un periodo costellato di successi sportivi in vari
ambiti e di esperienze di diverso genere nel mondo del marketing, ritorna
in teatro, e poi al cinema con una breve esperienza con la Medusa.
sa
la
Decide successivamente di fondare, insieme ad altri appassionati, la
FanVision, una cinematografica aperta agli artisti di talento e che si
occupa di diversi servizi a 360°, dal cinema, all’animazione, documentari,
video musicali e sportivi, edizioni di fumetti e racconti, ed organizzazione
spettacolo ed eventi.
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Proprio la Fan Vision di questi tempi ha in cantiere un nuovo progetto,
ideato dallo stesso Vida: Infernal.
Clicca per ingrandire l’immagine
Come nasce il progetto Infernal?
Diego Vida: «Da tempo mi interessavo di storie di vampiri. Oggi vi sono
esperti che si dedicano allo studio del fenomeno e persone alle quali piace
il dark, che se ne interessano con passione ma senza scopi violenti perché
non è detto che chi è attratto dall’occultismo sia una persona negativa.
Certo, in alcuni casi c’è chi assume atteggiamenti devianti ma questo vale
in tutti i contesti in cui si ha fede per qualcosa. Bisogna usare la giusta
misura per non rischiare di cadere nel fanatismo. Infernal è nato proprio a
questo scopo: non voglio mettere in risalto un solo credo (si parla sia di
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vampiri che di Angeli e Demoni), ma diversi modi di sentire e interpretare
la vita e la morte, nel pieno rispetto di tutte le religioni».
È difficile produrre un progetto simile in Italia?
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D. V.: «Vorrei dire il contrario, ma devo confermare che è molto difficile
eccellere in questo campo: nella nostra bella Italia questo settore è fermo,
tranne per prodotti che da anni sono rodati e sono importati da grosse
case di produzione giapponesi e statunitensi, ma gli artisti non sono certo
italiani. In Italia si rielaborano semplicemente le versioni originali per il
nostro mercato, ma non si lanciano nuovi prodotti. Purtroppo, a meno che
non si abbiano delle raccomandazioni, magari partecipando a qualche
reality – così che non ci siano problemi per la campagna pubblicitaria – è
difficile trovare case editrici che promuovano giovani artisti».
Qual è il soggetto base dal quale è partito?
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D. V.: «Da circa due anni lavoravo a un progetto sui vampiri che adesso
ha preso la via dell’animazione – mentre in origine avrebbe dovuto essere
un live action. Una delle case giapponesi con le quali lavoro mi informò
che i diritti erano già stati concessi agli americani, così decisi di creare una
storia nuova, ispirata alla serie Castlevania. Non volevo però che fosse
violenta ma, al contrario, che mostrasse il male sconfitto dal bene – grazie
al confronto simbolico tra le due fazioni degli Angeli e dei Demoni. Il
ritratto di un mondo visto come terra di conquista, dove gli essere umani
pagano le conseguenze di un conflitto che dura da secoli. Un mondo
stanco, le cui riserve energetiche sono utilizzate in maniera abnorme,
causando danni irrimediabili all’uomo e all’ambiente, come mareggiate
devastanti, inquinamento atmosferico, malattie nuove e stress
psicosomatici che rendono la vita un caos infernale. Una terra impazzita è
come un contenitore di male che genere altro male. Se non cambieremo
modo di vivere, avendo più cura per le cose preziose che ci sono state
donate, la fine collettiva sarà prossima».
Sono presenti le tipiche figure del protagonista e
dell’antagonista?
D.V.: «Ho volutamente inserito i buoni e i cattivi, Paradiso contro Inferno. I
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cattivi potrebbero anche passare per Angeli, ma va ricordato che sono
stati precipitati sulla terra e, di conseguenza, dal bene sono passati al
male. Le loro sembianze sono belle e ingannevoli, ma la loro ferocia è pura
perfidia e può essere fermata solo dalla bontà e dalla consapevolezza di
non temere ciò che non si conosce».
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Il concept degli angeli e dei diavoli ricorda vagamente lo stile
usato per i Cavalieri dello Zodiaco-Saint Seiya. Si vuole creare un
alone mitologico intorno alla storia?
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D. V.: «Direi di sì. I Cavalieri dello Zodiaco è stato il mio cartone
animato preferito, con i protagonisti vestiti di armature sgargianti, dotati
di una fede incrollabile per la loro Dea e di un rapporto di amicizia che li
lega gli uni agli altri e li rende capaci di affrontare imprese estreme. Sono
stati una fonte d’ispirazione: l’unica differenza è che i cavalieri di Saint
Seya sono sempre giovani, mentre io avrei preferito che nei sequel fossero
stati un po’ più maturi, come intendo fare io in questo fumetto».
Qualche rimando a Paradise Lost o ad altri poemi o romanzi?
D.V.: «Ho letto Paradise Lost è mi è molto piaciuto, ma altri romanzi non
direi. Più che altro ho riletto la Bibbia perché cercavo fatti accaduti in
periodi trattati nella mia opera».
I colori oro e nero sono da considerarsi simbolici?
D.V.: «Forse. Ma il male sarà rappresentato, a volte, anche con colori più
belli e sgargianti del bene. Basta pensare a Indiana Jones e l’ultima
crociata per capire il perché: il Santo Graal è quello di legno – perfetto per
simboleggiare la semplicità e l’umiltà del bene. La vera bellezza in ogni
essere vivente è quella interiore. Tutto ciò che facciamo nella vita può
renderci belli o brutti, buoni o cattivi. Aggiungerei anche che Un altro tra i
miei riferimenti fondamentali è stato L’Ombra dello scorpione di
Stephen King».
Un’immagine ritrae un personaggio chiamato God, ossia Dio. Che
ruolo ha in questa storia? Dio inteso mitologicamente,
panteisticamente o è il Dio di una religione particolare?
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D.V.: «Come anticipato, il Dio che eventualmente sarà presente non sarà
per forza di una religione soltanto, ma lascerà spazio anche alle altre, cosi
che ognuno possa interpretarlo come meglio crede. Il suo ruolo sarà di
vitale importanza, se non addirittura il personaggio chiave della storia».
Lei annuncia un lieto fine. Possibilità di un sequel?
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D.V.: «Anche se sposo l’idea che tutto ciò che ha un inizio debba anche
avere una fine, certamente sono previsti dei sequel perché si tratta di
episodi in volumi. Per quanto riguarda il lieto fine: è un mio desiderio e un
augurio che questo sia possibile anche nel mondo reale».
sa
Quali fumetti leggeva da piccolo e chi erano i suoi eroi quando ha
capito cosa voleva fare da “grande”?
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D.V.: «Batman di Bob Kane mi ha sempre appassionato e un altro che
adoravo era The Flash, un personaggio che aveva il dono di correre alla
velocità della luce, anche lui in lotta contro il crimine. Quando ho capito
cosa volevo fare da grande? È stato, credo, da grande! (sorride, n.d.g.). Ho
messo a frutto le esperienze fatte in vari ambiti, dall’arte allo sport, dalla
comunicazione e il marketing al cinema. Ringrazierò sempre Federico
Fellini per avermi scelto per La voce della luna che, sicuramente, mi ha
fatto scoprire le mie potenzialità di attore».
Tornando al suo ultimo lavoro e facendo un parallelo con Matrix,
l’essere umano è da salvare o è la causa del male sulla terra?
D.V.: «Il male purtroppo è nella natura umana, come disse T800, il mitico
Terminator, è: <<nella nostra natura distruggerci>>. La bravura sta nel
resistere al lato oscuro. Dovremmo ricordarci degli insegnamenti del
maestro Yoda di Guerre Stellari. Per quanto riguarda Matrix, è importante
cercare di non dipendere più del necessario dalle macchine, visto che oggi
– per necessità – siamo ormai assuefatti dalla tecnologia. Fosse per me,
non utilizzerei neanche il computer, ma non si può evitare. Speriamo solo
di non finire come nel film!».
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Blog del fumetto Infernal: http://www.infernal.blog.com/
Sito della FanVision: http://www.fanvision.webs.com/
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