Riflessioni di don Daniele DAL PRA

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Riflessioni di don Daniele DAL PRA
Riflessioni di don Daniele DAL PRA'
Ebrei 10,1 eikon
CRISTO NUOVA IMMAGINE DI DIO
(Con indagine Bible Works, version 7. 0. 012 g. 2006)
INTRODUZIONE
Ila presente riflessione si prefigge, con l’aiuto di Bible Works 1 , di sviluppare un'
indagine, che focalizzandosi sul versetto 10,1 della Lettera agli Ebrei, miri a un duplice
risultato: il primo di natura strettamente tecnica, ed il secondo basato sull’aspetto
esegetico teologico dei dati rilevati nella fase di ricerca.
Durante questo percorso mettendo a confronto eikon 2 con i seguenti termini
linguistici:
Immagine – Parola di Dio
Immagine – Nome di Dio
Immagine – Legge Mosaica
Immagine Visibile- Invisibile
si procederà a valutare se intercorra una relazione tematica comparata con l’Antico
Testamento ed il Corpo Paolino.
Il raggiungimento degli obiettivi, da un punto strettamente tecnico, si avvarrà dei
seguenti strumenti:

Rilevazione dei testi biblici di riferimento in versione ICE – IEP.

Rilevazione dei testi biblici di riferimento in versione BGT.

Utilizzo di Detailed Statistics Window versione BGM-IEP.

Tramite Detailed Statistics Window versione BGM elaboreremo graficamente le
ricorrenze dei termini scelti per l’approfondimento esegetico.

Rilevazione dei testi utilizzati nell’elaborato per l’approfondimento esegetico
con New Testament Diagram Database, versione BGM (Bible Works LXX/BNT
Morphology).
La ricerca, servendosi dei risultati ottenuti cercherà di sviluppare l’interagire delle
parole rilevate, stabilendone il senso contestuale, i termini frequenti e importanti, e
attraverso frasi o riflessioni tratte dal contesto si svilupperà un percorso di sintesi
esegetica.
1
2
“Bible Works”, version 7. 0. 012 g. 2006.
Cfr. Eb. 10,1
PREFAZIONE
Intendiamo tecnicamente muovere i primi passi del nostro elaborato, attraverso
l’utilizzo del versetto 10,1 della lettera agli Ebrei, confrontandone la versione ICE 3 con
la traduzione IEP 4 :
Avendo infatti la legge solo un' ombra dei beni futuri e non la realtà
stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per
mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno,
coloro che si accostano a Dio.
Infatti la legge, che ha un'ombra dei beni futuri, non l'immagine stessa
delle cose, non può con gli stessi sacrifici, che si offrono ogni anno
indefinitamente, rendere perfetti quelli che si accostano a Dio.
Notiamo già una prima differenziazione terminologica: immagine-realtà, che
raffrontata a titolo di esempio con una autorevole traduzione inglese della versione
NAS 5 viene tradotta con la parola shadow:
For the Law, since it has only a shadow of the good things to come
and not the very form of things, can never by the same sacrifices year
by year, which they offer continually, make perfect those who draw
near.
Dall’analisi sopra svolta, ci pervengono parole che variano ed assumono frequenze
differenti se raffrontate con altre traduzioni. Bible Works ci ha reso dunque consapevoli,
di come ogni strumentazione, anche quella più moderna, se vuole raggiungere un
corretto lavoro esegetico non può prescindere dalla versione originale greca ed ebraica.
Da tale considerazione passiamo alla formulazione delle parole, iniziando dalla loro
ricorrenza e significato sotto un profilo teologico, esclusivamente nella versione greca.
3
Bibbia CEI.
Bibbia San Paolo.
5
New American Standard Bible.
4
Skia.n ga.r e;cwn o` no,moj tw/n mello,ntwn avgaqw/n( ouvk auvth.n th.n
eivko,na tw/n pragma,twn( katV evniauto.n tai/j auvtai/j qusi,aij a]j
prosfe,rousin eivj to. dihneke.j ouvde,pote du,natai tou.j prosercome,nouj
teleiw/sai\
1 - LO FECE A IMMAGINE DELLA PROPRIA NATURA
Una prima classificazione grammaticale in Eb. 10,1 di eikon è quella di nome
comune singolare femminile al caso accusativo, da eivkw,n, o,noj, h` image,
likeness in Mc. 12,16; 1 Cor. 11,7; 15,49; Ap. 13,14; appearance Rom. 1,23; 8,29; Col.
3,10; e si riscontra nella Bibbia nei seguenti passi sia dell’AT che del NT:
Gen 1:26f; 5:1, 3; Deut 4:16; 2 Chr 33:7; Ps 72:20; Wis 2:23; 14:15, 17; Sir 17:3; Hos
13:2; Isa 40:19f; Dan 2:34f; 3:1; Dat. 2:34f; 3:1; Luke 20:24; 1 Cor 15:49; 2 Cor 3:18;
Col 3:10; Heb 10:1; Rev 13:14; 14:9, 11; 20:4
0
Deu (1, 3%)
2Ch (1, 3%)
Psa (1, 3%)
Sir (1, 3%)
Hos (1, 3%)
Luk (1, 3%)
2Co (1, 3%)
Col (1, 3%)
Heb (1, 3%)
Isa (2, 7%)
1Co (2, 7%)
Wis (3, 10%)
Dan (3, 10%)
Dat (3, 10%)
Gen (4, 13%)
Rev (4, 13%)
Dal grafico sopra rappresentato, rileviamo numericamente presente il termine
eikona 30 volte, nelle diversificate citazioni che ci pervengono sia dall’Antico che dal
Nuovo Testamento. Iniziamo quindi ad addentrarci principalmente nel contesto del
Corpo Paolino, per allargarci in seguito all’Antico Testamento.
Paolo dice chiaramente: o[j evstin eivkw.n tou/ qeou/ tou/ avora,tou( prwto,tokoj
pa,shj kti,sewj( 6
Cristo è la nuova immagine di Dio, nuova perché è in contrapposizione con l’immagine
di Dio dell’Antico Testamento. Ma c’è un’immagine di Dio nell’Antico Testamento?
Oppure: che cosa significa vedere il volto di Dio?
6
Cfr. Traduzione ICE - Col. 1,15 Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione.
4
Scrutando dall’inizio il Libro del Genesi, nelle pagine riguardanti la Creazione,
troviamo la radice ebraica Wnte_Wm, a sottolineare l’uomo fatto a immagine di Dio.
Con Abramo, passando poi per tutti i patriarchi, Dio, si è lasciato vedere in qualche
modo, sotto una forma, una immagine ogni volta diversa. Potremmo allora parlare di
immagine come sinonimo di forma?
Isaia si pone un interrogativo: ti,ni w`moiw,sate ku,rion kai. ti,ni o`moiw,mati
w`moiw,sate auvto,n 7 ; se la Scrittura stessa non esita per bocca di Davide a riscontrare
nella creatura umana la forma più elevata della manifestazione di Dio nel creato ti,
evstin a;nqrwpoj o[ti mimnh,|skh| auvtou/ h' ui`o.j avnqrw,pou o[ti evpiske,pth| auvto,n hvla,ttwsaj
auvto.n bracu, ti parV avgge,louj do,xh| kai. timh/| evstefa,nwsaj auvto,n
kai. kate,sthsaj
auvto.n evpi. ta. e;rga tw/n ceirw/n sou pa,nta u`pe,taxaj u`poka,tw tw/n podw/n auvtou/ 8 ,
perché il libro di Isaia, adesso si pone tale domanda? Cosa si oppone
a quanto
proclamato in Sapienza o[ti o` qeo.j e;ktisen to.n a;nqrwpon evpV avfqarsi,a| kai. eivko,na th/j
ivdi,aj avi?dio,thtoj evpoi,hsen auvto,n 9 e Siracide: kaqV e`auto.n evne,dusen auvtou.j ivscu.n kai.
katV eivko,na auvtou/ evpoi,hsen auvtou,j 10 .
La spiegazione teologica mette in contrapposizione alla fedeltà di Dio l’infedeltà
dell’uomo, una infedeltà che non tarda a compiersi come sottolineano i versetti del
capitolo terzo del Libro del Genesi: kai. evxe,balen to.n Adam kai. katw,|kisen auvto.n
avpe,nanti tou/ paradei,sou th/j trufh/j kai. e;taxen ta. ceroubim kai. th.n flogi,nhn
r`omfai,an th.n strefome,nhn fula,ssein th.n o`do.n tou/ xu,lou th/j zwh/j 11 , che continua
nell’intera storia della salvezza se pensiamo al lungo e travagliato cammino del popolo
di Israele nella descrizione dell’Esodo alla guida di Mosè; che perdura nel sincretismo
religioso tra i Baal e Yhawè stante nei Libri dei Re con l’intervento di Elia ed Eliseo,
per esempio nella grande carestia al tempo del Re Acab o nella battaglia sul Monte
Carmelo; infedeltà ed idolatria continuamente richiamata dai Profeti in ogni tempo,
7
Cfr. Traduzione ICE – Is. 40,18 A chi paragonerete Dio? Quale immagine gli potete trovare?
Cfr. Traduzione ICE – Sal. 8,5-7 che cosa è l' uomo perché te ne ricordi e il figlio dell' uomo perché te
ne curi? Eppure l' hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere
sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi.
9
Cfr. ICE – Sap. 2,23 Sì, Dio ha creato l' uomo per l' immortalità; lo fece a immagine della propria
natura.
10
Cfr. ICE – Sir. 17,3 Secondo la sua natura li rivestì di forza, e a sua immagine li formò.
11
Cfr. ICE – Gen. 3,24 Scacciò l' uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma
della spada folgorante, per custodire la via all' albero della vita.
8
come una costante preoccupazione a ritornare al Signore,
ed un richiamo rivolto
all’uomo perchè ritrovi la sua eikon.
2 – νομος NORMA ESTERIORE
In tutto il contesto dell’Antico Testamento la conditio sine qua non del ritorno a
Dio può essere riassunto nel termine νομος . Prima di analizzare come il temine legge
persista anche nel Nuovo Testamento e la differenziazione che è avvenuta con Paolo,
elaboriamo di seguito alcune rilevazioni utili a continuare la nostra ricerca,
evidenziando i passi della Bibbia in cui tale termine ricorre:
Num 19:2; 31:21; Deut 27:3, 26; 28:58, 61; 29:19f, 26, 28; 30:10; 31:9, 12, 24, 26;
32:44, 46; Josh 1:8; 9:2; 23:6; 2 Kgs 22:8, 11; 23:24; 2 Chr 17:9; 25:4; 34:14f, 19;
35:19; 1 Esd 8:7ff, 19; 9:40, 42, 45, 50; Ezra 7:12, 21; Neh 8:1, 3, 8f, 13, 18; 9:3; Tbs.
7:14; 1 Macc 1:49, 56; 2:48, 58, 67f; 3:48; 4:42; 2 Macc 2:18; 7:30; 13:10; 15:9; 3
Macc 1:12, 23; 7:5; 4 Macc 1:17; 2:9; 7:7; 9:2, 15; 11:27; 13:9; 15:29; 16:16; Ps 93:12;
118:18, 51, 61, 109, 150; 129:5; Prov 6:23; 28:9; Job 34:27; Wis 2:12; 16:6; 18:4; Sip.
1:1, 8; Sir 2:16; 15:1; 19:20; 42:2; 51:19; Hos 8:1; Zech 7:12; Mal 3:24; Isa 42:24; Jer
2:8; 23:27; Bar 4:12; Dan 3:29; Matt 5:18; 23:23; Luke 2:27; 16:17; John 12:34; Acts
6:13; 13:15; 18:15; 21:20, 28; 22:3; 23:29; 28:23; Rom 2:12ff, 18, 23, 25ff; 3:20f, 27f;
4:13f, 16; 5:13; 7:2f, 5ff; 8:2ff; 10:4f; 13:10; Gal 2:16, 19, 21; 3:2, 5, 10, 13, 18, 21;
Phil 3:9; Heb 7:12; Jas 2:9, 11f; 4:11.
νομος come Sostantivo Dativo maschile singolare:
Exod 16:4; Josh 9:2; 1 Kgs 2:3; 2 Kgs 10:31; 1 Chr 16:40; 2 Chr 6:16; 15:3; 23:18;
31:3, 21; 35:26; 1 Esd 1:31; 5:50; 8:3, 12, 90; Ezra 3:2; 7:6, 14; Neh 8:14; 10:30, 35,
37; Tbs. 1:8; 1 Macc 1:57; 2:26f, 42, 50, 64; 2 Macc 1:4; 3 Macc 3:4; 4 Macc 2:8; 4:23;
5:16; 13:22, 24; 18:1; Ps 1:2; 77:10; 118:1, 29; Sir 9:15; 19:17; 23:23; 32:24; 33:3;
39:1, 8; 45:17; 46:14; Pss. Sol. 10:4; 14:2; Mal 2:8f; Isa 33:6; Jer 51:23; Bar 2:2; Dan
9:10f; Dat. 9:11, 13; Matt 12:5; 22:36; Luke 2:23f; 10:26; 24:44; John 1:45; 8:5, 17;
10:34; 15:25; Acts 13:38; Rom 2:12, 17, 20, 23; 3:19; 7:2, 4, 16, 22f, 25; 8:7; 1 Cor 9:9;
14:21; Gal 2:19; 3:11; 5:4; Phil 3:6
Legge- νομος, al caso Genitivo lo riscontriamo in tutta la Bibbia 166 volte.
Legge-νομος come Sostantivo Dativo maschile singolare ricorre in tutta la Bibbia 96.
Legge- νομος, ricorre 131 volte nel Corpo Paolino.
14
0
Exo (1, 1%)
1Ki (1, 1%)
2Ki (1, 1%)
1Ch (1, 1%)
Tbs (1, 1%)
2Ma (1, 1%)
3Ma (1, 1%)
Isa (1, 1%)
Jer (1, 1%)
Bar (1, 1%)
Act (1, 1%)
Phi (1, 1%)
Jos (2, 2%)
Pss (2, 2%)
Mal (2, 2%)
Dan (2, 2%)
Dat (2, 2%)
Mat (2, 2%)
1Co (2, 2%)
Ezr (3, 3%)
Gal (3, 3%)
Neh (4, 4%)
Luk (4, 4%)
1Es (5, 5%)
Psa (5, 5%)
Joh (5, 5%)
2Ch (6, 6%)
1Ma (6, 6%)
4Ma (6, 6%)
Sir (9, 9%)
Rom (14, 15%)
12
In apertura della nostra riflessione si osservava come: la legge, essendo
un’ombra dei beni futuri, e non l’immagine stessa delle cose, non può con gli stessi
sacrifici, che si offrono ogni anno indefinitamente, rendere perfetti quelli che si
accostano a Dio, conseguentemente i sacrifici non eliminano il peccato, e le opere non
giustificano l'uomo; contrapponendo tra loro nomos ed eikon.
La legge mosaica, quindi norma esteriore, non è un principio di salvezza; ben
consapevole ne è San Paolo quando afferma nella lettera ai Romani:
Rom 7:25
de,
ca,rij
(X)
tw/| qew/|
dia,
VIhsou/ Cristou/
tou/ kuri,ou
h`mw/n
a;ra ou=n
evgw,
auvto,j
douleu,w
no,mw|
tw/| noi>
qeou/
me,n
de,
$douleu,w%
no,mw|
th/| sarki,
a`marti,aj
13
12
Elaborazione grafica del termine νομος: what to plot numbers of hits in the book, sort book by
ascending order.
Una contrapposizione dunque tra la Parola di Dio e la Legge, tra l’Uomo della
Carne e l’Uomo dello Spirito, ed ancora fra le Opere e la Fede in Cristo. Inoltre Paolo
rivolgendosi alla chiesa di Corinto sostiene con forza una predicazione kerigmatica che
non lascia dubbi: kai. kaqw.j evfore,samen th.n eivko,na tou/ coi?kou/( fore,somen kai. th.n
eivko,na tou/ evpourani,ou 14 . Paolo conduce una evangelizzazione convinta e certa, che
nasce probabilmente dall’immagine concreta di Cristo svelatasi sulla via di Damasco
che lo fa entrare nel contesto storico dei Colossesi in questi termini:
o]j evrru,sato h`ma/j evk th/j evxousi,aj tou/ sko,touj kai. mete,sthsen eivj
14
th.n basilei,an tou/ ui`ou/ th/j avga,phj auvtou/(
avpolu,trwsin( th.n a;fesin tw/n a`martiw/n\
15
qeou/ tou/ avora,tou( prwto,tokoj pa,shj kti,sewj
evn w-| e;comen th.n
o[j evstin eivkw.n tou/
15
Ma perché Paolo parla di una immagine? Nel contesto ai quali Paolo dice che
Cristo ci ha strappati dal regno delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo amato
Figlio, parla di Gesù come Figlio di Dio, perché lui lo ha conosciuto. Lo ha incontrato
come il Risorto, come una luce che lo ha accecato.
Quale visibilità aveva Paolo di Cristo se lo aveva accecato? Non lo ha visto
corporalmente ma nell’esperienza della sua vita. E cosa Cristo gli ha fatto vedere
durante la sua cecità? Forse che tutta la sua vita spesa dietro la legge, gli dava una
visione della vita, contraria alla legge di Cristo, e al suo amore.
Quindi Paolo vede, di nuovo, in una nuova dimensione, che comincia dalla visita
di Anania, che lo accoglie, gli va incontro, va incontro ad un cieco, che prima aveva
perseguitato Cristo a causa della legge - νομος.
13
Cfr. ICE – Rm. 7,25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con
la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.
14
Cfr. ICE - 1 Cor. 15,49 E come abbiamo portato l' immagine dell' uomo di terra, così porteremo l'
immagine dell' uomo celeste.
15
Cfr. ICE – Col. 1,13-15 E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno
del suo Figlio diletto, 14 per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. 15 Egli è
immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura.
3 LA FEDE NELL’EIKON DI DIO
Passiamo adesso ad analizzare il rapporto che intercorre tra il termine eikon e
fede, prevalentemente in due fasi distinte: in un primo momento servendoci dell’utilizzo
di Bible Works andremo a rilevarne elementi grafici e scritturistici, e nella seconda fase
attraverso i passi della Scrittura cercheremo di avanzarne una riflessione teologica che
ci aiuti ad estrapolarne il pensiero paolino.
0
Est (1 of 164)
3Ma (1 of 228)
Psa (1 of 2533)
Pss (1 of 293)
Hos (1 of 197)
1Co (1 of 437)
Gal (1 of 149)
2Th (1 of 47)
1Pe (1 of 105)
2Pe (1 of 61)
2Ki (2 of 719)
Jer (2 of 1298)
Phi (2 of 104)
Col (2 of 95)
2Ti (2 of 83)
Jam (2 of 108)
Jud (2 of 25)
1Ch (3 of 930)
2Co (3 of 256)
Tit (3 of 46)
2Ch (4 of 821)
Sir (4 of 1366)
Act (6 of 1002)
Rom (6 of 432)
1Ti (6 of 113)
Heb (19 of 303)
pi,stij, ewj, h` faith, trust, commitment—1. as a characteristic or quality
faithfulness, reliability, loyalty, commitment Mt 23:23; Ro 3:3; Gal 5:22; Tit 2:10.—2.
that which evokes confidence, solemn promise, oath 1 Ti 5:12; proof, pledge Ac 17:31;
th.n p) teth,rhka I have honored my obligation 2 Ti 4:7.—3. trust, confidence, faith in
the active sense = ‘believing,’ esp. of relation to God and Christ Mt 9:2; Mk 11:22; Lk
18:42; Ac 14:9; 26:18; Ro 4:5, 9, 11–13; Gal 2:16; Eph 1:15; Col 2:12; Hb 12:2; Js 1:6;
1 Pt 1:21. Faith as commitment, Christianity Lk 18:8; Ro 1:5, 8; 1 Cor 2:5; 13:13; 2 Cor
1:24; Gal 3 passim; Js 1:3; 1 Pt 1:9. Conviction Ro 14:22f. Faith defined Hb 11:1.—4.
That which is believed, body of faith or belief, doctrine Gal 1:23; Jd 3, 20; cf. 1 Ti 1:19.
pi,stij, ewj, h` (1) active, as belief directed toward a person or thing
confidence, faith, trust, reliance on (MT 9.2); (2) absolutely, without an object; (a) as
the essential Christian religion (the) faith (CO 1.23); (b) as recognition and acceptance
of Christian teaching faith (JA 2.17); (c) as a decision to be faithful and loyal to the
Christian religion promise, pledge, commitment (1T 5.12); (d) as a conviction that
brings certainty faith, assurance (RO 14.22); (e) as a Christian virtue, especially along
19
with hope and love characterizing believers (1TH 1.3); (3) passive; (a) of what brings
trust and confidence from others faithfulness, fidelity, reliability (TI 2.10); (b) as what
inspires confidence pledge, (means of) proof, guarantee (AC 17.31); (4) objectively, as
the content of what is believed doctrine, (the) faith (RO 1.5).
Rilevato un quantitativo cospicuo di passi biblici, e valutati i vari passi paralleli
ad essi in riferimento proviamo a rispondere alla seguente domanda: cosa è la fede?
Dio mostrò ad Abramo le stelle del cielo e la fede lo rafforzò – dice San Paolo –
non guardò la morte del suo corpo, non guardò la matrice morta della moglie, dicendo a
Dio: cosa mi comandi! Ma la fede gli fece credere che Colui che gli parlava era potente,
non dubitò, ebbe fede in Dio; e questa fiducia, gli fu imputata come giustizia.
Non solo ad Abramo, sottolinea San Paolo ma anche a voi che credete, certo
com’era del fatto che: Cristo è venuto per i peccatori e il primo sono io sentendosi
l’ultimo degli apostoli, il quale aveva perseguitato la chiesa, ed aveva una coscienza
profonda di chi era lui. Un Paolo che viene dalla tradizione, che conosce bene le usanze,
le feste, e le liturgie del suo popolo.
Un popolo che nel Medio Oriente ancora oggi, considera l’autunno il tempo
della ripresa di tutte le attività della vita politico-sociale; quindi un periodo dell’anno
che non era solo la stagione dell’ultimo raccolto ma anche il tempo di seminare e della
ripresa di ogni settore della vita comunitaria.
Un popolo fortemente legato alle tradizioni, e per il quale ci può essere di aiuto
un salmo, al fine di capire il contesto storico-religioso nel solco del quale era inserito
anche l’apostolo Paolo, cresciuto alla scuola di Gamaliele dentro il Tempio:
evgenh,qh moi ta. da,krua, mou a;rtoj h`me,raj kai. nukto.j evn tw/|
le,gesqai, moi kaqV e`ka,sthn h`me,ran pou/ evstin o` qeo,j sou tau/ta
evmnh,sqhn kai. evxe,cea evpV evme. th.n yuch,n mou o[ti dieleu,somai evn
to,pw| skhnh/j qaumasth/j e[wj tou/ oi;kou tou/ qeou/ evn fwnh/|
avgallia,sewj
kai.
evxomologh,sewj
h;cou
e`orta,zontoj
i[na
ti,
peri,lupoj ei= yuch, kai. i[na ti, suntara,sseij me e;lpison evpi. to.n
qeo,n o[ti evxomologh,somai auvtw/| swth,rion tou/ prosw,pou mou o` qeo,j
mou pro.j evmauto.n h` yuch, mou evtara,cqh dia. tou/to mnhsqh,somai,
sou evk gh/j Iorda,nou kai. Ermwniim avpo. o;rouj mikrou/ a;bussoj
a;busson evpikalei/tai eivj fwnh.n tw/n katarraktw/n sou pa,ntej oi`
metewrismoi, sou kai. ta. ku,mata, sou evpV evme. dih/lqon 16 .
È proprio nella fertilissima zona di Cesarea di Filippo dove sono le fonti del
Giordano, il luogo dove sta passando questo levita, che nonostante la fertilità ed il
paesaggio siano molto rigogliosi, non impedisce al suo pensiero di volgersi al tempio e
a Gerusalemme. Ma a quale festa allude? Essenzialmente alla Festa delle Capanne che
si celebrava sei giorni dopo lo Yom Kippur il giorno del perdono che culmina nello
shabat dello shabat.
Israele non solamente è stato in Egitto ma è stato infedele a Dio, ha mormorato
nel deserto, ha visto miracoli e prodigi ed ha anche rotto l’alleanza con Dio,
costruendosi un vitello d’oro, dopo averne sentito la sua voce e la sua manifestazione
faccia a faccia nell’alleanza del Sinai.
Perciò Dio si è manifestato come Dio, capace non solo di creare ma di
trasformare il male in bene, la morte in vita, il peccato in luce e perdono.
Questo giorno Israele continuerà a celebrarlo in questa festa dello Yom Kippur
dove nel tempio il rituale prevede tutto quanto riguarda l’agnello, che toglierà il
peccato, ed è anche l’unico giorno dell’anno in cui il Sommo Sacerdote dopo essersi
purificato entra nel Sancta Sanctorum, alla presenza di Dio avvolto nella nube di
incenso; perché Dio si è impegnato a stare con la sua presenza in mezzo al popolo nella
tenda e può pronunziare il nome di Dio. Il nome fa presente la sua persona, la sua
eikon, la sua luce.
Confrontiamo ora questa nostra riflessione con i seguenti passi:
VEn evkei,nw| tw/| kairw/| evporeu,qh o` VIhsou/j toi/j sa,bbasin dia. tw/n
spori,mwn\ oi` de. maqhtai. auvtou/ evpei,nasan kai. h;rxanto ti,llein
sta,cuaj kai. evsqi,einÅ oi` de. Farisai/oi ivdo,ntej ei=pan auvtw/|\ ivdou. oi`
maqhtai, sou poiou/sin o] ouvk e;xestin poiei/n evn sabba,tw|Å […] pw/j
eivsh/lqen eivj to.n oi=kon tou/ qeou/ kai. tou.j a;rtouj th/j proqe,sewj
e;fagon( o] ouvk evxo.n h=n auvtw/| fagei/n ouvde. toi/j metV auvtou/ eiv mh.
16
Cfr. ICE – Sal. 42,4-84 Le lacrime sono mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: "Dov' è il
tuo Dio?". 5 Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: attraverso la folla avanzavo tra i primi fino alla
casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia di una moltitudine in festa. 6 Perché ti rattristi, anima mia, perché
su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 7 In me si
abbatte l' anima mia; perciò di te mi ricordo dal paese del Giordano e dell' Ermon, dal monte Misar. 8 Un
abisso chiama l' abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati.
toi/j i`ereu/sin mo,noijÈ[…].le,gw de. u`mi/n o[ti tou/ i`erou/ mei/zo,n evstin
w-de 17 .
Secondo gli studiosi, sembra essere proprio nei giorni antecedenti lo Yom
Kippur che Gesù Cristo stia andando a Cesarea camminando per la Galilea, e mentre
passa per i campi raccoglie insieme ai suoi discepoli delle spighe di grano, replicando a
chi lo accusava di trasgredire la legge riguardante il sabato, che qui c’è molto più del
Tempio. Lo stesso Gesù, inoltre, si diletta in un’altra circostanza quasi in un
questionario statistico chiedendo ai suoi amici: VElqw.n de. o` VIhsou/j eivj ta. me,rh
Kaisarei,aj th/j Fili,ppou hvrw,ta tou.j maqhta.j auvtou/ le,gwn\ ti,na le,gousin oi`
a;nqrwpoi ei=nai to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pouÈ 18 e per questioni di brevità ci limitiamo solo a
rimarcare come proprio l’apostolo Pietro nomini il nome di Dio; così come avviene nel
giorno dello Yom Kippur da parte del Sommo Sacerdote: evn tw/| avnalamba,nein auvto.n
stolh.n
do,xhj
kai.
evndidu,skesqai
auvto.n
sunte,leian
kauch,matoj
evn
avnaba,sei
qusiasthri,ou a`gi,ou evdo,xasen peribolh.n a`gia,smatoj 19 […]
to,te kataba.j evph/ren cei/raj auvtou/ evpi. pa/san evkklhsi,an ui`w/n Israhl dou/nai euvlogi,an
kuri,ou evk ceile,wn auvtou/ kai. evn ovno,mati auvtou/ kauch,sasqai 20
Ecco allora, che dal nostro parallelismo possiamo avanzare l’ipotesi, tra l’altro
oggi molto sostenuta dagli addetti ai lavori, che nel giorno in cui Caifa celebra questo
rito in qualità di Sommo Sacerdote, Gesù stia facendo con gli apostoli questo rito fuori
dall’ambito del culto ebraico, con il mondo dei pagani; annunziando la fine del Tempio
di pietra e l’inizio del nuovo Tempio che è Lui stesso nella nuova assemblea: la Chiesa.
o` de. VIhsou/j evsiw,paÅ kai. o` avrciereu.j ei=pen auvtw/|\ evxorki,zw se
kata. tou/ qeou/ tou/ zw/ntoj i[na h`mi/n ei;ph|j eiv su. ei= o` cristo.j o`
ui`o.j tou/ qeou/ 21 Å […] e,gei auvtw/| o` VIhsou/j\ su. ei=pajÅ plh.n le,gw
17
Cfr. ICE – Mt. 12,1-2.4.6 In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli
ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i
tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato".[…] Come entrò nella casa
di Dio e mangiarono i pani dell' offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo
ai sacerdoti?[…] Ora io vi dico che qui c' è qualcosa più grande del tempio.
18
Cfr. ICE – Mt. 16,13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli:
"La gente chi dice che sia il Figlio dell' uomo?".
19
Cfr. ICE – Sir. 50,11 Quando indossava i paramenti solenni, quando si rivestiva con gli ornamenti più
belli, salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, riempiva di gloria l' intero santuario.
20
Cfr. ICE – Sir. 50,20 Allora, scendendo, egli alzava le mani su tutta l' assemblea dei figli di Israele per
dare con le sue labbra la benedizione del Signore, gloriandosi del nome di lui.
21
Cfr. ICE – Mt. 26,63 Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio
vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio".
u`mi/n\ avpV a;rti o;yesqe to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pou kaqh,menon evk dexiw/n
th/j duna,mewj kai. evrco,menon evpi. tw/n nefelw/n tou/ ouvranou 22 /Å
Una trasfigurazione, questa volta pubblica dove lo stesso Gesù si presenta come
eikon di Dio, il Messia. L’Invisibile, il Grandioso, Colui che nessun uomo può
pronunziare ne vedere ha preso terra, carne umana per lasciarsi vedere, sentire.
È in questa fede che Paolo vede realizzate e compiute tutte le profezie, è per
questa nuova immagine di Dio che Paolo stesso porta nel suo corpo le stigmate di
Cristo; divenendo icona vivente del Signore Risorto.
Paolo ebreo vede in una nuova dimensione la verità e il compimento delle opere
profetizzate vissute nella tradizione, Paolo incontra l’eikon compiuta e perfetta del
Dio di Israele manifestata in Cristo Gesù.
4 avo,ratoj - L’IMMAGINE NASCOSTA RIVELATA NELLA CROCE
Estrapoliamo adesso da Bible Works tre versetti tratti rispettivamente dal Libro
del Genesi, dal Secondo Libro dei Maccabei e dal profeta Isaia, come ausilio per un
confronto tra i termini: eikon - avo,ratoj..
Mentre apprendiamo dal Genesi come prima della creazione non vi fosse niente:
h` de. gh/ h=n avo,ratoj kai. avkataskeu,astoj kai. sko,toj evpa,nw th/j avbu,ssou kai. pneu/ma
qeou/ evpefe,reto evpa,nw tou/ u[datoj 23
~Ah+t. ynEåP.-l[; %v,xoßw> Whboêw" ‘Whto’ ht'îy>h'
#r<a'ªh'w>
`~yIM")h; ynEïP.-l[; tp,x,Þr:m. ~yhiêl{a/ x:Wråw>
nel libro dei Maccabei il termine avo,ratoj è posto a sottolineare un intervento divino in
forma invisibile o` de. pantepo,pthj ku,rioj o` qeo.j tou/ Israhl evpa,taxen auvto.n avnia,tw|
kai. avora,tw| plhgh/| a;rti 24 , ed in Isaia tale vocabolo viene utilizzato per indicare tesori e
ricchezze nascoste e ben celate.
22
Cfr. ICE – Mt. 26,64 "Tu l' hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d' ora innanzi vedrete il Figlio
dell' uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo".
23
Cfr. ICE – Gen. 1,2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l' abisso e lo spirito di
Dio aleggiava sulle acque.
24
Cfr. ICE – 2 Mac. 9,5 Ma il Signore che tutto vede, il Dio d' Israele, lo colpì con piaga insanabile e
invisibile.
Il vocabolo greco avora,touj indica così luoghi segreti, affinché si sappia: che Io
Sono il Signore, il Dio di Israele. kai. dw,sw soi qhsaurou.j skoteinou,j avpokru,fouj
avora,touj avnoi,xw soi i[na gnw/|j o[ti evgw. ku,rioj o` qeo.j o` kalw/n to. o;noma, sou qeo.j
Israhl 25
~yrI+T's.mi ynEßmuj.m;W %v,xoê tAråc.Aa ‘^l. yTiÛt;n"w>
`lae(r"f.yI yheîl{a/ ^ßm.vib. arEîAQh; hw"±hy> ynIôa]-yKi(
[d:ªTe ![;m;äl.
Notiamo in Genesi, Maccabei, Isaia, per non citarne che tre, come un’antitesi tra
invisibile e visibile. Una relazione tra immagine e ciò che è visibile, che si vede, che ha
una forma; in conclusione che non ha segreti. Come in un’antitesi tra Antico
Testamento e Nuovo Testamento, in Paolo allora, Cristo è il rivelatore, Colui che parla e
agisce in Verità; che si contrappone alla legge non abolendola, ma bensì superandola.
Lo stesso apostolo prima ci parla di un’immagine che è visibile, che ci permette di
vedere una cosa invisibile.
Allora parlando di Gesù egli non ci sta parlando della visione naturale, della
carne di Gesù, come essere umano, ma di Gesù il Cristo, il Messia, il Figlio di Dio,
colui che attraverso la sua kenosi, morte e risurrezione ci ha mostrato il Padre, cioè la
sua natura: l’amore.
Possiamo fare allora un collegamento tra la kenosi, l’immagine, e la forma
dell’amore di Dio, che è l’amore nella dimensione della croce. Potremmo dire che
proprio questa kenosi è la nuova immagine del Padre, cioè Cristo stesso che si è
abbassato alla condizione di servo: il Logos che si è fatto uomo, il Primogenito di tutta
la Creazione. C’è un abbassamento non una sottomissione alla legge, un primo
abbassamento da Dio a Uomo, ed ancora un secondo abbassamento da Uomo a
condannato a morte come un malfattore, ed in terzo luogo dalla Croce deposto nel
Sepolcro come una qualsiasi carne corruttibile.
Nel Nuovo Testamento si riprende quel problema di fondo della filosofia antica
sulla questione della realtà ultima; ma Paolo annunciando Cristo come il Messia, va
oltre, caratterizzando Dio come una Persona che agisce e parla liberamente nella storia,
che stabilisce un’alleanza con gli uomini; una Persona concreta che ha un Nome con il
25
Cfr. ICE – Is. 45,3Ti consegnerò tesori nascosti e le ricchezze ben celate, perché tu sappia che io sono
il Signore, Dio di Israele, che ti chiamo per nome.
quale può essere invocato: Dio è colui che vive nella libertà, che è libero nell’amore, e
in tal modo si è manifestato in Gesù Cristo.
Da quanto formulato in questo percorso ci pare si possa concludere con il
seguente capitolo di Isaia, il quale manifesta in pienezza la nuova eikon di Dio, un
argomento ampiamente trattato da Paolo nelle sue lettere e nella quale eredità è stato
inserito in pienezza:
ku,rie ti,j evpi,steusen th/| avkoh/| h`mw/n kai. o` braci,wn kuri,ou ti,ni avpekalu,fqh
avnhggei,lamen evnanti,on auvtou/ w`j paidi,on w`j r`i,za evn gh/| diyw,sh| ouvk e;stin ei=doj
auvtw/| ouvde. do,xa kai. ei;domen auvto,n kai. ouvk ei=cen ei=doj ouvde. ka,lloj avlla. to.
ei=doj auvtou/ a;timon evklei/pon para. pa,ntaj avnqrw,pouj a;nqrwpoj evn plhgh/| w'n
kai. eivdw.j fe,rein malaki,an o[ti avpe,straptai to. pro,swpon auvtou/ hvtima,sqh kai.
ouvk evlogi,sqh ou-toj ta.j a`marti,aj h`mw/n fe,rei kai. peri. h`mw/n ovduna/tai kai. h`mei/j
evlogisa,meqa auvto.n ei=nai evn po,nw| kai. evn plhgh/| kai. evn kakw,sei auvto.j de.
evtraumati,sqh dia. ta.j avnomi,aj h`mw/n kai. memala,kistai dia. ta.j a`marti,aj h`mw/n
paidei,a eivrh,nhj h`mw/n evpV auvto,n tw/| mw,lwpi auvtou/ h`mei/j iva,qhmen pa,ntej w`j
pro,bata evplanh,qhmen a;nqrwpoj th/| o`dw/| auvtou/ evplanh,qh kai. ku,rioj pare,dwken
auvto.n tai/j a`marti,aij h`mw/n kai. auvto.j dia. to. kekakw/sqai ouvk avnoi,gei to. sto,ma
w`j pro,baton evpi. sfagh.n h;cqh kai. w`j avmno.j evnanti,on tou/ kei,rontoj auvto.n
a;fwnoj ou[twj ouvk avnoi,gei to. sto,ma auvtou/ evn th/| tapein ,sei h` kri,sij auvtou/
h;rqh th.n genea.n auvtou/ ti,j dihgh,setai o[ti ai;retai avpo. th/j gh/j h` zwh. auvtou/ avpo.
tw/n avnomiw/n tou/ laou/ mou h;cqh eivj qa,naton kai. dw,sw tou.j ponhrou.j avnti. th/j
tafh/j auvtou/ kai. tou.j plousi,ouj avnti. tou/ qana,tou auvtou/ o[ti avnomi,an ouvk
evpoi,hsen ouvde. eu`re,qh do,loj evn tw/| sto,mati auvtou/ kai. ku,rioj bou,letai kaqari,sai
auvto.n th/j plhgh/j eva.n dw/te peri. a`marti,aj h` yuch. u`mw/n o;yetai spe,rma
makro,bion kai. bou,letai ku,rioj avfelei/n avpo. tou/ po,nou th/j yuch/j auvtou/ dei/xai
auvtw/| fw/j kai. pla,sai th/| sune,sei dikaiw/sai di,kaion eu= douleu,onta polloi/j kai.
ta.j a`marti,aj auvtw/n auvto.j avnoi,sei dia. tou/to auvto.j klhronomh,sei pollou.j kai.
tw/n ivscurw/n meriei/ sku/la avnqV w-n paredo,qh eivj qa,naton h` yuch. auvtou/ kai. evn
toi/j avno,moij evlogi,sqh kai. uvto.j a`marti,aj pollw/n avnh,negken kai. dia. ta.j
a`marti,aj auvtw/n paredo,qh 26 .
CONCLUSIONE
CORPO PAOLINO
NT
AT
26
Cfr. BGT – Is. 53,1-12
Avendo iniziato la nostra riflessione con il versetto 10,1 della Lettera agli Ebrei,
proviamo in finale, a formulare una serie di interrogativi, così riassumibili:
C’è un’immagine di Dio nel Nuovo Testamento? Potremmo parlare di immagine come
sinonimo di forma? Perché Paolo parla di un immagine? Nello svolgimento del nostro
percorso abbiamo avuto la possibilità, attraverso una comparazione tematica di passi
paralleli prendere coscienza di come la legge mosaica essendo una norma esteriore non
ha il potere di condurre alla perfezione. Abbiamo, seppur brevemente, accennato a feste
ebraiche, per entrare nel contesto storico-geografico nel quale la legge aveva la sua
massima espressione nel rituale liturgico come mezzo di quei sacrifici che si offrono
continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio.
Nel rispondere ai quesiti, abbiamo volutamente far trasparire anche il cambio di
mentalità che ha coinvolto Paolo, celebrando come Gesù prima di lui, un nuovo rito al
di fuori del culto ebraico. Conseguentemente a quanto avvenuto sulla via di Damasco,
siamo ritornati alla contestualizzazione del fatto che Paolo parli di un immagine di Dio
nuova, manifestata nel Messia.
È da questa novità che necessariamente abbiamo dovuto affrontare la tematica
della fede, la quale ci ha condotto a rispondere a tutti i quesiti che ci eravamo formulati.
Nella fede del Figlio di Dio infatti la croce si rivela avo,ratoj del Dio invisibile, affinché
si sappia che Io Sono il Signore: il Dio di Israele. In Lui confluiscono tutte le grandi
tradizioni veterotestamentarie: il davidismo, il profetismo, la teologia sapienziale e
l’apocalittica; nel Cristo, Dio ha realizzato definitivamente la promessa fatta a Sion.
Solo Cristo distruggendo la carne nel suo corpo mediante la morte, ha distrutto il
peccato che vi regnava. Ma come il corpo dell’uomo è destinato alla gloria, così anche il
mondo è chiamato in Cristo alla redenzione. Se la filosofia greca, voleva liberare lo
Spirito dalla materia, ecco che Cristo libera la stessa materia, e la nostra salvezza
diviene oggetto di speranza.
Ma nel messaggio di Gesù, nuovo non è solo il contenuto o la caratteristica
linguistica, bensì il fatto che collega inscindibilmente alla sua Persona il Regno di Dio.
L’enunciato Abbà-Padre assicura che nella croce e risurrezione è intervenuto
Dio stesso e che in Cristo, lo stesso Dio si è rivelato in modo definitivo ed escatologico.
Il carattere escatologico della persona di Cristo esige che Gesù appartiene all’essenza
eterna di Dio; quindi in Paolo Gesù Cristo è il Figlio unico che ci rende figli di Dio
(Rom. 8,14-17; Gal. 3,26; 4,5) e in Lui, Dio ci ha predestinati ad essere conformi
all’eivko,noj del Figlio suo (Rom. 8,29).
INDICE
INTRODUZIONE
1
PREFAZIONE
2
1 Lo fece ad immagine della propria natura
3
2 νομος Norma esteriore
5
3 La fede nell’eikon di Dio
8
4 avo,ratoj L’immagine nascosta rivelata nella Croce
12
CONCLUSIONE
14
INDICE
15