Riflessioni di don Daniele DAL PRA
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Riflessioni di don Daniele DAL PRA
Riflessioni di don Daniele DAL PRA' Ebrei 10,1 eikon CRISTO NUOVA IMMAGINE DI DIO (Con indagine Bible Works, version 7. 0. 012 g. 2006) INTRODUZIONE Ila presente riflessione si prefigge, con l’aiuto di Bible Works 1 , di sviluppare un' indagine, che focalizzandosi sul versetto 10,1 della Lettera agli Ebrei, miri a un duplice risultato: il primo di natura strettamente tecnica, ed il secondo basato sull’aspetto esegetico teologico dei dati rilevati nella fase di ricerca. Durante questo percorso mettendo a confronto eikon 2 con i seguenti termini linguistici: Immagine – Parola di Dio Immagine – Nome di Dio Immagine – Legge Mosaica Immagine Visibile- Invisibile si procederà a valutare se intercorra una relazione tematica comparata con l’Antico Testamento ed il Corpo Paolino. Il raggiungimento degli obiettivi, da un punto strettamente tecnico, si avvarrà dei seguenti strumenti: Rilevazione dei testi biblici di riferimento in versione ICE – IEP. Rilevazione dei testi biblici di riferimento in versione BGT. Utilizzo di Detailed Statistics Window versione BGM-IEP. Tramite Detailed Statistics Window versione BGM elaboreremo graficamente le ricorrenze dei termini scelti per l’approfondimento esegetico. Rilevazione dei testi utilizzati nell’elaborato per l’approfondimento esegetico con New Testament Diagram Database, versione BGM (Bible Works LXX/BNT Morphology). La ricerca, servendosi dei risultati ottenuti cercherà di sviluppare l’interagire delle parole rilevate, stabilendone il senso contestuale, i termini frequenti e importanti, e attraverso frasi o riflessioni tratte dal contesto si svilupperà un percorso di sintesi esegetica. 1 2 “Bible Works”, version 7. 0. 012 g. 2006. Cfr. Eb. 10,1 PREFAZIONE Intendiamo tecnicamente muovere i primi passi del nostro elaborato, attraverso l’utilizzo del versetto 10,1 della lettera agli Ebrei, confrontandone la versione ICE 3 con la traduzione IEP 4 : Avendo infatti la legge solo un' ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha il potere di condurre alla perfezione, per mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. Infatti la legge, che ha un'ombra dei beni futuri, non l'immagine stessa delle cose, non può con gli stessi sacrifici, che si offrono ogni anno indefinitamente, rendere perfetti quelli che si accostano a Dio. Notiamo già una prima differenziazione terminologica: immagine-realtà, che raffrontata a titolo di esempio con una autorevole traduzione inglese della versione NAS 5 viene tradotta con la parola shadow: For the Law, since it has only a shadow of the good things to come and not the very form of things, can never by the same sacrifices year by year, which they offer continually, make perfect those who draw near. Dall’analisi sopra svolta, ci pervengono parole che variano ed assumono frequenze differenti se raffrontate con altre traduzioni. Bible Works ci ha reso dunque consapevoli, di come ogni strumentazione, anche quella più moderna, se vuole raggiungere un corretto lavoro esegetico non può prescindere dalla versione originale greca ed ebraica. Da tale considerazione passiamo alla formulazione delle parole, iniziando dalla loro ricorrenza e significato sotto un profilo teologico, esclusivamente nella versione greca. 3 Bibbia CEI. Bibbia San Paolo. 5 New American Standard Bible. 4 Skia.n ga.r e;cwn o` no,moj tw/n mello,ntwn avgaqw/n( ouvk auvth.n th.n eivko,na tw/n pragma,twn( katV evniauto.n tai/j auvtai/j qusi,aij a]j prosfe,rousin eivj to. dihneke.j ouvde,pote du,natai tou.j prosercome,nouj teleiw/sai\ 1 - LO FECE A IMMAGINE DELLA PROPRIA NATURA Una prima classificazione grammaticale in Eb. 10,1 di eikon è quella di nome comune singolare femminile al caso accusativo, da eivkw,n, o,noj, h` image, likeness in Mc. 12,16; 1 Cor. 11,7; 15,49; Ap. 13,14; appearance Rom. 1,23; 8,29; Col. 3,10; e si riscontra nella Bibbia nei seguenti passi sia dell’AT che del NT: Gen 1:26f; 5:1, 3; Deut 4:16; 2 Chr 33:7; Ps 72:20; Wis 2:23; 14:15, 17; Sir 17:3; Hos 13:2; Isa 40:19f; Dan 2:34f; 3:1; Dat. 2:34f; 3:1; Luke 20:24; 1 Cor 15:49; 2 Cor 3:18; Col 3:10; Heb 10:1; Rev 13:14; 14:9, 11; 20:4 0 Deu (1, 3%) 2Ch (1, 3%) Psa (1, 3%) Sir (1, 3%) Hos (1, 3%) Luk (1, 3%) 2Co (1, 3%) Col (1, 3%) Heb (1, 3%) Isa (2, 7%) 1Co (2, 7%) Wis (3, 10%) Dan (3, 10%) Dat (3, 10%) Gen (4, 13%) Rev (4, 13%) Dal grafico sopra rappresentato, rileviamo numericamente presente il termine eikona 30 volte, nelle diversificate citazioni che ci pervengono sia dall’Antico che dal Nuovo Testamento. Iniziamo quindi ad addentrarci principalmente nel contesto del Corpo Paolino, per allargarci in seguito all’Antico Testamento. Paolo dice chiaramente: o[j evstin eivkw.n tou/ qeou/ tou/ avora,tou( prwto,tokoj pa,shj kti,sewj( 6 Cristo è la nuova immagine di Dio, nuova perché è in contrapposizione con l’immagine di Dio dell’Antico Testamento. Ma c’è un’immagine di Dio nell’Antico Testamento? Oppure: che cosa significa vedere il volto di Dio? 6 Cfr. Traduzione ICE - Col. 1,15 Egli è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione. 4 Scrutando dall’inizio il Libro del Genesi, nelle pagine riguardanti la Creazione, troviamo la radice ebraica Wnte_Wm, a sottolineare l’uomo fatto a immagine di Dio. Con Abramo, passando poi per tutti i patriarchi, Dio, si è lasciato vedere in qualche modo, sotto una forma, una immagine ogni volta diversa. Potremmo allora parlare di immagine come sinonimo di forma? Isaia si pone un interrogativo: ti,ni w`moiw,sate ku,rion kai. ti,ni o`moiw,mati w`moiw,sate auvto,n 7 ; se la Scrittura stessa non esita per bocca di Davide a riscontrare nella creatura umana la forma più elevata della manifestazione di Dio nel creato ti, evstin a;nqrwpoj o[ti mimnh,|skh| auvtou/ h' ui`o.j avnqrw,pou o[ti evpiske,pth| auvto,n hvla,ttwsaj auvto.n bracu, ti parV avgge,louj do,xh| kai. timh/| evstefa,nwsaj auvto,n kai. kate,sthsaj auvto.n evpi. ta. e;rga tw/n ceirw/n sou pa,nta u`pe,taxaj u`poka,tw tw/n podw/n auvtou/ 8 , perché il libro di Isaia, adesso si pone tale domanda? Cosa si oppone a quanto proclamato in Sapienza o[ti o` qeo.j e;ktisen to.n a;nqrwpon evpV avfqarsi,a| kai. eivko,na th/j ivdi,aj avi?dio,thtoj evpoi,hsen auvto,n 9 e Siracide: kaqV e`auto.n evne,dusen auvtou.j ivscu.n kai. katV eivko,na auvtou/ evpoi,hsen auvtou,j 10 . La spiegazione teologica mette in contrapposizione alla fedeltà di Dio l’infedeltà dell’uomo, una infedeltà che non tarda a compiersi come sottolineano i versetti del capitolo terzo del Libro del Genesi: kai. evxe,balen to.n Adam kai. katw,|kisen auvto.n avpe,nanti tou/ paradei,sou th/j trufh/j kai. e;taxen ta. ceroubim kai. th.n flogi,nhn r`omfai,an th.n strefome,nhn fula,ssein th.n o`do.n tou/ xu,lou th/j zwh/j 11 , che continua nell’intera storia della salvezza se pensiamo al lungo e travagliato cammino del popolo di Israele nella descrizione dell’Esodo alla guida di Mosè; che perdura nel sincretismo religioso tra i Baal e Yhawè stante nei Libri dei Re con l’intervento di Elia ed Eliseo, per esempio nella grande carestia al tempo del Re Acab o nella battaglia sul Monte Carmelo; infedeltà ed idolatria continuamente richiamata dai Profeti in ogni tempo, 7 Cfr. Traduzione ICE – Is. 40,18 A chi paragonerete Dio? Quale immagine gli potete trovare? Cfr. Traduzione ICE – Sal. 8,5-7 che cosa è l' uomo perché te ne ricordi e il figlio dell' uomo perché te ne curi? Eppure l' hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi. 9 Cfr. ICE – Sap. 2,23 Sì, Dio ha creato l' uomo per l' immortalità; lo fece a immagine della propria natura. 10 Cfr. ICE – Sir. 17,3 Secondo la sua natura li rivestì di forza, e a sua immagine li formò. 11 Cfr. ICE – Gen. 3,24 Scacciò l' uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all' albero della vita. 8 come una costante preoccupazione a ritornare al Signore, ed un richiamo rivolto all’uomo perchè ritrovi la sua eikon. 2 – νομος NORMA ESTERIORE In tutto il contesto dell’Antico Testamento la conditio sine qua non del ritorno a Dio può essere riassunto nel termine νομος . Prima di analizzare come il temine legge persista anche nel Nuovo Testamento e la differenziazione che è avvenuta con Paolo, elaboriamo di seguito alcune rilevazioni utili a continuare la nostra ricerca, evidenziando i passi della Bibbia in cui tale termine ricorre: Num 19:2; 31:21; Deut 27:3, 26; 28:58, 61; 29:19f, 26, 28; 30:10; 31:9, 12, 24, 26; 32:44, 46; Josh 1:8; 9:2; 23:6; 2 Kgs 22:8, 11; 23:24; 2 Chr 17:9; 25:4; 34:14f, 19; 35:19; 1 Esd 8:7ff, 19; 9:40, 42, 45, 50; Ezra 7:12, 21; Neh 8:1, 3, 8f, 13, 18; 9:3; Tbs. 7:14; 1 Macc 1:49, 56; 2:48, 58, 67f; 3:48; 4:42; 2 Macc 2:18; 7:30; 13:10; 15:9; 3 Macc 1:12, 23; 7:5; 4 Macc 1:17; 2:9; 7:7; 9:2, 15; 11:27; 13:9; 15:29; 16:16; Ps 93:12; 118:18, 51, 61, 109, 150; 129:5; Prov 6:23; 28:9; Job 34:27; Wis 2:12; 16:6; 18:4; Sip. 1:1, 8; Sir 2:16; 15:1; 19:20; 42:2; 51:19; Hos 8:1; Zech 7:12; Mal 3:24; Isa 42:24; Jer 2:8; 23:27; Bar 4:12; Dan 3:29; Matt 5:18; 23:23; Luke 2:27; 16:17; John 12:34; Acts 6:13; 13:15; 18:15; 21:20, 28; 22:3; 23:29; 28:23; Rom 2:12ff, 18, 23, 25ff; 3:20f, 27f; 4:13f, 16; 5:13; 7:2f, 5ff; 8:2ff; 10:4f; 13:10; Gal 2:16, 19, 21; 3:2, 5, 10, 13, 18, 21; Phil 3:9; Heb 7:12; Jas 2:9, 11f; 4:11. νομος come Sostantivo Dativo maschile singolare: Exod 16:4; Josh 9:2; 1 Kgs 2:3; 2 Kgs 10:31; 1 Chr 16:40; 2 Chr 6:16; 15:3; 23:18; 31:3, 21; 35:26; 1 Esd 1:31; 5:50; 8:3, 12, 90; Ezra 3:2; 7:6, 14; Neh 8:14; 10:30, 35, 37; Tbs. 1:8; 1 Macc 1:57; 2:26f, 42, 50, 64; 2 Macc 1:4; 3 Macc 3:4; 4 Macc 2:8; 4:23; 5:16; 13:22, 24; 18:1; Ps 1:2; 77:10; 118:1, 29; Sir 9:15; 19:17; 23:23; 32:24; 33:3; 39:1, 8; 45:17; 46:14; Pss. Sol. 10:4; 14:2; Mal 2:8f; Isa 33:6; Jer 51:23; Bar 2:2; Dan 9:10f; Dat. 9:11, 13; Matt 12:5; 22:36; Luke 2:23f; 10:26; 24:44; John 1:45; 8:5, 17; 10:34; 15:25; Acts 13:38; Rom 2:12, 17, 20, 23; 3:19; 7:2, 4, 16, 22f, 25; 8:7; 1 Cor 9:9; 14:21; Gal 2:19; 3:11; 5:4; Phil 3:6 Legge- νομος, al caso Genitivo lo riscontriamo in tutta la Bibbia 166 volte. Legge-νομος come Sostantivo Dativo maschile singolare ricorre in tutta la Bibbia 96. Legge- νομος, ricorre 131 volte nel Corpo Paolino. 14 0 Exo (1, 1%) 1Ki (1, 1%) 2Ki (1, 1%) 1Ch (1, 1%) Tbs (1, 1%) 2Ma (1, 1%) 3Ma (1, 1%) Isa (1, 1%) Jer (1, 1%) Bar (1, 1%) Act (1, 1%) Phi (1, 1%) Jos (2, 2%) Pss (2, 2%) Mal (2, 2%) Dan (2, 2%) Dat (2, 2%) Mat (2, 2%) 1Co (2, 2%) Ezr (3, 3%) Gal (3, 3%) Neh (4, 4%) Luk (4, 4%) 1Es (5, 5%) Psa (5, 5%) Joh (5, 5%) 2Ch (6, 6%) 1Ma (6, 6%) 4Ma (6, 6%) Sir (9, 9%) Rom (14, 15%) 12 In apertura della nostra riflessione si osservava come: la legge, essendo un’ombra dei beni futuri, e non l’immagine stessa delle cose, non può con gli stessi sacrifici, che si offrono ogni anno indefinitamente, rendere perfetti quelli che si accostano a Dio, conseguentemente i sacrifici non eliminano il peccato, e le opere non giustificano l'uomo; contrapponendo tra loro nomos ed eikon. La legge mosaica, quindi norma esteriore, non è un principio di salvezza; ben consapevole ne è San Paolo quando afferma nella lettera ai Romani: Rom 7:25 de, ca,rij (X) tw/| qew/| dia, VIhsou/ Cristou/ tou/ kuri,ou h`mw/n a;ra ou=n evgw, auvto,j douleu,w no,mw| tw/| noi> qeou/ me,n de, $douleu,w% no,mw| th/| sarki, a`marti,aj 13 12 Elaborazione grafica del termine νομος: what to plot numbers of hits in the book, sort book by ascending order. Una contrapposizione dunque tra la Parola di Dio e la Legge, tra l’Uomo della Carne e l’Uomo dello Spirito, ed ancora fra le Opere e la Fede in Cristo. Inoltre Paolo rivolgendosi alla chiesa di Corinto sostiene con forza una predicazione kerigmatica che non lascia dubbi: kai. kaqw.j evfore,samen th.n eivko,na tou/ coi?kou/( fore,somen kai. th.n eivko,na tou/ evpourani,ou 14 . Paolo conduce una evangelizzazione convinta e certa, che nasce probabilmente dall’immagine concreta di Cristo svelatasi sulla via di Damasco che lo fa entrare nel contesto storico dei Colossesi in questi termini: o]j evrru,sato h`ma/j evk th/j evxousi,aj tou/ sko,touj kai. mete,sthsen eivj 14 th.n basilei,an tou/ ui`ou/ th/j avga,phj auvtou/( avpolu,trwsin( th.n a;fesin tw/n a`martiw/n\ 15 qeou/ tou/ avora,tou( prwto,tokoj pa,shj kti,sewj evn w-| e;comen th.n o[j evstin eivkw.n tou/ 15 Ma perché Paolo parla di una immagine? Nel contesto ai quali Paolo dice che Cristo ci ha strappati dal regno delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo amato Figlio, parla di Gesù come Figlio di Dio, perché lui lo ha conosciuto. Lo ha incontrato come il Risorto, come una luce che lo ha accecato. Quale visibilità aveva Paolo di Cristo se lo aveva accecato? Non lo ha visto corporalmente ma nell’esperienza della sua vita. E cosa Cristo gli ha fatto vedere durante la sua cecità? Forse che tutta la sua vita spesa dietro la legge, gli dava una visione della vita, contraria alla legge di Cristo, e al suo amore. Quindi Paolo vede, di nuovo, in una nuova dimensione, che comincia dalla visita di Anania, che lo accoglie, gli va incontro, va incontro ad un cieco, che prima aveva perseguitato Cristo a causa della legge - νομος. 13 Cfr. ICE – Rm. 7,25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato. 14 Cfr. ICE - 1 Cor. 15,49 E come abbiamo portato l' immagine dell' uomo di terra, così porteremo l' immagine dell' uomo celeste. 15 Cfr. ICE – Col. 1,13-15 E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, 14 per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. 15 Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura. 3 LA FEDE NELL’EIKON DI DIO Passiamo adesso ad analizzare il rapporto che intercorre tra il termine eikon e fede, prevalentemente in due fasi distinte: in un primo momento servendoci dell’utilizzo di Bible Works andremo a rilevarne elementi grafici e scritturistici, e nella seconda fase attraverso i passi della Scrittura cercheremo di avanzarne una riflessione teologica che ci aiuti ad estrapolarne il pensiero paolino. 0 Est (1 of 164) 3Ma (1 of 228) Psa (1 of 2533) Pss (1 of 293) Hos (1 of 197) 1Co (1 of 437) Gal (1 of 149) 2Th (1 of 47) 1Pe (1 of 105) 2Pe (1 of 61) 2Ki (2 of 719) Jer (2 of 1298) Phi (2 of 104) Col (2 of 95) 2Ti (2 of 83) Jam (2 of 108) Jud (2 of 25) 1Ch (3 of 930) 2Co (3 of 256) Tit (3 of 46) 2Ch (4 of 821) Sir (4 of 1366) Act (6 of 1002) Rom (6 of 432) 1Ti (6 of 113) Heb (19 of 303) pi,stij, ewj, h` faith, trust, commitment—1. as a characteristic or quality faithfulness, reliability, loyalty, commitment Mt 23:23; Ro 3:3; Gal 5:22; Tit 2:10.—2. that which evokes confidence, solemn promise, oath 1 Ti 5:12; proof, pledge Ac 17:31; th.n p) teth,rhka I have honored my obligation 2 Ti 4:7.—3. trust, confidence, faith in the active sense = ‘believing,’ esp. of relation to God and Christ Mt 9:2; Mk 11:22; Lk 18:42; Ac 14:9; 26:18; Ro 4:5, 9, 11–13; Gal 2:16; Eph 1:15; Col 2:12; Hb 12:2; Js 1:6; 1 Pt 1:21. Faith as commitment, Christianity Lk 18:8; Ro 1:5, 8; 1 Cor 2:5; 13:13; 2 Cor 1:24; Gal 3 passim; Js 1:3; 1 Pt 1:9. Conviction Ro 14:22f. Faith defined Hb 11:1.—4. That which is believed, body of faith or belief, doctrine Gal 1:23; Jd 3, 20; cf. 1 Ti 1:19. pi,stij, ewj, h` (1) active, as belief directed toward a person or thing confidence, faith, trust, reliance on (MT 9.2); (2) absolutely, without an object; (a) as the essential Christian religion (the) faith (CO 1.23); (b) as recognition and acceptance of Christian teaching faith (JA 2.17); (c) as a decision to be faithful and loyal to the Christian religion promise, pledge, commitment (1T 5.12); (d) as a conviction that brings certainty faith, assurance (RO 14.22); (e) as a Christian virtue, especially along 19 with hope and love characterizing believers (1TH 1.3); (3) passive; (a) of what brings trust and confidence from others faithfulness, fidelity, reliability (TI 2.10); (b) as what inspires confidence pledge, (means of) proof, guarantee (AC 17.31); (4) objectively, as the content of what is believed doctrine, (the) faith (RO 1.5). Rilevato un quantitativo cospicuo di passi biblici, e valutati i vari passi paralleli ad essi in riferimento proviamo a rispondere alla seguente domanda: cosa è la fede? Dio mostrò ad Abramo le stelle del cielo e la fede lo rafforzò – dice San Paolo – non guardò la morte del suo corpo, non guardò la matrice morta della moglie, dicendo a Dio: cosa mi comandi! Ma la fede gli fece credere che Colui che gli parlava era potente, non dubitò, ebbe fede in Dio; e questa fiducia, gli fu imputata come giustizia. Non solo ad Abramo, sottolinea San Paolo ma anche a voi che credete, certo com’era del fatto che: Cristo è venuto per i peccatori e il primo sono io sentendosi l’ultimo degli apostoli, il quale aveva perseguitato la chiesa, ed aveva una coscienza profonda di chi era lui. Un Paolo che viene dalla tradizione, che conosce bene le usanze, le feste, e le liturgie del suo popolo. Un popolo che nel Medio Oriente ancora oggi, considera l’autunno il tempo della ripresa di tutte le attività della vita politico-sociale; quindi un periodo dell’anno che non era solo la stagione dell’ultimo raccolto ma anche il tempo di seminare e della ripresa di ogni settore della vita comunitaria. Un popolo fortemente legato alle tradizioni, e per il quale ci può essere di aiuto un salmo, al fine di capire il contesto storico-religioso nel solco del quale era inserito anche l’apostolo Paolo, cresciuto alla scuola di Gamaliele dentro il Tempio: evgenh,qh moi ta. da,krua, mou a;rtoj h`me,raj kai. nukto.j evn tw/| le,gesqai, moi kaqV e`ka,sthn h`me,ran pou/ evstin o` qeo,j sou tau/ta evmnh,sqhn kai. evxe,cea evpV evme. th.n yuch,n mou o[ti dieleu,somai evn to,pw| skhnh/j qaumasth/j e[wj tou/ oi;kou tou/ qeou/ evn fwnh/| avgallia,sewj kai. evxomologh,sewj h;cou e`orta,zontoj i[na ti, peri,lupoj ei= yuch, kai. i[na ti, suntara,sseij me e;lpison evpi. to.n qeo,n o[ti evxomologh,somai auvtw/| swth,rion tou/ prosw,pou mou o` qeo,j mou pro.j evmauto.n h` yuch, mou evtara,cqh dia. tou/to mnhsqh,somai, sou evk gh/j Iorda,nou kai. Ermwniim avpo. o;rouj mikrou/ a;bussoj a;busson evpikalei/tai eivj fwnh.n tw/n katarraktw/n sou pa,ntej oi` metewrismoi, sou kai. ta. ku,mata, sou evpV evme. dih/lqon 16 . È proprio nella fertilissima zona di Cesarea di Filippo dove sono le fonti del Giordano, il luogo dove sta passando questo levita, che nonostante la fertilità ed il paesaggio siano molto rigogliosi, non impedisce al suo pensiero di volgersi al tempio e a Gerusalemme. Ma a quale festa allude? Essenzialmente alla Festa delle Capanne che si celebrava sei giorni dopo lo Yom Kippur il giorno del perdono che culmina nello shabat dello shabat. Israele non solamente è stato in Egitto ma è stato infedele a Dio, ha mormorato nel deserto, ha visto miracoli e prodigi ed ha anche rotto l’alleanza con Dio, costruendosi un vitello d’oro, dopo averne sentito la sua voce e la sua manifestazione faccia a faccia nell’alleanza del Sinai. Perciò Dio si è manifestato come Dio, capace non solo di creare ma di trasformare il male in bene, la morte in vita, il peccato in luce e perdono. Questo giorno Israele continuerà a celebrarlo in questa festa dello Yom Kippur dove nel tempio il rituale prevede tutto quanto riguarda l’agnello, che toglierà il peccato, ed è anche l’unico giorno dell’anno in cui il Sommo Sacerdote dopo essersi purificato entra nel Sancta Sanctorum, alla presenza di Dio avvolto nella nube di incenso; perché Dio si è impegnato a stare con la sua presenza in mezzo al popolo nella tenda e può pronunziare il nome di Dio. Il nome fa presente la sua persona, la sua eikon, la sua luce. Confrontiamo ora questa nostra riflessione con i seguenti passi: VEn evkei,nw| tw/| kairw/| evporeu,qh o` VIhsou/j toi/j sa,bbasin dia. tw/n spori,mwn\ oi` de. maqhtai. auvtou/ evpei,nasan kai. h;rxanto ti,llein sta,cuaj kai. evsqi,einÅ oi` de. Farisai/oi ivdo,ntej ei=pan auvtw/|\ ivdou. oi` maqhtai, sou poiou/sin o] ouvk e;xestin poiei/n evn sabba,tw|Å […] pw/j eivsh/lqen eivj to.n oi=kon tou/ qeou/ kai. tou.j a;rtouj th/j proqe,sewj e;fagon( o] ouvk evxo.n h=n auvtw/| fagei/n ouvde. toi/j metV auvtou/ eiv mh. 16 Cfr. ICE – Sal. 42,4-84 Le lacrime sono mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: "Dov' è il tuo Dio?". 5 Questo io ricordo, e il mio cuore si strugge: attraverso la folla avanzavo tra i primi fino alla casa di Dio, in mezzo ai canti di gioia di una moltitudine in festa. 6 Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. 7 In me si abbatte l' anima mia; perciò di te mi ricordo dal paese del Giordano e dell' Ermon, dal monte Misar. 8 Un abisso chiama l' abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. toi/j i`ereu/sin mo,noijÈ[…].le,gw de. u`mi/n o[ti tou/ i`erou/ mei/zo,n evstin w-de 17 . Secondo gli studiosi, sembra essere proprio nei giorni antecedenti lo Yom Kippur che Gesù Cristo stia andando a Cesarea camminando per la Galilea, e mentre passa per i campi raccoglie insieme ai suoi discepoli delle spighe di grano, replicando a chi lo accusava di trasgredire la legge riguardante il sabato, che qui c’è molto più del Tempio. Lo stesso Gesù, inoltre, si diletta in un’altra circostanza quasi in un questionario statistico chiedendo ai suoi amici: VElqw.n de. o` VIhsou/j eivj ta. me,rh Kaisarei,aj th/j Fili,ppou hvrw,ta tou.j maqhta.j auvtou/ le,gwn\ ti,na le,gousin oi` a;nqrwpoi ei=nai to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pouÈ 18 e per questioni di brevità ci limitiamo solo a rimarcare come proprio l’apostolo Pietro nomini il nome di Dio; così come avviene nel giorno dello Yom Kippur da parte del Sommo Sacerdote: evn tw/| avnalamba,nein auvto.n stolh.n do,xhj kai. evndidu,skesqai auvto.n sunte,leian kauch,matoj evn avnaba,sei qusiasthri,ou a`gi,ou evdo,xasen peribolh.n a`gia,smatoj 19 […] to,te kataba.j evph/ren cei/raj auvtou/ evpi. pa/san evkklhsi,an ui`w/n Israhl dou/nai euvlogi,an kuri,ou evk ceile,wn auvtou/ kai. evn ovno,mati auvtou/ kauch,sasqai 20 Ecco allora, che dal nostro parallelismo possiamo avanzare l’ipotesi, tra l’altro oggi molto sostenuta dagli addetti ai lavori, che nel giorno in cui Caifa celebra questo rito in qualità di Sommo Sacerdote, Gesù stia facendo con gli apostoli questo rito fuori dall’ambito del culto ebraico, con il mondo dei pagani; annunziando la fine del Tempio di pietra e l’inizio del nuovo Tempio che è Lui stesso nella nuova assemblea: la Chiesa. o` de. VIhsou/j evsiw,paÅ kai. o` avrciereu.j ei=pen auvtw/|\ evxorki,zw se kata. tou/ qeou/ tou/ zw/ntoj i[na h`mi/n ei;ph|j eiv su. ei= o` cristo.j o` ui`o.j tou/ qeou/ 21 Å […] e,gei auvtw/| o` VIhsou/j\ su. ei=pajÅ plh.n le,gw 17 Cfr. ICE – Mt. 12,1-2.4.6 In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato".[…] Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell' offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti?[…] Ora io vi dico che qui c' è qualcosa più grande del tempio. 18 Cfr. ICE – Mt. 16,13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell' uomo?". 19 Cfr. ICE – Sir. 50,11 Quando indossava i paramenti solenni, quando si rivestiva con gli ornamenti più belli, salendo i gradini del santo altare dei sacrifici, riempiva di gloria l' intero santuario. 20 Cfr. ICE – Sir. 50,20 Allora, scendendo, egli alzava le mani su tutta l' assemblea dei figli di Israele per dare con le sue labbra la benedizione del Signore, gloriandosi del nome di lui. 21 Cfr. ICE – Mt. 26,63 Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". u`mi/n\ avpV a;rti o;yesqe to.n ui`o.n tou/ avnqrw,pou kaqh,menon evk dexiw/n th/j duna,mewj kai. evrco,menon evpi. tw/n nefelw/n tou/ ouvranou 22 /Å Una trasfigurazione, questa volta pubblica dove lo stesso Gesù si presenta come eikon di Dio, il Messia. L’Invisibile, il Grandioso, Colui che nessun uomo può pronunziare ne vedere ha preso terra, carne umana per lasciarsi vedere, sentire. È in questa fede che Paolo vede realizzate e compiute tutte le profezie, è per questa nuova immagine di Dio che Paolo stesso porta nel suo corpo le stigmate di Cristo; divenendo icona vivente del Signore Risorto. Paolo ebreo vede in una nuova dimensione la verità e il compimento delle opere profetizzate vissute nella tradizione, Paolo incontra l’eikon compiuta e perfetta del Dio di Israele manifestata in Cristo Gesù. 4 avo,ratoj - L’IMMAGINE NASCOSTA RIVELATA NELLA CROCE Estrapoliamo adesso da Bible Works tre versetti tratti rispettivamente dal Libro del Genesi, dal Secondo Libro dei Maccabei e dal profeta Isaia, come ausilio per un confronto tra i termini: eikon - avo,ratoj.. Mentre apprendiamo dal Genesi come prima della creazione non vi fosse niente: h` de. gh/ h=n avo,ratoj kai. avkataskeu,astoj kai. sko,toj evpa,nw th/j avbu,ssou kai. pneu/ma qeou/ evpefe,reto evpa,nw tou/ u[datoj 23 ~Ah+t. ynEåP.-l[; %v,xoßw> Whboêw" ‘Whto’ ht'îy>h' #r<a'ªh'w> `~yIM")h; ynEïP.-l[; tp,x,Þr:m. ~yhiêl{a/ x:Wråw> nel libro dei Maccabei il termine avo,ratoj è posto a sottolineare un intervento divino in forma invisibile o` de. pantepo,pthj ku,rioj o` qeo.j tou/ Israhl evpa,taxen auvto.n avnia,tw| kai. avora,tw| plhgh/| a;rti 24 , ed in Isaia tale vocabolo viene utilizzato per indicare tesori e ricchezze nascoste e ben celate. 22 Cfr. ICE – Mt. 26,64 "Tu l' hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d' ora innanzi vedrete il Figlio dell' uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo". 23 Cfr. ICE – Gen. 1,2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l' abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 24 Cfr. ICE – 2 Mac. 9,5 Ma il Signore che tutto vede, il Dio d' Israele, lo colpì con piaga insanabile e invisibile. Il vocabolo greco avora,touj indica così luoghi segreti, affinché si sappia: che Io Sono il Signore, il Dio di Israele. kai. dw,sw soi qhsaurou.j skoteinou,j avpokru,fouj avora,touj avnoi,xw soi i[na gnw/|j o[ti evgw. ku,rioj o` qeo.j o` kalw/n to. o;noma, sou qeo.j Israhl 25 ~yrI+T's.mi ynEßmuj.m;W %v,xoê tAråc.Aa ‘^l. yTiÛt;n"w> `lae(r"f.yI yheîl{a/ ^ßm.vib. arEîAQh; hw"±hy> ynIôa]-yKi( [d:ªTe ![;m;äl. Notiamo in Genesi, Maccabei, Isaia, per non citarne che tre, come un’antitesi tra invisibile e visibile. Una relazione tra immagine e ciò che è visibile, che si vede, che ha una forma; in conclusione che non ha segreti. Come in un’antitesi tra Antico Testamento e Nuovo Testamento, in Paolo allora, Cristo è il rivelatore, Colui che parla e agisce in Verità; che si contrappone alla legge non abolendola, ma bensì superandola. Lo stesso apostolo prima ci parla di un’immagine che è visibile, che ci permette di vedere una cosa invisibile. Allora parlando di Gesù egli non ci sta parlando della visione naturale, della carne di Gesù, come essere umano, ma di Gesù il Cristo, il Messia, il Figlio di Dio, colui che attraverso la sua kenosi, morte e risurrezione ci ha mostrato il Padre, cioè la sua natura: l’amore. Possiamo fare allora un collegamento tra la kenosi, l’immagine, e la forma dell’amore di Dio, che è l’amore nella dimensione della croce. Potremmo dire che proprio questa kenosi è la nuova immagine del Padre, cioè Cristo stesso che si è abbassato alla condizione di servo: il Logos che si è fatto uomo, il Primogenito di tutta la Creazione. C’è un abbassamento non una sottomissione alla legge, un primo abbassamento da Dio a Uomo, ed ancora un secondo abbassamento da Uomo a condannato a morte come un malfattore, ed in terzo luogo dalla Croce deposto nel Sepolcro come una qualsiasi carne corruttibile. Nel Nuovo Testamento si riprende quel problema di fondo della filosofia antica sulla questione della realtà ultima; ma Paolo annunciando Cristo come il Messia, va oltre, caratterizzando Dio come una Persona che agisce e parla liberamente nella storia, che stabilisce un’alleanza con gli uomini; una Persona concreta che ha un Nome con il 25 Cfr. ICE – Is. 45,3Ti consegnerò tesori nascosti e le ricchezze ben celate, perché tu sappia che io sono il Signore, Dio di Israele, che ti chiamo per nome. quale può essere invocato: Dio è colui che vive nella libertà, che è libero nell’amore, e in tal modo si è manifestato in Gesù Cristo. Da quanto formulato in questo percorso ci pare si possa concludere con il seguente capitolo di Isaia, il quale manifesta in pienezza la nuova eikon di Dio, un argomento ampiamente trattato da Paolo nelle sue lettere e nella quale eredità è stato inserito in pienezza: ku,rie ti,j evpi,steusen th/| avkoh/| h`mw/n kai. o` braci,wn kuri,ou ti,ni avpekalu,fqh avnhggei,lamen evnanti,on auvtou/ w`j paidi,on w`j r`i,za evn gh/| diyw,sh| ouvk e;stin ei=doj auvtw/| ouvde. do,xa kai. ei;domen auvto,n kai. ouvk ei=cen ei=doj ouvde. ka,lloj avlla. to. ei=doj auvtou/ a;timon evklei/pon para. pa,ntaj avnqrw,pouj a;nqrwpoj evn plhgh/| w'n kai. eivdw.j fe,rein malaki,an o[ti avpe,straptai to. pro,swpon auvtou/ hvtima,sqh kai. ouvk evlogi,sqh ou-toj ta.j a`marti,aj h`mw/n fe,rei kai. peri. h`mw/n ovduna/tai kai. h`mei/j evlogisa,meqa auvto.n ei=nai evn po,nw| kai. evn plhgh/| kai. evn kakw,sei auvto.j de. evtraumati,sqh dia. ta.j avnomi,aj h`mw/n kai. memala,kistai dia. ta.j a`marti,aj h`mw/n paidei,a eivrh,nhj h`mw/n evpV auvto,n tw/| mw,lwpi auvtou/ h`mei/j iva,qhmen pa,ntej w`j pro,bata evplanh,qhmen a;nqrwpoj th/| o`dw/| auvtou/ evplanh,qh kai. ku,rioj pare,dwken auvto.n tai/j a`marti,aij h`mw/n kai. auvto.j dia. to. kekakw/sqai ouvk avnoi,gei to. sto,ma w`j pro,baton evpi. sfagh.n h;cqh kai. w`j avmno.j evnanti,on tou/ kei,rontoj auvto.n a;fwnoj ou[twj ouvk avnoi,gei to. sto,ma auvtou/ evn th/| tapein ,sei h` kri,sij auvtou/ h;rqh th.n genea.n auvtou/ ti,j dihgh,setai o[ti ai;retai avpo. th/j gh/j h` zwh. auvtou/ avpo. tw/n avnomiw/n tou/ laou/ mou h;cqh eivj qa,naton kai. dw,sw tou.j ponhrou.j avnti. th/j tafh/j auvtou/ kai. tou.j plousi,ouj avnti. tou/ qana,tou auvtou/ o[ti avnomi,an ouvk evpoi,hsen ouvde. eu`re,qh do,loj evn tw/| sto,mati auvtou/ kai. ku,rioj bou,letai kaqari,sai auvto.n th/j plhgh/j eva.n dw/te peri. a`marti,aj h` yuch. u`mw/n o;yetai spe,rma makro,bion kai. bou,letai ku,rioj avfelei/n avpo. tou/ po,nou th/j yuch/j auvtou/ dei/xai auvtw/| fw/j kai. pla,sai th/| sune,sei dikaiw/sai di,kaion eu= douleu,onta polloi/j kai. ta.j a`marti,aj auvtw/n auvto.j avnoi,sei dia. tou/to auvto.j klhronomh,sei pollou.j kai. tw/n ivscurw/n meriei/ sku/la avnqV w-n paredo,qh eivj qa,naton h` yuch. auvtou/ kai. evn toi/j avno,moij evlogi,sqh kai. uvto.j a`marti,aj pollw/n avnh,negken kai. dia. ta.j a`marti,aj auvtw/n paredo,qh 26 . CONCLUSIONE CORPO PAOLINO NT AT 26 Cfr. BGT – Is. 53,1-12 Avendo iniziato la nostra riflessione con il versetto 10,1 della Lettera agli Ebrei, proviamo in finale, a formulare una serie di interrogativi, così riassumibili: C’è un’immagine di Dio nel Nuovo Testamento? Potremmo parlare di immagine come sinonimo di forma? Perché Paolo parla di un immagine? Nello svolgimento del nostro percorso abbiamo avuto la possibilità, attraverso una comparazione tematica di passi paralleli prendere coscienza di come la legge mosaica essendo una norma esteriore non ha il potere di condurre alla perfezione. Abbiamo, seppur brevemente, accennato a feste ebraiche, per entrare nel contesto storico-geografico nel quale la legge aveva la sua massima espressione nel rituale liturgico come mezzo di quei sacrifici che si offrono continuamente di anno in anno, coloro che si accostano a Dio. Nel rispondere ai quesiti, abbiamo volutamente far trasparire anche il cambio di mentalità che ha coinvolto Paolo, celebrando come Gesù prima di lui, un nuovo rito al di fuori del culto ebraico. Conseguentemente a quanto avvenuto sulla via di Damasco, siamo ritornati alla contestualizzazione del fatto che Paolo parli di un immagine di Dio nuova, manifestata nel Messia. È da questa novità che necessariamente abbiamo dovuto affrontare la tematica della fede, la quale ci ha condotto a rispondere a tutti i quesiti che ci eravamo formulati. Nella fede del Figlio di Dio infatti la croce si rivela avo,ratoj del Dio invisibile, affinché si sappia che Io Sono il Signore: il Dio di Israele. In Lui confluiscono tutte le grandi tradizioni veterotestamentarie: il davidismo, il profetismo, la teologia sapienziale e l’apocalittica; nel Cristo, Dio ha realizzato definitivamente la promessa fatta a Sion. Solo Cristo distruggendo la carne nel suo corpo mediante la morte, ha distrutto il peccato che vi regnava. Ma come il corpo dell’uomo è destinato alla gloria, così anche il mondo è chiamato in Cristo alla redenzione. Se la filosofia greca, voleva liberare lo Spirito dalla materia, ecco che Cristo libera la stessa materia, e la nostra salvezza diviene oggetto di speranza. Ma nel messaggio di Gesù, nuovo non è solo il contenuto o la caratteristica linguistica, bensì il fatto che collega inscindibilmente alla sua Persona il Regno di Dio. L’enunciato Abbà-Padre assicura che nella croce e risurrezione è intervenuto Dio stesso e che in Cristo, lo stesso Dio si è rivelato in modo definitivo ed escatologico. Il carattere escatologico della persona di Cristo esige che Gesù appartiene all’essenza eterna di Dio; quindi in Paolo Gesù Cristo è il Figlio unico che ci rende figli di Dio (Rom. 8,14-17; Gal. 3,26; 4,5) e in Lui, Dio ci ha predestinati ad essere conformi all’eivko,noj del Figlio suo (Rom. 8,29). INDICE INTRODUZIONE 1 PREFAZIONE 2 1 Lo fece ad immagine della propria natura 3 2 νομος Norma esteriore 5 3 La fede nell’eikon di Dio 8 4 avo,ratoj L’immagine nascosta rivelata nella Croce 12 CONCLUSIONE 14 INDICE 15