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articolo completo in pdf - Giornale Italiano di Diabetologia e
G It Diabetol Metab 2011;31:76-81
Lavoro originale
Il monitoraggio AIFA dei nuovi
farmaci per il trattamento
del diabete
RIASSUNTO
Gli incretino-mimetici (exenatide) e gli inibitori della dipeptidilpeptidasi-4 (DDP-IV) (sitagliptin e vildagliptin) sono nuovi farmaci, attualmente disponibili in Italia, sviluppati per il controllo della
glicemia in pazienti con diabete di tipo 2. Nel febbraio 2008,
AIFA ha attivato un sistema di monitoraggio per valutare i reali
vantaggi in termini di efficacia e di sicurezza di questi farmaci
altamente innovativi; questa fase si è chiusa nell’agosto 2010,
con la registrazione di oltre 90.000 piani terapeutici. L’analisi dei
dati ha sostanzialmente confermato quanto emerso dagli studi
preregistrativi. Tutti i farmaci migliorano il compenso metabolico
di circa 1 punto di HbA1c; exenatide produce un significativo calo
ponderale, mentre gli inibitori DPP-IV risultano sostanzialmente
neutri sul peso. Sono state inviate alla Farmacovigilanza molte
segnalazioni di sospette reazioni avverse (ADR), in questo facilitate dal sistema informatico, particolarmente con exenatide,
dove si sono concentrate anche le ADR più gravi. Per tutti i farmaci, l’ipoglicemia è risultata un evento molto raro, osservato
soprattutto in terapia di associazione con sulfoniluree. Dato
anche l’alto costo saranno necessari ulteriori approfondimenti
per meglio definire il fenotipo del paziente che con maggior vantaggio può usufruire di questi farmaci e i possibili effetti di queste molecole sui fattori di rischio cardiovascolare e sulle complicanze micro- e macroangiopatiche. Interessante sarà confermare in vivo le capacità rigenerative e proliferative di queste molecole sulla beta-cellula.
SUMMARY
The AIFA monitoring system of new drugs for diabetes treatment
The incretin mimetic (exenatide) and dipeptidyl peptidase-4
(DDP-IV) inhibitors (sitagliptin and vildagliptin) are new drugs,
developed for the control of blood glucose in patients with type
2 diabetes. In February 2008, the Italian Drug Agency (AIFA)
established a monitoring system to assess the real benefits in
terms of efficacy and safety of these highly innovative drugs; the
monitoring phase ended in August 2010 when 90,000 treatment
plans had been registered. Data analysis has largely confirmed
the results of registration studies. All drugs improve metabolic
S. Moscatiello, L. Montesi, G. Forlani,
G. Marchesini
SSD Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica,
Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna
S. Orsola-Malpighi
Corrispondenza: prof. Giulio Marchesini,
SSD Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica,
Azienda Ospedaliera di Bologna, via Massarenti 9,
40138 Bologna
e-mail: [email protected]
G It Diabetol Metab 2011;31:76-81
Pervenuto in Redazione il 02-03-2011
Accettato per la pubblicazione il 03-03-2011
Parole chiave: analoghi del GLP-1, inibitori della DPP-4,
diabete di tipo 2, eventi avversi
Key words: GLP-1 analogues, DPP-4 inhibitors,
type 2 diabetes, adverse drug reactions
Il monitoraggio AIFA dei nuovi farmaci per il trattamento del diabete
control, leading to a HbA1c reduction in the order of 1%; exenatide produces a significant weight loss, while the DPP-IV inhibitors are essentially weight neutral. Over one thousand reports of
suspected adverse drug reactions (ADR) were registered to
pharmacovigilance authorities, facilitated by the computerized
system. In general, ADRs were more common and severe with
the use of exenatide, but the results were fairly in keeping with
registration studies. For all drugs, hypoglycemia was a very rare
event, observed mainly in combination therapy with sulfonylureas. Given the high cost of these new drugs, there is an urgent
need to define the phenotype of the patients who will benefit
most from these therapy; the analysis of treatment interruption
for failure, non-compliance and ADR is providing important clues
to this issue. Future studies are also needed to confirm the antiapoptotic and neo-regenerative in vivo capacity of these molecules on beta-cell, as well as the possible effects on cardiovascular risk factors and micro-and macrovascular complications.
Introduzione
I nuovi farmaci per la terapia del diabete di tipo 2 (DM2),
incretino-mimetici e inibitori della dipeptidil-peptidasi-4
(DPP-IV), agiscono attraverso un meccanismo totalmente
innovativo, o mimando la secrezione di glucagon-like peptide 1 (GLP-1) o inibendo la degradazione del GLP-1 endogeno, prodotto in modo insufficiente nel DM21-3. L’aumento dei
livelli circolanti di GLP-1 o analogo, realizzato dal trattamento farmacologico, aumenta la secrezione di insulina delle
beta-cellule pancreatiche in risposta al glucosio, inibisce la
secrezione di glucagone, rallenta lo svuotamento gastrico e
l’afflusso di carboidrati in circolo nella fase postprandiale4-6.
Attraverso questi meccanismi, nella fase registrativa, questi
farmaci hanno dimostrato di favorire il compenso metabolico
in soggetti con DM2 in fallimento con altri antidiabetici orali
(variamente combinati a seconda del farmaco) sull’end-point
dell’emoglobina glicata (HbA1c). Inoltre, è stato segnalato un
effetto favorevole o almeno neutro sul peso corporeo e la
mancanza di necessità di aggiustamenti posologici con relativa riduzione del rischio di ipoglicemia rispetto a quanto
documentato con le sulfoniluree. Questi farmaci però, pur
essendo innovativi dal punto di vista del meccanismo
d’azione, non hanno prodotto negli studi registrativi prove di
efficacia superiore rispetto alle alternative già disponibili e
consolidate nella terapia del DM2 e sono pertanto stati considerati dalla Commissione Tecnico Scientifica dell’Agenzia
Italiana del Farmaco (AIFA) come “innovazioni terapeutiche
potenziali”. Come previsto per questa tipologia di trattamenti, i farmaci exenatide, sitagliptin, vildagliptin e le loro associazioni, sono stati sottoposti a un monitoraggio intensivo.
Scopo primario del monitoraggio, durato 30 mesi, è stato
quello di verificare l’appropriatezza d’uso e la sicurezza di
questi farmaci, metterne in luce eventuali aspetti critici e,
dato l’attuale costo elevato, trovarne giustificazione in un
reale vantaggio clinico per il paziente.
L’obiettivo di questo lavoro è riassumere i molti dati ricavati
dal monitoraggio intensivo riferibili a tutti i pazienti avviati alla
terapia con incretino-mimetici e con inibitori della DPP-4 nel
77
periodo compreso tra febbraio 2008 e agosto 2010, riportati nel volume pubblicato da AIFA e disponibili sul sito
https://antidiabetici.agenziafarmaco.it/, a disposizione di tutti
gli utenti del sistema.
Materiale e metodi
Il campione
Il registro dei farmaci antidiabetici sottoposti a monitoraggio
è stato attivato il 12 febbraio 2008 con i principi attivi exenatide (Byetta®) e sitagliptin (Januvia/Xelevia®). Vildagliptin è
stato inserito nel registro in data 21 aprile 2008 (Galvus®).
Dal 22 agosto è stata attivata anche la scheda di sitagliptin
(Tesavel®). Dal 13 gennaio 2009 è stato inserito il farmaco in
associazione vildagliptin + metformina cloridrato (Eucreas®)
e dal 27 febbraio 2009 sono stati inseriti anche i farmaci in
associazione sitagliptin + metformina (Velmetia®, Janumet®,
Efficib®). Il monitoraggio si è concluso l’11 agosto 2010.
Tipo di analisi
L’analisi descrittiva iniziale è stata condotta sul totale dei
piani terapeutici (PT) per singola specialità, depurando quindi la banca dati dalle registrazioni che non hanno portato
all’emissione di un PT. Le analisi successive sono state condotte aggregando i dati per principio attivo (indipendentemente dall’associazione precostituita con metformina) e analizzando il dato per singolo paziente, indipendentemente dal
nome commerciale. Sull’intero insieme dei PT sono stati poi
riportati i dati derivati dalle schede di sospette reazioni avverse, anche in questo caso per principio attivo.
È poi stata condotta un’analisi sui PT riferiti ai centri che
hanno avuto un follow-up ≥ 80% per almeno uno dei tre principi attivi. Questi centri forniscono infatti una visione più realistica delle cause di interruzione di trattamento, degli effetti
metabolici e sul peso, dell’incidenza di sospette reazioni
avverse (ADR) e degli episodi di ipoglicemia relativi all’uso dei
vari farmaci. I valori al basale fanno riferimento alla prima
valutazione del paziente al momento della compilazione del
PT per lo specifico principio attivo: gli effetti sui parametri clinici e metabolici si riferiscono all’ultimo follow-up disponibile
per il paziente, per lo stesso principio attivo. Su questo insieme di PT sono state infine condotte analisi multivariate per
valutare il rischio di interruzione di trattamento (totale e distinto per varie cause) e di ipoglicemia.
Dati di sintesi
Il numero di pazienti registrati all’11 agosto 2010 è risultato
essere di 82.365 unità, ma solo in 81.475 la registrazione è
stata seguita dall’emissione di PT. A partire dal momento
dell’attivazione del monitoraggio, la registrazione dei pazienti è proceduta in modo spedito con un rapido incremento dei
PT inizialmente al ritmo di circa 100 PT al giorno per salire a
valori di circa 200 PT giornalieri. Il numero di centri registrati
78
S. Moscatiello et al.
in Italia è stato di 1682, comprendenti 1022 centri ospedalieri e 660 centri convenzionati o territoriali. Il numero di PT
prodotti in rapporto alla popolazione adulta residente ha presentato un’ampia variabilità, con la Valle d’Aosta che ha
avuto il più basso rapporto, con un fattore prossimo a
8,23/10.000 abitanti di età maggiore di 18 anni e la Calabria,
ove è stato massimo l’arruolamento. Queste differenze sono
solo in parte spiegabili con la diversa prevalenza del diabete
o con una diversa età media della popolazione residente,
riflettono verosimilmente il differente impatto della novità
terapeutica nelle varie strutture. La prevalenza media nazionale di emissione di PT è stata di 16,5/10.000 abitanti.
Caratteristiche dei pazienti registrati
I pazienti di sesso maschile hanno rappresentato il 51,8%
del totale del campione, dato in linea con il riscontro di una
maggiore prevalenza del diabete nella popolazione maschile
come documentato dall’Osservatorio ARNO-Diabete7 mentre l’età media si è attestata sui 61 anni, sostanzialmente al
di sotto della media della popolazione con DM2 afferente ai
centri diabetologici italiani e mette quindi in luce una selezione operata nei centri prescrittori. Per tutti i principi attivi è
stato segnalato un valore di BMI di circa due punti superiore
nelle femmine rispetto ai maschi, senza differenze nel grado
di controllo metabolico. Tra i tre principi attivi è risaltata invece una differenza di oltre 5 punti di BMI tra i soggetti trattati
con exenatide (scelta prevalentemente nella popolazione
femminile dove maggiore è la prevalenza di obesità) e quelli trattati con i due inibitori delle DPP-IV. L’analisi dettagliata
dei percentili della popolazione arruolata ha messo in rilievo
come circa 8000 PT siano stati aperti a soggetti con obesità morbigena (BMI > 40 kg/m2), il 5% dell’intera popolazione
per sitagliptin e vildagliptin, ma ben il 25% dei casi trattati
con exenatide. Relativamente al compenso glicemico, i valori di HbA1c erano superiori di circa 0,5 punti nella popolazione trattata con exenatide (HbA1c media, 8,8%) rispetto a
quella con sitagliptin e vildagliptin (HbA1c media, rispettivamente 8,3% e 8,2%) e circa 5000 PT sono stati aperti a soggetti con HbA1c > 10,5%, (10-12% per exenatide, 5% per i
DPP-IV inibitori).
Risultati
Cause di interruzione del trattamento
Il numero totale di pazienti che hanno interrotto il trattamento per i 3 principi attivi è stato di 10.250, maggiore con exenatide. A eccezione dell’interruzione per fallimento terapeutico, exenatide ha avuto una percentuale più alta di interruzioni sia per non compliance alla terapia sia per sospette reazioni avverse (ADR). La non compliance trova spiegazione
nella modalità di somministrazione (via iniettiva di exenatide
vs via orale per gli inibitori della DDP-IV), mentre la percentuale di interruzione per ADR è stata del 16% per exenatide
vs 9% per sitagliptin e vildagliptin.
Registrazione delle sospette reazioni avverse
La registrazione di ADR, così come i dati di follow-up, è stata
incompleta. Delle 1116 ADR registrate il 93,10% era segnalato come “non grave” e, infatti, la sospensione del farmaco
conduceva al miglioramento o alla totale remissione della
reazione (circa l’80% dei casi segnalati). Solo il 9% dei casi
non si è concluso con alcun miglioramento della ADR. Le
ADR di exenatide, sia gravi sia non gravi (633 segnalazioni)
si sono concentrate nell’ambito di manifestazioni gastrointestinali o di reazioni nella sede di iniezione. Il numero maggiore di ADR a carico dell’apparato gastrointestinale ha riguardato l’uso di exenatide 5 g bid, da riferire pertanto al primo
mese di somministrazione, confermando che l’incidenza
degli effetti collaterali non sembra essere dose-dipendente8.
Tra le ADR gravi da exenatide spiccano alcuni episodi di pancreatite acuta, condizioni di vomito incoercibile, quadri di
insufficienza renale (che hanno richiesto temporaneamente
la dialisi in un solo caso), un episodio di reazione anafilattica
e fenomeni allergici generalizzati e localizzati in sede di iniezione. Sono riportati in letteratura rari casi di pancreatite
acuta in soggetti in trattamento con exenatide9, ma la prevalenza di questi eventi è bassa e secondo alcuni sovrapponibile a quella che si registra nel DM2 per sé, sia in presenza
sia in assenza di classici fattori di rischio per pancreatite.
Il numero di ADR per gli inibitori della DPP-IV è molto più limitato (307 e 176 segnalazioni, rispettivamente per sitagliptin e
vildagliptin). Anche in corso di trattamento con sitagliptin si
rileva una pancreatite acuta e un episodio di shock anafilattico, mentre per vildagliptin sono stati segnalati due episodi
di pancreatite acuta e un quadro di dermatite. Dato il numero decisamente limitato di ADR, gli inibitori della DDP-IV si
sono dimostrati quindi farmaci sicuri e ben tollerati nella normale pratica clinica.
Analisi degli effetti terapeutici
Come accennato, l’incompletezza delle schede di follow-up
è stata uno dei punti deboli del sistema. L’adesione ai controlli periodici è stata maggiore per exenatide, dove il 54,5%
dei pazienti arruolati ha raggiunto il follow-up a 24 mesi,
seguita da sitagliptin (53,3%) e vildagliptin (48,1%) con una
variabilità regionale simile tra i vari principi attivi. Ovviamente
anche l’analisi degli effetti terapeutici di questi farmaci, basata sull’elaborazione condotta nella sottopopolazione dei centri con follow-up maggiore dell’80%, risente di questo limite
del sistema, anche se i dati di questo sottoinsieme non differiscono dalla popolazione generale, dando quindi forza ai
risultati ottenuti. Confrontando i dati all’ultimo follow-up con
quelli al basale l’efficacia in termini di miglioramento del compenso glicemico dei vari principi attivi si è confermata in linea
con gli studi preregistrativi. Nello specifico l’exenatide ha
confermato una riduzione dell’HbA1c pari a 0,8-1,2%10-12
(∆ HbA1c medio, –0,93%) lievemente superiore rispetto a
sitagliptin (∆ HbA1c medio, –0,84%) e vildagliptin (∆ HbA1c
medio, –0,85%) pressoché sovrapponibili in termini di efficacia13-18. La diminuzione dell’HbA1c si è verificata già nei primi
quattro mesi di terapia tendendo poi a rimanere stabile nel
Il monitoraggio AIFA dei nuovi farmaci per il trattamento del diabete
tempo. La lieve superiorità dell’exenatide in termini di riduzione dell’HbA1c è riscontrabile soprattutto nel primo follow-up,
mentre successivamente i valori di HbA1c in funzione dei vari
trattamenti tendono ad allinearsi, provando che l’efficacia di
questi principi attivi è sostanzialmente sovrapponibile nel
medio-lungo termine. I dati del monitoraggio confermano
inoltre la potenzialità di exenatide nel produrre un calo ponderale medio di circa il 4% del peso iniziale, decisamente
maggiore rispetto alle gliptine, per le quali si conferma un
effetto pressoché neutro sul peso8. Peraltro, anche in corso
di terapia con exenatide, il peso tende progressivamente a
risalire a partire dal follow-up a 18 mesi, pur non tornando ai
valori basali. Questo dato è in contrasto con il follow-up “in
aperto” di pazienti trattati con exenatide arruolati nei trial
registrativi, ove è stato dimostrato – con le limitazioni di studi
non controllati – un calo ponderale persistente e continuo
fino al terzo anno di follow-up con una perdita di peso complessiva di circa 5 kg19. Il calo ponderale associato al trattamento con incretino-mimetici non sembra correlato agli
effetti indesiderati gastrointestinali (nausea e vomito), spesso
79
indicati come “non gravi” e non causa di interruzione del trattamento, ma sarebbe da attribuire a un effetto centrale degli
incretino-mimetici con riduzione dell’appetito e aumento del
senso di sazietà20.
Analisi delle cause di fine trattamento
Un’analisi di regressione logistica multivariata è stata condotta sulle cause di fine trattamento per principio attivo per
chiarire i fattori associati a questo evento. Gli outcome considerati nella regressione logistica sono stati l’interruzione da
ogni causa e, separatamente, l’interruzione per fallimento
terapeutico, per non compliance, per comparsa di ADR e
infine per passaggio a nuova terapia. Le variabili indipendenti testate sono state il sesso e l’età dei pazienti, la durata di
malattia e di terapia, l’associazione con altri ipoglicemizzanti
orali, il grado di compenso metabolico (HbA1c e glicemia a
digiuno) e il valore del body mass index (BMI).
Per tutti i farmaci, si osserva un ridotto rischio di interruzione
nel sesso maschile, un rischio accentuato con la durata di
Tabella 1 Fattori di rischio di interruzione di trattamento da ogni causa nella popolazione con diabete di tipo 2
trattata con exenatide e inibitori della DPP-IV.*
Exenatide
Sitagliptin
Vildagliptin
Causa
OR
IC al 95%
OR
IC al 95%
OR
IC al 95%
Sesso:
comparatore, femmine
maschi
0,77
0,69-0,85
0,75
0,68-0,93
0,83
0,72-0,95
Età:
comparatore, < 55 anni
55-60 anni
1,09
0,95-1,24
0,97
0,85-1,12
0,72
0,58-0,89
61-65 anni
1,13
0,97-1,31
0,81
0,69-0,94
0,75
0,60-0,94
> 65 anni
1,47
1,25-1,64
0,81
0,71-0,92
0,73
0,61-0,88
Durata malattia:
comparatore, < 10 anni
11-20 anni
1,14
1,02-1,28
1,13
1,00-1,27
1,13
0,95-1,35
> 20 anni
1,51
1,24-1,84
1,52
1,26-1,83
1,49
1,102,01
Durata terapia:
comparatore, < 12 mesi
13-24 mesi
0,16
0,14-0,18
0,22
0,19-0,25
0,21
0,17-0,26
> 24 mesi
0,02
0,01-0,03
0,03
0,02-0,06
0,02
0,00-0,06
Associazioni:
comparatore, no associazione
metformina
0,83
0,69-1,00
0,94
0,75-1,17
0,28
0,23-0,34
sulfoniluree
1,44
1,29-1,60
0,45
0,40-0,51
–
–
glitazoni
–
–
1,66
1,23-2,25
0,47
0,32-0,69
Parametri clinici
Hb glicata (%)
1,05
1,00-1,09
1,08
1,03-1,13
1,07
0,99-1,15
BMI (kg/m2)
0,95
0,94-0,96
0,99
0,99-1,00
0,99
0,99-1,00
*In corsivo le associazioni significative.
Fonte: rapporto farmaci incretino-mimetici e DPP-4 inibitori (periodo febbraio 2008-agosto 2010) disponibile sul sito http://antidiabetici.
agenziafarmaco.it/
80
S. Moscatiello et al.
malattia e ridotto con il tempo in trattamento con questa
classe di farmaci (Tab. 1). Infine il rischio è particolarmente
ridotto con l’aumentare dell’indice di massa corporea ed è,
come atteso, aumentato col grado di scompenso metabolico (non riportato in dettaglio).
Esistono peraltro differenze sugli outcome secondari. Per
exenatide, l’associazione con le sulfoniluree aumenta il
rischio di interruzione per fallimento terapeutico (odds ratio
(OR), 1,70; intervallo di confidenza (IC) al 95%, 1,56-1,97) e
per ADR (OR, 1,56; IC al 95%, 1,23-1,98), mentre un elevato BMI riduce tutti i rischi (fallimento: 0,94; 0,93-0,95; non
compliance: 0,97; 0,95-0,98; ADR: 0,95; 0,93-0,96).
L’aumentato rischio di interruzione per ADR con sulfoniluree
può essere riferito al rischio incombente di ipoglicemia.
Al contrario, l’uso di sitagliptin in associazione alle sulfoniluree riduce il rischio di fallimento (OR, 0,56; IC al 95%, 0,480,65), di non compliance (0,35; 0,26-0,48) e di ADR (0,39;
0,27-0,55), e il fallimento viene particolarmente abbattuto
con l’aumentare dell’età. Ugualmente il rischio di interruzione per fallimento viene ridotto in modo significativo in rapporto all’avanzare dell’età con vildagliptin, così come è ridotto
dall’associazione con metformina (OR, 0,24; IC al 95%,
0,18-0,31) e glitazoni (0,48; 0,28-0,83), come peraltro osservato in altri studi21.
Ipoglicemie del follow-up
L’ipoglicemia è l’effetto collaterale più frequente e più temuto della terapia ipoglicemizzante. La frequenza di questo
evento in corso di trattamento con incretino-mimetici e inibitori della DPP-IV, in virtù del loro peculiare meccanismo
d’azione, è abbastanza rara. Anche in questo ambito i dati
del monitoraggio evidenziano una situazione in linea con
quanto atteso. Per tutti i tre principi attivi si conferma il maggior rischio di avere un episodio ipoglicemico quando associati all’uso di sulfoniluree, da sole (rischio relativo, RR: exenatide, 1,22; sitagliptin, 2,40; vildagliptin, 1,96) o in combinazione con la metformina (ove consentito) (RR: exenatide,
3,02; sitagliptin, 2,22) e in rapporto all’HbA1c precedente
l’episodio. Per tale motivo è consigliabile ridurre il dosaggio
delle sulfoniluree con l’inizio della terapia con incretinomimetici e inibitori della DDP-IV.
modo più accurato le caratteristiche fenotipiche dei pazienti
cui maggiormente indirizzarne l’uso. La difficoltà nella selezione del paziente cui prescrivere questi farmaci è emersa
chiaramente nel monitoraggio AIFA, nel quale le indicazioni
terapeutiche sono state globalmente rispettate, ma il grado
di scompenso metabolico e i dati antropometrici dei pazienti all’ingresso sono risultati estremamente variabili.
Le attese maggiori nei confronti di questa classe di farmaci
riguardano gli effetti rigenerativi e antiapoptotici sulla beta-cellula. Sono in corso trial clinici atti a verificare la capacità di queste molecole di garantire un controllo glicemico duraturo nel
tempo. Studi preclinici hanno infatti dimostrato che il GLP-1
può inibire l’apoptosi22 e attivare la rigenerazione beta-cellullare con conseguente aumento della massa cellulare23-25. Non vi
sono al momento chiare dimostrazioni che un simile effetto sia
presente in vivo nell’uomo dopo somministrazione di incretinomimetici o inibitori della DPP-VI, ma le attese sono grandi.
Questi farmaci potrebbero così giocare un ruolo fondamentale in termini di prevenzione e progressione della malattia diabetica e ottenere una nuova indicazione per il trattamento delle
forme di prediabete: studi ad hoc in popolazioni con prediabete sono peraltro in corso. Oltre alla riduzione dell’iperglicemia
con basso rischio ipoglicemico e il discreto calo ponderale,
sarà inoltre fondamentale approfondire l’azione di questi farmaci sugli altri principali fattori di rischio cardiovascolare. I soggetti con diabete presentano un tasso di ospedalizzazione
molto più elevato rispetto alla popolazione senza diabete, principalmente motivato da una precoce insorgenza di complicanze d’organo26. Nei trial finora condotti con gli analoghi del
GLP-1 si è osservata una riduzione dei valori di pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, un miglioramento della vasodilatazione endotelio-mediata27-29 e un modesto miglioramento del quadro lipidico30. Se questo profilo d’azione complessivamente favorevole sul rischio cardiovascolare si concretizzasse in una significativa riduzione dell’incidenza di complicanze
micro- e macrovascolari con relativa riduzione dei costi legati
all’ospedalizzazione per la cura e la gestione delle stesse, la
spesa aggiuntiva associata all’utilizzo di questi farmaci sarebbe compensata. In conclusione, il monitoraggio AIFA sull’uso
dei farmaci antidiabetici, il primo applicato a farmaci di larghissimo impiego nella popolazione, offre alcuni spunti interessanti per decidere dei pazienti futuri e per trovare la migliore collocazione di questa classe nell’ambito dei farmaci che agiscono
per la cura del diabete.
Discussione
Gli incretino-mimetici e gli inibitori della DPP-IV si sono dimostrati una nuova classe di farmaci particolarmente interessante per il trattamento del diabete. L’analisi condotta sulla
popolazione del monitoraggio AIFA ha sostanzialmente confermato i dati dei trial clinici preregistrativi, ossia modesti
effetti collaterali nella quasi totalità delle segnalazioni di ADR,
la sostanziale assenza di rischio di ipoglicemia e l’effetto
favorevole o neutro sul peso, oltre che ovviamente l’efficacia
sul compenso glicemico. Sicuramente l’alto costo rimane un
limite importante per l’utilizzo di queste molecole come
prima scelta terapeutica ed è pertanto necessario definire in
Conflitto di interessi
Nessuno.
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