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G It Diabetol Metab 2011;31:76-81 Lavoro originale Il monitoraggio AIFA dei nuovi farmaci per il trattamento del diabete RIASSUNTO Gli incretino-mimetici (exenatide) e gli inibitori della dipeptidilpeptidasi-4 (DDP-IV) (sitagliptin e vildagliptin) sono nuovi farmaci, attualmente disponibili in Italia, sviluppati per il controllo della glicemia in pazienti con diabete di tipo 2. Nel febbraio 2008, AIFA ha attivato un sistema di monitoraggio per valutare i reali vantaggi in termini di efficacia e di sicurezza di questi farmaci altamente innovativi; questa fase si è chiusa nell’agosto 2010, con la registrazione di oltre 90.000 piani terapeutici. L’analisi dei dati ha sostanzialmente confermato quanto emerso dagli studi preregistrativi. Tutti i farmaci migliorano il compenso metabolico di circa 1 punto di HbA1c; exenatide produce un significativo calo ponderale, mentre gli inibitori DPP-IV risultano sostanzialmente neutri sul peso. Sono state inviate alla Farmacovigilanza molte segnalazioni di sospette reazioni avverse (ADR), in questo facilitate dal sistema informatico, particolarmente con exenatide, dove si sono concentrate anche le ADR più gravi. Per tutti i farmaci, l’ipoglicemia è risultata un evento molto raro, osservato soprattutto in terapia di associazione con sulfoniluree. Dato anche l’alto costo saranno necessari ulteriori approfondimenti per meglio definire il fenotipo del paziente che con maggior vantaggio può usufruire di questi farmaci e i possibili effetti di queste molecole sui fattori di rischio cardiovascolare e sulle complicanze micro- e macroangiopatiche. Interessante sarà confermare in vivo le capacità rigenerative e proliferative di queste molecole sulla beta-cellula. SUMMARY The AIFA monitoring system of new drugs for diabetes treatment The incretin mimetic (exenatide) and dipeptidyl peptidase-4 (DDP-IV) inhibitors (sitagliptin and vildagliptin) are new drugs, developed for the control of blood glucose in patients with type 2 diabetes. In February 2008, the Italian Drug Agency (AIFA) established a monitoring system to assess the real benefits in terms of efficacy and safety of these highly innovative drugs; the monitoring phase ended in August 2010 when 90,000 treatment plans had been registered. Data analysis has largely confirmed the results of registration studies. All drugs improve metabolic S. Moscatiello, L. Montesi, G. Forlani, G. Marchesini SSD Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna S. Orsola-Malpighi Corrispondenza: prof. Giulio Marchesini, SSD Malattie del Metabolismo e Dietetica Clinica, Azienda Ospedaliera di Bologna, via Massarenti 9, 40138 Bologna e-mail: [email protected] G It Diabetol Metab 2011;31:76-81 Pervenuto in Redazione il 02-03-2011 Accettato per la pubblicazione il 03-03-2011 Parole chiave: analoghi del GLP-1, inibitori della DPP-4, diabete di tipo 2, eventi avversi Key words: GLP-1 analogues, DPP-4 inhibitors, type 2 diabetes, adverse drug reactions Il monitoraggio AIFA dei nuovi farmaci per il trattamento del diabete control, leading to a HbA1c reduction in the order of 1%; exenatide produces a significant weight loss, while the DPP-IV inhibitors are essentially weight neutral. Over one thousand reports of suspected adverse drug reactions (ADR) were registered to pharmacovigilance authorities, facilitated by the computerized system. In general, ADRs were more common and severe with the use of exenatide, but the results were fairly in keeping with registration studies. For all drugs, hypoglycemia was a very rare event, observed mainly in combination therapy with sulfonylureas. Given the high cost of these new drugs, there is an urgent need to define the phenotype of the patients who will benefit most from these therapy; the analysis of treatment interruption for failure, non-compliance and ADR is providing important clues to this issue. Future studies are also needed to confirm the antiapoptotic and neo-regenerative in vivo capacity of these molecules on beta-cell, as well as the possible effects on cardiovascular risk factors and micro-and macrovascular complications. Introduzione I nuovi farmaci per la terapia del diabete di tipo 2 (DM2), incretino-mimetici e inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-IV), agiscono attraverso un meccanismo totalmente innovativo, o mimando la secrezione di glucagon-like peptide 1 (GLP-1) o inibendo la degradazione del GLP-1 endogeno, prodotto in modo insufficiente nel DM21-3. L’aumento dei livelli circolanti di GLP-1 o analogo, realizzato dal trattamento farmacologico, aumenta la secrezione di insulina delle beta-cellule pancreatiche in risposta al glucosio, inibisce la secrezione di glucagone, rallenta lo svuotamento gastrico e l’afflusso di carboidrati in circolo nella fase postprandiale4-6. Attraverso questi meccanismi, nella fase registrativa, questi farmaci hanno dimostrato di favorire il compenso metabolico in soggetti con DM2 in fallimento con altri antidiabetici orali (variamente combinati a seconda del farmaco) sull’end-point dell’emoglobina glicata (HbA1c). Inoltre, è stato segnalato un effetto favorevole o almeno neutro sul peso corporeo e la mancanza di necessità di aggiustamenti posologici con relativa riduzione del rischio di ipoglicemia rispetto a quanto documentato con le sulfoniluree. Questi farmaci però, pur essendo innovativi dal punto di vista del meccanismo d’azione, non hanno prodotto negli studi registrativi prove di efficacia superiore rispetto alle alternative già disponibili e consolidate nella terapia del DM2 e sono pertanto stati considerati dalla Commissione Tecnico Scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) come “innovazioni terapeutiche potenziali”. Come previsto per questa tipologia di trattamenti, i farmaci exenatide, sitagliptin, vildagliptin e le loro associazioni, sono stati sottoposti a un monitoraggio intensivo. Scopo primario del monitoraggio, durato 30 mesi, è stato quello di verificare l’appropriatezza d’uso e la sicurezza di questi farmaci, metterne in luce eventuali aspetti critici e, dato l’attuale costo elevato, trovarne giustificazione in un reale vantaggio clinico per il paziente. L’obiettivo di questo lavoro è riassumere i molti dati ricavati dal monitoraggio intensivo riferibili a tutti i pazienti avviati alla terapia con incretino-mimetici e con inibitori della DPP-4 nel 77 periodo compreso tra febbraio 2008 e agosto 2010, riportati nel volume pubblicato da AIFA e disponibili sul sito https://antidiabetici.agenziafarmaco.it/, a disposizione di tutti gli utenti del sistema. Materiale e metodi Il campione Il registro dei farmaci antidiabetici sottoposti a monitoraggio è stato attivato il 12 febbraio 2008 con i principi attivi exenatide (Byetta®) e sitagliptin (Januvia/Xelevia®). Vildagliptin è stato inserito nel registro in data 21 aprile 2008 (Galvus®). Dal 22 agosto è stata attivata anche la scheda di sitagliptin (Tesavel®). Dal 13 gennaio 2009 è stato inserito il farmaco in associazione vildagliptin + metformina cloridrato (Eucreas®) e dal 27 febbraio 2009 sono stati inseriti anche i farmaci in associazione sitagliptin + metformina (Velmetia®, Janumet®, Efficib®). Il monitoraggio si è concluso l’11 agosto 2010. Tipo di analisi L’analisi descrittiva iniziale è stata condotta sul totale dei piani terapeutici (PT) per singola specialità, depurando quindi la banca dati dalle registrazioni che non hanno portato all’emissione di un PT. Le analisi successive sono state condotte aggregando i dati per principio attivo (indipendentemente dall’associazione precostituita con metformina) e analizzando il dato per singolo paziente, indipendentemente dal nome commerciale. Sull’intero insieme dei PT sono stati poi riportati i dati derivati dalle schede di sospette reazioni avverse, anche in questo caso per principio attivo. È poi stata condotta un’analisi sui PT riferiti ai centri che hanno avuto un follow-up ≥ 80% per almeno uno dei tre principi attivi. Questi centri forniscono infatti una visione più realistica delle cause di interruzione di trattamento, degli effetti metabolici e sul peso, dell’incidenza di sospette reazioni avverse (ADR) e degli episodi di ipoglicemia relativi all’uso dei vari farmaci. I valori al basale fanno riferimento alla prima valutazione del paziente al momento della compilazione del PT per lo specifico principio attivo: gli effetti sui parametri clinici e metabolici si riferiscono all’ultimo follow-up disponibile per il paziente, per lo stesso principio attivo. Su questo insieme di PT sono state infine condotte analisi multivariate per valutare il rischio di interruzione di trattamento (totale e distinto per varie cause) e di ipoglicemia. Dati di sintesi Il numero di pazienti registrati all’11 agosto 2010 è risultato essere di 82.365 unità, ma solo in 81.475 la registrazione è stata seguita dall’emissione di PT. A partire dal momento dell’attivazione del monitoraggio, la registrazione dei pazienti è proceduta in modo spedito con un rapido incremento dei PT inizialmente al ritmo di circa 100 PT al giorno per salire a valori di circa 200 PT giornalieri. Il numero di centri registrati 78 S. Moscatiello et al. in Italia è stato di 1682, comprendenti 1022 centri ospedalieri e 660 centri convenzionati o territoriali. Il numero di PT prodotti in rapporto alla popolazione adulta residente ha presentato un’ampia variabilità, con la Valle d’Aosta che ha avuto il più basso rapporto, con un fattore prossimo a 8,23/10.000 abitanti di età maggiore di 18 anni e la Calabria, ove è stato massimo l’arruolamento. Queste differenze sono solo in parte spiegabili con la diversa prevalenza del diabete o con una diversa età media della popolazione residente, riflettono verosimilmente il differente impatto della novità terapeutica nelle varie strutture. La prevalenza media nazionale di emissione di PT è stata di 16,5/10.000 abitanti. Caratteristiche dei pazienti registrati I pazienti di sesso maschile hanno rappresentato il 51,8% del totale del campione, dato in linea con il riscontro di una maggiore prevalenza del diabete nella popolazione maschile come documentato dall’Osservatorio ARNO-Diabete7 mentre l’età media si è attestata sui 61 anni, sostanzialmente al di sotto della media della popolazione con DM2 afferente ai centri diabetologici italiani e mette quindi in luce una selezione operata nei centri prescrittori. Per tutti i principi attivi è stato segnalato un valore di BMI di circa due punti superiore nelle femmine rispetto ai maschi, senza differenze nel grado di controllo metabolico. Tra i tre principi attivi è risaltata invece una differenza di oltre 5 punti di BMI tra i soggetti trattati con exenatide (scelta prevalentemente nella popolazione femminile dove maggiore è la prevalenza di obesità) e quelli trattati con i due inibitori delle DPP-IV. L’analisi dettagliata dei percentili della popolazione arruolata ha messo in rilievo come circa 8000 PT siano stati aperti a soggetti con obesità morbigena (BMI > 40 kg/m2), il 5% dell’intera popolazione per sitagliptin e vildagliptin, ma ben il 25% dei casi trattati con exenatide. Relativamente al compenso glicemico, i valori di HbA1c erano superiori di circa 0,5 punti nella popolazione trattata con exenatide (HbA1c media, 8,8%) rispetto a quella con sitagliptin e vildagliptin (HbA1c media, rispettivamente 8,3% e 8,2%) e circa 5000 PT sono stati aperti a soggetti con HbA1c > 10,5%, (10-12% per exenatide, 5% per i DPP-IV inibitori). Risultati Cause di interruzione del trattamento Il numero totale di pazienti che hanno interrotto il trattamento per i 3 principi attivi è stato di 10.250, maggiore con exenatide. A eccezione dell’interruzione per fallimento terapeutico, exenatide ha avuto una percentuale più alta di interruzioni sia per non compliance alla terapia sia per sospette reazioni avverse (ADR). La non compliance trova spiegazione nella modalità di somministrazione (via iniettiva di exenatide vs via orale per gli inibitori della DDP-IV), mentre la percentuale di interruzione per ADR è stata del 16% per exenatide vs 9% per sitagliptin e vildagliptin. Registrazione delle sospette reazioni avverse La registrazione di ADR, così come i dati di follow-up, è stata incompleta. Delle 1116 ADR registrate il 93,10% era segnalato come “non grave” e, infatti, la sospensione del farmaco conduceva al miglioramento o alla totale remissione della reazione (circa l’80% dei casi segnalati). Solo il 9% dei casi non si è concluso con alcun miglioramento della ADR. Le ADR di exenatide, sia gravi sia non gravi (633 segnalazioni) si sono concentrate nell’ambito di manifestazioni gastrointestinali o di reazioni nella sede di iniezione. Il numero maggiore di ADR a carico dell’apparato gastrointestinale ha riguardato l’uso di exenatide 5 g bid, da riferire pertanto al primo mese di somministrazione, confermando che l’incidenza degli effetti collaterali non sembra essere dose-dipendente8. Tra le ADR gravi da exenatide spiccano alcuni episodi di pancreatite acuta, condizioni di vomito incoercibile, quadri di insufficienza renale (che hanno richiesto temporaneamente la dialisi in un solo caso), un episodio di reazione anafilattica e fenomeni allergici generalizzati e localizzati in sede di iniezione. Sono riportati in letteratura rari casi di pancreatite acuta in soggetti in trattamento con exenatide9, ma la prevalenza di questi eventi è bassa e secondo alcuni sovrapponibile a quella che si registra nel DM2 per sé, sia in presenza sia in assenza di classici fattori di rischio per pancreatite. Il numero di ADR per gli inibitori della DPP-IV è molto più limitato (307 e 176 segnalazioni, rispettivamente per sitagliptin e vildagliptin). Anche in corso di trattamento con sitagliptin si rileva una pancreatite acuta e un episodio di shock anafilattico, mentre per vildagliptin sono stati segnalati due episodi di pancreatite acuta e un quadro di dermatite. Dato il numero decisamente limitato di ADR, gli inibitori della DDP-IV si sono dimostrati quindi farmaci sicuri e ben tollerati nella normale pratica clinica. Analisi degli effetti terapeutici Come accennato, l’incompletezza delle schede di follow-up è stata uno dei punti deboli del sistema. L’adesione ai controlli periodici è stata maggiore per exenatide, dove il 54,5% dei pazienti arruolati ha raggiunto il follow-up a 24 mesi, seguita da sitagliptin (53,3%) e vildagliptin (48,1%) con una variabilità regionale simile tra i vari principi attivi. Ovviamente anche l’analisi degli effetti terapeutici di questi farmaci, basata sull’elaborazione condotta nella sottopopolazione dei centri con follow-up maggiore dell’80%, risente di questo limite del sistema, anche se i dati di questo sottoinsieme non differiscono dalla popolazione generale, dando quindi forza ai risultati ottenuti. Confrontando i dati all’ultimo follow-up con quelli al basale l’efficacia in termini di miglioramento del compenso glicemico dei vari principi attivi si è confermata in linea con gli studi preregistrativi. Nello specifico l’exenatide ha confermato una riduzione dell’HbA1c pari a 0,8-1,2%10-12 (∆ HbA1c medio, –0,93%) lievemente superiore rispetto a sitagliptin (∆ HbA1c medio, –0,84%) e vildagliptin (∆ HbA1c medio, –0,85%) pressoché sovrapponibili in termini di efficacia13-18. La diminuzione dell’HbA1c si è verificata già nei primi quattro mesi di terapia tendendo poi a rimanere stabile nel Il monitoraggio AIFA dei nuovi farmaci per il trattamento del diabete tempo. La lieve superiorità dell’exenatide in termini di riduzione dell’HbA1c è riscontrabile soprattutto nel primo follow-up, mentre successivamente i valori di HbA1c in funzione dei vari trattamenti tendono ad allinearsi, provando che l’efficacia di questi principi attivi è sostanzialmente sovrapponibile nel medio-lungo termine. I dati del monitoraggio confermano inoltre la potenzialità di exenatide nel produrre un calo ponderale medio di circa il 4% del peso iniziale, decisamente maggiore rispetto alle gliptine, per le quali si conferma un effetto pressoché neutro sul peso8. Peraltro, anche in corso di terapia con exenatide, il peso tende progressivamente a risalire a partire dal follow-up a 18 mesi, pur non tornando ai valori basali. Questo dato è in contrasto con il follow-up “in aperto” di pazienti trattati con exenatide arruolati nei trial registrativi, ove è stato dimostrato – con le limitazioni di studi non controllati – un calo ponderale persistente e continuo fino al terzo anno di follow-up con una perdita di peso complessiva di circa 5 kg19. Il calo ponderale associato al trattamento con incretino-mimetici non sembra correlato agli effetti indesiderati gastrointestinali (nausea e vomito), spesso 79 indicati come “non gravi” e non causa di interruzione del trattamento, ma sarebbe da attribuire a un effetto centrale degli incretino-mimetici con riduzione dell’appetito e aumento del senso di sazietà20. Analisi delle cause di fine trattamento Un’analisi di regressione logistica multivariata è stata condotta sulle cause di fine trattamento per principio attivo per chiarire i fattori associati a questo evento. Gli outcome considerati nella regressione logistica sono stati l’interruzione da ogni causa e, separatamente, l’interruzione per fallimento terapeutico, per non compliance, per comparsa di ADR e infine per passaggio a nuova terapia. Le variabili indipendenti testate sono state il sesso e l’età dei pazienti, la durata di malattia e di terapia, l’associazione con altri ipoglicemizzanti orali, il grado di compenso metabolico (HbA1c e glicemia a digiuno) e il valore del body mass index (BMI). Per tutti i farmaci, si osserva un ridotto rischio di interruzione nel sesso maschile, un rischio accentuato con la durata di Tabella 1 Fattori di rischio di interruzione di trattamento da ogni causa nella popolazione con diabete di tipo 2 trattata con exenatide e inibitori della DPP-IV.* Exenatide Sitagliptin Vildagliptin Causa OR IC al 95% OR IC al 95% OR IC al 95% Sesso: comparatore, femmine maschi 0,77 0,69-0,85 0,75 0,68-0,93 0,83 0,72-0,95 Età: comparatore, < 55 anni 55-60 anni 1,09 0,95-1,24 0,97 0,85-1,12 0,72 0,58-0,89 61-65 anni 1,13 0,97-1,31 0,81 0,69-0,94 0,75 0,60-0,94 > 65 anni 1,47 1,25-1,64 0,81 0,71-0,92 0,73 0,61-0,88 Durata malattia: comparatore, < 10 anni 11-20 anni 1,14 1,02-1,28 1,13 1,00-1,27 1,13 0,95-1,35 > 20 anni 1,51 1,24-1,84 1,52 1,26-1,83 1,49 1,102,01 Durata terapia: comparatore, < 12 mesi 13-24 mesi 0,16 0,14-0,18 0,22 0,19-0,25 0,21 0,17-0,26 > 24 mesi 0,02 0,01-0,03 0,03 0,02-0,06 0,02 0,00-0,06 Associazioni: comparatore, no associazione metformina 0,83 0,69-1,00 0,94 0,75-1,17 0,28 0,23-0,34 sulfoniluree 1,44 1,29-1,60 0,45 0,40-0,51 – – glitazoni – – 1,66 1,23-2,25 0,47 0,32-0,69 Parametri clinici Hb glicata (%) 1,05 1,00-1,09 1,08 1,03-1,13 1,07 0,99-1,15 BMI (kg/m2) 0,95 0,94-0,96 0,99 0,99-1,00 0,99 0,99-1,00 *In corsivo le associazioni significative. Fonte: rapporto farmaci incretino-mimetici e DPP-4 inibitori (periodo febbraio 2008-agosto 2010) disponibile sul sito http://antidiabetici. agenziafarmaco.it/ 80 S. Moscatiello et al. malattia e ridotto con il tempo in trattamento con questa classe di farmaci (Tab. 1). Infine il rischio è particolarmente ridotto con l’aumentare dell’indice di massa corporea ed è, come atteso, aumentato col grado di scompenso metabolico (non riportato in dettaglio). Esistono peraltro differenze sugli outcome secondari. Per exenatide, l’associazione con le sulfoniluree aumenta il rischio di interruzione per fallimento terapeutico (odds ratio (OR), 1,70; intervallo di confidenza (IC) al 95%, 1,56-1,97) e per ADR (OR, 1,56; IC al 95%, 1,23-1,98), mentre un elevato BMI riduce tutti i rischi (fallimento: 0,94; 0,93-0,95; non compliance: 0,97; 0,95-0,98; ADR: 0,95; 0,93-0,96). L’aumentato rischio di interruzione per ADR con sulfoniluree può essere riferito al rischio incombente di ipoglicemia. Al contrario, l’uso di sitagliptin in associazione alle sulfoniluree riduce il rischio di fallimento (OR, 0,56; IC al 95%, 0,480,65), di non compliance (0,35; 0,26-0,48) e di ADR (0,39; 0,27-0,55), e il fallimento viene particolarmente abbattuto con l’aumentare dell’età. Ugualmente il rischio di interruzione per fallimento viene ridotto in modo significativo in rapporto all’avanzare dell’età con vildagliptin, così come è ridotto dall’associazione con metformina (OR, 0,24; IC al 95%, 0,18-0,31) e glitazoni (0,48; 0,28-0,83), come peraltro osservato in altri studi21. Ipoglicemie del follow-up L’ipoglicemia è l’effetto collaterale più frequente e più temuto della terapia ipoglicemizzante. La frequenza di questo evento in corso di trattamento con incretino-mimetici e inibitori della DPP-IV, in virtù del loro peculiare meccanismo d’azione, è abbastanza rara. Anche in questo ambito i dati del monitoraggio evidenziano una situazione in linea con quanto atteso. Per tutti i tre principi attivi si conferma il maggior rischio di avere un episodio ipoglicemico quando associati all’uso di sulfoniluree, da sole (rischio relativo, RR: exenatide, 1,22; sitagliptin, 2,40; vildagliptin, 1,96) o in combinazione con la metformina (ove consentito) (RR: exenatide, 3,02; sitagliptin, 2,22) e in rapporto all’HbA1c precedente l’episodio. Per tale motivo è consigliabile ridurre il dosaggio delle sulfoniluree con l’inizio della terapia con incretinomimetici e inibitori della DDP-IV. modo più accurato le caratteristiche fenotipiche dei pazienti cui maggiormente indirizzarne l’uso. La difficoltà nella selezione del paziente cui prescrivere questi farmaci è emersa chiaramente nel monitoraggio AIFA, nel quale le indicazioni terapeutiche sono state globalmente rispettate, ma il grado di scompenso metabolico e i dati antropometrici dei pazienti all’ingresso sono risultati estremamente variabili. Le attese maggiori nei confronti di questa classe di farmaci riguardano gli effetti rigenerativi e antiapoptotici sulla beta-cellula. Sono in corso trial clinici atti a verificare la capacità di queste molecole di garantire un controllo glicemico duraturo nel tempo. Studi preclinici hanno infatti dimostrato che il GLP-1 può inibire l’apoptosi22 e attivare la rigenerazione beta-cellullare con conseguente aumento della massa cellulare23-25. Non vi sono al momento chiare dimostrazioni che un simile effetto sia presente in vivo nell’uomo dopo somministrazione di incretinomimetici o inibitori della DPP-VI, ma le attese sono grandi. Questi farmaci potrebbero così giocare un ruolo fondamentale in termini di prevenzione e progressione della malattia diabetica e ottenere una nuova indicazione per il trattamento delle forme di prediabete: studi ad hoc in popolazioni con prediabete sono peraltro in corso. Oltre alla riduzione dell’iperglicemia con basso rischio ipoglicemico e il discreto calo ponderale, sarà inoltre fondamentale approfondire l’azione di questi farmaci sugli altri principali fattori di rischio cardiovascolare. I soggetti con diabete presentano un tasso di ospedalizzazione molto più elevato rispetto alla popolazione senza diabete, principalmente motivato da una precoce insorgenza di complicanze d’organo26. Nei trial finora condotti con gli analoghi del GLP-1 si è osservata una riduzione dei valori di pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, un miglioramento della vasodilatazione endotelio-mediata27-29 e un modesto miglioramento del quadro lipidico30. Se questo profilo d’azione complessivamente favorevole sul rischio cardiovascolare si concretizzasse in una significativa riduzione dell’incidenza di complicanze micro- e macrovascolari con relativa riduzione dei costi legati all’ospedalizzazione per la cura e la gestione delle stesse, la spesa aggiuntiva associata all’utilizzo di questi farmaci sarebbe compensata. In conclusione, il monitoraggio AIFA sull’uso dei farmaci antidiabetici, il primo applicato a farmaci di larghissimo impiego nella popolazione, offre alcuni spunti interessanti per decidere dei pazienti futuri e per trovare la migliore collocazione di questa classe nell’ambito dei farmaci che agiscono per la cura del diabete. Discussione Gli incretino-mimetici e gli inibitori della DPP-IV si sono dimostrati una nuova classe di farmaci particolarmente interessante per il trattamento del diabete. L’analisi condotta sulla popolazione del monitoraggio AIFA ha sostanzialmente confermato i dati dei trial clinici preregistrativi, ossia modesti effetti collaterali nella quasi totalità delle segnalazioni di ADR, la sostanziale assenza di rischio di ipoglicemia e l’effetto favorevole o neutro sul peso, oltre che ovviamente l’efficacia sul compenso glicemico. Sicuramente l’alto costo rimane un limite importante per l’utilizzo di queste molecole come prima scelta terapeutica ed è pertanto necessario definire in Conflitto di interessi Nessuno. Bibliografia 1. Drucker DJ, Nauck MA. The incretin system: glucagon-like peptide-1 receptor agonists and dipeptidyl peptidase-4 inhibitors in type 2 diabetes. Lancet 2006;368:1696-705. 2. Karasik A, Aschner P, Katzeff H, Davies MJ, Stein PP. Sitagliptin, a DPP-4 inhibitor for the treatment of patients with type 2 diabetes: a Il monitoraggio AIFA dei nuovi farmaci per il trattamento del diabete review of recent clinical trials. 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