il Sass lino - Cattedrale di Aosta
Transcript
il Sass lino - Cattedrale di Aosta
© grafica by Mel il Sass lino n. 32 6 agosto 2016 Informazioni settimanali per i cristiani residenti e di passaggio nella parrocchia di SANTO STEFANO in Aosta. Si pubblica il sabato. Ufficio parrocchiale: Via Martinet, 16 - 11100 Aosta - tel. 0165 40 112 Dal lunedì al venerdì h 9:30 - 11:30. 4 Celebrazioni Eucaristiche della Settimana Il simbolo questo foglio è consultabile anche sul sito: www.cattedraleaosta.it Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina… (Lc 12,33) indica le feste di precetto. DOM 7 ● DICIANNOVESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (vigilia) h 17:30 def. Ubaldo e Dora Picchi; Gina e Augusto | def. Alfonsina Marcoz | def. Carmen, Rosina, Giuseppe, Mario | def. Adelina Balbis Perret (13° ann.), def. Clemenza Marguerettaz e Michele Perret h 9:00 per la comunità parrocchiale LITURGIA DELLA PAROLA Sap 18,6-9 Eb 11,1-2.8-19 Lc 11,32-48 lun 8 mar 9 mer 10 gio 11 h 8:00 def. fam. Guerrieri e Rimediotti h 8:00 ———— h 18:30 def. Anna Manno, Rocco Manno | def. Gennaro Botti | def. Riccardo Zampieri (6° ann.) e Carlo | def. Battistina Praz ven 12 h 18:30 def. Dolores Bortolin Pellicone (messa di 7a) | def. Paola Colombo Jeantet (messa di 30a) | def. Giulia e Giovanni Zambelli | def. Natale Bovio (46° ann.) | def. Lino Lazzarotto (messa di 7a) sab 13 ———— DOM 14 ● VENTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (vigilia) h 17:30 def. Luisa Scarsi, Ettore e Antonietta, Osvaldo Carozzo | def. Mario e Emma Nozo | def. Armando Ottenga | def. fam. Susanna h 9:00 per la comunità parrocchiale LITURGIA DELLA PAROLA Ger 38,4-6.8-10 Ebr 12,1-4 Lc 12,49-53 LUN 15 ● ASSUNZIONE DELLA B. V. MARIA (vig., dom. sera) h 17:30 h 9:00 per la comunità parrocchiale LITURGIA DELLA PAROLA Ap 11,19; 12,1-6.10 1 Cor 15,20-27a Lc 1,39-56 v L’Orazione della Liturgia (È l‘orazione pronunciata all’inizio dell’eucaristia domenicale o festiva. Facendo spesso riferimento alle tre letture, lungo la settimana può servire a ricordare la Parola di Dio ascoltata). Arda nei nostri cuori, o Padre, la stessa fede che spinse Abramo a vivere sulla terra come pellegrino, e non si spenga la nostra lampada, perché vigilanti nell’attesa delle tua ora siamo introdotti da te nella patria eterna. U Agenda Settimanale della Comunità (Parrocchiale, Zonale, Diocesana) DOM 7 ■ Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Notre-Dame de la Garde (Perloz). Raduno alla chiesa parrocchiale, h 9:30. Programma: partenza a piedi dal luogo di raduno e recita del rosario; h 11:00 celebrazione eucaristica; pranzo al sacco; h 14:30 Adorazione Eucaristica (tema delle meditazioni: «Misericordiosi come il Padre»). Per recarsi al luogo di raduno usare mezzi propri. Per il calendario completo, v. locandina in chiesa. mer 10 ■ Cattedrale, h 21:00 / «Cathédrale Harmonique», primo concerto organizzato dalla Cappella musicale Sant’Anselmo della Cattedrale di Aosta. Vedi locandina. gio 11 ■ Cattedrale, h 21:00 / «Cathédrale Harmonique», secondo concerto organizzato dalla Cappella musicale Sant’Anselmo della Cattedrale di Aosta. Vedi locandina. Terzo e ultimo concerto: sabato 20 agosto. p Un minuto per Pensare... Il vero problema del fannullone è che, siccome non fa nulla, non sa mai quando ha finito. Anonimo Appunti e Noterelle... Fratelli e Sorelle, più che mai questo appellativo, «Fratelli e Sorelle», con il quale, ormai da nove anni, intesso un dialogo settimanale con voi, è appropriato in questo momento della mia vita, in cui la mia mamma è passata alla vera vita in paradiso. Infatti, con moltissimi di voi, il legame non è un formale rapporto parroco-fedele, ma è un rapporto tra fratelli e sorelle in Cristo, tra veri amici, che stanno percorrendo un tratto di strada insieme. Questa amicizia, in questi ultimi due mesi, si è manifestata concretamente con la vicinanza, la sollecitudine, l’interesse, la premura, la preghiera per mamma. La preghiera desiderava un altro epilogo della vicenda. Ma tutto è nelle mani di Dio, ed egli aveva altri progetti. Questo non significa che la preghiera sia stata inutile. Comunque formulata, al cospetto di Dio, essa è diventata quel «sia fatta la tua volontà», che è l’espressione più piena dell’abbandono al suo amore. In questi ultimi nove anni, da quando sono qui con voi, mamma è diventata lei pure un po’ parrocchiana di Santo Stefano, almeno nella partecipazione all’eucaristia domenicale. Con molte e molti di voi è nata un’amicizia, un legame, che trovava espressione nelle chiacchiere del “dopo- messa”, nelle gite parrocchiali e in ogni altra occasione di incontro. E Dio solo sa, poi, quante volte mamma ha prestato l’umile servizio della pulizia della casa parrocchiale, con quella sollecitudine e attenzione tipica di tutte le mamme. In questo senso mi sembra di poter dire che, mettendosi al mio servizio, ha servito anche la Chiesa. Gli anni compiuti dalla mamma erano ottantatre, ma riconosco ora quanto sia vera la frase che «una mamma non ha età». E questa frase ha una sua verità anche teologica, che vale per ciascuno di noi, in quanto siamo chiamati all’eternità. Ora con questo scritto mi ritrovo a dire un «grazie» a tutti voi, una parola quasi banale e quanto mai inadeguata ad esprimere la riconoscenza che porto dentro per tutto quello che avete fatto. Sappiate però che questo grazie diventa la mia preghiera per ogni membro della comunità parrocchiale nelle eucaristie domenicali e festive. Infatti, la messa delle h 9:00 riporta sempre, come “intenzione”, «per la comunità parrocchiale». Infatti, secondo le norme del Codice di Diritto Canonico, ogni parroco è tenuto a celebrare ogni domenica un’eucaristia per il popolo a lui affidato. Però, al di là delle norme del Codice, desidero che sappiate che quella mia preghiera, molto povera ma purificata dal Cristo presente nell’eucaristia, è espressione della mia sincera gratitudine per ciascuno di voi. Vi chiedo scusa per le lacune e le inadempienze che segnano il mio servizio e che in questi ultimi due mesi, assistendo mamma, sono diventate più evidenti. Ora riprendiamo a camminare insieme verso il Risorto, nella serena certezza che ogni separazione che qui viviamo è destinata a dissolversi nel Regno preparato per noi, nell’abbraccio eterno di Dio. Grazie. Carmelo Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. (Lc 24,5-6) Estate, tempo per pensare... LA CHIESA E L’ALDILÀ Forme e figure di accompagnamento 19. ll proliferare di questi movimenti mostra in modo evidente l’urgenza di quella «nuova evangelizzazione» di cui il santo padre si è fatto, in questi ultimi anni, testimone e portavoce instancabile. I movimenti di comunicazione con l’aldilà, le pratiche di evocazione dei defunti, la ricerca di messaggi consolatori dall’altro mondo sono il segno di un bisogno di significati e di risposte che la società odierna non sembra in grado di offrire, specialmente nel quadro di una crescente insicurezza e fragilità. Si cerca, in altri termini, con questi movimenti, di compensare il vuoto esistenziale che caratterizza la precarietà del nostro tempo. Entro gli spazi di questo vuoto — che coinvolge anche i cristiani che non hanno maturato una fede adulta — si pone l’urgenza di un rinnovato annuncio, autentico ed entusiasmante, del Vangelo e della grazia di Cristo. Quali dunque le attenzioni pastorali e i suggerimenti concreti che questa situazione sollecita alle nostre Chiese, ai fedeli, ai sacerdoti e al magistero dei vescovi? Evangelizzare 20. Occorrerà prima di tutto evangelizzare il senso cristiano della morte, della risurrezione, della comunione spirituale con i defunti, non dando per assicurate le verità che fondano e compongono l’insieme dei contenuti della speranza cristiana. Si tratta di aiutare i cristiani a riporre la loro speranza in Cristo e non in improbabili messaggi dall’aldilà. Sono da valorizzare innanzitutto le forme della pastorale ordinaria — predicazione, catechesi, celebrazioni di messe per i defunti — capaci, se adeguatamente illuminate dalla Parola di Dio e dalla tradizione spirituale della Chiesa, di offrire come vivo e attuale il messaggio cristiano sull’aldilà e sul nostro rapporto con i defunti che ne consegue. Non basta dimostrare la solidarietà con i familiari in lutto. 21. Occasione privilegiata per annunciare il Vangelo della speranza cristiana è ancora la celebrazione della liturgia funebre, che tradizionalmente raccoglie familiari, parenti, amici della persona defunta, anche se non tutti assidui praticanti. Alcuni mettono piede in chiesa solo in questa occasione, altri vi ritornano dopo un lungo periodo di assenza, toccati dall’esperienza della morte. Normalmente queste circostanze, dispongono favorevolmente ad accogliere il messaggio cristiano, e sarebbe davvero un’occasione persa se la liturgia funebre non diventasse una scuola di fede. Troppe volte anche la catechesi, adeguandosi alla tendenza dell’attuale società che considera tabù o cattivo gusto parlare della morte, contrae o addirittura lascia cadere tra i suoi argomenti quello della morte, della vita eterna, della risurrezione. 22. Nucleo centrale della predicazione è veramente il primato della risurrezione di Cristo. Come insegna s. Paolo, «Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione, ed è vana anche la nostra fede» (cf. 1Cor 15,14). La centralità della risurrezione di Gesù rivela che questa è la Parola ultima e definitiva di Dio all’uomo, e che è parola di vita, non di morte. Non possiamo dimenticare, poi, che la predicazione, attuata nella celebrazione eucaristica, non si limita ad annunciare, ma insieme dà la possibilità di parteciparvi. Chi crede, prende parte a ciò che è avvenuto nella Pasqua del Signore. La verità della risurrezione chiede dunque l’atto di fede. È Gesù risorto stesso che lo richiama all’apostolo Tommaso: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno» (Gv 20,29). Come agli altri apostoli, alle donne e ai primi discepoli, anche a Tommaso, Gesù risorto non ha mancato di farsi oggetto di visione, in quanto chiamato a essere testimone oculare della Pasqua del Signore. Ma, prospettando la natura della fede di coloro che avrebbero creduto alla testimonianza apostolica, Gesù tesse l’elogio della fede nel Risorto senza necessariamente pretenderne il segno. (Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna, La Chiesa e l’Aldilà, Nota pastorale, 2000) [7 - continua]