GdP del 15.12.16
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GdP del 15.12.16
ticino basket 24 GDP STREAMING: ESPERIMENTO RIUSCITO In occasione delle finali maschili di Coppa Ticino, su suggerimento di Carlos Lopez, è stato eseguito un test effettuando lo streaming delle 4 finali maschili. Il lavoro effettuato da Alfio Vavassori è stato pre- miato con un seguito di visionature (2300 in 48 ore) ritenuto un risultato straordinario da parte degli esperti. SU TELETICINO Mercoledì prossimo 21 dicembre, alle ore 17.55, TicinoBasket sarà presente negli studi di Melide . Nel corso del programma “In onda con voi” si parlerà ancora di Coppa Ticino. LA PROSSIMA PAGINA TicinoBasket tornerà sul GdP già settimana prossima, per una pagina speciale con le foto dei vincitori di Coppa Ticino. GIORNALEdelPOPOLO GIOVEDÌ 15 DICEMBRE 2016 in primo piano Si sono disputate le finali di Coppa Ticino Banca Stato Quando l’agonismo non conosce età... Lo scorso 8 dicembre, al Palabasket e alle Scuole Medie di Bellinzona 2, si sono disputate le varie finali di categoria di Coppa Ticino: dagli Under 14 ai seniori. Una giornata vissuta così all’insegna della passione per questo sport, che ha riunito i migliori talenti così come alcune “vecchie glorie” dal ricco palmarès. ticinesi d’oltralpe di Marco Driussi di Michelangelo cavadini L’8 dicembre è stato giorno di festa: come da tradizione le scuole sono rimaste chiuse e gli studenti si sono potuti godere un giorno di vacanza. Per gli sportivi, invece, la giornata è stata dedicata all’agonismo con le finali di Coppa Ticino, che si sono svolte a Bellinzona al Palabasket e alle Scuole Medie Bellinzona 2. Bastava mettere piede sul parquet delle due strutture e lanciare qualche sguardo attento per comprendere quanto questo evento sia importante per tutto il movimento cantonale e per la promozione di quei valori che lo sport può istillare nei giovani. Non vi era nulla di più bello che vedere ragazzi e ragazze che sul campo si lanciavano su ogni pallone con grinta e voglia di far bene anche laddove il risultato poteva apparire già acquisito, già scontato (come d’altronde accaduto in alcuni casi). Oppure ancora non ha lasciato indifferenti vedere i volti delle giocatrici alla fine della partita U16 femminile Cassarate-Riva (conclusasi sul risultato di 47-49): tra le momo’ brillavano i sorrisi per un match che a lunghi tratti era apparso saldamente in mano alle giovani luganesi. Se a gioire sono state quindi le ragazze del Riva, d’altra parte le giocatrici del Cassarate non hanno potuto trattenere le lacrime per un successo solo accarezzato, sfiorato ma non colto: volti di atlete che crescono e che imparano pure il gusto della sconfitta. Che si tratti di gioia dei vincitori oppure della tristezza degli sconfitti, il campo permette di vivere emozioni che travalicano i confini dello sport e che serviranno alle giovani leve del basket cantonale per confrontarsi pure con il mondo di tutti i giorni, fatto sì di momenti esaltanti, ma pure di delusioni e disincanto. Altrettanto emozionante è apparso il tifo di genitori, parenti e amici accorsi per sostenere chi sudava sul parquet: voci che incitavano a resistere, a difendere e a credere nel successo. In altre parole, nel microcosmo di una palestra si poteva percepire che esiste una società civile viva, in cui genitori e figli sono ancora accomunati da un obiettivo comune e sono capaci di condividere concretamente emozioni. Gli abbracci a fine partita o una bevanda offerta dai genitori ai propri figli alla buvette sono stati il miglior modo per descrivere, più delle parole, lo spirito che aleggiava giovedì scorso a Bellinzona. Anche le partite della categoria senior, sia in campo maschile sia in quello femminile, non sono passate inosservate: vedere sul campo giocatrici e giocatori che hanno calcato in passato i parquet dei massimi campionati nazionali e che hanno ancora oggi la voglia di attaccare il canestro, non può lasciare indifferenti. Malgrado, in alcuni casi, qualche ruga e qualche chilo in più, l’agonismo è sempre quello di una volta. Ecco allora, ad esempio, che la finale maschile tra il Mendrisio e i Lugano Ed eccoci ritrovati al terzo appuntamento con la nostra rubrica mensile, attraverso la quale cerchiamo di presentare i talenti della pallacanestro ticinese di qualche anno fa, oggi impegnati in percorsi formativi lontani dalle loro case e dal loro cantone. Il secondo profilo scelto è quello del 21enne luganese Patrick Bianchi, attualmente studente al secondo anno al Politecnico di Zurigo, nella facoltà di scienze terrestri, dove studia geologia e clima. Iniziamo col chiedergli di presentarsi: «Il mio percorso nella pallacanestro è definito principalmente da due squadre: i Lugano Tigers, dove sono cresciuto e ho giocato per 15 anni consecutivi, e lo Zurigo Grasshopper, squadra dalla quale mi sono allontanato di recente, a causa dei troppi impegni accademici. A Lugano ho collezionato la maggior parte dei miei ricordi e la totalità delle mie vittorie, conquistando svariati titoli ticinesi e qualche soddisfazione a livello nazionale nelle categorie giovanili, compresa la vittoria e il conseguente accesso alla Serie B con gli U23 nella stagione 2014/15, anno in cui ho fatto anche parte della prima squadra. Dopodiché mi sono allontanato da casa in tutti i sensi, passando da una realtà a cui ero abituato e un gruppo dove rivestivo il ruolo di capitano, alla grande città che è Zurigo, in un team che fino al giorno prima aveva fatto benissimo a meno di me». Dunque al momento Patrick non gioca... Ma come mai ha deciso di lasciare il basket a riposo dopo cosi tanti anni e cosi tanti risultati collezionati? «Ancor prima del mio arrivo l’anno scorso a Zurigo, ho cercato una squadra dove poter continuare a giocare ad un buon livello e riuscire a crescere come atleta, siccome nella mia vita e nella mia quotidianità il basket è sempre stato presente, occupando la quasi totalità del mio tempo libero; in un certo senso ne avevo bisogno per darmi continuità e sicurezza in un contesto a me completamente sconosciuto. Quest’anno però mi è stata offerta l’opportunità di impegnarmi maggiormente a livello accademico, quando mi è stato proposto un impiego come assistente per insegnare matematica ai ragazzi del primo anno. È stato allora che ho capito che in questo momento volevo e dovevo crescere dal punto di vista scolastico e professionale, molto più di quanto avrei voluto e potuto fare in palestra». Atteggiamento, questo, che denota sicuramente una certa maturità ed un palese interesse per il suo percorso formativo. Per finire, quindi, come vede il suo futuro e quanto spazio avrà in tutto questo il basket? «Studiando geologia e clima la mia speranza è quella di poter lavorare il più possibile all’aperto e in mezzo alla natura, ma non mi proietto oltre al momento; ora che sto conoscendo la realtà accademica dall’altra parte della cattedra ho scoperto un mondo che mi piace e mi stimola molto, quindi non escludo un futuro indirizzato anche in questo senso. L’unica certezza che ho è che presto cercherò una squadra militante in una lega minore, con meno impegni settimanali e che mi permetta di avere orari flessibili, perché nonostante abbia già molti impieghi, il basket è diventato per me quasi una necessità, mi fa stare bene, anzi: senza non riuscirei!». Su quest’ultima affermazione, che somiglia decisamente ad una dichiarazione d’amore per questo sport, ringraziamo e salutiamo Patrick Bianchi, augurandoli tante soddisfazioni anche in questa sua nuova avventura in ambito accademico. Tra il “Poli” e la palla Una palla particolarmente contesa, nella finale Under 19 tra i Lugano Tigers e la SAM Massagno (poi vincitrice del match). White si è conclusa dopo i tempi supplementari (con il risultato finale di 74-78) e con una cornice di pubblico ragguardevole. In campo femminili, il pubblico ha potuto invece rivedere all’opera giocatrici il cui palmarès parla da solo: tra le tante ricordiamo Caterina Conti oppure Cinzia Bastianelli-Isotta. dietro le quinte Ecco Sotto l’albero di Natale decorato con le palle a spicchi, gli appassionati cestisti hanno dunque potuto passare quindi la giornata dell’8 dicembre all’insegna della passione e del divertimento. Un ottimo segnale, a non averne dubbi, per il futuro del movimento cestistico cantonale. I RISULTATI DELLE FINALI U14 F Riva - Cassarate U14 M Lugano A - Massagno U16 FCassarate - Riva U16 MLugano - SAM CPE U19 FBellinzona - Riva U19 MSAM CPE - Lugano A Senior FSAM - Bellinzona Senior MMendrisio - Lug. White 36-56 86-37 47-49 62-45 23-74 81-52 52-46 74-78 chi ha realizzato i trofei per la Coppa Ticino Dal laboratorio “L’Idea” una bella storia di successo Lo sport è sinonimo di competizione, sforzo e spesso successo. Come cantavano i Queen del celebre Freddie Mercury, “We are the Champions”: non vi è nulla di più emozionante di una vittoria da celebrare con i propri compagni di squadra. Come nelle discipline agonistiche, anche nella vita vi sono storie di successo più o meno grandi. Oggi ve ne raccontiamo una. I trofei in legno che vengono attribuiti ai vincitori della Coppa Ticino vengono realizzati da un laboratorio di Chiasso, chiamato “L’Idea” e che fa parte della Fondazione Diamante, che da anni si occupa dell’inclusione e dei diritti di chi presenta disabilità. Anche questa è una storia di successo per coloro che lavorano in questo laboratorio e che quotidianamente trovano nel lavoro una personale via di realizzazione individuale. Ne abbiamo parlato con Mauro Marconi, responsabile della struttura. Signor Marconi, quali sono le attività principali che svolgete all’interno del vostro laboratorio a Chiasso? La Fondazione Diamante offre servizi e prodotti in tutti i rami economici: nel primario orticoltura, pollicoltura e viticoltura; nel secondario collaborazioni con industrie, artigianato, officina meccanica; nel terziario negozi, ristorazione e catering, grafica e segretariato. A Chiasso siamo attivi nell’artigianato (con un laboratorio di falegnameria e di cornici) e nella ristorazione (con A sin. un primo piano sui trofei. A destra, la consegna della coppa U19 al capitano della SAM. l’Osteria l’Uliatt ed i servizi di economia domestica connessi). Il vostro laboratorio fa parte della Fondazione Diamante, sviluppatasi a favore dei diritti dei disabili. I vostri lavoratori come entrano a far parte della struttura? In altre parole cooperate con strutture cantonali per inserire nuovi elementi nel vostro organico? Da noi lavorano persone con una rendita AI, formate e seguite da équipe di educatori e professionisti del ramo. I collaboratori presentano una richiesta d’ammissione, svolgono degli stage in seguito ai quali identifichiamo l’attività più confacente. Riceviamo richieste di ammissione dai collaboratori stessi, dai loro rappresentanti legali o dai servizi sociosanitari. Di norma chi lavora da voi vive nei foyer della Fondazione Diamante oppure vive autonomamente, da solo? Uno dei principi della Fondazione Diamante è la differenziazione dei luoghi di vita e lavoro. Le persone ospitate nei nostri foyer hanno libera scelta del posto di lavoro. Nei laboratori abbiamo quindi persone che vivono in un foyer della Fondazione Diamante, in foyer di altri istituti, con la propria famiglia oppure auto(M.D.) nomamente.