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ORTOPEDIA UNA MALATTIA SOCIALE: L’ARTROSI
di Salvatore Calderone
ortopedico traumatologo
L'ortopedico
e la protesica articolare
La patologia colpisce in prevalenza le persone adulte,
gia a partire dai quarant’anni, con una leggera predilezione
per lil sesso femminile
L
'artrosi è l'usura irreversibile, della cartilagine articolare; questo tessuto, in
condizioni di normalità,
serve ad ammortizzare il carico e a ridurre gli attriti delle ossa
che concorrono a formare un'articolazione; la sua usura, quindi, determina un sovraccarico sui capi ossei
che si associa ai sintomi tipici della
malattia: dolore, gonfione e limitazione funzionale.
La causa dell'artrosi non è totalmente
conosciuta. Si può dire che concorrano due fattori principali: quelli intrinseci (patrimonio genetico) e quelli
ambientali (attività lavorative manuali
e/o pesanti, eventuali traumatismi,
deviazioni assiali acquisite degli arti
inferiori o della colonna vertebrale, infezioni, tumori, etc.). Colpisce principalmente, ma non esclusivamente, le
persone adulte e anziane, già a partire dai 40 anni. Vi è una leggera predilezione per il sesso femminile. Il
tributo più caro a questa patologia
viene però pagato nella terza età,
con risvolti sociali importanti, in considerazione del costante invecchiamento della popolazione. Viene
considerata una patologia sociale
perché, proprio in relazione alla sua
diffusione, determina una notevole
perdita d'autonomia dei soggetti colpiti con necessità di cure continue e
di riduzione o perdita dell'autonomia.
Come tutte le malattie degenerative,
l’artrosi non ha cure risolutive, ma
soltanto sintomatiche. La terapia è
inizialmente medica (antalgici, antiflogistici ed integratori) e fisioterapica;
seguono le infiltrazioni con preparati
a base di cortisone o di acido ialuronico o assimilabili; purtroppo, nei casi
più severi, è richiesto il trattamento
chirurgico.
DIAGNOSI
Nella quasi totalità dei casi, viene diagnosticata tramite una visita ortope-
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edicina
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dica e delle radiografie, da eseguire
sempre “sotto carico”, cioé in piedi,
per le articolazioni cosiddette portanti. Assolutamente inutile l'ecografia, quasi sempre superflue TAC o
risonanza magnetica, di cui purtroppo spesso viene fatto abuso.
TERAPIE
Solo nelle fasi d'esordio è possibile il
trattamento artroscopico, avvertendo
però il paziente della breve durata dei
benefici. Nei casi di deviazioni assiali,
in soggetti giovani e attivi, si praticano le osteotomie. L'intervento principe è, però, la protesi articolare
dell'anca, ginocchio e spalla. In alcune articolazioni (colonna, caviglia/
piede) è ancora indicata l'artrodesi
(fusione chirurgica di due o più ossa).
I risultati delle protesi sono soddisfacenti in oltre il 90% dei casi. I fallimenti sono imputabili ad infezioni,
trombosi venose, fratture intra o postoperatorie, cattivo posizionamento
dell'impianto, reazioni allergiche o
usura dei materiali. Non esiste, infatti,
ancora la protesi eterna. Questo intervento è però attualmente il “Golden
Standard”
della
terapia
ortopedica e ormai vi sono milioni di
persone che, grazie a questo trattamento e alla riabilitazione, assolutamente necessaria, hanno ripreso
l'autonomia.
ESPERIENZE
La mia esperienza è di oltre 3000 impianti effettuati e nell'attività quotidiana presso l'Istituto Ortopedico
Rizzoli dove, oltre ai primi impianti,
siamo continuamente impegnati
anche nella revisione, cioé sostituzione, delle protesi ormai non ben
funzionanti. Non è certamente piacevole subire un intervento, ma rappresenta, quando necessario, l'unica
possibilità di riacquistare una buona
“qualità di vita”. D'artrosi non si
muore, ma si soffre tanto.
gennaio/febbraio 2013
Il Dott. Salvatore Calderone
Il DOTT. SALVATORE CALDERONE
è uno specialista in Ortopedia
e Traumatologia e Dirigente
Medico dell’Istituto Ortopedico
Rizzoli.
Ha studio a Palermo in via Roma,
386. Riceve per appuntamento.
Il numero di telefono
è 091 329283
NUTRIZIONE ATTENZIONE ALLE DIETE “FAI DA TE”: SONO PERICOLOSE
di Antonina Di Salvo
biologa nutrizionista
Perdere peso: i consigli
della nutrizionista
L
asciate alla spalle le trasgressioni alimentari natalizie, è ora di fare
progetti per il nuovo anno e stabilire nuovi obiettivi anche in vista della
bella stagione. Così molte persone ribadiscono o scoprono per la
prima volta il bisogno di dimagrire. Ma come? Ci risulta già difficile riprendere i frenetici ritmi quotidiani, in compagnia ogni giorno di brutte
notizie che tormentano la nostra vita, scoraggiandoci a volerci accollare altri
pensieri. Ci manca solo la dieta! Ed ecco lo sbaglio. Durante le consulenze,
quando spiego il percorso alimentare da seguire, una delle prime domande
poste dal paziente è “ma devo mangiare così per sempre?”.
La maggior parte di noi vivono “la buona educazione alimentare” come una
forzatura che rende più tristi le giornate, mentre l’incontro con il nutrizionista
dovrebbe essere solo l’inizio di un percorso, un periodo in cui apprendere le
regole della buona educazione alimentare che, messe in pratica, ci permetteranno di dimagrire, raggiungere un buono stato di salute e mantenere per
sempre il nostro peso. Per riuscire nell’ardua impresa bisogna affidarsi ad un
vero metodo e non a soluzioni che possono rivelarsi fallimentari, come l’esclusione di un determinato cibo dall’alimentazione o l’approccio a diete stravaganti, come quella del riso o del minestrone.
Le proposte dimagranti sono tante: diete nelle quali bisogna mangiare solo
prodotti acquistati in farmacia che, oltre al costo elevato, non possono durare
eternamente e non permettono di mantenere i risultati ottenuti perché non s’impara a mangiare con gli alimenti di tutti i giorni; molte persone intraprendono
schemi dimagranti iperproteici solo dopo aver letto alcune pagine di libri, invaghiti dalle promesse di riduzioni di peso velocissime grazie all’utilizzo di “prodotti esclusivi”, mettendo a serio rischio la propria salute. Tra le diete più
famose c’è la dieta mediterranea che dev’essere drasticamente ipocalorica e
per questo magari debilitante; ci sono le cronodiete, le diete a punti, le diete
dissociate, tutte proposte finalizzate a far dimagrire. L’obiettivo, infatti, è perdere peso, ma non causalmente: è necessario perdere massa grassa, ciò avviene attraverso un valido metodo dimagrante; se, invece, diminuisce la massa
magra, si abbassa il metabolismo come accade nelle diete iperproteiche che
sono fortemente sconsigliate per questo aspetto che rende difficile il mantenimento dei risultati, ma anche per gli effetti negativi sulla salute che si manifestano a breve (alitosi, malumore, stanchezza, irritabilità) e lungo termine
(problemi renali e tessuto adiposo più resistente al dimagrimento).
Il miglior metodo dimagrante deve prevedere un controllo insulinico programmato, necessario al metabolismo dei grassi. I livelli d’insulina nel sangue determinano l’azione della lipasi: se sono troppo alti, questo enzima non può
agire e i cuscinetti di grasso rimangono dove sono. I carboidrati sono i primi
stimolatori dell’insulina, se sono troppi, come nel caso della dieta mediterranea,
il dimagrimento è ostacolato. Il metodo da seguire è un percorso alimentare
che preveda un puntuale controllo dell’insulina attraverso le giuste regole alimentari, un po’ di attività fisica, che consolida il programma, ma che soprattutto insegna come utilizzare i cibi che troviamo sulle nostre tavole senza
isolarsi dal contesto familiare e sociale. Non si perde massa magra, anzi si
rafforza, donando energia e lucidità. Per dimagrire è necessario seguire con
scrupolosità il percorso, per poi proseguire nel mantenimento con l’applicazione blanda di ciò che si è imparato nel periodo di trattamento. Ciò permette
di raggiungere l’obiettivo di dimagrire ed adottare un’alimentazione che permette di prevenire tante patologie.
Per la maggior parte delle persone che tendono ad ingrassare non serve una
dieta come s’intende comunemente, ma è necessario capire le personali risposte metaboliche al cibo e la giusta strategia per utilizzarlo in base alle proprie caratteristiche. Per far sì che questa strategia diventi davvero “nostra”, è
necessaria un’adeguata e corretta personalizzazione.
gennaio/febbraio 2013
La Dott.ssa Antonina Di Salvo
La DOTT.SSA ANTONINA DI SALVO
è una Biologa nutrizionista.
Ha conseguito un Master
in Dietetica e Nutrizione clinica.
Da 5 anni è socio A.C.S.I.A.N.
Si occupa di nutrizione
e intolleranze alimentari.
Da 1 anno è certificata come
Zone Consultant.
E’ relatrice in corsi di nutrizione
con particolari tematiche
riguardanti la prevenzione
della sindrome metabolica
con la dieta. Nella sua quotidiana
esperienza, cerca di ascoltare
e guidare le persone
che le si affidano per trovare
la strada più giusta per loro,
tenendo conto
degli aspetti emozionali,
delle resistenze, dei desideri,
delle difficoltà, dei gusti
e di tutti quei fattori
che rendono le persone uniche.
Studio A.C.S.I.A.N. a Bagheria
in via Fricano 3-5.
Riceve anche a Palermo
Per prenotazioni ed info:
e-mail: [email protected]
Tel.334 30991153
www.nutrizionistadisalvo.it
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