vademecum per l`allenatore

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vademecum per l`allenatore
VADEMECUM
PER L’ALLENATORE
Norme di comportamento, atteggiamento,
linee guida e strategie
VADEMECUM PER L’ALLENATORE
stagione 2012
VADEMECUM DELL’ALLENATORE
INDICE
Premessa
pagina 2
Il lanciatore: i fondamentali del lancio
pagina 4
Il lanciatore: preparazione del lanciatore nel pre partita
pagina 5
Il battitore: equilibrio e visualizzazione della palla
pagina 7
Il battitore: l’insegnamento del giro di mazza
pagina 8
Il battitore: la routine dell’allenamento in battuta
pagina 10
Il battitore: il batting practice
pagina 12
Il fungo e l’allenamento della difesa
pagina 15
Strategie di gioco
pagina 17
Pick off: movimenti della difesa e del lanciatore
pagina 23
Organizzazione della panchina durante la partita
pagina 25
Considerazioni finali
pagina 26
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VADEMECUM PER L’ALLENATORE
stagione 2012
PREMESSA
“Prepare them and let them play”, è da questa frase detta durante la “coach convention 2012”
dall’hitting coach dei Tampa Bay che ho deciso di scrivere un breve vademecum per tutti gli
allenatori del Ravenna Baseball.
Quella frase va interpretata così: “Allenateli, preparateli per la partita e lasciateli giocare” ed è
una grande verità. Troppo spesso, noi allenatori, durante la partita diamo indicazioni e consigli ai
nostri giocatori ma in quei momenti il modo migliore per ottenere il massimo da loro è essere
positivi nei loro confronti, infondergli tranquillità e cercare di parlare solo quando serve davvero.
Un giocatore, soprattutto quando è alla battuta, deve pensare il meno possibile e non ha bisogno
di sentirsi dire “su le mani”, “occhio sulla palla” o “fai il passo in una determinata direzione”. Il
rischio è quello che il battitore si concentri solo sulle nostre parole e sul singolo movimento da
fare e quindi che dimentichi tutto il resto.
Con il lanciatore dobbiamo adottare la stessa strategia: aiutamolo e incitiamolo se pensiamo che
ne abbia bisogno. Utilizziamo la “visita sul monte” oppure il cambio di inning per cercare di capire
insieme come correggere eventuali difetti. Dobbiamo lavorare sui nostri giocatori durante
l’allenamento e lasciarli tranquilli in partita. Questa linea di pensiero non è, però, una verità
assoluta, infatti deve essere chiaro che non la dobbiamo interpretare alla lettera. Consigli e
correzioni ci possono stare anche durante la partita ma la domanda che ci dobbiamo fare prima di
parlare è: “ciò che gli stiamo dicendo è davvero importante?”.
L’allenatore durante la partita deve infondere tranquillità nei propri atleti e raramente deve
scomporsi. Il nostro ruolo non è per nulla facile ma dobbiamo comunque svolgerlo con estrema
sicurezza e con massima cura. Non possiamo improvvisarci “allenatori dell’ultima ora” perché così
come gli atleti si devono allenare per giocare anche gli allenatori devono essere presenti agli
allenamenti per dirigere le partite.
Il rapporto con l’arbitro e con gli avversari deve essere il più pulito possibile, teniamo i toni bassi
ed evitiamo di perdere la pazienza facilmente.
Questo vademecum, perché?
Ho pensato di scriverlo perché con l’aumentare degli atleti, aumentano anche le squadre e con
esse gli allenatori. Con il passare del tempo mi sono reso conto quanto sia importante che tutti gli
allenatori parlino la stessa lingua e che i principi generali e fondamentali degli insegnamenti
debbano essere uniformi. I nostri ragazzi devono vederci sicuri di noi stessi e noi allenatori non
dobbiamo mai contraddirci uno con l’altro. Se diciamo due cose differenti oppure se non siamo
d’accordo nell’esporgli una cosa regaliamo degli alibi ai nostri giocatori e un allenatore non deve
permettere questo. Gli alibi non devono esistere.
Educazione, tranquillità e rispetto sono le qualità che pretendiamo dai nostri giocatori e noi
dobbiamo essere il miglior esempio da seguire.
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VADEMECUM PER L’ALLENATORE
stagione 2012
Come in ogni struttura organizzativa ci sono delle gerarchie da rispettare e ci deve essere
comunicazione costante tra l’head coach e i suoi vice. E’ importante che il capo allenatore si
rivolga ai propri “aiutanti” per spiegare ciò che ha in testa e come intende lavorare. La sinergia tra
gli allenatori e la pianificazione strategica della partita e degli allenamenti possono risultare
vincenti e sono un segnale di “squadra”. Nei momenti prima dell’allenamento, nelle pause o nel
pre partita cerchiamo il dialogo con i nostri collaboratori e decidiamo insieme il da farsi. Il capo
allenatore deve tirare le fila e comunicare ai propri vice cosa devono fare, come si devono
muovere dando istruzioni chiare e precise.
Allenare un gruppo di ragazzi, soprattutto se giovani o addirittura bambini, è una passione ma il
percorso richiede molta serietà. Gli allenatori prendono un grosso impegno sia nei confronti dei
propri atleti, sia nei confronti della società, pertanto il tempo che dedicano a tutto ciò essere
trattato con rispetto. Che sia un’ora al giorno, un’ora alla settimana o quattro ore al mese non
importa. Ciò che conta è che nel momento stesso in cui si decide di fare gli allenatori si scende in
campo con la consapevolezza del proprio ruolo ricordandoci che anche l’azione più impercettibile
ha molta importanza.
Ciò che viene richiesto è collaborazione, costanza negli impegni presi e coordinazione.
Nelle pagine che seguono troverete alcune linee guida per l’insegnamento dei fondamentali del
lanciatore e del battitore e alcuni punti critici da osservare e tenere monitorati. Ho aggiunto
inoltre come devono essere fatti gli esercizi sul TEE, come devono essere eseguite le varianti del
TOSS e la routine del Batting Practice. E’ molto importante adottare tutti lo stesso metodo
(soprattutto per il TEE e il TOSS) e anche capire come dobbiamo farlo.
“Alzare” la palla in TOSS, ad esempio, sembra una cosa semplicissima e invece richiede molta
attenzione e un determinato ritmo.
Infine potete trovare dei brevi consigli su come gestire le fungate e l’allenamento della difesa e
poi alcune strategie di gioco da utilizzare a seconda delle varie situazioni che ci prospetta la
partita.
Per insegnare dobbiamo avere la conoscenza e per farlo in gruppo è necessario che ci sia anche
uniformità e sinergia. Attraverso la lettura di questo breve manuale potremmo soddisfare
alcune nostre esigenze e colmare parte delle nostre lacune.
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IL LANCIATORE
I FONDAMENTALI DEL LANCIO
Insegnare ad un lanciatore il movimento del lancio, la posizione in pedana, l’atteggiamento sul
momento e la mentalità da avere non è semplice e dobbiamo sempre rispettare il lavoro degli
altri allenatori.
Se osserviamo un lanciatore che sta seguendo un percorso di allenamento con un altro allenatore
(che sia o meno interno alla nostra società) dobbiamo essere accorti nel dispensare consigli e
cerchiamo di non contraddirre mai ciò che dice il nostro collega di fronte al ragazzo.
Appuntiamocelo, parliamone con il diretto interessato e cerchiamo una soluzione comune: questo
si chiama gioco di squadra.
Di seguito è possibile avere qualche linea guida di riferimento per l’atteggiamento generale del
lanciatore e dei suoi fondamentali.
1) QUICK à il lanciatore deve sempre essere veloce. Deve dare ritmo alla partita. E’ importante
che il lanciatore non ci metta troppo tempo a prendere i segnali o ad aspettare tra un lancio e
l’altro. Velocità e rapidità, avere le idee chiare aiutano il lanciatore ad essere sicuro di sé e
mettono sulla difensiva il battitore. Il lanciatore deve dare ritmo alla partita. Il gioco parte dal
monte di lancio e avere lanciatori solidi, forti e compatti ci permette di affrontare meglio la
partita. Il lanciatore deve avere personalità sul monte e deve dare il suo ritmo alla partita.
2) STRIKE à il lanciatore si deve concentrare sull’area dello strike. Dei primi 3 lanci è necessario
che 2 siano fatti in strike. Meno lanci possibili, rapidità e strike sono un primo passo per avviare
una partita verso i binari della vittoria.
3) LANCIATORE DOMINANTE à Il lanciatore deve cercare di essere dominante in qualsiasi
occasione. Non deve essere il battitore a battere ma il lanciatore deve decidere di farlo battere. E’
necessario insegnare ai ragazzi fin da giovani a cercare di piazzare le palle sulla parte nera del
piatto. Bisogna “nascondere” la palla al battitore e fargliela vedere solo quando il lanciatore
decide di farlo battere. Questa è la mentalità con cui il lanciatore deve affrontare ciascun
battitore.
ALCUNI ASPETTI TECNICI
a) Pedana: in posizione fissa (e anche nell’evoluzione del caricamento) i piedi devono essere
paralleli alla pedana. Nel caricamento il passo indietro deve essere corto e l’azione di
pivot del piede sulla pedana deve permettere al passo di essere fatto in linea retta verso
casa base.
b) Equilibrio: la posizione equilibrata prevede che ci sia un filo immaginario che parta dal
piede di perno, che passa dall’ombelico e arriva alla testa. Un filo immaginario deve
tenere in linea queste tre parti del corpo. La testa deve essere idealmente sopra il piede di
perno.
c) Schiena: quando il lanciatore vuole tirare molto forte spesso accade che voglia tirare con
il braccio e con il corpo ancora prima di essere atterrato con il piede del passo. Questo
provoca un inarcamento della schiena portando disequilibrio. La testa va indietro, la
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d)
e)
f)
g)
schiena va indietro e la palla rimane troppo alta. La schiena e il braccio devono iniziare a
spingere solo dopo che il piede è atterrato (l’esercizio della schiena appoggiata al muro
mentre si lancia è efficace).
Passo: più il passo è lungo più si spinge forte e più si tira forte. Più è corto più si ha
controllo. La via di mezzo è l’arma migliore. Il passo ideale è pari a 5 o 6 piedi dalla
pedana. La punta del piede di perno deve essere chiusa in maniera quasi impercettibile
(rivolta verso casa base). Deve essere leggermente chiusa anche la punta del piede del
passo così come il ginocchio deve lievemente tendere verso la seconda. Il lanciatore NON
deve fare vedere le tasche al battitore altrimenti il rischio è quello di far fare un lavoro
“extra” al ginocchio con rischio infortuni. Il piede del passo deve atterrare tutto e non solo
la punta. Se si atterra solo con la punta si fa la catapulta e la palla rimane alta.
Gomito: il gomito sinistro deve sempre essere puntato verso il ricevitore e l’unica cosa da
verificare è che la punta delle dita del guanto non siano rivolte verso il basso: questo
porterebbe disequilibrio. Il gomito sinistro, inoltre, deve fare un’azione all’indietro come
se si stesse cercando di dare una gomitata a chi sta dietro. Una forte gomitata con
determinazione porta la parte forte del corpo in avanti e permette al lanciatore di lanciare
con schiena, fianchi, gambe e braccio.
Ginocchio: il ginocchio del piede del passo non deve essere troppo alto perché toglie
equilibrio e non troppo basso perché non aiuta a spingere. Anche qui la via di mezzo è la
migliore. La scuola vuole che il ginocchio sia parallelo al terreno. Ogni lanciatore, poi, può
decidere come meglio posizionarsi. Ad ogni modo quando le palle tendono ad essere
troppo alte facciamo molta attenzione al ginocchio (e alla schiena).
Traiettoria: la traiettoria della palla deve sempre essere dall’alto verso il basso. Non deve
essere di lato, o tre quarti. Il movimento del braccio di lancio e il rilascio devono andare in
direzione 12 – 6.
Riepilogando i principali fondamentali da osservare per un lanciatore sono:
1) DIREZIONE: la direzione deve sempre essere dritta verso casa base. Tutto il movimento deve
portare un’unica direzione.
2) LINEA RETTA: ci deve essere una linea retta del gomito, del braccio del lancio e del passo.
3) ESTENSIONE: il braccio del lancio deve andare in estensione verso casa base e deve fare un
movimento sempre dritto e lineare.
PREPARAZIONE DEL LANCIATORE NEL PRE PARTITA
Il lanciatore nel pre partita deve avere tutta una serie di azioni di routine in modo tale che
possano dargli un’adeguata tranquillità per affrontare il match.
Tali azioni devono essere compiute sia nelle partite più semplici che in quelle più difficili perché
solo così si può creare continuità. Il lanciatore deve essere a proprio agio quando si trova di fronte
alle sfide più importanti e per sentirsi così deve creare una routine nelle proprie azioni.
La partita inizia già il giorno prima quando è importante avere un’adeguata alimentazione e
andare a dormire ad un orario “solito”: un orario in cui si è abituati ad andare a letto.
Il lanciatore deve fare tutto ciò che riesce a mantenerlo tranquillo ma anche concentrato.
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Nel periodo pre partita in campo il lanciatore “fa storia a sé”. Si scalda quando e come crede.
Deve arrivare ad una preparazione fisica e mentale perfetta a venti minuti dalla partita quando
inizierà a fare i lanci di riscaldamento.
Stretching, corsa, elastico, allungamenti, ecc… sono gli esercizi fisici classici mentre la
preparazione mentale avviene sia tramite la concentrazione che guardando i battitori avversari in
fase di BP. La preparazione mentale alla partita deve avvenire anche tramite il dialogo e il feeling
con il ricevitore e con gli interni con i quali interagisce di più.
A 20 - 25 minuti dall’inizio della partita il lanciatore inizia a fare i lanci di riscaldamento. Dopo aver
scaldato il braccio con dei tiri normali farà i lanci con il ricevitore. I lanci di riscaldamento devono
essere almeno 30.
Di seguito elenchiamo i lanci da fare perché la routine si deve creare anche qui. E’ importante che
sia il lanciatore che il ricevitore memorizzino questa sequenza:
1) CARICAMENTO: 3 dritte esterne (filo esterno che tendono al ball) al 70% della forza à
controllo.
2) CARICAMENTO: 3 dritte in mezzo al 75 % della forza à controllo
3) CARICAMENTO: 3 dritte interne al 70% della forza à controllo
4) CARICAMENTO: 3 “lanci off speed n. 1” in strike (cambio o curva o ….)
5) FISSA: 3 dritte in strike à 85%
6) FISSA: 3 “lanci off speed n. 1” in strike (cambio o curva o ….)
7) FISSA: 3 “lanci fast speed” in strike (cut o sinker o dritta)
8) FISSA: 3 “lanci off speed n. 2” in strike (curva o cambio o….)
9) FISSA: 3 “lanci off speed n. 2” in ball (curva o cambio o ….)
10) CARICAMENTO: 2 dritte, 1 curva, 1 cambio, 1 dritta. Tutto in strike.
A questo punto il lanciatore è pronto per andare sul monte. Dobbiamo sempre ricordare al
lanciatore che all’inizio della partita e ad ogni cambio di inning tutte le volte che sale in pedana lo
deve fare con determinazione. Quando fa i lanci di riscaldamento dal monte di lancio deve tirare
come se tirasse in partita. Stessa intensità e stessa velocità. Il ricevitore deve sempre avere la
maschera quindi è importante avere un ricevitore “di riserva” che vada a scaldare il lanciatore
mentre il ricevitore titolare si sta vestendo.
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IL BATTITORE
EQUILIBRIO E VISUALIZZAZIONE DELLA PALLA
La battuta è l’azione più difficile nel mondo del baseball e insegnare a battere è altrettanto
complicato. Il primo passo per insegnare la battuta è stare in silenzio, guardare il battitore e
ascoltare cosa ci sta dicendo. E’ importante capire come sta vivendo un giocatore il suo periodo
nel box. E’ importante sapere se vede la palla grande come un pallone da basket o piccola come
una palla da golf.
Dopo aver parlato con il battitore, l’allenatore deve spiegare bene ogni cosa che fa. “Spiegare
bene” non significa spiegare per un’ora, bastano 10 secondi per spiegare bene una cosa, ciò che
conta è che l’allenatore sia sicuro di ciò che sta facendo, che sia chiaro e che sia determinato.
VISUALIZZAZIONE DELLA PALLA
Quando un battitore batte poco, ancora prima di correggergli la posizione e il giro è importante
capire come sta, se sta guardando la palla e dove la sta guardando. E’ proprio il “dove la sta
guardando” che è indispensabile capire.
Come sappiamo, i due aspetti fondamentali della battuta sono l’equilibrio e la visualizzazione
della palla o meglio, la visualizzazione della palla e l’equilibrio. Perché se tu vedi la palla ma non
sai fare a girare o giri male o non hai equilibrio la palla la puoi battere lo stesso mentre se tu hai
equilibrio e uno swing perfetto ma non vedi la palla non potrai mai battere.
Dove guarda la palla il battitore? Ci sono 3 momenti fondamentali per la location di
visualizzazione della palla:
1) punto di rilascio (dalla mano del lanciatore);
2) da dove inizia l’erba (alla fine del monte) fino a dove comincia la zona di casa base;
3) da dove comincia la zona di casa fino al momento dell’impatto.
I punti 1 e 3 sono i più ardui ma anche i più importanti e quelli che fanno la differenza fra un
giocatore che va alla battuta e un battitore. Ogni giocatore che va alla battuta vede il punto due
ma solo i battitori vedono il punto 1 e 3. Dobbiamo insegnare ai nostri battitori a guardare la palla
già dal punto uno: il momento del rilascio della palla deve essere il primo momento in cui il
battitore deve portare la sua concentrazione “oltre il limite”. Vedere il punto 1 aiuta a vedere
meglio il punto 2. Solo se si vede meglio il punto 2 è possibile avere una reazione più efficace al
momento dell’impatto.
Alla fine del punto 2 quando il battitore inizia a girare la mazza deve vedere il punto 3 e
visualizzare nella sua testa ciò che sta andando a fare: la proiezione dei pensieri deve essere più
avanti di qualche frazione di secondo rispetto alla realtà. Gli occhi devono andare dove sarà
l’impatto. Se non si riesce a vedere la palla significa che gli occhi stanno facendo altro.
Per far capire questo al battitore fatelo mettere nel box di battuta per fare toss frontale: fatelo
guardare il cuscino di terza e tirategli 5 palle. Poi lo fate guardare il cuscino di prima e altre 5
palle. Chiaramente batterà poco e male. Poi dategliene 10 costringendolo a guardare la palla. La
buona riuscita delle sue battute lo aiuterà a capire meglio ciò che gli stiamo dicendo.
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Come insegnare ad un ragazzino a visualizzare la palla? Sul conto 3 ball zero strike tutti i battitori
si mettono nel box di battuta, la palla arriva: strike. Il battitore si gira e il suo primo pensiero è:
“questa palla era la mia. Era grande come un melone”. Non è così. I battitori vedono la palla
grande come un melone tutte le volte che ci sono 3 ball e zero strike, questo è perché hanno
libertà di pensiero e la guardano dal momento del rilascio fino al momento dell’entrata nel guanto
del ricevitore. Un ottimo esercizio per insegnare ai bambini a guardare la palla è metterli con
caschetto e mazza in mano nel box di battuta pronti per battere. Fargli guardare 10 palle uscire
dalla mano del lanciatore ed entrare nel guanto del ricevitore. Solo dopo gli diciamo di battere
prima che la palla entri nel guanto e di guardare l’impatto. Concentrarsi solo sulla visualizzazione
dell’impatto è lo step 1.
Quanto è importante lo stato emotivo nel box di battuta? Lo stato emotivo nel box di battuta
DURANTE LA PARTITA stravolge la serenità e fa perdere lucidità al battitore. Il ruolo
dell’allenatore è infondere tranquillità e il 90% delle volte il modo migliore per infonderla è stare
in silenzio, guardare il battitore e fargli gesti incoraggianti. Durante la partita non bisogna parlargli
troppo. Non serve a nulla dire: “occhi sulla palla”, “mani più su” o “gambe piegate”, ecc… ecc…
PREPARE THEM AND LET THEM PLAY à Allenali e lasciali giocare. Questo è un motto che deve
ricordarsi qualsiasi allenatore. Il momento per parlare ad un battitore è l’allenamento, il batting
practice o, in alcune circostanze, quando sono “on deck” e si stanno preparando per andare a
battere. Dopo di che, durante il turno di battuta in partita, l’allenatore deve lasciarlo tranquillo.
Deve essere positivo. Allenalo e lascialo giocare. Un allenatore deve “allenare” durante
l’allenamento e “gestire” durante la partita.
Come focalizzare la palla? L’unico modo per focalizzare e visualizzare la palla è utilizzare entrambi
gli occhi e tenerli in linea.
EQUILIBRIO
L’altro aspetto fondamentale della battuta è l’equilibrio e per avere equilibrio la prima cosa da
sistemare sono i piedi. La posizione deve essere comoda e i piedi devono avere una posizione che
permette al corpo di essere equilibrati. Senza equilibrio è difficile riuscire a visualizzare bene la
palla.
Equilibrio nella posizione iniziale, equilibrio nel giro di mazza ed equilibrio mentale: assicuriamoci
che il nostro battitore lavori per avere tutte e tre queste caratteristiche.
L’INSEGNAMENTO DEL GIRO DI MAZZA
Insegnare il giro di mazza è un aspetto molto delicato e che non deve essere sottovalutato. Se
stiamo allenando un battitore che sta facendo TEE, TOSS o BP non dobbiamo sentirci obbligati ad
insegnargli qualcosa. Se non notiamo nulla di strano o se non sappiamo come fare per correggere
alcuni difetti stiamo zitti e lasciamolo battere. Spesso il silenzio può essere una buona arma di
complicità con il proprio battitore.
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IMPUGNATURA E POSIZIONE RISPETTO AL PIATTO
Dopo aver consigliato al battitore una buona posizione di equilibrio andiamo a visualizzare
l’impugnatura e la sua posizione rispetto al piatto.
Come sappiamo dobbiamo cercare di far allineare le nocche ma in realtà anche se non sono
allineate perfettamente non è un problema. Dobbiamo evitare che siano troppo scomposte e
dobbiamo ricordarci che la mano che sta in basso è più importante di quella che sta in alto: la
mano che sta in basso deve essere ben allineata e non deve essere chiusa “a martello”.
Per quanto riguarda la posizione rispetto al piatto del battitore dobbiamo accertarci che non sia
troppo distante né troppo vicino. E’ estremamente importante spiegare ad un ragazzino fin dai
primi allenamenti la posizione giusta, il motivo per cui si sta in quella determinata posizione e
l’importanza che ha questa posizione. Nel BP, nel TEE, nel TOSS la posizione è IMPORTANTISSIMA.
Riepilogando, un allenatore che si trova di fronte ad un battitore deve avere massima cura
nell’osservare:
1. se ha una posizione di equilibrio;
2. se sta visualizzando la palla;
3. se sta girando in equilibrio;
4. se ha una buona posizione rispetto al piatto;
5. l’impugnatura.
Solo dopo aver visualizzato queste cose possiamo “mettere a posto” il giro. Troppo spesso con i
bambini e i ragazzini commettiamo l’errore di andare a correggere il giro, i fianchi o il passo ma
sono più importanti i primi 4 punti. Nei primi giorni di allenamento dobbiamo spiegare ad un
ragazzino come si impugna la mazza, come si deve stare nel box di battuta e che deve guardare la
palla fin dall’inizio poi lasciatelo girare come meglio crede. Se non è in equilibrio diamogli qualche
consiglio altrimenti facciamolo battere “così come viene”. Solo quando inizierà a battere
ripetutamente la palla iniziamo a mettergli a posto i fianchi, il passo, le mani e le braccia.
Facciamolo esaltare e poi insegniamo le cose. Un battitore “positivo” apprenderà più facilmente
le cose. Se non batte continuiamo a fargli provare. Ricordatevi che per un battitore (di qualsiasi
età e di qualsiasi esperienza) è frustrante non riuscire a battere per cui non è quello il momento di
parlargli troppo. Se il battitore è un bambino o ragazzino diamogli qualche consiglio ma solo se lo
riteniamo davvero opportuno. Se il battitore è un adulto o un ragazzo che gioca ormai da tempo
aspettiamo che sia lui a venirci a chiedere un consiglio perché altrimenti potremmo causargli
ancora più confusione.
BATTUTA = RITMO. IL PASSO E IL GIRO DI MAZZA
Il giro deve essere parallelo al terreno e che le mani devono “andare incontro” alla palla proprio
come se stessimo dando un pugno diretto. Il battitore non deve allargare il giro (non deve essere
pre esteso) e deve essere compatto.
Poi c’è il passo.
Il passo è un altro aspetto fondamentale perché la battuta è ritmo. Il passo aiuta a prendere il
ritmo con il lanciatore, può essere fatto in vari modi, ciò che conta, però, è che sia fatto nella
direzione del lanciatore e che non sia troppo lungo. Un passo troppo lungo sposta l’asse degli
occhi. Ricordiamoci, infatti, che la palla deve sempre essere visualizzata con tutti e due gli occhi e
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che il passo non deve fare in modo che gli occhi si abbassino troppo. Gli occhi devono sempre
essere “più o meno” sullo stesso asse.
Entrambi gli occhi devono guardare la palla, passo verso il lanciatore e giro di mazza parallelo
sono le cose che dobbiamo raccontare i nostri battitori unitamente al fatto che i fianchi e la
potenza di spinta di essi valgono l’80% della forza in battuta.
LA ROUTINE DELL’ALLENAMENTO IN BATTUTA
La routine nell’allenamento della battuta è molto importante e serve per mantenere concentrati i
battitori in qualsiasi situazione. Il TEE, il TOSS e il BP nelle loro varie forme devono essere fatti con
metodo e con intelligenza. In alcuni casi alleniamo sulla qualità e in altri sulla quantità. Quando
alleniamo sulla qualità è meglio farne poche alla volta ma con degli obiettivi ben specifici. Diciamo
di battere in dei punti specifici del campo.
Di seguito indichiamo come devono essere fatti gli esercizi più comuni che si fanno durante
l’allenamento.
BATTING TEE
Il “TEE” deve sviluppare la fluidità del giro e serve per sistemare eventuali difetti di equilibrio o di
postura. Il tee deve essere fatto al 50% della potenza del battitore, non serve per fare dei “mega
giri” o per spaccare la palla a metà. Serve solo per trovare stabilità e tranquillità nei propri
movimenti. Durante un allenamento standard ci devono essere almeno 2 o 3 atleti in posizione di
tee: uno batte, l’altro mette la palla sul tee e l’eventuale terzo si scalda (se sono di più nessun
problema). Nel caso in cui alleniamo il settore giovanile, soprattutto con i più piccoli, ci deve
sempre essere un allenatore insieme ai ragazzi ma deve fare solo da super visore e concentrarsi
sul movimento del ragazzo. Le palle le devono mettere su loro: responsabilizzazione e gioco di
squadra.
La posizione sul tee deve essere tenuta come se si battesse normalmente sul piatto. Il TEE deve
sempre essere posto per battere le palle “in mezzo al piatto” ad una altezza normale.
Tuttavia se vogliamo correggere o specializzare o velocizzare le palle esterne o quelle interne,
quelle alte o quelle basse, posizioniamo il tee in apposita postazione.
Se vogliamo far battere le palle interne ricordiamo di posizionare il tee più avanti rispetto al corpo
mentre se vogliamo far battere quelle esterne ricordiamoci di posizionarlo di fronte al corpo.
Un’ultima precisazione riguarda i punti deboli del battitore: se stiamo allenando un ragazzo che
batte bene le interne e quelle in mezzo ma non riesce a battere le esterne facciamo un piccolo
allenamento extra sulle esterne ma continuiamo ad allenarlo sulle palle interne ed in mezzo. Il
battitore deve esaltarsi quando ha la mazza in mano e non deve mai essere frustato. Mettiamolo
sempre nelle condizioni per fare le cose al meglio possibile. Solo se fa bene le cose che gli
riescono bene potrà affrontare con entusiasmo anche quelle che gli riescono meno bene.
Nel tee possiamo fare 2 o 3 giri da 10 palle ciascuno.
SOFT TOSS
Il toss è importante per avere il timing e la visualizzazione. Il toss può essere fatto dal fianco
(normale), da dietro, dal davanti, con una mano, dall’alto, con due palle o con il rimbalzo. Prima di
fare dei toss “strani” è importante che l’allenatore impari ad alzare bene le palle in toss “normali”.
Toss normale
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L’allenatore deve alzare le palle per il toss “normale” stando in piedi o in ginocchio o seduto.
L’importante è che dia la palla dal basso e che faccia una “corretta sequenza”. La “corretta
sequenza” è: prendiamo la palla, la facciamo vedere al battitore, solo quando questo è pronto
andiamo indietro con il braccio per fargli prendere il ritmo e poi lanciamo la palla. E’ importante
che il battitore sia pronto, che abbia gli occhi sulla palla e che abbia le mani in posizione giusta per
battere. Infine la posizione dell’allenatore non deve essere esattamente laterale ma leggermente
più avanti rispetto al battitore. Anziché essere a 90° deve essere a 80° per intenderci.
Anche sul toss cerchiamo di correggere solo un difetto alla volta e non frustiamo mai il battitore.
Una corretta routine per il toss standard è:
1. 3 palle in mezzo al piatto altezza cintura (l’allenatore mira l’ombellico);
2. 5 palle interne altezza cintura (l’allenatore mira il fianco interno del battitore – la palla
deve essere colpita + avanti rispetto al piatto).
3. 3 palle in mezzo al piatto altezza medio – bassa;
4. 5 palle altezza cintura esterne;
5. 4 palle in mezzo al piatto basse.
In questa routine di toss standard dobbiamo chiedere ai battitori di sforzarsi di battere nella zona
centrale.
Dopo aver fatto questa routine è possibile andare a correggere alcuni difetti o a rafforzare alcuni
punti deboli. Possiamo dare la palla bassa esterna per correggere il giro di mazza su quella palla:
attenzione, il corpo sta fermo sono solo le mani che vanno ad impattare la palla. Possiamo dare la
palla alta (o bassa) interna ad una velocità moderate per velocizzare i polsi e rafforzare il punto
debole sulla velocità di giro di mazza.
Toss frontale
Il toss frontale è un altro esercizio importantissimo e di facile esecuzione per gli allenatori. In
palestra si può fare con le palle forate e in campo sia con quelle forate oppure con quelle da
baseball utilizzando una protezione. Il toss frontale deve essere fatto a 5 o max 6 metri dal
battitore e serve sia per la visualizzazione della palla sia per la velocità delle mani nel giro.
Il toss frontale può essere fatto sia tirando la palla dall’alto (meglio se seduti) che dal basso. Ma la
cosa che conta di più è fare vedere la palla al battitore. Con il toss dall’alto l’allenatore impugna la
palla la alza e la fa vedere al battitore.
Quando il battitore è pronto l’allenatore la lancia. 15 palle a testa sono sufficienti. Varie location
per vari tipi di battuta vanno bene. Ricordiamoci sempre di darne almeno il 70% che siano battibili
dal nostro battitore. Il battitore deve visualizzare la palla e girare all’80% della propria forza. Deve
cercare di battere in zona centrale.
Se fatto in campo, VIETATO fare foul. Per ogni foul sono 5 flessioni. Girare parallelo e battere
sempre in linea.
Consiglio: Con i più giovani il toss frontale per le prime 3 o 5 palle non fate girare la mazza. Li fate
mettere con il caschetto e la mazza pronti per battere nella posizione di battuta, poi li fate caricare
per il giro e quando arriva la palla non fateli girare: devono guardare la palla da quando parte
dalla mano del lanciatore fino a quando arriva nel guanto del ricevitore.
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stagione 2012
Toss in ginocchio con una mano
Anche il toss in ginocchio con una mano è un esercizio molto importante e che ogni allenatore
deve imparare a far fare ai propri giocatori. Il ginocchio del piede perno è piegato e tocca terra,
mentre quello del passo è steso. La palla deve essere lanciata (lateralmente) in direzione della
pancia. 5 palle con la mano destra, 5 palle con la mano sinistra, 5 palle con entrambe le mani. Per
gli esercizi con una mano sola usare la mazza corta o accorciare molto una mazza leggera.
Toss con due palle
E’ un toss normale ma con la variante di alzare due palle insieme. Serve per la visualizzazione della
palla. Bisogna battere solo una delle due. Meglio avere una pallina da baseball e una gialla e prima
di lanciare dire se battere una o l’altra. Riflessi e visualizzazione sono le due caratteristiche per
questo esercizio.
Toss da dietro
Questo esercizio serve per la visualizzazione della palla. E’ certamente il più complicato per un
allenatore che si deve appostare esattamente dietro al battitore distante circa 4 metri e deve
lanciare la palla retta altezza cintura staccata di circa 60 centimetri dal corpo del battitore. In
questo esercizio il battitore deve girare al 50% della propria forza e si deve concentrare solo
sull’impatto con la palla.
Toss dall’alto con il rimbalzo e Toss mezzo frontale e mezzo laterale con il rimbalzo
Entrambi questi toss servono per imparare a battere la curva o una off speed o comunque per
imparare ad avere un buon timing sulla palla. Il toss dall’alto è fatto con l’allenatore che si mette
in piedi di fianco al battitore (se messo su un piano rialzato è meglio) lascia cadere la palla e il
battitore che si è posizionato in ginocchio come nel “toss in ginocchio” la fa rimbalzare e poi gira
la mazza.
IL BATTING PRACTICE
BATTING PRACTICE IN ALLENAMENTO
Il B.P. durante l’allenamento deve essere fatto senza fare troppa quantità tutta in una volta. E’
meglio fare più volte una stessa serie piuttosto che far battere 50 palle tutte in una volta. Quando
facciamo BP facciamo dei “gruppi di battuta” composto da almeno 3 elementi e gli facciamo fare
la routine di allenamento. Quando facciamo il ciclo di allenamento della battuta e alleniamo 10
atleti ne mettiamo 4 in battuta e 6 in campo. Se gli atleti sono 12 ne mettiamo 3 in battuta, 6 in
difesa (2 gruppi da 3) e 3 a fare tee o toss e così viaggiano in rotazione costante.
In fase di BP lasciamo il tempo al battitore di concentrarsi sul giro. Il battitore deve essere a
proprio agio e libero di testa. Dobbiamo fargli prendere il ritmo e SOLO dopo che ha effettuato
delle buone battute possiamo provare a metterlo in difficoltà con lanci più difficili. Ricordiamoci
sempre di essere positivi verso il nostro battitore.
Durante gli allenamenti insegniamo e infondiamo sicurezza. In partita osserviamo e basta. Al
massimo qualche piccolo consiglio ma in partita lasciamolo da solo nel box di battuta.
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VADEMECUM PER L’ALLENATORE
stagione 2012
Le prime palle del BP in allenamento devono essere lanciate in modo “facile” e da permettere al
battitore di fare i suoi giri in relax.
In allenamento i bunt li alleniamo in una fase specifica.
E’ importante che il BP sia fatto con cura e dobbiamo dirgli dove e come battere.
Il BP deve essere fatto relativamente vicino al battitore: circa 12 metri. Il lanciatore deve essere
vicino per far aumentare i riflessi al battitore.
Nel BP è VIETATO fare FOUL. Ogni foul sono 5 flessioni al termine del ciclo di battuta. Se la palla è
ball va lasciata a meno che non ci sia situazione di batti e corri.
Questa la routine del BP in allenamento:
FASE 1. Tutte palle dritte. Totale 15 palle.
• 3 palle in mezzo al piatto ad una velocità normale à il battitore deve effettuare swing al
80% della sua potenza e cercare sempre di batterla nella zona centrale del campo. Uno
swing compatto, deciso ma anche “rilassato”.
• 2 batti e corri con uomo in prima à nel batti e corri con l’uomo in prima l’importante è
mettere la palla per terra o sul ruolo del seconda base o sull’interbase/terza base. Non
battere mai in zona centrale o contro il lanciatore.
• 2 battute di strategia con uomo in seconda à dobbiamo far battere sempre dietro al
corridore. Sulla seconda base o sul ruolo del seconda base o sulla prima.
• 1 volate di sacrificio à per portare a casa il punto.
• 2 battute valide con uomo in terza à il battitore deve pensare di avere 2 out e l’uomo in
terza.
• 5 battute di potenza a testa libera.
La fase 1 può essere ripetuta più volte ed è possibile anche inserire alcune varianti sulle battute di
strategia.
FASE 2. Palle dritte e palle curve. Totale 10 palle.
• 3 dritte in mezzo al piatto ad una velocità normale à il battitore deve effettuare swing al
80% della sua potenza e cercare sempre di batterla nella zona centrale del campo. Uno
swing compatto, deciso ma anche “rilassato”.
• 5 palle off speed (curve o cambi)
• 2 palle dritte facili da battere al massimo della potenza.
E’ importante che il battitore sia pronto per battere una dritta veloce perché con i riflessi pronti e
più facile battere una palla off speed. Alleniamo comunque il battitore a visualizzare anche le palle
off speed.
FASE 3. Bunt. Totale 6 palle
• 2 bunt verso la prima (bunt solo su strike);
• 2 bunt verso la terza (bunt solo su strike);
• 1 squeeze play (bunt su qualsiasi palla);
• 1 drug bunt (bunt a sorpresa).
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BATTING PRACTICE NEL PRE PARTITA
Il BP durante la partita deve avere un ritmo rapido e costante. Soprattutto nelle serie inferiori non
si ha moltissimo tempo per farlo (circa 25 minuti) per cui diviene estremamente importante che i
“ruoli” siano decisi prima e che i giocatori sappiano già cosa devono fare. Colui che andrà a
lanciare in BP dovrà essere già caldo per evitare di far perdere tempo ai battitori e dovrà lanciare
solo dritto. La rotazione del BP deve andare in ordine con il LINE UP e solo dopo che hanno
battuto i 9 titolari andranno a battere gli altri.
Dobbiamo cercare di avere sempre la stessa routine nel BP pre partita in tutte le categorie in
modo tale da creare continuità.
Questo il nostro BP prepartita (totale 10 - 12 palle):
• 2 bunt
• 2 batti e corri
• 1 volata
• 5 – 7 giri di mazza con la testa libera.
Nel BP pre partita dobbiamo mettere nelle migliori condizioni i nostri battitori e dobbiamo farli
battere nel miglior modo possibile. Nessuna palla strana. La palla non deve essere troppo veloce
ma nemmeno troppo lenta. Una velocità moderata in mezzo al piatto è l’obiettivo del lanciatore
di BP.
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IL FUNGO E L’ALLENAMENTO DELLA DIFESA
ALLENAMENTO
Ogni allenatore deve imparare a fungare. Sappiate che l’abilità dell’allenatore nel padroneggiare il
fungo e la fermezza con cui lo sventola impatta molto sull’autorità nei confronti dei propri atleti.
Per imparare a fungare dovete allenarvi anche da soli. Iniziamo prima con le palle a terra semplici,
poi con quelle più complicate e infine con le palle agli esterni.
Diamo ritmo quando funghiamo e cerchiamo di essere sempre in movimento: un fungatore
statico e che non si fa valere rende più lento l’allenamento.
E’ importante fare un allenamento “veloce” però, COME SEMPRE, l’allenatore deve mettere a
proprio agio i propri giocatori. Il momento delle prese a terra o al volo è tra i più divertenti per i
nostri giocatori per cui facciamo che si divertino e si esaltino il più possibile.
Quando funghiamo aspettiamo che il giocatore sia pronto cercando di aumentare il ritmo palla
dopo palla e diamo palle facili. Solo dopo che il giocatore è riuscito a compiere positivamente
qualche azione aumentiamo il livello di difficoltà della fungata.
Il divertimento è l’aspetto fondamentale ad ogni età per il momento dell’allenamento alla difesa.
Oltre alla fungata classica possiamo inventarci varie giocate sulle basi o varie tipologie di fungate.
Per allenare la difesa, sia gli interni che gli esterni, sono molto importanti i “drill di difesa”.
Imparate i drill guardando gli allenatori più esperti, cercando su internet o inventateveli.
Variate il vostro allenamento. Stimolate i ragazzi mettendoli alla prova con esercizi sempre diversi.
Se siete degli “assistant coach” e vi vengono affidati un gruppo di 4 o 5 atleti prendete in mano la
situazione e fategli fare degli esercizi con entusiasmo.
Osservate i vostri giocatori. Dovete fare in modo che allenino a 360° la loro capacità di difendere
ma che lo facciano divertendosi. Se perdono concentrazione o se si stancano a ripetere lo stesso
esercizio molte volte inventatevi qualcosa di diverso.
Durante gli allenamenti è importante, talvolta, simulare il “diamante” pre partita.
DIAMANTE PRE PARTITA
Il diamante pre partita deve seguire sempre la stessa routine. Dobbiamo ricordarci che, in partita,
l’obiettivo primario degli allenatori è mettere a proprio agio i propri atleti per cui mantenere la
stessa routine di riscaldamento, BP e diamante è molto importante.
Ciascun allenatore segue una propria routine per il diamante, questa è quella consigliata:
1) 2 palle fungate agli esterni con allenatore sul monte di lancio e gioco “SECONDA - TERZA CASA”
2) 1 palla fungata agli esterni con allenatore sul monte di lancio e gioco “TERZA - CASA”
3) 2 palle fungate agli esterni con allenatore a casa base e gioco “CASA”
4) esterni fuori e il ricevitore entra in diamante per palleggiare con gli interni facendo due
giri
5) 2 palle fungate gioco “CASA” – funghiamo anche al prima base
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6) 1 palla fungata gioco “PRIMA” – non funghiamo al prima base
7) 1 palla fungata gioco “PRIMA CON RITORNO” (quando i difensori prendono la palla dal
“ritorno” la fanno tornare a casa base sempre in senso anti orario)– funghiamo anche al
prima base che tira in terza la prima assistenza.
8) 1 palla fungata per il “DOPPIO” – funghiamo anche al prima base e giochiamo il doppio
anche con un bunt per il ricevitore
9) 1 palla fungata gioco “CASA” e il ricevitore la tira indietro rimbalzante al difensore per
farlo lanciare in prima.
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STRATEGIE DI GIOCO
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PICK OFF
MOVIMENTI DELLA DIFESA E DEL LANCIATORE
Di seguito sono elencate alcune giocate standard possibili in caso di pick off e che ogni allenatore
del settore giovanile dovrebbe insegnare ai propri ragazzi. Dopo aver imparato i movimenti
standard e dopo aver trovato la giusta intesa è possibile attuare qualsiasi variante.
Pick off in prima base
Il difensore di prima base deve stare sul sacchetto di prima solo quando c’è un uomo in prima
oppure se ci sono sia prima che terza occupate. Non ci sono segnali per comunicare questo pick
off: il prima base deve sempre essere attento e aspettarsi il pick off. Troppi segnali potrebbero
essere facilmente scoperti dagli avversari.
Se ci sono le basi piene oppure se c’è sia la prima che la seconda occupata il prima base
normalmente non difende il cuscino a meno che non venga deciso diversamente durante la
partita.
In caso di pick off con lanciatore mancino, se il corridore parte per correre in seconda nel
momento in cui il lanciatore alza la gamba, il prima base prende la palla e lancia immediatamente
in seconda dove c’è l’interbase ad accogliere il tiro. Ricordiamo infatti che il lanciatore mancino se
fa il movimento, alzando la gamba, per fare il pick off in prima è obbligato a lanciare la palla
altrimenti commetterebbe un “balk”.
Pick off in seconda base
I segnali per comunicare il pick off in seconda sono vari e possono essere comunicati in vari modi.
Se è l’allenatore a decidere il pick off darà il segnale all’interbase e al ricevitore. Se è il ricevitore a
deciderlo o il lanciatore è necessario che trovino l’intesa giusta con l’interbase. Il consiglio
migliore è quello che l’interbase guardi sempre i segnali che il ricevitore fa al lanciatore e che
conosca la “sequenza”. Ricordiamo, infatti, che quando c’è un uomo in seconda il ricevitore deve
fare una sequenza di segnali per comunicare il lancio al lanciatore e non un unico segnale. E’
importante che l’interbase conosca la sequenza. Limitare i segnali è il miglior modo per non farsi
scoprire dagli avversari.
Il tipo di pick off (“fusilli” o tradizionale) e il timing con l’interbase devono essere decisi caso per
caso.
Pick off in seconda con terza occupata
In questo caso si fa solo il pick off “fusilli”. Raramente si utilizza ma in alcuni casi può essere
vincente ed efficace. Il consiglio è, tuttavia, di provarlo molto in allenamento per evitare che i
difensori siano colti di sorpresa quando dovranno attuarlo in partite. E’ consigliabile fare questo
pick off quando ci sono due out e il corridore di seconda tende a prendere troppo o è disattento. Il
lanciatore fa il movimento di pick off ma deve lanciare SOLO se il corridore è preso in
controtempo ed è fermo, l’interbase prende l’assistenza prova a fare l’out ma si deve ricordare
che ha l’uomo in terza, il ricevitore si mette davanti al piatto e chiama il gioco.
Nel caso in cui il corridore torni in seconda tempestivamente senza essere preso in controtempo,
il lanciatore tiene la palla e si disinteressa dell’uomo di seconda.
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stagione 2012
Nel caso in cui il corridore sia a metà corsia il lanciatore tiene la palla e si dirige verso di lui
cercando di portarlo in trappola verso la seconda base, l’interbase va sul sacchetto di seconda, il
seconda base in copertura.
In questa giocata il 90% delle volte il lanciatore tiene la palla in mano.
Ricordiamoci che c’è l’uomo in terza. Il ricevitore si mette davanti al piatto subito e chiama il
gioco.
Pick off in terza (solo con lanciatore destro)
Per il pick off in terza l’allenatore chiama il terza base e si tocca il cappello. Il terza base, quando
c’è l’uomo in terza, se ne deve disinteressare sempre ma in caso di pick off sta più vicino alla base
e appena il lanciatore alza la gamba va sul cuscino. Oltre a questo caso il terza base deve sempre
essere concentrato solo sul battitore.
Questo pick off deve essere usato in rarissimi casi.
Pick off con finta in terza. Uomo in prima e in terza. (solo con lanciatore destro).
Il lanciatore finta il pick off in terza e tira in prima SOLO se il corridore è preso in controtempo ed
è fermo davanti alla prima base.
Se il corridore torna in prima il lanciatore tiene la palla in mano.
Se il corridore si dirige verso la seconda base il seconda base viene avanti sulla corsia e l’interbase
va sul sacchetto di seconda. Il lanciatore la gioca sul seconda base o sull’interbase, dipende dove
si trova il corridore: se il corridore è a metà la gioca sul seconda base altrimenti se è più avanti la
gioca sull’interbase.
I difensori si devono sempre ricordare che c’è il corridore in terza.
Il ricevitore viene avanti e chiama il gioco in caso di rubata.
A seconda del punteggio e degli out il ricevitore decide se prendere l’out del corridore di prima
base o del corridore di terza base.
Uscita di pedana su rubata anticipata.
Può capitare che gli avversari attuino la rubata anticipata con uomo in prima e in terza. L’uomo di
prima ruba per portare scompiglio. Il lanciatore al segnale vocale “RUBA” deve uscire di pedana e
guardare immediatamente il corridore di TERZA per tenerlo bloccato. Nel frattempo seconda base
e interbase si muovono esattamente come per il la finta di pick off in terza. A quel punto il
lanciatore ha la palla in mano, il ricevitore viene davanti al piatto e le circostanze indirizzeranno la
giocata verso una o un’altra direzione. Il ruolo di noi allenatori, in questi casi, è quello di tenere la
panchina zitta si deve sentire solo la sua voce, quella del ricevitore e dell’interbase.
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ORGANIZZAZIONE DELLA PANCHINA DURANTE LA
PARTITA
Sembrerà una banalità ma prima che inizi la partita è importante mettere a punto i dettagli. Non
solo gli atleti ma anche gli allenatori devono avere una routine da rispettare e devono essere i
primi a sentirsi a proprio agio in un campo da baseball. I nostri giocatori non devono avvertire che
in noi ci sono incertezze e in qualsiasi momento dobbiamo saper trovare una soluzione ai loro
problemi. Quando si vince o quando va tutto bene è facile fare il mestiere dell’allenatore, ma
quando si perde o quando ci si trova di fronte a situazioni complicate il nostro tempo di reazione
deve essere molto rapido.
Poiché le eventualità possono capitare in qualsiasi momento della partita, per poter essere lucidi
e per poter ragionare in velocità è importante che i dettagli siano decisi a priori.
Alcuni piccoli esempi permettono di comprendere meglio il concetto:
1. Tempo per la formazione: nella routine del pre partita l’head coach deve ritagliarsi sempre
lo stesso tempo per la formazione e per parlare con i propri collaboratori.
2. Istruzioni ai collaboratori: l’head coach deve dare istruzioni ai propri collaboratori fin da
subito sia per ciò che devono fare nell’immediato sia per quello che dovranno fare
durante la partita (chi deve suggerire, chi deve occuparsi del conto dei lanci o dello scorer
o della pitching chart, chi deve occuparsi di segnare le sostituzioni e comunicarle
all’arbitro, ecc…).
3. Bullpen catcher: è necessario individuare immediatamente chi sarà il catcher che nei
cambi di inning andrà a scaldare il lanciatore.
4. Bat boy: il bat boy raccoglie mazze e palle in foul. Possono essercene anche più di uno. Se
non ci sono bat boy, prima dell’inizio della partita è importante individuare chi dovrà
ricoprire quei ruoli.
5. Valigetta medica: se non c’è un dottore in campo, prima della partita individuiamo un
atleta o un aiuto coach che si prende cura della valigetta medica e che in caso di bisogno
sia tempestivo nell’intervenire.
6. Materiale: Cercate di tenere sempre il materiale in ordine. Prima dell’inizio della partita
deve essere già tutto a disposizione.
7. Dirigente accompagnatore: Avere un dirigente accompagnatore o in alternativa un
assistant coach in più può essere molto utile nell’organizzazione del “contorno”: acqua,
spogliatoi, rapporto con squadra avversaria, compilazione roster, documenti,
organizzazione della trasferta, ecc….
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Considerazioni finali
Questa breve guida è stata pensata per gli allenatori che
intendono inoltrarsi nel nostro mondo. Non deve essere
considerata come un prezioso cimelio e sono perfettamente
cosciente del fatto che essa non contenga verità assolute ma,
quando si allena in un team, ci vuole una linea da seguire e il
“vademecum per l’allenatore” è stato pensato con questa unica
finalità.
Il ruolo che ricopro, i nuovi obiettivi societari e il numero
crescente di atleti su cui lavorare mi ha spinto a scrivere un
“vademecum” che sia chiaro e senza troppe stranezze.
Alcuni concetti potrebbero sembrare banali ma credo che questi
non debbano mai essere sottovalutati, per cui è sempre meglio
ricordare che per arrivare in alto bisogna partire dalle basi,
anche se queste sono scontate.
Inoltre, quando si allena in una società con molte squadre, è
necessario che ci sia sintonia fra gli allenatori e che si lavori
seguendo lo stesso modello. Il “Vademecum per l’allenatore”
serve, quindi, anche per gettare le basi di un modello da seguire
per l’organizzazione dei nostri allenamenti.
Il ruolo dell’allenatore non è semplice e, se fatto con serietà,
provoca moltissime incertezze ed insicurezze. Si ha spesso paura
di non avere un’adeguata preparazione tecnica oppure di non
essere abbastanza “strategici”, c’è il timore di non avere i mezzi
necessari per insegnare oppure di non essere dei comunicatori.
Troppo spesso parlo con persone che avrebbero i mezzi e le
potenzialità per diventare buoni tecnici ma la paura li frena. Non
si nasce allenatori e non c’è bisogno di essere (o essere stati)
degli ottimi giocatori per ricoprire quel ruolo. Se c’è passione e
voglia di imparare si può arrivare ovunque. Studiare, osservare
altri allenatori, chiedere consigli, proporsi, sono solo alcune delle
vie per migliorarsi.
L’unico ostacolo che può frenarvi è la vostra paura, quindi siate
sfacciati ed affamati ma mantenete quell’umiltà necessaria per
lavorare in team.
Andrea Tulli
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