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Poste Italiane - Spedizione in A. P. DL. 353/2003 (conv in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 DCB Torino - Supplemento a Paddock N.207/208 - marzo/aprile 2015 - Editore Promit Srl - c.so Racconigi, 150 - 10141 Torino P. D’ALESSIO ANNO 1 NUMERO 2 - APRILE 2015 www.paddock.it 1000 KM DI MONZA STORIA DI UNA GRANDE CLASSICA PADDOCK PLUS N.2 - APRILE 2015 S e il primo numero di PDK PLUS era stato dedicato all’ingegner Mauro Forghieri, uno dei principali tecnici del Cavallino, nonchè padre di vetture celeberrime, come la Ferrari 158 F1, iridata con John Surtees nel 1964, la 312 T a cambio trasversale del 1975 o la 126 C2 turbo del 1982, per non dimenticare le splendide biposto 330 P4 del 1967 o la 312 P del 1972, il secondo numero non poteva essere da meno. Questa volta però argomento dello “special” non è un personaggio, ma una classica dell’automobilismo mondiale, come la 1000 Chilometri di Monza, una corsa che a breve, si spera, possa tornare a far parte del mondiale di durata. Un campionato riservato a quello vetture che, un tempo neppure troppo lontano, rivaleggiavano in popolarità con la Formula 1. Quel mondiale di durata che ci ha regalato capolavori della tecnica dal fascino intramontabile, come le Ferrari 330 P4 o 312 P, le Porsche 917, 936 o 956, le Jaguar, XJR-8, le Peugeot 905 e 908, le Audi R8 o le Mercedes C11. Vetture che hanno scritto pagine indimenticabili nella storia dell’automobilismo e della 1000 chilometri di Monza. Direzione, Redazione, Amministrazione: C.so Racconigi, 150 10141 Torino PROMIT srl Direttore editoriale: Luciano Canobbio ([email protected]) Telefono: 011.3186916 011.3189232 Fax: 011.3186917 e-mail: [email protected] Concessionaria pubblicità: PROMIT, C.so Racconigi, 150 10141 Torino Tel.: 011.3186916 - 3189232 Fax: 011.3186917 Registrazione Tribunale di Torino n° 4454 del 4/3/1992 Copyright 2015: Promit S.r.l. Direttore resp. Direttore: Paolo Vinai Bruno Brida ([email protected]) Impaginazione: Multilinea Condirettore: Paolo D’Alessio ([email protected]) Stampa: Artigrafiche Dial Una copia Euro 3,00 Arretrati Euro 4,50 Abbonamento: Euro 30,00 Paddock Plus: a cura di Paolo D’Alessio Immagini: F. Bossi, M. Campi, D’Alessio, Paddock, Arch.ACI Mlano © 22 IOOO KM DI MONZA UNA CORSA NATA PER PASSIONE UN TEMPO, QUANDO AUTOMOBILISMO AI MASSIMI LIVELLI NON VOLEVA DIRE SOLO FORMULA 1, LE GARE DI DURATA ERANO ADDIRITTURA PIU’ POPOLARI DEI GRAN PREMI. E TRA LE COMPETIZIONI ENDURANCE PIU’ AMATE DAL GRANDE PUBBLICO E IMPORTANTI PER LE CASE C’ ERA SENZA DUBBIO LA 1000 KM DI MONZA. Testo: MASSIMO CAMPI Immagini: BOSSI, CAMPI, D’ALESSIO, ARCHIVIO PADDOCK N ella prima metà degli anni Sessanta lo sport automobilistico italiano e l’Autodromo Nazionale di Monza si preparavano a vivere una nuova importante avventura con una serie di nuove iniziative per rivitalizzare l’impianto immerso nel verde del parco di Monza e per promuovere lo sport dell’automobile. Alla guida della Sias, la società di gestione dell’impianto brianzolo, c’era il direttore Giuseppe Bacciagaluppi, coadiuvato da Gianni Restelli, responsabile della parte tecnica e sportiva della pista e da Romolo Tavoni, ex direttore sportivo della Ferrari, approdato a Monza dopo la parentesi con la fallimentare ATS. Alla guida del ACI Milano, l’Automobile Club più importante d’Italia per la parte sportiva, c’era Luigi Bertett in veste di presidente e Piero Manci come direttore. Ecco come nacque la 1000 km di Monza nei ricordi di Romolo Tavoni che fu uno dei principali artefici dell'operazione. «La storia della 1000 km di Monza – ricorda Romolo Tavoni - inizia durante l’inverno del 1965. Io ero giunto da un anno all’ACI Milano, voluto da Luigi Bertett, con l’incarico di consulente sportivo per l’ACI e per la SIAS dopo i miei trascorsi alla Ferrari ed all’ATS. Luigi Bertett è stato un grande uomo di sport ed un presidente dinamico e pieno di idee concrete e voleva dare nuovo slancio alle attività dell’Autodromo. Le sue idee miravano ad introdurre una nuova gara di validità mondiale, oltre al Gran Premio d’Italia, ed a creare una scuola per la formazione di giovani piloti da lanciare nel mondo dell’automobilismo. L’incarico di tradurre in pratica queste sue lungimiranti idee venne affidato a me, che in breve tempo dovetti trovare delle soluzioni in merito. Nel 1964 è nata la F.875 Monza, la piccola formula semplice ed economica equipaggiata con il motore della Fiat 500 Giardiniera che costava solamente 875.000 lire, cifra che ha dato anche il nome alla categoria e nel 1965 è nato il Trofeo Cadetti che ha lanciato tanti giovani piloti nel mondo dello sport. Di diverso approccio si rivelò la soluzione per creare una nuova gara mondiale valida per le vetture a ruote coperte». LA FERRARI 330 P4 DI AMON-BANDINI (A SINISTRA) INSEGUITA DALLA CHAPARRAL, LA PRIMA VETTURA DA COMPETIZIONE “ALATA” NELLA STORIA DELL’ AUTOMOBILISMO, NELL’EDIZIONE 1967 DELLA 1000 CHILOMETRI DI MONZA. UN’ IMMAGINE SIMBOLO DI UNA “CLASSICISSIMA” DEL MONDIALE DI DURATA. UNA GARA CHE NEGLI ANNI SESSANTA VALEVA QUANTO, SE NON DI PIU’, DI UN GRAN PREMIO D’ITALIA DI FORMULA 1. 5 LE PRIME EDIZIONI DELLA 1000 KM DI MONZA VEDONO LA FERRARINEL RUOLO DI PROTAGONISTA ASSOLUTA. LA 275 P2 DI PARKES-GUICHET SI AGGIUDICA L’EDIZIONE INAUGURALE DEL 1965, LA 330 P3 DI SURTEESPARKES QUELLA DEL 1966 ED INFINE LA SPLENDIDA 330 P4 DI AMONBANDINI (A DESTRA) QUELLA DEL 1967. IN BASSO LA PARTENZA DELLA 1000 KM DEL 1967, CON FERRARI E CHAPARRAL IN PRIMA FILA. In Italia c’era già la Targa Florio, ma mancava una gara a Monza … «L’Italia aveva sempre avuto due gare valide per il mondiale Sport Prototipi: la 1000 Miglia, la corsa bresciana per eccellenza e la Targa Florio, la corsa siciliana sulle Madonie. Due gare, una al nord ed una al sud dello Stivale, accomunate dalla caratteristica di essere delle gare su strada. La Targa Florio nasce nel 1906 ad opera di Vincenzo Florio e dal 1955 aveva validità mondiale. La storia della 1000 Miglia ha inizio nel 1926 e si conclude nel 1957 con la tragedia di Guidizzolo. Con la fine della Mille Miglia lo sport italiano perdeva la sua corsa più significativa per le vetture a ruote coperte. Il mondo dell’automobilismo sportivo italiano, che contava su nomi come Ferrari, Maserati, Abarth, sentiva il bisogno di riportare in Italia una gara su pista valida per il titolo mondiale e Luigi Bertett si fece interprete di questa esigenza, per riportare in vita la Mille Miglia». Non si giunse ad un accordo con Brescia … «Fui io l’incaricato di sondare il terreno per organizzare la manifestazione. Il primo approccio fu con Giovanni Canestrini. Ci incontrammo una sera al ristorante davanti ad un piatto di risotto. Per l’esattezza fu all'una di notte, dovetti aspettare che Canestrini finisse il suo lavoro alla Gazzetta dello Sport. La serata fu molto piacevole e Canestrini, mentre fumava l’ultimo toscano, andò al sodo “ho capito cosa vuole Bertett, ma c’è il problema che la Mille Miglia appartiene alla città di Brescia ed a Aymo Maggi.” La successiva tappa fu Brescia, con il Sindaco Bono ed il Conte Maggi. Mi presentai a 6 1OOO KM DI MONZA 7 Maggi, fu molto cortese e ci mettemmo a discutere sull’eventualità di riportare sul tracciato monzese i fasti della maratona bresciana con le vetture a ruote coperte. Maggi e Bono però non vollero cedere all’Ac Milano il nome della corsa bresciana, che per tradizione doveva rimanere nella sua città anche se non poteva essere più disputata. “Se non potremo rifare una Mille Miglia faremo una 1000 chilometri” fu l’idea di Luigi Bertett, “e la faremo il 25 aprile, data della liberazione”. La Mille Miglia storicamente veniva disputata il primo fine settimana del mese di maggio, e dopo la sua fine, non era stata sostituita da nessuna altra gara nel calendario mondiale in quel periodo dell’anno. Il 25 aprile era molto vicino a quel periodo ed un evento sportivo di validità mondiale sarebbe stato un ottimo coronamento per una festività nazionale e per ricordare la Mille Miglia». 1965: PRIMA EDIZIONE DELLA 1000 KM. Bisognava però ingaggiare i vari concorrenti … «Come si suol dire “il dado era tratto”. L’idea era partita ma bisognava realizzare praticamente l’appuntamento e trovare le macchine per disputare la gara. “Tavoni, prepari le valige e vada ad ingaggiare gli stranieri, voglio una ventina vetture per fare una gara che sia veramente internazionale”, furono gli ordini del Presidente. “Con Ferrari ci parlo io, e gli altri italiani verranno sicuramente a fare una gara mondiale a Monza”. Tra Luigi Bertett ed Enzo Ferrari c’era grande stima reciproca, ma per fare una gara veramente degna di essere inserita nel calendario mondiale occorrevano un buon numero di equipaggi stranieri, ed occorreva andare all’estero ad ingaggiarli. C’era il problema dei soldi per l’ingaggio, il direttore Manci non disponeva di grosse cifre. “Per i soldi ci pensa Gallo” aggiunse Bertett. Francesco Gallo era il responsabile dell’ufficio pubblicità e promozione dell’AC Milano. “Tavoni non si preoccupi, vada in Inghilterra con Gallo e faccia subito firmare il modulo di iscrizione agli equi- NEL BIENNIO 1968/69 LA FERRARI ATTRAVERSA UNA GRAVE CONGIUNTURA ECONOMICA E A FARLA DA PADRONE DELLA 1000 KM DI MONZA SONO LA FORD GT 40 (IN ALTO E A DESTRA LA VETTURA DI JACKY ICKX) E LA PORSCHE 908 LH DI SIFFERT-REDMAN (N.5 IN ALTO). 1OOO KM DI MONZA 9 10 1OOO KM DI MONZA paggi ingaggiati”. Partimmo in due, io e Gallo, destinazione il circuito di Goodwood dove si teneva una gara per vetture sport prototipo ed erano presenti i maggiori equipaggi stranieri. Ci presentammo a John Wyer, alle varie Scuderie che correvano le gare mondiali ed a altri equipaggi, iniziando a trattare gli ingaggi. Sembravamo due venditori porta a porta, chi voleva 1500 dollari, chi ne esigeva 2000, noi rilanciavamo al ribasso ed alla fine ci accordammo per un ingaggio di 1000 dollari a vettura, con modulo di iscrizione firmato e l’impegno di presentarsi alla gara monzese. Era la prima decade di marzo e tornammo dall’Inghilterra con otto vetture iscritte. La settimana successiva si svolgevano le prove sul tracciato della Sarthe per preparare la 24 ore di Le Mans. Nuova valigia e via nuovamente, destinazione Francia, per reperire altre iscrizioni. Tornammo vincitori: ventidue moduli di iscrizione erano stati compilati per un ingaggio di 1000 dollari a vettura». Trovata formula della gara ed un buon numero di partecipanti bisognava trovare anche uno sponsor per la manifestazione … «Luigi Bertett volle fare una riunione nel suo ufficio milanese in via Cino del Duca. Presenti il Conte Lurani, rappresentante della Fia e vicepresidente dell’AC Milano, Cantamessa, Cornaggia Medici, il Senatore Ripamonti, Manci, praticamente tutto il comitato organizzatore, io e Gallo, di ritorno dall’impresa. I presenti accolsero con mol- to entusiasmo i moduli di iscrizione, ora occorreva trovare i soldi necessari alla manifestazione ed agli ingaggi. Gallo ricevette da Bertett una lettera di presentazione e con quella varcò i cancelli romani della direzione dell’Agip che accettò di buon grado la sponsorizzazione della gara. I soldi della casa petrolifera nazionale servirono per coprire le spese e gli ingaggi della manifestazione, al resto ci pensò il pubblico che accorse numeroso per vedere il nuovo evento mondiale sulla pista di Monza. I migliori equipaggi italiani si iscrissero alla gara ed Enzo Ferrari mandò le sue vetture ufficiali. Il 25 aprile 1965, poco prima delle ore 14, venne dato il via. Trentaquattro equipaggi formavano lo schieramento di partenza, la Ferrari era in lizza con le 330 P2 e le 275 P2 contro le potenti Ford GT 40. Il tracciato scelto era quello completo, con la pista stradale e l’anello di alta velocità, rallentato da una variante all’ingresso della seconda curva sopraelevata, Bertett era un assertore di questo tipo di tracciato, veloce e completo, adatto per i grandi appuntamenti internazionali. Le sorti della 1000 km di Monza seguirono quelle del Campionato Mondiale Sport Prototipi. Nella edizione del 1965 si contarono altre 85.000 spettatori paganti, ed in alcune edizioni vi furono più spettatori alla “Mille” che al Gran Premio d’Italia di F.1 in settembre, decretando il successo di questa gara che diventerà una classica tra le gare di durata». PER TRE ANNI DI FILA, DAL 1969, AL 1971, NON C’E’ NULLA DA FARE PER LA FERRARI NELLA 1000 KM, CONTRO LE IMBATTIBILI PORSCHE. NEL 1968 LA SCUDERIA DI MARANELLO, CHE SCHIERA IN POSTA LA BIPOSTO 312 P (A SINISTRA), VIENE BATTUTA DALLA 908 LH, MENTRE NEI DUE ANNI SUCCESSIVI A DOMINARE LA SCENA E’ LA 917, CHE HA BUON GIOCO SULLE FERRARI 512 S DI CINQUE LITRI, AFFIDATE A AMON E GIUNTI (IN ALTO). 11 MONZA, UN’ EMOZIONE LUNGA 1000 KM. A contendersi la vittoria nella prima edizione della gara monzese, quella del 1965, sono la Ford e la Ferrari. La Casa di Maranello è la dominatrice della categoria SportPrototipi, la Ford è seriamente intenzionata a scalzare la Ferrari dalla sua posizione di predominio dopo che Enzo Ferrari ha rifiutato di vendere la fabbrica a Henry Ford. La Ferrari scende sull'autodromo di Monza con le velocissime 330 P2 e 275 P2 mentre la Ford schiera le potenti GT40. Trentaquattro vetture completano la schieramento della prima edizione della 1000 km di Monza che prende il via pochi minuti prima delle ore 14 del 25 aprile. Il tracciato scelto è quello completo: pista stradale con anello di alta velocità, rallentato però da una variante all'ingresso della seconda sopraelevata. La corsa non ha storia: le rosse di Maranello conquistano la testa della gara e la ten- gono per tutti i 1000 km. La folla, degna di un moderno gran premio, esulta per la vittoria della Ferrari 275 P2 di Mike Parkes e Jean Guichet che taglia il traguardo dopo quasi cinque ore di gara, condotta ad una media di oltre 202 km/ora. Secondi arrivano John Surtees e Ludovico Scarfiotti con la più potente 330 P2. Solo terza si classifica la Ford GT40, con Bruce Mc Laren e Ken Milles. Ferrari contro Chaparral è il motivo della edizione del 1967. Cambiano gli avversari ma la protagonista della gara è sempre la Ferrari con la splendida 330P4. La sfidante di turno è l'avveniristica Chaparral caratterizzata dall'alto alettone sopra il cofano posteriore. Tra la rossa di Maranello e la vettura texana è gran lotta per la prima ora di gara con un continuo scambio di posizioni alla testa del carosello di 40 vetture. La vettura americana deve dare l'addio alla competizione dopo circa un quarto LE EDIZIONI 1970-71 DEL MONDIALE MARCHE, RISERVATE A BIPOSTO “COPERTE”, COSTRUITE IN UN NUMERO MINIMO DI VENTICINQUE ESEMPLARI, SPINTE DA MOTORI DI CINQUE LITRI, VEDONO UN CONFRONTO SERRATO TRA FERRARI E PORSCHE. LA PRIMA METTE IN CAMPO IL PROTOTIPO 512 S, MENTRA LA CASA DI STOCCARDA RISPONDE CON LA 917. LE VETTURE DEL CAVALLINO SONO SPESSO PIU’ VELOCI DELLE 917, MA PECCANO IN AFFIDABILITA’. RISULTATO: LA PORSCHE VINCE DUE MONDIALI MARCHE DI FILA E LE EDIZIONI 1970-71 DELLA 1000 KM DI MONZA. 12 1OOO KM DI MONZA 13 14 1OOO KM DI MONZA di gara lasciando alle P4 la leaderschip della 1000 km. Le Ferrari girano indisturbate, tanto che si possono anche permettere di duellare tra loro per la vittoria finale. La 330P4 di Parkes e Scarfiotti è costretta a rallentare l'andatura ed a lasciare la vittoria alla vettura gemella pilotata da Chris Amon e Lorenzo Bandini che tagliano il traguardo in 5 ore e 7 minuti. Terza classificata, e prima della classe sport prototipi fino a 2000 cc è la Porsche 910 di Gerard Mitter e Jochen Rindt. L'austriaco è considerato uno dei giovani emergenti dell'automobilismo mondiale e la Porsche lo ha inserito nella sua squadra. La 917 Porsche è la protagonista della edizione 1970, quando, per la prima volta nella 1000 km di Monza, si abbandona l'anello di alta velocità e la gara viene disputata sul solo tracciato stradale. I problemi con le gomme patiti dalle vetture nella edizione precedente hanno indotto i dirigenti dell'autodromo monzese ad abbandonare definitivamente l'anello con le pericolose curve sopraelevate, già abbandonato dalla F.1 nel 1961. La Ferrari ritorna in lizza nel campionato mondiale riservato ai costruttori con una nuova vettura sport di 5 litri di cilindrata: la 512S con un motore 12 cilindri a V. La Porsche, interessata anche lei alla nuova categoria sport, presenta la sua arma: la 917 con un motore 12 cilindri boxer raffreddato ad aria di 4,5 litri. La sfida tra le due case è destinata ad entrare nella leggenda della categoria. A Monza, il tracciato di casa della Ferrari, la rossa si presenta in grande forma per conquistare la classica monzese, ma gli sforzi della scuderia di Maranello saranno vani contro le potenti vetture tedesche. Al via è la 512S del duo italiano formato da Ignazio Giunti e Nino Vaccarella a prendere il comando della gara. Dopo i primi giri le 917 Porsche prendono a turno la testa della gara fino a quando non sono tutte costrette al ritiro eccetto quella di Pedro Rodriguez e Leo Kinnunen che riesce a tagliare per prima il traguardo. Giunti e Vaccarella si prodigano in una rimonta furibonda pur di superare la Porsche in testa alla gara. Per tentare di agguantare la biposto tedesca i responsabili della casa di Maranello fanno salire Chris Amon sulla vettura dell'equipaggio italiano, ma mentre il veloce neozelandese sta ripartendo dai box dopo l'ultimo rifornimento, si sprigiona un principio di incendio che, pur non arrecando danni alla 512S, fa perdere preziosi secondi. Amon riparte staccato di oltre un giro, si prodiga in una generosa rimonta ma nulla può contro la Porsche avversaria che controlla agevolmente il distacco. Terza sul traguardo è l'altra Ferrari 512 S di John Surtees e Peter Schetty. Nel 1972 la Ferrari ritorna a vincere sul tracciato di DOPO UN SOLO ANNO DI ATTIVITA’ NEL 1971 LA FERRARI ABBANDONA LA 512 S, PER SCHIERARE IN PISTA LA NUOVA BARCHETTA DI 3 LITRI, DENOMINATA 312 P (A DESTRA), CHE A MONZA, PISTA DOVE I CV CONTANO PIU’ CHE ALTROVE, VIENE SONORAMENTE BATTUTA DALLE PORSCHE 917 DEI TEAM UFFICIALI GULF E MARTINI RACING (A SINISTRA). 15 Monza, ed è la 312P di Clay Regazzoni e Jackie Ickx a tagliare per prima il traguardo sotto ad una pioggia battente che ha rischiato di far perdere la gara ai bolidi rossi. Dominio dell’Alfa Romeo di Carlo Chiti nel 1974 nella gara di apertura della stagione. È un avvio bagnato ma con una gradevole sorpresa: l'Alfa Romeo conquista tutte e tre i gradini del podio. La Matra Simca, detentrice del titolo mondiale, si presenta sul tracciato monzese con le sue velocissime MS670, ma una moria di motori costringe la casa transalpina alla resa anticipata. Nel 1982 sul tracciato di Monza debuttano le nuove vetture "gruppo C", ovvero quelle aderenti al nuovo regolamento tecnico entrato in vigore e basato sulla limitazione dei consumi. Sono nove le vetture gr.C in lizza per il mondiale marche: due Sauber, una Porsche, una Ford, una Lola, due Rondeau, una Grid Plaza, una Peugeot, che scendono in pista con altre 20 vetture gruppo 6, gr.5, gr.4 e IMSA, tra cui le due Lancia di Patrese-Alboreto e Fabi-Ghinzani che corrono per il titolo mondiale riservato ai piloti. Partite in pole position le due Lancia Turbo di 1.400 cc vanno al comando della gara duellando con la grossa Rondeau che monta un Ford di 3.900 cc. Le vetture torinesi tengono la te- CINQUE ANNI DOPO L’AFFERMAZIONE DELLA 330 P4 DI AMON-BANDINI, NEL 1972 LA FERRARI TORNA AL SUCCESSO NELLA “GARA DI CASA” CON LA 312 P (A SINISTRA L’ARRIVO VITTORIOSO DI JACKY ICKX), CHE A FINE ANNO LE REGALERA’ ANCHE L’ULTIMO MONDIALE MARCHE DELLA SUA STORIA. IL BELGA (IN ALTO CON LA MOGLIE CATHERINE) SI RIPETERA’ NEL 1973, BATTENDO LE FAVORITISSIME MATRA MS 670. 16 1OOO KM DI MONZA sta della gara per circa tre ore e mezza quando un banale guasto alle spazzole dello spinterogeno fermano le piccole spider con i colori della Martini Racing. La Rondeau-Ford di Henry Pescarolo e Giorgio Francia rileva la testa della gara e tiene la posizione fino allo sventolio della bandiera a scacchi. Alle spalle della vettura gr.C che ha vinto la gara di esordio della categoria, finiscono la Porsche K3 di StommelenField e l’Osella PA7 di Ciuti-Benusiglio-Piazzi. Probabilmente l'ultima edizione mondiale della classica gara monzese, quella del 1982, passerà alla storia come l'unica corsa in circuito con una sola macchina al traguardo. Un vero record negativo per la gara monzese e per tutta la categoria rovinata da decisioni regolamentari sempre più assurde per favorire incondizionatamente la Formula 1. Alla fine, in un autodromo spettrale con un silenzio stranissimo interrotto da sole tre vetture che giravano in pista, la vittoria va alla Toyota TS010 di Lees e Ogawa. La corsa inizia con sullo schieramento di partenza solo 10 delle 12 vetture classificate in prova. Al semaforo verde è la Peugeot 905C in pole position, guidata da Derek Warwick a prendere la testa della gara seguita dalla Toyota di Geoff Lees che viene sorpassata poco dopo dalla 905C di Mauro Baldi. Tra la Toyota e la Peugeot, in crisi di assetto, c'è un nuovo scambio di posizioni che ravviva l'interesse delle sole 179 10.000 persone intervenute sugli spalti di Monza. La Toyota TS010, progettata da Tony Southgate, si dimostra una vettura piuttosto performante. I problemi invece derivano dalla Tom's, la squadra che la gestisce in pista. Le Peugeot di Warwick e Alliot possono quindi continuare indisturbate la loro cavalcata trionfale con la Toyota di Lees staccata di un giro, fino a quando, alla 42esima tornata, Alliot si ferma con il 10 V rotto. La gara continua con la Peugeot condotta da Dalmas che precede le poche vetture rimaste in pista. Ma il colpo di scena arriva a due giri dalla fine, con sole quattro vetture rimaste formalmente in gara. Alla staccata della Roggia, Yannik Dalmas rimane senza freni anteriori. La Peugeot entra in testacoda, vola sul cordolo, si ribalta in aria e finisce a ruote all'aria nella sabbia. Dalmas viene estratto dalla vettura incolume e ancora incredulo. Ma ancora più incredulo del francese è il giapponese Hitoshi Ogawa che si ritrova in testa alla gara con una Toyota. Si conclude così con l'unica vittoria della Toyota TS010 l'avventura del mondiale Sport sulla pista di Monza. Lees ed Ogawa conquistano una vittoria che sembrava impossibile. Il pilota del sol levante è incredulo sul podio, alla sua prima vittoria in una gara mondiale. Purtroppo perderà la vita poche settimane in una gara di F.3000 giapponese. Audi contro Peugeot, è questa la sfida della stagione 2008, che a Monza veste particolare importanza in vista di Le Mans. Il tracciato brianzolo è meta preferita dei test delle varie marche che provano le vetture in vista della 24 ore francese. Le velocità, il ritmo di gara a Monza è uguale a quello del tracciato della Sarthe e quando il mix tra aerodinamica, velocità e ritmo di gara funziona bene in Brianza ci sono buone possibilità di successo anche in terra francese. L’Audi è la regina indiscussa delle ruote coperte, la Peugeot è la sfidante ed a Monza ha già vinto nel 2007, ma in quella occasione la casa degli anelli non era venuta a correre in Italia. Entrambe montano motori turbodiesel, la Peugeot con il nuovo filtro antiparticolato. Concezioni di vetture differenti: prototipo chiuso per la casa del Leone, barchetta aperta per i tedeschi. Le Peugeot si dimostrano subito veloci NEL PERIODO CHE VA DAL 1974-76 IL TESTIMONE PASSA DALLA FERRARI ALL’ALFA ROMEO, CHE FESTEGGIA TRE PERENTORIE AFFERMAZIONI CON LA 33TT12. PROTAGONISTA INDISCUSSO ARTURO MERZARIO, CHE SI AGGIUDICA LE EDIZIONI DEL 1974 E DEL‘ 75, MENTRE QUELLA DEL 1977 VA A BRAMBILLA (IN ALTO A DESTRA). NEL 1976 NON C’E’ INVECE NULLA DA FARE CONTRO LO STRAPOTERE DELLE PORSCHE 936 TURBO (A SINISTRA). 18 1OOO KM DI MONZA sin dalle prove ed in gara fanno il vuoto mentre le Audi hanno vari problemi, soprattutto quella di Dindo Capello che dopo un re-start ha una incomprensione con un concorrente più lento e vola in pieno rettilineo, fortunatamente senza gravi conseguenze anche se la vettura deve essere ricostruita ai box perdendo parecchio tempo. Si sfiora nuovamente il dramma con la Oreca di Ortelli che vola in prima variante. Vettura distrutta, shock e varie botte per il francese, ma fortunatamente niente di grave. La casa del Leone vince l’ultima edizione disputata con la 908 di Sarrazin e Lamy, che precede l’Audi di Rockenfeller-Premat e sul podio salgono anche Primat e Tinseau con la Pescarolo Sport. LE REGINE DELLA 1000 KM DI MONZA. Tante sono le vetture che hanno vinto la classica monzese, ma ci sono alcune di queste che hanno lasciato un ricordo particolare tra gli appassionati, come la Ferrari P4, da molti considerata la vettura di riferimento come stile e come prestazioni. Vinse la 1000 Km di Monza nel 1967, con Bandini ed Amon. La Ferrari 330P4 è la vettura prototipo simbolo della grande sfida tra la grande Ford e la piccola Ferrari. La P4 è realizzata dalla Ferrari per riconquistare quel primato nelle corse di durata, messo in discussione dalla Ford con la vittoria del campionato 1966, dopo che Enzo Ferrari ha rifiutato le offerte di acquisto della fabbrica da parte de- 19 1OOO KM DI MONZA gli americani. Il Drake, che ama le sfide, ha reagito con la sua solita grinta alla sconfitta spronando i propri uomini a realizzare la nuova vettura: “dobbiamo assolutamente batterli quelli là”, usava dire ai suoi collaboratori. Li mette sotto pressione ed alla fine ne esce la più bella vettura prototipo realizzata a Maranello. A fine anno ‘67 la casa di Maranello si può fregiare nuovamente del titolo mondiale sopravanzando le potenti vetture americane del colosso di Detroit con i motori di 7 litri. La 330 P4 è prodotta in soli quattro esemplari. Presentata alla stampa nel cortile di Maranello, il 26 gennaio 1967, pochi giorni dopo ottiene la sua vittoria più clamorosa alla 24 ore di Daytona. Nel catino della Florida è la P4 di Chris Amon e Lorenzo Bandini a tagliare per prima il traguardo, ed il D.S. della Ferrari, Franco Lini, si inventa l'arrivo in parata con tre Ferrari affiancate sulla linea del traguardo: la P4 vincitrice assieme alla vettura gemella di Scarfiotti-Parkes ed alla 412 di RodriguezGuichet. Le immagini di quell’arrivo sono entrate nella leggenda delle corse automobilistiche. La carrozzeria della P4 realizzata da Piero Dongo, un artigiano modenese, è prevista sia in versione aperta che chiusa, a seconda delle piste. Il motore posteriore centrale è il 12 V di 3.967 cc con una nuova testata a tre valvole per cilindro, disegnata da Franco Rocchi e già sperimentata con successo sulle monoposto di F.1. Al banco la potenza registrata è di 450 CV, cento in meno delle Ford avversarie, che però montano un motore di 7 litri. In compenso la Ferrari pesa 792 kg contro i 998 kg delle vetture americane. La 330 P4,oltre la 24 ore di Daytona, conquista anche la 1000 km di Monza, sempre con Amon-Bandini. A Spa arriva solamente quinta, a Le Mans seconda dopo una rimonta di Parkes sulla GT 40 di Foyt-Gurney. La gara decisiva dell'anno, per la P4, è la 1000 km di Brands Hatch. La gara è vin- GLI ANNI PASSANO, MA LE SCUDERIA ITALIANE SONO SEMPRE PROTAGONISTE NELLA 1000 KM DI MONZA. ALL’ INIZIO DEGLI ANNI ‘80 E’ LA VOLTA DELLE LANCIA DEL MARTINI RACING, CON LA BETA MONTECARLOTURBO (IN ALTO), LA GRUPPO 6 (AL CENTRO) E LA LC1 GRUPPO C. 20 21 ta dalla Chaparral di Hill-Spence, ma il secondo posto della P4 di Amon-Stewarth, davanti alla Porsche di Mc LarenSiffert, basta alla casa di Maranello per aggiudicarsi il Trofeo Internazionale Prototipi del 1967. La Porsche 917 vince due volte a Monza, nel 1970 con Rodriguez-Kinnunen e nel 1971 con Rodriguez-Oliver. La 917 è voluta da Ferry Porsche e Ferdinand Piech, ed Helmuth Bott è stato il responsabile tecnico del progetto. Presentata ufficialmente al pubblico in occasione del salone di Ginevra del 1969, la 917 debutta in gara alla 1000 km di Spa-Francorchamps del ‘69, con un risultato piuttosto scoraggiante: ritiro per problemi alla distribuzione. Ma la vettura ha anche accusato gravi problemi di tenuta di strada tanto che Gerhard Mitter, uno dei piloti che l'ha portata al debutto, la giudica molto pericolosa. La Porsche, per il 1970, decide di non partecipare direttamente alle competizioni ma di affidare le sue vetture ufficiali a due scuderie, la Scuderia Salisburgo di Ferdinand Piech ed il Team Gulf di John Wyer. Per essere sviluppata, la 917 è affidata nelle mani di Wyer che compie una lunga sessione di prove subito dopo la vittoria a Zeltweg per scoprire i problemi di guidabilità incontrati. I problemi della vettura sport sono principalmente di origine aerodinamica e, dai dati ottenuti, viene definita la forma della carrozzeria per le stagioni ‘70 e ‘71. Con le nuove modifiche la vettura diventa praticamente imbattibile. Inizialmente la 917 monta un motore di 4,5 litri, portato a 4,9 litri nella stagione 1970 e 5 litri dalla 1000 km di Monza del 1971. Il motore è un possente 12 cilindri a V di 180° (boxer) raffreddato ad aria mediante una grossa ventola orizzontale sistemata sopra al motore. In realtà il 12 ci22 1OOO KM DI MONZA LA STORIA SI RIPETE, ANCHE SE QUESTA VOLTA AL POSTO DELLA FERRARI C’E’ LA LANCIA. ALL’ INIZIO DEGLI ANNI OTTANTA, IN PIENA ERA GR.C, LE VETTURE ITALIANE SONO SPESSO PIU’ VELOCI DELLE BIPOSTO TEDESCHE, MA PER ANNI IL MONDIALE DI DURATA E’ DOMINATO DALLE AFFIDABILISSIME PORSCHE 956 E 962 (IN ALTO A SINISTRA). FINO AL 1987, QUANDO IL TESTIMONE PASSA A JAGUAR (SOTTO) E PEUGEOT (IN ALTO). 23 lindri derivava dall'unione di due motori sei cilindri di tradizione Porsche, tanto che la distribuzione dei quattro alberi a camme in testa viene azionata da un treno di ingranaggi al centro delle bancate. Il telaio della 917 è costituito da una leggerissima e complicata struttura in tubi di alluminio con sospensioni a quadrilateri deformabili e freni a disco ventilati sulle quattro ruote. La carrozzeria usata è a coda tronca, eccetto per la 24 ore di Le Mans dove le 917 hanno una coda allungata per meglio sfruttare le elevate velocità permesse sul rettilineo dell'Hunandieres. Nel 1971 le 917 sono dotate di due pinne verticali sulla coda per migliorare la stabilità. Le due diverse carrozzerie sono denominate con le sigle "K" (corta) e "LH" (lunga) per Le Mans. Nelle tre stagioni in cui ha corso la 917 ha tagliato 24 volte per prima il traguardo. La Porsche 917 ha preso il via per due anni nella 1000 km di Monza vincendo entrambe le edizioni. Nel 1970 ha vinto la vettura ancora con il motore di 4,5 litri, mentre l'anno successivo il motore era di 5 litri. Nata nel 1973, l’Alfa Romeo 33TT12 è risultata una delle sport-prototipo aspirate più riuscite della categoria, ed è la vettura che ha portato alla casa di Arese il titolo mondiale 1975. Progettata e costruita presso l'Autodelta di Settimo Milanese la 33TT12 ha lottato contro le più forti rappresentanti della serie. Grazie ad un rapporto peso-potenza molto favorevole (1,53 kg/CV) e ad una aerodinamica piuttosto valida per una vettura spider (Cx=0,45) ottenne notevoli risultati riuscendo a battere le potenti Renault Alpine Turbocompresse. La spider dell'Autodelta è equipaggiata dal 12 cilindri orizzontali contrapposti progettato dall'Ing. Carlo Chiti. Il motore Alfa Romeo in alluminio e magnesio, ha un peso ridotto, solo 183 kg ed è uno dei motori più potenti dell'epoca. Una particolarità della 33TT12 è rappresentata dal PER TRE VOLTE, NEL 1987, 1988 E 1991 LA JAGUAR (IN ALTO) ISCRIVE IL SUO NOME NELL’ ALBO D’ORO DELLA 1000 KM DI MONZA, CON I MODELLI XJR-8, XJR-9 E XJR-14, POI E’ LA VOLTA DELLA MERCEDES, CON LA C11, CONDOTTA DA PILOTI ESPERTI, DEL CALIBRO DI MAURO BALDI, E DA UNA SERIE DI GIOVANI PROMESSE. TRA QUESTE SI METTE IN EVIDENZA UN CERTO MICHAEL SCHUMACHER (IMMAGINE DI LATO).... 24 1OOO KM DI MONZA 25 1OOO KM DI MONZA 26 cambio posto al centro, tra il motore ed differenziale per tenere le masse il più possibile centrate. Ne risulta una vettura con un posto di guida piuttosto avanzato ed un passo lungo, ma con un ottimo bilanciamento. Il telaio è inizialmente in tubi d'acciaio (da questo la sigla TT), con un peso contenuto di soli 30 kg. La carriera agonistica della 33TT12 inizia nel 1973, nella 1000 Km di Spa, dove De Adamich esce rovinosamente in prova distruggendo la vettura. Il 1973 è un anno di transizione, con sporadiche esperienze in gara e tanti test di prova per mettere a punto la nuova vettura. Il 1974 inizia in modo promettente, vincendo la 1000 Km di Monza, con Arturo Merzario e Mario Andretti. La stagione mondiale della vettura di Settimo Milanese è però il 1975 con sei vittorie consecutive in campionato a cui bisogna aggiungere la vittoria nella Targa Florio, non più valida per il titolo mondiale, con Derek Bell e Nino Vaccarella. Nella stagione '75, con la vettura dell'Ing. Chiti, MerzarioLaffitte ottengono quattro vittorie, Pescarolo e Larrousse colgono gli altri due successi. Nel 1977 l'Alfa Romeo vince la gara di Monza ed il campionato mondiale per vetture Sport con la 33SC12 ultimo aggiornamento della vettura sport con il 12 cilindri boxer progettato dall'ing. Chiti. La vettura simbolo della Porsche negli anni ’80 è stata la 956 e la sua discendente 962, che hanno vinto per ben quattro volte a Monza. Wollek-Boutsen vincono nel 1983, seguiti da Ickx-Mass l’anno successivo. Nel 1985 tocca a WinkelhockSurer con la nuova 962 ed infine tocca a Stuck-Bell nel 1986. Il debutto della Porsche "956" avviene nel 1982, ed è la vettura che la casa di Stoccarda schiera nel nuovo 1988: ANNO D’ORO PER GIANPIERO MORETTI, CHE SI AGGIUDICA LA 24 ORE DI DAYTONA, LA 12 ORE DI SEBRING E LA 6 ORE DI WATKINS GLEN. PRIMA DI RITIRARSI DALL’ ATTIVITA’ AGONISTICA MR. MOMO (IN QUESTE PAGINE) VORREBBE VINCERE A MONZA, NELLA GARA DI CASA, MA IL SUO SOGNO SVANISCE A POCHE TORNATE DALLA FINE DELLA 1000 KM DEL 1988 PER PROBLEMI TECNICI ALLA SUA FERRARI 333 SP. 27 1OOO KM DI MONZA Mondiale Endurance riservato alle "gruppo C". La "956" rappresenta una nuova generazione dei modelli da competizione della Porsche: è la prima vettura costruita con un telaio monoscocca in alluminio, invece del tradizionale telaio in tubi, ed è anche la prima vettura progettata per sfruttare l'effetto suolo. Il regolamento per le vetture gr.C impone un fondo piatto di soli 100 cm in larghezza per 80 cm di lunghezza misurati sotto l'abitacolo del pilota, non sono ammesse le minigonne, ma il resto del fondo vettura può essere sfruttato per creare la deportanza generata dall'effetto suolo. Ai lati dell'abitacolo la vettura è munita di due profili alari che si prolungano fino sulla coda a sbalzo. La carrozzeria della 956 è in plastica, in parte rinforzata con fibre di Kevlar e carbonio, ed è stata progettata per poter accogliere due diverse versioni aerodinamiche: quella normale e quella a coda lunga tipo Le Mans. Con la versione a coda lunga, usata sul circuito della Sarthe per poter sfruttare meglio l'alta velocità possibile sul lungo rettifili dell'Hunandieres, la Porsche arriva al limite regolamentare della lunghezza, fissato in 4,80 m. Anche la larghezza della 956 è al limite del regolamento che prescrive come massimo 2 m. La sospensione anteriore è formata da triangoli sovrapposti e molloni con ammortizzatori coassiali che si appoggiano sul triangolo inferiore. Nella sospensione posteriore molle e ammortizzatori sono comandati da bilancieri e sono ancorati ad una traversa del telaio in tubi d'alluminio posteriore che porta anche il gruppo motore. Anche la sospensione posteriore è a triangoli sovrapposti con quelli inferiori molto piatti in modo da disturbare il meno possibile il flusso d'aria DOPO ALCUNE EDIZIONI SOTTOTONO, LA 1000 KM DI MONZA TORNA AI VECCHI FASTI A META’ DEGLI ANNI 2000. NEL 2004 LA VITTORIA VA ALL’ AUDI 8 DI DAVIES-HERBERT (A DESTRA E DI LATO) MENTRE NEL 2005 E’ LA VOLTA DELLA PESCAROLO JUDD C60 (IN ALTO ALLA PARTENZA). 28 che circoli nei profili alari. La ruote sono da 16". Il motore della 956 è il sei cilindri boxer derivato dalla 911 di serie e sovralimentato da due turbocompressori KKK, uno per bancata. La cilindrata di 2.649 cc è rimasta inalterata per diverse stagioni, solo alla fine degli '80, nel 1987, sulle ultime 962, è stata innalzata a 3 litri di cilindrata. Il sei cilindri boxer, equipaggiato di una nuova testata a quattro valvole per cilindro, 29 è il classico propulsore Porsche raffreddato ad aria. La testata è invece raffreddata ad acqua. Motori completamente raffreddati ad acqua sono stati montati nella versione di tre litri di cilindrata che ha corso nelle ultime stagioni. Il motore boxer è stato concepito per rispettare i limiti di consumo imposti dalla categoria gr.C. La Porsche 956, nel 1982, anno del suo debutto, ha avuto come antagoniste la Rondeau, equipaggiata dal Ford 8 V e le Lancia Martini gr.6 che potevano correre ancora per un anno nella categoria. La Porsche 962 è l'evoluzione della 956. Le differenze tra le due vetture riguardano il passo leggermente più lungo della 962 e vari aggiornamenti della meccanica. L’allungamento del passo ha consentito una migliore distribuzione dei pesi, ma soprattutto ha aumentato la sicurezza della vettura. Nella 956 la pedaliera è davanti all’asse delle ruote, mentre nella 962 è dietro l’asse delle ruote anteriori, un elemento di sicurezza in più in caso di urto frontale. Dal 1983 al 1986 le Porsche 956 e 962 sono state le regine incontrastate della categoria vincendo per cinque stagioni consecutive il titolo mondiale. Portate in pista dal team ufficiale Rothmans o affidate ai vari team privati o semiufficiali (come il team Joest e Kremer) hanno rappresentato la spina dorsale della categoria, conquistando vittorie e riempiendo gli schieramenti delle gare di durata. 30 1OOO KM DI MONZA LE ULTIME DUE EDIZIONI DELLA 1000 CHILOMETRI DI MONZA SONO CARATTERIZZATE DAL SERRATO DUELLO TRA PEUGEOT E AUDI (IN QUESTE PAGINE) E PER BEN DUE VOLTE FANNO REGISTRARE IL SUCCESSO DELLE LMP1 TRANSALPINE. NEL 2007 LA VITTORIA VA ALLA 908 DI MINASSIAN-GENE’, MENTRE L’ ANNO SUCCESSIVO, L’ ULTIMA 1000 CHILOMETRI IRIDATA DISPUTATA A MONZA, VA A LAMY-SARRAZIN, SEMPRE SU PEUGEOT 908. 31