La mano bionica creata in garage dal liceale Andrei «Sì, sono un

Transcript

La mano bionica creata in garage dal liceale Andrei «Sì, sono un
Codice cliente: 8727381
28
CRONACHE
Mercoledì 16 Novembre 2016 Corriere della Sera
#
La mano bionica
creata in garage
dal liceale Andrei
«Sì, sono un nerd»
mano lo ha emozionato. Ma
lui già pensa a qualcosa di
nuovo. Il prossimo anno ha la
maturità e poi ci sarà l’università. «Andare all’estero? Mi
piacerebbe — sorride —, ma
magari dopo la laurea, e certo,
se mi chiamasse il Mit andrei
subito». Nel frattempo studia,
legge libri gialli, gioca con i videogame, nuota al lago, va in
bici e soprattutto sta con la sua
fidanzata Sofia liceale al classico, «è stata la mia musa, mi ha
dato la serenità per pensare alla mia invenzione».
Andrei ha scelto una mano
«perché avevo letto sul web un
articolo sulle protesi robotiche
e allora ho pensato a un dispositivo comandato solo dal cervello e quello che se ne potrebbe fare per i disabili, ma non
solo». E immagina un futuro
Vive sul lago d’Iseo: ora sogno il Mit
La scheda
l Andrei
Blindu
con il progetto
per una protesi
in legno
controllata da
un software di
sua invenzione
ha vinto una
gara nazionale
di oratoria
organizzata
dal Miur
per la categoria
«Tecnologia»
l All’esposizione della sua
ricerca sabato
scorso a Bologna ha assistito
anche Stefania
Giannini,
responsabile
dell’Istruzione
di Claudia Voltattorni
Sorride: «Sono il classico
nerd». Però bisognava vederlo
Andrei Blindu, 17enne dalla
faccia pulita, romeno ormai
italiano da 13 anni, sabato
scorso su un palco a Bologna
mentre spiegava come se
niente fosse a decine di persone tra cui un ministro della Repubblica, che «la mia mano
ora si muove con un software
che risponde ai miei movimenti ma presto ne farò una
comandata direttamente dal
cervello». Lui che si è lasciato
ispirare da Iron Man, che ama
i fumetti Marvel e «da sempre
mi piacciono le scienze e la
tecnologia». E mentre tutti
ammirano curiosi e applaudono la sua mano bionica in legno, ne parla come se fosse la
cosa più normale del mondo.
Perciò è stato premiato con
altri 15 studenti di tutta Italia
come miglior oratore nella categoria «tecnologia» alla prima edizione del «TedxYouthBologna», il concorso lan-
ciato dal ministero dell’Istruzione e l’organizzazione Ted
per sviluppare la capacità di
argomentazione degli studenti e il public speaking, il saper
parlare in pubblico convincendolo grazie all’arte dell’oratoria. «I ragazzi — dice la ministra Stefania Giannini in platea a Bologna — vanno abituati a questo format: un
intervento di 10 minuti per valorizzare le proprie idee è una
cosa che se si inizia a scuola dà
un potere straordinario».
E senza esitazioni e senza
esaltazioni, Andrei Blindu racconta a tutti di quando a 14 anni gli è venuta voglia di programmare e il suo prof di fisica
di allora, Ugo Rossi, lo ha aiutato insegnandogli il linguaggio Pascal, e poi lui ha continuato per conto suo con il Dos
e Arduino. «La mia idea —
spiega — è creare dispositivi
controllati completamente dal
pensiero». Ecco perché l’estate
scorsa si è chiuso nel garage di
suo papà, operaio arrivato dalla Romania 13 anni fa, e ha ideato una mano di legno realiz-
~
La sfida
Ora si muove con dei fili,
ma presto ne farò
una comandata
direttamente dal cervello
zata con materiali di riciclo,
l’ha collegata a dei circuiti fissati al suo braccio e ha mostrato come si potesse aprire e
chiudere da sola senza toccarla. «Ho scritto un algoritmo
che la fa muovere — dice —,
per ora faccio ancora cose
semplici con quello che ho a
disposizione, ma in futuro
userò un altro materiale per-
I RAGAZZI 2.0
ché il legno non è adatto per le
protesi». Tornato dalle vacanze ha portato la sua mano bionica a scuola, il liceo scientifico Decio Celeri di Lovere (Bergamo), e i prof lo hanno fatto
girare per le classi a presentare
la sua invenzione e poi lo hanno iscritto al concorso del
Miur.
Il grande applauso alla sua
Inventore
Andrei Blindu,
figlio di
immigrati
romeni, 17
anni, con la
mano bionica
che ha creato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il genio di un 17enne figlio di un immigrato romeno
e l’intelligenza artificiale al servizio dei futuri dottori
Gli studenti
di Medicina
con un computer
che fa da tutor
spiegano all’Humanitas —. In
questo modo è possibile monitorare anche i loro progressi». Watson tutor degli aspiranti medici, ma senza nessuna pretesa di sostituire gli insegnanti in carne e ossa.
«L’innovazione continua è
uno dei nostri principali
obiettivi — sottolinea Giorgio
Ferrari, consigliere delegato di
Humanitas University —. Questo accordo è una ulteriore dimostrazione della nostra volontà di continuare a investire
nella formazione dei medici di
domani utilizzando strumenti
e approcci sempre più all’avanguardia».
Il progetto viene sviluppato
da personale medico di Humanitas che ha collaborato
con i ricercatori di Ibm Italia e
Watson all’Humanitas di Milano
di Simona Ravizza
Per capire tutte le sue
potenzialità, che adesso arrivano per la prima volta in Europa in una facoltà di Medicina alle porte Milano, basta
pensare che solo lo scorso
agosto il supercomputer Watson è stato protagonista di una
notizia da giro del mondo: dal
2015 i medici giapponesi avevano in cura Ayaco Yamashita,
66 anni, affetta una leucemia
mieloide acuta; i risultati sono
stati scarsi finché i dottori si
sono decisi a consultarlo e a
MILANO
Leggi
Sul sito del
Corriere tutte le
notizie e gli
approfondimenti sui temi
della ricerca
scientifica e
della salute
l La parola
WATSON
Il nome scelto da Ibm per battezzare il
programma di intelligenza artificiale usato
in medicina è un omaggio alla figura di
Thomas John Watson, il manager che tra le
due guerre portò l’azienda a diventare una
potenza economica
farlo investigare tra oltre 20
milioni di cartelle cliniche e
studi scientifici memorizzati
sul suo database; ebbene —
sempre secondo le cronache
— il computer ha individuato
un tipo di leucemia diverso,
più raro, a cui corrispondeva
un trattamento non ancora
tentato e che ha portato a ottimi risultati.
Adesso l’Università Humanitas, legata all’omonimo
ospedale dell’imprenditore
Gianfelice Rocca, fa entrare
Watson in aula come tutor al
fianco degli studenti dal terzo
anno di Medicina. Cartelle mediche (anonime), referti, immagini, test di laboratorio ed
esami diagnostici, insieme alla letteratura scientifica più
aggiornata, tutti immagazzinati nella memoria del supercomputer, per permettere di
allenarsi a sviluppare capacità
diagnostiche e abilità cliniche.
La chiamano Medical Cognitive Tutor: una piattaforma
di studio personalizzabile in
base al livello di conoscenza
del singolo studente attraverso la scelta di contenuti, simu-
in cui «aprirò la mia azienda e
produrrò dispositivi così». Andrei lavora sempre nel garage
di suo papà, lì ha allestito il
suo laboratorio. E sorride se
gli si ricorda che qualcun altro
partì proprio da un piccolo garage. «Lo so, Steve Jobs è il mio
mito».
[email protected]
~
La funzione
Cartelle cliniche, referti,
test e nuove scoperte
Così si esplorano
situazioni complesse
lazioni, commenti e approfondimenti. Quali i sintomi,
l’anamnesi del paziente, il decorso della malattia? Gli studenti partiranno da un caso
concreto per mettersi alla prova e arrivare alla diagnosi migliore con il supporto di Watson.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra l’Università Humanitas, l’omonimo ospedale
e Ibm, che ha battezzato con il
nome di Watson il programma
di intelligenza artificiale in
memoria di Thomas John Watson, il manager che tra le due
guerre portò l’azienda a diventare una potenza economica.
«Il software aiuterà gli studenti a esplorare situazioni complesse e a scegliere tra diverse
informazioni cliniche, aumentando le loro capacità potenziali al momento di simulare
decisioni di tipo medico —
Il progetto
L’utilizzo
di Watson
(sopra)
in Italia
nasce dalla
collaborazione
dell’Humanitas
con Ibm
del Research Center Ibm di Zurigo.
«La collaborazione con Humanitas ci permette di mettere in campo, primo caso in Europa — dice Enrico Cereda,
amministratore delegato di
Ibm Italia — una soluzione
che utilizza la tecnologia cognitiva applicata al settore della salute».
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA