Spacchettamento delle Holding ferroviarie. In Europa c`è chi dice no!
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Spacchettamento delle Holding ferroviarie. In Europa c`è chi dice no!
Aderente a: International Workers’ Transport Federation ITF - European Transport Workers’ Federation ETF Spacchettamento delle Holding ferroviarie. In Europa c’è chi dice no! Ce lo chiede l’Europa! Con questo ritornello, ritmico, ossessivo, da molto tempo ci stanno imponendo delle scelte dolorose che, però, non sappiamo quanto risulteranno salvifiche per il nostro futuro. Anziché dare per scontato una tale impostazione, perché non iniziamo a porci quest’altra domanda: chi lo chiede all’Europa? Il Parlamento eletto da una minoranza dei cittadini europei, che comunque dovrebbe rispondere agli interessi della società civile, oppure gli inafferrabili –ma non anonimi- manovratori dei cosiddetti mercati? Lo chiedono le popolazioni europee o le lobby che condizionano il lavoro del Parlamento Europeo? Dovremmo iniziare a sfatare il moderno mito del “Dio mercato” assurto a giudice supremo e assoluto, colui che indica chi o che cosa sia buono o cattivo, condizionando la vita di milioni di persone. Se guardassimo un po’ più in là del nostro confine, ci renderemmo conto che non in tutte le nazioni della UE ci si piega supinamente alle supposte richieste dell’Europa. C’è qualcuno che inizia a sostenere che non c’è un’unica soluzione né ai problemi più generali, di carattere economico e sociale, così come a problemi più specifici come quelli, ad esempio, che riguardano il trasporto ferroviario. Se fossimo a conoscenza che il Ministro dei Trasporti Lussemburghese, che ha partecipato ai lavori dell’ultima riunione della sezione ferrovieri dell’ETF, tenutasi il 24 e 25 aprile nel Granducato, non ha condiviso le scelte del Consiglio Europeo dei Trasporti sulla ipotesi di rivisitazione del primo pacchetto ferroviario, forse, si rafforzerebbe l’idea che non esiste un pensiero unico, e che la soluzione dei problemi delle ferrovie in Europa non può essere affrontato con la solita ricetta che prevede liberalizzazioni e privatizzazioni. E’ stato interessante sentire dalla voce del Ministro, di un piccolo Stato della UE, le ragioni dell’opposizione del suo Paese allo stato di avanzamento del disegno di direttiva europea del “recast” del primo pacchetto ferroviario, nonché alle ipotesi che stanno alle fondamenta del quarto pacchetto ferroviario, che la Commissione Europea dovrebbe licenziare entro la fine del 2012. Le ragioni, sostenute dal Ministro Lussemburghese, sono le stesse che l’ETF va sostenendo da tempo. Purtroppo l’azione di lobbing del sindacato, su Commissione e Parlamento Europeo, non ha portato i risultati sperati. Il voto contrario di Austria e Lussemburgo, alla posizione comune del Consiglio dei Ministri dei Trasporti adottata lo scorso 8 marzo, non è bastato a far cambiare idea sui cardini che sostengono il progetto di revisione del primo pacchetto ferroviario. Nella prima settimana del prossimo mese di luglio, infatti, ci sarà la votazione, in sede plenaria al Parlamento Europeo, del nuovo articolato della proposta di direttiva europea, che troverà la strada spianata in quanto è stata trovata una mediazione tra Consiglio dei Ministri e il Palamento Europeo. La procedura legislativa adottata ha aperto una corsia preferenziale per la rapida approvazione della nuova direttiva. Nel merito, sia il Consiglio che il Parlamento Europeo hanno accettato l’idea di una separazione più morbida tra i gestori delle reti ferroviarie e le imprese di trasporto, convenendo sulla non immediata necessità di una separazione giuridica delle Holding ferroviarie oggi integrate, ma sottolineando l’obbligo di una separazione organizzativa e decisionale tra i soggetti: non serve un nuovo soggetto per la gestione delle infrastrutture, ma sarà obbligatoria la separazione del bilancio rispetto alle imprese di trasporto. Non saranno ammessi aiuti incrociati e ognuno dovrà contabilizzare le proprie perdite o i propri profitti. Aderente a: International Workers’ Transport Federation ITF - European Transport Workers’ Federation ETF Qualcuno potrebbe sommessamente obiettare che le Istituzioni Europee hanno fatto un piccolo passo indietro rispetto alle precedenti richieste. Ricordiamo quelle, molto più radicali, della relatrice del disegno di legge di revisione – l’europarlamentare italiana Debora Serracchiani - che proponeva una immediata separazione dei vari soggetti con la creazione di una apposita società per la gestione delle infrastrutture. In Italia tale posizione è stata auspicata anche dal Governo Monti che ha comunque preferito rimandarla conferendo mandato alla nuova Autorità sui trasporti di esprimersi entro giugno del 2013. A conti fatti, siamo in presenza di una pausa in attesa della stesura delle proposte di modifica che saranno oggetto del quarto pacchetto ferroviario. La separazione totale tra gestori e imprese ferroviarie è solo rimandata, per cui ancora una volta, molto probabilmente tra un anno, almeno in Italia, ci sentiremo ripetere che ce lo chiede l’Europa. Sui contenuti del quarto pacchetto ferroviario, al momento, circolano solo indiscrezioni. I “rumors” riportano che oltre allo spacchettamento delle Holding, ci sarà una revisione del regolamento n. 1370/2007 per consentire le gare, in merito agli obblighi di servizio pubblico, anche per il trasporto ferroviario e non solo per quello pubblico locale su gomma. Poi ci dovrebbe essere l’apertura della concorrenza sul segmento viaggiatori e media e lunga percorrenza all’interno di tutte le nazioni della UE nonché una rivisitazione dei compiti dell’Agenzia Europea per la sicurezza (ERA). Interessante è stato il dibattito sulle proposte di rivisitazione dei compiti dell’ERA, che da Agenzia per la sicurezza potrebbe vedersi accollare altri compiti che si connoterebbero più come un sostegno alle idee di liberalizzazione del mercato che sulla missione principale per cui fu istituita: la sicurezza del trasporto ferroviario nello spazio comune. Infatti tra le idee che circolano ci sono: quella di consentire all’ERA il potere di attribuire un unico certificato di sicurezza valido per tutte le reti Europee, facendo venire meno le attuali potestà poste in capo Agenzie sulla sicurezza nazionali che autorizzano il rilascio del certificato di sicurezza nella propria nazione; un’altra di facilitare l’interoperabilità con compiti più strettamente commerciali intervenendo sui sistemi di bigliettazione, delle informazioni, prenotazioni ecc.. La segreteria della sezione ferrovieri dell’ETF è stata incaricata di predisporre un documento da presentare alla Commissione Europea, in cui sia specificata la posizione del sindacato sul futuro di ERA, da portare in approvazione nella prossima riunione plenaria della sezione ferrovieri, che si terrà in autunno. Il contenuto del dibattito della riunione Lussemburghese è stato arricchito dalle relazioni sui report degli studi commissionati per fare una valutazione oggettiva degli effetti concreti che sono stati registrati dopo l’apertura alla concorrenza del mercato nel ferroviario europeo. Sono stati paragonati vantaggi e svantaggi che tale apertura ha comportato sui prezzi dei biglietti, sulla qualità e quantità dei servizi offerti in quei Paesi europei che lo stanno già sperimentando, in vari modi e misure già dal 1991, anno della prima famosa direttiva n. 440. I dati dell’indagine condotta dalla Societè d’études et de conseil Transversales smentiscono le fondamenta su cui si fonda la politica di liberalizzazione dell’UE nel settore ferroviario: in questi anni non c’è stato un miglioramento dell’efficienza del sistema, né un abbattimento dei costi sia per le casse pubbliche che per i singoli fruitori, né un miglioramento della qualità. I dati bocciano in pieno le esperienze fin qui fatte. Aderente a: International Workers’ Transport Federation ITF - European Transport Workers’ Federation ETF Anche gli esiti dell’altra indagine oggetto di presentazione da parte della società di consulenza FORBA, che ha analizzato gli effetti sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro negli altri settori merceologici già assoggettati alla privatizzazione e alla liberalizzazione (telecomunicazioni, energia ecc..), hanno palesato come si sia andati incontro ad una riduzione della forza lavoro, a un peggioramento delle condizioni di lavoro oltre che alle diminuzione delle tutele per tutti i lavoratori, non solo i nuovi assunti. Per quanto riguarda la parte più prettamente organizzativa della due giorni Lussemburghese, c’è da registrare l’attivazione di un supporto tecnico alla struttura politica della Segreteria della sezione ferrovieri dell’ETF costituito da due gruppi: uno si occuperà delle problematiche del personale di macchina l’altro di quelle del personale di bordo, in quanto sono le professionalità più immediatamente coinvolte nelle modifiche normative in discussione a livello comunitario. Infine ricordiamo che saranno attivati altri gruppi di lavoro per studiare e valutare l’impatto della liberalizzazione all’interno dei corridoi Europei: si vogliono comprendere e quantificare gli effetti concreti sull’occupazione, con particolare riferimento alle nuove imprese ferroviarie, paragonando le condizioni di lavoro e le retribuzioni a quelle dei ferrovieri dipendenti dalle imprese storiche. Un lavoro utile anche per promuove la sindacalizzazione dei lavoratori dipendenti dalle nuove società. Come organizzazione stiamo seguendo le vicende europee portando il nostro contributo di esperienze nazionali, che come è ampiamente noto hanno anticipato già molte delle norme oggi in discussione a Bruxelles e Strasburgo. To be continued. Roma, 27 Aprile 2012 Osvaldo Marinig FIT CISL- Sezione ETF Ferrovieri