Piemonte Rurale n° 39/2009

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Piemonte Rurale n° 39/2009
n. 39/2009
Torino, 22 ottobre 2009
Sommario
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Aggiornata con un riavvicinamento delle parti la trattativa del latte in Piemonte
•
Latte: l’Unione Europea stanzia fondi per il settore ed il Tar Lazio si pronuncia di nuovo
sulla legge 33/09
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Angelo Giordano nel Consiglio di Sorveglianza dei Consorzi Agrari d’Italia
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Dal parlamento europeo stop alle nocciole tossiche turche
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Made in Italy e nuovi consumi: i temi affrontati a Cernobbio
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In calo i prezzi delle materie prime agricole: servono canali alternativi di mercato
•
La montagna: una strategia di sviluppo territoriale
AGGIORNATA CON UN RIAVVICINAMENTO
TRATTATIVA DEL LATTE IN PIEMONTE
DELLE
PARTI
LA
Si è conclusa nella serata di mercoledì 21 ottobre l’occupazione dell’ Assessorato Regionale
dell’Agricoltura da parte di Coldiretti Piemonte. L’iniziativa ha avuto un buon esito in quanto gli
industriali, che alle 14.00 dello stesso giorno avevano abbandonato il Tavolo di trattativa, sono
rientrati tornando a discutere del prezzo del latte alla stalla con la parte agricola.
La riunione si è poi conclusa con atteggiamenti costruttivi da ambo le parti aggiornandosi su
una nuova proposta formulata dall’Assessore regionale all’agricoltura.
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Durante la partecipata conferenza stampa la Coldiretti del Piemonte ha reso noto il fenomeno
delle importazioni di latte in Piemonte. A fronte di una produzione di 7.500.000 quintali di latte
all’anno ne sono importati altrettanti. Non solo, ma nel primo semestre 2009, rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno, vi è stato un aumento di quasi il 20%.
Questi dati, per Coldiretti, stanno a significare che i consumi non sono in regresso ma che è in
atto alle spalle dei consumatori e dei produttori una forte speculazione di chi sta a valle della
produzione.
LATTE: L’ UNIONE EUROPEA STANZIA FONDI PER IL SETTORE ED
IL TAR LAZIO SI PRONUNCIA DI NUOVO SULLA LEGGE 33/09
Interessanti novità per il settore lattiero caseario: il consiglio Agricolo Europeo sta valutando
importanti nuovi interventi, volti a sostenere un settore in forte difficoltà in tutta Europa.
La Comunità Europea ha infatti previsto uno stanziamento di 280 milioni di euro, di cui circa 22
milioni di euro spetterebbero all’Italia. Spetterà ad ogni Stato stabilire i criteri di attribuzione.
Lo sblocco delle risorse richiederà il via libera del Parlamento Europeo e del Consiglio Ecofin,
atto che dovrebbe avvenire verso la fine del mese di novembre. Sempre a livello europeo sono
in discussione ulteriori misure che andranno ad interessare la riattivazione del meccanismo di
riacquisto delle quote e l’applicazione della norma dei minimis per quanto concerne l’importo
massimo degli aiuti nazionali, che saranno portati ad un importo di 15 mila euro in tre anni.
Novità anche dal Tar del Lazio per quanto concerne le richieste di sospensione delle intimazioni
di pagamento delle multe per le quote latte comunicate da Agea.
Il 13 ottobre 2009, infatti, il Tar Lazio si è espresso non concedendo più la sospensiva sulle
intimazioni di pagamento, limitandosi a rinviare la definizione al 25 gennaio 2010, come già
definito nelle precedenti ordinanze. “Un passo avanti rispetto al ripristino di una corretta
applicazione della legge sulle quote latte” - ha commentato Coldiretti che, “ad opponendum”, si
è costituita nei giudizi sui precedenti orientamenti contribuendo ad evidenziare le ragioni dei
produttori che hanno rispettato i decreti e le leggi in materia di quote latte.
ANGELO GIORDANO NEL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA DEI
CONSORZI AGRARI D’ITALIA
Avrà un ruolo di grande rilievo il Consorzio Agrario del Nord Ovest presieduto dal piemontese
Angelo Giordano nella nuova holding dell’agricoltura italiana denominata “Consorzi Agrari
d’Italia”
presentata
dell’alimentazione
nella
prima
giornata
del
Forum
Internazionale
dell’agricoltura
e
conclusosi a Cernobbio. In pratica la nuova società si compone di 23
Consorzi Agrari, un capitale di 4 milioni di euro, 1200 punti vendita in Italia per un fatturato
aggregato di 2,5 miliardi di euro.
Il governo sarà duale: un Consiglio di Gestione ed un Consiglio di Sorveglianza. Proprio in
quest’ultimo è entrato il presidente del Cap Nord Ovest Angelo Giordano.
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Gli obiettivi della holding sono quattro: creare una rete efficiente di servizi su tutto il territorio
nazionale, modificare le relazioni industriali rafforzando così il peso degli agricoltori,
concentrare l’offerta e commercializzare il prodotto per spostare quote di valore aggiunto della
filiera a vantaggio del settore agricolo. Infine portare direttamente sul mercato il prodotto con
la griffe degli agricoltori.
Entro un mese saranno presentati i progetti industriali che interessano tutte le filiere a partire
dai cereali.
DAL PARLAMENTO EUROPEO STOP ALLE NOCCIOLE TOSSICHE
TURCHE
“E’ importante – ha commentato Bruno Rivarossa, direttore Coldiretti Piemonte - che dal
Parlamento europeo venga un deciso stop all’importazione al raddoppio dei limiti fissati per il
contenuto di aflatossine tossiche nella frutta in guscio (nocciole, pistacchi, etc.) e nei prodotti
derivati attualmente previsti dalla normativa europea. Notizia positiva, soprattutto dopo che il
comitato permanente per la catena alimentare dell'UE ha dato di fatto il via libera all’ingresso
di nocciole tossiche dalla Turchia”.
Il voto contrario dell'Italia non è stato infatti sufficiente a fermare la preoccupante novità
sull’aumento del contenuto in aflatossine che sono sostanze tossiche, potenzialmente
cancerogene legate allo sviluppo di muffe sul prodotto e quindi a pratiche agronomiche non
ottimali. “L'aumento dei limiti – continua il direttore Rivarossa - serve solo a favorire le
importazioni di un prodotto di bassa qualità e sicurezza, causando un rischio per i consumatori
comunitari ed è un grave problema per i produttori italiani, che subiscono una concorrenza
sleale da parte di Paesi dove non solo non si applicano pratiche agronomiche corrette, ma si
utilizzano fitofarmaci vietati in Europa”.
La procedura comunitaria prevede ora il parere del Parlamento europeo su tale decisione,
pertanto, afferma la Coldiretti , l'obiettivo delle forze politiche e di rappresentanza deve essere
indirizzato verso una giusta sensibilizzazione degli europarlamentari, perché venga fermata
una decisione pericolosa per i cittadini e negativa per le imprese comunitarie.
MADE IN ITALY E NUOVI CONSUMI: I TEMI AFFRONTATI A
CERNOBBIO
Si è tenuto il 16 e 17 ottobre l’edizione 2009 del Forum Internazionale dell’Agricoltura e
dell’Alimentazione di Cernobbio, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio
Ambrosetti.
Il
Forum,
dell’agroalimentare,
si
appuntamento
è
tenuto
annuale
quest’anno
in
che
riunisce
occasione
i
della
maggiori
Giornata
esponenti
Mondiale
dell'Alimentazione promossa dalla Fao in tutto il mondo allo scopo di aumentare la
consapevolezza dell'opinione pubblica sul problema della fame.
Il contributo dell’agroalimentare Made in Italy alla ripresa economica, la necessità di difendere
i prodotti nazionali attraverso un’etichettatura di origine, i nuovi modelli di consumo e le
innovazioni nel sistema produttivo e nella distribuzione commerciale sono stati alcuni dei temi
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al centro del dibattito. Tra gli argomenti affrontati anche le prospettive dell’economia con il
contributo di studiosi e analisti, la sfida della sicurezza alimentare con particolare riferimento
alla fame di terra nel mondo ed in Italia, ma anche la svolta verde dell’amministrazione Obama
e la collaborazione nell’agroalimentare tra Paesi diversi. Le strozzature presenti nel mercato
agroalimentare in Italia e in Europa sono inoltre state oggetto di approfondimento insieme alle
iniziative concrete per superarle con il progetto per una filiera agricola tutta italiana della
Coldiretti che vede il coinvolgimento dei Consorzi Agrari, delle cooperative e dei mercati di
Campagna Amica.
IN CALO I PREZZI DELLE MATERIE PRIME AGRICOLE: SERVONO
CANALI ALTERNATIVI DI MERCATO
Non solo i prezzi del riso, ormai molto lontani dalle positive quotazioni di qualche tempo fa,
non solo i prezzi dell’uva o del latte, tanto bassi da mettere a dura prova la stessa
sopravvivenza di molte imprese agricole. E’ infatti la situazione generale del mercato delle
materie prime agricole a vivere un momento di difficoltà.
Un dato che le imprese agricole toccano purtroppo con mano nella quotidianità e che viene
confermato anche dagli ultimi, attesi dati diffusi da Ismea e relativi al mese di settembre: il
calo rispetto allo scorso anno, calcolato su base nazionale per la media dell’intero settore
agricolo, è del 12%. La diminuzione più consistente, sulla base dell’analisi effettuata da
Coldiretti, è quella del prezzo dei cereali: -26%nel confronto con il 2008, ma anche il 5% in
meno rispetto al mese precedente. Al secondo posto, la frutta, con il 22% in meno. Male anche
il vino (-18%), il latte (-14%), gli ortaggi (-13%) e la carne suina (-12%).
Si tratta di variazioni negative che, non trovano riscontro nei prezzi di vendita ai consumatori
che continuano a crescere in praticamente tutte le categorie di prodotto. In generale, per ogni
euro speso dai consumatori in alimenti, ben 60 centesimi vanno alla distribuzione commerciale,
23 all’industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori: esistono quindi ampi margini da
recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti
alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.
“E’ necessario promuovere canali alternativi di spesa – commenta Paolo Rovellotti,
presidente Coldiretti Piemonte – gestiti direttamente dalle imprese agricole, in modo da
incentivare la vendita diretta al pubblico anche in città, ovvero al di fuori dei tradizionali “spazi
dedicati” all’interno delle aziende agricole stesse. I Mercati di Campagna Amica sono una valida
alternativa perché forniscono agli agricoltori di vendere direttamente al pubblico e di avere un
contatto immediato con i consumatori”.
LA MONTAGNA: UNA STRATEGIA DI SVILUPPO TERRITORIALE
Cos’hanno in comune il latte munto sulle Alpi a più di 800 metri d’altitudine o un formaggio
Reblochon, la patata di alta montagna delle Valle Varaita, od un agnello di Baréges Gavarnie?.
Tutti sono prodotti di montagna, esempi eccezionali di biodiversità. Il 7 Ottobre, al centro
conferenze di Clermont Ferrand – cittadina francese capoluogo della regione dell’Auvergne,
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all’interno della grande fiera dell’allevamento “Sommet de l’elevage”, si è tenuto un convegno
pubblico organizzato dallo Cniel - Centro nazionale interprofessionale dell’economia lattiera,
riguardo “I produttori europei di latte in montagna: una forte diversità, quali le problematiche
comuni?”. Coldiretti è stata invitata a partecipare al dibattito in rappresentanza dell’Italia.
Durante la relazione, effettuata da Cristiano Peyrache, sono state illustrate le attività svolte
per favorire lo sviluppo del territorio montano e delle sue produzioni agrarie.
Peyrache, giovane allevatore piemontese, si è confrontato con esponenti di altri paesi europei,
chiamati al convegno, fra cui: l’Austria, con il Ministero dell’agricoltura, la Slovenia, con
l’Università di Lubiana e la Francia, con la Federazione nazionale dei sindacati delle aziende
agricole.
Le filiere del latte di
montagna dei paesi dell’Unione Europea reagiscono diversamente alla
liberalizzazione del mercato e si approcciano alla prossima scomparsa delle quote nel 2015.
Malgrado le loro differenze, le filiere europee condividono le difficoltà e sottolineano la
necessità di politiche di valorizzazione in grado di risolvere i problemi del settore. L’analisi di
Coldiretti, in linea con il pensiero degli altri paesi intervenuti alla tavola rotonda, è quella che la
montagna è fortemente minacciata. L’inadeguatezza delle remunerazioni per il lavoro svolto
dalle aziende montane non può che accentuare il fenomeno dell’abbandono delle valli, con il
rischio di perdere le tradizioni e le produzioni locali che da secoli le caratterizzano e le rendono
uniche. In conclusione al convegno, Peyrache con Coldiretti e il Presidente dello Cniel si sono
incaricati di essere portavoce presso le istituzione europee, per ribadire che l’agricoltura ancora
una volta interpreta il ruolo di consapevole attore sul territorio.
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