INDIVIA BELGA

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INDIVIA BELGA
PE
DIA
INDIVIA BELGA
Generalità
LE
La belga, come tutte le altre varietà di indivie, appartiene alla vasta famiglia delle
cicorie; come tale, manifesta un tropismo per l’apparato urinario, essendo dotata di
una discreta azione diuretica e depurativa renale. Tuttavia, dal punto di vista
nutrizionale, l’indivia belga si caratterizza soprattutto per il suo contenuto in ferro,
che ha una maggiore biodisponibilità rispetto a quello del radicchio, dal quale la
belga si distingue anche per una più elevata percentuale di potassio, in virtù della
quale accelera tutti gli scambi di membrana e non ostacola l’induzione del sonno,
anche se viene usata cotta ai ferri nel pasto serale.
La belga condivide con il radicchio il caratteristico sapore amaro, soprattutto
quando viene consumata cruda. Questa caratteristica organolettica varia a seconda
della sensibilità individuale del soggetto: per alcuni la belga costituisce un alimento
appetibile e gustoso, mentre per altri è assolutamente immangiabile. Con molta
probabilità, una differenza così marcata dipende dalle condizioni organiche e
funzionali dell’epatocita: un fegato ipofunzionante (ma senza danni organici di
rilievo) si giova dello stimolo metabolico indotto dall’apporto di ferro da parte della
belga, mentre un fegato leso non è in grado di rispondere alla sollecitazione
funzionale, in particolare se la cellula epatica è già disturbata da una elevata
concentrazione intracellulare di ferritina.
Bioterapia Nutrizionale
OI
La belga può essere consumata cruda, nelle insalate miste, cotta ai ferri, ripassata in
aglio, olio e peperoncino o in besciamella, oppure lessata, ricoperta di formaggio e
poi passata in forno.
ET
Belga cruda
La belga cruda è indicata in tutte le patologie renali e pancreatiche; la parte fibrosa
del suo stroma è molto tenera e digeribile, per cui stimola in modo lieve il transito
intestinale, tanto da poter essere impiegata anche in presenza di altre patologie
dell’intestino, come le diverticoliti e le coliti; infatti, insieme ai fondi di carciofo,
costituisce una delle prime verdure che è possibile reinserire nel regime dietetico di
un paziente affetto da rettocolite ulcerosa, dopo aver superato la fase acuta della
malattia.
In generale, il consumo della belga cruda è quello meno rischioso, in quanto la
presenza dell’acqua di vegetazione mitiga eventuali reazioni eccessive secondarie
all’assorbimento del suo nutriente principale: il ferro.
PE
DIA
Belga lessa e ripassata
Meno adatta nelle patologie renali e pancreatiche (per la concentrazione di sali e
per la trasformazione del fruttosio in glucosio), la belga si può proporre cotta
secondo diverse modalità, a seconda dell’intenzione nutrizionale e terapeutica.
Quando si vuole accentuare l’azione di stimolo a carico della funzionalità epatica,
senza appesantire l’epatocita con un eccesso di ferro (che viene perso durante la
bollitura) si farà lessare e poi si ripassa in padella con aglio, olio e peperoncino;
invece, quando si richiede un supporto più consistente al lavoro del fegato, si farà
lessare e si aggiunge la quota di idrati di carbonio contenuti nella besciamella. In
questo tipo di patologie la belga non sarà indicata in associazione con il formaggio, in
quanto quest’ultimo costituisce un alimento troppo complesso ed elaborato per un
sistema epato-biliare in difficoltà.
Belga ai ferri
Quando il paziente non presenta problematiche epato-renali, e necessita di un
apporto notevole di ferro, la belga si farà ai ferri: dopo averla spaccata in quattro parti
si fa arrostire sulla piastra e poi si condisce con olio e sale.
Per la sua ridotta quota in zuccheri, rispetto ai quali prevale di gran lunga il
notevole stimolo metabolico del ferro concentrato, questa modalità di utilizzo della
belga può essere sfruttata anche nel trattamento del diabete.
ET
OI
LE
Belga con formaggio
Con la controindicazione citata nel paragrafo precedente, la belga, lessata e poi
passata in forno ricoperta di formaggio, diventa una preparazione bionutrizionale
molto utile nelle dissenterie, nella rettocolite ulcerosa e nel morbo di Crohn. Infatti: la
cottura attenua l’azione di stimolo del transito intestinale della parte fibrosa della
belga; il ferro serve a reintegrare le perdite ematiche secondarie alle scariche mucosanguinolenti; il formaggio (con la sua notevole quota di sali) contribuisce a
ripristinare il pool elettrolitico, frena la motilità intestinale, in virtù dell’azione del
calcio sulle fibrocellule della muscolatura liscia e svolge una funzione di
addensamento e di coagulazione della massa fecale.
Da notare che questa modalità di utilizzo della belga viene di solito accettata dai
bambini, per cui può essere proposta quando necessita comporre dei pasti ricchi di
ferro e di tutti gli altri sali minerali; per esempio, dopo malattie invalidanti, nelle
anemie infantili o nei piccoli pazienti che non hanno molta appetenza per la carne.
Per le stesse ragioni, questa preparazione sarà indicata in tutti i soggetti defedati o
nella donna gravida dopo il quinto mese, quando si presenta la necessità di sopperire
contemporaneamente alle carenze di calcio e di ferro.