Il corretto utilizzo dei presidi, l`assistenza come strumenti di

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Il corretto utilizzo dei presidi, l`assistenza come strumenti di
LE INFEZIONI IN RSA
IL CORRETTO UTILIZZO DEI PRESIDI, L'OSSERVAZIONE DEL
PAZIENTE, L'ASSISTENZA COME STRUMENTI DI
PREVENZIONE E CURA
18 novembre 2011
S. Angelo Lodigiano
INFEZIONE
Infiltrazione e proliferazione di agenti patogeni nell’organismo e conseguente reazione
dell’organismo stesso
ICPA o ICA
Infezioni correlate alle pratiche assistenziali che insorgono a seguito di cure medico-assistenziali
e sono ad esse riconducibili.
ELEMENTI che determinano l’insorgenza:
 Sorgente di microrganismi
 Un mezzo di trasmissione
 Un ospite suscettibile
PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO:
la suscettibilità intrinseca del paziente alle infezioni (età, ricettività, resistenza, immunità)
2.
l’esposizione a procedure invasive
3.
l’esposizione ad altri pazienti o personale sanitario colonizzato o infetto
4.
la trasmissione di infezioni a partenza da serbatoi ambientali.
LOCALIZZAZIONI più frequenti: tratto urinario, basse vie respiratorie, ferite chirurgiche,
sito catetere vascolare
1.
INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA
SERBATOI
Uomo: degenti,operatori (mani),
visitatori, persone colonizzate o portatrici croniche di agenti infettivi
Ambiente : attrezzature e
dispositivi medici
VIE ELIMINAZIONE
VIE TRASMISSIONE
Per contatto (diretto, indiretto)
Per droplet
Per via aerea
VIE DI INGRESSO
Cute lesa
Membrane/mucose:
Tratto gastro-intestinale
Tratto genito-urinario
Tratto respiratorio
Congiuntivale
OSPITE SUSCETTIBILE
Sottoposto a manovre invasive
Immunocompromesso
Malattia cronica
Età pediatrica
Età avanzata
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA DELLE INFEZIONI
VIE DI ELIMINAZIONE

AEREA (secreto naso-faringeo, saliva, espettorato). Con uno starnuto sono espulse 20.000 goccioline di Pflugge: le goccioline più pesanti scendono contaminando
tutte le superfici (letto, comodino, pavimento), le più piccole rimangono sospese (droplet nuclei).

ORO-FECALE (feci/vomito). Ad esempio virus epatite A, dissenteria.

GENITO-URINARIA (urine e secrezioni gastriche). Ad esempio agenti malattie veneree, bacilli cistopieliti.

CUTANEA (cute). Ad esempio varicella, erisipela.

EMATICA (sangue) il contagio può avvenire con l’impiego di mezzi artificiali contaminati (siringhe, bisturi, trasfusione)
VEICOLI DI INFEZIONE













ACQUA, ARIA, SUOLO
ALIMENTI
PAVIMENTI (spostamento di polveri con presenza di microrganismi, spesso resistenti per l’uso estensivo di soluzioni disinfettanti nella pulizia)
MANIGLIE PORTE
TELEFONI
INTERRUTTORI LUCE
CORRIMANO SCALE E CORRIDOI
BIANCHERIA ED EFFETTI LETTERECCI
RIFIUTI SOLIDI
MATERIALE DI MEDICAZIONE
LIQUIDI BIOLOGICI
STRUMENTARIO
SOLUZIONI INFUSIVE
LA CATENA EPIDEMIOLOGICA DELLE INFEZIONI
PER CONTATTO
CONTATTO DIRETTO: presuppone contatto fisico tra ospite suscettibile e persona infetta o colonizzata
CONTATTO INDIRETTO: comporta contatto tra ospite suscettibile e oggetti o strumenti contaminati (es.
manipolazione biancheria sporca, ferri chirurgici contaminati…).
Esempi di infezioni che si trasmettono per contatto: scabbia, gastroenteriti da Clostridium difficile, infezioni
da microrganismi multiresistenti (enterococchi resistenti ai glicopeptidi, stafilococchi meticillino resistenti)
PER DROPLET
Sono goccioline di diametro superiore ai 5 micron, non rimangono sospese nell’aria, ma si depositano attorno
alla sorgente fino a un diametro di circa 50-100 cm.
Con questo mezzo si trasmettono l’influenza, meningite e polmonite da Meningococco e da Haemophilus
influenzae, parotite, pertosse.
PER VIA AEREA
Le piccole particelle hanno il diametro inferiore ad un micron, per cui rimangono sospese nell’aria per un
lungo periodo e, attraverso la dispersione con le correnti di aria possono essere inalate dall’ospite suscettibile
entro la stessa stanza o a più lunga distanza.
Esempi di infezioni che si trasmettono con questa modalità: tubercolosi polmonare aperta, varicella, morbillo
LA TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI
MISURE DI PREVENZIONE E CONTROLLO

Misure igieniche di base (pulizia, disinfezione, sterilizzazione, eliminazione rifiuti,
sicurezza alimenti)

Igiene delle mani e precauzioni di isolamento funzionale

Misure per infezioni associate a procedure invasive (cateterismo urinario a circuito
chiuso, corretta gestione cateteri venosi…)

Corretta formazione rivolta a preparare ed aggiornare il personale di assistenza;
educazione sanitaria nei confronti di famigliari ed ospiti

Politica dell’uso di antibiotici

Sorveglianza (identificazione tempestiva dei residenti infetti, sorveglianza
continuativa, studi di prevalenza o incidenza per stimare la dimensione del
problema)
IL GOVERNO DELLE INFEZIONI
I CDC (Centers for Diseases Control) di Atlanta hanno elaborato nel 1996 ed aggiornato nel 2007, le linee
guida che definiscono le precauzioni da adottare al fine di ridurre il rischio infettivo in ambito
assistenziale. Tali precauzioni si distinguono in:
 Precauzioni standard: da applicare durante le manovre assistenziali che comportano contatto con sangue,
liquidi corporei, escrezioni, secrezioni, cute non integra, mucose, a tutti gli utenti, indipendentemente
dalla loro diagnosi o dal presunto stato di infezione, al fine di controllare le ICA e tutelare la salute degli
operatori sanitari. Sono:
1. Igiene delle mani
2. Uso dei guanti
3. Utilizzo delle barriere protettive
4. Gestione delle attrezzature/strumentario/presidi utilizzati per l’assistenza all’utente
5. Igiene dell’ambiente
6. Gestione della biancheria/stoviglie
7. Collocazione del degente
8. Educazione sanitaria
9. Formazione
 Precauzioni basate sulla via di trasmissione: si applicano in aggiunta alle standard, nell’assistenza a
utenti con accertata o sospetta infezione o colonizzazione da parte di microrganismi trasmissibili o
epidemiologicamente rilevanti
TIPI DI PRECAUZIONE
LA MANO PRENDE
dal paziente
 dalla cute
 dalle ferite infette
 dal pus
 dalle secrezioni
LA MANO PRENDE
dal personale sanitario




dal viso
dal corpo
dalle mani
dai vestiti
LA MANO TRASFERISCE
 dalle lenzuola
 dalla biancheria sporca
 dagli asciugamani umidi
 da bacinelle e lavandini
 dai bagni
LA MANO CONTAMINA
 pazienti operati
 bambini
 malati gravi
 malati cronici
 anziani
 personale sanitario
LA MANO INFETTA
 le attrezzature sanitarie
 biancheria pulita
 bagni
 piatti e posate
LE MANI DEL PERSONALE SANITARIO SONO IL VEICOLO PIÙ FREQUENTEMENTE
IMPLICATO NELLA TRASMISSIONE DI PATOGENI CORRELATA ALL’ASSISTENZA
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
Nel 1847, Semmelweiss dimostrò che la non adeguata igiene delle mani era associata all’insorgenza di
sepsi puerperale e che l’adozione di un antisettico per la decontaminazione delle mani da parte degli
operatori si associava alla riduzione della mortalità materna.
PRESUPPOSTI FONDAMENTALI
1) la presenza di microrganismi sulla cute del paziente o sulle superfici ambientali in prossimità di esso;
2) Il trasferimento di germi alle mani degli operatori durante attività assistenziali pulite (sollevare il paziente,
misurare il battito del polso, misurare la pressione arteriosa o la temperatura orale, ecc.);
3) I germi sopravvivono sulle mani per periodi variabili (2‐60 minuti) ed, in assenza di igiene delle mani,
questa flora prolifera con aumento della carica batterica;
4) Se la procedura di igiene delle mani non è corretta, la mani rimangono contaminate;
5) Nell’assistere un successivo paziente le mani contaminate possono trasmettere microrganismi al paziente
stesso o alle superfici in prossimità di esso. Tale sequenza è stata documentata in molti eventi epidemici.
Numerosi studi hanno dimostrato che, mediamente, meno del 50% degli operatori esegue
l’igiene delle mani nelle occasioni nelle quali questa sarebbe stata invece indicata.
La recente introduzione di gel e soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani ha consentito di
superare molti tra i problemi di non adesione, con particolare riguardo alla carenza di tempo in
condizioni di elevato carico lavorativo.
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
I microrganismi presenti sulla cute delle mani si possono dividere in due gruppi:

Flora residente, normalmente presente sulla cute, possiede basso potenziale patogeno, è difficile da rimuovere mediante
frizione meccanica

Flora transitoria (ad es. Escherichia Coli, Pseudomonas areuginosa…), acquisita durante il lavoro nel contatto con le
persone assistite, gli oggetti e gli strumenti, è facilmente rimovibile con il lavaggio semplice delle mani ed è la causa della
maggior parte delle ICA.
Numerosi studi hanno dimostrato che sia l’utilizzo di guanti sia la rimozione dei guanti
utilizzati non proteggono completamente dalla contaminazione le mani degli operatori, per
questo è necessaria l’igiene delle mani anche dopo aver tolto i guanti.
L’uso di un agente antisettico senz’acqua a base di alcool è indicato solo quando le mani non siano
visibilmente sporche, nelle seguenti situazioni:

Dopo la rimozione dei guanti

Durante l’assistenza del paziente, quando si passa da una parte contaminata ad una pulita

Prima e dopo il contatto diretto con i pazienti

Prima di utilizzare un dispositivo invasivo per l’assistenza al paziente, indipendentemente dall’uso o meno di guanti

Dopo il contatto con fluidi o escrezioni corporee, mucose o cute non integra o medicazioni della ferita

Dopo il contatto con oggetti inanimati (compresa l’attrezzatura medica) nelle immediate vicinanze del paziente
REGOLE D’ORO
1. TENERE UNGHIE CORTE ED ARROTONDATE per evitare di lesionare i guanti
2. EVITARE L’USO DELLO SMALTO perche’ possono proliferare i batteri che non sono eliminati mediante un lavaggio
semplice delle mani
3. TOGLIERE ANELLI, BRACCIALETTI, OROLOGI DA POLSO, perché potrebbero diventare veicoli di infezione
4. USARE CAMICI CON MANICHE CORTE, per evitare che le mani siano contaminate dalla divisa
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
TIPOLOGIE DI LAVAGGIO DELLE MANI
Si distinguono tre tipi di lavaggio che si differenziano in base alla sostanza utilizzata, al tempo di contatto e
alla durata totale del lavaggio.
1.
LAVAGGIO SOCIALE
ELIMINA LO SPORCO VISIBILE E RIMUOVE LA FLORA TRANSITORIA.
PROCEDURA prevede l’energico sfregamento di tutte le superfici cutanee delle mani con un normale sapone,
seguito da risciacquo sotto un getto d’acqua e da asciugatura con salviette monouso.
DURATA 30 secondi circa.
IMPIEGO prima di eseguire attività assistenziali a basso rischio infettivo:
 INIZIO E TERMINE TURNO DI LAVORO
 PRIMA E DOPO L’USO DEI SERVIZI IGIENICI
 DOPO ESSERSI SOFFIATI IL NASO
 DOPO AVER TOSSITO E STARNUTITO
 DOPO LA RIMOZIONE DEI GUANTI
 PRIMA DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI E DEI FARMACI
 DOPO OGNI ATTO ASSISTENZIALE
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
2.
LAVAGGIO ANTISETTICO
DISTRUGGE LA FLORA TRANSITORIA, RENDE INNOCUA LA FLORA RESIDENTE.
PROCEDURA prevede l’energico sfregamento di dorso, palmo, spazi interdigitali, zona periungueale delle mani,
polsi con circa 5 ml di detergente antisettico in confezione dispenser o monodose (iodopovidone in soluzione
saponosa al 7,5%, o clorexidina in soluzione al 4% associata a sostanze ad azione dermoprotettiva, o il triclosan al
0,5% in soluzione detergente), seguito da risciacquo sotto un getto d’acqua e da asciugatura con salviette monouso.
DURATA 60 secondi circa.
IMPIEGO





PRIMA E DOPO L’EFFETTUAZIONE DI PROCEDURE INVASIVE
PRIMA DI EROGARE PRESTAZIONI A PAZIENTI IMMUNOCOMPROMESSI
PRIMA E DOPO IL CONTATTO CON FERITE
DOPO IL CONTATTO ACCIDENTALE CON MATERIALE BIOLOGICO
IN OCCASIONE DI TECNICHE ASETTICHE CHE RICHIEDONO L’UTILIZZO DI GUANTI STERILI
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
3.
LAVAGGIO CHIRURGICO
RIMOZIONE SPORCO E FLORA TRANSITORIA DA UNGHIE, MANI E AVAMBRACCI, RIDURRE
AL MINIMO LA FLORA RESIDENTE E INIBIRE LA RAPIDA RICRESCITA DEI
MICRORGANISMI
PROCEDURA
◦
bagnare mani e braccia fino a qualche centimetro sopra la piega del gomito con acqua corrente
◦
Versare, azionando con il gomito l’erogatore, circa 5 ml di detergente antisettico in confezione
dispenser o monodose (iodopovidone in soluzione saponosa al 7,5%, o clorexidina in soluzione al 4%
associata a sostanze ad azione dermoprotettiva, o il triclosan al 0,5% in soluzione detergente)
◦
lavare, frizionando per due minuti circa, con particolare attenzione a tutte le zone
◦
Sciacquare con acqua corrente, tenendo le mani sopra il livello dei gomiti. Prendere lo spazzolino
sterile, bagnarlo con soluzione antisettica e spazzolare accuratamente le unghie (circa 30 secondi per
mano).
◦
Risciacquare tenendo le mani sopra il livello dei gomiti
◦
Riprendere una dose di antisettico e lavare nuovamente le mani per circa due minuti
◦
Lavare ogni avambraccio con movimenti circolari per 30 secondi circa
◦
Risciacquare tenendo le mani sopra il livello dei gomiti
◦
Fare attenzione a non toccare con le mani il corpo. Asciugare accuratamente impiegando un telino
sterile per ogni braccio, asciugare ciascun dito, poi la parte restante della mano, infine l’avambraccio
IMPIEGO PRIMA DI EFFETTUARE INTERVENTI CHIRURGICI
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE MANI
I guanti sono efficaci nel prevenire la contaminazione delle mani degli operatori sanitari e contribuiscono a
ridurre la trasmissione dei microrganismi patogeni.
Il personale deve indossare i guanti:
 Di misura adeguata
 Idonei alla prestazione da effettuare (sterili o non sterili)
 L’utilizzo del doppio guanto è considerata pratica appropriata in quelle procedure che comportano contatto
con grandi quantità di sangue o altro materiale biologico
I guanti devono essere:
 Rimossi prima di assistere un altro degente
 Sostituiti quando si verifica una puntura o una lacerazione
 Sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso utente in siti corporei diversi
TIPI DI GUANTI
GUANTI DI GOMMA: lo spessore è la caratteristica principale. Sono utilizzati per pulire
superfici e ambienti, per il trasporto della biancheria sporca o contaminata e dei rifiuti
GUANTI IN POLIETILENE: trasparenti e monouso, ambidestri, utilizzati per manovre in
cui non è necessaria particolare sensibilità tattile
GUANTI IN VINILE O LATTICE: consentono una buona sensibilità tattile, utilizzati per
manovre in cui è richiesta precisione di intervento e alta protezione. Possono essere
sterili o non sterili
PRECAUZIONE STANDARD/USO DEI GUANTI
PROTEZIONI PER OCCHI E VISO
 MASCHERINE CHIRURGICHE MONOUSO
 OCCHIALI O VISIERE MONOUSO O RIUTILIZZABILI
SCOPO: prevenire l’esposizione a schizzi di fluidi biologici, potenziale causa di infezione per l’operatore;
proteggere gli utenti da raffreddore o tosse presentata dagli operatori
MEMO
 Dopo l’uso è importante che i dispositivi di protezione riutilizzabili siano adeguatamente disinfettati
 Le mascherine devono essere a triplo strato, per garantire il potere filtrante
 Quando lo strato interno della maschera, quello adeso alla bocca, è bagnato o rotto occorre sostituire la
mascherina
SOVRACAMICE e COPRICAPO
L’uso del copricapo è indicato per riparare l’operatore da eventuali schizzi e per impedire che i capelli
possano essere fonte di contaminazione per l’utente durante manovre assistenziali asettiche.
L’uso del sovracamice e’ per prevenire la contaminazione degli abiti/divisa durante procedure invasive e
pratiche assistenziali che possono provocare contatto con sangue, liquidi biologici, secrezioni o escrezioni (
CDC 2007).
 Indossare un sovracamice nel contatto diretto con il paziente, se questi ha secrezioni o escrezioni profuse
(CDC 2007)
 Rimuovere il sovracamice ed effettuare l’igiene delle mani prima di lasciare l’ambiente in cui si trova il
paziente
 L’uso routinario di sovracamici non è raccomandato
PRECAUZIONI STANDARD/UTILIZZO BARRIERE PROTETTIVE
Definire politiche e procedure per il contenimento,il trasporto e la manipolazione di
attrezzature destinate all’assistenza del paziente e strumenti / presidi potenzialmente
contaminati con sangue o liquidi biologici
Poiché residui di materiale proteico riducono l’efficacia dei processi di disinfezione e di
sterilizzazione, dopo l’uso, gli strumenti critici e semicritici devono essere sottoposti ad
un intervento di detersione, da effettuare con prodotti raccomandati, prima dei
trattamenti di disinfezione ad alto livello o di sterilizzazione (CDC 2007)
Quando si maneggiano strumenti e dispositivi visibilmente sporchi o che possano essere
stati contaminati da sangue o liquidi biologici, indossare DPI adeguati al livello di
contaminazione atteso.
Gli aghi e gli altri taglienti, dopo essere stati utilizzati, devono essere maneggiati con
cura per evitare lesioni durante lo smaltimento o il re‐processing. I taglienti usati
devono essere smaltiti negli appositi contenitori rigidi posizionati nelle aree dove questi
strumenti sono utilizzati.
PRECAUZIONI STANDARD/GESTIONE ATTREZZATURE
Il materiale riutilizzabile deve essere impiegato per l’assistenza tra un utente e l’altro solo dopo essere
stato correttamente trattato attraverso le fasi di:

DECONTAMINAZIONE: immersione in disinfettante chimico (polifenoli, cloroderivati) di riconosciuta efficacia sull’HIV
prima delle operazioni di smontaggio e pulizia (D.M. 28 settembre 1990).

PULIZIA: è il processo di rimozione dello sporco visibile con acqua e detergenti, anche enzimatici. L’operazione riduce la
carica microbica, va eseguita sotto il getto d’acqua la cui temperatura non deve superare i 45°C per evitare la coagulazione
dei residui di materiale proteico.

DISINFEZIONE: è un processo chimico o fisico che elimina i microrganismi patogeni o riduce la contaminazione microbica
da superfici od oggetti inanimati. Esistono diversi livelli di attività:
alto livello si eliminano tutti i microrganismi tranne le spore:glutaraldeide, acido peracetico, glutaraldeide+fenolo+fenato;
livello intermedio si eliminano la maggior parte dei batteri, funghi e virus:polifenoli, cloroderivati
basso livello si eliminano gran parte di batteri, virus e funghi, ma non i microrganismi resistenti:
Sali d’ammonio quaternario, derivati del cloro a concentrazione<100 ppm
E’ importante rispettare la concentrazione del prodotto, il tempo di contatto, diluire al momento dell’uso, non raboccare mai
le soluzioni disinfettanti, segnare la data di apertura sul flacone.



STERILIZZAZIONE
ASCIUGATURA
CONSERVAZIONE
PRECAUZIONI STANDARD/GESTIONE PRESIDI
E’ importante pulire regolarmente le superfici ambientali, il letto, gli
accessori del letto, le attrezzature poste nelle immediate vicinanze del
degente e tutte le altre superfici frequentemente toccate.
La pulizia delle stanze deve procedere dalle aree più pulite a quelle più
sporche. Per i servizi igienici si dovrebbero prevedere almeno due
interventi quotidiani di pulizia e disinfezione.
PRECAUZIONI STANDARD/IGIENE AMBIENTALE
PER CORRETTA GESTIONE BIANCHERIA:
 Movimentare la biancheria senza creare areosol di polveri che possono contenere
microrganismi (non agitarla o sbatterla)
 Evitare il contatto tra biancheria sporca e la divisa del personale durante le
manovre di raccolta
 Inserire immediatamente la biancheria sporca negli appositi sacchi
 Coprimaterassi e materassi in schiuma di lattice/poliuretano contaminati da
materiale biologico devono essere raccolti in sacchi impermeabili e inviati in
lavanderia per il lavaggio e la disinfezione
 I materassini delle barelle in caso di imbrattamento devono essere lavati e
disinfettati con cloro derivati
 Il materasso va sempre sostituito quando presenta segni di usura o è stato
contaminato da materiale biologico
 La frequenza di sostituzione della biancheria del letto dipende dalla tipologia
dell’ospite: l’obiettivo è quello di garantire le migliori condizioni di comfort e
igiene.
PRECAUZIONI STANDARD/GESTIONE BIANCHERIA
Quando si dispone di un numero limitato di stanze singole è bene occuparle dando la
priorità a:
 Soggetti che presentano condizioni tali da facilitare la trasmissione di materiale infetto
ad altri ospiti (ad es. ferite suppuranti, sindromi diarroiche)
 Soggetti più fragili, a maggior rischio di acquisizione di patologia infettiva e relative
complicanze (immunodepressi, persone con ferite aperte…)
Il cohorting è la pratica che prevede di raggruppare assieme soggetti colonizzati o infettati
dallo stesso microrganismo.
Se non è possibile isolare il soggetto o creare una coorte:
 Evitare di porre il soggetto in isolamento da contatto in stanza con ospiti che presentino
condizioni che possono aumentare il rischio di outcome avverso o facilitino la
trasmissione (ospiti immunodepressi, con ferite aperte…)
 Assicurare una distanza di almeno un metro tra il soggetto affetto e gli altri ospiti; porre
una tenda per separarli, per diminuire le occasioni di contatto
 Cambiare i dispositivi di protezione individuale e praticare l’igiene delle mani dopo il
contatto con ciascun ospite presente nella stessa stanza, che sia o meno l’ospite in
isolamento (CDC Guideline for isolation precautions 2007)
PRECAUZIONI STANDARD/COLLOCAZIONE DELL’OSPITE

Coinvolgere gli utenti e i loro familiari/caregiver fornendo
loro le adeguate informazioni relative alla corretta
applicazione delle misure igienico-sanitarie nell’ambiente
assistenziale, con particolare riferimento all’igiene delle mani.

È importante educare i visitatori all’utilizzo della mascherina
in caso siano portatori di raffreddore o tosse per prevenire la
trasmissione dei microrganismi agli ospiti della struttura.
PRECAUZIONI STANDARD/EDUCAZIONE SANITARIA
FINALITA’ DELL’INIZIATIVA FORMATIVA
Migliorare l’assistenza degli utenti ospiti delle
strutture residenziali attraverso l’aggiornamento e
l’approfondimento delle conoscenze in tema di infezioni
complicanti l’assistenza sanitaria e una rivisitazione
critica della pratica quotidiana alla luce delle più recenti
evidenze scientifiche in tema di misure di prevenzione e
controllo
PRECAUZIONI STANDARD/FORMAZIONE
Si adottano nel caso di ospiti la cui sintomatologia fa supporre la presenza di una specifica patologia
infettiva trasmissibile per contatto e ovviamente nei casi in cui vi sia la diagnosi certa (AD
ESEMPIO DIARREA DA CLOSTRIDIUM DIFFICILE, GASTROENTERITI, ERISIPELA,
HERPES ZOOSTER, SCABBIA)
Igiene delle mani e uso dei guanti:
 porre la massima attenzione al fine di evitare che le mani pulite tocchino superfici o articoli
contaminati (o potenzialmente contaminati) presenti nella sala di degenza o nel bagno del paziente;
 indossare un paio di guanti puliti ogni volta che si entra nella stanza di degenza e rimuoverli prima
di lasciare la stanza;
 i guanti utilizzati devono essere sostituiti subito dopo il contatto con materiale biologico (feci, cute
non integra, ferite) o con dispositivi contaminati (materiale di medicazione, padelle ecc.);
 effettuare l’igiene delle mani dopo aver rimosso i guanti e appena usciti dalla sala di degenza.
Uso dei camici e dei copricapo:
 quando si prevede un importante contatto della divisa con l’utente, con strumenti/presidi o superfici
contaminati, indossare un camice di protezione;
 in particolare si sottolinea l’importanza dell’utilizzo del camice nell’assistenza di degenti
incontinenti, di portatori di ileo o colonstomia, in presenza di diarrea o di drenaggi/ferite non
protetti da una medicazione;
 rimuovere il camice prima di lasciare la sala di degenza e procedere al suo smaltimento;
 il copricapo è utile per proteggere l’operatore e per impedire che i capelli dell’operatore stesso
diventino fonte di contaminazione per l’utente.
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE NELLA TRASMISSIONE PER
CONTATTO
Gestione attrezzatura e strumentario:
 l’assegnazione di dispositivi/strumenti non critici (termometro, fonendoscopio,
sfigmomanometro, materiale per cure igieniche) a ogni singolo utente. In
particolare, in caso di gastroenteriti, anche padelle e pappagalli devono essere
assegnati a ogni singolo degente portatore dell’infezione. Trattare con modalità di
disinfezione appropriata il materiale a ogni utilizzo e al termine delle misure
specifiche di prevenzione.
 Limitare gli spostamenti e il trasporto dell’utente al di fuori della stanza di degenza
solamente nei casi strettamente indispensabili e adottando i seguenti accorgimenti:
informare il personale della struttura presso la quale l’utente viene trasferito e/o
l’addetto al trasporto; assicurarsi che vengano mantenute le precauzioni
 Igiene ambientale: particolare attenzione deve essere rivolta all’igiene dei servizi
igienici soprattutto in presenza di infezioni gastrointestinali
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE NELLA TRASMISSIONE PER
CONTATTO

Gestione biancheria: la biancheria va raccolta negli appositi contenitori
riducendo le manovre di contaminazione ambientale (ad es. gettarla sul
pavimento). Usare sacchi idrosolubili.

Educazione sanitaria:istruire l’utente e/o i caregiver sulle norme igieniche
da osservare per prevenire la diffusione di microrganismi ad altri degenti o
all’ambiente (ad es.igiene delle mani dopo ogni contatto con materiale
biologico); regolamentare l’accesso dei visitatori e informarli sulle norme
igieniche da osservare durante la visita al degente (non sedersi sul letto,
lavaggio delle mani se contatto con utenti, uso del camice/guanti ecc.) e
nella gestione dei suoi effetti personali (lavaggio separato della biancheria
a domicilio ecc.).
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE NELLA TRASMISSIONE PER
CONTATTO
Protezione respiratoria: indossare la mascherina chirurgica se si lavora a meno di
un metro di distanza dal degente;
Collocazione dell’utente: Se non è disponibile la camera singola e non è possibile
il raggruppamento di utenti con stessa patologia, è necessario mantenere una
separazione spaziale di circa un metro tra il degente portatore dell’infezione e gli
altri degenti o visitatori;
Trasporto dell’utente: spostare l’utente dalla sala di degenza solo se veramente
indispensabile, far indossare al degente una mascherina chirurgica
Educazione sanitaria: istruire l’utente e/o caregiver sulle norme igieniche da
osservare per prevenire la diffusione di microrganismi ad altri degenti o
all’ambiente (ad es. coprirsi naso e bocca con salviette monouso durante gli
accessi di tosse, eliminare le secrezioni respiratorie su teli/arcelle monouso);
regolamentare l’accesso dei visitatori (non più di uno/due per volta) e informarli
sull’uso della mascherina che copra naso e bocca e sul lavaggio delle mani prima
di uscire dalla stanza.
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE NELLA TRASMISSIONE PER
DROPLET
Collocazione dell’utente: Se la camera singola non è disponibile, più utenti con la stessa patologia
possono condividere la stessa stanza (eccetto nei casi di tubercolosi)
Protezione respiratoria: per entrare nella stanza di degenza è necessario indossare una protezione
respiratoria. In caso di tubercolosi polmonare aperta, la protezione respiratoria corretta è costituita dai
facciali filtranti FFP2. In caso di degente con accertata o sospetta varicella o morbillo, gli operatori non
immuni non dovrebbero entrare, se sono disponibili altri operatori immuni. Se gli operatori non immuni
devono entrare nella stanza, devono indossare una mascherina chirurgica; per le persone immuni non
sono necessarie protezioni respiratorie
PRECAUZIONI AGGIUNTIVE NELLA TRASMISSIONE PER VIA
AEREA
PREVENZIONE DI INFEZIONI ASSOCIATE A
SPECIFICHE MANOVRE ASSISTENZIALI
INFEZIONI URINARIE CATETERE-CORRELATE
GESTIONE DEI CATETERI VENOSI CENTRALI E
PERIFERICI
GESTIONE DELLE MEDICAZIONI
Le infezioni delle vie urinarie (IVU) correlate al catetere sono conseguenza diretta e
frequente dell’introduzione, a scopo diagnostico o terapeutico, di un catetere o di uno
strumento urologico (cistoscopio ecc.) a livello delle vie urinarie. Si stima che nelle
residenze per anziani il 7-10% dei pazienti sia portatore di catetere vescicale a
Permanenza.
Le principali fonti di infezione
• colonizzazione del meato uretrale;
• contaminazione del sistema di drenaggio urinario;
• mani del personale;
• cistoscopi o altri strumenti utilizzati sull’apparato genito-urinario durante manovre
invasive.
Modalità di trasmissione
 l’inserzione del catetere: i microrganismi presenti a livello del meato uretrale o dell’uretra
distale possono essere veicolati in vescica durante l’inserzione del catetere;
 la via ascendente intraluminale: i microrganismi che contaminano la sacca o il catetere
possono risalire in vescica trasportati dalle urine oppure possono risalire lungo la superficie
del catetere stesso;
 la via ascendente extraluminale: i microrganismi presenti a livello del meato uretrale
possono risalire all’esterno del catetere, lungo lo spazio esistente tra catetere
e mucosa uretrale.
INFEZIONI URINARIE CATETERE-CORRELATE
I cateteri uretrali devono essere inseriti solo in presenza di una
precisa ed espressa indicazione clinica e devono essere rimossi il più
presto possibile, non appena l’indicazione all’uso cessi di esistere.
 Nei pazienti incontinenti o lungodegenti, è opportuno valutare la
necessità di ricorrere a metodi alternativi al cateterismo uretrale a
permanenza. I pannoloni sono da preferire nei pazienti con
autonomia motoria e nelle donne. Il condom può essere utilizzato nei
pazienti maschi allettati cooperanti.
 Per ridurre il rischio di lesioni, utilizzare il catetere delle dimensioni
più piccole possibili, in grado di assicurare un buon drenaggio.
Igiene delle mani.
Deve sempre essere effettuata:
• prima e dopo l’inserzione del catetere;
• prima e dopo ogni manipolazione del sistema di drenaggio.
Norme di asepsi durante l’inserimento del catetere.
La tecnica e il materiale per l’inserimento del catetere vescicale devono
essere sterili

RACCOMANDAZIONI ALL’USO DEL CATETERE
VESCICALE
È raccomandato l’uso di sacche a circuito chiuso con rubinetto di drenaggio terminale. La sacca di
drenaggio non dovrebbe essere mai sconnessa dal catetere per tutta la durata del cateterismo.
Le caratteristiche essenziali di un sistema a circuito chiuso sono:

sterilità;

presenza di un rubinetto di svuotamento;

presenza di un punto di prelievo per l’urina;

presenza di una valvola antireflusso.
Si evidenziano inoltre l’importanza delle seguenti misure:

effettuare prelievi di campioni di urina utilizzando tecniche asettiche;

assicurare il libero deflusso delle urine, evitando il clampaggio e le piegature del catetere e del
tubo della sacca di drenaggio;

mantenere costante il flusso urinario svuotando regolarmente la sacca di drenaggio e
mantenendola sempre sotto il livello della vescica della persona assistita.
Non ci sono evidenze riguardo l’intervallo ottimale per la sostituzione dei cateteri negli utenti
sottoposti a cateterismo urinario a lungo termine. La loro sostituzione dipende dalla necessità clinica
di mantenimento del catetere vescicale e dalla natura del materiale di cui sono costituiti. Vanno
tenute in considerazione le indicazioni del fabbricante.
Inoltre, la sostituzione è indicata in presenza di incrostazioni o biofilm
È indicato sostituire i cateteri ostruiti piuttosto che effettuare la disostruzione degli stessi.
RACCOMANDAZIONI ALL’USO DEL CATETERE
VESCICALE
TIPI CATETERE
PUNTO INSERZIONE
COMMENTO
VENOSO PERIFERICO
AVAMBRACCIO O MANO
POSSIBILI FLEBITI SE USO
PROLUNGATO, RARE BATTERIEMIE
CVC NON TUNNELLIZZATO
VENA CENTRALE (SUCCLAVIA,
GIUGULARE INTERNA, FEMORALE)
E’ IL MAGGIORMENTE ASSOCIATO
A BATTERIEMIE
CVC A INSERZIONE PERIFERICA
VENA BASILICA, CEFALICA O
BRACHIALE, ENTRA NELLA VENA
CAVA SUPERIORE
TASSO DI INFEZIONE INFERIORE
RISPETTO AL CVC NON
TUNNELLIZZATO
CVC TUNNELLIZZATO
INSERITO IN SUCCLAVIA,
GIUGULARE INTERNA O VENA
FEMORALE
LA CUFFIA IMPEDISCE LA
MIGRAZIONE DEI MICRORGANISMI
LUNGO IL CATETERE; IL TASSO DI
INFEZIONE E’ MINORE RISPETTO
AL CVC NON TUNNELLIZZATO
CVC TOTALMENTE IMPIANTABILE
(PORT)
INSERITO IN SUCCLAVIA O VENA
GIUGULARE INTERNA E’
COLLEGATO AD UN PORT, OSSIA
UNA CAMERA CHIUSA
SUPERIORMENTE DA UN SETTO
PERFORABILE PER VIA
TRANSCUTANEA CON UN AGO
E’ IL CVC A MINOR RISCHIO
ASSOCIATO DI BATTERIEMIA, NON
NECESSITA DI MANUTENZIONE
LOCALE; LA RIMOZIONE E’
CHIRURGICA
GESTIONE CATETERI VENOSI CENTRALI E PERIFERICI







Osservare un’appropriata igiene delle mani, sia mediante il lavaggio con i
convenzionali saponi antisettici, sia con gel o soluzioni alcoliche. Lavarsi le mani
prima e dopo la palpazione, l’inserimento, la sostituzione, l’accesso, la medicazione
di qualsiasi catetere. La palpazione del punto di inserzione non deve essere
effettuata dopo avere applicato l’antisettico, a meno che non sia mantenuta una
tecnica asettica.
Utilizzare garze sterili o medicazioni sterili trasparenti e semipermeabili per coprire il
sito di inserzione del catetere. Se il paziente presenta abbondante sudorazione o se
il sito di inserzione sanguina o trasuda, è preferibile applicare una garza sterile
piuttosto che una medicazione trasparente semipermeabile.
Sostituire la medicazione se essa diviene umida, visibilmente contaminata o se si
stacca.
Non esporre il catetere all’acqua. Le cure igieniche sono consentite solo se possono
essere adottate tutte le precauzioni per ridurre la probabilità di introdurre
microrganismi all’interno del catetere (ad es. se il catetere e il dispositivo di
connessione al circuito sono protetti da una pellicola impermeabile).
Negli adulti riposizionare i CVP almeno ogni 72-96 ore per ridurre il rischio di flebiti.
Rimuovere immediatamente il dispositivo se non è più necessario
Lavare routinariamente il CVP con soluzione fisiologica attraverso il tappino, a meno
che il CVP non sia stato utilizzato per ottenere un campione di sangue, nel qual caso
deve essere usata una soluzione contenente eparina (10 unità per ml).
RACCOMANDAZIONI PER GESTIONE CVP E CVC
In RSA le principali tipologie di medicazioni da effettuare sugli assistiti sono legate a:
interventi chirurgici, dispositivi medici (PEG, CVC) o lesioni cutanee (lesioni da pressione, erisipele con
ulcerazioni, ulcere nel piede diabetico).
OBIETTIVI:

prevenire l’infezione della ferita;

prevenire e controllare la diffusione dell’infezione nel trattare una lesione infetta.
Corretto approccio assistenziale alla gestione della medicazione

Effettuare l’igiene delle mani prima e dopo aver eseguito la medicazione.

Utilizzare i guanti sterili su ferite sterili o utilizzare strumentario sterile eseguendo la medicazione
con tecnica no-touch.

Non utilizzare lo stesso paio di guanti per rimuovere la medicazione sporca e riposizionare la
medicazione pulita.

Programmare le medicazioni dando la priorità alle ferite pulite rispetto alle ferite contaminate o
sporche.

In caso di ferite purulente/infette garantire il materiale di medicazione dedicato (disinfettante,
garze ecc.) all’utente portatore di tale lesione.

Gli operatori che eseguono le medicazioni non devono portare anelli o bracciali, devono indossare
camici e divise pulite

La tecnica di medicazione deve essere asettica, per cui è necessaria la presenza di due operatori:
uno esegue la medicazione, l’altro ha il compito di porgere il materiale necessario.

La medicazione va rinnovata ogniqualvolta si presenti bagnata o umida, perché in tali condizioni
non è più barriera contro i microrganismi provenienti dall’ambiente esterno.

Stabilire una frequenza di valutazione della ferita e registrare sia la valutazione della cute che
l’intervento di medicazione.
GESTIONE DELLE MEDICAZIONI
PROTOCOLLO PER LA
GESTIONE DEI PAZIENTI
AFFETTI DA DIARREA DA
CLOSTRIDIUM DIFFICILE
ESPERIENZA A.S.C. “CREMONA SOLIDALE”
Il Clostridium difficile (CD) è un batterio Gram positivo, anaerobio e
sporigeno, produttore di Tossina A e B ed è il principale patogeno
delle epidemie di diarrea in ambito ospedaliero.
L’infezione si verifica a seguito dell’ingestione orale delle spore che,
superando la barriera gastrica dello stomaco, si convertono nella
forma vegetativa nel colon con conseguente alterazione e
distruzione della flora batterica intestinale.
Le spore possono resistere anche per mesi nell’ambiente esterno!
DEFINIZIONE
PATOGENESI
MODALITA’ TRASMISSIONE
Tipo di infezione
Diarrea
Altri sintomi
Portatore asintomatico
Assente
Assenti
Diarrea senza colite
Da lieve a moderata
Crampi e dolori
addominali
Colite senza
pseudomembrane
10+ scariche/dì
Nausea, inappetenza,
febbre, disidratazione,
scadimento condizioni
generali
Colite pseudomembranosa
10+ scariche/dì
Nausea, inappetenza,
febbre, disidratazione,
scadimento condizioni
generali
Marcata distensione
addominale
MANIFESTAZIONI CLINICHE
RECENTE TERAPIA ANTIBIOTICA (FLUOROCHINOLONI, CEFALOSPORINE, PENICILLINE,
CLINDAMICINA), SPECIE SE PROTRATTA PER ALMENO 6-8 SETTIMANE
ASSENZA DI ALTRE CAUSE DI DIARREA
ETÀ ≥ 65 ANNI
PRECEDENTI INTERVENTI DI CHIRURGIA GASTROINTESTINALE
SONDINO NASOGASTRICO O GASTROSTOMIA
ASSUNZIONE DI INIBITORI DI POMPA PROTONICA
PERMANENZA IN OSPEDALE (>7 GIORNI) O IN STRUTTURE RESIDENZIALI
RECENTE EPISODIO DI CDAD (POSSIBILE RECIDIVA)
RECENTE ESPOSIZIONE A CASI DI CDAD
PRESENZA DI GRAVI PATOLOGIE DI BASE
CHEMIOTERAPIA ANTIBLASTICA
IMMUNODEPRESSIONE
FATTORI DI RISCHIO PER CDAD (INDIVIDUALI)
CDAD (C DIFFICILE ASSOCIATED DIARRHOEA)

Scarso rispetto delle precauzioni standard nella
struttura

Scarsa conoscenza e applicazione delle precauzioni
aggiuntive per contatto (diarrea)

Pressione antibiotica e utilizzo di PPI

Presenza di casi nell’ospedale di riferimento
FATTORI DI RISCHIO PER CDAD (DI SISTEMA)
•
Sospetto diagnostico in caso di diarrea abbondante, con feci
caratteristicamente maleodoranti
•
Ospite recentemente dimesso da un ospedale
•
Ospite proveniente da altra struttura con casi di CDAD
•
Presenza di fattori di rischio individuali, specialmente: terapia
•
Attivare immediatamente le misure di controllo per CDAD
(operatori, visitatori, ospite)
•
Richiedere immediatamente la ricerca Ag e tossine sulle feci
(disponibilità dei contenitori, laboratorio con sistema di refertazione e
comunicazione rapida)
antibiotica, patologia cronica grave, recente episodio di CDAD
Nel dubbio diagnostico:
IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI CASI
•
Politiche di utilizzo di antibiotici e PPI
•
Conoscenza e applicazione corrente delle misure
igienico- sanitarie di buone pratiche assistenziali
(precauzioni standard)
•
Conoscenza e applicazione delle precauzioni
aggiuntive per contatto
•
Presenza di strumenti specifici per CDAD: procedura
per il controllo, materiale informativo per ospiti e
visitatori, formazione per tutti gli operatori (inclusa
ditta pulizie)
MISURE PREVENTIVE
Invio entro 2 ore di un campione di feci liquide per 3
scariche successive (NB: le feci formate non sono idonee
per la ricerca del CD!).
 Richiedere la coprocoltura solo in caso di Epidemia o
Cluster epidemico
 Per la ricerca della tossina e/o l’esame colturale è
sufficiente un campione liquido di 1-2 ml
 I campioni fecali vanno riposti nei contenitori per le feci
 Se il campione di feci è positivo il CD test non è da ripetere
nei 28 giorni successivi.
 Se il campione di feci è negativo, ma con sintomi/segni
persistenti, il CD test va ripetuto
Accorgimenti speciali per ridurre il deterioramento
 Se non è possibile processare il campione entro 2 ore,
refrigerare a 4°C al massimo per 2 giorni.
 Dopo il trattamento, non effettuare test a conferma
della guarigione.

PROCEDURA RACCOLTA FECI
Stanza singola o sistemazione per coorte.
Se la camera non è dotata di servizi igienici è consigliato riservare un bagno ad uso esclusivo
di questi pazienti.
L’isolamento da contatto va mantenuto fino a 48 ore dopo la risoluzione della diarrea.
Predisposizione della camera di degenza per isolamento da contatto
All’esterno della camera (o nella zona filtro) predisporre un carrello/ripiano su cui riporre:
 Guanti monouso
 Camici monouso non sterili (l’uso dei camici è indicato solo in caso di epidemia o in caso di
stretta assistenza al paziente; es: cure igieniche o contatto diretto con feci)
All’interno della stanza predisporre:
 contenitore per rifiuti sanitari pericolosi (halipack)
 contenitore rigido per lo smaltimento di aghi e taglienti (halibox)
 padella e pappagallo personale se usati
Se la stanza è dotata di bagno, attrezzare il lavandino con sapone antisettico (Neoxidina mani
– Clorexidina gluconato al 4%) e salviette asciugamani monouso.
Il materiale sanitario dedicato (sfigmomanometro, fonendoscopio, termometro) è conservato
separatamente in apposita scatola contenitore ed è opportunamente disinfettato, con
soluzione a base di ipoclorito di sodio, nel passaggio da un paziente infetto all’altro.
COLLOCAZIONE DEL PAZIENTE
Trasporto del paziente
- Limitare il trasporto del malato al minimo indispensabile.
- Avvisare prima del trasporto i Servizi di diagnosi (Radiologia, Ambulatori, etc.) e il
Servizio di ambulanze delle condizioni del malato.
Medicazioni
Utilizzare un carrello o un vassoio dedicato per le medicazioni, eseguirle per
ultime. Al termine pulire e disinfettare il materiale riutilizzabile.
Parenti e visitatori
 Regolamentare l’accesso di parenti e visitatori che può avvenire solo dopo aver
addestrato all’utilizzo dei guanti e dei camici;
 Per ogni degente è ammesso un solo visitatore per volta
 Far lavare le mani a parenti e visitatori con soluzione antisettica prima di aver
lasciato la camera di degenza.
MISURE ASSISTENZIALI
- I pazienti infetti devono essere lavati per ultimi
- Indossare guanti monouso e camici non sterili prima di accedere nella stanza.
-
Durante l’attività assistenziale sostituire immediatamente i guanti dopo un contatto con
materiale fecale per limitare la contaminazione ambientale.
- Rimuovere i guanti ed il camice arrotolandolo verso l’interno, prima di lasciare la camera di
degenza e comunque prima di qualsiasi altra attività assistenziale su altri pazienti;
eliminarli nel contenitore per rifiuti sanitari pericolosi posto all’interno della camera di
degenza.
- Lavarsi le mani con un detergente antisettico (Neoxidina mani–Clorexidina gluconato al 4%)
immediatamente dopo aver rimosso i guanti e prima di compiere qualunque altra azione.
-
Dopo aver rimosso i guanti ed essersi lavati le mani assicurarsi di non toccare oggetti o
superfici potenzialmente contaminate nella camera del paziente onde evitare il trasporto di
microrganismi su altri pazienti e/o ambienti.
MISURE ASSISTENZIALI
In ogni camera è predisposto un tavolino con biancheria pulita, telini monouso,
pannoloni, salviettine umidificate, salviette monouso asciutte, sapone liquido, brocca,
sacchetti gialli in cui riporre i pannoloni sporchi prima di essere riposti nell’halipack.
Ogni giorno la biancheria del letto deve essere sostituita. La biancheria sporca deve
essere maneggiata con cautela, avendo cura di non contaminare l’ambiente e/o
l’operatore. Introdurre la biancheria sporca all’interno dell’apposito sacco idrosolubile e
provvedere alla chiusura dello stesso prima di trasportarlo fuori dalla stanza.
Indumenti del paziente: a domicilio garantire un adeguato trattamento della
biancheria del paziente suggerendo un ciclo di lavaggio automatico separato a 60-90°C
con aggiunta di ipoclorito di sodio o perborato.
MISURE ASSISTENZIALI
Durante le operazioni giornaliere di pulizia procedere alla pulizia della stanza e
successivamente disinfettare i pavimenti, servizi igienici, gli arredi e l’unità del paziente con
soluzione a base di ipoclorito di sodio ponendo particolare attenzione a tutti gli oggetti che
entrano in contatto con le mani del paziente e/o operatore (maniglie, rubinetterie, pulsanti
della luce, campanello, etc.)
La stanza di degenza o dove è accolto il paziente, deve essere sanificata per ultima (il
materiale utilizzabile per la pulizia deve essere dedicato esclusivamente per la stanza di
isolamento e dopo l’uso pulirlo e disinfettarlo)
Porre particolare attenzione alle feci e agli oggetti contaminati da esse poichè possono fungere
da veicolo di trasmissione (in particolare padelle, comode, sponde del letto).
Alla dimissione del paziente:
 sostituire tutti gli effetti letterecci (compresi coprimaterasso,materasso, coperta, cuscini,
materassi antidecubito..) ed inviarli alla disinfezione;
 effettuare pulizia accurata dei locali, degli arredi (letto, comodino, armadio, sedie, tavolino,
etc) e degli oggetti utilizzati (vassoi, sostegno per fleboclisi, carrozzina, pulsanti della luce
e del campanello, maniglie, etc);
 disinfettare barella e/o carrozzina adibita al trasporto del malato.
PULIZIA E DISINFEZIONE
MOTIVAZIONI ALLA SORVEGLIANZA DELLE ICA
NELLE STRUTTURE RESIDENZIALI (LTCFS)

Numero di persone assistite in queste strutture in aumento

Frequenza delle infezioni sovrapponibile a quella negli ospedali per acuti

Le LTCFs rappresentano un serbatoio per i patogeni resistenti agli antibiotici
(MRSA, VRE, Gram negativi ESBL, MBL, pneumococchi penicillina-resistenti, ecc.)

La sorveglianza delle infezioni, dell’antibiotico resistenza e dell’uso di antibiotici è
essenziale per aumentare la percezione della rilevazione del problema.

Le attività di sorveglianza e controllo in queste strutture sono costo-efficaci
Letteratura, Documenti di indirizzo*, Piano della prevenzione 2010-2012 RER
*RIF. Progetto INF-OSS: Sorveglianza delle Infezioni correlate all’assistenza nelle strutture resistenziali per anziani CCM e ASSR RER
GRAZIE PER L’ATTENZIONE