Una commode di Gaspare Bassani con un capriccio architettonico

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Una commode di Gaspare Bassani con un capriccio architettonico
Una commode di Gaspare Bassani con un capriccio architettonico da Le antichità di
Ercolano esposte
E’ opera interessante per la storiografia del mobile italiano neoclassico questa commode
di cui si scrive; inedita aggiunta al catalogo di quell’abile ebanista e intarsiatore milanese
che per alcuni anni siglò con il monogramma GBM alcuni mobili di eccellente qualità spesso confusi dalla storiografia novecentesca come opere della “bottega Maggiolini”1.
Oggi è noto come dietro quell’acronimo si celi Gaspare Bassani, per alcuni anni stretto
collaboratore di Giuseppe Maggiolini nella bottega di Parabiago, che dopo il 1789 istituì
un proprio laboratorio dando il via a una produzione autonoma ma sempre influenzata
dal gusto del Maestro, nella quale compaiono modelli ornamentali derivati dai disegni
dell’archivio di Giuseppe Maggiolini (ancora oggi conservati presso il Fondo Maggiolini
del Gabinetto dei disegni delle Raccolte d’Arte milanesi).
L’opera più arcaica che di lui si conosce è il tavolo, già in collezione Meli lupi di Soragna,
firmato Gaspare Bassani e datato 1789, reso noto anni or sono da Alvar GonzàlezPalacios2. Sono poi note da tempo due commodes che presentano tarsie derivate da una
cineseria impiegata da Maggiolini per la scrivania dell’Imperatrice Maria Teresa
d’Austria nel 17723; un altro mobile presenta fregi intarsiati da Maggiolini su due
commodes eseguite nel 1777 per il banchiere e mecenate milanese Antonio Greppi4.
Ora ecco comparire questa inedita commode di cui si scrive su cui compaiono altri due
disegni per gli intarsi già impiegati da Maggiolini in due importanti mobili da tempo noti
agli studi.
Sul frontale del cassetto sottopiano e sulle corrispondenti fasce dei fianchi del nostro
mobile, Bassani intarsia un fregio con foglie d’acanto derivato da un gruppo di disegni
ancora oggi tra le carte maggioliniane e impiegati per le fasce di un piccolo tavolo
eseguito per il principe Giberto II Borromeo5(Figg.1,2). Si tratta dei fogli del Fondo A
370 (Fig.4) e delle sue derivazioni A 347, A 361 e B 363 (fig.5), che testimoniano di una
meticolosa messa a punto da parte di Maggiolini di questo dettaglio ornamentale che, va
anche detto, deriva da un fregio inciso da Giocondo Albertolli (Fig.3) alla tavola X del
volume Ornamenti diversi edito a Milano nel 1782 (Fig.6). Bassani ne da una versione di
proporzioni e intervalli differenti, ma il debito di derivazione dal modello
maggioliniano/albertolliano è del tutto evidente, addirittura palmare.
G.Nicodemi, Mostra commemorativa di Giuseppe Maggiolini, Milano, 1938. G.Morazzoni,
Il mobile intarsiato di Giuseppe Maggiolini, Milano, 1953
2 A.Gonzàlez-Palacios, Il tempio del Gusto, Milano, 1986, Vol.II, fig.533 e sgg.
3 G.Beretti, Laboratorio, Milano, 2005, p. 92 e sgg.
4 G.Beretti, Op.cit., 2005, p. 30 e sgg.
5 G.Beretti. Op.cit., 2005, p. 56 e sgg.
1
E’ però un altro e più importante modello maggioliniano a comparire sul nostro mobile
che qui ci interessa segnalare come dato significativo. Ci riferiamo alla veduta con rovine
antiche nella riserva circolare al centro del fronte. Per questo intarsio Bassani impiega
un foglio celeberrimo di Giuseppe Levati (Fig.7), tratto da una tavola dei cinque volumi
Le antichità di Ercolano esposte, edito a Napoli sotto gli auspici di Carlo III di Borbone tra
il 1757 e il 1771, ancora oggi conservato tra le carte di Giuseppe Maggiolini (B 125)
assieme ad altri tre della medesima serie (B 122, 123, 124). Maggiolini tradusse in legno
questa serie per le tarsie di alcuni importanti mobili oggi noti: il secrétaire oggi presso il
Museo d’arte di Stupinigi6, eseguito nel Maggio 1790 per l’Arciduchessa Maria Beatrice
d’Este, moglie dell’Arciduca Ferdinando e consegnato alla Villa di Monza (Fig. 8), e
quello oggi in collezione privata7 (Fig.9).
Anche il resto del partito ornamentale del mobile - il rosone al centro del piano, il vaso
tra i racemi sui fianchi e le candelabre sui pilastri - presentano forti similitudini con i
modelli maggioliniani. Ma qui si tratta di punti di contatto generici, non circostanziati
come quelli di cui si è detto. Il rosone al centro del piano probabilmente Bassani lo
trasse da quel vasto repertorio, al tempo assi diffuso in Italia, che fu il Manuale di Vari
ornamenti di Carlo Antonini edito nel 1781.
Il gusto cromatico della superficie, dominata da ampie stesure di luminoso bois de rose e
incorniciature di oscuro palissandro, corrisponde a quello dell’arredo milanese del
tempo, ossia dell’ultimo decennio del XVIII secolo sino al 1814, anno della fine del
governo napoleonico sulla Lombardia e anche della morte di Giuseppe Maggiolini. Una
datazione per il nostro mobile attorno alla seconda metà della nona decade del
Settecento è del tutto plausibile.
Il mobile reca sul fondo un’antica iscrizione a tempera, da leggere V.B . Si tratta
verosimilmente delle iniziali del nome e cognome di un ignoto proprietario del mobile
nel corso dell’Ottocento.
Milano, Novembre 2014
Giuseppe Beretti
G.Beretti, Giuseppe e Carlo Francesco Maggiolini. L’officina del Neoclassicismo, Milano,
1994, p. 106 e sgg.
7 G.Beretti, Op.cit., 2005, p. 70 e sgg.
6
Fig.1
Giuseppe
Maggiolini
Tavolino
intarsiato
in
legni
vari.
1785
ca.
Collezione
privata
Fig
2
Giocondo
Albertolli,
Disegno
di
fregio.
1780
ca.
Matita
su
carta
bianca.mm32x46,7
Bellinzona,
Archivio
Cantonale,
Fondo
Albertolli
Fig.3
Giuseppe
Maggiolini
Dettaglio
del
tavolino
alla
figura
1
Fig.4
Giuseppe
Maggiolini
e
collaboratori
Studio
di
fregio.
Matita
e
penna
acquerellata
su
carta
bianca,
mm.
75x105
Milano,
Civico
Gabinetto
dei
disegni,
Raccolta
Maggiolini,
Inv.
A
370
Fig.5
Giuseppe
Maggiolini
e
collaboratori
Studio
di
fregio.
Matita
e
penna
acquerellata
su
carta
bianca,
mm.
78x175
Milano,
Civico
Gabinetto
dei
disegni,
Raccolta
Maggiolini,
Inv.
A
363
Fig.
6
Giocondo
Albertolli
Tavola
X
del
volume
Ornamenti
diversi
inventati
ed
eseguiti
da
Giocondo
Albertolli.
Milano
1782
Fig.7
Giuseppe
Levati,
Antiche
rovine
(da
Le
antichità
di
Ercolano
esposte).
1780
ca.
Penna
e
tempera
acquerellata
su
carta
bianca.
mm.259x191.
Milano,
Civico
Gabinetto
dei
disegni,
Raccolta
Maggiolini,
Inv.
B
125
Fig.
8
Giuseppe
Maggiolini
Secrétaire
intarsiato
in
legni
vari.
!790
Stupinigi,
Palazzina
di
Caccia
Fig.9
Giuseppe
Maggiolini
Secrétaire
intarsiato
in
legni
vari.
1790
ca
Collezione
privata