Scheda lotto 502 - Il Ponte Casa D`Aste

Transcript

Scheda lotto 502 - Il Ponte Casa D`Aste
Pagine 1-48.qxp_Layout 1 06/10/16 15:46 Pagina 42
502
Giuseppe Maggiolini (Parabiago 1738 - 1814). Tavolo da gioco
con piano apribile con movimento a molla, intarsiato al centro
a trionfo musicale entro cornice a motivi concatenati,
specchiature a mascheroni che sorreggono foglie d'acanto e
fiori, angoli a delfini e valve di conchiglia. Fasce e bordure
filettati ed intarsiati a motivi vegetali. Gambe tornite e
rastremate (cm 82x74x82) (difetti)
Giuseppe Maggiolini (Parabiago 1738 - 1814) .Marquetry
inlaid games table (defects)
€ 10.000,00/12.000,00
Un tavolo da gioco verso il 1784
Sono un numero quasi infinito i tavoli da gioco che Giuseppe
Maggiolini eseguì nel corso della sua cinquantennale carriera.
La maggior parte furono eseguiti negli anni del governo
napoleonico tra il 1800 e il 1814 per il palazzo imperiale di
Milano, per il Ridotto del teatro alla Scala, per la villa vicereale di
Monza - e per quella Pisani a Stra dove ancora se ne conservano
numerosi. Numerosi furono poi quelli eseguiti per i più
aggiornati palazzi privati, necessari alla vita sociale della nobiltà
milanese.
L’inedito tavolo di cui si scrive non rientra nel novero
dell’infinito numero; rappresenta piuttosto, allo stato degli studi,
l’archetipo di questa tipologia la cui diffusione ottocentesca
contribuirà, più di ogni altro mobile prodotto a Parabiago, al
consolidamento del “brand” Maggiolini, destinato a durare a
lungo, praticamente sino ai giorni nostri.
Giuseppe Maggiolini eseguì quest’opera attorno alla metà degli
anni Ottanta. E’ il periodo più felice della carriera del celebre
ebanista, appena insignito del titolo di Intarsiatore delle
LL.AA.RR. (Loro Altezze Reali). Sono gli anni delle prestigiose
commesse arciducali, dei donativi commissionati dall’Arciduca
Ferdinando per per le corti di San Pietroburgo, Napoli, Modena,
di quelle numerose per la nobiltà del ducato più ambiziosa e
smaniosa di sfoggiare nei propri palazzi rinnovati secondo il
nuovo gusto neoclassico le opere dell’ebanista di corte.
Risalgono a questo periodo alcune dei più importanti mobili
eseguite in collaborazione col pittore Giuseppe Levati che gli
fornì splendidi disegni di invenzioni ornamentali ancora
conservati nel Fondo dei disegni di Bottega presso il Gabinetto
dei disegni delle Raccolte artistiche del Comune di Milano.
Nel 1782 vede la luce il primo volume di Giocondo Albertolli
Ornamenti diversi, uno dei più celebri repertori della decorazione
neoclassica; nel 1786 è la volta degli Opuscoli di Agostino Gerli
in cui si ricordano le opere del “celebre Signor Maggiolini le
opere del quale si lasciano di gran lunga indietro le più
commendate del Cinquecento”. Del 1784 è l’esecuzione da
parte di Maggiolini di un capolavoro perduto: la commode per
il marchese Domenico Serra, destinata al più bel palazzo
neoclassico genovese il cui salone d’onore era stato decorato,
nel 1773, su disegno dell’architetto parigino Charles de Wailly.
E’ in questo clima che vide la luce il tavolo di cui si scrive. Sul
piano, dominato da una stesura di bois de rose, poggiano otto
riserve che fanno da cornice al tableau centrale in cui trova posto
un composito trofeo di strumenti musicali.
Le fasce, decorate da due riserve di bois de rose centrate da un
rosone, celano un ampio vano al quale si accede sollevando il
piano (al verso rivestito di panno verde). Le gambe
troncopiramidali sono esili, hanno spigoli smussati tanto da
risultare di sezione ottagonale e sono decorate da risalti di bois
de rose.
Che si tratti di un mobile eseguito da Giuseppe Maggiolini con
grande cura è dimostrato dalla corrispondenza tra le tarsie e
alcuni disegni del Fondo dei disegni di bottega. Il fregio con girali
affrontati e testina muliebre nelle riserve che contrappuntano i
quattro lati del tableau centrale, fu messo a punto in un disegno
(R.M., A 407) fig.1. Si tratta di una bella invenzione
ornamentale sovrapponibile in modo palmare all’intarsio. Il
secondo intarsio che trova riscontro in un disegno è la cornice
che incornicia il tableau. E’ ben studiato in un foglio (R.M., A
408) fig.2 in relazione con il progetto della commode per il
marchese Serra del 1784 dove ricompare, definito in ogni
minimo dettaglio, nel grande cartone preparatorio di quell’opera
(R.M., F 3) fig.3.
Anche il trionfo con strumenti musicali al centro del piano
trova riscontro palmare in un disegno al tratto messo a punto,
forse dallo stesso Maggiolini (R.M., B 368) fig.4, impiegando
elementi tratti da almeno due disegni di trofei di Giuseppe
Levati. Lo spartito dalle pagine scompaginate, quasi
accartocciate, è tratto dal disegno C 51; uno dei disegni più belli
dell’intero Fondo consegnato dal pittore all’ebanista attorno alla
metà degli anni Ottanta e firmato per esteso. La lancia, il fagotto
e la corona d’alloro derivano invece dal foglio C 61, anch’esso
un trofeo firmato da Giuseppe Levati.
Il motivo ornamentale dei delfini con le code intrecciate
intarsiato nelle riserve d’angolo è ricorrente nella produzione di
tavoli, ben documentato nei disegni del Fondo; nessuno è però
lo specimen per le tarsie del nostro tavolo.
Giuseppe Beretti
Didascalie disegni
Fig.1
Giuseppe Maggiolini e collaboratori
Mascherina muliebre e girale
Matita, penna e acquerello su carta bianca, mm, 65x246
R.M., A 407
Fig.2
Giuseppe Maggiolini e collaboratori
Studi di capitello corinzio e motivi ornamentali
Matita, penna e acquerello su carta bianca, mm. 84x249
R.M., A 408
Fig.3
Giuseppe Levati, 1784
Progetto esecutivo per il fronte della commode Serra. Matita,
penna, acquerello su carta bianca, mm 1045x750
R.M., F 3
Fig.4
Giuseppe Maggiolini e collaboratori
Trofeo con strumenti musicali. Matita, penna e acquerello su
carta bianca, mm-251x368
R.M., B 368
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Pagine 1-48.qxp_Layout 1 06/10/16 15:46 Pagina 43
IL PONTE CASA D’ASTE
 
Piano del tavolo
502