hai l`invito a un gruppo. accetti o rifiuti?

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hai l`invito a un gruppo. accetti o rifiuti?
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO A UN GRUPPO.
ACCETTI O RIFIUTI?
Finalità specifica:
L’adolescente comprende come sia bello aderire/partecipare ad un gruppo. L’adolescente viene aiutato a
capire la bellezza della condivisione, del conoscere e di incontrare nuovi amici.
Far comprendere all’adolescente che, quando nel gruppo non è più se stesso, può rischiare di rimanere
deluso e/o di deludere gli altri.
Obiettivi specifici:
-primo incontro:
L’adolescente comprende come sia bello aderire/partecipare ad un gruppo e scopre la bellezza della
condivisione, del conoscere e di incontrare nuovi amici.
- secondo incontro:
l’adolescente capisce che spesso sono gli altri ad attribuirgli un ruolo nel gruppo, ruolo che accetta dei
assumere pur di essere accolto
- terzo incontro:
l’adolescente prende consapevolezza che non tutte le relazioni nel gruppo sono autentiche e che c’è il
rischio di venir delusi e di deludere.
Contenuti
IL BELLO E CATTIVO TEMPO delle relazioni
Noi viviamo nella storia, e così la nostra fede. Attorno a noi ci sono esempi di persone che hanno provato
concretamente a realizzare i propri sogni, altre che hanno imboccato percorsi diversi, altre che si sono arrese alle prime difficoltà.
L’adolescente, a questo punto della sua vita si ritrova ad avere piccoli-grandi sogni-speranze e si chiede
se ce la può fare, se sarà possibile realizzarli. La proposta di questo capitolo è di aiutarlo ad allargare lo
sguardo intorno a sé, alla ricerca delle «tracce della speranza», “dei punti-luce”, cioè di tutte quelle persone che, anche in modo molto semplice, vivono certi ideali, certi sogni nei confronti della vita e della società:
attraverso queste persone la realtà ci raggiunge e diventa per noi dono e richiamo.
Presentare esperienze diverse può essere per l’adolescente uno stimolo ad agire trovare il proprio modo di
realizzare i propri sogni. Incontrerà testimoni che hanno fatto fatica, ma la fatica fa parte del cammino, e
va messa in conto.
Scoprirà che il sogno, quando è vero, è anche fonte di libertà vera, e non fuga dalle responsabilità, ma al
contrario liberazione dalle proprie schiavitù. Infine vedrà che la forza segreta che alimenta un sogno è la
speranza, ma non una speranza qualsiasi, ma la certezza che in questo mondo Qualcuno ci ha voluti, pensati, amati per essere felici e per realizzare, con tutto il nostro impegno e la disponibilità, questo progetto
di felicità.
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Prove di gruppo PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Finalità:
Il gruppo luogo di incontro e condivisione ha delle caratteristiche che lo connotano.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente comprende la forza del gruppo quando è mosso da un obiettivo comune
Dinamica:
Viene organizzata in parrocchia un incontro caratterizzato da un grande gioco a squadre o tanti piccoli giochi. In alternativa può
essere anche messo in atto una serata ‘svago’ con giochi in scatola (pictionary, Tabù...) o canti in amcizia
Al termine del momento creato ad hoc come giochi o altro il gruppo si fermerà per riflettere sull’esperienza vissuta.
Si darà un foglio a ciascun ragazzo con 3 domande a cui rispondere individualmente (5’):
1. Qual è il gioco che ti è piaciuto di più?
2. Nel tuo gioco preferito qual è stato il momento che più ti è piaciuto?
3. Che tipo di emozione hai provato?
Una volta completate individualmente su queste domande si fa un momento di condivisione. Chi vuole liberamente espone al gruppo le risposte.(10’)
A questo punto l’animatore provocherà il gruppo con altre domande: (10’)
1. Perché in gruppo ci si diverte di più che da soli?
2. Cos’è indispensabile che ci sia nel gruppo per poter divertirsi?
3. Se il gruppo fosse composto da tutti “cloni”, cioè tutti uguali a se stessi, la bellezza dello stare insieme migliorerebbe o peggiorerebbe?
A conclusione della riflessioni si può scegliere 5 caratteristiche, elementi chiave, che sono fondamentali per un gruppo (se si vuole si
possono riportare sulla bacheca) - (10’)
Materiale:
Vari per i giochi, foglio con domande
Note:
- Lo scopo è quello di far gustare ai ragazzi la bellezza di vivere in gruppo. In un gruppo dove i partecipanti perseguono dei fini comuni.
Il gruppo è bello e arricchente proprio perché composto da persone diverse, con doni e carismi distintivi. Una finalità condivisa la si raggiunge più facilmente se mettiamo assieme l’esperienza e la conoscenza di persone diverse.
Verifica e appunti:
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Prove di gruppo -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
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Obiettivo:
Anch’io sono parte di questo gruppo ed, anche se non conosco tutti, mi impegno perché vada a buon fine
Dinamica:
Il gioco fatto insieme ha fatto in modo che ci fossero momenti di incontro e anche di scontro. Non sempre ci si riesce a capire,
però di certo per riuscire a vincere ci siamo uniti di più. Potresti descrivere quello che hai vissuto rispondendo prima personalmente, e poi se vuoi condividendo, queste tre domande:
1. Qual è il gioco che ti è piaciuto di più?
2. Nel tuo gioco preferito qual è stato il momento che più ti è piaciuto?
3. Che tipo di emozione hai provato?
Contenuti:
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In genere in una compagnia ci vai per trascorrere del tempo, per divertirti, ma non dimenticarti che è altrettanto importante fare dei progetti, condividerli con i tuoi amici e cercare di realizzarli con l’aiuto di tutti. E’ in questo modo che il gruppo ti
aiuta a crescere, confrontandoti con le idee anche diverse dei tuoi amici, imparando a relazionarti e a trovare dei punti in
comune sui quali sviluppare dei rapporti di amicizia. Passare la serata a parlare delle misure del “torace” della cameriera
del pub o se l’Hellas deve giocare con un modulo a rombo o a tre punte può essere si interessante, ma solo per poco…..usa
il coraggio che hai e buttati ogni tanto in qualche discorso che con i coetanei è difficile affrontare; quante cose hai in testa
che però non dici perche magari non fa figo parlarne?
La fede, la famiglia, la politica, i problemi della società…. Dopo questa breve riflessione capisci come il gruppo ricopra
un ruolo non trascurabile della tua vita. Rappresenta un luogo e un tempo dove tu hai la possibilità di aprirti con gli altri,
di confidarti, di progettare e perché no anche di sognare. E’ vivendo con gli altri che ti rendi conto che forse tu non sei
poi così un “caso unico” come pensi di essere, anzi tanti stanno affrontando le tue stesse situazioni, le tue stesse difficoltà e
magari condividendole trovate assieme un modo per superarle e crescere…sarebbe bello o no? Dai almeno provaci!!!
Domande:
GIOCHIAMO AL GRUPPO
• quanto per te è importante appartenere ad un gruppo?
• ritieni che sia arricchente stare in un gruppo?
• come si fa per andare d’accordo all’interno di un gruppo?
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Prove di gruppo ...che storia!
Il Ranocchio sordo
C’era una volta una gara di ranocchi. L’obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Si radunò molta gente per vedere e fare il
tifo per loro. Cominciò la gara. In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: “Che pena!!! Non ce la faranno mai!”. I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che
continuava a cercare di raggiungere la cima. La gente continuava: “...Che pena!!! Non ce la faranno mai!”. E i ranocchi si stavano
dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.
Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri volevano sapere
come avesse fatto. Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova. E scoprirono che...
era sordo!
Non ascoltare chi non crede in te e ti giudica solo dalle apparenze, derubando le migliori speranze del tuo cuore! Le parole che
ascolti o leggi ti possono influenzare, ma sta a te dargli il giusto peso. Preoccupati di essere sempre positivo! E sii sempre sordo
quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni.
Preghiera:
PADRE MIO
Padre mio, io mi abbandono a Te
fa di me ciò che ti piace;
qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
ed in tutte le tue creature; non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani, te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo.
Ed è per me una esigenza d’amore
il donarmi, il rimettermi nelle tue mani,
senza misura, con una confidenza infinita,
perché tu sei il Padre mio.
(Charles de Foucauld)
Canto
E’ più bello insieme – Gen Verde
Dietro i volti sconosciuti della gente che mi sfiora
quanta vita, quante attese di felicità.
Quanti attimi vissuti, mondi da scoprire ancora
splendidi universi accanto a me .
E’ più bello insieme,
è un dono grande l’altra
gente ! E’ più bello insieme. (2v)
E raccolgo nel mio cuore la speranza ed il dolore,
il silenzio e il canto della gente come me.
In quel pianto, in quel sorriso, è il mio pianto,
il mio sorriso chi mi vive accanto è un altro me.
Fra le case, i grattacieli, fra le antenne lassù in
alto così trasparente il cielo non l’ho visto mai.
E la luce getta veli di colore sull’asfalto
puoi anche cantarli assieme a me.
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Di che gruppo sei? PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Finalità:
Far riflettere i ragazzi sulle diverse tipologie di gruppo che li circondano, mettendone a confronto le diverse nature (politiche, sociale, sportive, di svago, ecc.).
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente comprende come sia bello aderire/partecipare ad un gruppo e scopre la bellezza della condivisione, del conoscere
e di incontrare nuovi amici anche nella diversità.
Dinamica:
Un video presenta in modo abbastanza ‘scientifico’ alcune tipologie di gruppi. Il video può aiutare l’animatore a introdurre il tema
che verrà sviscerato grazie alle carte descrittive. (‘8)
L’animatore può disporre di alcune carte plastificate (oppure fotocopie dal foglio allegato) con la descrizione di una tipologia di
gruppo o tendenza di gruppo. La selezione presente diverse tipologie di gruppo tale da avere più eterogeneità possibile, si tratti
di volontariato o di ispirazione cristiana, sia più conosciuti e vicini all’ambiente giovanile, caratterizzati cioè da mode o tendenze.
Un adolescente dovrà pescare una carta/foglietto alla volta, leggerlo ad alta vocem, gli altri componenti del gruppo possono
provare ad indovinare il nome del gruppo (‘20)
L’animatore avrà a disposizione una griglia con indicato il nome di ciascun gruppo per poter guidare correttamente la dinamica.
Una volta terminata la definizione di tutti i gruppi si fanno agli adolescenti le seguenti domande (40’)
• Conoscete altre tipologie di gruppi?
• Quali sono le principali diversità tra i vari tipi di gruppi appena visti?
• Qual è la motivazione che aggrega ciascun gruppo?
• Dalla descrizione del gruppo e dei suoi appartenenti possiamo intuirne, capire le finalità del gruppo stesso?
• All’interno della nostra società quali sono i ruoli che rivestono questi gruppi? Che peso hanno per la comunità?
Si può concludere il gruppo riportando sulla bacheca (o cartellone) quali sono le tipologie più presenti nel gruppo, oppure quelle
più conosciute, oppure…
Materiale:
Proiettore /PC/DVD, carte
Note: - Non vogliamo in questa sede giudicare i gruppi, ma è evidente che vogliamo rendere critici gli adolescenti facendo loro presente che i gruppi non sono tutti uguali.
- Evitare di classificare i gruppi in “belli e brutti” o “buoni e cattivi”.
- Evitare ogni riferimento moralistico “giusto-sbagliato”, “bisogna-non bisogna”.
- Far emergere le singolari caratteristiche di ogni gruppo e gli elementi aggreganti.
- Un’ultima attenzione ai gruppi di ispirazione cristiana o di volontariato: osservando i consigli appena elencati è opera dell’animatore
saggio riuscire a far cogliere ai ragazzi il valore, la forza e la natura di questi gruppi.
Sono disponibili due video, uno tratto dal film “Come te nessuno mai” e l’altro risultante da una ricerca universitaria sul tema.
Verifica e appunti:
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Di che gruppo sei? -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Obiettivo:
Quanti gruppi ci sono in giro, a quanti io potrei appartenere… meglio non disperdere le energie e scegliere
Dinamica: Definisci “Gruppo”
Un gruppo é un insieme di persone interdipendenti che perseguono un fine comune e entro il quale esistono delle relazioni psicologiche reciproche, esplicite o implicite.
Un’altra definizione, più generica, è quella secondo cui “un gruppo è un insieme di persone che interagiscono tra loro influenzandosi reciprocamente”. Affinché tale reciproca influenza possa essere percepita, occorre che il gruppo non superi le 15-20
unità (ecco perché si parla spesso di “piccolo gruppo”).
Il filosofo J.P. Sartre (1970) aggiunge che una giustapposizione di individui, inteso come raggruppamento, un insieme di persone, non è un gruppo. Affinché lo diventi occorrono tre condizioni:
1. Un interesse comune;
2. Comunicazioni dirette con feed-back;
3. Una “praxis”, vale a dire un’azione comune per conseguire un determinato obiettivo condiviso o rivolta contro altri gruppi.
Contenuti: Questioni di Style
Quanti gruppi conosci? E quanti quelli che ancora non conosci! “ma guarda quel defic… lì come è vestito?????” quante volte
ti sarà capitato di pensare queste cose guardando passare dei tuoi coetanei!
I gruppi sono veramente tanti perché molte sono le ragioni, le esigenze e i bisogni che spingono le persone a stare insieme
e questo può essere positivo così puoi scegliere quello che preferisci o che è meglio per te. Su questi due ultimi concetti
però permettimi di soffermarmi. Scegliere quello che preferisci o quello che è meglio per te non è proprio la stessa cosa…
ma quale criterio bisogna utilizzare??? In un gruppo devi trovarti a tuo agio, devi essere felice e quindi verrebbe da dire
che è meglio scegliere quello che preferisci; ma se poi questo gruppo non è poi così valido??? Non c’è dubbio che per stare
in un gruppo devi essere disposto a scendere a qualche compromesso, d’altronde se ciascuno facesse quello che vuole, il
gruppo non avrebbe vita lunga. Ma fino a che punto devi accettare questi compromessi per far parte di un gruppo? Fino a
quanto è giusto rinunciare a se stessi per stare nel gruppo?
E’ un equilibrio e soprattutto una scelta non sempre facile. Non dimenticare però che stare in gruppo non vuol dire rinunciare a se stessi ma anzi, proprio perché ti conosci e rispetti te stesso, desideri metterti in gruppo per confrontarti e per
intraprendere nuove relazioni, senza dover rinunciare alla tua personalità. Ecco allora che forse non a tutti i gruppi vale
la pena aderire. Le offerte sono delle più variegate, ci sono gruppi per tutti i gusti e colori ma non tutti vanno bene per
renderti una persona matura e felice.
Domande:
A cosa pensi se dico gruppo?
• in base a cosa scegli un gruppo piuttosto che un altro?
• stare in un gruppo o in un altro è la stessa cosa? E’ importante scegliere? e con quali criteri?
• cosa pensi dei gruppi virtuali?
• il gruppo modifica la tua persona o sei tu che con la tua personalità fai crescere il gruppo?
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Di che gruppo sei? ...che storia!
La pietra dell’amicizia
Due amici camminavano nel deserto:
Ad un certo momento del viaggio cominciarono a discutere,
ed un amico diede uno schiaffo all’altro.
L’amico che aveva ricevuto lo schiaffo, addolorato, ma senza dire nulla,
scrisse nella sabbia:
IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA DATO UNO SCHIAFFO.
Continuarono a camminare, finché trovarono un’oasi, dove decisero di fare un bagno.
L’amico che era stato schiaffeggiato rischiò di affogare, ma il suo amico lo salvò.
Dopo che si fu ripreso, scrisse in una pietra:
IL MIO MIGLIORE AMICO OGGI MI HA SALVATO LA VITA.
L’amico che aveva dato lo schiaffo e aveva salvato il suo migliore amico domandò:
Quando ti ho ferito hai scritto nella sabbia, e adesso lo fai in una pietra. Perché?
L’altro amico rispose:
quando qualcuno ci ferisce dobbiamo scriverlo nella sabbia,
dove i venti del perdono possano cancellarlo.
Ma quando qualcuno fa qualcosa di buono per noi,
dobbiamo inciderlo nella pietra, dove nessun vento possa cancellarlo.
IMPARA A SCRIVERE LE TUE FERITE NELLA SABBIA ED A INCIDERE NELLA PIETRA LE TUE GIOIE.
Preghiera:
Mio Dio,
un pezzo di cielo, del tuo cielo,
è nascosto dentro di me:
Tu lo hai nascosto!
Tu hai gettato il tuo seme nel mio campo,
hai impastatola mia vita con il tuo lievito,
perché tu Signore mi ami
e non vuoi che la mia vita sia come un deserto
arido o un ammasso di pasta informe.
Signore tu sei buono
E vuoi che io sia un albero fiorito
e pane profumato.
Signore rendi pieno di gioia
il mio essere giovane.
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A che ruolo giochi? PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Finalità:
Il gruppo per la sua stessa natura può tendere all’uniformità. Tale esperienza può essere vissuta dal singolo come limite o motivo di
delusione.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente capisce che spesso sono gli altri ad attribuirgli un ruolo nel gruppo, ruolo che accetta di assumere pur di essere
accolto.
Dinamica:
ROLE PLAYING
L’incontro prevede la messa in atto di un gioco di ruolo (role playing). L’animatore invita ogni adolescente ad indossare sulla fronte
un’etichetta, su cui ci sarà scritto il suo ruolo all’interno del gruppo. Tale etichetta a lui non sarà visibile ma agli altri sì come del
resto vale per tutti. È’ fondamentale che ciascun ragazzo non sappia il proprio ruolo, ma conosca quello di tutti gli altri.
NB: l’animatore dovrà stare attento a non assegnare agli adolescenti il ruolo che già tengono nel gruppo. Dovrà altresì far in
modo che i ragazzi non si comunichino l’un l’altro il ruolo assegnato. RUOLI suggeriti:
- secchione/a (so tutto io)
- tagliato/a fuori (quello sfigato)
- bastiancontrario/a (a me non va mai bene niente)
- il/la “mi va tutto bene” (a me va ben tutto; fa stesso)
- saggio/a (sono prudente, riflessivo)
- rigido/a (io sono così e nessuno mi cambia)
- ochetta (sono un po’ vanesia)
- “son belo son fotomodelo” (dopo il saf andrò a “Uomini e donne”)
- “son bela son fotomodela” (dopo il saf andrò a “Uomini e donne”)
- l’alternativo/a (sono contrario per ideologia)
- segretario/a (io mi ricordo tutto e segno tutto)
- il pagliaccio (non prendo nulla sul serio)
Quando tutti sono pronti, gli animatori danno via al gioco che consiste nella preparazione di una festa (si devono decidere i giochi, le musiche e le danze, il cibo, …). Ciascun adolescente parteciperà all’organizzazione della festa, rapportandosi con gli altri
in base al ruolo che è segnato sul loro cartellino. (tempo: 30’)
Dopo lo svolgimento del gioco si dà il via alla discussione di gruppo. All’inizio si chiederà ai ragazzi di esprimere le sensazioni che
hanno provato durante il gioco (es. si sono sentiti accettati). In seguito si chiederà ad ogni adolescente di indovinare il ruolo che ha
avuto nel gioco, provando a rispondere a delle domande stimolo. (tempo: 10’)
Al termine dell’attività l’animatore deve cercare di avviare con il gruppo una riflessione attenta sull’importanza di farsi accettare
dagli altri per come si è, magari a partire dalla lettura dei contenuti. (tempo: 15’)
Materiale:
foglietti con scritti i ruoli, fili / elastici, carta e penna
Note:
- Vi è piaciuto il gioco? Il ruolo che hai avuto durante il gioco ti è piaciuto o no? Perché?
- Nel gruppo a cui appartieni, è mai successo che ti abbiano attribuito un ruolo diverso da quello che senti di avere?
- Che cosa ho imparato da questo gioco?
- anche se l’insieme può sembrare complesso questa dinamica proprio perché esperienziale ha molto successo. L’attenzione dell’animatore
è particolare in fase preparatoria.
Verifica e appunti:
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A che ruolo giochi? -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Obiettivo:
Sono gli altri che mi danno un ruolo nel gruppo, ruolo che accetto di assumere pur di essere accolto. Ma è proprio vero che per
farmi accettare devo fare quello che vogliono gli altri?
Contenuti: da Il mio blog
12 gennaio
ke giornata incredibile ho trascorso ieri. Sono andata con Elisabetta, una mia compagna di squadra, alla festa di laurea di
suo cugino. Quando la settimana scorsa mi ha invitato ad uscire con lei, mi ha lasciato senza parole! Wow, ho pensato … la
più fashion della squadra vuole ke io esca con lei!!!
Sono corsa a casa e l’ho raccontato a mia madre. Anche lei pareva contenta per me. Raga, ke mitica ke è mia madre!
Siamo andate subito a fare shopping, xké non avevo niente da mettere per uscire con ELisabetta e poi suo cugino è più
grande di noi e tutti i suoi amici vestono sempre così alla moda. Ho provato un sacco di abiti e alla fine ne ho scelto uno
favoloso: «Stai d’incanto», mi ha detto mia madre.
La serata è stata proprio bella… tutti sono stati fantastici con me. Mi credevano tutti più grande e io, anziché dire ke vado
ancora al liceo, mi sono inventata che frequento il primo anno di Lingue. Non volevo ke mi prendessero per una ragazzina.
Così sono stata al gioco e ho anche conosciuto Mattia, un ragazzo strafigo ke mi ha chiesto di uscire con lui. Wow… dopodomani sarà il nostro primo appuntamento. Sono già emozionata.
Silvia
13 gennaio
Sto da schifo! Non so proprio cosa fare. Mattia mi ha mandato un sms molto carino. Penso di piacergli e anche lui mi piace,
non posso negarlo. Però ho un dubbio atroce: lui mi crede più grande di quello ke sono e … forse sarebbe meglio dirgli
tutta la verità. Ma, se gli dico ke alla festa ho finto di essere più grande, rischio di deluderlo e poi magari non vuole più
vedermi. E se continuo a ingannarlo e poi viene a scoprirlo, allora si potrebbe arrabbiare ancora di più. Porca miseria!!
Xké mi è venuto in mente di fingermi diversa da quella che sono? Adesso non mi troverei in questa situazione pazzesca
e magari Mattia sarebbe interessato a me lo stesso. È proprio vero, alcuni errori si pagano!
Silvia
Domande:
Mascherare
• Come giudichi il comportamento di Silvia?
Ti è mai capitato di lasciarti condizionare dal gruppo e di fingere di essere un altro/a da quello/a che real
mente sei?
• Quali paure ti portano ad indossare una maschera all’interno dei gruppi di cui fai parte?
• Vi siete mai chiesti qual è la vostra originalità? Difendi questa tua originalità nel gruppo tendi a confonderti con gli altri?
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A che ruolo giochi? ...che storia!
Preghiera:
Mio Dio,
un pezzo di cielo, del tuo cielo,
è nascosto dentro di me:
Tu lo hai nascosto!
Tu hai gettato il tuo seme nel mio campo,
hai impastatola mia vita con il tuo lievito,
perché tu Signore mi ami
e non vuoi che la mia vita sia come un deserto
arido o un ammasso di pasta informe.
Signore tu sei buono
E vuoi che io sia un albero fiorito
e pane profumato.
Signore rendi pieno di gioia
il mio essere giovane.
In un Mondo di Maschere
(canto Scout)
In un mondo di maschere,
dove sembra impossibile
riuscire a sconfiggere
tutto ciò che annienta l’uomo;
il potere la falsità,
la ricchezza l’avidità,
sono mostri da abbattere,
noi però non siamo soli.
Rit. Canta con noi, batti le mani
alzale in alto,
muovile al ritmo del canto;
stringi la mano del tuo vicino
e scoprirai
che è meno duro il cammino così.
Ci hai promesso il tuo Spirito,
lo sentiamo in mezzo a noi
e così possiamo credere
che ogni cosa può cambiare;
non possiamo più assistere
impotenti ed attoniti
perché siam responsabili
della vita intorno a noi.
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Sparati in orbita PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Finalità:
L’adolescente prende consapevolezza che non tutte le relazioni nel gruppo sono autentiche e che c’è il rischio di venir
delusi e/o di deludere.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente prende consapevolezza che non tutte le relazioni nel gruppo sono autentiche e che c’è il rischio di venir
delusi e/o di deludere.
Dinamica:
Viene consegnato agli adolescenti carta (o cartoncino) e penna, mentre l’animatore utilizzerà un cartellone più grande o una
lavagna a mo’ d’esempio come agire…
(NB: Attenzione da avere: rassicurate i ragazzi rispetto al fatto che ciò che scriveranno potrà rimanere riservato, non verrà chiesto
di condividerlo: che si sentano liberi e sinceri nell’esprimersi).
Invitate i ragazzi a tracciare un cerchio/ovale che vada ad occupare buona parte del loro foglio e fate lo stesso sul vostro cartoncino per far loro vedere.
Chiedete ai ragazzi di scrivere vicino alla curva, tracciata nella parte interna, il numero approssimativo delle persone da loro
conosciute più o meno bene (lasciate loro non più di un minuto dato che è il primo cerchio, nei prossimi procedete anche più veloci).
Tracciate ora (e invitateli a far lo stesso) un cerchio/ovale un po’ più interno; questo rappresenterà le persone che condividono
con loro l’appartenenza (più o meno formale) ad un gruppo; anche in questo caso chiedete di quantificare in un numero approssimativo.
Tracciate quindi (e loro faranno lo stesso) un ulteriore cerchio/ovale più interno; in corrispondenza segneremo il numero approssimativo di persone che appartengono ad uno dei gruppi a noi più caro (meglio se al “gruppo per eccellenza”).
Ulteriore cerchio: “quanti di questi chiami AMICI?”
Ulteriore ed ultimo cerchio: “…sì tutti amici, ma a quanti chiederesti una mano nel momento di difficoltà? A quanti confideresti un
segreto che non ti puoi tenere dentro o rischi di scoppiare? A chi chiederesti un piacere che sai di non poter restituire, senza il
dubbio che te lo possa rifiutare o, peggio, rinfacciare a vita?”. Qui fate scrivere il numero delle/a persone/a che rispondono a
queste caratteristiche.
Fin qui il gioco è stato veloce; ora date ai ragazzi un paio di minuti per valutare se grafico e numeri sono abbastanza azzeccati… invitateli a mantenere per sé i propri numeri: è un lavoro individuale e introspettivo!
Materiale:
Un foglio/cartoncino per ragazzo, penna, eventuale cartellone e pennarello per l’animatore
Note: - Se è vero che i cerchi si vanno sempre concentrando, in maniera verosimile, uno dentro l’altro, è anche vero che, per l’ultimo pic-
colo gruppo, ti potresti stupire a pescare nei cerchi più esterni… non trovi? (ad es: magari i ragazzi mettono nei cerchi esterni i genitori, a
cui però si rivolgerebbero nei momenti di difficoltà).
- In quale cerchio credi di essere tu per gli altri? Qualcuno ti piazzerebbe al centro del proprio foglio virtuale, che poi sarebbe la sua vita?
- Si può rimaner delusi e/o deludere… ma se il dono altrui non può essere preteso, altrimenti non può dirsi dono, solo tu puoi decidere di
deludere o meno gli altri!
A te la palla e buona giocata!
Verifica e appunti:
anche se l’insieme può sembrare complesso questa dinamica proprio perché esperienziale ha molto successo. L’attenzione
dell’animatore è particolare in fase preparatoria.
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Sparati in orbita -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Obiettivo:
Le relazioni che fatica. La paura ci blocca e spesso ci impedisce di vivere relazioni vere. Allora quante possono essere le relazioni vere?
Contenuti: Non abbiate paura
“…cercate ciò che unisce e non ciò che divide…” (Giovanni Paolo II)
Cosa divide? (Cosa DELUDE?)
Ci dividono le nostre paure che nascono dall’egoismo:
• Paura di perdere ciò che abbiamo o potremmo avere
• Paura di perdere ciò che siamo o, meglio, di perdere ciò che pensiamo di essere o, peggio, paura di perdere ciò che pensiamo di dover essere
• Paura di perdere il nostro posto, il nostro ruolo…
Ma tutte queste paure, queste nostre ansie, rischiano di farci perdere noi stessi, ciò che realmente siamo. Ci portano ad
accentrare su di noi stessi l’attenzione, anziché concentrare attenzione a ciò e verso chi ci circonda (PARLARE e SPARLARE
piuttosto che ASCOLTARE e COMPRENDERE). Così anziché imparare dalle esperienze, anziché crescere nel confronto con gli
altri, rischiamo di cercare piuttosto di accrescere la nostra immagine, l’idea che gli altri devono avere di noi.
“…non temete la verità vi renderà liberi…”, non l’apparenza, la “verità”!
Non lasciate che le vostre paure vi guidino a cercare di essere ciò che non siete… non abbiate paura
di essere ciò che realmente siete, la vostra ricchezza, la vostra originalità… ciò che vi rende unici!
Ciò non significa fossilizzarsi, impigrirsi, fermare il nostro cammino… significa piuttosto prendere coscienza
di quelle stupende potenzialità che il Signore ha seminato in noi e che siamo chiamati a coltivare con speranza, con
fiducia… superiamo le nostre paure! Una freccia micidiale al nostro arco: sperimentare la GRATUITÀ! Non baratto, non
compravendita… ma GRATUITÀ! Perché la gratuità? Perché donare gratuitamente, vuol dire mettersi in ascolto dell’altro.
Significa cercar di capire di cosa possa aver bisogno. Cosa possa renderlo realmente felice.
Significa volere il suo bene. Significa volergli bene. Significa trovare in se stessi cosa possa divenire dono e quindi… significa donarsi. Non sarebbe straordinario far parte di un gruppo di persone così? Questo vorrebbe dire crescere come uomini,
come cristiani, come “comunità”, ma soprattutto significa non aver più paura: non è straordinario?
Domande:
A cosa pensi se dico gruppo?
• Se è vero che i cerchi si vanno sempre concentrando, in maniera verosimile, uno dentro l’altro, è anche vero che, per l’ultimo piccolo gruppo, ti potresti stupire a pescare nei cerchi più esterni… non trovi?
• In quale cerchio credi di essere tu per gli altri? Qualcuno ti piazzerebbe al centro del proprio foglio virtuale, che poi sarebbe la sua vita?
• Si può rimaner delusi e/o deludere… ma se il dono altrui non può essere preteso, altrimenti non può dirsi dono, solo tu puoi decidere di deludere o meno gli altri! A te la palla e buona giocata!
...che storia!
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Sparati in orbita Preghiera:
Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere
perché gli uomini avessero bisogno di me:
egli mi ha dato l’umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita
perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello
che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore,
fra tutti gli uomini
nessuno possiede quello che ho io!
Kirk Kilgour
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L’onda PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Finalità:
Far comprendere la forza del gruppo, i meccanismi e i rischi dell’omologazione, il coraggio e la forza della speranza.
Obiettivo dell’incontro:
L’adolescente prende consapevolezza che i propri gesti e atteggiamenti non sono indifferenti ma hanno sempre una
ricaduta sugli altri e su di se.
Dinamica:
Visione del film “L’onda”
Un film di Dennis Gansel. Con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Christiane Paul. Titolo originale Die Welle.
Drammatico, durata 101 min. - Germania 2008.
Soggetto: Germania, oggi. In un istituto superiore, il prof. Wegner, dovendo spiegare forme e modi della nascita del partito
Nazional Socialista e della dittatura hitleriana, coinvolge gli alunni in un esperimento: facendo partire da loro ogni decisione, li
conduce a creare all’interno della classe un movimento, chiamato l’Onda, caratterizzato da alcune particolarità: un saluto collettivo, una divisa comune, alcune regole di disciplina. In breve quello che era cominciato come un gioco, sfugge di mano al professore.
L’onda acquista importanza e diventa una specie di culto tra i ragazzi e chi non ci sta deve allontanarsi. Wegner prova a riportare la calma e la misura. Ma il suo discorso alla fine della settimana di studi non serve a calmare gli animi.
Valutazione Pastorale: All’origine ci sono un episodio realmente accaduto nel 1967 in una scuola di Paolo Alto in California, un
racconto e un libro che in Germania figura tra i testi scolastici. Ci si chiede, in sostanza, se sia possibile un ritorno in Germania
del Nazismo. L’interrogativo resta irrisolto sull’espressione finale attonita del professore, allo stesso tempo carnefice e vittima. Lo
sviluppo dell’esperimento ha certamente molti aspetti di interesse e di bruciante coinvolgimento. Qualche ambiguità rimane di
fronte a ciò che il copione sembra affermare in modo perentorio: laddove si parla di saluti, di divise, di disciplina, si annida lo
spettro del nazismo. Quindi o l’anarchia o la dittatura. Una via che contempli libertà e ordine non è possibile? Sembra di no. Sotto
il profilo didascalico il racconto ha qualche lacuna, pur mantenendo molti spunti di forte realismo. Dal punto di vista pastorale, il
film é da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Oppure “Si può fare”
Materiale:
Un foglio/cartoncino per ragazzo, penna, eventuale cartellone e pennarello per l’animatore
Note:
- Se è vero che i cerchi si vanno sempre concentrando, in maniera verosimile, uno dentro l’altro, è anche vero che, per l’ultimo piccolo gruppo, ti potresti stupire a pescare nei cerchi più esterni… non trovi? (ad es: magari i ragazzi mettono nei cerchi esterni i genitori, a cui però
si rivolgerebbero nei momenti di difficoltà).
- In quale cerchio credi di essere tu per gli altri? Qualcuno ti piazzerebbe al centro del proprio foglio virtuale, che poi sarebbe la sua vita?
- Si può rimaner delusi e/o deludere… ma se il dono altrui non può essere preteso, altrimenti non può dirsi dono, solo tu puoi decidere di
deludere o meno gli altri! A te la palla e buona giocata!
Verifica e appunti:
In alternativa alla visione completa del film si possono vedere: un video che riprende alcuni passaggi salienti del film insieme ad
uno spezzone dell’attimo fuggente.
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L’onda -
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PROGRAMMAZIONE INCONTRO del ……………………………………
Capitolo secondo:
HAI L’INVITO AD UN GRUPPO. ACCETTI O RIFIUTI?
Obiettivo:
La forza del gruppo è nell’unione ma anche il suo rischio.
Contenuti: L’Onda
Durante la settimana a tema, un insegnante di una scuola superiore tedesca, Reiner Wenger (Jürgen Vogel), si trova a dover
affrontare il tema dell’autocrazia, benché egli avesse preferito quello dell’anarchia, più vicino ai suoi ideali. Gli studenti, inizialmente annoiati dall’argomento, non credono possibile che una nuova dittatura possa essere instaurata nella moderna Germania.
L’insegnante decide allora di organizzare un esperimento, in modo tale da dimostrare agli allievi come le masse possano essere
facilmente manipolate.
L’esperimento coinvolge la classe stessa e ha inizio con la scelta di un leader, il quale viene individuato nell’insegnante, e l’imposizione di alcune regole basilari: gli studenti dovranno rivolgersi al professore chiamandolo “Signor Wenger” anziché col semplice
nome di battesimo; viene cambiata la disposizione dei banchi, in modo tale che gli studenti meno bravi possano trovarsi vicino a
quelli più preparati, insegnandosi l’un l’altro e migliorando nel complesso i risultati della classe; infine, quando gli studenti vogliono
dire qualcosa ad alta voce devono alzarsi in piedi e dare risposte brevi e concise. Wenger mostra inoltre ai suoi studenti come
l’effetto di marciare all’unisono possa farli sentire un’unica entità.
Il passo successivo nell’identificazione del gruppo è quello di dargli un nome e tramite votazione viene scelto “L’onda” (“Die Welle”). Viene ideato anche un apposito logo. Ogni studente dovrà poi indossare una sorta di divisa, costituita da camicia bianca e
jeans, in modo tale da rimuovere le distinzioni individuali e di classe. Inoltre viene inventato un saluto, ovvero la simulazione, fatta
con il braccio destro, di un’onda. Due ragazze, Karo e Mona (Jennifer Ulrich e Amelie Kiefer), non accettano le decisioni del gruppo e abbandonano l’esperimento, disgustate da come la classe abbia abbracciato in modo acritico gli ideali dell’Onda.
I ragazzi del gruppo iniziano a diffondere nell’intera città il logo dell’Onda per mezzo di adesivi e bombolette spray, verniciando addirittura le impalcature che nascondono il duomo. Iniziano, inoltre, a tenere feste in cui solo i membri del movimento sono
autorizzati a partecipare, osteggiando e discriminando tutti gli altri. Un giovane in particolare, Tim, inizia a identificarsi in modo
ossessivo col gruppo, visto che soltanto al suo interno riesce a sentirsi finalmente accettato. Egli voleva perfino diventare la guardia del corpo di Wenger.
La forza dell’Onda è sempre più dirompente e ben presto il progetto sembra sfuggire di mano al suo stesso ideatore, il quale
non riesce a porvi fine prima che esso conduca a tragiche conseguenze. L’iniziale convinzione degli studenti sull’impossibilità della
nascita di una nuova dittatura in Germania risulta così clamorosamente e dolorosamente smentita dai fatti.
Domande:
Per una buona riflessione
Quali sono gli elementi che inducono l’inizio dell’esperimento.
Quali sono le condizioni che vengono poste.
Quali ti trovi a condividere, e quali no.
Che cosa provoca il cambiamento nei ragazzi della classe.
Che cosa provoca l’incapacità di tornare indietro.
Quale idea ti sei fatto del gruppo. Dei suoi rischi e delle sue possibilità?
...che storia!
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L’onda Preghiera:
O fuoco giocondo dello Spirito
(Michel Hubaut, Rivista “Il Cenacolo”)
O fuoco giocondo dello Spirito, fonte dell’unità che riflette la diversità, tu metti d’accordo anche le cose contrarie: l’eterno e il temporale, l’immaginario e il reale, il particolare e l’universale, la forza e l’umiltà, il movimento e la stabilità, l’efficacia dell’agire e il gesto
gratuito, il giorno e la notte, il riposo e l’azione... Unifica la mia vita al di sopra di ogni contraddizione!
Spirito, fonte di unità, insegnami a raccogliere anche la più piccola perla di felicità. Insegnami ad assaporare le piccole gioie: la notte
brumosa che si trasforma in giorno, l’aroma del caffè, la strada che si sveglia, il riso dei ragazzi che vanno a scuola...
Spirito, fonte di unità, fonte delle gioie dell’infanzia ritrovata, riscalda il mio cuore disincantato, stendi i tuoi colori sul grigio dell’uniformità, libera in me il canto della vita che dice grazie per ogni briciola di felicità.
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