13 gennaio 2012 - Federazione Moda Italia

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13 gennaio 2012 - Federazione Moda Italia
Articoli di Moda
di Federazione Moda Italia – 13 gennaio 2012
Edizione Speciale LIBERALIZZAZIONI E SALDI
LIBERALIZZAZIONI ORARI: PARTONO I RICORSI DELLE REGIONI
Grazie anche alle iniziative avviate dalla Confcommercio, il provvedimento di
liberalizzazione delle aperture (domenicali e festive e delle chiusure infrasettimanali) e del
regime degli orari dei negozi è stato oggetto di profonde critiche da parte delle Regioni che
l’hanno valutato come una inaccettabile invasione di campo delle competenze attribuite alle
Regioni stesse con la modifica del Titolo V della Costituzione. La Giunta della Regione
Piemonte è passata alle vie di fatto con la deliberazione del 10 gennaio 2012 di ricorso alla
Corte Costituzionale per impugnare la norma in quanto “lesiva delle competenze legislative
regionali”. Stesse perplessità sono state espresse anche da Puglia, Toscana e Veneto.
LIBERALIZZAZIONI: A RISCHIO COVENIENZA E TRASPARENZA DEL MERCATO
Tra i provvedimenti di liberalizzazione in via di predisposizione da parte del Governo Monti
sembra rientrare anche una totale liberalizzazione delle vendite di fine stagione, cosa che
consentirebbe ad ogni operatore commerciale di poter decidere in autonomia periodo e durata
di effettuazione dei “saldi”. Federazione Moda Italia è intervenuta con un comunicato stampa
del Presidente Renato Borghi. Se così fosse, si perderebbe la specificità dei veri saldi, cioè di
offerte particolarmente convenienti, perché riguardanti prodotti a marcata stagionalità, e i
nuovi “saldi fai da te” si ridurrebbero, invece, ad una variante del tutto nominalistica della più
generale categoria delle vendite promozionali. A far le spese dei “saldi fai da te” e della
politica del “sempre in sconto” sarebbero, anzitutto, la qualità dei prodotti offerti, la
trasparenza del mercato, la reale convenienza delle offerte. Non se ne comprende la ragione.
Anche perché la stagionalità dei veri saldi è divenuta un’occasione importante tanto per i
consumatori, quanto per le imprese del settore moda. Ed è peraltro lo svolgimento di questi
veri saldi in ben determinati periodi stagionali ad alimentare anche importanti flussi di turismo
da shopping, come avviene in tanti altri Paesi europei. Soprattutto se, come definito
quest’anno per la prima volta, la data di avvio delle vendite in saldo è la medesima per tutto il
territorio nazionale. E’ infine evidente che la politica commerciale del “sempre in sconto” non
sarà sostenibile da parte delle decine di migliaia di negozi plurimarca di qualità del settore
moda rappresentati da Federazione Moda Italia.
LIBERALIZZAZIONI: SALDI DEREGOLATI “MADORNALE ERRORE”
Confcommercio-Imprese per l'Italia ha chiesto un confronto con il Governo “Perché
l'esperienza di chi ogni giorno fa, nel nostro Paese, commercio non può e non deve essere
ignorata. Dopo la scelta sbagliata e senza confronto in materia di deregolamentazione del
commercio, si registra, ormai quotidianamente, l'accavallarsi di notizie di stampa su ulteriori
interventi di liberalizzazione che avrebbero ad oggetto il settore del commercio da cui emerge
la possibilità di madornali errori, a partire dall'asserita totale deregolamentazione delle vendite
straordinarie. Errori che non andrebbero a vantaggio dei consumatori, perché ridurrebbero
drasticamente trasparenza delle offerte e qualità dei prodotti, e che, invece, danneggerebbero
un modello italiano di distribuzione commerciale in cui la vitale e competitiva compresenza di
piccole, medie e grandi superfici di vendita ha fin qui mostrato di agire positivamente tanto a
vantaggio della concorrenza, quanto della qualità del servizio reso ai consumatori".
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Edizione Speciale LIBERALIZZAZIONI E SALDI
SANGALLI E BORGHI IN "STREAMING" SULLE LIBERALIZZAZIONI
Sul sito della Confcommercio, da venerdì 13 gennaio a lunedì 16 gennaio 2012, sarà
disponibile l’intervento in streaming del Presidente Carlo Sangalli e del Vice Presidente
Renato Borghi di Confcommercio Imprese per l’Italia sul delicato tema delle liberalizzazioni.
MONITOR SU SENTIMENT E TENDENZE DEI CONSUMI NEL SETTORE MODA
Nell’ambito dell’indagine commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche sul
“sentiment” degli italiani e sulle tendenze dei consumi, la Federazione rende noti gli esiti del
monitor realizzato il 2 gennaio 2012 su un universo di circa 4,1 milioni di italiani, dai 18 anni
ai 69 anni. Si evidenzia, in particolare, un ‘sentiment (clima di fiducia) degli Italiani in
peggioramento di 3 punti percentuali rispetto a dicembre 2011. Dall’indagine è emerso infatti
che i positivi sono pari al 36% ed i negativi sono pari al 64%. Nell’ultimo mese, tuttavia, si è
aperta un po’ la “forbice” tra valutazione della propria condizione socio-economica (un po’
migliorata) e sentiment a un anno (peggiorato). Per quel che riguarda gli acquisti in occasione
dei saldi di gennaio, il 26% degli Italiani prevede di non ricorrervi. È utile osservare inoltre
che quasi la metà di costoro non ha fatto acquisti neppure a Natale. Quanto alle fasce di
prezzo – a parte il 26% che si asterrà – il 25% prevede di spendere in abbigliamento e
accessori (sportivi e non) meno di 100 euro; il 26% si collocherà nella fascia tra i 100 e i 199
euro; un 15% spenderà in occasione dei saldi tra i 200 e i 400 euro; infine, solo l’8% supererà
i 400 euro. Tra le previsioni nei prossimi tre mesi, gli acquisti degli italiani sono
prioritariamente indirizzati verso: scarpe (44,5%), camicie e magliette (41,5%), jeans (40,4%),
pantaloni (34,7%) ed abbigliamento intimo (30,3%).
SALDI – MONITORAGGIO DI FEDERAZIONE MODA ITALIA: CALO SÌ MA LIEVE
La preziosa e fattiva collaborazione dei Sindacati provinciali di Federazione Moda Italia
sull’intero territorio nazionale sull'andamento dei saldi invernali 2012 ha permesso una prima
importante rilevazione sulle aziende che – numerose – hanno testimoniato la tenuta
sostanziale dei saldi in questo periodo certo non facile. Le segnalazioni pervenute da oltre 200
aziende che hanno risposto al questionario di Federazione Moda Italia e il contributo dei
Sindacati provinciali del settore moda delle Regioni Abruzzo (L’Aquila), Basilicata (Matera e
Potenza), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna, Modena, Parma e Ravenna), Friuli
Venezia Giulia (Trieste ed Udine), Lazio (Rieti e Roma), Liguria (Genova e La Spezia),
Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Mantova, Milano, Pavia, Sondrio, Varese),
Marche (Ancona), Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo, Torino), Puglia (Taranto), Sicilia
(Palermo), Toscana (Arezzo, Carrara, Pisa), Umbria (Perugia), Veneto (Belluno, Padova,
Venezia, Verona, Vicenza) evidenziano una lieve perdita media del 4,67% rispetto al primo
week end di saldi del 2011; lo scontrino medio è di 121 euro.
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Edizione Speciale LIBERALIZZAZIONI E SALDI
BRESCIA: VENDITE CRESCERANNO SOLO SE MIGLIORA IL REDDITO
Il Vice Presidente di Federazione Moda Italia e Presidente del Sindacato provinciale di
Brescia oltre che della Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti, ha affermato in una
intervista sul Decreto Salva Italia pubblicata oggi su “Il Giornale di Brescia” che «Si è detto
che il provvedimento aumenterà i consumi, dimenticando che le vendite cresceranno solo con
il miglioramento del reddito delle famiglie. Anche la motivazione di favorire una crescita
occupazionale non regge, perché l’effetto di questi provvedimenti porterà nei prossimi anni
alla perdita di molti posti di lavoro e alla cessazione di altrettante imprese. L’Italia in questo
modo si è allineata all’Estonia e alla Lituania, mentre il resto dell’Europa fa marcia
indietro». Quanto all’andamento dei saldi, il Presidente Massoletti riferisce che il lungo fine
settimana ha palesato una «diminuzione fisiologica figlia di una crisi economica che rende la
gente decisamente meno euforica e più oculata negli acquisti».
COMO: OTTIMA PARTENZA DEI SALDI INVERNALI
A Como i saldi sono andati meglio, forse la differenza l’ha fatta la clientela svizzera. Per
Confcommercio Como, il cui Presidente Giansilvio Primavesi è Presidente di Federazione
Moda Italia Como, gli esiti del questionario riconsegnato dagli esercenti che fotografa la
situazione al 9 gennaio 2012 fornisce molte indicazioni utili su come stanno andando le
vendite e su cosa pensano i commercianti delle modalità di svolgimento dei saldi. La maggior
parte degli esercenti, il 64,5%, segnala un incremento delle vendite dal 1% al 20%: in
particolare il 40% segnala un incremento da 0% a + 5%; un altro 40% da +6% a +10% e il
20% da +11% a +20%. Solo il 35,5% degli esercenti intervistati segnala un decremento da –
1% a -20%. Di questi il 54% dichiara di aver avuto un calo da – 11% a – 20%. I saldi dunque
quest’anno hanno avuto un’ottima partenza, seppur con qualche distinzione per le zone
periferiche dove l’effetto saldo si è fatto sentire meno. Lo scontrino medio è stato di 202 euro.
GENOVA: SALDI, SCONTI VERI E PARTENZA CON IL BOTTO
Intervistato dopo il primo giorno di saldi dal Secolo XIX, il Vice Presidente di Federazione
Moda Italia e Presidente del Sindacato provinciale di Genova, Gianni Prazzoli, ha affermato
che «Quest’anno c’è un ribasso del 10% circa rispetto al passato; quello che era scontato del
20% sale al 30, quello che era al 30 diventa 40. Però non sta andando male: siamo ai livelli
dell’anno scorso, quindi nel complesso c’è una tenuta». Ma, dopo la falsa partenza
dell’Epifania, il trend è cambiato e su La Repubblica dell’8 gennaio, in polemica con i dati
comunicati da Confesercenti, il Presidente Prazzoli rilancia «I saldi sono partiti tra il bene e il
molto bene; francamente non capisco come si possa sostenere il contrario. Il nostro campione
di dodici negozi sul territorio è decisamente ottimista, tanto a Genova, quanto nel Tigullio e
senza grosse differenziazioni tra abbigliamento maschile e femminile. C’è un segno più in
centro, come nei quartieri, ed è per questo che siamo ancora più certi della tendenza».
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Edizione Speciale LIBERALIZZAZIONI E SALDI
MILANO: SALDI INVERNALI MILANESI, PARTENZA IN LIEVE CALO: -2%
Lieve calo nelle vendite nella prima giornata dei saldi invernali a Milano. E’ quanto emerge
dalle rilevazioni di Federmodaitaliamilano con un decremento del 2%, rispetto all’avvio dei
saldi del 2011. Anche nei negozi delle gallerie dei centri commerciali l’andamento della prima
giornata segnala un lieve calo. Lo scontrino medio è di 150 euro e la percentuale di sconto si
attesta, secondo le previsioni, oltre il 40%. Dalle prime parziali indicazioni fornite dai punti
vendita, emerge la tendenza a ricercare prodotti che consentano un buon risparmio. Bene in
generale le griffe ed i migliori risultati di afflusso si sono registrati nelle arterie commerciali
centrali. Confermata la presenza di stranieri in centro (russi, paesi baltici e cinesi). Per il
Presidente di Federazione Moda Italia e di Federmodaitaliamilano, Renato Borghi: «Un primo
bilancio concreto lo si potrà fare soltanto all’inizio della prossima settimana. Sono convinto
che soprattutto in questo periodo qualità, assortimento e prezzi sapranno accontentare i
consumatori al rientro dall’ultimo ponte festivo e lasciare anche un buon ricordo del “Made
in Italy” ai turisti stranieri che potranno beneficiare dei saldi».
ROMA: VENDITE SONO CALATE DEL 10% RISPETTO ALL’ANNO SCORSO
Intervistato da Corriere della Sera il 9 gennaio, il Vice Presidente di Federazione Moda Italia e
Presidente del Sindacato provinciale di Roma, Roberto Polidori, ha affermato che «Rispetto
all’anno scorso, le vendite sono calate del 10%: un risultato che, nell’attuale scenario
economico, possiamo considerare positivo. Il tetto di spesa è diminuito e il valore medio a
famiglia è stato di 350 euro». Su La Repubblica del 27 dicembre, poi, il Presidente Polidori
aveva detto «Il 2011 è stato il peggior Natale degli ultimi 15 anni. La parola d’ordine per le
commesse, su ordine dei titolari, per tutto dicembre è stato: “Non fate andare via il cliente a
mani vuote, accontentatelo sul prezzo”. Mai viste tante contrattazioni alla cassa come in
questo periodo».
TRENTO – UN MERCATO SELVAGGIO CONDANNA I NEGOZI
Il Vice Presidente di Federazione Moda Italia e presidente del Sindacato provinciale di Trento,
Gianni Gravante, è intervenuto con un articolo in prima pagina su “l’Adige”: «Quest’anno,
più che in passato, ai saldi sono state dedicate numerose attenzioni: ricerche, contatti
istituzionali, riunioni locali e nazionali... Le diverse scuole di pensiero tra chi li vorrebbe
datati e chi anticipati, liberi o blindati, continua ad essere al centro dell’attenzione nazionale.
In Trentino questa fase sembra ormai archiviata. Malgrado la liberalizzazione dei saldi
tuttora in rodaggio la coesione ed il gioco di squadra hanno contribuito a far scattare il senso
di appartenenza. Il buon inizio dei saldi malgrado la crisi è confortante. L’apertura dei
negozi nel giorno dell’Epifania (mai avvenuta in passato) ed un calendario di aperture
domenicali sostenibili, in sintonia al dettato della Chiesa contro un liberismo sfrenato,
soddisfa la collettività. Questi segnali, pur se in controtendenza al resto del paese, non
devono nè possono essere strumentalizzati. Le spinte liberiste del Governo Monti sugli orari
aprirebbero una fase di recessione per il commercio tradizionale inimmaginabile».
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Edizione Speciale LIBERALIZZAZIONI E SALDI
VARESE: TUTTO SOMMATO È ANDATA
Giorgio Angelucci, presidente di Uniascom Varese e di Federazione Moda Italia Varese, pur
non mostrando particolare entusiasmo per la situazione, risponde a Varese News con un
piccolo sospiro di sollievo alla tradizionale domanda: “Com’è andato il primo weekend dei
saldi?”. «Considerate le condizioni attuali, si temeva molto per questo inizio di saldi: ma tutto
sommato è andata. La giornata migliore è stata quella di sabato. Peggio è andato il giorno
dell’Epifania, in questo caso la gente è andata decisamente più in giro. La domenica è stata
altalenante: la mattina nessuno, il pomeriggio invece c'era in giro parecchia gente. Ma non
necessariamente per comprare. Per dei dati oggettivi c’è ancora tempo, speriamo che quel
20% in meno temuto da Confcommercio prima dell’inizio non venga confermato. L’anno
scorso i saldi sono partiti più forti, ma quattro giorni non bastano a definirne l’andamento.
Anche perché l’impressione è che il cliente diventi sempre più attento negli acquisti: valuta
molto bene il rapporto qualità prezzo, la durabilità, la convenienza. Una volta deciso che va
bene, però, compra: non solo piumini e cappotti, ma anche gonne e maglioncini. Il saldo,
nonostante tutto, attira, ed è un ancora di salvezza per comprare qualcosa a prezzi
favorevoli».
VENEZIA: ED ORA UNA LEGGE PER REGOLAMENTARE GLI OUTLET
Intervistato da “Il Gazzettino” il 6 gennaio, il Presidente di Federazione Moda Italia Venezia,
Giannino Gabriel, ha annunciato il suo impegno per avere una normativa che regolamenti le
aperture degli outlet: «Non si possono combattere, non si possono fare chiudere o evitare che
aprano, ma almeno che ci sia una regolamentazione tale che la loro presenza non penalizzi
troppo il commercio tradizionale. Abbiamo visto che la gente comunque c’è, si muove anche
in centro, speriamo che ne seguano anche degli acquisti, perché a dicembre le vendite sono
state fiacche; e certo il tempo mite, proseguito fino ad ottobre, non ha aiutato. E, come se non
bastasse, l’apertura dei nuovi negozi all’interno di Veneto Designer non dà una mano».
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