citta` di dalmine il genere comico nella letteratura

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citta` di dalmine il genere comico nella letteratura
CITTA’ DI DALMINE
Città di Dalmine
IL GENERE COMICO NELLA LETTERATURA DEL MEDIOEVO
APPUNTAMENTI SERALI DI LETTERATURA
2 incontri
a cura della professoressa Concetta Cartillone
In Italia l'umorismo e la satira hanno una tradizione secolare: dai clerici vagantes ai poeti burleschi, dal Boccaccio
all'Ariosto e al Tassoni, dall'Aretino a Teofilo Folengo, la letteratura è ricchissima di autori di epigrammi e di satire,
spesso imitazioni di classici latini e greci, in cui all'aspro morso della critica si mescola il bonario umorismo, la comicità
spensierata o maliziosa di secoli tempestosi e tormentati, fra invasioni, dominazioni straniere e repressioni di ogni genere.
Fin dal lontano Medioevo, ci è giunto un cospicuo numero di canti che prendono il nome di “Carmina
burana”, i cui autori sono i clerici vagantes, studenti universitari che giravano per l’Europa e che esaltavano il
vino, la donna, il gioco, i piaceri della vita, rovesciando in modo ironico e divertito temi e atteggiamenti della letteratura
ufficiale.
C'è un altro genere letterario comico ed è la poesia burlesca, presente nella letteratura medioevale come forma di scherzo
e di parodia dei generi letterari tradizionali seri . Essa capovolge i canoni tradizionali e mette in primo piano proprio ciò
che lo Stilnovo respingeva fuori dai confini della poesia.
I contenuti di questo nuovo tipo di poesia, che poteva essere compresa anche da strati sociali meno raffinati di quelli cui
si rivolgevano gli Stilnovisti, sono molto realistici e toccano la vita quotidiana in tutti i suoi aspetti, soprattutto materiali.
Fra i temi emergono l’amore, rappresentato per lo più negli aspetti sensuali e fisici, il lamento sulla propria misera
condizione, la polemica contro le autorità e le donne, le lodi al denaro e al vino.
Rustico Filippi, Cecco Angiolieri, Folgòre di San Gimignano, rappresentanti autorevoli di questo genere, hanno una
comune visione della vita: godereccia, sensuale, realistica.
Le loro poesie, rifiutando la visione del mondo gerarchico ed ufficiale, possono dare spazio alle voci della diversità, del
dissenso, dell’emarginazione.
La lettura della loro produzione non solo induce il lettore al riso ma lo fa riflettere sulla dolorosa condizione dell'uomo o
sull'assurdità dei meccanismi che regolano la vita di tutti i giorni, rivelando ingiustizie, inconsistenze e assurdità.
Il filone comico, parodico, giocoso o realistico è stato ampiamente sfruttato nelle letterature europee dei secoli successivi,
a partire dal Boccaccio.
Dostoevskij, a proposito del riso, dice: "Per conoscere un uomo bisogna studiare non il suo silenzio né il suo modo di
parlare o di piangere o di infiammarsi alle idee più nobili, ma il suo riso”.
Date del corso: 26 novembre e 3 dicembre 2012
Iscrizioni entro il 22 novembre 2012
Gli incontri si svolgeranno alle ore 20,45
nella Sala Riunioni del Centro Culturale - Via Betelli,21
Ingresso libero
Per attivazione corso minimo 20 partecipanti - max 45
Per informazioni e iscrizioni:
Ufficio Cultura - via Kennedy 1 - tel. 035/564952
[email protected] - www.dalminecultura.bg.it