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Arvedi informa ARINOX Notiziario di informazione del Gruppo Arvedi N.6 - P R I M A V E R A ZINCATURA Obietivo sul nuovo reparto dell’Isp DANIELE CAVINA Viaggio nel ‘sistema nervoso’ del’Isp AZIENDE L’Ilta fornisce la nave più grande PENSIONATI Trentasette anni all’Arvedi Commercio 2 0 0 1 ATA CSS ILTA INOX I.S.P. Elogio dell’Uomo Il ‘saper fare’, cuore dell’economia anno 2000 è terminato: il risultato del nostro Gruppo è stato buono. Ognuno di noi può figurativamente, ma anche professionalmente e moralmente apporre la propria firma al nostro bilancio. Un bilancio che non solo fa bene al nostro Gruppo, ma rappresenta anche un importante contributo di beni utili alla collettività in cui viviamo. Colpito da fatti che mi hanno fatto pensare, lasciatemi per una volta, fare una riflessione a più largo campo. Non è retorica: chi si impegna, chi partecipa per raggiungere un importante obiettivo, con ricadute positive sulla sua comunità, merita considerazione e stima. Chi fa del suo “essere”, del suo operare un soggetto creativo, dotato di un sistema nervoso sensibile al bene rende più degna la sua vita e si rende utile a se stesso e agli altri. L’ Non possiamo vivere di paure, non possiamo considerare la vita come solo piena di minacce altrimenti le nostre ambizioni, i nostri obiettivi si limitano a quanto abbiamo a portata di mano. Non possiamo accettare il mondo come è, come lo abbiamo ricevuto: dobbiamo cercare di cambiarlo in meglio anche se questo implica la rinuncia al consenso e all'applauso altrui. Noi dobbiamo fare ciò in cui crediamo: costi quel che costi. Il nostro stimolo non può essere la vanità che chiede l’approvazione di altri, ma l’orgoglio della certezza delle nostre idee. Qualcuno tende a valorizzare i concetti, altri i metodi, a me piace non sottovalutare, anzi valorizzare anche il “saper fare”. “E’ lavorando la terra che diventiamo dei buoni agricoltori”. “E’ forgiando che diventiamo dei buoni forgiatori”. “E’ studiando che diventiamo dei buoni studenti”. L’arte di fare non si impara sui libri: è la messa in pratica che fa il risultato. Io credo che alla base di un buon risultato ci siano molti valori, circostanze e opportunità; ma senza il “saper fare” manca l’emancipazione, la capacità di creare, manca lo spirito dell’uomo che è la molla principale di ogni nostra decisione. Perché per primi in Europa, e con i migliori risultati, abbiamo prodotto i tubi saldati al carbonio laminati a caldo dal riduttore a stiramento, i tubi Inox con il passo di Pellegrino, e perché abbiamo creato la nuova tecnologia ISP proprio a Cremona? Perché la Microsoft è nata negli Stati Uniti e non in Europa ? Solo da poco in Europa, si possono vendere microprocessori e logiche di applicazione. Negli Stati Uniti il settore comunicazione e il mercato furono liberalizzati venticinque anni fa. Senza di questo non sarebbero sorte l’Intel e Microsoft. L’‘uomo’, nella sua centralità, deve avere il respiro ampio, il respiro della verità in un contesto e mercato favorevoli ove poter creare, sviluppare, realizzare e vendere le sue idee, valorizzare il suo talento, la sua straordinaria fantasia e creatività. A volte, in questa New Economy, mi sembra di essere ritornato ai secoli passati: il trionfo di un segnale, il trionfo del numero. Una filo- 2 sofia che Pitagora proponeva, come se il numero fosse il cuore, la verità di tutte le cose. Quando il numero regna, lo spirito soffre. Fu, com’è logico, un periodo transitorio; Platone, Aristotele, Tommaso d’Aquino, Galileo Galilei (ne abbiamo disturbati di geni!) hanno cambiato questo modo di vedere con la genialità del loro pensiero. arà ancora di transizione il periodo in cui viviamo? Lasciatemi dire che comincia ad essermi indigesta tutta questa esaltazione per il segnale rapido e chiaro, per il numero certo, per la comunicazione forzata, per il cambiamento obbligato. Immaginare un mondo di domani, per certi versi , mi è difficile: noi siamo stati ispirati da ideologie nate dalla precedente rivoluzione industriale. Noi siamo formati mentalmente dal liberalismo, dal socialismo e dal marxismo; ora qualcuno potrà dirmi che quelli di un tempo sono vecchi strumenti e che non possiamo con un martello “rompere gli elettroni”. Io sono convinto, e ritorno sui miei passi, che l’uomo con la sua “libertà”, la sua intelligenza e con il trionfo del suo spirito sarà colui che cambierà il mondo alla base. Noi dobbiamo continuare ad essere soggetti che, pur nel nostro modesto operare, sanno di dover dare il loro personale contributo ed impegno per far sì che le cose nel mondo possano andare meglio. Questo noi, per ora, nel nostro Gruppo mi pare lo abbiamo dimostrato con capacità, merito, risultati e soddisfazione per tutti. S Complimenti a tutti: ma un Gruppo ad elevata innovazione tecnologica è sempre più difficile da mantenere a livelli di alta qualità con rinnovate capacità di progresso. Riflettiamo. Ciascuno di noi ha delle capacità specifiche e sa fare alcune cose meglio di altri; ma solo tutti insieme sapremo raggiungere il migliore risultato. Solo il diffuso “sapere comune” darà al nostro Gruppo la possibilità di mantenere e migliorare l’alto livello di qualità che ha raggiunto. Qualcuno mi ha domandato: è più importante fare per essere ammirati o per far del bene? Per ricevere o per donare? Che dire: quando le cose vanno bene, vanno bene per tutti. I fatti parlano da soli e per noi: ognuno di noi ha un suo ritorno personale che è più completo e profondo solo se abbiamo fatto tutto il possibile perché, veramente, le cose possano andare bene per tutti. Cav. Lav. Giovanni Arvedi Viaggio nel sistema nervoso del processo Isp U L’importante ruolo dell’automazione n efficiente sistema di automazione ed un robusto controllo di processo, sono la chiave di volta per l’implementazione delle tecnologie più sofisticate. Spesso si è portati a pensare al settore siderurgico come ad un mondo in cui l’elettronica non abbia un grosso ruolo, si crede che sia un settore appartenente alla “old economy” a ‘basso contenuto tecnologico’. Certo, un’acciaieria convenzionale non è un’azienda ad alta informatizzazione, ma esistono esempi, come quello dell’Isp, che smentiscono questo luogo comune e che sono unici al mondo. Lo stabilimento nel 1990, quando queste idee erano all’avanguardia, concepì un progetto d’automazione di fabbrica per attuare una completa integrazione tra il sistema azienda e il sistema fabbrica; in tutti i suoi ambiti dalla selezione e carica del rottame, alle fasi di produzione, fino all’immagazzinamento dei laminati in rotoli. Ne parliamo con Daniele Cavina responsabile dell’area sistemi elettronici, che ogni giorno soprintende al mantenimento dei sistemi di automazione del processo di produzione, intervenendo quando ci sono dei problemi in quello che potremmo definire il sistema nervoso del processo ISP. Qual è il contributo dell’elettronica all’interno del processo Isp? E’ un contributo fondamentale. L’innovazione dell’Isp è stata epocale perché si sono sfruttati al meglio i concetti di compattazione di tempo e spazio. In pochi metri e in poco tempo è stato ‘riassunto’ un processo che richiedeva maggiori impegni di macchine, tempo e relativi consumi. Questo è stato possibile anche e soprattutto grazie alla sofisticata automazione di processo resa possibile da una elettronica avanzata. Come interviene l’automazione in un processo di lavorazione di questo genere? Cercherò di semplificare il più possibile per farmi comprendere al meglio. Un processo di lavorazione come quello dell’Isp è coordinato dagli uomini tramite computers (16 HMI e 3 Stazioni Tecnologiche), collegati in rete con una serie di controllori a logica programmabile (14 PLC monoprocessore prettamente di controllo logico e 14 PLC multiprocessore prettamente di controllo tecnologico), più o meno complessi, che gestiscono direttamente le singole sezioni d’impianto ed i singoli processi tecnologici. La connessione in rete di tutti i PLC par- tecipanti all’automazione del processo ISP permette la condivisione in tempo reale di qualsiasi tipo di informazione legata al singolo processo, condizione fondamentale per la buona riuscita di un produzione in linea continua. L’uomo, dal pulpito, può controllare la totalità delle informazioni ed interagire con i sistemi di controllo eventualmente modificando i singoli parametri di macchina. Come fa l’uomo a controllare e modificare all’occorrenza i dati di processo? L’operatore posto sui vari pulpiti di controllo dispone di un sistema (HMI) che lo interfaccia alla macchina tramite rappresentazioni virtuali dell’impianto visualizzate su pagine video scorrevoli. Ogni pagina schematizza singole parti di macchina o più macchine in assieme, con tabelle che contengono parametri di processo che arrivano dai computer tecnologici con i valori teorici di set - up ed i valori attuali che tornano dalle macchine. L’operatore può modificare i parametri di processo quando rileva una discordanza tra valori d’obiettivo e i valori Daniele Cavina attuali, e tale modifica viene passata ai PLC che agiscano direttamente sul processo. I parametri ed i consensi da controllare in tutte le fasi del processo ISP sono tantissimi: temperature di ingresso e di uscita dell’acciaio dalle singole macchine, pressioni, trazioni, posizionamenti, coordinamento delle singole operazioni fra tutte le componenti di impianto. Un uomo senza l’ausilio dei computer non riuscirebbe a seguire un processo così complesso, soprattutto alla velocità alla quale la produzione procede. Costruire una struttura del genere deve essere stato complicato? La nascita del sistema di controllo di Isp è stata travagliata. Il progetto del sistema fu concepito e sviluppato dall’AEG unitamente ad un gruppo di lavoro creato appositamente in ISP e di cui facevo parte. L’automazione del processo ha richiesto prove, controlli, esperimenti che all’inizio non convincevano ma che si dimostravano efficaci e viceversa. Con un briciolo di orgoglio possiamo dire che il contributo interno è stato importante, e che oggi siamo padroni della materia. 3 ATA Primo Il tubo strutturale arriva a 70 mila tonnellate I distinti dello stadio Zini di Cremona La leadership nel settore del tubo strutturale rivolto ai grandi utilizzatori, è una tradizione del Gruppo. Dopo la focalizzazione di ILTA sul tubo Inox, e la relativa cessazione della produzione del tubo carbonio, ATA ne ha rilevato il testimone e, con l’avvio della Linea G3 e il conseguente completamento della gamma dimensionale, ha realizzato le condizioni ideali di crescita, portando a 70.000 tonnellate il volume annuo di tubo strutturale. Possiamo dire con orgoglio di annoverare tra i nostri clienti aziende trasformatrici di primaria importanza a livello internazionale: tanto per rendere un’idea della loro dimensione ve ne sono che da sole potrebbero assorbire l’intera produzione annua della linea G3. Il tubo strutturale, pur non essendo il prodotto più pregiato di ATA, negli ultimi anni è stato oggetto di un considerevole sviluppo tecnico, generato dalla necessità da parte dei nostri clienti di produrre manufatti sempre più leggeri, atti ad una più facile movimentazione in cantiere e contemporaneamente più resistenti alle sollecitazioni meccaniche: da qui lo sviluppo e l’impiego di marche d’acciaio quali gli St 44 (S275J2H) oppure St 52-3 (S355J2H) ed i microlegati con caratteristiche altoresistenziali, acciai questi forniti con successo da ISP. Un altro aspetto rilevante è divenuta la necessità di proteggere i manufatti dalla corrosione atmosferica: la soluzione più effica4 ce, anche se costosa, è la zincatura a caldo per immersione, che vuole un accurato controllo dell’analisi degli acciai impiegati. E’ il contenuto di silicio (Si) e di fosforo (P) che determina una buona zincabilità del manufatto: è questa una caratteristica critica, in quanto il risultato si può vedere solamente alla fine del ciclo di lavorazione, ed una cattiva zincatura può portare a pesanti contestazioni dei clienti. Il cliente “ponteggio” è diventato sempre più esigente anche in termini di servizio e affidabilità di consegna; molti richiedono tubo già tagliato a misura e pronto per essere lavorato lo stesso giorno di consegna. Con l’avvento dell’Unione Europea stiamo assistendo ad uno sforzo di unificazione dei vari standard fra i paesi aderenti. Per esempio, basta fare una semplice considerazione sul fatto che in Italia si produce un puntello per edilizia con un tubo esterno 56,0x1,70 ed un tubo interno 48,3x1,70 mentre in Germania si produce lo stesso con un 57,0x2,60 ed un 48,3x3,60; per capire che il settore vedrà importanti evoluzioni nei prossimi anni. Nella fotografia è mostrato un significativo esempio di ponteggio tubolare, realizzato alla stadio Zini di Cremona, fatto con i tubi dell’ATA. Piano ISP Il risparmio energetico passa dall’Elti Procede con importanti risultati il progetto per ottimizzare i rendimenti del forno fusorio, basato sulla collaborazione fra l’acciaieria Isp di Cremona e la Elti di Sovere (BG), azienda attiva nel settore della fornitura di impianti per l’insufflazione di fluidi nel forno elettrico. L’energia occorrente per fondere il ferro si ottiene tecnicamente da due fonti: dall’elettricità e da reazioni chimiche fortemente esotermiche. Punto chiave per la diminuzione dei costi energetici è il maggior sfruttamento dell’energia chimica, meno costosa dell’energia elettrica. La novità sostanziale di questa ricerca tecnologica sta in un utilizzo mirato dell’energia chimica nel processo di fusione ed affinazione e conseguentemente nella riduzione del consumo dell’energia elettrica. Grazie alla nuova tecnologia, in fase di sviluppo con ELTI, il processo fusorio sfrutta in modo ottimale l’energia chimica generata dalla iniezione nel forno di quantità precalcolate di ossigeno e polvere di carbone recuperando l’energia dei gas generati nella fase fusoria. I vantaggi attesi, e già in parte ottenuti tramite il modulo sperimentale applicato al forno, si possono elencare come segue: • Miglioramento della resa termica • Aumento della produttività • Miglioramento della resa della carica • Diminuzione dei costi Con la piena applicazione della nuova tecnologia la nostra acciaieria si porrà nel gruppo di elite dei forni tradizionali ad alta produttività. Si è scelta Elti quale partner tecnologico, perché Elti, già specialista dell’insufflazione di metano e ossigeno, era alla ricerca di un partner industriale, con cui realizzare, tramite lo sviluppo sperimentale, l’applicazione pratica di tecniche avanzate di iniezione finalizzate all’ottenimento dei massimi rendimenti termici spinti anche al recupero energetico tramite post-combustione. La messa in comune del patrimonio tecnologico delle due aziende, è alla base del successo di questo progetto che ha consentito lo sviluppo di un processo nato “su misura” per il forno ISP. Il contratto di collaborazione ha visto come protagonisti Paolo e Federico Macario per la Elti e Giorgio Sandonà per il nostro Gruppo; seguono le fasi pratiche del progetto Renato Bianchi (Elti) e Massimo Fonda (Isp). Questo nuovo processo ha già suscitato l’interesse e gli apprezzamenti di molte acciaierie, che sono venute a studiare le fasi dei nuovi procedimenti con visite dalla Turchia, Russia e da altri Gruppi italiani. Assistiamo ad un importante passo in avanti del processo fusorio basato su di una scelta tecnologica improntata al risparmio dell’energia, un bene che diviene, ogni giorno di più, fondamentale. L’ottimizzazione energetica è l’espressione di una politica aziendale attenta e rivolta al rispetto dell’ambiente. Giorgio Sandonà 5 Arinox Primo Nastri di precisione: traguardo di qualità Il primo approccio, quando si pensa a prodotti industriali nel Dai nastri si ricavano lamine di varie dimensioni che sono sotmondo dell’acciaio, è quello di immaginarsi grandi quantità di toposte, in celle particolari, ad un attacco elettrochimico (da materiale, coils enormi spostati e pronti per essere lavorati. Ma qui il termine Etch Quality)che può essere programmato per la lavorazione degli acciai di qualità porta invece alla produzioavere, anche sullo stesso pezzo, una erosione sia parziale sia ne di oggeti minuti, di grandissima qualità e durata. L’Arinox, totale dello spessore, con una precisione di disegno ed una all’interno di una vasta gamma di prodotti, è da sempre attenta accuratezza di finitura dei bordi non ottenibile con altre lavoraalla produzione di acciai di altissimo contenuto tecnologico che zioni. Vale la pena di sottolineare che questo nuovo utilizzo vengono poi utilizzati nelle più della tecnologia di attacco perdisparate applicazioni. mette la creazione, su prodotti L’acciaio quindi, non solo per provenienti dall’Arinox, di prodotti rivolti all’impiantistica, oggetti anche di piccole ma anche all’arredamento ed al dimensioni dall’altissimo condesign. L’entrata in servizio tenuto tecnologico e dalla della “tension leveller” ha conlavorazione artistica. sentito un progressivo sviluppo L’esempio nella fotografia qui del know-how applicativo speaccanto enfatizza la duttilità cifico per la spianatura sotto del prodotto Arinox, il quale, tensione dei nastri di precisione debitamente lavorato, è divecrudi di laminazione, aprendo nuto un segnalibro sottilissimo ad Arinox interessanti prospete resistente, concepito nella tive di penetrazione in particotradizione del migliore design lari mercati. europeo. Uno di questi è il settore definito “Etch Quality” che utilizza Questa particolare lavonastri incruditi (tipicamente razione consente di otteacciaio aisi 304 in finitura 3/4 nere per esempio: hard, cioè con elevato incrudimento) caratterizzati da una • pezzi di altissima precisione superficie che deve essere assocon disegni anche estremalutamente priva di imperfezioni, mente complessi, quali ad con una rugosità molto bassa esempio maschere per cine(Ra generalmente inferiore a scopi, reti e microreti forate 0,20 micron) e con una planaper impieghi nel settore dell’erità pressoché perfetta. E’ evilettronica; dente che nastri con tali caratteristiche strutturali e di preci• pezzi per l’industria grafica sione dimensionale non sono quali le matrici per stampa: in ottenibili con lavorazioni conquesto caso si sfrutta la caratvenzionali, ma sono conseguibiteristica di questa lavorazione li solo attraverso cicli particolache permette di ottenere zone ri di lavorazione sia al laminaattaccate a profondità variabile toio 20 Hi sia, soprattutto, alla con una elevatissima precisiospianatrice sotto tensione, cicli ne di disegno; che Arinox ha perfezionato riuscendo ad imporre la qualità • ed altri particolari speciali, Un fermarcarte realizzato dei suoi prodotti in questa spefino ad arrivare ad oggetti articon Acciaio Arinox cifica nicchia di mercato. stici di puro significato estetico. 6 Piano Ilta Quando i tubi vanno in crociera... La nave Explorer of the seas La nave da crociera più grande del mondo si affida, per il suo impianto di sicurezza antincendio, a prodotti provenienti dall’Ilta di Robecco. Infatti il sistema antincendio scelto dalla Royal Caribbean International per le nuove navi utilizza largamente tubi in acciaio inossidabile prodotti dalla azienda del Gruppo Arvedi. Un successo questo che va a premiare la qualità e l’affidabilità tradizionali dei prodotti dello stabilimento Ilta. L’ultima arrivata della grande flotta caraibica, l’Explorer of the Seas, con la sua stazza di 142 mila tonnellate è stata dichiarata la nave da crociera più grande del mondo ed è la seconda di una serie di 5 navi sulle quali verranno installati tubi prodotti da Ilta Inox. La Explorer of the seas può ospitare fino a 3.114 passeggeri con un equipaggio di 1185 persone: costruita nei cantieri di Turku, in Finlandia, è stata varata il 28 ottobre dello scorso anno e effettua crociere che partono da Miami e toccano le più belle isole del mar dei Caraibi. La nave effettua infatti viaggi della durata di una settimana con soste alle Bahamas ed in altre piccole isole, fra le quali la famosa Hispaniola. Grazie alla sua enorme stazza può ospitare ogni genere di divertimento ed è unica nel suo genere: possiede infatti una parete attrezzata per fare roccia e free climbing in pieno oceano, quando è in movimento. Fra le altre attrattive, organizzate per un pubblico americano mai sazio di divertimenti, la pista di pattinaggio, numerosi cinema e teatri e ristoranti di ogni genere. Per il sistema antincendio sono stati utilizzati tubi Ilta in acciaio 316L di diverse dimensioni, prodotti di grande qualità che sono stati sottoposti a test di pressione fino a 200 bar e certificati per utilizzi a pressioni di lavoro (working pressure) di 120 bar. I tubi, saldati con il metodo TIG, sono prodotti partendo da materiali speciali studiati appositamente con i fornitori di nastri. Successivamente i tubi sono stati trattati termicamente per raggiungere elevate proprietà meccaniche e sottoposti a stringenti controlli di qualità: non ultimo il controllo, certificazione e punzonatura da parte dell’ente norvegese Det Norske Veritas. Sono state necessarie numerose prove, partendo da nastri con caratteristiche particolari, per ottenere un prodotto adatto a sostituire il tubo senza saldatura usato in precedenza per queste applicazioni che richiedono standard definiti con procedure particolarmente severe. Il sistema antincendio della nave è costituito da circa 60 km di tubature ed è basato sulla nebulizzazione di acqua ad alta pressione. Nel caso venga segnalato un principio di incendio dagli appostiti sensori il sistema inizia, nella zona interessata, a spruzzare acqua nebulizzata spegnendo il fuoco. 7 Css Persone Al raddoppio con i nuovi macchinari Il Css, Centro Servizi Siderurgici di Corbetta, vicino a Milano, rilancia e amplia la propria attività con l’installazione di nuovi macchinari. Tale potenziamento è inquadrato all’interno di un progetto di riorganizzazione interna che lo porterà ad ottimizzare le sue capacità produttive. La collocazione strategica dello stabilimento, nei pressi dell’autostrada che collega Milano a Torino, è ottimale, sia per laspedizione che per la ricezione del materiale. In un’ottica Sopra, la preparazione della fondazione dello slitter 1850x0,5 - 5 mm; di rilancio potrebbe anche essesotto, l’installazione della linea slitter 1250x0,3 - 3 mm re riattivato il raccordo ferroviario di proprietà della società confinante T.L., con la quale è stato stipulato un accordo pluriennale d’uso. Le nuove macchine permetteranno di raddoppiare la produttività dello stabilimento saturando in grado più elevato la capacità del Css in termini di edifici e infrastrutture. Il Css opera in trasformazione per conto dell’Acciaieria Isp e attraverso una propria organizzazione commerciale; con i suoi impianti svolge attività di centro servizi per prodotti laminati piani a caldo e a freddo, come il taglio longila sede del Css. tudinale dei coils, la spianatura, il taglio in lamiere e la bandelI settori commercialmente interessati dai nuovi prodotti del Css latura. Prelavora inoltre le lamiere tramite impianti di ossitaglio saranno quelli dell’indotto auto e autoveicoli industriali, dei e svolge attività di vendita di prodotti tubolari di qualità comprofilatori, dell’edilizia, delle costruzioni meccaniche, del commerciale che provengono dall’Ata e da altri produttori. mercio e della costruzione di mobili metallici. Il potenziamento strutturale prevede l’installazione di tre nuove La fase di installazione delle nuove macchine verrà terminata linee di taglio longitudinale con un aumento di personale di entro la fine di Marzo: il mese di Aprile sarà dedicato al rodagcirca venti unità lavorative. In fase di rodaggio si farà ricorso al gio e dal primo di Maggio le linee saranno a disposizione per lavoro interinale per permettere un addestramento corretto dei la produzione regolare. Le macchine, acquistate funzionanti da nuovi arrivati, che verranno poi inseriti stabilmente negli orgaaltri stabilimenti che le hanno vendute per cessazione di attinici della società. vità, sono state completamente rimesse a nuovo per permettere L’incremento di capacità è finalizzato, fra l’altro, all’aumento di una funzionalità ottimale. richieste di servizi che proverranno dall’Isp: un maggiore impeLo stabilimento, che fa parte del gruppo fin dal 1992, è dispogno sarà infatti richiesto nel momento in cui lo stabilimento di sto su spazi di notevole dimensione (oltre 110.000 m2) che, Cremona produrrà materiale zincato che verrà lavorato presso con queste nuove acquisizioni, verranno utilizzati al meglio. 8 & Fatti Riduzione dei costi l’Ata va all’attacco Sono cinque i piani sviluppati all'interno del Progetto Miglioramenti dell’Ata: 1) Piano per l’aumento della produttività 2) Piano di miglioramento della messa a mille di stabilimento; 3) Riduzione dei costi di trasformazione 4) Sviluppo di nuovi prodotti 5) Rilancio ambiente - sicurezza - formazione Ecco le persone che hanno partecipato attivamente alla stesura del Piano Miglioramenti dell’Ata nel corso delle riunioni operative. Nella foto qui sopra, a partire da sinistra: Ernesto Bonvini, Elio Rivera, Alberto Cremaschi, Giuliano Violi, Pasquale Mazzetti, Giorgio Bassanetti, Mario Fraioli, Tiziano Neviani, Paolo Rodiani, Moreno Arcari, Pierluigi Pegorari, Massimo Dall’Ara, Stefano Poli, Alessandro Ferrari, Roberto Poli Qui a destra, Alberto Cremaschi, Giuliano Violi, Stefano Poli, Mario Fraioli, Massimo Dall’Ara, Elio Riviera, Ernesto Bonvini Nella foto a lato, da sinistra, in senso orario, Alessandro Ferrari, Giorgio Bassanetti, Pasquale Mazzetti, Roberto Poli, Tiziano Neviani, Paolo Rodiani, Moreno Arcari, Pierluigi Pegorari. 9 Antonio Livrini e Claudia Ferrari hanno trascorso una vita lavorativa presso l’Arvedi Commercio di via Rosario a Cremona “Siamo stati fortunati a trovare un ambiente di lavoro dove regnavano concordia e spirito di corpo” Persone T rentasette anni trascorsi gomito a gomito sul posto di lavoro, fin dalla nascita dell’Arvedi Commercio nel lontano febbraio del 1964. Antonio Livrini e Claudia Ferrari hanno condiviso la loro vita lavorativa fino ad arrivare alla pensione, nello scorso dicembre, ed ora raccontano la loro lunga esperienza aziendale. “Arrivavo da un’esperienza alla Ferrometalli, che ai tempi era la più grossa realtà cremonese nel settore – esordisce Antonio Livrini - ed ero stato attratto dall’eccezionale spirito di iniziativa del giovane imprenditore Giovanni Arvedi. Mi venne offerto il lavoro ed accettai con entusiasmo, allora sembrava una scommessa: da anni la Ferrometalli non c’è più ed il gruppo Arvedi è diventato quello che è diventato”. “Abbiamo iniziato – prosegue Claudia Ferrari – in piena campagna, lo stabilimento sorgeva in via Rosario, in una zona che allora era praticamente disabitata. Gli uffici erano all’interno del capannone, eravamo tutti molto raccolti, lo stesso presidente aveva un piccolo ufficio accanto al nostro. Eravamo tre impiegate, Livrini ed il nostro ‘capo’ Italo Carotti. Una squadra ridotta ma agguerrita”. Piano piano l’azienda ha cominciato a farsi strada, a scalzare i concorrenti. Sono nati veri uffici, nuovi capannoni e nuovi reparti, il gruppo ha iniziato ad espandersi. Claudia Ferrari e Antonio Livrini In vetta, a quota trentasette! “La Arvedi Commercio è stata una parte importante della nostra vita – prosegue Livrini -, molte cose le abbiamo vissute di riflesso, assistevamo all’espandersi delle attività del Cavaliere, vivevamo la nascita delle nuove aziende con l’orgoglio di essere parte del nucleo iniziale”. “Un ricordo fondamentale – continua Claudia Ferrari - va sicuramente al nostro direttore, Italo Carotti, che, con la sua intelligenza, la sua esperienza ed il suo spirito di sacrificio ha saputo condurre l’azienda fino ai nostri giorni. Trentasette anni sono davvero tanti. Vengono alla mente episodi, volti di persone con le quali si è condiviso molto… I colleghi che ci hanno lasciato, come la signora Vittoria o Paola Uberti, una vera istituzione”. “Agli inizi – ricorda Ferrari - gli uffici erano in mezzo ad una montagna di coils, vicino allo slitter, le lavorazioni erano a due passi da noi, a pensarci adesso sembra impossibile”. Era uno 10 scenario che ora si definirebbe postmoderno, e che consentiva un grande affiatamento fra tutti, operai, amministrativi e dirigenti. “Quello che ci ha sempre aiutato è stato lo spirito di corpo. Lavoravamo insieme, senza compartimenti. Non c’erano problemi ad aiutarsi, a restare oltre l’orario se qualche collega era rimasto indietro con il lavoro. Questo spirito è ciò che ci ha sempre contraddistinto, ci sentivamo parte integrante di un sistema che cresceva sempre più, e ne eravamo contenti. Siamo stati fortunati a vivere il lavoro in questo modo…”. Ed ora, godendosi un meritato riposo, non hanno però intenzione di ‘ritirarsi’ dalle attività aziendali. “Adesso che avremo più tempo libero vorremmo partecipare all’attività dell’Alpa”, l’Associazione dei Lavoratori Pensionati del Gruppo Arvedi. Trentasette anni di servizio non si dimenticano certo nel giro di pochi giorni... & Fatti In memoria del compianto Dante Vacchelli A lla fine di dicembre dello scorso anno Dante Vacchelli è venuto a mancare dopo una lunga malattia che lo aveva accompagnato per anni. Nato il 16 agosto del 1955, Dante era entrato in Ata nel 1973, al termine di un corso di studi che ne aveva fatto un abile progettista meccanico. Assunto diciottenne come operaio, nel corso di pochi anni si fece conoscere in azienda per le sue qualità umane prima ancora che professionali: la malattia si manifestò precocemente, nel 1982, ma Dante si distinse sempre per la sua capacità di affrontarla eroicamente. Nonostante le cure fossero debilitanti e il decorso del male particolarmente duro Dante, con grande forza, seppe andare avanti senza mai lasciarsi sopraffare dallo sconforto. Questa forza d’animo incredibile lo accompagnava tutti i giorni nel suo lavoro, sorprendendo quanti, condividendo le giornate con lui, notavano l’attaccamento e la passione con cui si impegnava. L’Ata gli deve molto: nel 1975 ha collaborato al progetto e disegnato la linea di formatura e saldatura che alimenta il riduttore a stiramento; suoi anche i progetti della prima linea due con le piastre asportabili per il premontaggio a cambio rapido, e numerose tagliatubi volanti. Non aveva lavorato solo per l’azienda di Cremona, ma anche, all’interno del Gruppo, per il Tubificio Lombardo e per le Trafilerie di Sestri. Nel tempo libero si dedicava, come hobby, all’Associazione Cronometristi Cremonesi, un fatto questo che sottolinea il suo amore incredibile per la precisione. I colleghi raccontano infatti che anche quando cominciò a disegnare le macchine con l’aiuto del computer, non smise per qualche anno di rifarli, terminato il lavoro, a mano, come era stato abituato, per controllare che la macchina non lo avesse in qualche modo ingannato. La sua grande fede lo ha accompagnato nella vita dandogli una forza ed uno spirito che ha avuto il dono di comunicare a quanti gli sono stati vicini. Lascia moglie e due figlie e alle quali vanno l’affetto di tutti quanti lo hanno ammirato, stimato e amato. Finarvedi, master L a Finarvedi è uno dei sostenitori del nuovo Master in tecnologie per la Net Economy organizzato dal Politecnico di Milano nella sua sede di Cremona, in Via Sesto, 41. Questo impegno sottolinea la tradizionale vicinanza del Gruppo alle attività promosse dall’Associazione Cremonese Studi Universitari. Al progetto partecipano le Associazioni Industriali di Cremona e Brescia, l’Aem di Cremona ed il Centro di ricerca tecnologica di Milano. Il corso è rivolto alla creazione di nuove figure professionali di elevato livello, esperte in tecnologie di rete e dell’informazione, con preparazione sulle metodologie tecniche e sugli strumenti per la realizzazione di servizi su Internet. La necessità e la difficoltà, al tempo stesso, di avere, nel mondo del lavoro, persone in grado di rispondere alle esigenze della New Economy trova una risposta nell’affidare al Politecnico il compito di completare la preparazione di ingegneri e di laureati in matematica e in fisica. Le prospettive di impiego delle persone con un profilo professionale come quello fornito dal corso sono molto buone. E’ previsto che un certo numero di aziende, agendo da sponsor, ospitino gli studenti per uno stage; per esse il fine sarà anche quello di poter introdurre all’interno del proprio organico, in posizione di rilievo, persone con questo tipo di preparazione. Michel Solzi, imprenditore cremonese, ha portato i colori dell’Atletica Arvedi alla maratona di New York. La kermesse podistica statunitense ha coinvolto, lo scorso anno, più di trentamila persone. La preparazione fisica di Solzi è stata seguita da un team di tecnici dell’Atletica Arvedi di Cremona. L’esterno del nuovo capannone che ospiterà la nuova zincatura dell’Isp Obiettivo sull’ Isp Questa serie di fotografie documenta l’evoluzione e lo stato dei lavori a fine marzo del nuovo capannone che ospiterà la zincatura, presso lo stabilimento dell’Isp Una fase della costruzione a metà febbraio Arvedinforma Notiziario di informazione del Gruppo Arvedi L’interno del capannone 12 Direttore Federico Mazzolari Coordinamento editoriale Giovanni B. Magnoli Epoché Fotografie Mino Boiocchi Art Photo Stampa Arti Grafiche Persico Hanno collaborato: Samantha Bartolometti, Daniele Cavina, Mario Fraioli, Rossano Grazioli, Luciano Manini, Pietro Mauri, Pierluigi Pegorari, Claudio Resemini, Paolo Rodiani, Giorgio Sandonà, Abele Scazzina, Mario Vergna. Finarvedi P.zza Lodi 7 - 26100 Cremona Tel. 037253521 Fax 0372535229 Internet: www.arvedi.it Email: [email protected]