ÿþA r v e d i n f o r m a

Transcript

ÿþA r v e d i n f o r m a
Arvedi
informa
ARINOX
Notiziario di informazione del Gruppo Arvedi
N.6
-
P R I M A V E R A
ZINCATURA
Obietivo sul nuovo
reparto dell’Isp
DANIELE CAVINA
Viaggio nel ‘sistema
nervoso’ del’Isp
AZIENDE
L’Ilta fornisce
la nave più grande
PENSIONATI
Trentasette anni
all’Arvedi Commercio
2 0 0 1
ATA
CSS
ILTA INOX
I.S.P.
Elogio dell’Uomo
Il ‘saper fare’, cuore dell’economia
anno 2000 è terminato: il risultato del nostro Gruppo è stato
buono. Ognuno di noi può figurativamente, ma anche professionalmente e moralmente apporre la propria firma al nostro
bilancio. Un bilancio che non solo fa bene al nostro Gruppo, ma rappresenta anche un importante contributo di beni utili alla collettività
in cui viviamo.
Colpito da fatti che mi hanno fatto pensare, lasciatemi per una volta,
fare una riflessione a più largo campo.
Non è retorica: chi si impegna, chi partecipa per raggiungere un
importante obiettivo, con ricadute positive sulla sua comunità, merita considerazione e stima.
Chi fa del suo “essere”, del suo operare un soggetto creativo, dotato
di un sistema nervoso sensibile al bene rende più degna la sua vita
e si rende utile a se stesso e agli altri.
L’
Non possiamo vivere di paure, non possiamo considerare la vita
come solo piena di minacce altrimenti le nostre ambizioni, i nostri
obiettivi si limitano a quanto abbiamo a portata di mano.
Non possiamo accettare il mondo come è, come lo abbiamo ricevuto: dobbiamo cercare di cambiarlo in meglio anche se questo implica la rinuncia al consenso e all'applauso altrui.
Noi dobbiamo fare ciò in cui crediamo: costi quel che costi.
Il nostro stimolo non può essere la vanità che chiede l’approvazione
di altri, ma l’orgoglio della certezza delle nostre idee.
Qualcuno tende a valorizzare i concetti, altri i metodi, a me piace non
sottovalutare, anzi valorizzare anche il “saper fare”.
“E’ lavorando la terra che diventiamo dei buoni agricoltori”.
“E’ forgiando che diventiamo dei buoni forgiatori”.
“E’ studiando che diventiamo dei buoni studenti”.
L’arte di fare non si impara sui libri: è la messa in pratica che fa il
risultato.
Io credo che alla base di un buon risultato ci siano molti valori, circostanze e opportunità; ma senza il “saper fare” manca l’emancipazione, la capacità di creare, manca lo spirito dell’uomo che è la molla
principale di ogni nostra decisione.
Perché per primi in Europa, e con i migliori risultati, abbiamo prodotto i tubi saldati al carbonio laminati a caldo dal riduttore a stiramento, i tubi Inox con il passo di Pellegrino, e perché abbiamo creato la
nuova tecnologia ISP proprio a Cremona?
Perché la Microsoft è nata negli Stati Uniti e non in Europa ? Solo da
poco in Europa, si possono vendere microprocessori e logiche di
applicazione. Negli Stati Uniti il settore comunicazione e il mercato
furono liberalizzati venticinque anni fa. Senza di questo non sarebbero sorte l’Intel e Microsoft.
L’‘uomo’, nella sua centralità, deve avere il respiro ampio, il respiro
della verità in un contesto e mercato favorevoli ove poter creare, sviluppare, realizzare e vendere le sue idee, valorizzare il suo talento, la
sua straordinaria fantasia e creatività.
A volte, in questa New Economy, mi sembra di essere ritornato ai
secoli passati: il trionfo di un segnale, il trionfo del numero. Una filo-
2
sofia che Pitagora proponeva, come se il numero fosse il cuore,
la verità di tutte le cose.
Quando il numero regna, lo spirito soffre.
Fu, com’è logico, un periodo transitorio; Platone, Aristotele,
Tommaso d’Aquino, Galileo Galilei (ne abbiamo disturbati di geni!)
hanno cambiato questo modo di vedere con la genialità del loro
pensiero.
arà ancora di transizione il periodo in cui viviamo?
Lasciatemi dire che comincia ad essermi indigesta tutta
questa esaltazione per il segnale rapido e chiaro, per il
numero certo, per la comunicazione forzata, per il cambiamento
obbligato.
Immaginare un mondo di domani, per certi versi , mi è difficile:
noi siamo stati ispirati da ideologie nate dalla precedente rivoluzione industriale.
Noi siamo formati mentalmente dal liberalismo, dal socialismo e
dal marxismo; ora qualcuno potrà dirmi che quelli di un tempo
sono vecchi strumenti e che non possiamo con un martello “rompere gli elettroni”.
Io sono convinto, e ritorno sui miei passi, che l’uomo con la sua
“libertà”, la sua intelligenza e con il trionfo del suo spirito sarà
colui che cambierà il mondo alla base.
Noi dobbiamo continuare ad essere soggetti che, pur nel nostro
modesto operare, sanno di dover dare il loro personale contributo ed impegno per far sì che le cose nel mondo possano andare
meglio.
Questo noi, per ora, nel nostro Gruppo mi pare lo abbiamo dimostrato con capacità, merito, risultati e soddisfazione per tutti.
S
Complimenti a tutti: ma un Gruppo ad elevata innovazione tecnologica è sempre più difficile da mantenere a livelli di alta qualità
con rinnovate capacità di progresso.
Riflettiamo.
Ciascuno di noi ha delle capacità specifiche e sa fare alcune cose
meglio di altri; ma solo tutti insieme sapremo raggiungere il
migliore risultato.
Solo il diffuso “sapere comune” darà al nostro Gruppo la possibilità di mantenere e migliorare l’alto livello di qualità che ha raggiunto.
Qualcuno mi ha domandato: è più importante fare per essere
ammirati o per far del bene? Per ricevere o per donare?
Che dire: quando le cose vanno bene, vanno bene per tutti.
I fatti parlano da soli e per noi: ognuno di noi ha un suo ritorno
personale che è più completo e profondo solo se abbiamo fatto
tutto il possibile perché, veramente, le cose possano andare bene
per tutti.
Cav. Lav. Giovanni Arvedi
Viaggio nel sistema nervoso
del processo Isp
U
L’importante ruolo
dell’automazione
n efficiente sistema di automazione ed un robusto controllo di processo, sono la chiave di volta per l’implementazione delle tecnologie più sofisticate.
Spesso si è portati a pensare al settore siderurgico come ad un
mondo in cui l’elettronica non abbia un grosso ruolo, si crede
che sia un settore appartenente alla “old economy” a ‘basso
contenuto tecnologico’. Certo, un’acciaieria convenzionale non
è un’azienda ad alta informatizzazione, ma esistono esempi,
come quello dell’Isp, che smentiscono
questo luogo comune e che sono unici al
mondo. Lo stabilimento nel 1990, quando
queste idee erano all’avanguardia, concepì
un progetto d’automazione di fabbrica per
attuare una completa integrazione tra il
sistema azienda e il sistema fabbrica; in
tutti i suoi ambiti dalla selezione e carica
del rottame, alle fasi di produzione, fino
all’immagazzinamento dei laminati in rotoli. Ne parliamo con Daniele Cavina responsabile dell’area sistemi elettronici, che ogni
giorno soprintende al mantenimento dei
sistemi di automazione del processo di
produzione, intervenendo quando ci sono
dei problemi in quello che potremmo definire il sistema nervoso del processo ISP.
Qual è il contributo dell’elettronica
all’interno del processo Isp?
E’ un contributo fondamentale. L’innovazione dell’Isp è stata
epocale perché si sono sfruttati al meglio i concetti di compattazione di tempo e spazio. In pochi metri e in poco tempo è
stato ‘riassunto’ un processo che richiedeva maggiori impegni
di macchine, tempo e relativi consumi. Questo è stato possibile
anche e soprattutto grazie alla sofisticata automazione di processo resa possibile da una elettronica avanzata.
Come interviene l’automazione in un processo di
lavorazione di questo genere?
Cercherò di semplificare il più possibile per farmi comprendere
al meglio. Un processo di lavorazione come quello dell’Isp è
coordinato dagli uomini tramite computers (16 HMI e 3
Stazioni Tecnologiche), collegati in rete con una serie di controllori a logica programmabile (14 PLC monoprocessore prettamente di controllo logico e 14 PLC multiprocessore prettamente di controllo tecnologico), più o meno complessi, che
gestiscono direttamente le singole sezioni d’impianto ed i singoli processi tecnologici. La connessione in rete di tutti i PLC par-
tecipanti all’automazione del processo ISP permette la condivisione in tempo reale di qualsiasi tipo di informazione legata al
singolo processo, condizione fondamentale per la buona riuscita di un produzione in linea continua. L’uomo, dal pulpito, può
controllare la totalità delle informazioni ed interagire con i
sistemi di controllo eventualmente modificando i singoli parametri di macchina.
Come fa l’uomo a controllare e modificare all’occorrenza i dati di processo?
L’operatore posto sui vari pulpiti di
controllo dispone di un sistema (HMI)
che lo interfaccia alla macchina tramite
rappresentazioni virtuali dell’impianto
visualizzate su pagine video scorrevoli.
Ogni pagina schematizza singole parti
di macchina o più macchine in assieme, con tabelle che contengono parametri di processo che arrivano dai
computer tecnologici con i valori teorici di set - up ed i valori attuali che tornano dalle macchine.
L’operatore può modificare i parametri
di processo quando rileva una discordanza tra valori d’obiettivo e i valori
Daniele Cavina
attuali, e tale modifica viene passata ai
PLC che agiscano direttamente sul processo.
I parametri ed i consensi da controllare in tutte le fasi del processo ISP sono tantissimi: temperature di ingresso e di uscita
dell’acciaio dalle singole macchine, pressioni, trazioni, posizionamenti, coordinamento delle singole operazioni fra tutte le
componenti di impianto. Un uomo senza l’ausilio dei computer
non riuscirebbe a seguire un processo così complesso, soprattutto alla velocità alla quale la produzione procede.
Costruire una struttura del genere deve essere stato
complicato?
La nascita del sistema di controllo di Isp è stata travagliata.
Il progetto del sistema fu concepito e sviluppato dall’AEG unitamente ad un gruppo di lavoro creato appositamente in ISP e di
cui facevo parte.
L’automazione del processo ha richiesto prove, controlli, esperimenti che all’inizio non convincevano ma che si dimostravano
efficaci e viceversa. Con un briciolo di orgoglio possiamo dire
che il contributo interno è stato importante, e che oggi siamo
padroni della materia.
3
ATA
Primo
Il tubo strutturale arriva a 70 mila tonnellate
I distinti dello stadio
Zini di Cremona
La leadership nel settore del tubo strutturale rivolto ai grandi
utilizzatori, è una tradizione del Gruppo. Dopo la focalizzazione
di ILTA sul tubo Inox, e la relativa cessazione della produzione
del tubo carbonio, ATA ne ha rilevato il testimone e, con l’avvio
della Linea G3 e il conseguente completamento della gamma
dimensionale, ha realizzato le condizioni ideali di crescita, portando a 70.000 tonnellate il volume annuo di tubo strutturale.
Possiamo dire con orgoglio di annoverare tra i nostri clienti
aziende trasformatrici di primaria importanza a livello internazionale: tanto per rendere un’idea della loro dimensione ve ne
sono che da sole potrebbero assorbire l’intera produzione
annua della linea G3.
Il tubo strutturale, pur non essendo il prodotto più pregiato di
ATA, negli ultimi anni è stato oggetto di un considerevole sviluppo tecnico, generato dalla necessità da parte dei nostri clienti di
produrre manufatti sempre più leggeri, atti ad una più facile
movimentazione in cantiere e contemporaneamente più resistenti alle sollecitazioni meccaniche: da qui lo sviluppo e l’impiego di marche d’acciaio quali gli St 44 (S275J2H) oppure St
52-3 (S355J2H) ed i microlegati con caratteristiche altoresistenziali, acciai questi forniti con successo da ISP.
Un altro aspetto rilevante è divenuta la necessità di proteggere i
manufatti dalla corrosione atmosferica: la soluzione più effica4
ce, anche se costosa, è la zincatura a caldo per immersione,
che vuole un accurato controllo dell’analisi degli acciai impiegati.
E’ il contenuto di silicio (Si) e di fosforo (P) che determina
una buona zincabilità del manufatto: è questa una caratteristica
critica, in quanto il risultato si può vedere solamente alla fine
del ciclo di lavorazione, ed una cattiva zincatura può portare a
pesanti contestazioni dei clienti.
Il cliente “ponteggio” è diventato sempre più esigente anche in
termini di servizio e affidabilità di consegna; molti richiedono
tubo già tagliato a misura e pronto per essere lavorato lo stesso
giorno di consegna.
Con l’avvento dell’Unione Europea stiamo assistendo ad uno
sforzo di unificazione dei vari standard fra i paesi aderenti.
Per esempio, basta fare una semplice considerazione sul fatto
che in Italia si produce un puntello per edilizia con un tubo
esterno 56,0x1,70 ed un tubo interno 48,3x1,70 mentre in
Germania si produce lo stesso con un 57,0x2,60 ed un
48,3x3,60; per capire che il settore vedrà importanti evoluzioni
nei prossimi anni.
Nella fotografia è mostrato un significativo esempio di ponteggio
tubolare, realizzato alla stadio Zini di Cremona, fatto con i tubi
dell’ATA.
Piano
ISP
Il risparmio energetico passa dall’Elti
Procede con importanti risultati il progetto per ottimizzare i
rendimenti del forno fusorio, basato sulla collaborazione fra
l’acciaieria Isp di Cremona e la Elti di Sovere (BG), azienda attiva nel settore della fornitura di impianti per l’insufflazione di
fluidi nel forno elettrico.
L’energia occorrente per fondere il ferro si ottiene tecnicamente
da due fonti: dall’elettricità e da reazioni chimiche fortemente
esotermiche.
Punto chiave per la diminuzione dei costi energetici è il maggior sfruttamento dell’energia chimica, meno costosa dell’energia elettrica.
La novità sostanziale di questa ricerca tecnologica sta in un utilizzo mirato dell’energia chimica nel processo di fusione ed
affinazione e conseguentemente nella riduzione del consumo
dell’energia elettrica.
Grazie alla nuova tecnologia, in fase di sviluppo con ELTI, il
processo fusorio sfrutta in modo ottimale l’energia chimica
generata dalla iniezione nel forno di quantità precalcolate di
ossigeno e polvere di carbone recuperando l’energia dei gas
generati nella fase fusoria.
I vantaggi attesi, e già in parte ottenuti tramite il modulo sperimentale applicato al forno, si possono elencare come segue:
• Miglioramento della resa termica
• Aumento della produttività
• Miglioramento della resa della carica
• Diminuzione dei costi
Con la piena applicazione della nuova tecnologia la nostra
acciaieria si porrà nel gruppo di elite dei forni tradizionali ad
alta produttività.
Si è scelta Elti quale partner tecnologico, perché Elti, già specialista dell’insufflazione di metano e ossigeno, era alla ricerca
di un partner industriale, con cui realizzare, tramite lo sviluppo
sperimentale, l’applicazione pratica di tecniche avanzate di
iniezione finalizzate all’ottenimento dei massimi rendimenti termici spinti anche al recupero energetico tramite post-combustione.
La messa in comune del patrimonio tecnologico delle due
aziende, è alla base del successo di questo progetto che ha
consentito lo sviluppo di un processo nato “su misura” per il
forno ISP.
Il contratto di collaborazione ha visto come protagonisti Paolo
e Federico Macario per la Elti e Giorgio Sandonà per il nostro
Gruppo; seguono le fasi pratiche del progetto Renato Bianchi
(Elti) e Massimo Fonda (Isp).
Questo nuovo processo ha già suscitato l’interesse e gli apprezzamenti di molte acciaierie, che sono venute a studiare le fasi
dei nuovi procedimenti con visite dalla Turchia, Russia e da
altri Gruppi italiani.
Assistiamo ad un importante passo in avanti del processo fusorio basato su di una scelta tecnologica improntata al risparmio
dell’energia, un bene che diviene, ogni giorno di più, fondamentale.
L’ottimizzazione energetica è l’espressione di una politica aziendale attenta e rivolta al rispetto dell’ambiente.
Giorgio Sandonà
5
Arinox
Primo
Nastri di precisione: traguardo di qualità
Il primo approccio, quando si pensa a prodotti industriali nel
Dai nastri si ricavano lamine di varie dimensioni che sono sotmondo dell’acciaio, è quello di immaginarsi grandi quantità di
toposte, in celle particolari, ad un attacco elettrochimico (da
materiale, coils enormi spostati e pronti per essere lavorati. Ma
qui il termine Etch Quality)che può essere programmato per
la lavorazione degli acciai di qualità porta invece alla produzioavere, anche sullo stesso pezzo, una erosione sia parziale sia
ne di oggeti minuti, di grandissima qualità e durata. L’Arinox,
totale dello spessore, con una precisione di disegno ed una
all’interno di una vasta gamma di prodotti, è da sempre attenta
accuratezza di finitura dei bordi non ottenibile con altre lavoraalla produzione di acciai di altissimo contenuto tecnologico che
zioni. Vale la pena di sottolineare che questo nuovo utilizzo
vengono poi utilizzati nelle più
della tecnologia di attacco perdisparate applicazioni.
mette la creazione, su prodotti
L’acciaio quindi, non solo per
provenienti dall’Arinox, di
prodotti rivolti all’impiantistica,
oggetti anche di piccole
ma anche all’arredamento ed al
dimensioni dall’altissimo condesign. L’entrata in servizio
tenuto tecnologico e dalla
della “tension leveller” ha conlavorazione artistica.
sentito un progressivo sviluppo
L’esempio nella fotografia qui
del know-how applicativo speaccanto enfatizza la duttilità
cifico per la spianatura sotto
del prodotto Arinox, il quale,
tensione dei nastri di precisione
debitamente lavorato, è divecrudi di laminazione, aprendo
nuto un segnalibro sottilissimo
ad Arinox interessanti prospete resistente, concepito nella
tive di penetrazione in particotradizione del migliore design
lari mercati.
europeo.
Uno di questi è il settore definito “Etch Quality” che utilizza
Questa particolare lavonastri incruditi (tipicamente
razione consente di otteacciaio aisi 304 in finitura 3/4
nere per esempio:
hard, cioè con elevato incrudimento) caratterizzati da una
• pezzi di altissima precisione
superficie che deve essere assocon disegni anche estremalutamente priva di imperfezioni,
mente complessi, quali ad
con una rugosità molto bassa
esempio maschere per cine(Ra generalmente inferiore a
scopi, reti e microreti forate
0,20 micron) e con una planaper impieghi nel settore dell’erità pressoché perfetta. E’ evilettronica;
dente che nastri con tali caratteristiche strutturali e di preci• pezzi per l’industria grafica
sione dimensionale non sono
quali le matrici per stampa: in
ottenibili con lavorazioni conquesto caso si sfrutta la caratvenzionali, ma sono conseguibiteristica di questa lavorazione
li solo attraverso cicli particolache permette di ottenere zone
ri di lavorazione sia al laminaattaccate a profondità variabile
toio 20 Hi sia, soprattutto, alla
con una elevatissima precisiospianatrice sotto tensione, cicli
ne di disegno;
che Arinox ha perfezionato riuscendo ad imporre la qualità
• ed altri particolari speciali,
Un fermarcarte realizzato
dei suoi prodotti in questa spefino ad arrivare ad oggetti articon Acciaio Arinox
cifica nicchia di mercato.
stici di puro significato estetico.
6
Piano
Ilta
Quando i tubi vanno in crociera...
La nave Explorer of the seas
La nave da crociera più grande del mondo si affida, per il suo
impianto di sicurezza antincendio, a prodotti provenienti
dall’Ilta di Robecco.
Infatti il sistema antincendio scelto dalla Royal Caribbean
International per le nuove navi utilizza largamente tubi in
acciaio inossidabile prodotti dalla azienda del Gruppo Arvedi.
Un successo questo che va a premiare la qualità e l’affidabilità
tradizionali dei prodotti dello stabilimento Ilta.
L’ultima arrivata della grande flotta caraibica, l’Explorer of the
Seas, con la sua stazza di 142 mila tonnellate è stata dichiarata
la nave da crociera più grande del mondo ed è la seconda di
una serie di 5 navi sulle quali verranno installati tubi prodotti
da Ilta Inox. La Explorer of the seas può ospitare fino a 3.114
passeggeri con un equipaggio di 1185 persone: costruita nei
cantieri di Turku, in Finlandia, è stata varata il 28 ottobre dello
scorso anno e effettua crociere che partono da Miami e toccano
le più belle isole del mar dei Caraibi.
La nave effettua infatti viaggi della durata di una settimana con
soste alle Bahamas ed in altre piccole isole, fra le quali la famosa Hispaniola. Grazie alla sua enorme stazza può ospitare ogni
genere di divertimento ed è unica nel suo genere: possiede
infatti una parete attrezzata per fare roccia e free climbing in
pieno oceano, quando è in movimento. Fra le altre attrattive,
organizzate per un pubblico americano mai sazio di divertimenti, la pista di pattinaggio, numerosi cinema e teatri e ristoranti
di ogni genere.
Per il sistema antincendio sono stati utilizzati tubi Ilta in acciaio
316L di diverse dimensioni, prodotti di grande qualità che sono
stati sottoposti a test di pressione fino a 200 bar e certificati per
utilizzi a pressioni di lavoro (working pressure) di 120 bar.
I tubi, saldati con il metodo TIG, sono prodotti partendo da
materiali speciali studiati appositamente con i fornitori di
nastri. Successivamente i tubi sono stati trattati termicamente
per raggiungere elevate proprietà meccaniche e sottoposti a
stringenti controlli di qualità: non ultimo il controllo, certificazione e punzonatura da parte dell’ente norvegese Det Norske
Veritas. Sono state necessarie numerose prove, partendo da
nastri con caratteristiche particolari, per ottenere un prodotto
adatto a sostituire il tubo senza saldatura usato in precedenza
per queste applicazioni che richiedono standard definiti con
procedure particolarmente severe.
Il sistema antincendio della nave è costituito da circa 60 km di
tubature ed è basato sulla nebulizzazione di acqua ad alta pressione. Nel caso venga segnalato un principio di incendio dagli
appostiti sensori il sistema inizia, nella zona interessata, a
spruzzare acqua nebulizzata spegnendo il fuoco.
7
Css
Persone
Al raddoppio con i nuovi macchinari
Il Css, Centro Servizi Siderurgici
di Corbetta, vicino a Milano,
rilancia e amplia la propria attività con l’installazione di nuovi
macchinari. Tale potenziamento
è inquadrato all’interno di un
progetto di riorganizzazione
interna che lo porterà ad ottimizzare le sue capacità produttive. La collocazione strategica
dello stabilimento, nei pressi
dell’autostrada che collega
Milano a Torino, è ottimale, sia
per laspedizione che per la ricezione del materiale. In un’ottica
Sopra, la preparazione della fondazione dello slitter 1850x0,5 - 5 mm;
di rilancio potrebbe anche essesotto, l’installazione della linea slitter 1250x0,3 - 3 mm
re riattivato il raccordo ferroviario
di proprietà della società confinante T.L., con la quale è stato stipulato un accordo pluriennale
d’uso.
Le nuove macchine permetteranno di raddoppiare la produttività
dello stabilimento saturando in
grado più elevato la capacità del
Css in termini di edifici e infrastrutture.
Il Css opera in trasformazione per
conto dell’Acciaieria Isp e attraverso una propria organizzazione
commerciale; con i suoi impianti
svolge attività di centro servizi per
prodotti laminati piani a caldo e a freddo, come il taglio longila sede del Css.
tudinale dei coils, la spianatura, il taglio in lamiere e la bandelI settori commercialmente interessati dai nuovi prodotti del Css
latura. Prelavora inoltre le lamiere tramite impianti di ossitaglio
saranno quelli dell’indotto auto e autoveicoli industriali, dei
e svolge attività di vendita di prodotti tubolari di qualità comprofilatori, dell’edilizia, delle costruzioni meccaniche, del commerciale che provengono dall’Ata e da altri produttori.
mercio e della costruzione di mobili metallici.
Il potenziamento strutturale prevede l’installazione di tre nuove
La fase di installazione delle nuove macchine verrà terminata
linee di taglio longitudinale con un aumento di personale di
entro la fine di Marzo: il mese di Aprile sarà dedicato al rodagcirca venti unità lavorative. In fase di rodaggio si farà ricorso al
gio e dal primo di Maggio le linee saranno a disposizione per
lavoro interinale per permettere un addestramento corretto dei
la produzione regolare. Le macchine, acquistate funzionanti da
nuovi arrivati, che verranno poi inseriti stabilmente negli orgaaltri stabilimenti che le hanno vendute per cessazione di attinici della società.
vità, sono state completamente rimesse a nuovo per permettere
L’incremento di capacità è finalizzato, fra l’altro, all’aumento di
una funzionalità ottimale.
richieste di servizi che proverranno dall’Isp: un maggiore impeLo stabilimento, che fa parte del gruppo fin dal 1992, è dispogno sarà infatti richiesto nel momento in cui lo stabilimento di
sto su spazi di notevole dimensione (oltre 110.000 m2) che,
Cremona produrrà materiale zincato che verrà lavorato presso
con queste nuove acquisizioni, verranno utilizzati al meglio.
8
& Fatti
Riduzione dei costi
l’Ata va all’attacco
Sono cinque i piani sviluppati
all'interno del Progetto
Miglioramenti dell’Ata:
1) Piano per l’aumento
della produttività
2) Piano di miglioramento della
messa a mille di stabilimento;
3) Riduzione dei costi
di trasformazione
4) Sviluppo di nuovi prodotti
5) Rilancio ambiente - sicurezza
- formazione
Ecco le persone che hanno
partecipato attivamente alla stesura del
Piano Miglioramenti dell’Ata nel corso
delle riunioni operative. Nella foto qui
sopra, a partire da sinistra: Ernesto
Bonvini, Elio Rivera, Alberto Cremaschi,
Giuliano Violi, Pasquale Mazzetti, Giorgio
Bassanetti, Mario Fraioli, Tiziano Neviani,
Paolo Rodiani, Moreno Arcari, Pierluigi
Pegorari, Massimo Dall’Ara, Stefano Poli,
Alessandro Ferrari, Roberto Poli
Qui a destra, Alberto Cremaschi, Giuliano
Violi, Stefano Poli, Mario Fraioli, Massimo
Dall’Ara, Elio Riviera, Ernesto Bonvini
Nella foto a lato,
da sinistra, in senso orario, Alessandro
Ferrari, Giorgio Bassanetti, Pasquale
Mazzetti, Roberto Poli, Tiziano Neviani,
Paolo Rodiani, Moreno Arcari, Pierluigi
Pegorari.
9
Antonio Livrini e Claudia Ferrari hanno trascorso
una vita lavorativa presso l’Arvedi Commercio
di via Rosario a Cremona
“Siamo stati fortunati a trovare un ambiente di lavoro
dove regnavano concordia e spirito di corpo”
Persone
T
rentasette anni trascorsi gomito a gomito sul posto di
lavoro, fin dalla nascita dell’Arvedi Commercio nel lontano febbraio del 1964. Antonio Livrini e Claudia Ferrari
hanno condiviso la loro vita lavorativa fino ad arrivare alla pensione, nello scorso dicembre, ed ora raccontano la loro lunga
esperienza aziendale.
“Arrivavo da un’esperienza alla Ferrometalli, che ai tempi era la
più grossa realtà cremonese nel settore – esordisce Antonio
Livrini - ed ero stato attratto dall’eccezionale spirito di iniziativa
del giovane imprenditore Giovanni Arvedi. Mi venne offerto il
lavoro ed accettai con entusiasmo, allora sembrava una scommessa: da anni la Ferrometalli non c’è più ed il gruppo Arvedi è
diventato quello che è diventato”.
“Abbiamo iniziato – prosegue Claudia Ferrari – in piena campagna, lo stabilimento sorgeva in via Rosario, in una zona che
allora era praticamente disabitata. Gli uffici erano all’interno
del capannone, eravamo tutti molto raccolti, lo stesso presidente aveva un piccolo ufficio accanto al nostro. Eravamo tre
impiegate, Livrini ed il nostro ‘capo’ Italo Carotti. Una squadra
ridotta ma agguerrita”.
Piano piano l’azienda ha cominciato a farsi strada, a scalzare i
concorrenti. Sono nati veri uffici, nuovi capannoni e nuovi
reparti, il gruppo ha iniziato ad espandersi.
Claudia Ferrari
e Antonio Livrini
In vetta, a quota
trentasette!
“La Arvedi Commercio è stata una parte importante della nostra
vita – prosegue Livrini -, molte cose le abbiamo vissute di riflesso, assistevamo all’espandersi delle attività del Cavaliere, vivevamo la nascita delle nuove aziende con l’orgoglio di essere parte
del nucleo iniziale”.
“Un ricordo fondamentale – continua Claudia Ferrari - va sicuramente al nostro direttore, Italo Carotti, che, con la sua intelligenza, la sua esperienza ed il suo spirito di sacrificio ha saputo
condurre l’azienda fino ai nostri giorni. Trentasette anni sono
davvero tanti. Vengono alla mente episodi, volti di persone con
le quali si è condiviso molto… I colleghi che ci hanno lasciato,
come la signora Vittoria o Paola Uberti, una vera istituzione”.
“Agli inizi – ricorda Ferrari - gli uffici erano in mezzo ad una
montagna di coils, vicino allo slitter, le lavorazioni erano a due
passi da noi, a pensarci adesso sembra impossibile”. Era uno
10
scenario che ora si definirebbe postmoderno, e che consentiva
un grande affiatamento fra tutti, operai, amministrativi e dirigenti. “Quello che ci ha sempre aiutato è stato lo spirito di
corpo. Lavoravamo insieme, senza compartimenti. Non c’erano
problemi ad aiutarsi, a restare oltre l’orario se qualche collega
era rimasto indietro con il lavoro. Questo spirito è ciò che ci ha
sempre contraddistinto, ci sentivamo parte integrante di un
sistema che cresceva sempre più, e ne eravamo contenti. Siamo
stati fortunati a vivere il lavoro in questo modo…”.
Ed ora, godendosi un meritato riposo, non hanno però intenzione di ‘ritirarsi’ dalle attività aziendali.
“Adesso che avremo più tempo libero vorremmo partecipare
all’attività dell’Alpa”, l’Associazione dei Lavoratori Pensionati
del Gruppo Arvedi. Trentasette anni di servizio non si dimenticano certo nel giro di pochi giorni...
& Fatti
In memoria del compianto Dante Vacchelli
A
lla fine di dicembre dello scorso anno Dante Vacchelli è
venuto a mancare dopo una lunga malattia che lo aveva
accompagnato per anni. Nato il 16 agosto del 1955, Dante era entrato in Ata nel
1973, al termine di un corso di studi che ne
aveva fatto un abile progettista meccanico.
Assunto diciottenne come operaio, nel corso
di pochi anni si fece conoscere in azienda per
le sue qualità umane prima ancora che professionali: la malattia si manifestò precocemente,
nel 1982, ma Dante si distinse sempre per la
sua capacità di affrontarla eroicamente.
Nonostante le cure fossero debilitanti e il
decorso del male particolarmente duro Dante,
con grande forza, seppe andare avanti senza mai lasciarsi
sopraffare dallo sconforto.
Questa forza d’animo incredibile lo accompagnava tutti i giorni
nel suo lavoro, sorprendendo quanti, condividendo le giornate
con lui, notavano l’attaccamento e la passione con cui si impegnava. L’Ata gli deve molto: nel 1975 ha collaborato al progetto
e disegnato la linea di formatura e saldatura che alimenta il
riduttore a stiramento; suoi anche i progetti della prima linea
due con le piastre asportabili per il premontaggio a
cambio rapido, e numerose tagliatubi volanti. Non
aveva lavorato solo per l’azienda di Cremona, ma
anche, all’interno del Gruppo, per il Tubificio
Lombardo e per le Trafilerie di Sestri. Nel tempo
libero si dedicava, come hobby, all’Associazione
Cronometristi Cremonesi, un fatto questo che sottolinea il suo amore incredibile per la precisione. I
colleghi raccontano infatti che anche quando
cominciò a disegnare le macchine con l’aiuto del
computer, non smise per qualche anno di rifarli,
terminato il lavoro, a mano, come era stato abituato, per controllare che la macchina non lo avesse in qualche
modo ingannato. La sua grande fede lo ha accompagnato nella
vita dandogli una forza ed uno spirito che ha avuto il dono di
comunicare a quanti gli sono stati vicini. Lascia moglie e due
figlie e alle quali vanno l’affetto di tutti quanti lo hanno ammirato, stimato e amato.
Finarvedi, master
L
a Finarvedi è uno dei sostenitori del nuovo Master in tecnologie per la Net Economy organizzato dal Politecnico di
Milano nella sua sede di Cremona, in Via Sesto, 41. Questo
impegno sottolinea la tradizionale vicinanza del Gruppo alle attività promosse dall’Associazione Cremonese Studi Universitari. Al
progetto partecipano le Associazioni Industriali di Cremona e
Brescia, l’Aem di Cremona ed il Centro di ricerca tecnologica di
Milano. Il corso è rivolto alla creazione di nuove figure professionali di elevato livello, esperte in tecnologie di rete e dell’informazione, con preparazione sulle metodologie tecniche e sugli strumenti per la realizzazione di servizi su Internet. La necessità e la
difficoltà, al tempo stesso, di avere, nel mondo del lavoro, persone in grado di rispondere alle esigenze della New Economy trova
una risposta nell’affidare al Politecnico il compito di completare
la preparazione di ingegneri e di laureati in matematica e in fisica. Le prospettive di impiego delle persone con un profilo professionale come quello fornito dal corso sono molto buone. E’ previsto che un certo numero di aziende, agendo da sponsor, ospitino gli studenti per uno stage; per esse il fine sarà anche quello di
poter introdurre all’interno del proprio organico, in posizione di
rilievo, persone con questo tipo di preparazione.
Michel Solzi, imprenditore cremonese, ha portato i colori
dell’Atletica Arvedi alla maratona di New York. La kermesse podistica statunitense ha coinvolto, lo scorso anno, più
di trentamila persone.
La preparazione fisica di Solzi è stata seguita da un team
di tecnici dell’Atletica Arvedi di Cremona.
L’esterno del nuovo capannone che ospiterà la nuova zincatura dell’Isp
Obiettivo
sull’
Isp
Questa serie di fotografie
documenta l’evoluzione
e lo stato dei lavori a fine marzo
del nuovo capannone
che ospiterà la zincatura,
presso lo stabilimento dell’Isp
Una fase della
costruzione a
metà febbraio
Arvedinforma
Notiziario di informazione
del Gruppo Arvedi
L’interno del capannone
12
Direttore
Federico Mazzolari
Coordinamento editoriale
Giovanni B. Magnoli
Epoché
Fotografie
Mino Boiocchi
Art Photo
Stampa Arti Grafiche Persico
Hanno collaborato: Samantha
Bartolometti, Daniele Cavina,
Mario Fraioli, Rossano Grazioli,
Luciano Manini, Pietro Mauri,
Pierluigi Pegorari, Claudio
Resemini, Paolo Rodiani, Giorgio
Sandonà, Abele Scazzina, Mario
Vergna.
Finarvedi
P.zza Lodi 7 - 26100 Cremona
Tel. 037253521 Fax 0372535229
Internet: www.arvedi.it
Email: [email protected]