procedura rischio biologico da tubercolosi[1]
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procedura rischio biologico da tubercolosi[1]
U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertíni Regione Lazio Istruzione Operativa Cod. documento RC. 11-2012 Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione Pagina 1 di 10 ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biolo ico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta REV. 0 DATA 07/11/2012 REDATTO VERIFICATO APPROVATO Dot i. Bocci Dott. E. Sesti Direttore UOC Qualità Aziendale e Ris Dott. E. Piroli Cotrd. In $ iedstico UOC mdivist 'rotella v‘ nitago Aziendale Managemen utci e . Dott. F. &lardi Università di Tor Vergata Scuola di specializzazione in Igiend q Medicina Prévégtiva ,,:,i, .. 6ott. Direttore Pr ,ti ;erro Medicina a Dott.ssa T. Mariani Dott. M. Musolino Univetaità di Tor Vergata Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva UODC PSAIO UOC Qualità e Risk Management ,,Piii2e i atziWtAr / ,. 7,, Dott. V. Bon Dirett e Gp a e 1(/ li i U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pettini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestione(' per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 2 di 10 Sommario 1. Introduzione 3 1.1. Storia naturale della TBC 3 1.1.1. Trasmissione 4 1.1.2. II sospetto di malattia 5 2. Destinatari 5 2.1. Gestione condivisa del rischio interferente 5 3. La presa in carico 5 3.1. Paziente con TBC polmonare, laringea o bronchiale sospetta in fase attiva 6 3.2. Paziente affetto da TBC con escreato positivo 6 3.3. Disposizioni Generali 6 3.4. Protezione degli esposti 7 3.4.1. Protezione respiratoria 7 3.4.2 Adozione delle precauzioni standard 7 3.5. Gestione degli effetti letterecci, dei dispositivi medici e delle attrezzature 8 3.6. Trattamento dei liquidi biologici, materiali e degli ambienti 8 4. Trasferimento del paziente 8 5. Disposizioni Sanitarie riguardanti pazienti, visitatori ed operatori sanitari 9 6. Bibliografia e sitografia 9 7. Modalità di diffusione 10 U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. dì Medicina Protetta 1. Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 3 di 10 Introduzione II contesto della lotta alla tubercolosi (TBC) si basa su due importanti aspetti: da un lato la formazione professionale continua, dall'altro la gestione dell'assistenza e degli ambienti di cura. Per tale motivo la UOC di Medicina Protetta dell'ospedale S. Pertini e la U.O.C. Qualità e Risk Management della ASL Roma B congiuntamente propongono la seguente istruzione operativa. Gli obiettivi della nostra proposta di istruzione operativa sono: a) controllare e ridurre il rischio dell'infezione tubercolare tra la popolazione carceraria, proveniente dagli Istituti penitenziari del Lazio dove la recrudescenza della malattia è elevata, ospitata presso l'ospedale S. Pertini al fine di contenere l'esposizione a tale agente biologico tra gli operatori sanitari UOC di Medicina Protetta; b) garantire la protezione della salute di tutti gli operatori che a qualsiasi titolo prestano la propria opera in tale contesto. Il nostro scopo non è quello di aggiungere un nuovo testo a quelli esistenti, ma di operare una sintesi, individuando le soluzioni più aderenti alla realtà e alle risorse dell'Azienda e di riproporre le migliori pratiche in uso sotto forma di guida di facile consultazione. La trasmissione di M. tuberculosis rappresenta un rischio negli ambiti assistenziali, correlato al tipo di ambiente, alla prevalenza dell'infezione nella comunità e all'efficacia delle misure di controllo dell'infezione. Anche se i principi fondamentali della lotta alla TBC restano immutati, nuove acquisizionì in campo preventivo, diagnostico e terapeutico - ed alcuni interrogativi posti dalla gestione di casi recentemente verificatisi presso strutture ospedaliere, rendono consigliabile un aggiornamento dello stato dell'arte nel contenimento della malattia e la formulazione di istruzioni operative ampiamente condivise a partire dalla sua storia naturale. 1.1. Storia naturale della TBC È una malattia determinata dal Mycobacterium tuberculosis (bacillo di Koch), microrganismo molto resistente ai fattori ambientali, che provoca nell'individuo infettato una tipica reazione immunitaria "granulomatosa" ed una necrosi tessutale caratteristica detta "necrosi caseosa". I germi della Tubercolosi possono penetrare nell'organismo attraverso le mucose (respiratoria, orale, intestinale) o attraverso la cute (l'infezione cutanea diretta è un'evenienza estremamente rara e tende a restare localizzata). Nella prima infezione tubercolare il bacillo provoca una reazione infiammatoria nella sede di entrata (polmonare, gastrointestinale, tonsillare, etc.) che può guarire con formazione di cicatrice. In alternativa, il batterio può diffondere, localmente o in tutto l'organismo, seguendo le vie: linfatica, ematica, aerea, canalicolare e per contiguità. Il decorso e le modalità evolutive della Tubercolosi sono molto varie in rapporto soprattutto con la reattività e sensibilità dell'ospite verso l'infezione e con la via di contagio e diffusione del microrganismo. La trasmissione per via aerea rappresenta la via di contagio più frequente dell'infezione tubercolare. U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pedini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 4 di 10 La tubercolosi polmonare primaria rappresenta la reazione dell'organismo al primo contatto con il bacillo di Koch: i germi giungono nel polmone per via aerea e provocano una reazione flogistica evidenziabile come un nodulo di addensamento (focolaio) con una reazione linfatica satellite. La triade radiologica costituita dal focolaio polmonare, dai linfonodi drenanti e dai vasi linfatici interposti, viene detto "complesso primario" ed è un riscontro radiografico caratteristico dell'infezione tubercolare primaria. I successivi episodi di riaccensione dell'infezione da Mycobacterium tuberculosis determinano i quadri clinici di tubercolosi secondaria, che possono assumere forme molteplici (polmonite caseosa, miliare tubercolare, broncopolmonite tubercolare da aspirazione, linfangite tubercolare del polmone, tisi polmonare cronica dell'adulto). Dal complesso primario non del tutto guarito, che fornisce il materiale batterico per la nuova infezione, i micobatteri si diffondono nel polmone o in altri organi (reinfezione endogena). L'alterazione anatomica elementare della tubercolosi polmonare secondaria è il focolaio di Assmann-Redeker con sede apicale o sottoclaveare, che si presenta come un nodulo in pieno parenchima polmonare. La polmonite caseosa è conseguente a diffusione per contiguità del processo tubercolare a tutto un lobo (lobite) o a diversi lobi polmonari, fatalmente progressiva e decorrente abitualmente in forma acuta. La miliare tubercolare è determinata da diffusione massiva di germi per via ematica o linfo-ematica; i bacilli di solito giungono al sangue per via indiretta da una linfoghiandola caseificata. La linfangite tubercolare del polmone (corrispondente a una diffusione per via linfatica) consiste sostanzialmente nella formazione di tubercoli nell'interstizio connettivale del polmone con frequente estensione del processo ai bronchioli e agli alveoli; la forma assume in genere aspetti produttivi e ha un decorso lentamente evolutivo. La tisi polmonare cronica dell'adulto (o t. terziaria) è una delle più frequenti evoluzioni del focolaio di Assmann-Redeker o di altri focolai guariti per cicatrizzazione ma in cui sono ancora presenti germi. Ha andamento lento, caratterizzata dal prevalere di reazioni produttive fibrosanti e incapsulanti su quelle essudative; in entrambi i polmoni, specie ai lobi superiori, si trovano aree più o meno estese, fibrose e retratte, con centri caseosi circoscritti e caverne a pareti fortemente ispessite. La sintomatologia della tubercolosi polmonare varia secondo la gravità e l'estensione del processo, la virulenza dei germi, le difese dell'organismo: sostanzialmente consiste in febbre più o meno elevata, tosse, catarro, deperimento organico, dolori toracici, emoftoe. 1.1.1. Trasmissione Il Mycobacterium Tubercolosis (MTB) si trasmette quasi esclusivamente per contagio interumano, per via aerea, attraverso goccioline di saliva (droplets) proiettate nell'ambiente, soprattutto con la tosse, dall'individuo affetto da tubercolosi bacillifera polmonare, bronchiale, tracheale o laringea. I bacilli che restano lungamente in sospensione dopo l'essiccamento delle goccioline, possono essere inalati da soggetti sani. Aerosol contenenti bacilli si possono generare anche durante il trasporto e la manipolazione di materiale infetto. U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 5 di 10 1.1.2. Sospetto di malattia Sintomi di sospetto della malattia, indipendentemente dalla localizzazione, ma in genere più accentuati nelle forme polmonari e disseminate, sono: febbre (soprattutto serotina), sudorazione notturna, calo ponderale, astenia, inappetenza. Il sintomo più comune di TB polmonare è la tosse produttiva e persistente. La tosse non è sintomo specifico e compare in un ampio spettro di affezioni respiratorie, incluse le infezioni respiratorie, l'asma, le patologie respiratorie croniche, i tumori. Un rischio aumentato di sviluppare forme attive di tubercolosi e/o di infezione primaria è associato anche a particolari condizioni di carattere individuale e sociale che possono contribuire ad avanzare, insieme alla presenza di sintomi, l'ipotesi di sospetto. Condizioni favorevoli a carattere individuale: • Età estreme • Abuso di alcool • Uso di droghe i.v. • Post-partum • Tabagismo • Malnutrizione Condizioni a carattere sociale: • contatti di persone affette da TB contagiosa • immigrati da paesi ad alta endemia • operatori sanitari • soggetti istituzionalizzati, quali ospiti di case di riposo, reclusi, ospiti in comunità per tossicodipendenti, ecc. • soggetti senza fissa dimora 2. Destinatari La presente proposta di istruzione operativa è destinata al personale direttamente impegnato nella UOC Medicina Protetta dell'ospedale S. Pertini di Roma. 2.1. Gestione condivisa del rischio interferente È opportuno condividere il contenuto di tali istruzioni operative con gli operatori del Ministero di Giustizia che operano nell'ambito della UOC per le loro specifiche competenze con attività che concorrono ai normali processi assistenziali. 3. Presa in carico di un paziente con TBC Tenuto conto che per un paziente con TBC polmonare, laringea o bronchiale accertata in fase attiva è indicato il trasferimento all'Unità Operativa Malattie Infettive dell'Ospedale Bel Colle di Viterbo oppure in una analoga struttura specialistica per questo tipo di patologia (v. punto 4 trasferimento paziente), di seguito si definiscono alcuni comportamenti riguardanti la presa in carico di un paziente con TBC polmonare sospetta in fase attiva. U.O.C. "Qualità e Risk Management" MA ROB U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 6 di 10 3.1. Paziente con TBC polmonare, laringea o bronchiale sospetta in fase attiva Attuare le misure di isolamento respiratorio a partire dal momento del ricovero o del sospetto 3.2. Paziente affetto da TBC con escreato positivo L'isolamento respiratorio deve essere protratto fino a dimostrazione clinica o radiologica, nel qual caso il paziente deve essere trasferito, o batteriologica dell'efficacia della terapia. Nel caso di riscontro in reparto di accertata patologia tubercolare contagiosa (individuo affetto da tubercolosi bacillifera polmonare, bronchiale, tracheale o laringea in fase attiva) in paziente non isolato da più di 24 ore, l'UO deve segnalare il caso: • al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica entro 72 ore mediante compilazione del modello "Scheda di Notifica di Malattia Infettiva, Classe III" • alla Direzione Sanitaria • al medico Competente per le procedure del caso. I programmi di sorveglianza per gli operatori sanitari si basano oltre che sulla valutazione all'inizio dell'attività lavorativa e la rivalutazione periodica per infezione tubercolare, anche su una continua valutazione del rischio di trasmissione della TB a pazienti particolarmente suscettibili, mediante un attento monitoraggio dei segni e sintomi clinici compatibili con TB attiva. Quest'ultima sorveglianza è particolarmente importante in strutture che assistono pazienti a rischio 3.3. Disposizioni generali Qualunque sia l'ambito di isolamento: • il paziente deve essere collocato in stanza singola, con servizi igienici annessi; in caso di necessità, qualora non risulti possibile l'utilizzo della camera singola, la camera può essere condivisa da pazienti affetti dalla stessa patologia (sistemazione in coorte) • sarebbe auspicabile collocare il paziente in una stanza dotata di zona filtro • le porte devono restare rigorosamente chiuse, apponendo alle stesso un cartello indicante "ISOLAMENTO RESPIRATORIO" • tutte le comunicazioni ( finestre, vasistas ) verso i corridoi interni vanno mantenute chiuse, mentre le finestre rivolte verso l'esterno vanno aperte tutte le volte che è possibile, per favorire un buon ricambio d'aria • il paziente deve essere informato sui motivi per cui è posto in isolamento, anche per facilitare l'adesione alle prescrizioni ed ai trattamenti U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pedini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 7 di 10 • il paziente può lasciare la stanza di isolamento per inderogabili procedure diagnostiche o terapeutiche. Durante il tempo di permanenza all'esterno della stanza, che deve essere ridotto al minimo indispensabile, il paziente deve indossare una maschera chirurgica per coprire bocca e naso • la porta della stanza deve rimanere chiusa quando il paziente esce • il paziente deve essere istruito sulla necessità di starnutire o tossire coprendo la bocca ed il naso con un fazzoletto anche nella stanza di isolamento per ridurre il numero di droplet espulsi nell'ambiente • il numero di operatori e visitatori che entrano nella stanza di isolamento deve essere limitato al minimo indispensabile • è consigliabile per gli operatori sanitari che siano stati a stretto contatto con il degente, effettuare la ricerca della sensibilizzazione del bacillo tubercolare e di sottoporsi su disposizione del medico competente, alla sorveglianza sanitaria • si consiglia di utilizzare un fonendoscopio e uno sfigmomanometro dedicati ( da disinfettare periodicamente) per ogni singola camera di isolamento. 3.4. Protezione degli esposti Sono di seguito riportate le indicazioni da seguire in caso di ricovero accertato o sospetto: 3.4.1. Protezione respiratoria Tutti gli operatori che entrano in contatto con il degente devono avere idonee protezioni individuali previste dal Documento di Valutazione dei Rischi: • facciali filtranti di classe FFP2 - per l'accesso alla stanza di degenza - per l'assistenza al degente durante procedure che inducono tosse o generano aerosol 3.4.2. Adozione delle precauzioni standard Tali ordinarie norme di protezione trovano una specifica indicazione per i pazienti affetti da tubercolosi: • Guanti monouso tutte le attività di assistenza al paziente • Igienizzazione delle mani con acqua e sapone neutro o antisettico dopo aver toccato sangue, liquidi organici, secrezioni, escrezioni ed oggetti contaminati, indipendentemente dal fatto che siano o meno indossati i guanti • Igienizzazione delle mani con gel alcolico o con acqua e sapone neutro o antisettico immediatamente dopo la rimozione dei guanti, per contatti con i pazienti e in tutte quelle situazioni in cui esista il rischio di trasporto dei microrganismi ad U.O.C. "Qualità e Risk Management" RU E; MA U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta — - , Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 8 di 10 altri pazienti o nell'ambiente. Può essere necessario igienizzare le mani tra procedure effettuate sullo stesso paziente al fine di prevenire contaminazioni crociate di differenti siti corporei 3.5. Gestione degli effetti letterecci, dei dispositivi medici e delle attrezzature • Lenzuola, copriletto, federe, coperte di lana, materassi, cuscini, poiché da considerarsi potenzialmente contaminati, devono essere smaltiti come materiale infetto,attenendosi alle modalità aziendali • Per quanto possibile utilizzare dispositivi medici monouso • I dispositivi medici riutilizzabili e le attrezzature al termine dell'utilizzo dovranno essere sottoposti ad idonei trattamenti di decontaminazione, pulizia, disinfezione o sterilizzazione. Per l'esecuzione dei corretti trattamenti, attenersi alle indicazioni del fabbricante o a quanto disposto dalla direzione sanitaria. Per quanto possibile, riservare ad uso personale del singolo paziente durante la degenza anche i dispositivi riutilizzabili (sfigmanometro, fonendoscopio, termometro) 3.6. Trattamento dei liquidi biologici, materiali e degli ambienti • Le secrezioni respiratorie devono essere trattati come "materiale a rischio biologico" • Allo stesso modo, se non visibilmente contaminati, non è necessario alcun particolare trattamento - per le suppellettili e gli altri oggetti personali in uso al paziente per le superfici ambientali • Non è necessaria la disinfezione terminale della stanza. 4. Trasferimento del paziente Un paziente con TBC polmonare, laringea o bronchiale accertata in fase attiva, deve essere trasferito all'Unità Operativa Malattie Infettive dell'Ospedale Bel Colle di Viterbo oppure in una analoga struttura specialistica per questo tipo di patologia. In attesa del trasporto limitare gli spostamenti dalla stanza ai soli scopi assistenziali. Trasporto del paziente: il trasporto presso la struttura accettante va eseguito evitando la contemporanea presenza di altri degenti nella stessa sala di attesa. In fase di spostamento del paziente è necessario: • Informare il personale della struttura presso la quale il degente viene trasferito e l'addetto al trasporto • Fare indossare al degente una mascherina chirurgica al fine di minimizzare la dispersione ambientale di microrganismi U.O.C. "Qualità e Risk Management" RD EI MA U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertini Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta . Regione Lazio C od. documento RC. 11-2012 Pagina 9 di 10 5. Disposizioni Sanitarie riguardanti pazienti, visitatori ed operatori sanitari Questa disposizione si applica in caso di pazienti con TBC polmonare, laringea o bronchiale sospetta in fase attiva e di pazienti affetti da TBC con escreato positivo. Pazienti Istruire i soggetti sulle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione di microrganismi ad altri degenti o all'ambiente (es: coprirsi il naso e la bocca con salviette monouso durante gli starnuti e gli accessi di tosse). Visitatori Limitare il più possibile l'affluenza dei visitatori durante il periodo di contagiosità. Se necessario e previo consenso del paziente, informarli con molta discrezione pur nel rispetto del segreto professionale e della privacy, sul comportamento da tenere durante la visita al paziente. Se necessario fornire loro i Dispositivi di Protezione Individuale, gel alcolico per l'igienizzazione delle mani e spiegare le modalità di utilizzo degli stessi, indicare loro di rivolgersi al personale di assistenza per ogni esigenza. Operatori sanitari Le mutate condizioni epidemiologiche della malattia tubercolare e la non efficacia dell'attuale vaccino antitubercolare hanno reso necessario l'aggiornamento legislativo (D.P.R. 7 novembre 2001, n. 465) che stabilisce le condizioni nelle quali è obbligatoria la vaccinazione antitubercolare, a norma dell'art. 93, comma 2, della legge 23 Dicembre 2000, n.3881. 6. • • • • • Bibliografia e sitografia Linee guida per il controllo della malattia tubercolare, su proposta del Ministero della Sanità, ai sensi art.115, comma 1, lettera b) del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n.112; pubblicate sul Supplemento ordinario n.35 alla Gazzetta Ufficiale n.40 del 18 febbraio 1999. Aggiornamento delle raccomandazioni per le attività di controllo della tubercolosi "Gestione dei contatti e della tubercolosi in ambito assistenziale" Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Anno 2009. Centers for Disease Control and Prevention (CDC) Guidelines for Preventing the transmission of Mycobacterium tuberculosis in Health- Care Settings 2005 [online]. Morbidity and Mortality weekly report (MMWR). Recommendations and reports December 30, 2005 / vol.54 /no. RR- 17.[Cited 2008 Mar 24]. Available from : http://www.cdc.gov/MMWR/indrr-20051.htmil. Ministero della Sanità: Epidemiologia della tubercolosi in Italia (anni 1995-2005) URL:http//www.ministerosalute.it/imgs/C_17_ pubblicazioni _613_ allegato.pdf. La vaccinazione antitubercolare, ai sensi dell'arti del D.P.R. 7 novembre 2001 n.465 (gazzetta Ufficiale n. 7 del 9 gennaio 2002). "Art. 1: personale sanitario, studenti in medicina, allievi infermieri e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolino-negativo. operai in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multi farmaco-resistenti oppure che operi in ambienti sanitari ad alto rischio e non possa. in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva. perché presenta controindicazioni clinica all'uso di farmaci specifici," U.O.C. "Qualità e Risk Management" U.O.C. Medicina Protetta Ospedale Sandro Pertini RO B MA Istruzione Operativa Indicazioni informative e gestionali per limitare la diffusione ospedaliera e per la protezione degli operatori sanitari dal rischio biologico da tubercolosi nella U.O.C. di Medicina Protetta Regione Lazio Cod. documento RC. 11-2012 Pagina 10 di 10 • Legge 14 dicembre 1970, n. 1088, "Miglioramento delle prestazioni economiche a favore dei cittadini colpiti da tubercolosi". 7. Modalita' di diffusione della procedura La UOC Qualità Aziendale e Risk Management riserva grande attenzione all'utilizzo del Sito Intranet, quale strumento indispensabile per una più ampia e completa diffusione delle informazioni. In tale ottica, la UOC mette a disposizione per quanto attiene agli aspetti procedurali della Qualità aziendale, contestualmente alla diffusione al personale dipendente, nella pagina "Documentazione", sezione "Procedure interne", le principali informative utili agli operatori per l'esercizio delle proprie attività.