PROPORTIO catalogo
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PROPORTIO catalogo
SELEZIONE TENDENZIOSA DI ALCUNE OPERE IN MOSTRA, a cura di RB (estratti dalle schede di catalogo) 1. Le proporzioni nell’architettura classica e nel Rinascimento 1.1. Vitruvio, De Architectura Alla base dell’architettura vi sono le proporzioni della natura e dell’essere umano. 1.2. Leonardo da Vinci 1.3. Luca Pacioli, De Divina Proportione, il trattato sulla sezione aurea La conoscenza della matematica è alla base della comprensione di tutte le scienze. 1.4. Albrecht Durer Non si limitò alla antropometria; definì metodi e disegnò strumenti che gli consentissero di variare le proporzioni in funzione dei tipi umani e dell’aspetto del corpo in movimento, sulla scia degli studi sul corpo umano di Vitruvio e dell’Alberti. Nell’incisione Melencolia, la figura della malinconia è circondata da strumenti che alludono alla Geometria, l’unica fra le sette arti ad alimentare la creazione artistica. 1.5. Jacopo Barozzi da Vignola, Le due regole della prospettiva pratica Il suo trattato è dedicato alla prospettiva. Le due principali regole prospettiche dimostrano l’equivalenza matematica dei due metodi geometrici che consentono di disegnare un oggetto in prospettiva. 1.6. Luciano Fabro, Ogni ordine è contemporaneo d’ogni altro ordine: quattro modi di esaminare la facciata del Redentore a Venezia. “Nel Convivio Dante indica la lettura delle opere d’arte secondo quattro sensi o interpretazioni: letterale, allegorica, morale, anagogica. Ho cercato di tradurre la complanarietà in contemporaneità. Ho traposto i tre ordini architettonici come se il palladio li avesse tenuti in libertà, decidendone di volta in volta la dislocazione spaziale.” 1.7. Giuseppe Santomaso, Lettera a Palladio n.6 Nelle lettere a Palladio narra il suo pensiero creativo costruendo una traccia di percorso in cui ogni tappa testimonia l’intuizione formale e il momento emotivo che l’ha depositata nella memoria. 2. Le proporzioni nell’architettura moderna e contemporanea 2.1. Le Corbusier, villa Stein-de Monzie a Garches 2.2. Le Corbusier, villa Savoye a Poissy “L’estetica dell’ingegneria e l’architettura sono due cose che marciano di pari passo e dipendono l’una dall’altra… L’ingegnere, ispirato dalle leggi dell’Economia e dominato dal calcolo matematico, ci mette in relazione con le leggi universali. Realizza in tal modo l’armonia. L’architetto, organizzando le forme, realizza un ordine che è pura creazione della sua mente; attraverso le forme, colpisce con intensità i nostri sensi e provoca emozioni plastiche… Ci dà la misura di un ordine che partecipa all’ordine dell’universo, determina i moti diversi della nostra mente e del nostro cuore; è qui che avvertiamo la bellezza” 2.3. Le Corbusier, Sgabello Progettato secondo il Modulor, la scala proporzionale antropometrica di sua ideazione. 2.4. Gerrit Rietveld, sedie zig zag Rietveld definì la sedia zigzag un divisore di spazio, uno schermo in contrapposizione allo spazio ingabbiato creato dalle sedie a quattro gambe: “una piccola divisione che lascia lo spazio intatto”. 2.5. Hans van der Laan, panca Autore di un’opera dedicata alla teoria dell’architettura, Le Nombre Plastique, che ha come tema lo sviluppo tridimensionale della sezione aurea. 2.6. Mario Merz, Proliferazione di Fibonacci Il mondo è inteso come un sistema di energie vitali continuamente in espansione a tutti i livelli, da quello della realtà umana quotidiana, sociale e politica, a quello delle forze naturali animali e vegetali di crescita e sviluppo. Qui utilizza lo schema progressivo della serie di Fibonacci (dove ogni numero è la somma dei due precedenti) per attuare una proliferazione che ha un rapporto con la crescita organica ed è metafora dell’energia stessa dell’universo. 3. La geometria delle proporzioni e l’arte astratta 3.1. Ellsworth Kelly, Red Yellow Blue L’osservatore può contemplare colore, forma e soprattutto proporzione. Nessun’altra distrazione a distogliere l’osservatore dal puro aspetto ottico del quadro. 3.2. Josef Albers, Omaggio al quadrato La serie Omaggio al quadrato è basata sulla semplificazione delle forme geometriche e sull’interazione tra forma e colore. Le sue tele astratte si articolano intorno a composizioni geometriche, tese a enfatizzare effetti ottici e interazioni tramite le scelte cromatiche. “Sebbene l’ordine simmetrico e quasi concentrico dei quadrati, soggiacente a tutti i dipinti, rimanga lo stesso – per quanto riguarda le proporzioni e il posizionamento – questi quadrati, sia in gruppo sia singoli, sono collegati o distinti in molti modi differenti. Di conseguenza si muovono avanti e indietro, dentro e fuori, aumentano e diminuiscono, si avvicinano e si allontanano, si espandono e si riducono. Tutto ciò per proclamare l’autonomia del colore come strumento dell’organizzazione plastica.” 3.3. Ben Nicholson, Painting 3.4. Donald Judd Il pieno, costituito dalla materia, rappresenta il limite fisico, mentre gli spazi interposti rappresentano l’illimitato. L’intento dell’artista è incorniciare il vuoto dandogli forma architettonica. 3.5. Sol Le Witt, Wall Drawing “Un rettangolo i cui lati minori siano lunghi due terzi rispetto ai lati maggiori e il cui lato sinistro sia posizionato in corrispondenza di una linea tracciata da un punto posto in posizione mediana rispetto al punto mediano del lato superiore del quadrato” 3.6. Marco Tirelli “L’architettura è il territorio della mia opera. Fondamentalmente, sono interessato all’architettura sacra o commemorativa, ai siti archeologici, alle piazze d’armi, ai monumenti e ai teatri. Tutti luoghi in cui la fisicità della pietra diventa altro da sé, assumendo un significato simbolico, evocativo, luoghi in cui l’elemento materiale diventa ricordo e quindi spirito… Le mi forme nascono da un processo di sottrazione, di purificazione e di distillazione. La quintessenza della forma è la geometria, sebbene il mio obiettivo non sia la geometria in sé e per sé, ma piuttosto la realtà o la sua essenza. La geometria è un modello di ordine possibile per interpretare il mondo, non è una chiave per raggiungere la verità” Tirelli ricerca ciò che sta dietro le cose. 3.7. Anne Karin Furunes Per Proportio ha voluto interagire con lo spazio del palazzo ispirandosi ai dipinti di Fortuny dedicati alle nuvole. Ha “sviluppato l’idea di un’immagine quadrata partendo dalle rappresentazioni delle nuvole. E’ come se l’insieme dell’immagine si estendesse dietro il muro dello spazio e nelle quattro finestre se ne vedessero gli elementi angolari”. I tre diversi quadrati si ingrandiscono in base al rapporto della sezione aurea. La base del quadrato più piccolo diventa la base di quello medio. E la base del quadrato medio definisce le dimensioni della base del quadrato più grande. 3.8. Franco Guerzoni, Un fantasma Divina proporzione, si potrebbe definire oggi una poetica del fantasma, oppure un modello perduto, che riaffiora inconsciamente in coloro che tentano di dar forma. Il calcolo e le geometrie che Pacioli ha utilizzato in un rinascimento troppo lontano per essere ritrovato, volteggiano fino a lambire il nostro tempo…. Così il desiderio di una forma perfetta appartiene al mito e la Proporzione si configura come archetipo alle spalle di qualsiasi costruzione. L’ideologia del divino e di spazio che non consente dubbi si mostra a noi in tutta la certezza offerta dal desiderio. E’ dunque un fantasma, che dal remoto ci accarezza giudicando i nostri movimenti. Il desiderio di definire un modello che racchiuda in sé la figura umana appartiene a un ottimismo del costruire ormai perduto, sostituito oggi da un’egoistica tassonometria che ci fa illudere che sia nostra la sola proporzione divina possibile.” 4. La geometria delle proporzioni e lo spazio architettonico 4.1. Aldo Grazzi, Gira e rigira – cosmicamente Il canone, la regola, la proporzione, il disegno, non sono, come generalmente si pensa, frutti di una ragione algida che sfugge alla passione dei sensi. Estremamente appassionato è il senso dell’ordine quando trova origine nella vitalità stessa della natura riconoscendo la complessità delle sue forme. Fare ordine, ordinare le cose del mondo, è più folle che affidarsi a una pratica casuale e istintiva. Il nostro universo ha leggi fondamentali che permettono la creazione della vita e di osservatori intelligenti all’interno di esso che ne riflettono la forma rispecchiandola nella proporzione conclusa della simmetria. 4.2. Gabriel Serra. Cola de zorro “tutto può essere disegnato partendo da un triangolo, un cerchio e un quadrato. La linea offre un punto di partenza alla geometria” . In quest’opera lo spazio espositivo è strutturato da elementi telescopici in legno sospesi tra il pavimento e il soffitto; questi agiscono come tracciati che mettono in relazione il visitatore con il contesto, stabilendo un rapporto fra il corpo e l’architettura. 4.3. Akiko Horio, Azzurro L’artista deforma, assembla e ricompone dei materiali comuni per dare vita a opere tridimensionali che coniugano pittura e scultura. Le sue composizioni architettoniche di piccole dimensioni sono caratterizzate da una spiccata monumentalità- 4.4. Maaria Wirkkala, Depending on Il punto di partenza della ricerca di m.w. è il concetto di proporzione che ella interpreta in termini non strettamente numerici. Le proporzioni nascono dal modo in cui tutti gli elementi sono collegati e correlati tra loro, nonché dal modo in cui vengono percepiti dai nostri sensi. Ci muoviamo, progrediamo ed evolviamo in un universo ordinato e complesso. La sezione aurea evidenzia come pattern e diversità possano coesistere come parti integranti e necessarie del progetto evolutivo della natura. 5. Le proporzioni armoniche musicali e le arti visive e plastiche contemporanee 5.1. Mano di Chopin L’anatomia della mano di Chopin è una testimonianza del processo creativo delle sue composizioni. 5.2. Fausto Melotti Traendo ispirazione dalla formazione ingegneristica e musicale, le sculture astratte di Melotti esercitano un effetto immateriale, ritmico e intellettuale sull’osservatore. “L’arte è stato d’animo angelico, geometrico. Essa si rivolge all’intelletto, non ai sensi” Sperimentazione incentrata su forme pure e materia, animata da spirali, figure ritorte, curve ed ellissi, forme concave e convesse, linee, cerchi e quadrati. La sua è stata definita spesso un’arte spaziale, geometrica e dinamica. Le sue sculture sono pervase da un ritmo musicale che intensifica la percezione sensoriale. 5.3. Conrad Shawcross, Manifold Manifold è la rappresentazione visiva di un accordo musicale. La sua arte affronta temi al confine tra geometria e filosofia, fisica e metafisica. Questa opera in bronzo fa riferimento a un particolare accordo musicale: la “terza giusta”. 5.4. Dominique Stroobant, Tre fonoliti “Due parallelepipedi di pietra tagliati secondo le medesime proporzioni, i cui volumi siano uno la metà dell’altro, creano una quinta, cioè l’intervallo tra due note. … Oggi i miei sassi sono una sorta di rappresentazione plastica di una scalinata-scala musicale del tutto nuova.” 6. Proporzioni costruite attraverso la luce 6.1. Alberto Biasi Affronta le problematiche del cinetismo, della percezione visiva e delle reazioni a stimoli luminosi. 6.2. Francesco Candeloro Linee neon dove il movimento dei volumi degli edifici e le loro conseguenti proporzioni creano un naturale andamento frazionato in numeri delle somme di Fibonacci. Linee che si moltiplicano come in uno specchio, creando una cadenza di distanze basata ancora sui medesimi numeri. Linee di neon, linee di luce, accensioni colorate …. Un ambiente in continuo cambiamento, movimento visivo nei colori e nelle sue proporzioni. 6.3. Heinz Mack, Zikurat “Per me la luce è immateriale e preferisco realizzare opere che possano interagire con la luce. Le mie sculture servono a rendere visibile la luce.” 6.4. Ann Veronica Janssesns, Golden Dream Le proprietà della materia (lucentezza, trasparenza, fluidità) e i fenomeni fisici (riflessione, rifrazione, prospettiva, equilibrio, frequenze) possono scalfire l’idea che abbiamo della materialità, e per questo sono rigorosamente indagati dall’artista. “La mia ricerca è orientata a indagare come la materia e l’architettura possano essere percepite fluidamente. Uso la luce per filtrare la materia e stimolare esperienze percettive. 7. Le proporzioni cosmiche tradotte in monoliti 7.1. Blocco cubico in giada, Cina, periodo neolitico È un blocco sacro che invita alla meditazione e consente all’energia cosmica di scorre senza impedimenti nel microcosmo. La storia delle proporzioni e dell’architettura inizia da un’opera come questa. 7.2. Masaomi Raku Armonia ed Equilibrio sono onnipresenti in ogni forma naturale. Tradizione cosmica – l’Universo in un cielo infinito – una piccola pietra estratta rinasce come scultura… 7.3. Jidang, Vaso luna Nel pensiero Seonbi, una filosofia coreana, la bellezza si ritrova nella semplicità più pura; l’armonia presenta una somma virtù, così come condurre una vita retta, scevra dalla materialità e dall’artificialità. 7.4. Chang Sup Chung Nelle proporzioni create dalla natura si possono scorgere immagini involontarie e motivi astratti. Tutto ciò ricorda lo spirito dei Seonbi, che rispettavano la vita vivendola all’insegna di un’armonia naturale. 7.5. Hyong Keun Yun Ritroviamo in quest’opera i principi studiati dai Seonbi, che Yun interpreta alla luce della cultura coreana investigando la materia e l’idea di natura. La natura ha proporzioni nascoste. 7.6. Yuko Nasaka Gli artisti dell’associazione Gutai utilizzano materiali che non appartengono al mondo dell’arte… In quest’opera una misteriosa striscia scura attraversa i cerchi concentrici lungo tutto il quadro. Tutto ruota ed è attirato verso il centro. Come i cerchi dei monaci zen, quest’opera conduce verso la meditazione, indicando un percorso che va verso il centro fino all’unità cosmica. 7.7. Harry Mikael Kivijarvi Il dialogo tra il delicato equilibrio formale e la solidità del materiale. La forma è aperta, risponde a proporzioni classiche. 7.8. Jan Dries “Scolpire significa relazionarsi sensibilmente con le luci e con le ombre” 7.9. Alberto Giacometti Il cubo di Giacometti, una rivisitazione del teschio umano, rappresenta l’individualità che si confronta con l’eternità. 7.10.Giorgio Morandi Il termine giapponese ma significa spazio vitale tra le cose. Per poter creare ordine nel caos è necessario inserire intervalli spaziali fra le cose. … Morandi non riproduce l’effettiva composizione degli oggetti, bensì una disposizione spaziale immaginaria, che ha visto la luce nella sua mente e poi viene proiettata sulla tela. 8. Le proporzioni per la costruzione del vuoto-luce 8.1. Eduardo Chillida, Elogio de la luz La rudezza della pietra, la levigatezza dell’alabastro lucidato e il rigore dei corridoi geometricamente scolpiti sono il tributo di Chillida alla luce. … una stanza tattile che rappresenta il vasto cosmo nel suo moto eterno. 8.2. Eduardo Chillida, Gravitacion Un giorno finalmente ho deciso di usare lo spazio invece della colla, sovrapponendo fogli di carta uno sull’altro e appendendoli con un cordino. …C’è una grande differenza fra un collage e una gravitacion. 8.3. Pablo Palazuelo, Idée La specifica tensione estetica dei suoi lavori nasce in particolare dall’originalità dell’impianto strutturale vitalizzato dagli interventi cromatici. 8.4. Anish Kapoor, Gathering Clouds “Il vuoto non è silenzioso. Ho sempre pensato che sia uno spazio di passaggio, uno spazio intermedio, che è strettamente legato alla dimensione temporale. Come artista, mi sono sempre interessato alla ricerca di quel primissimo istante in cui la creazione non ha alcun limite, tutto è possibile perché non è ancora accaduto nulla. E’ uno spazio in divenire… è qualcosa che permane nella presenza dell’opera … che le consente di non essere, o la obbliga a non essere, quella che affermava di essere a prima vista”. 9. Le proporzioni e il corpo umano 9.1, Manoscritto con immagine dell’Uomo cosmico, Nepal Il manoscritto illustra il sistema yogico di origine induista secondo cui nel corpo umano vi sono sette chakra, allineati lungo la colonna vertebrale. 9.2. Anthony Gormley, Grill “Il corpo è la prima forma architettonica, il primo rifugio. Tutti i corpi provengono da altri corpi; è la condizione materiale da cui partiamo per entrare in contatto col mondo attraverso i nostri ponti percettivi: uno stato ricettivo”. Gormley usa il proprio corpo per creare sculture e installazioni. 9.3. Pier Paolo Calzolari Il corpo, spesso protagonista del linguaggio scultoreo di Calzolari, esprime attraverso la pelle (materialmente o simbolicamente intesa) le ricerche dell’artista. 9.4. Marina Abramovic, Golden Mask “Uso il mio corpo come uno strumento per creare opere d’arte. Proprio come un pittore usa il pennello. Niente di più, niente di meno. Il corpo è un micro-universo e ci sono così tante cose da scoprire. Il rapporto che ho con il mio corpo cambia costantemente”. “Bisogna trovarsi in una condizione per cui si è certi della propria capacità di creare questo spazio carismatico”. 10. Proporzioni come geometrie della terra 10.1. Carl Andre “per me la scultura è come una strada”. Le sue sculture sembrano sempre voler riscoprire i principi e le forme fondamentali della geometria. “FORMA=STRUTTURA=LUOGO” 10.2. Richard Long “ogni mia opera è in realtà un autoritratto, in ogni senso. … Le 5 linee identiche di impronte di dita hanno una logica semplice e ritmica. Testimoniano il principio che caratterizza tutte le sue opere, indipendentemente dal medium utilizzato: l’interazione fra gli elementi organici della natura e le strutture geometriche realizzate personalmente dall’artista. 10.3 Michael Heizer La poetica di Heizer ruota intorno all’azione dell’uomo intesa come leva che innesca un mutamento della superficie terrestre. 11.Per concludere 11.1 Lucia Bru, Aerocubes Io vivo nel luogo in cui sono / Proportio come processo, rapporto vivo, movimento./ Essere porcellana, cemento, terracotta, granito, carta / Essere diversi nello stesso spazio / Stratificare. Misurare, esplorare la massa, per innescare gravità. Aumentare la pressione, accumulare tempo / contenere, incastrare, incuneare, raggruppare, collocare… lascio che le cose trovino il loro posto. Essere flusso, molecola, polpa, radice, seme, membrana, pelle / sensuale. Espandere, bagnare, ispessire e asciugare la materia/ indurire, lasciar riposare, piegare il piano, / trasformare, alterare, deformare, scuotere… Proportio tra misura e differenza, armoniosa e selvaggia! 11.2 William Kentridge “Mi interessano le macchine che ci fanno comprendere il processo della visione, che ci rendono consapevoli di come lo sguardo costruisce quello che vediamo. E’ una questione interessante di per sé, ma ancor di più se intesa come una metafora più ampia del modo in cui interpretiamo il mondo in cui viviamo. Quindi, quando si osserva il disegno anamorfico e la sua immagine corretta nello specchio, ci si rende conto di come il cervello lo interpreti come un cerchio perfetto, sebbene sia chiaro che, in realtà, non si tratta di un cerchio perfetto. E’ una forma oblunga per nulla gradevole”. 11.3. Antoni Tapies “Tutto accade in uno spazio infinitesimale più grande delle dimensioni del quadro o di quello che concretamente si vede sulla tela. Il quadro è semplicemente un supporto che invita l’osservatore a partecipare a uno scambio più ampio, fatto di mille visioni e sentimenti. E’ come un talismano che costruisce o demolisce quei muri che stanno negli angoli più nascosti della nostra anima, che apre e talvolta chiude le porte e le finestre delle architetture che costituiscono la nostra impotenza, schiavitù o libertà.” 11.4. Alighiero e Boetti La proporzione calcolata dall’artista è questa: un kilim sta a un tappeto come un disegno sta a un quadro. In tre giorni i disegni che arrivavano dalla Francia in 50 cartelle rosse sono stati fotocopiati, diminuiti, ritagliati, incollati, e infine trasformati in modelli di un metro e dieci, pronti per esser spediti in Pakistan.