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Questi dati ci permettono di trarre alcune conclusioni.
1) il numero di Interruzioni Volontarie di Gravidanza,. dopo il picco fatto registrare nel 1982, è in calo costante e continuo (-50,9% dati 2010 confrontati con dati
1982)
“Su se stesso, sul proprio corpo e sulla
propria mente, l'individuo è sovrano.”
John Stuart Mill La libertà
2) il tasso di abortività , indicatore affidabile per la valutazione del ricorso all'IVG
è tra i più bassi tra i paesi industrializzati
3) siamo un paese a bassa natalità ma anche a basso tasso di abortività, a indicare
che l'IVG non è stata utilizzata come mezzo di limitazione delle nascite
4) il fenomeno dell'aborto clandestino è stato fortemente limitato ma non ancora
debellato: pre legge 194 venivano stimati 260.000/600.000 aborti clandestini
all'anno; la stima degli aborti clandestini nel 1992 è di
50.000/60000 all'anno pari a 1/3 delle IVG certificate
5) il ricorso ai consultori come enti certificatori per le IVG è ancora molto basso e
varia da regione e regione; dove i consultori sono stati istituiti e funzionano i dati
sono a favore di un basso tasso di abortività. Ricordiamo che funzioni fondamentali di queste strutture sono: informare la donna sui propri diritti e sui servizi
sanitari e assistenziali , in formare sui diritti delle gestanti sui luoghi di lavoro,
proporre interventi in sinergia con gli enti locali quando la gravidanza o la maternità creino problemi, contribuire a far superare le difficoltà che possono indurre
la donna a interrompere la gravidanza.
Non sono quindi solo dei certificatori di ivg
CONSULTA DI BIOETICA ONLUS
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“ Infine per quanto attiene al significato va
colta la fondamentale differenza tra
l'obiezione di coscienza intesa come
strumento mediante il quale dare
attuazione al diritto di libertà, e l'obiezione
investita della valenza di dovere di
testimonianza della verità etica
considerata unica e valida per tutti “
P. Borsellino
OBIEZIONE DI COSCIENZA e LEGGE 194
L'aborto in Italia, sino all'approvazione della legge 194 “norme per la tutela
sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza” nel 1978,
era considerata una pratica illegale
e le donne italiane, già
Fino al 1971 in Italia era proibita la
svantaggiate da una legislazione
promozione della contraccezione,
punitiva nei confronti della
nello stesso anno la Corte
contraccezione, quando
Costituzionale dichiara illegittimi gli
incappavano in una gravidanza
articoli del Codice Penale che la
dovevano rivolgersi
proibivano. Sempre nel 1971 viene
presentato il primo disegno di legge
clandestinamente a donne
per la legalizzazione dell’aborto.
consenzienti (chiamate
Nel
1975
viene licenziata la prima legge
mammane) che, con mezzi a volte
sulla pianificazione familiare e
inidonei, praticavano l'aborto in
vengono istituiti i consultori.
cambio di compensi a volte anche
esagerati e che talvolta costava la
vita alla donna stessa.
Chi invece aveva la possibilità economica, andava all'estero o si rivolgeva a
cliniche private (ancora più costose) che praticavano l'aborto illegalmente,
però, magari, la donna aveva maggiori garanzie di cavarsela.
Dobbiamo ricordarcelo: in Italia, per interrompere
Nel 1975 la Corte
la gravidanza, dilagavano le mammane e i
Costituzionale definisce la
ginecologi chiamati “cucchiai d'oro” che si
preminenza della vita
arricchivano sulla disperazione delle donne, chi non
materna su quella del feto
poteva permettersi di pagare un aborto clandestino e
LEGGE 194
22 MAGGIO 1978:
non poteva permettersi un figlio o figlia, lo lasciava
Norme per la tutela sociale
in orfanatrofio o nelle tante ruote disseminate sul
della maternità e
per l’interruzione volontaria territorio nazionale. Se il bambino/a nasceva con
della
qualche malformazione, veniva abbandonato in
gravidanza
istituti appositi.
Si calcola che prima dell'istituzione di tale legge, il
numero stimato di aborti clandestini era compreso tra i 200.000 ed i 600.000
casi all'anno. L'ampiezza della forchetta deriva dalla difficoltà di quantificare
un fenomeno per definizione clandestino e considerato reato penale.
La storica legge 194 fu approvata il 22 maggio del 1978 e con tale legge si
riconosceva finalmente alle donne il diritto di interrompere la gravidanza entro
i primi novanta giorni con precise motivazioni quali “…..la donna che accusi
circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità
comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in
relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o
familiari, o alle circostanze in cui e' avvenuto il concepimento, o a previsioni di
Dobbiamo prendere atto, però, che la ricerca di questa soluzione ideale è fallita.
Il tentativo di conciliare l'autonomia del paziente con quella del medico è
fallito: dobbiamo scegliere se vogliamo tutelare l'autonomia del professionista
sanitario e quindi, del ginecologo, dell'anestesista e dell'ostetrica oppure
schierarci dalla parte delle donne e della loro battaglia in difesa della libertà e i
diritti minacciati. E contemporaneamente non è solo un problema di diritto e di
libertà di scelta: se i medici obiettori l'avranno vinta, le donne saranno costrette
ad andare via dall'Italia o praticarlo illegalmente come già succedeva prima
della 194. Non vogliamo ritornare a contare le donne morte per aborto, già
stiamo contando quelle uccise dalla violenza tra le proprie mura di casa.
La Consulta di Bioetica Onlus ha scelto e e ha lanciato in tutta Italia la
Campagna contro l'obiezione di coscienza “IL BUON MEDICO NON
OBIETTA. RISPETTA LA SCELTA DELLA DONNE DI INTERROMPERE
LA GRAVIDANZA”. La Campagna ha due obiettivi: da una parte, incoraggiare
un dibattito pubblico sulla legittimità del diritto all'obiezione di coscienza a più
di trent'anni dall'approvazione della legge sull'interruzione di gravidanza e,
dall'altra, rendere chiaro che il buon medico non è quello che non pratica le
interruzioni di gravidanze ma quello che sta vicino alla donna e non la lascia
sola in un momento difficile.
CONSULTA DI BIOETICA NOVI LIGURE
RAPPORTO 2009 MINISTERO SANITA’
LEGGE 194 - DEFINITIVI
R
Tasso abortività ( rapporto tra IVG effettuate /1000
donne in età feconda )
8,5 per mille
-2,5% rispetto 2008
Variazione del tasso di abortività tra 1983 e 2009
NORD - 48,2%
CENTRO - 52,8%
SUD -52%
ISOLE - 46 %
ITALIA - 50%
RAPPORTO 2009 MINISTERO SANITA’
LEGGE 194 - DEFINITIVI
Raffrontato con 13 paesi quello italiano risulta essere
il
tasso più basso; tasso più alto USA ( 2004) 20.6per
mille
-.Rapporto di abortività ( IVG/1000 nati vivi )
210 ( - 1,4% rispetto 2008 )
Variazione 1983/2009
Nord – 57%
Centro – 51,3%
Sud -23,9%
Isole -20%
Italia – 45%
-.Raffronto del Tasso di Abortività con altri paesi ( 19 )
!Italia al quinto posto per minor tasso di abortività
!Svizzera tasso più basso : 6,8 per mille
!Federazione Russa più alto 42,85 per mille
!Particolarmente basso se raffrontato con quello di
altri paesi è il tasso di abortività tra le minorenni, il
numero degli aborti ripetuti e quelli dopo 90 gg di
gravidanza
Legge 194, Prologo
anomalie o malformazioni del
Art. 1
concepito, si rivolge ad un
Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione
consultorio o a una struttura sociocosciente e responsabile, riconosce il
valore sociale della maternità e tutela la
sanitaria a ciò abilitata dalla regione,
vita umana fin dal suo inizio.
o a un medico di sua fiducia ….”
L’interruzione di gravidanza, di cui alla
Il 17 e 18 maggio 1981 ci fu un
presente legge , non è un mezzo per il
referendum che voleva abrogare tale
controllo delle nascite
legge ma la proposta venne bocciata Lo Stato, le Regioni e gli Enti locali,
nell’ambito delle proprie funzioni e
a schiacciante maggioranza (68%).
competenze,promuovono e sviluppano i
La legge 194 prevede l'obiezione di
servizi sanitari, nonché altre iniziative
coscienza per gli operatori sanitari.
necessarie per evitare che l’interruzione
volontaria di gravidanza sia usato ai fini
L'obiezione di coscienza è il rifiuto
della limitazione della nascite
di ottemperare a un dovere imposto
dall'ordinamento giuridico da parte
di chi ritiene gli effetti che
deriverebbero dall'ottemperanza contrari alle
Si stima che, dati 1992, il numero
proprie convinzioni ideologiche, morali o
di aborti clandestini sia di
religiose. Il medico può divenire obiettore in
50.000-60.000 all’anno (1/3
qualsiasi momento. Il SSN è tenuto a assicurare delle interruzioni di gravidanza
che l'IVG si possa svolgere nelle varie strutture
certificate!)
ospedaliere deputate a ciò, e quindi qualora il
personale assunto sia costituito interamente da
obiettori dovrà supplire a tale carenza in modo da poter assicurare il servizio, ad
es. tramite trasferimenti di personale. Il medico non può rifiutarsi di intervenire
in caso di stato di necessità, ovvero qualora la donna sia in pericolo di vita
(esempio: donna che giunge in DEA. con una grave emorragia per un aborto
clandestino: l'obiettore che la soccorra ha l'obbligo di portare a termine la
procedura di aborto
se questo è
Anno 2010 ( dati provvisori) sono state effettuate 115.372 IVG
indispensabile per
- 2,7% rispetto al dato definitivo del 2009 ( 118.579 ) con un
decremento del 50.9% rispetto al 1982, anno in cui si è
salvare la donna
verificato il più alto numero di IVG
medesima)
Quando la legge fu
approvata, i ginecologi obiettori, a livello nazionale, erano all'incirca il 58.7%
, nel 2005 il 69.2%, il 71.5% nel 2008. E gli anestesisti, parallelamente, dal
45.7% al 52.6%. Il personale non medico dal 38.6% al 43.3%., oggi (dati del
2009) i medici obiettori sono più del 70% . Le percentuali di obiettori, tra
personale medico e non, sono più marcate al Sud rispetto alla media nazionale.
Tra i ginecologi l'obiezione raggiunge l'85.2% in Basilicata, l'83.9 in Campania,
l'82.8 in Molise e l'81.7 in Sicilia. Tra gli anestesisti, il 77.8% in Molise, il 77.1
in Campania ed il 75.7 in Sicilia. Tra il personale non medico arriva all'87% in
Sicilia e all'82 in Molise. Addirittura esistono ASL prive di sezioni dedicate
alla interruzione di gravidanza , visto che risulta obiettrice la totalità del
personale. E questo nonostante la legge preveda espressamente che l'ospedale
pubblico si faccia comunque carico di soddisfare la richiesta della donna che
intende abortire.. Il rischio illegalità è dietro l'angolo.
Si sta verificando di nuovo il ricorso all'aborto clandestino.
La Laiga (Libera associazione italiana ginecologi per l'applicazione della 194),
commentando i dati degli ultimi anni, lancia un allarme: tra cinque anni i
medici non obiettori non ci saranno più (se ne andranno in pensione) ; oggi
sono solo 150 in tutta Italia
spesso emarginati e vessati Prima dell'istituzione della legge 194 il numero stimato di
aborti clandestini era compreso tra 200.000 e 600.000
dagli altri colleghi per
casi all'anno. L'ampiezza della forchetta deriva dalla
questioni "etiche" e
difficoltà di quantificare un fenomeno per definizione
clandestino e considerato reato penale.
quando andranno in
pensione non ci sarà chi
Difficile anche quantificare il tasso di mortalità legato alle
prenderà il loro posto.
procedure, comunque sicuramente importante.
Infatti i giovani medici
dichiarano subito
l'obiezione per non avere ostacoli ed essere discriminati. Che sta succedendo?
Chiedere di abortire per una donna non è sicuramente una cosa semplice, il
SSN, i medici obiettori, stanno rendendo la sua scelta ancora più difficile, e
anche di questo occorre tener conto quando si arriva a fare una richiesta del
genere. Gli aspetti in campo sono tanti, ma quello che ci preme di più è il
rischio di emarginare ancora una volta le donne, di rimandarle nel baratro
dell'aborto clandestino, c'è il rischio di sospendere un diritto: quello di poter
scegliere per la propria salute e per il proprio futuro. Il problema vero è
difendere la libertà di scelta della donna.
Obiezione di coscienza legge 194
DATI 2009
Ginecologi obiettori 70,7% con punte > 80% in Basilicata,
Campania, Molise, Sicilia e Bolzano ( Città )
Anestesisti obiettori 51,7% con punte > 75% in Molise,
Campania e Sicilia
Toscana e Trento ( Città ) fanno registrare i tassi più bassi :
27,7 e 31,8%
Nel report inviato al Ministero della Sanità sullo stato dell’arte
della 194 ( obbligo di legge) al problema dell’obiezione di
coscienza vengono dedicate 11 righe e una tabella
riassuntiva senza nessun commento
Se nel 1978 l'obiezione di coscienza era comprensibile in quanto la nuova
legge prevedeva una procedura nuova che poteva andare contro i principi etici
di chi obiettava e doveva essere garantita l'autonomia degli operatori sanitari, a
34 anni dalla promulgazione della legge 194 sulla interruzione volontaria di
gravi
OBIEZIONE ASL Alessandria
NOVI LIGURE
Ginecologi 66%
anestesisti 24%
CASALE
Ginecologi 88%
anestesisti 58%
ACQUI
Ginecologi 57% anestesisti 0
TORTONA
Ginecologi 62% anestesisti 50%
ASO Alessandria
Ginecologi 78%
anestesisti 15%
danza, la media nazionale di coloro che obiettano è tale da non garantire più la
libertà di scelta della donna ed allora bisogna sottolineare che vengono prima i
diritti di coloro che hanno meno potere: i diritti delle donne e dei pazienti
vengono prima della coscienza del personale medico. Che ha scelto quella
professione sapendo anche che c'è una legge dello stato che garantisce l'aborto.
È necessario un bilanciamento tra la coscienza personale e la responsabilità
professionale altrimenti si finisce per ledere lo stesso diritto dei pazienti di
ricevere cure e assistenza, sostituite da una predica moralistica.
E' ovvio che lo scenario ideale sarebbe quello di trovare una soluzione che
permetta di conciliare il diritto alla salute e l'autonomia del paziente con quella
del medico: la libertà di scelta della donna con la libertà del medico di decidere
se praticare (o partecipare nel caso dell'anestesista o di altro operatore sanitario)
o meno all'interruzione di gravidanza.