tra donne, e operatori applicare e Alleanza tra donne, medici, e
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tra donne, e operatori applicare e Alleanza tra donne, medici, e
Alleanza tra donne, medici, e operatori sanitari per applicare e aggiornare la Legge 194/78 Maria Anna Sabelli La storia 1973 11 febbraio - Il deputato socialista Loris Fortuna, padre della legge sul divorzio, presenta il primo progetto di legge sull'aborto. 1975 5 febbraio - Il Partito radicale raccoglie le firme per l'abrogazione degli articoli del codice Rocco che definiscono l'aborto reato contro la stirpe. Viene fondato a Firenze il “Movimento per la Vita” per contrastare il fenomeno dell'aborto, all'epoca illegale, effettuato in maniera clandestina. 1978 22 Maggio - Approvazione della legge 194 1981 10 febbraio - La Corte Costituzionale ammette due dei tre referendum sull'aborto, uno dei radicali e uno del “Movimento per la vita” ("minimale"), ma ne rigetta il “massimale”di abrogazione. 17 maggio – Al referendum sull'aborto vince il "No" all'abrogazione di alcuni articoli della legge 194 Cosa è successo dal 1990 ad oggi • Perdita progressiva di senso e di efficacia della legge a causa di: Variazione da 50 a 80 della percentuale di obiettori Cambiamento delle tecniche di esecuzione Altri eventi • Crescita di consapevolezza di medici e operatori non obiettori che verificano e denunciano la non applicazione della legge • Nascita di gruppi e associazioni che promuovono iniziative culturali e tentano di raggiungere risultati con la stesura di documenti e manifesti, richiedendo colloqui alle istituzioni regionali e governative • Isolamento delle donne che tendono a vivere il problema come individuale e subiscono l’ideologia, dominante soprattutto negli ultimi 20 anni, che considera l’IVG una pratica riprovevole, di cui vergognarsi, da nascondere e subire anche con qualche penalizzazione, non diritto fondante una procreazione cosciente e responsabile La storia recente • 2012 • Laiga e IPPF propongono ricorso al CdE per le violazioni dell’Italia del diritto delle donne alla procreazione responsabile • 2013 • Comitato No194 propone referendum abrogativo promuovendo la mobilitazione con preghiere davanti agli ospedali di Milano • Ministero istituisce con le Regioni il monitoraggio del fenomeno con rilevazioni presso tutte le strutture sanitarie coinvolte. • 8 marzo 2014 • Il consiglio d’Europa riprende l’Italia per il numero elevato di medici obiettori perché “viola i diritti delle donne che desiderano interrompere la gravidanza” (Comitato Europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa) • 2014 • Risposta del Ministro Lorenzin al Consiglio d’Europa. La risposta del ministro “Dai dati puntualmente raccolti regione per regione dall’Istituto Superiore di Sanità emerge con chiarezza che il carico di lavoro per i ginecologi non obiettori negli ultimi trent’anni si è dimezzato, passando da 3.3 aborti a settimana nel 1983 agli attuali 1.7, considerando 44 settimane lavorative in un anno. Anche il calcolo eseguito per ciascuna regione italiana conferma un impegno di lavoro congruo per i non obiettori: si va da un minimo di 0.5 ivg a settimana della Val d’Aosta a un massimo di 4 per il Lazio. Appare difficile, a fronte di tali dati, sostenere che il numero elevato degli obiettori di coscienza sia un ostacolo per l’accesso all’ivg.” Relazione ministeriale dati 2011 • Percentuali di non rilevazione: 0% liguria, trento e bolzano, emilia romagna, 12-13% regioni insulari e sud • Consultori funzionanti: - pubblici 1,5 per 10.000 donne 15-49 anni - privati 131 (56 solo in Lombardia) 8 regioni NR • Certificazione di Urgenza 11,6 % • Complicanze: dato non attendibile IVG per Giorni di attesa Fino a 14 4% (0,2 - 10) 11% (3 - 19) 15 - 21 22 - 28 25% (12 - 35) Oltre 28 60% (46 - 83) IVG per Tecnica di intervento 8% (1 - 25) 2% (0,2 - 8) Raschiamento 11% (0,4 - 48) Karman+ RU486+ Altro 79% (43 - 94) % Ginecologi Obiettori 2011 Italia: 69,3% 88,4 15,4 87,9 51,9 56,5 85,2 58,3 59,1 63,6 84,6 65,4 83,8 65,7 81,8 65,8 67,2 80,7 68,3 77,9 69 69,7 Valle d'Aosta Emilia Romagna Sardegna Trento Friuli Venezia Giulia Lombardia Liguria Piemonte Toscana Marche Calabria Umbria Puglia Veneto Lazio Bolzano Abruzzo Sicilia Basilicata Molise Campania * 400 200 0 -200 -400 -600 Veneto Basilicata Calabria Sicilia Molise Lazio Puglia Sardegna Marche Campania Abruzzo Valle d'Aosta Bolzano Liguria Piemonte Friuli Venezia Giulia Trento Umbria Toscana Lombardia Emilia Romagna Mobilità regionale attiva e passiva 2011 La variabilità tra ed entro regioni evidenzia che l’obiezione è opportunistica e dipende quasi esclusivamente dal tipo di indirizzo ideologico dato dai ruoli direttivi ed istituzionali. Le poche regioni che forniscono dati per azienda e struttura ne danno ulteriore dimostrazione. Il ruolo istituzionale ha imposto il proprio punto di vista etico contro la tutela dei diritti delle donne. Componenti dell’obiezione all’IVG • Il reale conflitto di coscienza individuale che rappresentava la mediazione possibile nel 1978 e che, se non fossero intervenuti fattori coercitivi esterni, sarebbe rimasto stabile ed avrebbe inciso con distribuzione uniforme su tutto il territorio. I ginecologi cattolici praticanti non possono essere l’80-90% dei medici come non erano il 57% nel 1982. • La scelta opportunistica imposta rendendo penalizzante l’esecuzione dell’IVG. A nessuno piace essere chiamato assassino. Nessun medico è felice di essere escluso da mansioni, ruoli, assunzione in organico solo perché non obiettore. Cause dell’obiezione di convenienza 1)Perdita di influenza dei movimenti delle donne 2)Controllo ideologico sugli ingressi dei medici nelle strutture pubbliche 3)Mobbing che arriva a limitare le progressioni di carriera dei non obiettori 4)Deformazione del concetto di “coscienza” nella deontologia medica 5)Limiti della legge frutto di mediazione nel 1978 e strumenti ora per disattendere la legge 6) Rinuncia dell’Università a fornire nel percorso di formazione in Ostetricia e Ginecologia, scienze infermieristiche e anestesiologiche, le conoscenze e le buone pratiche aggiornate per una corretta applicazione della legge 7) Estensione arbitraria e illegale dell’obiezione alla “contraccezione del giorno dopo” ed alla assistenza alle donne prima e dopo l’intervento Dubbi sulla relazione ministeriale • I moduli, integrati dalle SDO, sono forniti con molto ritardo • I controlli sulla applicazione della legge e sulle difficoltà di accesso ail’IVG esistono solo in alcune regioni. • Il tasso di abortività e il rapporto di abortività sono falsati da una diffusione sempre maggiore della pratica abortiva farmacologica e interventistica eseguita in studi medici privati o a domicilio. • Il dato sulle percentuali di obiezione è sottostimato: ad esempio nei denominatori compaiono tutti coloro che per tipo di lavoro che svolgono “ginecologico” o “di ricerca” o “ di insegnamento universitario” non eseguendo IVG, non possono comunque essere obiettori. Nuove tecniche e facilità di applicazione sicura • Possibilità di diagnosi di gravidanza molto precoce e attendibile • Il metodo Karman e la sua possibilità di applicazione precoce anche ambulatoriale • Farmaci in prontuario “abortivi” in uso presso comunità etniche già da anni • RU486 il cui uso è limitato nei servizi pubblici dai tempi di accesso alla certificazione, dalle liste di prenotazione e dalla medicalizzazione della procedura Contraccezione ormonale in Europa Abortività spontanea Il numero annuo di aborti spontanei rilevati nel corso del primo decennio dell’indagine (198292) è oscillato intorno a 55 mila casi, con variazioni modeste da un anno all’altro. Dal 1993 in poi, è cresciuto costantemente fino a raggiungere 77 mila casi nel 2008, crescendo del 22% rispetto al 1994 e del 35% rispetto al 1985. In sintesi I nodi che ostacolano l’applicazione della legge, la rendono parzialmente inattuale e facilitano il ritorno all’aborto clandestino sono: • l’obiezione opportunistica • il non adeguamento all’evoluzione delle tecniche • la soggezione “culturale” Quali obiettivi ? • Restituire ai consultori il ruolo centrale nella gestione della legge • Riaffermare il diritto delle donne alla procreazione libera e responsabile • Contrastare efficacemente il mobbing sui non obiettori • Adeguare la pratica (come stabilito all’art. 15) sull’uso di tecniche precoci e meno invasive per impedire il ritorno all’aborto clandestino • Ottenere che le Università provvedano alla formazione specialistica e all’aggiornamento continuo sulle procedure di IVG (sempre art. 15) Proposte di alleanza Incontro con legali esperti ed associazioni disponibili a definire una strategia di denuncia dei danni alla salute fisica e psichica delle donne prodotti dagli attuali limiti di applicazione (vedi legge 40) promuovendo, anche a livello Europeo, azioni legali contro: Direttori Generali e Primari delle divisioni di Ostetricia e Ginecologia ospedaliere ed universitarie che non garantiscono il servizio e la preparazione necessaria agli operatori Vertici regionali che non applicano quanto stabilito dalla legge Proposte ai consultori pubblici e privati laici • Albo pubblico per struttura dei medici obiettori affinché le donne siano consapevoli della autenticità dell’obiezione e non siano indotte a sottoporsi a pratiche clandestine presso studi privati • Ricorso sistematico alla certificazione di urgenza per tutte le donne che desiderano interrompere la gravidanza e rendere minimo il danno fisico e psichico. www.vitadidonna.it/aborto www.laiga.it www.epicentro.iss.it › salute riproduttiva www.consultoriprivatilaici.net www.associazionelucacoscioni.it www.consultoriemiliaromagna.it AIED Consulta di Bioetica Onlus Mai più clandestine UDS Usciamo dal silenzio …