Don Luca lascia - Arcidiocesi di L`Aquila
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Don Luca lascia - Arcidiocesi di L`Aquila
Don Luca lascia dopo 47 anni Valle Pretara Domenica celebrerà la messa con l’arcivescovo, poi il saluto dei parrocchiani e il ritiro a Terranera L’AQUILA Don Luca Nardis lascia la sua parrocchia di Santa Maria Mediatrice, nel popoloso quartiere di Valle Pretara e si ritira, dopo 47 anni di servizio ininterrotto, nella sua Terranera, frazione di Rocca di Mezzo. Don Luca non ha mai interrotto il suo ministero a Valle Pretara da quando, nel 1966, ha preso in carico la parrocchia di uno dei quartieri più difficili dell’Aquila, battezzando, cresimando, sposando centinaia di persone. Adesso le sue condizioni di salute, dovute a una malattia lenta ma invalidante, non gli permettono più di essere in prima linea con i suoi parrocchiani. Due generazioni di persone che don Luca ha visto crescere e che ha educato. Al suo posto arriverà don Martino Gajda, già parroco di Arischia. «Non mi ha battezzata davvero per poco», ricorda Antonella Coccia Colaiuda, 47 anni, nata proprio nell’anno dell’insediamento di don Luca. «Ma poi è stato sempre presente nella mia vita», aggiunge. «È stato una importante guida spirituale e un punto di riferimento per tutti». Don Luca è conosciuto per la severità con cui faceva catechesi ed educava i parrocchiani più giovani. «Ma la sua non è severità», spiega il trentenne Francesco Marzella, «ha cercato di insegnarci a essere noi stessi, senza “fronzoli”, secondo i valori della Bibbia». Don Luca vive adesso con un cognato e un nipote, ma la sua porta è sempre aperta per i suoi parrocchiani. Valle Pretara saluterà don Luca il 21 aprile, con una messa che si terrà alle 10 alla presenza dell’arcivescovo Giuseppe Molinari. Ma si sente già la sua mancanza. A indicare l’attenzione «all’essenzialità», il parroco di Terranera tiene appesa in sagrestia una frase di Papa Paolo VI che richiama all’importanza della «Chiesa come casa». Nota la passione del parroco per l’organo, che suona molto bene, «e per i motori», aggiunge qualcuno. «Ha insegnato a molti di noi a suonare il pianoforte e poi anche l’organo», aggiunge Francesco. Non solo: don Luca conosce e insegna anche latino e greco. «Grazie alle lezioni che ci faceva durante l’estate», spiega il ragazzo, «tradurre un verbo dal greco al latino era un gioco da ragazzi». È, insomma, «un uomo rude dal cuore d’oro». «Ha fatto della sua vocazione di pastore il centro della sua vita», ricorda ancora Antonella. «Non si è tirato mai indietro, celebrando la messa anche quando aveva la febbre. E aiutando le famiglie in difficoltà economica, in silenzio, senza farsi troppa pubblicità». Marianna Gianforte