Approfondimento
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Per saperne di più Le Regioni d’Italia Valle d’Aosta Il sito ufficiale della regione: www.regione.valledaosta.it Un castello: Fenis Già esistente nel XIII secolo, il castello di Fenis è l'esempio più famoso di castello medievale alpino. Non essendo stato costruito per scopi di difesa, ma solo come abitazione dell’antica famiglia dei conti di Challant, è situato su una collinetta e non su un promontorio roccioso come molti altri. Le torri, che lo rendono caratteristico e armonioso, furono aggiunte da Aimone di Challant al torrione preesistente, verso la metà del sec. XIV. Il castello ha pianta L’esterno del castello. pentagonale, tutti gli angoli sono muniti di torrette circolari tranne lo spigolo sudovest, che presenta una massiccia torre, e quello sud la cui torre ha pianta quadrata. Il mastio, cioè la parte centrale, è racchiuso da una doppia cinta di mura con torrette di guardia collegate da un camminamento di ronda. Si accede al castello passando attraverso una torre quadrata che era dotata di una saracinesca per sbarrare il portone in caso di pericolo. Il cortile interno, con lo scalone semicircolare e le balconate in legno, è decorato con affreschi Al pianterreno sono visitabili la sala d'armi, la sala da pranzo, la dispensa, la cucina, lo studio e l'esattoria, cioè il luogo dove si riscuotevano le tasse. Al primo piano si trovano la cappella e le camere dei conti. Il castello appartenne ai signori Challant fino al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Seguì un periodo di abbandono nel quale il castello fu trasformato in cascina: le sale del pianterreno erano adibite a stalle, mentre il primo piano serviva da fienile. Nel 1895 il proprietario iniziò a restaurarlo. Oggi il castello è di proprietà dell'Amministrazione Regionale che, a partire dal 1936, lo ha destinato a sede del Museo del mobile valdostano. © 2006 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 1 Per saperne di più Un sito naturalistico: Il Monte Bianco Il Monte Bianco è una montagna granitica, irta di guglie e di creste, intagliata da profondi valloni nei quali scorrono numerosi ghiacciai. È situato nella catena delle Alpi, sul massiccio del Monte Bianco e si trova sullo spartiacque tra la Valle d'Aosta in Italia e la Savoia in Francia. I venti che accumulano la neve sulla cima ne fanno variare frequentemente l’altezza, per questo motivo, ogni 2 anni, viene fatto un rilevamento ufficiale. Per molto tempo l’altezza ufficiale è stata 4 804 m, La vetta del Monte Bianco. poi è passata a 4 807 m, nel 2002 era 4 810,40 m. La misurazione più recente risale al dicembre 2005 e registra 4 808,75 m. Il Monte Bianco può essere considerata la montagna più alta d'Europa. La sua cima rocciosa si trova un po’ più in basso rispetto alla vetta stessa ed è ricoperta da uno strato di ghiaccio e di neve spesso dai 16 ai 23 m. Numerosi ghiacciai scendono dai versanti del Monte Bianco sino alle valli laterali, il più conosciuto si chiama la “Mer de Glace” che significa “mare di ghiaccio”. © 2006 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 2 Per saperne di più Storie e leggende: La Leggenda del Ru Mort In passato ogni ruscello (ru), durante i periodi di piena, era sorvegliato da una guardia che controllava che l'acqua non venisse sprecata e venissero rispettate le quantità e i tempi di irrigazione dei singoli proprietari terrieri. Il flusso del ruscello era regolato tramite paratie di legno che venivano aperte o chiuse in base alle necessità. Era una calda mattina di Agosto quando la guardia del Ru Mort si alzò per fare il solito giro di controllo del ruscello. Quel giorno però, il guardiano non era solo e si sentiva seguito da una presenza oscura e misteriosa. Insospettitosi da tale sensazione si fermò e cominciò a guardarsi intorno fino a quando, con la coda dell'occhio, notò qualcosa muoversi nell'erba accanto a lui. Avvicinatosi per vedere cosa lo aveva messo a disagio vide una vipera nera strisciare nell'erba. Il guardiano, infastidito da quella presenza, prese un bastone e allontanò la serpe per evitare che lo mordesse. Intraprese poi nuovamente il giro di ispezione lungo il ru. Dopo un centinaio di metri attirato dal frastuono dell'acqua che usciva da una paratia, lasciata sbadatamente aperta, si fermò per chiuderla, ma, nel mentre cercava di afferrarla, si accorse che la medesima vipera era attorcigliata sul manico della stessa. Stupito e spaventato si allontanò frettolosamente lungo il ruscello. Dopo pochi metri si fermò per riprendere fiato e si accorse che vicino ai suoi piedi c'era nuovamente la serpe che lo infastidiva. Questa volta però, innervositosi, afferrò un bastone e la colpì mortalmente. Da quel giorno il ruscello iniziò a perdere acqua da ogni parte, le gli argini si sgretolarono sotto la forza impetuosa dell'acqua e ogni tentativo di manutenzione si concluse con un fallimento. Il guardiano era convinto di aver ucciso una semplice vipera ma si sbagliava perché in quella creatura si nascondeva la Fata protettrice del Ru che da quel giorno prese il nome di Mort (morte). Da quel giorni infatti non fu più possibile coltivare alcunché lungo il tracciato del ruscello. © 2006 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 3 Per saperne di più La cucina regionale La tradizione gastronomica della Valle d’Aosta è basta principalmente sui prodotti locali. La Valle d’Aosta è una terra ricca di foreste e di pascoli frequentati da mandrie di bovini, quindi predominano i prodotti legati all’allevamento del bestiame, come la fontina, il lardo, la carne di vitello, le castagne e la polenta che viene preparata con l’aggiunta di burro e formaggio. Ecco alcuni piatti tipici: • gnocchi alla bava, palline composte da patate lessate che vengono passate e impastate con la farina. Una volta bollite in acqua, le palline vengono condite con formaggio e burro che fondendo formano appunto la “bava”; • costolette alla valdostana, fette di carne di vitello farcite con fontina, impanate in uovo e pan grattato e poi fritte nel burro; • zuppa alla valligiana, viene preparata alternando strati di pane casereccio inzuppati in una minestra a base di rape o verza, con strati di fette di fontina. Viene poi passata nel forno affinché si formi una dorata crosticina. Con l’aiuto di un adulto puoi preparare questo piatto tipico: Fonduta Ingredienti per 4 persone - 400 gr di fontina della Valle d'Aosta - latte - fette di pane casereccio - una noce di burro - 4 tuorli d'uovo - fettine di pane tostato Preparazione: Togli la crosta alla fontina, tagliala a liste e poi a quadratini sottilissimi. Mettila in una scodella e coprila col latte freddo. Lasciala riposare per un paio d'ore al fresco, ma non in frigorifero. Scola la fontina dal latte e mettila col burro in una casseruola. Cuoci a fuoco bassissimo, meglio a bagnomaria perché non deve bollire. Rimescola in continuazione con un cucchiaio di legno. Appena la fontina comincia a fare il filo, aggiungi un tuorlo per volta, rimescolando velocemente. Quando il tutto sarà liscio e cremoso, versa la fonduta in quattro ciotole calde e inzuppa le fettine di pane tostato nella crema ottenuta. Glossario Bagnomaria: tecnica di cottura che consiste nel cuocere un alimento non direttamente sulla fiamma viva, ma immergendo una casseruola contenente l’alimento in una casseruola più grande piena d’acqua fino a metà che viene posta sul fornello. In questo modo il calore si distribuisce uniformemente e il cibo non rischia di bruciare. © 2006 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 4 Per saperne di più Un canto: Montagnes valdôtaines Montagnes de ma vallée, vous étes mes amours. Cabanes fortunées, vous me plairez toujours. Rien n'est si beau que ma Patrie rien n'est si doux que mon amie! Oh montagnards, oh montagnards chantez en choeur, chantez en choeur de mon pays, de mon pays la paix et le bonheur. Halte-là! Halte-là! Les montagnards, les montagnards. Halte-là! Halte-là! Les Montagnards sont là. Les montagnards, les montagnards sont là! Laisse là tes montagnes, me dit un étranger, suis-moi dans mes campagnes. Viens, ne soi plus berger! Jamais! Jamais! cette folle! Je suis heureux de cette vie; j'ai ma ceinture, j'ai ma ceinture, et mon béret, et mon béret mes chants joyeux, mes chants joyeux ma amie et mont châlet. Mes chants joyeux, mes chant joyeux ma amie et mont châlet. Sur la cime argentée de ces pic orageux la nature domptée favorise nos jeux. Vers les glaciers, d'un plomb rapide j'atteins souvent l'ours intrépide! Et sur les monts, et sur les monts plus d'une fois, plus d'une fois j'ai devancé, j'ai devancé la course du chamois! J'ai devancé, j'ai devancé la course du chamois! Halte-là! Halte-là! Les montagnards, les montagnards. ………….. Déjà dans la vallée tout est silencieux; la montagne volée se dérobe à nos yeux... On n'entend plus dans la nuit sombre Oh montagnards, oh montagnards chantez plus bas, chantez plus bas. Thérèse dorm, Thérèse dorm. ne la rèveillons pas! Thérèse dorm. Thérèse dorm. ne la rèveillons pas! Halte-là! Halte-là! Halte-là! Halte-là! Les montagnards, les montagnards. Les montagnards, les montagnards. ………….. ………….. © 2006 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education 5